#esc 1993
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🇸🇮 1xBand - Tih deževen dan
#1xBand#Tih deževen dan#another debut! welcome to eurovision Slovenia#Slovenia esc#Slovenia eurovision#esc 1993#eurovision 1993#Slovenia and Denmark easily had the most underrated songs in 1993#I am not kidding when I say this is one of my all-time favourite esc songs...#I tried my best but... if only there were more than 5 images and 3 480p videos available of this band
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Eurovision Fact #595:
Noel Kelehan, one of the conductors of the former Eurovision orchestra, conducted the songs of five winners. He conducted the winning songs in 1980, 1987, 1992, 1993 and 1996.
[Source]
Facts and Figures, Eurovision.tv.
#esc facts oc#eurovision#eurovision song contest#esc#eurovision facts oc#Noel Kelehan#esc 1980#esc 1987#esc 1992#esc 1993#esc 1996
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Eurovision Song Contest + Costumes
Katy Garbi’s blue & golden dress when performing Ellada, hora tou fotos for Greece in the 1993 contest.
// requested by @betweenthetimeandsound
#Eurovision Song Contest#Eurovision#ESC#ESC 1993#Katy Garbi#Ellada hora tou fotos#Greece#costumes#costumesource#blue#golden#1990s#1900s#20th century#tw flashing lights#cw flashing lights#cn flashing lights
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Linda Martin and Niamh Kavanagh presenting the votes for Ireland on the 15th (2007, 2008) and 30th (2022, 2023) anniversaries of their wins
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1993 Millstreet - Number 11 - Ruth Jacott - "Vrede"
youtube
Ruth's back! This time with Vrede (Peace), the song that won the Nationaal Songfestival song selection and went to Eurovision in Millstreet. This song finished 6th, a creditable performance - although many think it should have done even better. It's a well-written, slightly humorous song celebrating a host of engineering achievements contrasted with the lack of effort and results in realm of world peace. Yes another peace song in 1993.
It has a a relatively contemporary if conventional club beat and some dramatic horns to start and a little interlude of scratching noises before the bridge. Ruth delivers her message wearing some astonishingly flare black trousers as well low cut jacket with an absolutely massive collar and lapel. She knows her camera angles and there's choreographed hand-ography. And boy can she belt. She's a stellar performer, perhaps only beaten by one other on the night in terms of song delivery.
I went into Ruth's future career in the previous blog and she's now the first artist to have appeared twice in my top 26s, helped there by taking part in a song selection national final.
#Youtube#esc#esc 1993#eurovision#eurovision song contest#national finals#nationaal songfestival#netherlands#ruth jacott#millstreet#millstreet 1993
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Katri-Helena on UMK
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Eurovision Song Contest 1993
May 15, 1993 | Millstreet, Ireland
The 1993 Eurovision Song Contest, held in Millstreet, a small town in South West Ireland, home to 1500 people, was an ambitious production for national broadcaster RTE. The 1993 contest is to date, the only competition in Ireland that has been held outside of the capital Dublin. The early 1990s were a time of massive change in Europe. These changes were reflected in the Eurovision Song Contest as newly sovereign nations took to the stage. In order to accommodate the growing number of countries eager to participate in the Eurovision Song Contest, a pre-selection, Kvalifikacija za Millstreet, took place in Ljubljana, Slovenia ahead of the contest in which seven countries competed. Three countries made their respective debuts; Bosnia & Herzegovina, Croatia and Slovenia. The top two in 1993 was exactly the same as the year before; Ireland in first place, the United Kingdom in second. The Irish entry, In Your Eyes performed by Niamh Kavanagh beat the United Kingdom's Sonia on the very last vote. [eurovision.tv]
[watch the show]
#eurovision#esc#eurovision 1993#{year}#the video quality in the link is delicious mmmm#some good stuff here#in your eyes has grown on me mostly because niamh sounds incredible but makes it look so easy#gif#op#90s
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ESC History
The ECS finals are this weekend and while I’m hoping LotL will score a good place, while I hope for a fun-filled evening, there is something I want to share, to remember, that is having its 30th anniversary as well.
I might date myself, but honestly I don’t really care much. The year was 1993 and I was a kid watching Eurovision with my parents. The time came for the voting and then this happened:
https://www.youtube.com/watch?v=Hs-Bmme7qdI&list=RDHs-Bmme7qdI&start_radio=1
I was young and didn’t understand it at that time, but by now I know that the band from Bosnia are without doubt, the biggest badasses to ever. Because they were from Sarajevo, a city under siege for almost 10 months at that time, because they had to break out of the city to fly to Ireland and compete (their conductor? Yeah he was unable to come because the frontline had shifted and the corridor the band had used was no longer usable. The band had to borrow an Irish conductor).
