#e lo sapete perché?
Explore tagged Tumblr posts
Text
Raga Ve lo giuro lo so che è stupido Ve lo giuro ma aspettavo questa cosa da mesi
#vi giuro che mi sto odiando lo so che sono cringe#è che non mi capacito del tempismo di merda di questa cosa#e tra l'altro#il bambino era già malato ed è insopportabile in questi giorni#e lo sapete perché?#perché i genitori non li vede maj#visto che mia sorella lavora e mio cognato pure ma comunque quando deve stare da solo col bambino non ci sta#scusate l'oversharing scusate sta scenata scusatemi davvero sono solo tanto stanca
18 notes
·
View notes
Text
Oggi ho avuto la mia prima riunione con il mio team leader. Ha detto che questa cosa si fa/farà più o meno una volta ogni 1-2 mesi per fissare degli obiettivi e cercare di raggiungerli.
Qualche giorno dopo l'assunzione, il direttore chiede una assemblea d'urgenza al dipartimento dei visti (ossia il mio), e vengo a sapere che, secondo il sistema di ranking di soddisfazione degli impiegati, il mio è quello messo peggio: tutti quanti danno valutazioni negative e, giustamente, il direttore voleva capire il perché per cercare di migliorare la situazione. Tra le varie motivazioni, ovviamente, c'era lo stipendio basso (e io ero là a pensare: ngul e io prima pigliavo pure meno...).
Col team leader invece vengo a sapere che io sono stata assunta praticamente per fare in modo che i miei colleghi non facciano/facciano meno straordinari, dato che i mesi passati i dati mostravano che il mio team ha fatto sulle 20h di straordinario al mese.
Plus: qualche giorno fa arriva una mail in cui ci fanno sapere che la sede giapponese della mia azienda è quella che utilizza meno ferie in tutta l'Asia. Infatti, complessivamente vengono usate solo il 60% delle ferie totali Vs altri paesi che ne usano dal'80 al 100% (mi pare tipo Singapore?).
In tutto questo in 3 settimane ho capito che praticamente mi hanno assunta e messo in questo team perché stavano proprio con le pezze a culo di personale e questi o impazzivano o impazzivano. Molto molto bello. :))))
#vi ricorda qualche dinamica di qualche paese in particolare?#e perché proprio l'Italia?#quando leggo i post sullo straordinario e sul senso di colpa nel prendere le ferie in Italia io RIDO#non sapete proprio di cosa state parlando#ma ve lo dico col cuore in mano proprio#my life in tokyo#lavoro#jamm chi cazz#io sarò la salvatrice del team migliorando le statistiche facendo 0 straordinari e prendendo tutte le ferie retribuite#fuck the guilt
24 notes
·
View notes
Text
Oltre l'inferriata.
182 notes
·
View notes
Text
anno del signore 2024 e ancora la gente non ha imparato a tenere le loro opinioni o domande lontani dai miei cazzo di edit
#'chi ha rebloggato sa cosa dice il testo?' no se nessuno me lo chiede e non conoscete l'italiano#volete saperlo? ve lo traduco#lo sapete già? PERCHÉ avete dovuto rovinare il post allora fate gli sboroni altrove#gugugaga sapete l'italiano che bravi sì boromir è gay per me è il cazzo di motivo per cui ho fatto l'edit#sheska
4 notes
·
View notes
Text
comunque baby gang nel video della nuova canzone ce l'ha fatta a inserire una maglietta di ziyech ...un bellissimo traguardo storico rovinato dall'aver fatto indossare la maglia del milan a maes...questo perché we can't never beat the allegations.........che i maghrebini in europa tifano tutti milan.............tranne me wallahi........... sono stanca capo....................... marocchini interisti facciamoci forza sono allo stremo delle forze letteralmente
#sapete quanti interisti nella mia famiglia? 3. io baba e mio fratello#i marocchini interisti f milano? non esistono. un miraggio. un bellissimo ideale un sogno una favola che portiamo avanti in pochi#comunque che ridere la canzone non sta spopolando in italia molto non so perché. credo perché m*es in italia non lo conosce nessuno#ma è prima in francia e in marocco loool
0 notes
Text
QUA CI SAREBBE STATO UN TITOLO ALTISONANTE MA QUESTA VOLTA NO
Trovo difficile spiegare quello che sto per raccontarvi, non perché provi vergogna o esitazione ma perché ho impiegato 23 giorni a capire cosa stesse succedendo e tutte le volte che mi fermavo con l'intenzione di parlarne, sentivo che le parole scritte non avrebbero reso il senso di quello che stavo provando.
