#esame di coscienza
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cristianesimocattolico · 2 years ago
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Video. San Francesco di Sales spiega come fare bene l'esame di coscienza
L’esame di coscienza è una pratica essenziale nella giornata del cristiano e dev’essere fatto bene. E chi meglio di San Francesco di Sales può insegnarci a farlo non bene ma benissimo?
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idettaglihere · 2 months ago
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comunque se lasciate il vostro cane solo quasi tutto il giorno, non lo portate fuori perché "tanto ho il giardino", oppure lasciate che faccia i bisogni sulla traversina anche in età adulta e non fate attenzione ai suoi comportamenti, è maltrattamento; qualcuno doveva pur dirlo su questi schermi :))
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mrs3vil · 21 days ago
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"normalize this" "normalize that" some of yall need to feel ashamed, it's for your own good
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ragazzadalsorrisonero · 2 months ago
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ho letto poco tempo fa un post qui su tumblr in cui una “donna”, se così vogliamo definirla, citava il fatto che mostrare il seno o il culo, rende troia l'essere femminile.
ma pensa un po', perché non ci ho pensato prima, che peccato.
è questa la solidarietà femminile nel 2024 quindi.
“donna”, lo stesso ragionamento vale per gli “uomini”?
se così fosse, riguardo loro che mostrano il petto o addominali, oppure una classica foto in boxer, automaticamente dovrei definire un uomo puttano, no?
e di conseguenza, questa sarebbe la solidarietà maschile.
cazzo, magari esserci arrivata prima.
eppure ero rimasta che, definire una donna troia o un uomo puttano, siano persone che di loro spontanea volontà offrono il proprio corpo a chiunque consapevoli del fatto che siano tali persone, e su questo voglio ribadire che tali termini sono molto differenti ai termini prostituta e gigol��.
ora, stando di base al ragionamento di questa “donna”, dovremmo essere tutte delle troie e tutti dei puttani no?
pensate a tutte quelle sculture esposte nei musei in cui ritraggono donne e uomini nudi.
che troie e puttani che erano già all'epoca, non è così “donna”?
detto ciò, dato che siamo nel 2024 e normalizziamo fatti che non stanno né in cielo né in terra, direi che un esame di coscienza e cultura su ogni fronte non faccia male a nessuno.
però aspettate, nel caso aveste voglia di mostrare il vostro corpo, non fatelo eh, non sia mai che passi per una persona quale non sei.
che ridere.
cara “donna” sono certa che pure tu abbia mostrato il tuo corpo, quindi perché fare la finta santa se siamo tutti dei gran peccatori in questo mondo.
ah no giusto, la solidarietà.
che ridere.
e la cosa che fa altrettanto ridere, è il fatto che ancora nel 2024 le parole che si attribuiscono alle persone venga dato come se niente fosse.
tutto con così tanta leggerezza, non tenendo conto della pesantezza del significato dietro ogni termine.
cara “donna” un conto è mostrare volgarità, un conto è mostrare di essere compiaciuti da sé stessi.
se tu, “donna”, appena clicchi su questa applicazione, sulla home appare un blog in cui una persona posta/reblogga una donna o un uomo, che sia in intimo o nudo, tu sai per certo che questa persona si stia compiacendo? sai per certo che lo faccia per secondi fini? sai per certo che lo faccia per soldi?
no, non lo sai.
però rebloggare ragazzi o uomini in intimo o nudi va benissimo, vero “donna”?
che ridere.
come ho già detto, giudicare è facile.
quindi, anziché sparare merda a destra e manca, un po' di serenità.
non ti piace quel genere di post? non seguire il blog, non accetti contenuti per adulti, o anzi, addirittura una cosa molto sensata, elimina questa applicazione se proprio proprio devi provare “ribrezzo”.
ah no scusate, dovreste ricordare la solidarietà femminile e solidarietà maschile.
che ridere.
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siamodiamantirari · 4 months ago
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Sono stata fin troppo calma negli anni a nascondere tutto questo schifo, senza mai pubblicare o dire nulla a riguardo. Pensavo che prima o poi finisse, e invece mi sbagliavo. Siete dei viscidi.