This band was singing in Bosnian, they gained 27 points which earned them the 16th place, and then they went back... to Sarajevo, a city under siege until early 1996.
This was their song:
https://www.youtube.com/watch?v=DREeDXs9ijc
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Primavera di libri
Torniamo a suggerirvi nuove letture e film “raccomandati” dai vostri bibliotecari di fiducia.
Un autentico caso letterario l’inedito di Gabriel García Márquez Ci vediamo in agosto, che, come narra la leggenda a proposito dell’Eneide di Virgilio, l’autore avrebbe voluto distruggere: “un omaggio alla femminilità, una storia di libertà e di desiderio che non si sopisce con l’età e nemmeno con l’amore coniugale”. I figli hanno consentito la pubblicazione di questo breve romanzo, che esce in contemporanea in tutti i paesi e ci delizia come una sorpresa inaspettata, nonostante la volontà del suo artefice, forse troppo esigente con sé stesso.
Tutt’altro che deprimente, Piccoli suicidi tra amici di Arto Paasilinna è ormai diventato un classico. Scritto con stile quasi cronachistico, la sua apparente freddezza (che peraltro ben si addice alle gelide lande della Finlandia da cui provengono i personaggi del libro) non fa che accrescere l’ironia, magari un po’ macabra, di cui è pervaso. “… ogni giorno è per ciascuno sempre il primo della vita che gli resta da vivere, anche se siamo troppo occupati per rendercene conto” è la sintesi filosofica di un romanzo divertente, originale, che si risolve in un inno non banale alla vita, alla solidarietà, all’amicizia. Un vero toccasana “per tempi agitati”, citando Mauro Bonazzi, come sono quelli in cui ci troviamo a vivere. Dalla postfazione di Diego Marani: “Una delle cose più belle dei romanzi di Paasilinna è che dopo il tumulto, il fragore e le spericolate rincorse tutto si risolve delicatamente, come una risata di cui resta solo il gioioso ricordo, nell’acqua increspata d’un lago, nel vento della sera, nell’odore di foraggio appena tagliato. … In questo libro la grande beffata è la morte”.
Ambientato a Bologna durante le festività natalizie tra la fine del 1953 e l’inizio del ’54, Intrigo italiano di Carlo Lucarelli ci ripropone la compagnia del commissario De Luca, sempre ombroso, inappetente e drogato di caffeina. Lo accompagna un giovane poliziotto che lo introduce negli ambienti musicali degli amanti del jazz, di cui era appassionato un noto professore morto in circostanze non chiare. Ma il mistero si infittisce quando anche la vedova viene trovata uccisa e De Luca stesso è controllato dai Servizi Segreti. Non siamo più in tempo di guerra mondiale, ma di guerra fredda e anche i migliori si devono aggiornare. Un giallo di classe, con una ricostruzione storica sempre molto accurata. È del 2022 il ritorno del commissario Marino, segretamente ma attivamente antifascista, in Bell’abissina, dopo l’esordio del 1993 con Indagine non autorizzata, quando era ancora soltanto ispettore. Si tratta di un cold case soltanto apparente, perché la serie di delitti, legati da somiglianze via via sempre più chiare, si protrae dal passato al presente pericolosamente minacciato dall’imminente scontro bellico. Marino ha un temperamento diverso da quello di De Luca e si getta anima e corpo in questa indagine che coinvolge corrotti fiancheggiatori del regime. Un incontro, come dice l’autore stesso nei Ringraziamenti, tra la storia, con la s minuscola, frutto di fantasia, e la Storia, quella del secondo conflitto mondiale che Lucarelli conosce molto bene e che ha trattato anche in diverse trasmissioni televisive.
