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“Cosa salveresti della scuola italiana?” Nulla. La rivoluzione si fa in un solo modo: decapitando il re.
Farò imbestialire una marea di persone con questo scritto. Così sia. Qualcuno deve dirlo.
Questi sono i dati, le statistiche e le fonti che dimostrano perché la scuola italiana debba crollare - e crollerà - prima di poter rinascere.
SALUTE MENTALE:
1. La scuola italiana è infelice. Solo il 26% delle ragazze e il 17% dei ragazzi si dice contento di andare a scuola, contro una media europea del 56%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è impopolare. A 15 anni, il 92% dei ragazzi e il 90% delle ragazze risponde: “No” alla domanda “Ti piace la scuola?” (Fonte: OMS)
3. La scuola italiana è insalubre. Il 51,4% dei ragazzi soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati. Il 49,8% lamenta un eccesso di stanchezza. (Fonte: Agia)
4. La scuola italiana è la più stressante del mondo. Il 46,5% degli studenti dichiara di provare nervosismo costante sui banchi di scuola. La media mondiale è del 37%. (Fonte: WeWorld)
5. La scuola italiana mette a rischio la stabilità psichica degli insegnanti. Quasi la metà degli educatori è a rischio di burnout, o stress lavorativo cronico. (Fonte: Osservatorio sul Benessere dei Docenti dell’Università di Milano-Bicocca)
6. La scuola italiana è insoddisfacente. Meno del 50% degli insegnanti, degli alunni e dei genitori si dice soddisfatto della scuola italiana. È la terzultima in Europa. (Fonte: Save the Children)
INCLUSIONE:
1. La scuola italiana è esclusiva. È al terzo posto in Europa per tasso di dispersione scolastica (9,4%), dietro solo a Germania (12,8%) e Spagna (13,7%). Uno studente su dieci non si diploma. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è discriminatoria. Il 32,5% - uno su tre - degli studenti stranieri non completa il percorso di studi, contro una media europea del 22,2%. (Fonte: MIUR)
3. La scuola italiana è iniqua. Solo sei su dieci tra gli studenti considerati “eccellenti” ma aventi difficoltà socioeconomiche riportano di ambire alla laurea, contro nove su dieci dai contesti più privilegiati. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana è classista. Ancora oggi i licei, in particolare il classico, rimangono appannaggio dei ceti benestanti. Chi li frequenta proviene da famiglie i cui genitori sono laureati o diplomati e tendenzialmente ottiene i risultati scolastici migliori. Gli altri, spesso provenienti da realtà socioeconomiche più depresse, sono relegati agli istituiti tecnici o professionali, costituendo dei veri e propri “ghetti educativi”. (Fonte: AlmaDiploma)
INSEGNANTI:
1. La scuola italiana è inaccessibile. Il 90% degli insegnanti che hanno partecipato al concorso per l’abilitazione alla docenza di scuola secondaria ha fallito. (Fonte: La Stampa)
2. La scuola italiana è sotto organico. Secondo le stime elaborate da ANIEF, nell’anno scolastico 2024/2025 gli insegnati precari saranno circa 250 mila.
3. La scuola italiana è imprevedibile. Sono solo lo 2,99% gli insegnanti a tempo indeterminato con meno di 35 anni. (Fonte: Openpolis)
4. La scuola italiana è vetusta. Più del 53% degli insegnanti ha superato i 50 anni, contro una media europea del 37%. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana è datata. Solo il 50,4% degli insegnanti under-35 in Italia ha svolto una formazione completa, contro una media UE del 75%. Inoltre, il 75% dei docenti italiani non ha frequentato corsi di formazione nella scuola in cui insegna dopo l’abilitazione. La media europea è del 58%. (Fonte: OCSE)
6. La scuola italiana è irriconoscente. Gli insegnanti italiani sono i più sottopagati dell’area OCSE e hanno visto una perdita del 6% del potere d’acquisto tra il 2015 e il 2023. (Fonte: OCSE)
7. La scuola italiana non è meritocratica. In molti Paesi europei, se dalla valutazione emerge che un insegnante registra un rendimento insoddisfacente, si applicano misure correttive. Solo in Spagna, Italia e Slovacchia non sono previsti interventi. (Fonte: la Repubblica)
INVESTIMENTI:
1. La scuola italiana è sottofinanziata. La spesa pubblica per l’istruzione è pari al 4% del PIL, contro una media europea del 4,9%. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è inadeguata. Sei strutture su dieci sono prive di agibilità. Ogni tre giorni in una scuola italiana si verifica un crollo di calcinacci da soffitti e pareti di aule, laboratori e palestre. L’80% delle scuole è ubicato in edifici non adeguati. Il Ministro Valditara ha dichiarato l’edilizia scolastica “un’emergenza nazionale”. (Fonte: Avvenire)
3. La scuola italiana è sovraffollata. Più di 5000 aule, le cosiddette “classi pollaio”, ospitano oltre 27 alunni ciascuna su base giornaliera, per un totale di 165 mila studenti costretti a trascorrere l’anno in condizioni di sovraffollamento. (Fonte: MIUR)
RISULTATI:
1. La scuola italiana non aiuta a capire. Un quindicenne italiano su quattro fatica a comprendere testi di complessità elementare, e solo uno su venti riesce a distinguere i fatti dalle opinioni leggendo un testo su un argomento sconosciuto. (Fonte: OCSE)
2. La scuola italiana è insufficiente. La metà dei maturandi non raggiunge il livello minimo accettabile di competenze in matematica (oltre il 50%) o in italiano (sotto il 50%). (Fonte: Il Sole 24 Ore)
3. La scuola italiana è nozionistica. Gli studenti italiani hanno totalizzato 31 punti su 60 nella risoluzione di problemi in maniera innovativa con il pensiero laterale e divergente. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana insegna l’individualismo, a scapito del lavoro di gruppo. Gli studenti italiani hanno totalizzato 478 punti contro una media OCSE di 500 punti nella “risoluzione collaborativa dei problemi”, ovvero la capacità di interagire con altri, condividendo sforzi e conoscenze per raggiungere la soluzione. L'Italia si classifica al 26° posto su 32 Paesi. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana causa avversione al rischio. L’85% dei quindicenni italiani ha paura di prendere brutti voti, contro una media europea del 66%. (Fonte: OCSE)
FUTURO:
1. La scuola italiana è incostante. Mentre alle elementari gli studenti registrano risultati pari, se non superiori, a quelli dei coetanei europei, alle medie e alle superiori le metriche crollano.