Questa volta lo butto giù e basta, ben consapevole che le parole immiseriscono ciò che una volta fuori dalla testa non sembra poi così universale o interessante.
L'errore più grande che ho fatto in questi cinque anni (conto un anno prima della pandemia ma forse sarebbero pure di più) è stato credere di avere un equilibrio emotivo tale da poter prendere in carico i problemi e le sofferenze delle persone della mia famiglia.
Non solo, mi sono fatto partecipe e a volte risolutore dei problemi dei miei amici e una volta che sono stato in gioco mi sono reso disponibile ad ascoltare chiunque su questa piattaforma avesse bisogno di supporto, aiuto o di una semplice parola di conforto.
Ho sempre detto che una mano tesa salva tanto chi la stringe che chi la allunga e di questo sono ancora fermamente convinto.
Ma per aiutare qualcuno devi stare bene tu per primo, altrimenti ci si sorregge e si condivide il dolore, salvo poi cadere assieme.
In questi anni ho parlato molto di EMPATIA e di sicuro questa non è una dote che mi manca ma c'è stato un momento - non saprei dire quando e forse è stato più uno sfilacciamento proteso nel tempo - in cui non ho potuto fare più la distinzione tra la mia empatia e la mia fragilità emotiva.
Sentivo il peso, letteralmente, della sofferenza di ogni essere vivente con cui mi rapportavo... uno sgangherato messia sovrappeso con la sindrome del salvatore, insomma.
Sovrastato e dolente.
Mi sentivo costantemente sovrastato e dolente e più provavo questa terribile sensazione, più sentivo l'impellente bisogno di aiutare più persone possibile, perché questo era l'unico modo per lenire la mia sofferenza.
Dormivo male, mi svegliavo stanco, mangiavo troppo o troppo poco, lasciavo i lavori a metà e mi veniva da piangere per qualsiasi cosa.
Naturalmente sempre bravo a dispensare consigli ed esortazioni a curare la propria salute mentale ma lo sapete che i figli del calzolaio hanno sempre le scarpe rotte, per cui se miagola, graffia e mangia crocchette, bisognerà per forza chiamarlo gatto.
E io l'ho chiamata col suo nome.
Depressione.
La mia difficoltà, ora, a parlarne in modo comprensibile deriva da un vecchio stigma familiare, unito al fatto che col lavoro che faccio sono abituato a riconoscere i segni fisici di una patologia ma per ciò che riguarda la psiche i miei pazienti sono pressoché tutti compromessi in partenza, per cui mi sto ancora dando del coglione per non avere capito.
All'inizio ho detto 23 giorni perché questo è il tempo che mi ci è voluto per capire cosa sto provando, anzi, per certi aspetti cosa sono diventato dopo che ho cominciato la terapia con la sertralina.
(per chi non lo sapesse, la sertralina è un antidepressivo appartenente alla categoria degli inibitori della ricaptazione della serotonina... in soldoni, a livello delle sinapsi cerebrali evita che la serotonina si disperda troppo velocemente).
Dopo i primi giorni di gelo allo stomaco e di intestino annodato (la serotonina influenza non solo l'umore ma anche l'apparato digestivo) una mattina mi sono svegliato e mi sono reso conto di una cosa.