Irresistibile la doppietta di Simenon che vi proponiamo. Gli altri, inedito in Italia fino alla pubblicazione di Adelphi del 2023, è scritto in forma di diario-confessione e ci guida con il suo ritmo irresistibile tra i meandri di un suggestivo castello francese, che racchiude, ça va sans dire, una morte misteriosa, una giovane e affascinante castellana, nonché un burbero e attempato maggiordomo, sospettosamente depositario di ogni segreto… Come sempre, con pochi abili tratti l’autore descrive una serie di personaggi che non potrebbero essere fra loro più diversi, anche se appartenenti alla stessa famiglia: la sua penna riesce a far sembrare del tutto naturali e accettabili legami apparentemente inconciliabili e al limite della moralità. Il finale è riservato all’apertura del testamento: a chi andrà la cospicua eredità del vecchio Antoine Huet? Ma soprattutto: in che modo la ricchezza influirà sulla vita e le abitudini dei protagonisti? A voi il piacere di scoprirlo. Il romanzo La prigione inizia ex abrupto con un misterioso omicidio, su cui la polizia indaga. Ma duplice è la ricerca intrapresa dall’autore: da una parte il movente del delitto, dall’altra la psicologia del protagonista, costretto a scavare nella sua vita per scoprire su sé stesso e sulle persone che gli erano più intimamente vicine segreti che ignorava o che, più probabilmente, cercava di rimuovere per superficialità, paura o inadeguatezza. Così la prigione diventa una metafora per descrivere una vita fasulla che implode in un solo istante di un giorno d’autunno. Al di là del caso limite rappresentato dal fatto di sangue e delle inevitabili differenze di carattere, è talmente accurata l’analisi psicologica che ogni lettore potrebbe ritrovare qualcosa di sé nell’indole del protagonista e comprendere i suoi atti apparentemente privi di logica. Simenon, come sempre, con ritmo inesorabile e accanito vaglio introspettivo ci conduce all’unica soluzione possibile.
Furio Scarpelli e Agenore Incrocci hanno firmato, sotto la nota sigla di Age&Scarpelli, “le più memorabili sceneggiature dell’epoca d’oro del cinema italiano”, da Totò le Mokò di Bragaglia, a La banda degli onesti di Mastrocinque, C’eravamo tanto amati di Scola, I soliti ignoti, L’armata Brancaleone e La Grande guerra di Monicelli, per citarne solo una minima parte. Tra gli inediti di Scarpelli che Sellerio sta ripubblicando (è del 2019 Amori nel fragore della metropoli) vi consigliamo Si ricorda di me, signor tenente?, romanzo che introduce i protagonisti alternando, con la tecnica del flash back, la narrazione contemporanea al memoriale di guerra. Lo scavo nel complesso passato del personaggio principale porterà alla luce gravi traumi, profondi e rimossi sensi di colpa. Ma chi è lo sgangherato seccatore che apostrofa con la domanda del titolo il vecchio Giulio, tranquillo pensionato che passeggia per le vie della Milano del 1999? Un truffatore, un commilitone o un rigurgito della sua coscienza addormentata? Si legge piacevolmente tutto d’un fiato.
Per una lettura diversa dal solito vi proponiamo Nightmare Alley, La fiera delle illusioni di William Lindsay Gresham, “una tipica storia noir”, da cui sono stati tratti ben due film: un classico con il fascinoso Tyrone Power in una veste per lui inedita e il recentissimo remake di Guillermo Del Toro con Bradley Cooper, Cate Blanchett, Willem Dafoe. Diviso in due parti (con un finale ad anello): da un lato il fantastico, bizzarro, grottesco mondo del circo, con i suoi misteri e le sue crudeltà; dall’altra quello dell’alta borghesia, non meno pericoloso. In sintesi, il libro e i due film sono “Tre facce della stessa storia che presentano tutte letture degne di essere lette e viste per una storia che potrebbe benissimo svolgersi anche al giorno d’oggi. I prestigiatori, che siano o meno appassionati di mentalismo/spiritismo, vi troveranno molti spunti interessanti.”
Un prezioso suggerimento dal passato: se vi fosse sfuggito, potete rimediare cogliendo dai nostri scaffali Il peso falso di Joseph Roth. Un autentico gioiello che mischia allo stile formulare dei poemi omerici, un’autentica passione d’amore e una finissima riflessione sull’essere umano, dominato dai suoi difetti, quasi deterministicamente volto verso il male, incapace di sfuggire alla tentazione del peccato, anche quando è mosso dalle migliori intenzioni. I temi sono quelli consueti della poetica di Roth, e spesso tornano anche gli stessi personaggi, che inevitabilmente cadono nella colpa: il tutto senza pessimismo né amarezza, anzi forse con una leggera sfumatura di fatalistica ironia.
