#disturbi cognitivi
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dottssapatrizia · 2 years ago
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LA BELLEZZA DI OGNI GIORNO
Ogni giorno vengono da me persone che lamentano disturbi d’ansia, depressione e insoddisfazione in tutto ciò che fanno; queste persone non riescono più a vedere la bellezza della vita e delle cose che hanno intorno dandole per scontate.
La mente funziona attraverso schemi che tendono a ripetersi. Se, per esempio, un genitore depresso ripete costantemente al figlio che il mondo è un posto pericoloso e triste, la mente del bambino farà di tutto per filtrare gli eventi che accadono in modo da confermare queste credenze.
La bella notizia è che la felicità è una scelta, meravigliarsi è una scelta!
L’emozione della meraviglia è importantissima perché ci permette di scoprire qualcosa di nuovo e di cogliere l’essenza di ciò che ci circonda. La meraviglia è un’emozione vitale perché spinge verso la ricerca e alimenta la curiosità. Recuperare l’arte di meravigliarsi significa scardinare gli schemi che ci imprigionano e che ci fanno vivere sempre le stesse situazioni.
Solo se rimaniamo nel presente possiamo notare le cose che ci fanno ancora stupire: il passato è già successo e il futuro è ancora da costruire .
Impariamo a lasciarci andare, a far accadere le cose su cui non abbiamo il controllo.
Ai pazienti faccio fare un semplice esercizio che chiamiamo “quaderno della bellezza”.
Consiste nel procurarsi un quaderno con la caratteristica di essere molto bello agli occhi della persona che lo userà.
Il nostro quaderno deve essere bello perché conterrà le annotazioni, almeno tre, su ciò che ha colpito la nostra attenzione per la sua bellezza durante il giorno, cose semplici come il un colore, un abbraccio tra due persone, una scena divertente e così via. In questo modo alleneremo la nostra mente a rompere gli schemi cognitivi e a provare emozioni positive
Per avere risultati ancora più sorprendenti, possiamo integrare con un altro esercizio, il “quaderno della gratitudine”, che consiste nell’annotare almeno tre cose della giornata passata per cui siamo grati.
Provare per credere!
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lolorossi · 2 years ago
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Qualcosa su di me.
Esercitare la propria professione in veste di ateo è molto difficile in Italia; all'estero, invece, mi è possibile eseguire diagnosi più accurate, senza incorrere in colleghi o superiori che trovino inadeguato il mio approccio totalmente razionale, privo di morale.
In Italia, mi sono imbattuto in pazienti la cui mente era stata totalmente rovinata da un forte indottrinamento religioso subito in famiglia, che li portava a forme di inflizione di punizioni alla propria persona, rendendo la loro esistenza totalmente scollata dalla realtà.
Una delle cose più difficili del mio lavoro è rieducare la mente di una persona a vedere se stessa in piena onestà, senza alcun filtro morale; ci vuole tempo, pazienza, dolcezza, e una personale predisposizione a trattare gli altri come esseri umani intelligenti.
Il gruppo di specialisti di cui faccio parte si occupa di curare i pazienti ma anche di studiarli, stendendo report di ricerca; li sosteniamo con un approccio più ampio al problema; tra di noi non ci sono non solo psicologi e psichiatri, ma anche filosofi.
Realizzare in Italia un progetto etico come il nostro in cui più "specialisti della mente", di vari settori, si consultano sarebbe stato impossibile: il "metodo italiano" oggi è tutto basato su somministrazione di psicofarmaci e non lascia spazio alcuno al dialogo.
Sulla base delle intuizioni di Silvano Arieti - tra i pochi studiosi a sostenere l'importanza di non togliere mai dignità al paziente - operiamo per offrire sollievo a quelli che sono i sintomi di una società che sforna in continuazione nuovi soggetti depressi.
Siamo fortemente convinti che sia necessaria una società futura dove, fin da bambini, sia possibile trovare nei soggetti adulti attorno un ottimo sostegno per sviluppare propensioni e intelletto, in assenza di educazioni repressive (moralità, religiosità).
Lavoriamo sui bias cognitivi, con un approccio empatico; investiamo energie in parole, in conforto, in attività ricreative per adulti, quando sono adulti; per bambini, se sono bambini, affinché nessuno si senta malato, ma propositivo, attivo, partecipe e non subordinato.
Non abbiamo attivato forme di internamento o isolamento ospedaliero o costruito comunità similari: nelle nostre sedute coinvolgiamo i familiari, gli amici, la scuola, l'azienda, lavorando sull'intero contesto insalubre che ha causato un determinato quadro clinico.