2. La scuola italiana non orienta. Solo il 35,8% dei quindicenni italiani ha accesso a servizi di orientamento professionale nel contesto scolastico, contro una media dell’80-90% in Paesi come la Danimarca e Finlandia, per esempio. (Fonte: OCSE)
3. La scuola italiana non prepara al mondo del lavoro. L’Italia registra il periodo più lungo tra i Paesi del Nord Globale in quanto a transizione dalla scuola al lavoro, un attesa di 5,9 anni nel 50% dei casi. (Fonte: OCSE)
4. La scuola italiana produce analfabeti funzionali. L’Italia è in cima alle classifiche mondiali per analfabetismo funzionale. Il 27% delle persone tra i 16 e i 65 anni non è in grado di leggere un testo e rielaborarlo, capirlo a fondo e usare il proprio pensiero critico per distinguere ciò che è vero da ciò che è falso. (Fonte: OCSE)
5. La scuola italiana non combatte la disoccupazione. L’Italia è il primo Paese di giovani che non studiano né lavorano (NEET) con un tasso del 27,4% contro la media europea del 14%. (Fonte: ISTAT)
La scuola italiana va smantellata fino al suo nucleo e ricostruita da zero.
E credo che accadrà, che ti piaccia oppure no.
Non perché un bel giorno la politica si sveglierà capace e disposta a fare il proprio lavoro in modo adeguato. Ma perché l’intero sistema scolastico collasserà entro il 2050. La natalità in Italia parla chiaro: di questo passo, metà delle scuole in funzione oggi - circa 20.000 - chiuderà entro il 2030. E da lì si è in caduta libera. La disoccupazione e il precariato tra gli insegnanti sarà dilagante. I sistemi a cui ci siamo strenuamente aggrappati verranno abbandonati, e non per scelta, ma per obbligo. Non sarà piacevole. Ma è inevitabile. E questo darà inizio a un’era più prospera per la scuola e i suoi abitanti. E noi saremo lì a raccogliere i cocci. Saremo anche lì a crearli, appena prima.
Siamo in tanti ad aspettare quel giorno. Milioni di insegnanti, genitori, presidi e alunni che, come me, non criticano la scuola perché la odiano, ma perché la amano troppo per accettare il suo disfacimento standosene impalati a guardare.
Saranno proprio queste persone a ricostruirla. Saranno gli insegnanti che rifiutano i suoi limiti. Saranno gli insegnanti che non si danno per vinti. Saranno gli insegnati che ci credono, nonostante tutto. E sono tanti. Siamo tanti. Siamo molti di più noi che la critichiamo amandola di chi, magari difendendola a parole, poi se ne frega. Siamo la maggioranza silenziosa di chi non ne può più ma, nonostante tutto, continua a credere in un domani migliore.
Un domani possibile.
Sogno un domani non lontano in cui tutti noi, insegnanti e cittadini, ci riuniremo attorno al tavolo da disegno e congegneremo la Scuola dei Sogni: una Scuola più umana, felice e migliore.
Dunque, mi correggo: della scuola italiana salvo chi resiste.
P.s. Non critico MAI i singoli individui o le singole realtà. So bene che ce ne sono a migliaia, di insegnanti e Scuole che già incarnano la nostra rivoluzione nella loro esistenza quotidiana. Sono i nostri più grandi alleati sul territorio, infatti. La mia critica è rivolta solo ed esclusivamente al SISTEMA. Un sistema che, anziché valorizzare l’innovazione, la creatività e l’amore per la professione, nel migliore dei casi li ignora, e nel peggiore li penalizza, li sminuisce e li svilisce. Ma il suo tempo è scaduto.
Nicolò Govoni - Fondatore di "Still I rise"
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30 ore che sono sveglio e mi aspettano due ore di docenza. Al posto di spiegare la movimentazione del paziente mi sa che spiegherò il mio letto a sti pori cristiani
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Le coincidenze
All'improvviso è comparso, sul mio comodino, un libro di Leskov: "Una famiglia decaduta".
Quel bel piano di legno, dove riposano pile di cartalibri, un ereader, due cellulari, due tablet, un paio di cuffiette bluetooth, un power-bank, una moleskine per le note e alcuni lapis, evidentemente è stato l'oggetto di una 'messa in ordine' da parte di mia moglie. Ora, io considero quell'ampia superficie una naturale estensione delle mie scrivanie (plurale!) e quindi soggetta alla stessa regola che vige per loro: nulla deve essere toccato, spostato, aggiunto o tolto, pena il mio impazzimento nel ritrovare un qualsiasi oggetto che, con memoria fotografica, ricordo a quale livello di stratificazione appartenga, vicino a cosa sia e perché lo abbia amorevolmente accomodato lì (certo in attesa che, un anno o l'altro, mi punga vaghezza di riaverlo tra le mani). Questa 'riorganizzazione' del piano in noce mi ha proprio infastidito ma mi sono ben guardato dal fare commenti; si sa, siamo nel periodo delle feste...
Il libro era in bella evidenza, chissà perché; se siete buoni lettori sapete senza dubbio che i libri, dotati di una vivace vita autonoma, spesso si nascondono e non si fanno trovare nonostante ricerche capillari, per poi sbucare fuori, all'improvviso, dove meno ci si aspetta. Questo libro però io non lo stavo cercando, quindi, da bell'esibizionista, ha evidentemente trovato il modo di mettersi in mostra per imperscrutabili motivi tutti suoi. Si tratta di un economicissimo pocket Longanesi, risale alla fine degli anni '60 e quasi certamente apparteneva alla biblioteca di mio suocero; però il romanzo devo averlo letto anche io, nel periodo adolescenziale dell'innamoramento con gli scrittori russi; sicuramente dopo i Grandi, però. Lo sfoglio e vado a cercare chi ne sia il traduttore: noi common readers abbiamo un sacco di fissazioni, una di quelle che ho io è di sapere chi traduca/tradisca i testi che leggo; nel caso specifico si tratta di una coppia: Dan Danino di Sarra e Leo Longanesi. Rimango perplesso: mi passa per la mente che il primo, sconosciuto, sia un nom de plume; che Leo Longanesi conoscesse il russo non l'ho mai saputo e forse ha solo 'aggiustato' la traduzione, facendo da editor al primo traduttore: in fondo lo ha pubblicato nella sua stessa casa editrice e avrà voluto avere un buon 'prodotto'.