Non ero più addolorato per il mondo.
Era come se il nodo dolente che mi stringeva il cuore da anni si fosse dissolto e con lui anche quell'impressione costante che fosse sempre in arrivo qualche sorpresa spiacevole tra capo e collo.
Però ho avuto paura.
La domanda che mi sono subito fatto è stata 'Avrò perso anche la mia capacità di commuovermi?'
E sì, sentivo meno 'trasporto' verso gli altri, quasi come se il fatto che IO non provassi dolore, automaticamente rendesse gli altri meno... interessanti? Bisognosi? Visibili?
Non capivo ma per quanto mi sentissi meglio la cosa non mi piaceva.
Poi è capitato che una persona mi scrivesse, raccontandomi un fatto molto doloroso e chiedendomi aiuto per capire come comportarsi e per la prima volta in tanti anni ho potuto risponderle senza l'angoscia di cercare spasmodicamente per tutti un lieto fine.
L'ho aiutata senza che da questo dipendesse la salvezza del mondo.
Badate che non c'era nulla di eroico in quella mia sensazione emotiva... era pura angoscia esistenziale che resisteva a qualsiasi mio contenimento razionale.
E ora sono qua.
Non più 'intero' o più 'sano' ma senza dubbio meno stanco e più vigile, sempre disposto a tendere quella mano di cui sopra - perché finalmente ho avuto la prova che nessun farmaco acquieterà mai il mio amore verso gli altri - con la differenza che questa voltà si cammina davvero tutti assieme e io sentirò solo la giusta stanchezza di chi calpesta da anni questa bella terra.
Benritrovati e... ci si vede nella luce <3
162 notes
·
View notes
Text
sono stanca di capire tutti. Chi cerca di capirmi?
sono stanca di ascoltare tutto quello che gli altri vogliono sputarmi addosso. Chi mi ascolta?
sono stanca di sentirmi sola, io che cerco sempre di non far sentire sole le persone che amo.
sono stanca di preoccuparmi di tutti. Di me chi si preoccupa?
sono stanca, stanca, stanca, di soffrire sempre allo stesso modo, di doverlo fare in silenzio, di cercare in tutti i modi di far finta di niente, perché vedere del menefreghismo dall'altro lato mi farebbe stare peggio.
sono stanca di sperarci sempre, di riporre fiducia e di essere smentita sempre, ogni volta.
sono stanca di dovermi accontentare delle briciole e di dover anche ringraziare per quelle; di dover far finta di non vedere ogni volta, solo per evitarmi di soffrirci di più.
e sono stanca anche di credere seriamente di meritarmi solo questo, quando invece siete semplicemente voi che non sapete darmi altro (probabilmente perché non lo volete e questo è arrivato il momento di capirlo una volta per tutte).
z
#frammentidicuore#frasi#frasi di vita#riflessioni#frasi profonde#parole#amore#pensieri#vita#cit#dolore#frasi tristi#frasi tumblr#frasi belle#malinconia#rabbia#sofferenza#solitudine#schifo
133 notes
·
View notes
Text
•••
Sapete come fanno aziende come Gucci, Walt Disney, Netflix, Apple a diventare aziende green con basse emissioni di CO2?
Acquistando elettricità prodotta solo da eolico e solare, penserete.
I certificati sono acquistati da privati assolutamente non controllati da nessuno. I più noti sono Verra e Pachama.
Insostanza, a fronte di pagamento di milioni di dollari, i certificatori assicurano che proteggeranno tot ettari di foreste da futuri disboscamenti.
Si badi bene, che non si tratta di piantare nuovi alberi, ma di considerare le foreste già esistenti!
Vediamo alcuni esempi di aziende:
La società Walt Disney afferma di aver dimezzato le sue emissioni dal 2012. Ciò è stato possibile solo attraverso i crediti di carbonio.
