#esc 1974
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Eurovision Fact #663:
All four members of the band ABBA reunited at the end of May, 2024, to be honored by the king and queen of Sweden in Stockholm. The group earned the Royal Order of Vasa, which makes them Commanders of the First Class, for “very outstanding efforts in Swedish and international music life.”
[Source]
"All Four ABBA Members Reunite to Be Knighted at Royal Ceremony in Sweden," Variety.com.
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#Eurovision Sweden#myeurovisionsongcontest#eurovision#esc#eurovision spain#festival de eurovisión#esc 1974#Eurovision Brighton 1974#abba#waterloo#recortes de prensa#eurovision song contest
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Gigliola Cinquetti performs 'Si' for Italy during the 1974 Eurovision Song Contest, held in Brighton, England, on 6 April that year. [photos: Roy Bedell]
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Luxembourg 1974
'Bye Bye I Love You', performed by Ireen Sheer. Composition by Ralph Siegel. Lyrics by Michael Kunze.
"To be memory holed" in the parlance of reality TV is to be placed right after a hugely memorable act in such a way that the performance cannot be recalled. Ireen Sheer has a strong claim to be one of the biggest memory holes in history.
Singing for Luxembourg at the Eurovision Song Contest in 1974, she had the challenge of going out on stage after ABBA performed 'Waterloo'. To gather a fourth place after that suggests a strong song.
'Bye Bye I Love You' straddles the two dominant Eurovision styles of the seventies. On one side you have the chanson styled presentation and soaring voice. On the other side you have the lighter side of the seventies with a strong bubblegum beat keeping it light. And do I detect a threat of breaking into "My… heart… goes… Boom Bang-a Bang…"?
Sheer would be back in 1978 and 1985, but this would be her best result. She brings her best game to the Brighton stage, but there's no bite to 'Bye Bye I Love You' and this little fluffy number is blown away by a Swedish hurricane.
Points: 14. Placing: 4th
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Storia Di Musica #352 - Deep Purple, Burn, 1974
Tra i dischi che compiono 50 anni quest'anno, la scelta della domenica dell'Immacolata scalderà il cuore degli amanti dell'hard rock. Fu questo disco la seconda rinascita di una formazione che come poche altre ha segnato l'immaginario musicale, sia per la storia lunga e travagliata, ma soprattutto per la musica, dirompente e davvero una delle poche che ha, quasi da sola, designato un genere. ma andiamo con ordine.
I Deep Purple nel 1972 sono tra le band più famose del mondo, e vengono da una serie di dischi capolavoro incredibile: In Rock (1970), Fireball (1971), e nell'anno magico del '72, Machine Head e quello che è probabilmente uno dei dischi più famosi della storia del rock, Made In Japan. Erano all'epoca alla seconda formazione, quando nel 1970 il cantante Ian Gillian e il bassista Roger Glover subentrano a Rod Evans e Nick Simper e si associano a Jon Lord alle tastiere, Ian Paice alla batteria e alla chitarra di Ritchie Blackmore. Eppure nel momento di massima popolarità, Gillian, attratto dalle sirene di una carriera solista, si chiama fuori, e così fa Glover. Non se ne vanno subito, perchè per motivi contrattuali devono pubblicare un nuovo disco, tra l'altro il primo per la propria casa discografica Purple (che sarà distribuito poi dalla Harvest). È uno stillicidio: si acuiscono i dissidi interni, soprattutto tra Gillian e Blackmore, e il disco che ne viene fuori, Who Do You Think We Are?, esce nel 1973 tra polemiche infinite, e mostra un gruppo stanco e dilaniato che firma solo un brano all'altezza della fama, Woman From Tokyo.