Faccio qualche ricerca e scopro che Dan Danino (detto Dante) di Sarra era uno slavista, profondo conoscitore di lingue e civiltà slave, docente presso l'Istituto Universitario Orientale di Napoli, traduttore di autori russi, polacchi e cèchi tra cui Ljeskov, Gor’kij, Achmatova. "Il suo curriculum annovera attività didattica, pregevoli traduzioni di autori russi, polacchi e cèchi, autorevoli riconoscimenti per la promozione della cultura dell’Est in Italia, collaborazioni a riviste nazionali e straniere di rilevanza intellettuale, rigorose ricerche filologiche nel grande gruppo delle lingue slave. La severità dei suoi studi lo pose tra gli intellettuali bene considerati nei Paesi slavi e nel mondo della Slavistica italiana." Leggo QUI. Lo studioso era originario di Fondi. Quest'ultima informazione mi fa accendere, fioca, una lampadina: Fondi, Alberto Moravia, Elsa Morante, “La ciociara”... (uno dei peggiori libri che abbia mai letto).
Approfondisco e scopro che quando Moravia e consorte sfollarono da Roma nel 1943, sperarono di essere aiutati proprio da due loro buoni conoscenti che vivevano a Fondi: i giovani fratelli di Sarra; all'arrivo nel paese non trovarono però Dante, che era impegnato in una docenza a Bratislava, tuttavia la sua famiglia, per i coniugi Pincherle (che si erano sposati nel 1941, testimone di nozze Leo Longanesi...), riuscì a trovare, nei dintorni, una casetta dove si rifugiarono per mesi e dove Moravia scrisse “La Ciociara”, il suo capolavoro (ironia, eh, ironia!).
Resto tuttavia pensieroso: perché il libro sarà improvvisamente comparso in bella vista? Vorrà ricordarmi di andare a leggere anche "L'angelo suggellato" di cui mi parlò con calore un'amica tempo fa? Mi starà suggerendo di riprendere in mano il saggio di Benjamin su Leskov? Vorrà che lo rilegga perché il messaggio che mi deve comunicare è contenuto proprio nel testo? Oppure c'è qualcos'altro che non ho ancora capito?
N. Ljeskov (sic) [Захудалый род - Zahudalyj rod, 1874 ], Una famiglia decaduta, Milano, Longanesi, 1967 [Trad. D. di Sarra, L. Longanesi]
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Diretta Facebook dalla pagina di Scuola Live Astrology
Giovedì 3 Agosto 2024 ore 19:30, la Scuola Live Astrology avrà il piacere di ospitare Ramanuja Das, che è tra gli astrologi più noti del panorama astrologico mondiale.
Esperto in Jyotir Veda (scienza della luce) e ha praticato la scienza della Bhakti Yoga da oltre 25 anni; una profonda tecnica di realizzazione spirituale.
Ha fatto numerose conferenze, corsi, seminari e consultazioni private in diversi città in Italia, Germania, Spagna, Portogallo, Lituania, Estonia, India, Messico e America Latina e come insegnante di astrologia vedica esercita la docenza dal 1992 fino adesso avendo studenti in tutto il mondo.
Vi aspettiamo!
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"Il bisonte", primo singolo e video di Vittorio Nacci,
in uscita per NOS Records/Believe.
La NOS Records è lieta di annunciare la pubblicazione di Il bisonte” di Vittorio Nacci, autore e musicista pugliese,
che anticipa il primo album del suo progetto musicale da solista,
dopo due LP e un secondo posto a Sanremo Nuove Proposte come leader e fondatore degli iohosemprevoglia.
GUARDA IL VIDEO
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IL VIDEO
“Il bisonte”, in cui un testo dal lirismo malinconico si fonde con linee di chitarra scarne ma morbidamente dream-pop, è accompagnato dall’uscita del suo videoclip ufficiale, affidato alla regia di Antonio Stea, che così commenta il suo lavoro: "Nel cuore del bosco, dove l'ombra danza con la luce e il tempo si perde tra le foglie, c'è un luogo dimenticato dal tempo. È lì che il protagonista del videoclip "Il Bisonte" trova finalmente il suo rifugio. Un casolare abbandonato, avvolto dal mistero e dal silenzio, con un fuoco acceso che brilla come una fiamma di speranza nel buio della sua solitudine. Attraverso il fuoco, il tempo ritorna alla normalità e il protagonista prende consapevolezza di tutto ciò che lo circonda. È in questo momento di risveglio interiore che comprende che la sua solitudine era solo una fase necessaria per ritrovare se stesso e il suo posto nel mondo. Ma prima di questo epilogo, il viaggio del protagonista ci conduce attraverso un mondo sospeso tra realtà e sogno. Con l'uso del Time-lapse nelle scene statiche, emerge il contrasto tra il movimento incessante del mondo esterno e l'immobilità del protagonista, simboleggiando la sua staticità emotiva. Nei boschi, la tecnica della pixilation aggiunge un tocco di magia e meraviglia al suo cammino, trasportandoci in un mondo di surreale bellezza, dove il confine tra il reale e l'immaginario si dissolve." "Il Bisonte" ci invita a esplorare i misteri dell'animo umano, a perdersi nei boschi dell'introspezione e a ritrovare la nostra vera essenza, anche nelle più remote e dimenticate parti di noi stessi.
BIOGRAFIA
"Il bisonte" è il singolo d’esordio di Vittorio Nacci, classe 1985, autore, musicista, produttore e figura poliedrica della scena musicale pugliese, che dopo la lunga esperienza discografica al timone della band iohosemprevoglia, con questa nuova avventura artistica inaugura un percorso musicale autonomo, che unisce il cantautorato italiano a sonorità alternative d'oltreoceano.