Gucci afferma di essere neutrale dal punto di vista climatico. I crediti di carbonio provengono tutti da progetti di protezione forestale.
L’ONU nel ’97 aveva deciso di non includere la conservazione delle foreste come metodo per certificare la compensazione le emissioni.
Di avviso diverso alcuni uomini d’affari, il WEF, il Climate Forum, BP, StarBucks e Allianz.
Insieme hanno creato VERRA
Come si può vedere il mercato dei crediti di carbonio è in forte espansione.
Oggi le più grandi aziende del mondo compensano le loro emissioni di carbonio attraverso la protezione delle foreste.
Ogni progetto di conservazione delle foreste è radicato in una previsione su ciò che potrebbe portare il futuro.
Questo è un incentivo intrinseco a fare previsioni imprecise. Vediamo perché.
Nell'area protetta dell'Alto Mayo in Perù, negli ultimi 20 anni l'area forestale è andata perduta.
Tuttavia, le perdite forestali in aree comparabili erano ancora più elevate, quindi il progetto garantiva qualche effetto.
Ma lo sviluppo effettivo è lontano dalla prognosi dell'operatore del progetto di ciò che sarebbe accaduto senza protezione.
Più gli sviluppatori di progetti di deforestazione si aspettano nella loro foresta, più crediti di carbonio possono emettere e più la previsione è pessimistica, più soldi si possono guadagnare.
Ecco, quando comprate un prodotto di un’azienda “green”, adesso sapete quanto è apprezzabile il suo sforzo etico di “salvare il pianeta”.
Poi sono quelle che sponsorizzano Greta!
91 notes
·
View notes
Text
I miei genitori sono stati sposati per 55 anni. Una mattina, mia madre scese in cucina per preparare la colazione a papà, quando ebbe dolore al petto e cadde. Mio padre la sollevò come meglio poteva e, quasi trascinandola, la portò in macchina. A tutta velocità, senza rispettare i semafori, la guidò fino all’ospedale.
Quando arrivò, purtroppo, non c’era più.
Durante il funerale, mio padre non parlò; il suo sguardo era perso nel vuoto. Non pianse quasi per nulla.
Quella sera, noi figli ci radunammo intorno a lui. In un’atmosfera di dolore e nostalgia, ricordammo insieme i bei momenti trascorsi, finché papà chiese a mio fratello, un teologo, di spiegargli dove si trovava in quel momento mamma. Mio fratello iniziò a parlare della vita dopo la morte, di ipotesi su come e dove potesse trovarsi.
Papà lo ascoltava attentamente. Improvvisamente, ci chiese di portarlo al cimitero.
“Papà!” rispondemmo, “sono le 11 di sera, non possiamo andare al cimitero ora!”
Alzò la voce, e con uno sguardo velato ci disse:
“Non discutete con me, per favore non discutete con un uomo che ha appena perso sua moglie dopo 55 anni.”
Ci fu un momento di silenzio rispettoso, e non discutemmo più. Andammo al cimitero, chiedemmo il permesso al custode notturno. Con una torcia, raggiungemmo la tomba.
Mio padre la accarezzò, pregò e disse a noi figli, che osservavamo la scena commossi:
“Sono stati 55 anni… sapete? Nessuno può parlare di vero amore se non ha idea di cosa significhi condividere la vita con una donna.”
Si fermò e si asciugò il viso. “Io e lei, siamo stati insieme durante quella crisi. Ho cambiato lavoro…” continuò. “Abbiamo fatto le valigie quando abbiamo venduto la casa e ci siamo trasferiti in un’altra città. Abbiamo condiviso la gioia di vedere i nostri figli laurearsi, abbiamo pianto insieme la perdita di persone care, pregato nelle sale d’attesa di vari ospedali, ci siamo sostenuti nel dolore, ci siamo abbracciati ogni Natale e ci siamo perdonati gli errori… Figli miei, ora lei è andata via, e io sono felice, sapete perché?