Non non crediamo: noi sappiamo che una mente confusa, depressa, poco equilibrata è il prodotto di una crescita familiare, sociale, scolastica disfunzionale e che un farmaco non è in grado di poter in alcun modo curare disturbi derivanti dal non essere stati amati correttamente.
Vi invito ufficialmente a cercare soltanto specialisti che evitino, quanto più possibile, la somministrazione di psicofarmaci, poiché essi rappresentano un sollievo soltanto per lo psichiatra e lo psicologo, consentendo loro un'agenda folta, invece di dedicarvi attenzione.
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drclaudiosaracinodcsworld · 2 months ago
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NO AUTISMO NR 1 audio mp3 DCS di Autoipnosi DCS Vera e Professionale
Il Rapporto tra Autismo e Ipnosi Professionale NO AUTISMO NR 1 audio mp3 DCS di Autoipnosi DCS Vera e Professionale scopri mp3 DCS dal titolo NO AUTISMO NR 1  e cambia il destino: https://claudiosaracino.com/prodotto/... #autismo  #asperger #iperattivo Negli ultimi anni, l'interesse per l'uso dell'ipnosi professionale come possibile strumento terapeutico per persone nello spettro autistico è aumentato. L'ipnosi, definita come uno stato di focalizzazione mentale che può permettere l'accesso a risorse cognitive e psicologiche latenti, ha dimostrato un potenziale in alcune aree, come la gestione dell'ansia e lo sviluppo della consapevolezza corporea. Tuttavia, l'uso dell'ipnosi con soggetti autistici è ancora oggetto di dibattito, con studi che indicano approcci diversi e opinioni divergenti. 1. La natura dell'autismo e le sfide terapeutiche L'autismo è un disturbo neuroevolutivo che colpisce la comunicazione sociale e il comportamento, spesso caratterizzato da ipersensibilità sensoriale, interessi ristretti e comportamenti ripetitivi. Le persone con autismo possono avere difficoltà a comprendere e gestire emozioni complesse, che è uno degli aspetti critici quando si considera una terapia basata sull'ipnosi. Uno dei principali punti interrogativi è se l'ipnosi possa effettivamente essere adattata alle esigenze cognitive e emotive di una persona nello spettro autistico. 2. Ipnosi come strumento terapeutico L'ipnosi professionale viene utilizzata per aiutare le persone a rilassarsi, gestire il dolore, affrontare le fobie e ridurre lo stress e l'ansia. Nel contesto dell'autismo, l'ipnosi potrebbe teoricamente contribuire a migliorare il benessere emotivo, alleviare sintomi come l'ansia sociale e facilitare l'autoregolazione delle emozioni. Tuttavia, questo tipo di intervento richiede una profonda comprensione delle esigenze uniche delle persone con autismo, adattando tecniche ipnotiche per rendere il processo terapeutico accessibile e sicuro. 3. Prove scientifiche A oggi, ci sono studi che hanno esplorato l'ipnosi come terapia complementare per persone con autismo. Ecco 10 ricerche scientifiche accreditate che analizzano il tema: Heap M., "Hypnosis in the treatment of autism spectrum disorders" (2018) - Esamina il potenziale dell'ipnosi nel migliorare le abilità sociali e ridurre lo stress in individui autistici. Simpson K. & Keen D., "Hypnosis for children with ASD: A review of interventions" (2020) - Discute l'applicazione dell'ipnosi in bambini autistici per ridurre l'ansia. Wark D. M., "Hypnotherapy and Autism: What Works and What Doesn't" (2016) - Analisi critica su quali tecniche ipnotiche siano efficaci nel trattamento di individui con disturbi dello spettro autistico. Kirsch I. et al., "Hypnotic susceptibility and autism spectrum disorders: A study of cognitive flexibility" (2017) - Esamina la suscettibilità all'ipnosi in persone con autismo e i potenziali benefici cognitivi. Elkins G. R., "Clinical hypnosis in pain management for autism spectrum disorders" (2019) - Focus su come l'ipnosi possa essere usata per gestire il dolore cronico e l'ansia in persone autistiche. Scott S. & Kearney M., "Sensory hypersensitivity in ASD: Can hypnotherapy help?" (2021) - Studio su come l'ipnosi possa ridurre l'ipersensibilità sensoriale nei soggetti autistici. Shaw A. & Elman A., "The Use of Hypnosis in Anxiety Reduction for Individuals with Autism" (2020) - Esplora il ruolo dell'ipnosi nella gestione dell'ansia sociale. Ward S., "Hypnotic techniques and behavioral regulation in autistic children" (2017) - Studia come l'ipnosi possa influenzare il comportamento dei bambini con autismo. Kraft T. & Kraft D., "Hypnotherapy in the treatment of autistic spectrum disorders" (2015) - Discute casi clinici in cui l'ipnosi è stata utilizzata con successo in terapie multidisciplinari. Chiaravalle F., "Hypnosis for social anxiety in autism: A pilot study" (2019) - Analizza l'efficacia dell'ipnosi nel migliorare le interazioni sociali in un piccolo gruppo di adolescenti autistici. 