Il singolo anticipa l’imminente uscita del primo LP dell’artista pugliese, che dopo aver militato da chitarrista in formazioni punk-hardcore del barese, frequenta il Centro Europeo Toscolano di Mogol e si diploma come autore, diventandone poi assistente alla docenza. Nel 2003 mette insieme gli iohosemprevoglia, progetto musicale con all’attivo diversi EP, due LP e un’intensa attività live nazionale e internazionale (arrivando a suonare sul Mambo Stage dello Sziget Festival di Budapest). Nel 2012 viene selezionato con la band per il 62° Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte, piazzandosi al secondo posto. Ne conseguono un contratto con Sony Music, un disco omonimo e l’entrata nel roster di Sony/ATV come autore. Successivamente pubblica il libro di racconti La mandria umana (CSA Editrice) e parallelamente all’attività della band produce diversi progetti della scena pugliese. Tra il 2022 e il 2023 scrive, arrangia e registra nel suo studio Il bisonte, disco la cui produzione è stata seguita da Orbita Dischi e da cui è tratto l’omonimo primo singolo. A fine 2023 partecipa con Francesco Bianconi, Cesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi e altri a Stagioni, disco tributo per i 30 anni di carriera dei Massimo Volume, ideato e prodotto da NOS Records.
Credits
Testo, musica, arrangiamenti, riprese: Vittorio Nacci. Missaggio: Pure Rock Studio, di Nanni Surace (Brindisi). Mastering: Pietro Caramelli, Energy Mastering, Milano. Co-produzione: Orbita Dischi. Una produzione NOS Records, 2024. Distribuzione digitale: Believe Music. Catalogo: NOSR023 UPC: 3617383937587 ISRC: IT-J0D-23-00004
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"Il bisonte", primo singolo e video di Vittorio Nacci,
in uscita per NOS Records/Believe.
La NOS Records è lieta di annunciare la pubblicazione di Il bisonte” di Vittorio Nacci, autore e musicista pugliese,
che anticipa il primo album del suo progetto musicale da solista,
dopo due LP e un secondo posto a Sanremo Nuove Proposte come leader e fondatore degli iohosemprevoglia.
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“Il bisonte”, in cui un testo dal lirismo malinconico si fonde con linee di chitarra scarne ma morbidamente dream-pop, è accompagnato dall’uscita del suo videoclip ufficiale, affidato alla regia di Antonio Stea, che così commenta il suo lavoro: "Nel cuore del bosco, dove l'ombra danza con la luce e il tempo si perde tra le foglie, c'è un luogo dimenticato dal tempo. È lì che il protagonista del videoclip "Il Bisonte" trova finalmente il suo rifugio. Un casolare abbandonato, avvolto dal mistero e dal silenzio, con un fuoco acceso che brilla come una fiamma di speranza nel buio della sua solitudine. Attraverso il fuoco, il tempo ritorna alla normalità e il protagonista prende consapevolezza di tutto ciò che lo circonda. È in questo momento di risveglio interiore che comprende che la sua solitudine era solo una fase necessaria per ritrovare se stesso e il suo posto nel mondo. Ma prima di questo epilogo, il viaggio del protagonista ci conduce attraverso un mondo sospeso tra realtà e sogno. Con l'uso del Time-lapse nelle scene statiche, emerge il contrasto tra il movimento incessante del mondo esterno e l'immobilità del protagonista, simboleggiando la sua staticità emotiva. Nei boschi, la tecnica della pixilation aggiunge un tocco di magia e meraviglia al suo cammino, trasportandoci in un mondo di surreale bellezza, dove il confine tra il reale e l'immaginario si dissolve." "Il Bisonte" ci invita a esplorare i misteri dell'animo umano, a perdersi nei boschi dell'introspezione e a ritrovare la nostra vera essenza, anche nelle più remote e dimenticate parti di noi stessi.
BIOGRAFIA
"Il bisonte" è il singolo d’esordio di Vittorio Nacci, classe 1985, autore, musicista, produttore e figura poliedrica della scena musicale pugliese, che dopo la lunga esperienza discografica al timone della band iohosemprevoglia, con questa nuova avventura artistica inaugura un percorso musicale autonomo, che unisce il cantautorato italiano a sonorità alternative d'oltreoceano.
Il singolo anticipa l’imminente uscita del primo LP dell’artista pugliese, che dopo aver militato da chitarrista in formazioni punk-hardcore del barese, frequenta il Centro Europeo Toscolano di Mogol e si diploma come autore, diventandone poi assistente alla docenza. Nel 2003 mette insieme gli iohosemprevoglia, progetto musicale con all’attivo diversi EP, due LP e un’intensa attività live nazionale e internazionale (arrivando a suonare sul Mambo Stage dello Sziget Festival di Budapest). Nel 2012 viene selezionato con la band per il 62° Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte, piazzandosi al secondo posto. Ne conseguono un contratto con Sony Music, un disco omonimo e l’entrata nel roster di Sony/ATV come autore. Successivamente pubblica il libro di racconti La mandria umana (CSA Editrice) e parallelamente all’attività della band produce diversi progetti della scena pugliese. Tra il 2022 e il 2023 scrive, arrangia e registra nel suo studio Il bisonte, disco la cui produzione è stata seguita da Orbita Dischi e da cui è tratto l’omonimo primo singolo. A fine 2023 partecipa con Francesco Bianconi, Cesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi e altri a Stagioni, disco tributo per i 30 anni di carriera dei Massimo Volume, ideato e prodotto da NOS Records.
Credits
Testo, musica, arrangiamenti, riprese: Vittorio Nacci. Missaggio: Pure Rock Studio, di Nanni Surace (Brindisi). Mastering: Pietro Caramelli, Energy Mastering, Milano. Co-produzione: Orbita Dischi. Una produzione NOS Records, 2024. Distribuzione digitale: Believe Music. Catalogo: NOSR023 UPC: 3617383937587 ISRC: IT-J0D-23-00004
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"Il bisonte", primo singolo e video di Vittorio Nacci,
in uscita per NOS Records/Believe.