Perché è andata via prima di me. Non ha dovuto affrontare l’agonia e il dolore di seppellirmi, di rimanere sola dopo la mia partenza. Sarò io a passare attraverso tutto questo, e ringrazio Dio. L’amavo così tanto che non avrei voluto vederla soffrire…”
Quando papà finì di parlare, io e i miei fratelli avevamo le lacrime che ci rigavano il volto. Lo abbracciammo, e lui ci confortò: “Va tutto bene, possiamo andare a casa, è stata una buona giornata.”
Quella notte capii cos’è il vero amore; è ben lontano dal romanticismo, ha poco a che fare con l’erotismo o il sesso. Piuttosto, è legato al lavoro, al completarsi a vicenda, al prendersi cura l’uno dell’altro e, soprattutto, al vero amore che due persone realmente impegnate si promettono per tutta la vita.
✍️ Amore a distanza
35 notes
·
View notes
Text
Cari ragazzi del liceo di Partinico, avete ragione: Impastato è divisivo. È stato divisivo da vivo, figuriamoci da morto. Era divisivo perché denunciava la mafia e le sue atrocità in un paese che, in parte, avrebbe preferito “sorvolare”, non fare troppo “casino”, come piace dire a voi, stare zitto, magari anche farci affari e politica con la mafia. Impastato si metteva dall’ altra parte, dalla parte di quei tanti siciliani che la mafia non la volevano a “100 passi” da casa. Ma nemmeno a mille, 10.000, 100.000 passi. Impastato si metteva dalla parte di quegli italiani che volevano che la mafia fosse perseguita per i suoi crimini. Sapete, nella vita è importante scegliere da che parte state. Ve lo dice uno che tanti anni fa lo fece, quando era al liceo come voi. Scelse da che parte state. E non ha cambiato posto, è sempre lì: dalla parte di chi si batte per la legalità.
Peppino, quello al quale non volete intitolare la scuola, è morto il 9 maggio. Nello stesso giorno in cui fu ritrovato il corpo dell’ onorevole Moro. La notizia della sua morte si materializzò come una “breve” nel mondo dell’ informazione. Inevitabile, di fronte alla tragedia della notte della Repubblica. Un po’ per volta poi i riflettori si sono accesi sul quel corpo martoriato. Adesso non spegneteli voi. E soprattutto: mettetevi dalla parte di chi si batte contro la mafia. Siate divisivi anche voi come lo fu Impastato.
68 notes
·
View notes
Text
Raga non sono pronta a dire addio ad Amadeus
#ci pensate che 5 anni fa l'abbiamo insultato malissimo e ora siamo qui a piangerlo#perché l'anno prossimo sarà un disastro lo sapete di#*sì#sanremo
37 notes
·
View notes
Text
Ora che sono in ferie voglio parlare di una cosa di cui volevo parlare già da settimane, ma la vita di merda che faccio non me lo aveva permesso.
Allò, settimane fa per la prima volta dato che mi ero depilata le cosce mi sono messa in casa non solo in cannottiera, ma anche in pantaloncini. Passa un giorno e mi ritrovo la mail nella foto.
Come ben sappiamo, qui a Tokyo non è che si muore di caldo, PEGGIO, quindi un giorno di questi mi vesto come in foto a dx in ufficio (che è come mi vestirei in Italia in un giorno normale) e nello stesso giorno inoltrano una mail per dire di rispettare il "business dress code" aziendale che è letteralmente "business casual", pure se non si capisce né che cazzo sia né il perché, dato che non ci sono clienti e siamo solo tra di noi, ma okay.
Mo, premettendo che quando ho lavorato a Napoli, ci andavo in PANTALONCINI (ovviamente non quelli di jeans, ma un tipo più carini e "formali" insomma), qua invece così non va bene perché la maglia ha una stampa + i pantacollant sono considerati il demonio.