Come una diabolica matrioska le vicende biografiche dell’autore, Herbert Clyde Lewis, giornalista e scrittore americano, nato a New York da ebrei russi emigrati, si ripercuotono sul protagonista del romanzo per poi accanirsi inspiegabilmente sulle vicissitudini editoriali dell’opera che vi vogliamo consigliare, Gentiluomo in mare. Sì, perché come l’autore ebbe una vita difficile, nonostante gli incessanti sforzi profusi per affermarsi e l’indubbio talento, così il protagonista di questo delizioso romanzo breve è vittima di “una sorte bizzarra e cattiva”, per citare la splendida canzone di Lauzi-Conte, e infine la novella fu ingiustamente ignorata alla sua prima pubblicazione nel 1937 per essere poi “ripescata” (è proprio il caso di dirlo) dall’abisso dei libri dimenticati per la prima volta in Argentina nel 2010: da quel momento il successo, più che meritato anche se postumo, divenne planetario. Davvero “una perlita”, come fu definito nella recensione argentina.
#gabriel garcia marquez#arto paasilinna#carlo lucarelli#georges simenon#furio scarpelli#agenore incrocci#william lindsay gresham#joseph roth
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C.R.B.: Cuerpo Rompe Bolas aka Ball Breakers Corp. (DOS, Kronos, 1993)
You can play this Spanish Pang clone in your browser here.
Tip: when pressing Esc, you'll need to press it twice if your mouse cursor was captured by the game.
#internet archive#dos#dos games#game#games#video game#video games#videogame#videogames#computer game#computer games#obscure games#spain#spanish#shoot em up#shmup#retro games#retro gaming#retro graphics#game history#video game history#gaming history#1993#1990s#90s
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🇫🇮 Katri Helena - Tule Luo
#Katri Helena#Tule Luo#Finland esc#Finland eurovision#esc 1993#eurovision 1993#she's back!#her first entry got some reblogs recently so I was afraid something had happened#but she appears to be alive and well!#also she hasn't aged since 1979 it seems#gouache
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Eurovision Fact #536:
As a result of the semi-final allocation draw, Luxembourg will be taking part in the second half of the first semi-final.
The last time the nation participated in Eurovision in 1993, they performed in the second half of the final, although the halves were not yet formally dubbed yet.
[Sources]
"Eurovision 2024: Semi-Final Draw results," Eurovision.tv.
Millstreet 1993 Final Scoreboard, Eurovision.tv.
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Thirty years later, and that performance hasn't aged a day.
Eurovision Song Contest + Costumes
Katy Garbi’s blue & golden dress when performing Ellada, hora tou fotos for Greece in the 1993 contest.
// requested by @betweenthetimeandsound
#eurovision#eurovision song contest#esc 1993#eurovision 1993#esc greece#Katy Garbi#katerina garbi#ellada#ellada hora tou fotos#costumes#simply iconic#thank you so much!#vintage eurovision
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"Poi non è che la vita vada come tu te la immagini. Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada. Così… Io non è che volevo essere felice, questo no. Volevo… salvarmi, ecco: salvarmi. Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. È lì che salta tutto, non c'è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare."
(Alessandro Baricco, da "Oceano mare", 1993)
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Millstreet 1993 Wrap Up
1993 draws to a close with Ireland victorious again, but with Belgium topping my poll. Millstreet may have been the smallest town to ever host Eurovision, but the venue was far from quiet. The audience got more involved with several of the acts. Unsurprisingly Niamh Kavanagh got the loudest cheer of the night, not only because she was Ireland's representative, but for the quality of her singing and song. She was absolutely a well deserved winner on the night.
Overall 1993 was stronger than 1992. This is born out not only from the number of songs that have made it into my own personal top 26 from the year, but also there are eight entries in the songfestival.be/ESC Radio annual top 500 for this year - twice as many as 1992.
Unsurprisingly many of the songs had peace as a theme, ultimately though a traditional love ballad won (again). The staging was simple, but perhaps gained from that. The geometric, flat expanse of the stage left the acts exposed, but also brought the audience to them. The sound mixing was outstanding, with crisp, clear vocals not being swamped by the backing, nor being left without support.
The National Final scene was a little weaker than 1992. There are more songs to pick from in 1993, but there are more duds and less to get excited about, again reflected in the lower number of national final songs in this top 26. There's definitely a sense that the juries made more correct decisions - with the astonishing exception of Belgium. What were they thinking?