Visto che mi sono rotta il cazzo di leggere queste schifezze, da oggi in poi non nasconderò più nulla e non starò più zitta. E prima che mi facciate la morale, vi consiglio di farvi un esame di coscienza, perché qui su Tumblr nessuno è "santo".
Concludo dicendo che importunare le ragazze così, non arriverete mai da nessuna parte, se non una bella denuncia.
Buona Giornata.
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clarissasworld · 1 month ago
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Se un cane,
dopo averti guardato in faccia,
non ti corre incontro,
dovresti andare a casa
e farti un esame di coscienza.
-Woodrow Wilson
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miciagalattica · 1 month ago
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Piccolo esame di coscienza:
Ne è valsa sempre la pena metterci il cuore?
Ah quanti rimorsi...
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stranomavero-o · 3 months ago
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Pazzesco come per certi uomini una donna che sbaglia una manovra alla guida o ha mezzo incidente = ahah tutte le donne non sanno guidare, però poi all’ennesimo uomo che ammazza la famiglia se provi a dire che il problema è strutturale parte il “not all men”.
Io vivo con l’ansia da prestazione per tutte le altre donne perché so che ogni cazzata fatta da una donna la rinfacciano a tutte noi collettivamente, ma sia mai che uno di questi rinfacciatori di professione si faccia un esame di coscienza per le cose che fanno i suoi compari, anche solo il commento sessista o offensivo.
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romyy999 · 8 months ago
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Sono anni che sopporto,
butto giù il boccone amaro per quieto vivere,
se poi un giorno perdo la pazienza e vi butto addosso tutta la merda con la quale ho dovuto convivere a causa vostra,
non chiamatemi stronza,
ma fatevi un esame di coscienza.
- romyy999
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smokingago · 5 months ago
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“L’ETERNO RITORNO ALL’UGUALE”
Freud chiamava l’eterno ritorno all’uguale, la coazione a ripetere:
“ci sono individui che nella loro vita ripetono sempre, senza correggersi, le medesime reazioni a loro danno, o che sembrano addirittura perseguitati da un destino inesorabile, mentre un più attento esame rivela che essi stessi si creano inconsapevolmente con le loro mani questo destino. “
La coazione a ripetere è uno dei sintomi più comuni che appartengono alla nevrosi.
Come si esce dalla coazione a ripetere?
Ricordarsi, il ricordo di sé, come lo chiamava Gurdjieff è l’azione che ciascuno può compiere per uscire dal loop, per ritornare padroni di sé.
“Il ricordo di sé” è sceglier dove mettere l’attenzione e così essere responsabili di ciò che si pensa, si sente, si agisce.
Il processo di ricordarsi di sé è
“il raggiungimento di uno stato di equilibrio dei tre centri (centro mentale, emotivo, fisico) il cui manifestarsi nella vita quotidiana risveglia l’uomo ad uno stato di coscienza che gli permette finalmente di percepire sé stesso nella Vera Realtà.”
G. I. Gurdjieff
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idettaglihere · 3 months ago
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non vi accorgete proprio di quanto siete noiosi
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millelenzuola · 1 month ago
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Oggi è il 25 novembre, giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Tu che reposti frasi carine e poetiche e poi fai il maschilista nei restanti 364 giorni e magari manco te ne accorgi, fatti un bellissimo esame di coscienza e, anzi che rebloggare citazioni alla cazzo di cane, impegnati per dare un futuro decente alle donne. Un futuro senza violenza e senza aver paura di non tornare a casa la sera.
#me
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ragazzadalsorrisonero · 26 days ago
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[…]
troppe persone frustrate su questo social, pronti a puntare il dito per qualsiasi cosa.
le mie domande sorgono spontanee:
“vi credete dio sceso in terra?”
“ci guadagnate qualcosa dopo aver giudicato qualcun altro?”
“farvi i cazzi vostri è così difficile?”