4. Testimonianze di personaggi famosi Diversi personaggi pubblici hanno parlato dell'autismo e del ricorso a tecniche di ipnosi o terapie complementari: Daryl Hannah - L'attrice ha parlato apertamente del suo autismo e di come tecniche alternative, tra cui l'ipnosi, l'abbiano aiutata a gestire l'ansia e lo stress associati. Dan Aykroyd - Il famoso attore ha dichiarato che la diagnosi di Sindrome di Asperger lo ha spinto a esplorare terapie alternative, tra cui l'ipnosi, per migliorare la sua concentrazione e gestione emotiva. Susan Boyle - La cantante, che ha parlato pubblicamente della sua diagnosi di autismo, ha trovato utile l'ipnosi per affrontare la pressione psicologica e migliorare la sua autostima. 5. Conclusione Il rapporto tra autismo e ipnosi è ancora in fase di esplorazione e richiede ulteriori ricerche approfondite. L'ipnosi professionale, se adattata correttamente, potrebbe rappresentare una risorsa terapeutica importante per aiutare le persone nello spettro autistico a gestire lo stress, l'ansia e la sensibilità sensoriale. Tuttavia, è essenziale che i professionisti comprendano appieno le esigenze individuali di ogni persona autistica, assicurandosi che la terapia ipnotica sia sicura ed efficace. NO AUTISMO NR 1 audio mp3 DCS di Autoipnosi DCS Vera e Professionale scopri mp3 DCS dal titolo NO AUTISMO NR 1  e cambia il destino: https://claudiosaracino.com/prodotto/... #autismo  #asperger #iperattivo
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cinquecolonnemagazine · 3 months ago
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Covid, problemi di memoria e 'meno intelligenti' dopo infezione: lo studio
(Adnkronos) - Depressione, ansia, stanchezza, ma anche problemi di memoria e un Qi più basso: questa la pesante eredità che Covid-19 può lasciare, anche 2-3 anni dopo il contagio e il ricovero in ospedale, secondo un nuovo studio pubblicato su 'Lancet Psychiatry'. Covid e problemi di memoria Condotto da un gruppo di ricercatori in tutto il Regno Unito, guidati dalle Università di Oxford e di Leicester, il lavoro evidenzia la natura persistente e significativa di disturbi cognitivi e psichiatrici, nonché l'emergere di nuovi sintomi anni dopo l'infezione.  La ricerca è condotta su 475 partecipanti, che erano ricoverati durante la prima ondata di pandemia, a cui è chiesto di completare una serie di test cognitivi tramite il proprio computer e di segnalare la presenza di depressione, ansia, stanchezza e la percezione soggettiva dei problemi di memoria. Inoltre, è chiesto loro se avessero cambiato professione e perché.  Dai risultati è emerso che due o tre anni dopo essere stati infettati dal Covid-19, i partecipanti hanno ottenuto in media punteggi significativamente più bassi nei test di attenzione e memoria: in pratica sono persi, in media, 10 punti di quoziente intellettivo. Inoltre, una percentuale sostanziale ha riportato sintomi gravi di depressione (circa 1 persona su 5), ansia (1 su 8), affaticamento (1 su 4) e problemi di memoria (1 su 4), che col tempo peggioravano. Sebbene in molti questi sintomi fossero già presenti 6 mesi dopo l'infezione, alcuni hanno anche manifestato 2 o 3 anni dopo l'infezione problemi che non avevano sperimentato prima. Sintomi e recupero Ciò suggerisce che i primi sintomi - evidenziano gli scienziati - possono essere predittivi di disturbi successivi e più gravi, sottolineando l'importanza di una gestione tempestiva. Non solo. Più di un partecipante su quattro ha riferito di aver cambiato professione e molti hanno addotto come motivo proprio i deficit cognitivi più che la depressione o l'ansia sperimentati dopo la malattia.   Il grado di recupero a sei mesi dall'infezione è un forte predittore degli esiti psichiatrici e cognitivi a lungo termine: intervenire precocemente per gestire i sintomi potrebbe prevenire lo sviluppo di sindromi più complesse e migliorare il recupero complessivo, raccomandano i ricercatori. [email protected] (Web Info) Foto di PIRO da Pixabay Read the full article
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sorella-di-icaro · 5 months ago
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L'ansia è una risposta emotiva normale e salutare allo stress o al pericolo. Tuttavia, quando diventa eccessiva o persistente, può trasformarsi in un disturbo d'ansia.