C'è però un lato positivo: quelli che restano hanno tutto il tempo di decidere i sostituti. La scelta è all'inizio su un giovane e pirotecnico bassista, che fa faville con i Trapeze, si chiama Glenn Hughes. Ed è quasi deciso che il posto di Gillian verrà preso da Paul Rodgers in uscita dei Free. Tuttavia Rodgers glissa, fondando i Bad Company, e la band fa un unico provino, dopo un annunio sul Melody Maker, ad un ragazzo di 21 anni, sconosciuto, David Coverdale. Come dirà Paice nelle interviste future, il repertorio che il ragazzo presentò era scarsissimo, ma aveva un che in quella voce dai tratti molto soul e calda, quindi completamente diversa dalla potenza acuta di quella di Gillian, che era l'obiettivo che la band voleva.
Nascono, o meglio, rinascono così i Deep Purple, Mark III (che fa presagire, come nomenclatura, le ulteriori future formazioni), che nel 1974 pubblicano un 33 giri che riporta dove merita la band. Burn esce il 15 Febbraio 1974 e ha nel pezzo di attacco il segnale che la classe è tornata: Burn è uno dei loro brani classici, uno dei riff degni della leggenda dei Deep Purple, che diventerà il brano di apertura di tutti i concerti dei successivi due anni. Vibrante, con la chitarra di Blackmore a giganteggiare, è uno dei brani degli anni '70. Ma è l'intero disco che ammalia: Hughes è fine musicista e compositore, e solo per problemi contrattuali non è citato nei crediti delle canzoni della prima edizione (problema che verrà "risolto" nella edizioni successive, dove nei crediti delle canzoni comprare il suo nome), il suono seppur rimane potente acquista delle inflessioni soul, più blues, e canzoni come Might Just Take Your Life, Lay Down, Stay Down e You Fool No One sono magistrali esempi di quell'hard rock che furono loro, e pochi altri, a costruire a fine anni '60. Il disco è pieno di cavalcate strumentali, non solo di Blackmore alla chitarra (come dimenticare l'assolo alle tastiere di Lord in Burn!), di intrecci vocali e melodici e va ricordato, tra gli altri, quello strepitoso hard blues che è Mistreated, canzone che Blackmore aveva nel cassetto da anni, ma che solo con la voce di Coverdale, che all'esordio fa una figura da veterano, riesce a sviluppare appieno.
La copertina, iconica, ritrae il volto dei musicisti come candele accese, sul retro le stesse candele sono quasi del tutto consumate e sullo sfondo ci sono i veri volti dei musicisti: è opera di Fin Costello. Il disco arriverà in cima alle classifiche di 13 paesi, e il successivo tour avrà grande successo.
La Mark III durerà un altro disco, Stormbringer, dove sono ancora più accentuati il lato funk e soul della nuova formazione, e che regala alcuni brani fortunati (Lady Double Dealer o la stupenda Soldier Of Fortune, che esalta il timbro di Coverdale). Poi nel 1975 Blackmore se ne va a fondare i Rainbow, e la band arriva alla Mark IV con Tommy Bolin, proveniente dagli Zephyr e Bill Bruford: Come Taste The Band è un disco particolare, dove si esalta anche Hughes che duetta spesso con Coverdale e c'è un accenno marcato al funk rock.
La band si scioglie nel 1977, non senza polemica, ma l'affetto dei fan continuerà a lungo, tanto che la leggendaria Mark II, con di nuovo Blackmore e Gillian, si riunì nel 1984 con un album tanto dimenticato quanto bello: Perfect Strangers. E non finirà qui, tra litigi, reunion e un nome significativo e potente come pochi della Storia del rock. Proprio come la loro musica.
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8. und 9. April 2024
Das Fernsehen von vor 50 Jahren
Wir wohnen in Schottland in einer hölzernen Kate von etwa acht Quadratmetern, die einen Fernseher enthält. "Früher wäre das nicht gegangen, ein Röhrenfernseher hätte da gar nicht reingepasst", sage ich. Aleks sagt: "Da können wir heute Abend schön fernsehen!" Denn in seiner Wohnung geht das nicht. Ich lache über die absurde Idee, aber dann verbringen wir wirklich den Abend damit, eine Aufzeichnung des Eurovision Song Contest von 1974 anzuschauen.