“l’educazione a casa vostra non ve la insegnano?”
così ridicoli e senza palle, fatevelo dire.
tutti qui, ci siamo iscritti su questo social per un unico motivo, cioè quello di essere se stessi e di scappare per un momento dalla realtà.
e l’unica cosa che sapete fare qual è? quella di rendere tossica anche questa applicazione.
un esame di coscienza e un bel pacco di cazzi vostri sarebbe utile.
ma alla fine si sa, il lupo perde il pelo ma non il vizio.
quindi non mi stupirei se dopo questo post, la persona di turno dopo aver letto ciò, si sentirà presa in causa e come al solito, dietro anche l’anonimato, perché giustamente metterci la faccia troppo difficile, esprimerà giudizi.
a solo scopo di cosa poi, sentirsi grandi? sentirsi intelligenti? umiliare una persona che nemmeno si conosce?
le generazioni future saranno il peggio e lo schifo di qualsiasi generazione passata, ed è davvero triste ciò, eppure continuate con questo comportamento.
che dire, un applauso a queste persone.
[…]
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occhietti · 1 year ago
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No, non ho più voglia.
Non ne ho più, ho solo voglia di vivere e mantenere alta quella serenità che a fatica mi sono riconquistata. Io non sono il problema di nessuno e nessuno deve essere più un mio problema. Ognuno i problemi li vive nella sua testa, quindi che ognuno si risolva i suoi.
Non ho più tempo né voglia
di pagare cose che non mi competono e mettere ancora a rischio la mia serenità. Ho fatto del "Ci sono" una frase molto restrittiva. Ho fatto del "Ti voglio bene" qualcosa di raro e ho scelto che il mio "Conta su di me" è qualcosa che va meritato e guadagnato.
No, non ho più voglia.
Non ho più voglia di ascoltare assurdità, di vedere persone che si arrendono per poca cosa, di notare quanto sia più facile ferire che aiutare, giudicare che capire, sbirciare invece che guardare a fondo e soprattutto credere di essere nel giusto senza mai domandarsi se magari è il caso di farsi un esame di coscienza.
No, basta.
Lasciatemi vivere come voglio, mai mi imporrò presenze che non gradisco, mai mi piaceranno tutti, mai ho preteso di piacere. Andate. E fate in modo che il mio tempo e il mio bene abbiano un senso e un valore per quei pochi che ho scelto. Non preoccupatevi di chi ho attorno. Io distinguo molto bene, anche nella folla... le banali conoscenze da ciò che sono i veri legami!
- Silvia Nelli
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unmatto · 8 days ago
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la dottoressa mi ha detto che è importante ragionare anche sulle motivazioni che mi spingono a portare in terapia un argomento anziché un altro, allora le ho detto che allora c’entra anche la narrazione, cosa dire ma soprattutto come dirlo, dove iniziare, le parole utilizzate e così via. la seduta dopo ero così abbattuto che le ho detto che avrei ipoteticamente voluto collegare il mio cervello al suo, per far decidere a lei cosa portare in terapia ma soprattutto per avere un quadro di tutto, quel quadro che appunto viene fuori soltanto dopo, quando si conoscono tutti i fatti, quel quadro che ti fa capire meglio le persone. se dico che ho il dito dolorante è una cosa, ma se dico che ho un taglio sul punto dove il dito si piega e non riesce a sanarsi perché ogni volta che si chiude si riapre perché lavo la mano e piego il dito, non ho neanche detto cosa provo ma forse chi legge capisce ciò che provo. ecco a me manca il quadro generale per farmi capire, ciò che ho vissuto, ciò che provo, ciò che penso. posso solo dire, ho una pietra triste nello stomaco, un peso costante e doloroso, ecco, posso dire questo anziché dire che sono triste e basta. qualche mese fa in me si è rotto definitivamente qualcosa. sembro sempre io sono sempre io si capisce ma dentro sono una persona completamente diversa, così un giorno ho tolto le maiuscole automatiche sulla tastiera, ho iniziato a comunicare anziché scrivere, prima qui sopra poi altrove. io, che ero e sono fissato con la punteggiatura i toni eccetera, mi sento più a mio agio nella scrittura di getto, con il flusso di coscienza eccetera, ma per capire