La NOS Records è lieta di annunciare la pubblicazione di Il bisonte” di Vittorio Nacci, autore e musicista pugliese,
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“Il bisonte”, in cui un testo dal lirismo malinconico si fonde con linee di chitarra scarne ma morbidamente dream-pop, è accompagnato dall’uscita del suo videoclip ufficiale, affidato alla regia di Antonio Stea, che così commenta il suo lavoro: "Nel cuore del bosco, dove l'ombra danza con la luce e il tempo si perde tra le foglie, c'è un luogo dimenticato dal tempo. È lì che il protagonista del videoclip "Il Bisonte" trova finalmente il suo rifugio. Un casolare abbandonato, avvolto dal mistero e dal silenzio, con un fuoco acceso che brilla come una fiamma di speranza nel buio della sua solitudine. Attraverso il fuoco, il tempo ritorna alla normalità e il protagonista prende consapevolezza di tutto ciò che lo circonda. È in questo momento di risveglio interiore che comprende che la sua solitudine era solo una fase necessaria per ritrovare se stesso e il suo posto nel mondo. Ma prima di questo epilogo, il viaggio del protagonista ci conduce attraverso un mondo sospeso tra realtà e sogno. Con l'uso del Time-lapse nelle scene statiche, emerge il contrasto tra il movimento incessante del mondo esterno e l'immobilità del protagonista, simboleggiando la sua staticità emotiva. Nei boschi, la tecnica della pixilation aggiunge un tocco di magia e meraviglia al suo cammino, trasportandoci in un mondo di surreale bellezza, dove il confine tra il reale e l'immaginario si dissolve." "Il Bisonte" ci invita a esplorare i misteri dell'animo umano, a perdersi nei boschi dell'introspezione e a ritrovare la nostra vera essenza, anche nelle più remote e dimenticate parti di noi stessi.
BIOGRAFIA
"Il bisonte" è il singolo d’esordio di Vittorio Nacci, classe 1985, autore, musicista, produttore e figura poliedrica della scena musicale pugliese, che dopo la lunga esperienza discografica al timone della band iohosemprevoglia, con questa nuova avventura artistica inaugura un percorso musicale autonomo, che unisce il cantautorato italiano a sonorità alternative d'oltreoceano.
Il singolo anticipa l’imminente uscita del primo LP dell’artista pugliese, che dopo aver militato da chitarrista in formazioni punk-hardcore del barese, frequenta il Centro Europeo Toscolano di Mogol e si diploma come autore, diventandone poi assistente alla docenza. Nel 2003 mette insieme gli iohosemprevoglia, progetto musicale con all’attivo diversi EP, due LP e un’intensa attività live nazionale e internazionale (arrivando a suonare sul Mambo Stage dello Sziget Festival di Budapest). Nel 2012 viene selezionato con la band per il 62° Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte, piazzandosi al secondo posto. Ne conseguono un contratto con Sony Music, un disco omonimo e l’entrata nel roster di Sony/ATV come autore. Successivamente pubblica il libro di racconti La mandria umana (CSA Editrice) e parallelamente all’attività della band produce diversi progetti della scena pugliese. Tra il 2022 e il 2023 scrive, arrangia e registra nel suo studio Il bisonte, disco la cui produzione è stata seguita da Orbita Dischi e da cui è tratto l’omonimo primo singolo. A fine 2023 partecipa con Francesco Bianconi, Cesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi e altri a Stagioni, disco tributo per i 30 anni di carriera dei Massimo Volume, ideato e prodotto da NOS Records.
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Testo, musica, arrangiamenti, riprese: Vittorio Nacci. Missaggio: Pure Rock Studio, di Nanni Surace (Brindisi). Mastering: Pietro Caramelli, Energy Mastering, Milano. Co-produzione: Orbita Dischi. Una produzione NOS Records, 2024. Distribuzione digitale: Believe Music. Catalogo: NOSR023 UPC: 3617383937587 ISRC: IT-J0D-23-00004
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"Il bisonte", primo singolo e video di Vittorio Nacci,
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La NOS Records è lieta di annunciare la pubblicazione di Il bisonte” di Vittorio Nacci, autore e musicista pugliese,
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“Il bisonte”, in cui un testo dal lirismo malinconico si fonde con linee di chitarra scarne ma morbidamente dream-pop, è accompagnato dall’uscita del suo videoclip ufficiale, affidato alla regia di Antonio Stea, che così commenta il suo lavoro: "Nel cuore del bosco, dove l'ombra danza con la luce e il tempo si perde tra le foglie, c'è un luogo dimenticato dal tempo. È lì che il protagonista del videoclip "Il Bisonte" trova finalmente il suo rifugio. Un casolare abbandonato, avvolto dal mistero e dal silenzio, con un fuoco acceso che brilla come una fiamma di speranza nel buio della sua solitudine. Attraverso il fuoco, il tempo ritorna alla normalità e il protagonista prende consapevolezza di tutto ciò che lo circonda. È in questo momento di risveglio interiore che comprende che la sua solitudine era solo una fase necessaria per ritrovare se stesso e il suo posto nel mondo. Ma prima di questo epilogo, il viaggio del protagonista ci conduce attraverso un mondo sospeso tra realtà e sogno. Con l'uso del Time-lapse nelle scene statiche, emerge il contrasto tra il movimento incessante del mondo esterno e l'immobilità del protagonista, simboleggiando la sua staticità emotiva. Nei boschi, la tecnica della pixilation aggiunge un tocco di magia e meraviglia al suo cammino, trasportandoci in un mondo di surreale bellezza, dove il confine tra il reale e l'immaginario si dissolve." "Il Bisonte" ci invita a esplorare i misteri dell'animo umano, a perdersi nei boschi dell'introspezione e a ritrovare la nostra vera essenza, anche nelle più remote e dimenticate parti di noi stessi.
BIOGRAFIA
"Il bisonte" è il singolo d’esordio di Vittorio Nacci, classe 1985, autore, musicista, produttore e figura poliedrica della scena musicale pugliese, che dopo la lunga esperienza discografica al timone della band iohosemprevoglia, con questa nuova avventura artistica inaugura un percorso musicale autonomo, che unisce il cantautorato italiano a sonorità alternative d'oltreoceano.
Il singolo anticipa l’imminente uscita del primo LP dell’artista pugliese, che dopo aver militato da chitarrista in formazioni punk-hardcore del barese, frequenta il Centro Europeo Toscolano di Mogol e si diploma come autore, diventandone poi assistente alla docenza. Nel 2003 mette insieme gli iohosemprevoglia, progetto musicale con all’attivo diversi EP, due LP e un’intensa attività live nazionale e internazionale (arrivando a suonare sul Mambo Stage dello Sziget Festival di Budapest). Nel 2012 viene selezionato con la band per il 62° Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte, piazzandosi al secondo posto. Ne conseguono un contratto con Sony Music, un disco omonimo e l’entrata nel roster di Sony/ATV come autore. Successivamente pubblica il libro di racconti La mandria umana (CSA Editrice) e parallelamente all’attività della band produce diversi progetti della scena pugliese. Tra il 2022 e il 2023 scrive, arrangia e registra nel suo studio Il bisonte, disco la cui produzione è stata seguita da Orbita Dischi e da cui è tratto l’omonimo primo singolo. A fine 2023 partecipa con Francesco Bianconi, Cesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi e altri a Stagioni, disco tributo per i 30 anni di carriera dei Massimo Volume, ideato e prodotto da NOS Records.