Es ist alles sehr faszinierend. Jeder Song wird von einem Orchester live begleitet. Das Orchester ist immer dasselbe, aber für jeden Song kommt ein Dirigent aus dem jeweiligen Land dazu. Bei der Punktevergabe wird das Ergebnis an einer Wand dargestellt, an der es zu jedem Land Umblätterzahlen gibt. Wenn die Umblätterperson (nicht im Bild) sich vertut, muss sie alle Zahlen von 0-9 einmal durchblättern, um wieder zur richtigen zu gelangen. Das führt manchmal zu verwirrenden Anblicken.
Hier hat Irland wegen eines Umblätterfehlers gerade 90 Punkte und liegt damit weit vor ABBA. Aber nur sehr kurz. (Screenshot aus einem YouTube-Video, das nicht lange genug existieren wird für eine Verlinkung, aber wahrscheinlich wird sich auch nach dem Verschwinden dieses Videos ohne viel Mühe eine Aufzeichnung des ESC 1974 finden lassen.)
Die Kameraführung ist ungelenk und ruckelig, aber ich kann nicht einschätzen, ob das an individuellem Ungeschick liegt oder ob Kamerastative in den 1970er Jahren äußerst schwergängig waren.
Am zweiten Abend sehen wir eine Folge der 70er-Jahre-Serie "The Six Million Dollar Man", die wir bis dahin beide nur dem Namen nach kannten. Lee Majors ist nach einem Unfall ein Cyborg mit verschiedenen Implantaten. Er kann sehr schnell rennen, was dadurch dargestellt wird, dass er in Zeitlupe rennt. Ich spekuliere zuerst, dass es damals vielleicht noch keine Zeitrafferaufnahmen gab, aber dann kommt eine kurze Zeitraffersequenz, es muss also gegangen sein. Der Grund für die Zeitlupendarstellung bleibt unklar.
In Lee Majors' Auge ist eine Kamera mit Zoom eingebaut, was man daran erkennt, dass ein rechteckiges Scharfstell-Kästchen im Bild erscheint wie bei ... ich weiß eigentlich auch nicht, worauf sich diese Darstellung bezieht. Fotokameras von damals? Filmkameras? Wenn Majors das Kameraauge auf seine Umgebung richtet, kann er auch gleich identifizieren, welches Fahrzeug diese charakteristischen Spuren hinterlassen hat. Das passiert aber nicht, indem diese Informationen in die Auge-Ansicht eingeblendet werden wie in der Bar-Szene am Anfang von "Terminator 2", sondern er muss diese Informationen für uns Zuschauende laut aussprechen: "Aha! Spuren von einem Soundso-Fahrzeug!" Das liegt wahrscheinlich daran, dass Monitore noch gar nicht so richtig existieren. Man müsste also auf Endlospapier ausgedruckt zeigen, was Majors da erkennt, und ein Drucker im Kopf, das war selbst den Entwicklern dieser Serie zu blöd.
Dann betritt jemand eine militärische Einrichtung, um sich alle Daten zu fehlenden Fahrzeugen oder Boden-Luft-Raketen geben zu lassen: "We'll use a computer!", kündigt er wichtig an. Diesen Computer sieht man dann gar nicht bei der Arbeit, jedenfalls nicht auf eine für uns erkennbare Weise. An einem Schrank blinken Lichter, dann teilt ein Mensch das Ergebnis mit.
Unter Lee Majors Implantaten ist auch keins, das der Kommunikation dient. Wenn er sich mit seinen Kollegen abspricht, muss er ein Funkgerät verwenden. Wo er dieses Funkgerät aufbewahrt, wenn es gerade nicht gebraucht wird, sieht man nicht. Vielleicht enthält der bionische Körper irgendwo ein Schrankfach.