che questa è una rottura di qualcosa si dovrebbe appunto conoscere come scrivo o scrivevo e l’importanza che ha per me scrivere bene anche un elenco della spesa, perché mi sento sempre sotto un cazzo di esame. ora con gli amici più stretti sto iniziando a scrivere come vorrei, senza punteggiatura senza nemmeno punti interrogativi, non so se è una liberazione di qualcosa oppure un segno di rottura, non so se è un’esigenza di comunicare a prescindere dal racconto, collegarsi al cervello eccetera, oppure è una resa una perdita non mi frega più niente. leggere un testo senza virgole che danno le pause o leggere domande senza punti interrogativi forse obbliga chi legge a soffermarsi di più e interpretare concentrarsi eccetera e forse il mio è soltanto una comunicazione indiretta su quanto sono rotto dentro, però ecco che anche questa è narrazione, tutto è scelta tutto diventa narrazione, però pare che mi stia liberando e dico che mi rifiuto di narrare voglio solo comunicare, però neanche questo è vero perché ora scrivo soltanto per creare un quadro per fare capire quanto mi fa male il dito solo che al posto del dito c’è il cuore inteso come rappresentante romantico dei sentimenti eccetera. solo mi chiedo perché fare capire come mi sento, a chi soprattutto. non lo so, ce lo chiediamo spesso in terapia con la psicologa e non riusciamo a trovare la risposta. mercoledì ho concordato con la dottoressa sul fatto che sto meglio, sia nell’ultimo periodo sia guardando il percorso fatto negli ultimi mesi. allora non so se è brutto o consolatorio vedere che anche se soffro, anche se non mi sento più me stesso (perché sto cambiando e devo darmi il tempo di vedere capire e abituarmi al nuovo me chissà), anche se mi sento la bambolina più piccola della matrioska rimasta chissà come dopo che tutte le altre sono sono crepate e sono state superate o buttate via, anche in tutto questo dolore ho trovato un equilibrio. eppure mi sento rotto, il rimasuglio di una parte totale, una bellissima nave è naufragata durante una tempesta e non esiste più ma i suoi resti continuano a galleggiare portati dalla corrente proprio come faceva il loro insieme. ma si può dire che va bene lo stesso
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mezzopieno-news · 4 months ago
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UN QUARTO DELLE PERSONE CONSIDERATE INCOSCIENTI SONO COSCIENTI
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Secondo il primo studio internazionale del suo tipo, almeno un quarto delle persone con gravi lesioni cerebrali e che non riescono a rispondere fisicamente ai comandi, sono in realtà coscienti.
La ricerca che ha coinvolto 353 persone con lesioni cerebrali causate da eventi quali traumi fisici, infarti o ictus, ha dimostrato la presenza di attività cerebrale in 112 di esse, quando è stato chiesto loro di immaginare di muoversi o di fare esercizi; circa il 25% ha mostrato attività cerebrale durante l’intero esame. “Questo è uno degli studi più importanti” nel campo del coma e di altri disturbi della coscienza, afferma Daniel Kondziella, neurologo del Rigshospitalet, l’ospedale universitario dell’Università di Copenaghen. I risultati indicano che un numero considerevole di persone con lesioni cerebrali che sembrano non rispondere, può sentire ciò che accade intorno a loro ed è potenzialmente in grado di utilizzare interfacce cervello-computer per comunicare, afferma il responsabile dello studio Nicholas Schiff, neurologo presso la Weill Cornell Medicine di New York.
Non è la prima volta che uno studio rileva una dissociazione cognitivo-motoria in persone con lesioni cerebrali che non rispondevano fisicamente. In un articolo del 2019, il 15% delle 104 persone sottoposte a test mostrava questo comportamento. Questo studio, pubblicato dalla rivista scientifica Nature, è tuttavia la prima indagine multicentrica del suo genere e con campione così ampio. I test sono stati eseguiti in sei strutture mediche in quattro paesi: Belgio, Francia, Regno Unito e Stati Uniti.
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Fonte: Nature; foto di RDNE Stock Project
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