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Mi sono chiuso dentro i miei pensieri come un pauroso cavaliere dentro il suo castello e vivo dei miei ricordi stantii, armato di silenzi e rimpianti. Così, la mia anima è un castello dalle spesse mura, una lussuosa prigione dove ho chiuso i miei sogni e simulando una felicità inutile e vago di camera in camera dicendomi che ho bisogno di me stesso, che i miei silenzi hanno quanto mi manca e che negli angoli bui delle stanze, vivono i miei desideri. Non è cosi, lo so per istinto. Le stanze sono solo abitate da fantasmi, ombre senza volto, vestiti senza corpo, perché ho fermato il fluire della vita ed essa ristagna nella mia anima imputridendo. Oltre le mura il mare si gonfia con il maestrale o si acquieta con lo scirocco, il vento passa tra i filari di uva portando loro il gusto dell’ebrezza, stelle nel cielo si accendono di note e si vestono d’azzurro di giorno nascondendosi nella loro stessa luce; deserti infiniti divorano carovane e migranti uccisi dalla speranza, bombe esplodono e foreste si accendono di nuove gemme, nuvole portano vita, altre la portano via, tutto è un continuo essere e cambiare, mutare e rinascere. Ma io resto chiuso nelle mie stanze silenziose ed immobili, incerto, insicuro, a tutto vulnerabile e di tutto annoiato. Dimentico i colori dei boschi in autunno, il canto vetroso della lava nel suo infuocato scorrere, la luce della schiuma del mare illuminata dal sole, il profumo delle olive schiacciate, quello del pane appena sfornato, dimentico ogni parte del mondo che racchiude un mio ricordo- I miei ricordi diventano sottili ed invisibili e come le vecchie ragnatele fermano solo la polvere. Non bisognerebbe mai far morire un amore, mai non si dovrebbe mai scrivere la propria anima sulla pelle di chi si ama descrivendola con versi carnali scritti per una provvisoria eternità, non si dovrebbe mai nascondere nei sogni i propri giorni e domani se poi li si affida al vento che muore sul mare.
I locked myself inside my thoughts like a fearful knight inside his castle and I live on my stale memories, armed with silences and regrets. Thus, my soul is a castle with thick walls, a luxurious prison where I have closed my dreams and, simulating a useless happiness, I wander from room to room telling myself that I need myself, that my silences have what I miss and that in the dark corners of the rooms, my desires live. It's not like that, I know instinctively. The rooms are inhabited only by ghosts, faceless shadows, clothes without bodies, because I have stopped the flow of life and it stagnates in my soul rotting away. Beyond the walls the sea swells with the mistral or calms down with the sirocco, the wind passes between the rows of grapes bringing them the taste of inebriation, stars in the sky light up with notes and dress in blue by day, hiding in the their own light; infinite deserts devour caravans and migrants killed by hope, bombs explode and forests light up with new gems, clouds bring life, others take it away, everything is a continuous being and changing, mutating and being reborn. But I remain closed in my silent and motionless rooms, uncertain, insecure, vulnerable to everything and bored with everything. I forget the colors of the woods in autumn, the glassy song of the lava in its fiery flow, the light of the sea foam illuminated by the sun, the scent of crushed olives, that of freshly baked bread, I forget every part of the world that contains a memory of mine - My memories become thin and invisible and like old cobwebs they only stop the dust. A man should never let a love die, a man should never write his soul soul on the skin of who he loves describing it with carnal verses written for a temporary eternity, a man should never hide his days in dreams and tomorrow if one entrusts them to the wind that dies on the sea.