Direkt nach dem Ende dieser (kurzen, aber durch sehr viele Werbeunterbrechnungen verlängerten Folge) kommt genau dieselbe Folge noch mal. Vielleicht läuft sie den ganzen Tag. Das wäre dann so ähnlich wie Streaming.
Am dritten Abend sehen wir eine weitere Folge von "The Six Million Dollar Man", aber diesmal kommt weniger Technik vor. Außerdem hat sich der Reiz des 70er-Jahre-Fernsehens abgenutzt. Wir gucken noch einem britischen Hundetrainer beim Erziehen von Hunden zu, aber das ist schon fast genau wie YouTube, nur langweiliger. Danach verlassen wir die hölzerne Fernsehkate wieder.
(Kathrin Passig)
#Großbritannien#Fernsehen#Fernseher#Serie#The Six Million Dollar Man#ESC#Eurovision Song Contest#Zeitlupe#Zeitraffer#Musik#Funkgerät#Monitor#Computer#Kamera#Technikdarstellungstechnik#Kathrin Passig
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The Rescuers Down Under
all joking aside tho, from 14:30 to 16:50 in my arrogant opinion is one of the most epic sequences in animation history, visually and audio-ly
i will die on that hill
this film had early cgi and it aged like a fine wine, not unlike invader zim or futurama's cgi
this film didn't deserve to be forgotten the way it has, everyone involved put their heart and soul into it and it shows
every time I watch this part I get the same thrill I did when I was a baby, because both the score and the visuals give this story such a grand epic feeling, like back to the future's soundtrack did, so much more then the scooby doo-esc 1974 version (which is a great movie by itself but you can clearly tell what decade it came from)
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How conveniently that ABBA's ESC win was 1974. So next year it will be 50 years ago. The ESC had to go to Sweden to celebrate "ABBA" (well not really. They just wanna celebrate themselves like England did this year)
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IF YOU LIKE ANY OF THESE EUROVISION SONGS, PLEASE BE MY FRIEND (sorry if this is long, i have way too many faves plus it has some oldies but goodies):
-Évidemment (🇫🇷 2023)
-Den Vilda (🇸🇪 1996)
-Sentimentai (🇱🇹 2022)
-Hold Me Closer (🇸🇪 2022)
-My Sister's Crown (🇨🇿 2023)
-När jag blundar (🇫🇮 2012)
-Dinle (🇹🇷 1997)
-Hombres (🇪🇸 1993)
-In Corpore Sano (🇷🇸 2022)
-Oro (🇷🇸 2008)
-Lapponia (🇫🇮 1977)
-Fantasiaa (🇫🇮 1983)
-Hunter of Stars (🇨🇭 2014)
-La Mia Città (🇮🇹 2014)
-Moja štikla (🇭🇷 2006)
-Oniro Mou (🇬🇷 2018)
-One More Day (🇬🇪 2011)
-Crisalide (🇸🇲 2013)
-Hemel an aarde (🇳🇱 1998)
-Vrede (🇳🇱 1993)
-De Troubadour (🇳🇱 1969)
-O meu coração não tem cor (🇵🇹 1996)
-Ai coração (🇵🇹 2023)
-Cvet z juga (🇸🇮 2007)
-Vrag naj vzame (🇸🇮 2008)
-Forogj vilag (🇭🇺 2005)
-Story of My Life (Belarus 2017)
-La vie à vingt-cinq ans (🇨🇵 1974, idc if it withdrew last minute, it's still a masterpiece <3)
-Both of Loreen entries 🇸🇪
-Both of Go_A's entries 🇺🇦
-Any Greek entry from the 90s (especially 🇬🇷 1992, 1993, 1995, and 1996)
-Any French entry honestly (with some exceptions, but they're always ironically high in my rankings.)