Tutti sono sempre a lodare i giapponesi perché sono un popolo omogeneo, che dà la prevalenza al gruppo piuttosto che all'individuo, ma non sono omogenei e uniti perché ci sono nati, sono omogenei perché sei LETTERALMENTE FORZATO (nelle maniere più passivo-aggressive possibili) a omologarti. E questo vale con i vestiti, vale con il peso (perché se pensate che sono tutti secchi di natura, beh col cazzo) e con mille altre cose.
Ora è vero che questa prevalenza dell'interesse di gruppo in alcune cose funziona ed è il motivo per cui noi della cultura euroamericana li ammiriamo, ma voi sareste disposti a rinunciare alla vostra libertà pure sulle piccole cose pur di accontentare l'interesse generale?
Per continuare con l'esempio dei vestiti, loro si vestono così:
A maniche lunghe (anche con 50°C), con diversi strani addosso spesso inutili (perché sono ossessionati dai tumori alla pelle); le donne o tutte fate dei fiori con i tacchi tutte pronte (e io col cazzo che le imito) o come fossero state cacciate via di casa (e io col cazzo pt.2). Ma tutti hanno un comun denominatore: colori scuri o neutri (nero, grigio, bianco) o pastello, senza chissà quale fantasia o stampa particolare.
Se non segui l'omologazione, spicchi, ti si vede o ti senti in qualche modo osservato. E questo è già lo standard ad essere euroamericano in mezzo ad asiatici, figuriamoci se ti vesti seguendo le tue regole e non le loro.
Uno poi dirà "vabbè sono cose da poco, ci si abitua" e lo capisco, ma non funziona così. Anzi, sono le piccole cose che, accumulandosi, diventano le più pesanti da sopportare.
Oppure i weaboo del cazzo direbbero che "bisogna rispettare la loro cultura e rispettare le loro regole" (cit.), ma loro quella degli altri quando letteralmente non fa male e non cambia un cazzo a nessuno perché non la rispettano?
Questo non è un paese libero, non puoi MAI fare come vuoi, ci sono sempre regole da rispettare, ma fossero regole con un senso uno capirebbe, invece sono regole inutili che letteralmente mìnano la libertà di espressione individuale a livelli base. Invece qua niente o fai la pecora in mezzo al gregge oppure pecora ti ci fanno diventare, perché altrimenti sei, di nuovo, il gaijin di merda che vuole fare di testa sua.
E sapete cosa fanno i gaijin quando hanno le palle piene di ste stronzate? Fanno i gaijin di merda e le regole senza senso le mandano a fanculo.
#quando sono gli stranieri i primi a fare quei commenti del caxxo giuro che li prenderei a pugni sulle gengive#Giappone#moda#moda giapponese#vestirti#omologazione#società giapponese#società in giappone#my life in tokyo
31 notes
·
View notes
Text
nn o kpt perché gold rush/tolerate it/cowboy like me non hanno suscitato la stessa ondata di psicopatia di "ODDIO HA SICURAMENTE TRADITO JOE" che ha suscitato guilty as sin like
#a PRESCINDERE proprio su chi cazzo siano di preciso tutte queste canzoni i'm just SO TIRED#non siete sherlock holmes. non conoscete la sua vita e le sue esperienze solo perché canta DI COSE nelle canzoni#how about let's stop assuming stuff about her personality and behaviour based on? art? thanks#e non lo intendo tipo- collegando lyrics. parallelismi. ipotesi su momenti o situazioni or whatever#intendo proprio yall assuming she cheated on ppl solo perché UNA VOLTA l'ha fatto. non sapete manco che pensieri ci sono dietro GAS?#sheska
0 notes
Text
immaginate, ragazze, quanto possa essere bello il mondo senza quel ragazzo con cui avete scopato, il perché nemmeno lo sapete: ora non ci trovate un motivo valido, che continua a tornare a scrivermi e vuole disperatamente riportarvi a letto.