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Chiarandà Chardonnay Contessa Entellina 2018. Imbottigliato dall’Azienda Agricola Donnafugata~Marsala. Cotessa Entellina (DOC). Sicilia. 18% Italia 🇮🇹 • Chardonnay • Amarillo pajizo, brillante. Recuerdos de melocotón, chinola. Notas florales. Frutos secos, mantequilla. Toque mineral. Retrogusto largo. • Mi Puntuación 93/100 • #elcatador #brindoconelcatador #sicilia #lapenadelquijote #lapenadelquijote #wineup #winegeek #donnafugata #donnafugatawines #donnafugatavini #italia #italy#moscato #sicily #chardonnay #contessaentellina (en Dominican Republic) https://www.instagram.com/p/Clr4VgmLFaU/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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7 Cooling White Wines to Toast This Summer's Hot Temperatures
I think we can all agree this summer has been a scorcher. While we expect 100+ temperatures in late July and August in our new home in the desert, we didn’t expect to hit 115+ degree days in June. Thankfully, we have a plethora of cooling white wines to quench our thirst on these hot summer days. Each of these refreshing wines will lift your palate with a fresh pop of acidity while delivering…
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#everyglassisanadventrue#wineoftheday#Beronia#Chenin Blanc#Comtesse de Malet Roquefort#Donnafugata#grillo#La Crema#Lievland#Reyneke#Rueda#wines of sicily#wines of south africa#Xanadu Winery
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VINO ITALIANO, UNA SELECCIÓN ESPECIAL PARA ESTE VERANO
El intenso calor de este verano no da tregua. Es por eso que La Academia del Vino llevó a cabo una cata de vinos italianos, con una selección de etiquetas conocidas por su vivacidad y frescura, ideales para esta temporada. La selección de estos 7 vinos abarcó distintas cepas y apelaciones de origen, ofreciendo una amplia perspectiva del mundo de los vinos italianos. A continuación, te invitamos…
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DIALOGO DI UN CONTASTORIE E DI UN PASSEGGERE
Eterno ritorno, mio caro Friedrich? Cosa blatteri, cosa cincischi, cosa confinferi, emerito crucco con testa di greco, musico nibelungo e musicista mistico dell’evomedio, Dioniso ed Apollo gai gai tra corpo e mente? Tutto irrimediabilmente si ripete in questa giostra colorata di cavallini bianchi e in questo teatro naturale di mandorli e ulivi con qualche arancio a far da condimento tra l’origano…
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#Carlotta#congedo morte#cremazione#crucco#Donnafugata#edipo#Fabrizio#freud#Friedrich#Gattopardo#Giocasta#Greco#Laio#Lulù#Marquez#nibelungo#Nietzche#oliva#origano#ritorno#Salina#Sigmund#tempo#testa#timo
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LABYRINTHUS 4/5. FULVIO MEROLLI – DEDALO E ICARO
Dedalo e Icaro di Fulvio Merolli è la quarta tappa della rassegna di scultura Labyrinthus dedicata ai miti di Creta
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Donnafugata Wines - Enjoying The Holidays Sicilian Style
Donnafugata Wines – Enjoying The Holidays Sicilian Style
Sicily is a wine-growing continent, with an immense diversity of microclimates and terroirs, each with extraordinary potential and biodiversity. Donnafugata’s aim is to show the history and nature of this diversity through its vineyards, from Eastern to Western Sicily, in very different terroir situations. DONNAFUGATA WINES FOR THE HOLIDAYS Add Donnafugata wines to your holiday table and enjoy…
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Ken Currie (British, 1960), Donnafugata, 2018. Etching, 58 x 81.5 cm. Edition of 40
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Wed, June 12
Dinner at Il Cortile, a recommended Italian restaurant in downtown Paso Robles. It lived up to its reputation. Appetizers of mixed mushrooms and bright green fresh fava beans (well executed and something Aaron will make 😛) and carmalized fennel, basil and pancetta on a crostini. We each had a pasta to share: homemade pappardelle with wild boar and sweet corn agnolotti in a lemon butter sauce. We had osso bucco in mind to split, but there was no way that was happening. Thankfully, our server hadn’t put the order in. One cherry gelato did just fine.
When we asked our server about the Donnafugata desert wine, the owner was called in to advise us. We shared our mutual love of Sicily (she’s thinking seriously about moving there) and the Donafuggata Winery. She asked if we liked fennel. With a yes, she promised a taste of her favorite digestif. Il Gusto di Amalfi Finocchietto is a treasured find. Wow. If we can only find a source. Perfect end to a memorable meal.
Back home to our Airbnb for a quick fire. Nice!!