-Any of the older Swedish entries mostly (bonus points if you like the older Melodifestivalen classics, ESPECIALLY if you like any Nanne Grönvall entry. <3)
Aaand that's it mostly, but I like wayyy to many ESC entries to compile them all into one post so yeah :')
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Which Sweden wins were deserved and which ones weren’t, according to me:
1974 - Waterloo by ABBA. Deserved.
This is the reason ABBA’s career set off! And they’re amazing!
1984 - Diggiloo Diggiley by Herreys. Deserved.
I CAN’T TELL YOU HOW MUCH I LOVE DIGGILOO DIGGILEY. I used to listen to this on a CD so much as a kid that the CD broke. It’s silly, it’s catchy, it’s cheesy, it’s amazing. To think, back in this day you could win by singing about something so simple as golden shoes.
1991 - Fångad av en stormvind by Carola. Deserved.
It is catchy asf and easy to dance to. I get it.
1999 - Tusen och en natt by Charlotte Nilsson (Perelli now, but Nilsson in 1999). Undeserved.
This is probably the most ”unknown” of the Sweden wins and sorry to all the Charlotte fans but i’m just not feeling it. Both my parents have said they were very surprised this even won because they weren’t that into it either. It’s not a bad song, but idk if I would call it a winning song either. But oh well, there were other tastes and standards in 1999…
But another reason is that Iceland came in second this year and if we hadn’t won, they would have gotten their first win.
2012 - Euphoria by Loreen. Deserved.
Euphoria was amazing. It’s still a song that plays and holds up.
2015 - Heroes by Måns Zelmerlöw. Both deserved and undeserved.
I was not expecting him to win in 2015 and when he did, I was very happy about it. His song was good and I think what really stood out was the effects with his little animated dude. The only problem is that his win lead us to
1. Have like 7 years of men representing us in esc, all with pretty similar songs and I can barely remember how half of them except for in the chorus. The only exception was 2020 with a trio of women, but then we didn’t have any competition. Finally in 2022 we had a woman compete again and it really felt like a bit of fresh air.
2. Insert Måns every year in esc somehow. Stop inserting him. Stop milking the man.
2023 - Tattoo by Loreen. Undeserved…?
The question mark because I don’t know how to feel. I should feel happy that we’ve won, but I did not at all feel that. Especially when it was so clear that the audience wanted someone else. It didn’t feel right, it didn’t feel fair. And I think swedish media definitely makes it worse when they openly mock the others, especially Finland, over this win. They’re making us look like prudes and kind of insensitive with the things they say. It’s like not even swedish media can celebrate this because they wanna focus on the negative backlash. Like with this behavior, I think we deserve as little points as possible for at least 5-10 years so we can fucking calm down, because I’ve noticed kind of already after Måns’ win we’ve developed this hubris, and I had hoped we’d start to calm down, but now with this win I am sad to say it’s probably not gonna disappear for a longer while.
But at the same time. The song isn’t bad… and Loreen is a queen. And I gotta say, I didn’t think she’d win. First of all, she competed in our national competition in 2017 and didn’t even get to the finale, so I was unsure at first what would even be different this time. Then she won, and I thought, well, people have sent precious esc winners before. It’s never gone that well except for one time in the 80s, but that is an exception. But I guess Loreen just has that po-po-po-pooooooweer /j So seeing her win actually was a bit of a surprise. I knew she’d be popular with juries, but I really thought ”oh but the televoters will probably only give her 100 points at max”. Haha…
It’s cool that she’s the first woman to have won twice, but tbh, eventually it’s just gonna be a textbook trivia. I mean, how relevant is Johnny Logan now? Now we need other records to beat - maybe first band to win twice (Måneskin, Lordi? Maybe?), maybe first country to win with only jury/televotes because the other gave them 0? This year was also a learning year how to do it next time, or possibly a protest to change the system. Honestly, the voting system has changed so much in years, and now we at least have the power in the semi’s. Maybe it will change, maybe it will not. We’ll see.
