Tumgik
#esserealtrove
chiamamiely · 5 months
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E voi, ve li ricordate i vostri primi baci ? :)
"Una sera andarono alle giostre, un po’ perché era un posto nuovo, un po’ perché l’idea di tornare bambini essendolo appena stati li solleticava tutti. C’era confusione, quasi ressa, e il gruppo si sfaldò in fretta. Lui avrebbe voluto andare al tirassegno con gli altri maschi ma quella piccola mano nella sua era come un guinzaglio, e anche se veniva stretta senza stringere lo tirava indietro suo malgrado; si voltò verso di lei quasi esasperato ma non aveva niente da rimproverarle, e lei, leggendogli nella testa, lasciò scivolare la mano fuori dalla sua. Rimasero lì a guardarsi, fianco a fianco, solo le teste voltate l’una verso l’altra, lei un po’ di sotto in su perché lui era più alto, in una strana posa innaturale, urtati dalla folla gonfia di risate, nell’aroma acuto del caramello che sembrava addensare l’aria, tanto che a lei si mozzò il respiro, paura, paura: e se va via e mi lascia qui da sola? Che non era, ovvio, l’idea di essere abbandonata, il paese era a cinquecento metri lungo la strada tutta diritta, ma il timore che alla fine quel chiasso stroboscopico, senza il buio o la luce abbacinante della spiaggia, tutto potesse cambiare in un attimo, e lui tornare un ragazzo qualunque, come tutti gli altri, senza più niente che lo facesse unico. E invece la stupì, perché le posò le mani sulle spalle, la fece voltare verso di sé e le depose sulle labbra un bacio lieve come un sospiro: sono qui, ci sono, ci siamo. Per una volta le parole erano proprio fuori discussione, tale era il fragore di sottofondo, il pulsare della musica facile e brutta, lo stridio delle navicelle spaziali, i tonfi e gli schiocchi di oggetti colpiti a morte. Più semplice, così. E lei si sentì invadere da qualcosa di leggero, leggerissimo, come se le si gonfiasse nel petto un palloncino: quante volte l’avrebbe riconosciuta dopo, nel suo futuro, la confusione che si fa così spesso tra sentimento e sollievo. Ma allora era soltanto l’aria dentro il palloncino che lei soffiò tutta fuori ricambiando il bacio, e rimasero lì a farsi spintonare da una marea invidiosa che non poteva far altro che aprirsi in due e aggirarli. Lui dimenticò all’istante il fucile ad aria compressa e lo stupido coniglio rosa che avrebbe anche potuto vincere per lei e regalarle, e lei non avrebbe saputo che farsene, l’avrebbe fissato con un misto di compiacimento e orrore, e una volta a casa, in città, l’avrebbe regalato alla bimba dei vicini. Avevano evitato almeno per una sera la palude della banalità, e lo sentivano; così fecero un lungo giro per il luna park, il braccio di lui attorno alle spalle di lei per reggerla e difenderla e tenerla vicina, a guardare le luci negli occhi degli altri, il divertimento degli altri. Loro non si potevano accontentare di divertirsi; toccava essere felici."
Beatrice Masini, Amore, in Parole fuori
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