Credits
Testo, musica, arrangiamenti, riprese: Vittorio Nacci. Missaggio: Pure Rock Studio, di Nanni Surace (Brindisi). Mastering: Pietro Caramelli, Energy Mastering, Milano. Co-produzione: Orbita Dischi. Una produzione NOS Records, 2024. Distribuzione digitale: Believe Music. Catalogo: NOSR023 UPC: 3617383937587 ISRC: IT-J0D-23-00004
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"Il bisonte", primo singolo e video di Vittorio Nacci,
in uscita per NOS Records/Believe.
La NOS Records è lieta di annunciare la pubblicazione di Il bisonte” di Vittorio Nacci, autore e musicista pugliese,
che anticipa il primo album del suo progetto musicale da solista,
dopo due LP e un secondo posto a Sanremo Nuove Proposte come leader e fondatore degli iohosemprevoglia.
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IL VIDEO
“Il bisonte”, in cui un testo dal lirismo malinconico si fonde con linee di chitarra scarne ma morbidamente dream-pop, è accompagnato dall’uscita del suo videoclip ufficiale, affidato alla regia di Antonio Stea, che così commenta il suo lavoro: "Nel cuore del bosco, dove l'ombra danza con la luce e il tempo si perde tra le foglie, c'è un luogo dimenticato dal tempo. È lì che il protagonista del videoclip "Il Bisonte" trova finalmente il suo rifugio. Un casolare abbandonato, avvolto dal mistero e dal silenzio, con un fuoco acceso che brilla come una fiamma di speranza nel buio della sua solitudine. Attraverso il fuoco, il tempo ritorna alla normalità e il protagonista prende consapevolezza di tutto ciò che lo circonda. È in questo momento di risveglio interiore che comprende che la sua solitudine era solo una fase necessaria per ritrovare se stesso e il suo posto nel mondo. Ma prima di questo epilogo, il viaggio del protagonista ci conduce attraverso un mondo sospeso tra realtà e sogno. Con l'uso del Time-lapse nelle scene statiche, emerge il contrasto tra il movimento incessante del mondo esterno e l'immobilità del protagonista, simboleggiando la sua staticità emotiva. Nei boschi, la tecnica della pixilation aggiunge un tocco di magia e meraviglia al suo cammino, trasportandoci in un mondo di surreale bellezza, dove il confine tra il reale e l'immaginario si dissolve." "Il Bisonte" ci invita a esplorare i misteri dell'animo umano, a perdersi nei boschi dell'introspezione e a ritrovare la nostra vera essenza, anche nelle più remote e dimenticate parti di noi stessi.
BIOGRAFIA
"Il bisonte" è il singolo d’esordio di Vittorio Nacci, classe 1985, autore, musicista, produttore e figura poliedrica della scena musicale pugliese, che dopo la lunga esperienza discografica al timone della band iohosemprevoglia, con questa nuova avventura artistica inaugura un percorso musicale autonomo, che unisce il cantautorato italiano a sonorità alternative d'oltreoceano.
Il singolo anticipa l’imminente uscita del primo LP dell’artista pugliese, che dopo aver militato da chitarrista in formazioni punk-hardcore del barese, frequenta il Centro Europeo Toscolano di Mogol e si diploma come autore, diventandone poi assistente alla docenza. Nel 2003 mette insieme gli iohosemprevoglia, progetto musicale con all’attivo diversi EP, due LP e un’intensa attività live nazionale e internazionale (arrivando a suonare sul Mambo Stage dello Sziget Festival di Budapest). Nel 2012 viene selezionato con la band per il 62° Festival di Sanremo, nella sezione nuove proposte, piazzandosi al secondo posto. Ne conseguono un contratto con Sony Music, un disco omonimo e l’entrata nel roster di Sony/ATV come autore. Successivamente pubblica il libro di racconti La mandria umana (CSA Editrice) e parallelamente all’attività della band produce diversi progetti della scena pugliese. Tra il 2022 e il 2023 scrive, arrangia e registra nel suo studio Il bisonte, disco la cui produzione è stata seguita da Orbita Dischi e da cui è tratto l’omonimo primo singolo. A fine 2023 partecipa con Francesco Bianconi, Cesare Basile, Mauro Ermanno Giovanardi e altri a Stagioni, disco tributo per i 30 anni di carriera dei Massimo Volume, ideato e prodotto da NOS Records.