The contests organised by the new countries on the whole are great. They suffer somewhat in terms of financial restraint (and in Bosnia's case because of the war), but the array of music they had were much more diverse than the long time entrants. Bosnia's final was wonderful, while I would love to blow the trumpet for Belgium's final as well I can't as it's just not accessible thanks to the broadcaster.
There were more song selection finals this year, although the UK final had improved while the Dutch one was fun, even if it was a step down in quality after the heights of Nationaal Songfestival 1992. English language songs once again dominated - although this year Dutch was the language of choice for the better songs in my opinion.
There were some sour notes. The seven countries that finished bottom were 'relegated' for the first time, to allow other countries to take their place. No only would this mean that the pre-qualification competition would be the last, but it forced some traditional Eurovision competitors like Belgium and Denmark to skip the next year. That had ramifications in Denmark for the contestant who was scapegoated for the performance, even though there was nothing wrong with it. Luxembourg were also one of the relegated countries, and they never returned.
Italy then chose also to leave Eurovision - the country of Sanremo no longer participating. Almost unthinkable. This did reprieve Cyprus however. This was also the year that saw Barbara Dex finish last in a homemade dress - something which was to spawn another piece of fan negativity a few years later.
Despite all this, 1993 was a good year. A traditional Irish party in the heart of rural Ireland that was stuffed full of good songs.
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Storia di Musica #287 - Tool, Lateralus, 2001
Ho scelto di dedicare la serie di album di Agosto ad un pensiero che nella musica popolare (nel senso più puro del termine) spesso non è il primo sentimento che passa per la testa dell’ascoltatore. Sto parlando di album “impegnativi”, che capisco benissimo che come concetto è qualcosa di aleatorio, ma che nella mia idea di scelte questa volta vogliono rappresentare un certo stato dell’arte dal punto di vista tecnico musicale, e spero che da queste scelte ne possa scaturire un bel dibattito al riguardo. Il primo di oggi ci porta negli Stati Uniti ad inizio anni ’80. Maynard James Keenan nato a Ravenna (quella in Ohio) e che era compagno di corso all’Università di Grand Rapids con il padre di una mia pen friend americana, è un tipo dai mille interessi, fa due anni a West Point, la prestigiosa accademia militare americana. Li con il termine tool si intende un cadetto che segue senza nessuna esitazione qualsiasi tipo di ordine dai superiori, che spesso li usavano anche per episodi di nonnismo. Scelse Tool come nome della band che fondò nel 1990 per il principio che avrebbe fatto sempre e solo quello che gli piaceva. Inizia così il percorso di una delle più incredibili realtà musicali degli ultimi anni, capaci di rinnovare e sperimentare almeno tre generi: l’heavy metal, il progressive e la musica sperimentale. Insieme al chitarrista Adam Jones (che è anche un grande esperto di effetti visuali e scenici, e ha lavorato in pellicole come Jurassic Park), dal bassista Paul D'Amour (prima) e in seguito dal britannico Justin Chancellor (dal 1995) e dal batterista Danny Carey (quest’ultimo uno dei più incredibili e bravi batteristi di tutti i tempi) pubblica Undertow nel 1993, che pur rimanendo in un solco heavy metal elettrico ha già degli spunti interessanti, si prendano come riferimento le adesso iconiche Prison Sex e la lunghissima Disgustipated. Nel 1996 l’album della consacrazione. Ænima è infatti un disco tutto giocato sul concetto della catarsi junghiana (ascoltate la lunga Third Eye o andatevi a rileggervi la storia che riguarda questo disco) ma che ha ancora momenti di puro e durissimo hard rock (la seminale Stinkfist) e rock progressive del ventunesimo secolo (H., Forty Six & 2). Per problemi con la casa discografica passeranno oltre 5 anni per il lavoro successivo. Keenan tra l’altro non si perde d’animo ed inizia il suo progetto parallelo degli A Perfect Circle, dove cura più la sua anima heavy metal, ottenendo tra l’altro grande successo. Nel 2001, dopo aver per mesi parlato di un album intitolato Systema Encéphale, il 15 maggio esce Lateralus. Il titolo è un riferimento sia al muscolo vasto laterale (Vastus Lateralis che ci permette di piegare le gambe) sia al pensiero laterale, definizione dello psicologo Edward De Bono, che individua soluzioni non di logica sequenziale, risolvendo il problema non partendo dalle considerazioni che sembrano più ovvie, ma cercando punti di vista alternativi per trovare la soluzione. Le fotografie interne fanno capire ancora più a fondo il percorso musicale di questo album: un viaggio nella mente umana, nelle sue passioni, nelle più profonde fratture, in cerca di risposte, anche di tipo politico, religioso, spirituale con il chiaro intento di arrivare alla perfezione, quindi ad un incontro con la divinità. Musicalmente è come proiettare i Van Der Graaf Generator o i King Crimson, scontratisi con il grunge e la musica industriale, negli anni 2000. Ne esce fuori un capolavoro assoluto, dalle infinite sfaccettature musicali.