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Mai fnafhs but she's in this 1860 sicilian dress
Idk i'm at the Donnafugata castle and this dress reminded me of Mai
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Il labirinto del Castello di Donnafugata
Il desiderio è amore? Lo è forse la gelosia, la passione la voglia incontrollabile, il possesso, l’illusione, il sogno, con cui si riassume, si impacchetta un sentimento che è fatto di fuoco, di forza e infine dell’esistenza stessa? O l’amore è solo sacrificio, silenzio, dedizione, cura responsabilità? Qualcosa che lega senza strozzare, che si dona senza privarsene, che ti fa rinascere senza morire. Non chiedere ad un cieco dove è l’uscita del labirinto in cui sei. Lui può solo cercare il vuoto nel muro che lo circonda e felice pensare che quella sia l’unica uscita. Io so solo dirti che esiste l’amore in molte forme e in molti modi e che come ogni cosa dell’uomo può essere virtuoso o malato, dolcissimo e velenosissimo e che sul palcoscenico della vita, ognuno lo deve recitare per quello che lui è, secondo la sua anima e la bellezza e gli orrori con cui essa è fatta. Tutto il resto è una rotta ignota, un cercare nel marmo la statua che racchiude, un labirinto che non ha un’uscita.
Is desire love? Is it maybe jealousy, passion, uncontrollable desire, possession, illusion, the dream, with which you summarize a feeling that is made of fire, strength and finally of existence itself i Or is love just sacrifice, silence, dedication, care and responsibility? Something that binds without strangling, that gives itself without depriving itself, that makes you reborn without dying. Don't ask a blind man where is the exit of the labyrinth you are in. He can only look for the void in the wall that surrounds him and happily think that that is the only way out. I can only tell you that love exists in many forms and in many ways and that like everything in man it can be virtuous or sick, very sweet and very poisonous and that on the stage of life, everyone must play it for what he is, according to its soul and the beauty and horrors with which it is made. All the rest is an unknown route, a search in the marble for the statue it encloses, a labyrinth that has no exit.
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Mono de tinta
He pasado ciento sesenta y ocho fotos del iphone con el que me hice en noviembre al ordenador portátil que utilizo en los últimos tiempos para mis asuntos alimenticios y de escritura creativa. Unas horas tranquilas en mi estudio, escuchando música barroca para guitarra en el tubo de sonido y poniendo en orden imágenes, mientras caía la tarde de principios de marzo, fría y algo desapacible, sobre el barrio y sobre Madrid. He reorganizado algunas instantáneas en mi flickr y subido tres nuevas fotos a esa plataforma: O’Donnell y La realidad y el deseo, para el álbum “Ser y tiempo”; y T1 para el álbum de retratos y autorretratos “Imágenes del artista cumpliendo vida”. Estoy contento. Ese fotoblog, como varias veces tengo dicho, es más literario que estrictamente fotográfico, y me gusta pensar que hasta pictórico: Lucian Freud y el inevitable Hopper son dos de sus referencias principales (alguien hoy en día diría “referentes”, pero yo no soy “moderno” en el sentido actual). Es un poco turbador llevar un diario fotográfico; el paso del tiempo se acelera sobremanera cuando su minutero avanza en forma de fotogramas, y la evidencia gráfica nos devuelve una a veces angustiosa mirada cuando posamos sucesivamente en ella la mirada. Never mind. Habré de citar de nuevo a Alan Watts, en una de sus impagables charlas de los sesenta: “You’ve got all the time in the world”; tienes todo el tiempo del mundo. Hace poco leí no sé exactamente dónde (puede que en Il Gattopardo, que recientemente terminé) que lo que había que aprender a odiar, o lo que el ser humano acababa odiando, o lo que al hombre se le hacía forzosamente odioso, era la eternidad. Me dio que pensar, la reflexión. No sé si estoy de acuerdo, porque todavía no acabo de entender a ciencia cierta lo que Lampedusa —era Lampedusa, estoy ahora seguro— quería decir con esa frase; pero a mí en cualquier caso el pensamiento de la eternidad me resulta sumamente terapéutico y tranquilizador, de la misma curiosa manera en que solaza esa otra reflexión de Don Fabrizio al principio de la mencionada gran novela del aristócrata italiano: “Mientras hay muerte hay esperanza”. Honda y estremecedora rumia. Supongo que de