Credits
Testo, musica, arrangiamenti, riprese: Vittorio Nacci. Missaggio: Pure Rock Studio, di Nanni Surace (Brindisi). Mastering: Pietro Caramelli, Energy Mastering, Milano. Co-produzione: Orbita Dischi. Una produzione NOS Records, 2024. Distribuzione digitale: Believe Music. Catalogo: NOSR023 UPC: 3617383937587 ISRC: IT-J0D-23-00004
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Con il patrocinio del Comites Istanbul (Comitato Italiani all’Estero) l’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul e l’Associazione Culturale NeoArtGallery, giovedì 22 febbraio, con inizio alle ore 19.00, si terrà, a cura di Giorgio Bertozzi e Ferdan Yusufi, presso la Sala Teatro Casa Italia di Istambul (Asmalı Mescit, Meşrutiyet), il concerto“Suoni Migranti” del “Counterpoint DUO” di Filomena De Pasquale e Giorgio Albiani. In programma le musiche di Celso Machado (1953 - Viv.), “Paçoca”; Laurent Boutros (1964 - Viv.) “Amasia”; H. Villa Lobos (1887 – 1959) “Bachiana Brasileira N.5”; Roberto Rossi “la comedia” ispirato alla divina commedia DI Dante Alighieri (inedito); hic incipit - Koine - Makeda - dedicato Giorgio Albiani; Jacques Ibert (1890 - 1962) “Entr’acte”; Francesco Santucci (1964 - Viv.) “Habanera Y Tango”; A. Piazzolla (1921 - 1992) “Cafè 1930”, “Nightclub 1960”; io la musica, chʼai dolci accenti, so far tranquillo ogni turbato core. Et or di nobil ira et or dʼamore posso infiammare le più gelate menti. “Orfeo” di Monteverdi. Il "Counterpoint DUO” di Filomena de Pasquale e di Giorgio Albiani è una immersione Musicale tra Tradizione Classica e Popolare che continua a distinguersi nel panorama musicale internazionale attraverso questa raffinata fusione. Il risultato è un suono unico e originale, che trasporta l'ascoltatore in un viaggio emozionale e sensoriale senza pari. Le performance hanno ottenuto ampi consensi e sono state vissute e descritte come un'esperienza immersiva, coinvolgente e avvincente. La musica del Duo è un ponte che amalgama le radici della tradizione con la freschezza dell'innovazione, creando un'esperienza indimenticabile per gli appassionati di musica di ogni genere. Il duo si è esibito con successo nei più prestigiosi festival internazionali, abbracciando diverse culture musicali. Tra le tappe significative, ricordiamo la partecipazione al Dvorak Museu di Praga, ai festival in terra di Spagna, Francia, Germania e alle esibizioni in Asia Centrale presso il Conservatorio di Tashkent in Uzbekistan e nell'affascinante Astana Opera House di Nur Sultan in Kazakistan. Filomena De Pasquale, flautista originaria della Puglia si è diplomata presso il Conservatorio di Foggia sotto la guida del Maestro Laurent Masi. Una carriera brillante l'ha vista esibirsi come solista e in formazioni da camera, partecipando a concorsi nazionali e collaborando con artisti di calibro come Lucio Dalla. La dedizione alla ricerca musicale di Filomena De Pasquale si estende anche al jazz, arricchendo così il personale repertorio e arrivando a creare produzioni discografiche di rilevanza. Giorgio Albiani, chitarrista e direttore artistico, diplomato con il massimo dei voti al Liceo Musicale Pareggiato di Modena ha proseguito gli studi presso l'Ecole Normale de Musique a Parigi. La carriera solistica lo ha portato su palcoscenici prestigiosi in tutto il mondo, collaborando con ensemble di rinomanza e orchestre sinfoniche di fama internazionale. La sua versatilità si riflette anche nella composizione di colonne sonore per il teatro e nella sua attività di docenza presso istituzioni musicali di prestigio.
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Alla Questura di Vicenza arriva la nuova Dirigente della D.I.G.O.S. : Rita Pittarello assume oggi incarico
Alla Questura di Vicenza arriva la nuova Dirigente della D.I.G.O.S. : Rita Pittarello assume oggi incarico. Vicenza. E' il Vice Questore Aggiunto della Polizia di Stato dr.ssa Rita Pittarello, la nuova Dirigente della DIGOS della Questura di Vicenza, incarico assunto da lunedì 8 gennaio. Originaria di Padova, la dr.ssa Pittarello, di 46 anni, è Funzionaria della Polizia di Stato dal 2010. Prima di assumere l'incarico di Dirigente della DIGOS di Vicenza è stata Dirigente della DIGOS di Bolzano per cinque anni. In precedenza ha svolto importanti incarichi di docenza e formazione presso la Scuola Allievi Agenti di Peschiera del Garda e presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma, dove ha rivestito il ruolo di "tutor" per i giovani Commissari. Ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Padova nel 2006 ed il Master di secondo livello in "Scienze della Sicurezza" presso l'Università di Roma nel 2011. Ha frequentato un Corso di specializzazione sul tema della radicalizzazione religiosa ed ideologica nel 2022. Nella Polizia di Stato dal 1999, vanta un'ampia esperienza maturata anche in altri ruoli e incarichi, ad esempio come Ispettore Capo Turno e Responsabile della Squadra Cinofili della Questura di Padova. Tra i primi impegni a cui la nuova Dirigente dovrà far fronte ci saranno sicuramente l'avanzamento dei lavori per la realizzazione della linea ferroviaria TAV nel Comune di Vicenza e l'imminente Fiera dell'Oro. Il Questore della Provincia di Vicenza, accogliendo la nuova Dirigente, le ha augurato un proficuo lavoro per la sicurezza della collettività. La dr.ssa Pittarello prende il posto del Vice Questore dr. David De Leo che è stato trasferito alla DIGOS di Padova dopo la promozione a Primo Dirigente della Polizia di Stato.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Augusto Barbera eletto presidente della Corte Costituzionale
AGI – Augusto Antonio Barbera è il nuovo presidente della Corte costituzionale. La sua elezione è avvenuta all’unanimità, con una sola scheda bianca. Barbera guiderà la Corte per circa un anno: il suo mandato alla Consulta terminerà infatti ne dicembre 2024. La carriera Laureatosi nel novembre del 1960, si è formato nell’Università di Catania dove, nel 1968, ha conseguito la libera docenza in…
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Argentina: chi è il nuovo presidente Javier Milei