Also as a final note: There’s a lot of songs you barely remember who have won. From 2016-2019, the only song I remember is Toy by Netta. Also, there’s gonna be so much other underserved wins in the future. Both in our national competitions to choose a representant from our country, and in esc. What happened this year has def happened before.
I’m a bit curious what next year will bring. But I do think this win was more undeserved than deserved, even if I could see why it would win too.
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Eurovision Fact #534:
2023 marks the 50th anniversary of ABBA's song "Ring Ring," which was used as their first attempt to enter the Euro Song Contest. They ended up placing third in Melodifestivalen 1973. The following year, they were able to win with their song "Waterloo," winning Eurovision, too.
ABBA is thus uniquely allowed to celebrate two 50-year anniversaries in a row.
[Source]
'Ring Ringing in the year: ABBA's other 50th Eurovision anniversary,' Eurovision.tv.
#esc facts oc#eurovision#eurovision facts oc#eurovision song contest#esc#esc winners#abba#Melodifestivalen#esc 1974
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Billete de ingreso al Dome Brighton para asistir a Eurovision Brighton 1974.
#Eurovision Brighton 1974#myeurovisionsongcontest#eurovision#esc#eurovision spain#festival de eurovisión#esc 1974#eurovision song contest
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Sweden has won the Eurovision song contest six times, most notably with ABBA and Waterloo in 1974. In 1999, Charlotte Nilsson (now Perelli) won the Swedish national competition for the Eurovision entry, Melodifestivalen, with her song Tusen och en natt (One thousand and one nights).
Prior to 1999, every country had to perform their song in their respective national language, but from this year on, contestants have been allowed to sing in the language of their choosing. Nilsson performed an English version of the song, Take me to your heaven, in the Eurovision song contest, and finished 1:st, making this Sweden’s fourth Eurovision win.
The song is a typical schlager, a type of European pop music most notably common in the ESC. It’s an upbeat love song in which the singer asks her lover to love her for one thousand and one nights, and in return promises to love them for one thousand and one nights.
Here is a clip of Nilsson performing the song live during the Eurovision tryouts in Melodifestivalen:
youtube
#swedish#sweden#langblr#music#swedish music#eurovision#eurovision song contest#ESC#melodifestivalen#mello#charlotte nilsson#charlotte perelli#tusen och en natt#Spotify#Youtube#90's
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Carita represents Finland at Eurovision (1974) with the song "Keep Me Warm"
[Photos: Roy Bedell]
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Sottsass Glass Works
editor Marino Barovier, Bruno Bischofberger, Milco Carboni
Vitrum, Dublin 1998, 155 pages, 29x29cm, ISBN 1 902 535065
euro 58,00
email if you want to buy [email protected]
Catalogo pubblicato in occasione dell salone "Vitrum" presso Fieramilano, Rho (MI), 1998
Contents: Glass; by Ettore Sottsass - Glass for the 8th Triennale of Milan, 1947 - Glass for Vistosi, 1974 - Glass for Memphis (first series), 1982-83 - Glass for Memphis (second series), 1986 - "15 Lamps for Yamagiwa" Series, 1990 - "Rovine" Series, 1992 - Glass for Bischofberger Gallery, 1994 - "Big and Small Works" Series, 1995 - "27 legni per un fiore artificiale cinese" Series, 1995 Glass for Venini - "Esercizi e Capricci" Series, 1998 - Biographical notes - Museums and Galleries - List of Glass Works - List of Drawings for Glass - Bibliography.