The Grudge parla del mito di Saturno che divora i suoi figli, ed è una scalata strumentale incredibile, spezzata da un urlo di Keenan che supera i 20 secondi, citando anche La Lettera Scarlatta, romanzo del 1850 di Nathalien Hawthorne. The Patient inizia lenta e sognante ma poi finisce in una contorsione ipnotica. Schism, uno dei capolavori del disco (e Grammy per la miglior canzone metal del 2002, sebbene sia una costrizione bella e buona definirla tale), cambia il ritmo per 47 volte, inizia con un tempo di 12/8, poi passa prima a 7/8 e poi a 5/8, e parlando di scismi religiosi, effettua musicalmente uno scisma metrico (che geni…). Ticks & Leeches è uno dei più incredibili brani di batteria, grazie anche alla maestria diabolica di Carey, un gigante dello strumento, e che è rabbiosa e allucinata nel canto di Keenan, che dedica la canzone a tutti coloro gli hanno succhiato il sangue dalle vene. Mantra è uno di quei giochi musicali per cui sono famosi: è la registrazione lavorata come si deve dei miagolii di uno dei suoi gatti siamesi (i primi ascolti ipotizzavano fosse una donna che in trance dicesse I Love You). Parabol\Parabola sono due brani che si fondono in uno, con una natura da cantata funebre tibetana, mistica e struggente ed una seconda di rock maestoso. La triade finale che è da considerarsi come una super suite in tre parti è formata dalle splendide Reflection, Triad e da Faaip de Oiad (che in lingua enochiana, la lingua degli angeli, significa Visione di Dio) che sono lunghe, ipnotiche e dimostrano la maestria assoluta di questi musicisti (i duelli ritmici basso batteria, la chitarra affilata come una lama di Jones, un fenomeno). Menzione speciale però ha Lateralus, una canzone che ha affascinato i fan sul significato ma soprattutto per la sua struttura: Keenan canta parole le cui sillabe seguono la successione di Fibonacci (1,1,3,5,8…), per una musica ed un testo che non seguono un andamento lineare, ma a spirale (la canzone finisce con i versi Spiral out, keep going…). La copertina, realizzata da Alex Grey, è composta da strati trasparenti con la figura di un busto umano, e man mano che si sfogliano le pagine si penetra al suo interno così da vedere in successione i muscoli, lo scheletro, gli organi ed infine, voltata la penultima pagina, si trova la chiave di accesso al mondo spirituale, nell'ultimo strato è nascosta nel cervello la parola "GOD". Quella che ho postato all'inizio è la prima ristampa europea del 2003, molto più bella della prima in assoluto, che per dovere di cronaca posto adesso:
La copertina Digitale è ancora più bella, e da collezione è il picture disc olografico per l’edizione celebrativa del 2005. Dopo altri 5 anni ritorneranno con 10.000 days, che è molto meno fantasioso e mistico, ma che mantiene un ottimo livello generale. Ne passeranno addirittura 13, quando nel 2019 uscirà Fear Inoculum (da cui dovete andare ad ascoltare 7empest che racchiude un po’ l’essenza della musica Tool) la cui title track da 10 minuti e 21 secondi è citata nel Guinness dei primati per la canzone più lunga mai entrata nella classifica di Billboard. Tutta questa carne al fuoco tra musiche elaborate, testi dalle mille citazioni e dai mille simbolismi, le grafiche dark e potentissime dei dischi (tra l’altro, per riallacciarci alle storie di Luglio, le prime copie di Undertow furono censurate per le foto di donne nude che c’erano a corredo dell’album), sono facili da spiegare le tentazioni dei più maliziosi alle immancabili allusioni magiche ed occulte; resta il fatto che sono uno dei più grandi e riusciti tentativi di modernizzare la musica contemporanea degli ultimi 30 anni. E come sempre possono piacere o meno, ma resta la novità stilistica dei linguaggi e soprattutto della musica. Ascoltateli. Ne vale la pena.
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