L'Argentina ha un nuovo presidente: Javier Milei. Il neo eletto presidente, di origini italiane, ha ottenuto il 56% dei voti e il suo vantaggio è stato chiaro già al 30% dei seggi scrutinati. Presente sui media e sui social, noto per il suo modo schietto (e a volte scurrile) di trattare le questioni che interessano il Paese, Milei incarna il libertarismo di estrema destra. Javier Milei: da docente a presidente dell'Argentina Nato a Buenos Aires nel 1970, è appassionato di economia fin dall'età di 11 anni. Si è, infatti, laureato in Economia presso l'Università di Belgrano. Subito dopo ha conseguito due master presso l'Istituto per lo Sviluppo Economico e Sociale (IEDES) e l'Università Torcuato di Tella. Nella sua carriera ha abbinato incarichi presso importanti istituzioni e docenza universitaria. Milei ha, infatti, insegnato per più di 20 anni macroeconomia, microeconomia, economia della crescita e matematica dell'economia in diverse università argentine e all'estero. E' considerato un esperto di crescita economica. Nel 2018 è stato l'economista più invitato ai programmi dei canali argentini, nel 2019 la rivista Noticias lo ha riconosciuto tra le persone più influenti d'Argentina, nel 2020 la sua vicinanza agli oppositori del presidente Alberto Fernández avrebbe contribuito alla politicizzazione dei giovani argentini, avvicinandoli al liberalismo. Alla luce di quanto detto non stupisce il successo elettorale ottenuto come candidato del partito La Libertà Avanza. Il consenso più alto registrato da quando, nel 1983, è stata instaurata la democrazia in Argentina. Contro la casta Quale corso politico si apre ora in Argentina con l'elezione di Milei alla presidenza? Il professore, che aderisce alla filosofia dell'anarcocapitalismo, si è proposto di abolire la banca centrale argentina, di dollarizzare l'economia. L'istruzione pubblica sarà sostituita da un sistema di voucher scolastici mentre la sanità sarà privatizzata. Sarebbe intenzione del neo presidente sostenere il libero commercio di organi umani così come la libera vendita di armi da fuoco. I ministeri di istruzione, sanità e ambiente saranno accorpati in un unico ministero detto "del capitale umano". Da sempre contrario all'aborto, anche in caso di stupro, ha intenzione di indire un referendum popolare per capire se abrogare o meno la legge che lo legalizza dal 2020. Si è detto favorevole, invece, alla liberalizzazione delle droghe e ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Nega il cambiamento climatico e considera l'educazione sessuale come un affronto alla famiglia. Milei si è, inoltre, più volte dichiarato contro la casta politica ritenuta composta da "politici inutili che non hanno mai lavorato". La ricostruzione dell'Argentina "Oggi inizia la ricostruzione dell'Argentina" ha detto Milei subito dopo essere stato eletto aggiungendo che "Il modello di decadenza è arrivato al termine, non si può tornare indietro". Milei si dice consapevole dei problemi del suo Paese: "abbiamo problemi enormi davanti a noi: inflazione, disoccupazione e povertà". Problemi che affronterà seguendo idee economiche a lui care come, ad esempio, l'istituzione di uno Stato minimo (per inciso è il contrario dello Stato sociale); non promuoverà al giustizia sociale poiché le ingiustizie sono da lui ritenute naturali e uno Stato non può farsene carico. Un impegno sarà quello di tagliare il bilancio dello Stato, la motosega portata sul palco durante i comizi era molto eloquente. In copertina foto di Craig Wealand da Pixabay Read the full article
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Clara Wieck Schumann
Clara Wieck è stata la più importante pianista e compositrice del Romanticismo. Suonava con una profonda espressività unita a un virtuosismo trascendentale, elasticità di tocco, rotondità e intensità sonora.
Nata col nome di Clara Josephine Wieck il 13 settembre 1819 a Lipsia, in Germania, da Marianne Tromlitz, pianista e cantante e Friedrich Wieck, famoso insegnante di pianoforte che le diede lezioni fin dalla più tenera età e le fece seguire un rigoroso programma di studio che comprendeva anche altre materie come lingue e letteratura.
Anche sua madre ebbe un’apprezzabile carriera come cantante e pianista, fino al divorzio col coniuge-mentore, nel 1824. Per la legge di Lipsia, Clara fu affidata ala custodia del padre che su lei riversò la sua pervicacia didattica.
Ha fatto il suo debutto pubblico come pianista a soli 9 anni e, considerata una enfant prodige, sin da giovanissima tenne concerti in tutta Europa, riscuotendo grande ammirazione, acclamata dalla critica del tempo.
Friedrich Wieck che accompagnava sempre la giovane figlia in tournée, si occupava delle pubbliche relazioni, dei contratti, della sala, dello strumento. Già nel 1835 era conosciuta in tutta Europa come pianista talentuosa e raffinata compositrice.
Era ancora una bambina quando, nel 1830, conobbe il compositore Robert Schumann, allora studente di suo padre che aveva osteggiato fortemente la loro relazione. Arrivarono addirittura a una lunga battaglia legale col genitore di lei che non voleva intralci nella vita professionale della figlia, Si sposarono nel 1840, a compimento del suo ventunesimo compleanno.
Ha partorito otto figli e figlie e continuato a esibirsi in concerti tra Europa e Russia e, nei ritagli di tempo, a comporre.
Robert e Clara erano felici di condividere le reciproche idee musicali talvolta anche citandosi a vicenda nelle proprie opere, ma il suo talento di compositrice è stato oscurata dalla fama del marito.
Già nel 1835 ha composito un Concerto per pianoforte ed orchestra, pubblicato più tardi come op.7, opera importante di cui ha curato interamente anche l’orchestrazione.
Nel 1838 l’Imperatore d’Austria la nominò Virtuosa da Camera.
Nel 1841, la coppia pubblicò insieme la raccolta Zwölf Gedichte aus F. Rückert’s Liebesfrühling von Robert und Clara Schumann, op. 37/12.
L’anno successivo, Clara musicò gli Incantesimi d’amore di Geibel e la raccolta Sie liebten sich beiden di Heine da offrire in regalo a Robert per il suo compleanno.
Il suo progresso come compositrice venne arrestato dalla crescente instabilità mentale del coniuge che si divideva tra momenti di forsennata creatività ad altrettanti di quasi totale apatia, tentò anche il suicidio.
Clara sosteneva il marito emotivamente, artisticamente e spesso finanziariamente, dando lezioni di pianoforte, riprendendo a suonare in giro per l’Europa e componendo quelle che sono, forse, le sue opere maggiori.
All’estate del 1846 risale quello che è considerato il suo miglior lavoro cameristico, il Trio op. 17 per Piano violino e Violoncello in quattro movimenti.
Nel 1854, il marito venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e, dopo due anni morì.
La morte di Schumann segnò l’inizio di una seconda vita, durata altri 40 anni in cui Clara Wieck ha continuato la sua carriera concertistica nonostante i forti dolori alle articolazioni dovuti allo sforzo nello studio e nelle esibizioni.
Nel 1887 assunse la docenza di pianoforte al Conservatorio di Francoforte dove tenne anche la sua ultima esibizione pubblica, nel marzo 1891.
A causa di una crescente sordità, cedette il posto al Conservatorio nel 1892 pur continuando a insegnare privatamente fino alla sua morte, avvenuta a Francoforte sul Meno, il 20 maggio 1896.
La vita di questa straordinaria musicista si è divisa tra il compiacere le ambizioni del padre e quelle del marito di cui subiva la forte fascinazione.
Dopo la morte di Schumann si è dedicata principalmente alla promozione delle sue opere e alla numerosa famiglia, lasciando definitivamente il suo talento creativo in un cassetto insieme a quelle composizioni che oggi, fortunatamente, sono state riscoperte e stabilmente tornate nelle sale da concerto.
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