e che facciamo noi donne? all’inizio sembra quasi carino, interessato alla nostra vita, e poi dopo una mezz’ora o un’oretta che parlate se ne esce con: “quindi con quanti ragazzi ti vedi?”, “stavo pensando che se vuoi vedermi io sono disponibile”, “hai per caso qualche amica che vuole unirsi a noi?”.
e allora io vi dico, siamo noi ragazze complessate oppure c’è qualcosa in alcuni di voi maschietti che effettivamente non va? ahhaha, spiegatemi vi prego.
che poi, piccolo inciso, se voi chiedete a una donna di fare un ffm penso 1 su 5 vi dice va bene ci pensiamo. le altre 3 su 5 non lo disprezzano ma lo rifiutano subito. ma sapete perché? non siete capaci di valorizzarci, siamo solo dei buchi o cosa? spiegatemelo.
da piccola adoravo la fantasia ffm, crescendo la sto detestando, ma sapete perché? l’elemento maschile è così egocentrico, la maggior parte dei casi, che di certo non si sofferma sul piacere femminile, oppure lo fa ma, e questo è grave, non sa gestire la situazione 1:1, pensate la sappia gestire 1:2?
non prendiamoci in giro.
21 notes
·
View notes
Note
Ciao Kon,
Tu forse non ti ricorderai di me ma io invece ricordo un liquore alla liquirizia, più di un meet up e quello che doveva essere un incontro al Lucca Comics finito "male" per il troppo casino (non siamo riusciti a beccarci).
Ti scrivo in anonimo perché penso tu sia una grande cassa di risonanza perché nonostante tumblr sia diventato -non per noi nostalgici- un po' obsoleto vedo che continui ad essere un punto di riferimento per questa comunità e che forse tu con il tuo cinico dissezionare la situazione possa in qualche modo riuscire a scuotere i più, ma ahimè vige il segreto professionale, cose firmate e quant'altro che mi impediscono di esprimere questo disagio pubblicamente.
REGÀ I SORRISI DEI COMMESSI SONO FALSI. Non perché non abbiamo più voglia di fare questo lavoro, ma perché è diventato tutto uno schifo, le aziende e anche i clienti se vogliamo dirla tutta.
Cosa si cela dietro la vita del commesso?
Conta persone agli ingressi, voi non li vedete ma è così e di recente c'è anche il contapersone del passaggio esterno, quindi se non ti cazziano perché non hai venduto, ti cazzieranno perché non è entrata gente.
Statistiche: pezzi per vendita, scontrino medio, media di scontrino per ingressi. Voi non lo sapete, ma ogni giorni ci sono storici e budget da raggiungere in base anche solo ad un singolo ingresso che voi fate "per dare un'occhiata" - ora capite perché non è facile sorridere quando i vostri figli giocano ad acchiappino correndo fuori e dentro i negozi? Perché per quei venti ingressi senza scontrino ci sarà un area manager pronto a far il culo allo staff.
Se sei fortunato e capiti in una squadra in cui ci si spalleggia bene, altrimenti è l'azienda stessa a incentivare la lotta e l'invidia tra colleghi in una lotta tra poveri per mantenersi il posto al miglior venditore.
Non abbiamo mai abbastanza personale, MAI. Siamo spesso contati, se ci ammaliamo almeno nel mio caso ci si mette una mano sul cuore e per non mettere i colleghi in difficoltà si va a lavoro con due bombardoni di tachipirina col rischio di portarsi dietro il malanno per un mese.
Le ferie saltano perché decidono di aprire più punti vendita ma non di assumere gente che non soccomba al "gioco degli stagisti".
Turni del cazzo, spezzati e il più delle volte tutto quello che fai oltre l'orario di lavoro (anche la semplice chiusura) è straordinario che non viene contabilizzato.