Ettore Sottsass si laurea in architettura al Politecnico di Torino nel 1939, quindi inizia la sua attività a Milano nel 1947 dove apre uno studio di design, collaborando con Giuseppe Pagano. Nel 1949 sposa Fernanda Pivano. Fa in un primo tempo parte del Movimento Arte Concreta per aderire poi allo Spazialismo. Dal 1958 inizia la sua collaborazione, che durerà per oltre trent'anni, con la Olivetti in qualità di computer design. L'anno successivo vince il Compasso d'oro, primo di una serie di importanti riconoscimenti internazionali. Nel 1980 apre lo studio "Sottsass e associati" e nel 1981 fonda il gruppo Memphis insieme ad architetti di prestigio di tutto il mondo. Vari sono i campi artistici in cui si sperimenta, in particolare nelle arti visive. Nel 1988 esce Terrazzo, rivista da lui ideata e realizzata, e che uscirà fino al 1996. Grandi mostre internazionali e grande fama: Sottsass è stato uno dei più grandi nomi del design e uno dei maggiori architetti del secolo scorso. Morì il 31 dicembre 2007
30/06/24
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Storia Di Musica #336 - Neil Young, On the Beach, 1974
I dischi di Agosto avranno come caratteristica che li accumuna la presenza di una spiaggia. Un po' perché è argomento decisivo del periodo agostano, e un po' per l'autoironia che io la spiaggia ad Agosto la vedrò solo di passaggio perché, fortunatamente, è un periodo di grande impegno professionale. La piccola antologia inizia con un disco capolavoro, che è perfetto anche per il titolo ad entrare a far parte di questo piccolo gruppo. Neil Young nel 1974 è ormai un artista pienamente affermato: arrivato dal Canada in California quasi dieci anni prima, nel 1966, attraversa da protagonista la grande stagione del rock californiano, quello legato alla tradizione del folk, che si riafferma dopo la spettacolare, e breve, stagione psichedelica a cavallo tra i due decenni,'60 e '70. Young è protagonista con i Buffalo Springfield, con il più famoso supergruppo degli anni '70, Crosby, Stills, Nash & Young e con la sua parallela attività da solista, che ha inizio nel 1969 quando pubblica il suo prima album a suo nome, Neil Young. È stato anche il fondatore di due gruppi, i Crazy Horse, dall'animo più rock ed elettrico, e gli Stray Gators, più country folk. alternando i due gruppi. Dopo l'uscita dal quartello con David Crosby, Stephen Stills e Graham Nash, con cui rimane in bellissimi rapporti, nel 1972 pubblica il disco più famoso della stagione folk rock: Harvest (1972) che con le sue canzoni famose ancora oggi ( tra le altre, perle come Heart Of Gold, Old Man, Alabama) diviene un successo mondiale che gli apre definitivamente le porte della fama. Che tra l'altro è un concetto abbastanza distante dallo "Young-pensiero", che ha sempre ritagliato per sé la massima libertà espressiva e creativa. A questo fastidio, si aggiunte un periodo di grandi dolori: le morti per droga di Danny Whitten, il chitarrista dei Crazy Horse, quella del suo roadie più fidato, Bruce Berry, per lo stesso motivo, è un dramma più privato. La sua relazione privata con l'attrice Carrie Snodgress sta giungendo al termine, al figlioletto della coppia, Zeke, viene diagnosticata una forma di paralisi cerebrale. È con questo animo tormento e addolorato che Young scrive in due anni tre dischi che formano la non ufficiale "ditch trilogy", la trilogia del dolore: Time Fades Away (1973), che è il primo allontanamento dalle gioiose armonie folk per un rock più duro, sfilacciato, nervoso e impregnato di cupezza. Il successo è decisamente minore dei precedenti, ma Young non cambia linea e sforna un album ancora più cupo, Tonight's The Night, che in un primo momento la sua casa discografica gli rifiuta: registrato in presa diretta, senza post produzione, è il suono grezzo e cupo di un uomo che sta cercando di trasformare il suo dolore in musica. Verrà pubblicato nel 1975, in mezzo Young registra il disco di oggi, che esce il 16 luglio 1974.