significado muy distinto para quien sea creyente, y específicamente cristiano, y quien no. (¿Soy yo creyente? ¿Soy yo cristiano? ¡Esas preguntas íntimas no se formulan en pública sociedad! De todos modos alguien dijo de mí —fue concretamente mi querido amigo Luis Alberto de Cuenca, en la reciente presentación de mi poemario Pasos en el corredor— que soy siempre, en mi escritura, “connotativo”; y desde luego me gusta dejar tanto entre línea y línea como en las líneas mismas.) Leí por cierto una traducción inglesa de El gatopardo: la de Archibald Colquhoun (rimbombante apellido; tal vez de origen normando, como algunos de los más ilustres que se dan en Inglaterra, donde se habló francés durante mucho tiempo como lengua oficial). Iba a leer la versión española, del prolífico traductor y excelente poeta Fernando Gutiérrez, pero finalmente me decanté, como casi siempre cuando se trata de obras escritas en idiomas que no sean ni el español ni el inglés, por mi lengua materna. Y efectivamente: Il Gattopardo es sin duda una extraordinaria —quizá más bien maravillosa— novela, como acertadamente me comentaba hace poco un lector de esta bitácora. Aunque algunos “peros” me reserve, que quizá desarrolle con más detalle en algún otro momento, porque el libro no me acaba, del todo, de “encajar”; pero esa es una cuestión que no tiene tal vez demasiada importancia, pues en su conjunto El gatopardo me extasió, y sobre todo la parte inicial, junto con la parte que tiene lugar en la finca de Donnafugata, y cómo no, el largo pasaje final que narra el óbito del Príncipe de Salina.
Y bueno. Hasta aquí creo que voy a llegar hoy. Seguramente tenía alguna cosa más que decir o contar, pero uno de los placeres de la escritura de “libre asociación” que tanto me gusta practicar es precisamente el que comporta lo que su propio nombre indica: dejarme llevar en largos y plácidos (o no tan plácidos) meandros por el fértil territorio que el río del numen desee hacerme atravesar. Hacía ya diez días que no actualizaba la Bitácora, y hoy sentía verdadero “mono de tinta”; y nunca mejor dicho, en el caso de la presente entrada o en relación con ella, porque acabo de redactar esto a mano, con la Parker 51 que un día fue de mi padre y es uno de mis tesoros más preciados. Ahora, saciado de tinta negra vertida sobre las hojas cuadriculadas de una de mis múltiples libretas rojas (la más antigua, en esta ocasión), me siento profundamente satisfecho y aliviado. Grafía de azabache —uso Quink de color negro— entre robustas tapas de cartón bermellón. ¿Cabe mejor combinación? A Onetti le encantaba “dibujar” la escritura, sintiendo el roce del grafito —también yo soy devoto del lápiz, como los antiguos periodistas— en la superficie del papel. A mí me pasa algo parecido; y esta tarde me he hecho el regalo de prometerme que a partir de ahora volveré mucho más a menudo a la pluma y el papel. ¡Doble trabajo! Porque luego hay que picar lo escrito, y pasarlo a ordenador. Esa labor, sin embargo, es también placer sobre placer.
ROGER WOLFE · 7 de marzo de 2023
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Sip These Italian Wines This Week
The beauty of Italy, among its incredible food, architecture, and history, is the vast number of grape varieties grown throughout the country, ranging from light and ethereal to big, bold, and robust. From one end of the boot to the other, along with its Sardian and Sicilian islands, Italy delivers every style of wine to fit the palate of every consumer, many with very affordable price points.…
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Cata de Vinos de Sicilia. Occhipinti & Donnafugata
Si eres un amante del vino y de la cultura Italiana, esta cata de vinos de Sicilia de los productores Occhipinti y Donnafugata es un evento que no puedes perderte. Te esperamos en este viaje por los vinos de Sicilia organizado por La Academia del Vino. “No envidio a Dios el Paraíso porque estoy muy satisfecho con tener Sicilia”.Federico II di Svevia, Stupur Mundus (1194 – 1250) Sicilia es una…
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#curso de vinos#curso de vinos del mundo#donnafugata#occhipinti#sicilia#VINO ITALIANO#vinos italianos
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Arianna è il filo di ALESSIA FORCONI. Labyrinthus 3
Terza tappa di un progetto in evoluzione che vede artisti collocare le loro opere al centro del labirinto del Parco nel Castello di Donnafugata
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