Reperibilità quasi totale, manco fossimo in un ospedale. Nel tuo giorno libero è un miracolo non venir contattati dal gruppo di lavoro.
E poi vogliamo parlare dei vari festivi in negozio? Io ho dovuto combattere per avere un cazzo di permesso per la comunione di mia sorella.
È domenica, sono le 15 sono in turno da un'ora in un piccolo centro commerciale di due clienti entrate, una mi ha salutato e trattato come se le avessi offeso l'intero albero genealogico con uno sdegno tale che fa tanto lotta di classe quando siamo tutti nella stessa sudicia barca.
Quindi Kon, per favore aiutami a diffondere il verbo, io sono disposta a rispondere a tutte le domande di questo magico mondo cercando di farvi entrare in empatia con i commessi, ma per favore se non è proprio questione di vita o di morte: SMETTETE DI ANDARE A GIRO PER CENTRI COMMERCIALI, TANTO LA DOMENIC SIETE TUTTI SCOGLIONATI A PRESCINDERE E ALLORA STATE COI VOSTRI CARI, MAGARI È LA VOLTA BUONA CHE SMETTERANNO DI LUCRARE A VUOTO SU STO MONDO.
Ps: stare fino alle 18 fuori e poi riversarvi alle 20 nei negozi non funziona, mettetevi una cazzo di mano sulla coscienza.
Per me i centri commerciali sono un aberrazione sociale che riesce a darmi claustrofobia e agorafobia al contempo ma dopo essere stato a quello di Orio al Serio (aspettavamo che le figlie scendessero dall'aereo... direttamente nel centro commerciale!), ho fatto la tessera di iscrizione ai terroristi.
Non sono un nostalgico della bottega sotto casa, anche perché erano altri tempi e altri modi di vivere... mi basta il supermercato ma il centro commerciale è concepito perché la gente sia invogliata A VIVERLO e questo lo trovo demotivante.
Mi spiace per te ma alla fine mi spiace per tutte quelle persone - non schiavi ma servi - che devono sacrificare se stessi per il benessere superfluo di gente che dà tutto per scontato, quasi se lo meritassero.
E invece sono solo nati dalla parte giusta della società. E del mondo.
EDIT
Non mi ricordo di te al Meetup perché probabilmente ero già ubriaco <3
46 notes
·
View notes
Text
Io un po' vi capisco, sapete?
Vi state impegnando, tanto anche, ma non tutte le cose vanno per il verso giusto. Eppure siete consci che state facendo tutto quello che potete.
Quando sperate di essere nella testa di qualcuno, ma se questo qualcuno non ve lo dice, così vi chiedete a che serve essere "pensati"?
Il cercare sempre delle basi solide, per i vari aspetti della vita, che spesso anziché essere granitiche si rivelano di sabbia. Le basi, dico.
La voglia di essere circondati da persone che comprendano, di braccia che sorreggano o di parole che rincuorano. Ma spesso si è avvolti dal silenzio e dalle mancanze. E allora s'impara a convivere con la solitudine.
Sentire la notifica di un messaggio dal telefonino, aspettarsi quel messaggio. Anche un semplice "Ciao, come stai? Hai mangiato?", invece della solita e inutile proposta commerciale. Offerte non richieste che fanno il paio con le richieste non offerte. Desiderate.
Essere stanchi di cercare, provare, attendere, pazientare, fare e resistere. Senza un ritorno, sincero.
Io vi capisco. Davvero.
Siete stanchi, rassegnati, il vostro cuore sembra battere altrove, eppure tutto questo passerà. Verrà il giorno in cui tutto quanto descritto non peserà più. Tutto sarà leggero, dimenticato o percepito con leggerezza.
Perché nulla dura in eterno, soprattutto i sentimenti e le percezioni. Come la durata di una settimana, dal lunedì alla domenica. E questa sera, mentre scrivo, è venerdì.
38 notes
·
View notes