Registrato in moltissimi studi di registrazione, con una caterva di musicisti ad aiutarlo (e ne parleremo tra poco), On The Beach insiste sul dolore e la disperazione ma lascia trasparire una tregua, una speranza. È un disco blues, il canto della tristezza e del dolore per eccellenza, ma che Young puntella di sprazzi di luce, rendendo più distesa e godibile la musica. Eppure è un disco potentissimo, soprattutto per i temi delle canzoni. Walk On ritrova spirito e brio, e See The Sky About To Rain, che risale addirittura come embrione ai tempi di Harvest, solo voce e pionoforte Wurlitzer, quasi sembrano una riappacificazione, ma il resto è ancora rabbioso e dolente. Revolution Blues è la prova: un atto esplicito di accusa contro la società del tempo, con Young che sembra volersi identificare nello psicopatico Charles Manson, con versi rabbiosi quali: «ho sentito che Laurel Canyon è piena di famose star / Ma io le odio peggio dei lebbrosi / e le ucciderò nelle loro auto». I due si conobbero quando Young viveva in una piccola villetta a Topanga Canyon, il Laurel canyon, che una volta era il territorio delle tribù native americane, negli anni '60 era uno dei luoghi della Controcultura losangelina, dove vivevano moltissimi musicsti. Eppure, pur se controversa, la metafora non vuole celebrare la figura di Manson, ma, esorcizzarla attraverso un'identificazione nel senso di colpa collettivo di una società malata. Young diventa nostalgico dell'America rurale in For The Turnstiles, dove compaiono il banjo e il dobro, Vampire Blues è un blues ecologista, tema che sarà sempre al centro delle tematiche di Young, e che ha una curiosità niente male: Tim Drummond "suona" la carta di credito sfregandosela sulla barba di una settimana creando un curioso effetto fruscio. On The Beach, la meravigliosa e dolente ballata da 7 minuti, è una dichiarazione di difficoltà nell'essere una rockstar, esplicitata nel famoso verso «I need a crowd of people, but I can't face them day to day». Motion Pictures (For Carrie) è probabilmente un'amara riflessione sulla sua storia d'amore che sta andando a rotoli e il disco si conclude con i 9, angoscianti e febbrili, minuti di Ambulance Blues, che è una summa del pensiero di Young sulla politica (con i riferimenti alle bugie del presidente Nixon), sulla musica e il suo mondo, persino sui suoi amici Crosby, Stills e Nash, in un periodo dove c'erano insistenti voci di un ritorno a 4. Suonano con lui David Crosby (che suona in Revolution Blues, e si dice impallidì letteralmente nell'ascoltare la famosa e incendiaria strofa, tanto che cercò di persuadere Young a cambiare testo ed iniziò a girare armato per paura che qualche squilibrato facesse come cantato da Young), Graham Nash, e due grandi musicsti della The Band, Rick Danko e Levon Helm, più i Crazy Horse.
Young prese il titolo dell'album da un film, On The Beach di Stanley Kramer del 1959, basato sull'omonimo romanzo di Nevil Shute. Sia il romanzo che il film erano di tipo apocalittico. E in questo senso è da intendere la copertina, leggendaria, che vede Young vestito di giallo di spalle, un ombrellone, le sdraio, la coda di una Cadillac insabbiata e sotto l'ombrellone una copia di un giornale che si riferisce allo scandalo Watergate di Nixon. La scritta del titolo, in pieno eco psichedelico, è di Rick Griffin, il disegnatore ufficiale dei Grateful Dead.
Il disco, pur vendendo meglio del precedente, non ebbe un grande successo, anche perchè la critica lo definì subito un disco "depresso", a cui si aggiungeva la natura quasi anti-commerciale di musica e testi. Tra l'altro, per decenni, il disco fu messo fuori catalogo, e per certi versi fu introvabile, tanto che i vinili degli anni '70 originali valgono oggi una settantina di euro. Questo fece salire l'interesse per il disco fino alle ristampe degli anni '90, ampiamente rivalutato con gli altri due lavori della trilogia del dolore come uno dei momenti più interessanti della ultra decennale carriera di Young. Un disco dolente ma potentissimo. Che non penso sia il migliore da ascoltare in spiaggia.
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