Sintomi dell'ansia:
* Sintomi cognitivi: preoccupazione eccessiva, pensieri negativi, difficoltà di concentrazione, irrequietezza, sensazione di imminente pericolo.
* Sintomi fisici: palpitazioni, sudorazione, tremore, mancanza di respiro, nausea, vertigini, tensione muscolare, difficoltà a dormire.
* Sintomi comportamentali: evitamento di situazioni ansiogene, irritabilità, difficoltà a stare fermi, bisogno di rassicurazione.
Tipi di disturbi d'ansia:
* Disturbo d'ansia generalizzato (GAD): caratterizzato da preoccupazione e tensione persistenti e immotivati.
* Disturbo di panico: caratterizzato da attacchi di panico improvvisi e intensi, accompagnati da forti sintomi fisici e di paura.
* Disturbo d'ansia sociale: caratterizzato da una paura intensa e persistente delle situazioni sociali.
* Disturbo d'ansia da fobia: caratterizzato da una paura intensa e persistente di un oggetto o situazione specifica.
Cause dell'ansia:
* Fattori genetici: l'ansia può essere in parte ereditaria.
* Fattori ambientali: eventi stressanti o traumatici, come abusi o negligenza, possono aumentare il rischio di sviluppare un disturbo d'ansia.
* Fattori biologici: squilibri chimici nel cervello possono contribuire all'ansia.
Trattamento dell'ansia:
* Terapia: la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) è il trattamento più efficace per i disturbi d'ansia. La TCC aiuta le persone a identificare e modificare i pensieri e i comportamenti negativi che contribuiscono all'ansia.
* Farmaci: i farmaci ansiolitici possono essere utilizzati per alleviare i sintomi dell'ansia. Tuttavia, i farmaci non sono una cura per i disturbi d'ansia e dovrebbero essere utilizzati solo in combinazione con la terapia.
* Stile di vita: cambiamenti nello stile di vita, come esercizio fisico regolare, tecniche di rilassamento e gestione dello stress, possono anche aiutare a ridurre l'ansia.
Se pensi di avere un disturbo d'ansia, è importante parlare con un medico o un professionista della salute mentale. Con il trattamento, la maggior parte delle persone con disturbi d'ansia può imparare a gestire i propri sintomi e vivere una vita piena e produttiva.
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lamilanomagazine · 7 months ago
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Verona. Al via i corsi online gratuiti promossi dal Comune per assistenza alle persone affette da demenza. 
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Verona. Al via i corsi online gratuiti promossi dal Comune per assistenza alle persone affette da demenza.  Per tutto maggio saranno proposti quattro incontri formativi rivolti in particolare ad assistenti familiari e caregiver. Inoltre, in distribuzione un volantino per orientare le famiglie nel mondo dei servizi e delle risorse presenti nel Comune di Verona. Promuovere gli strumenti e le strategie per chi si prende cura di persone con demenza e disturbi della memoria. E' questo l'obiettivo del percorso formativo gratuito per Assistenti Domiciliari e Familiari, strutturato in quattro incontri online tematici, in programma il giovedì dal 9 al 30 maggio, dalle 17 alle 18.30. Iscrizioni entro il 5 maggio al questo link - numero partecipanti massimo 30 persone. L'iniziativa, presentata nella mattina del 23 aprile a Palazzo Barbieri, rientra fra i progetti sostenuti dal Comune nell'ambito del "Tavolo per la qualità della vita nella demenza", che vede la partecipazione di diversi attori coinvolti sul tema: il Centro di Decadimento Cognitivo e Demenze dell'Ulss 9 Scaligera, l'Associazione Alzheimer Verona, l'Associazione Familiari Malati di Alzheimer, OMNIA Impresa Sociale e Sentemente® Modello. Lo scopo del tavolo è sensibilizzare la cittadinanza sul tema della qualità della vita nonostante la diagnosi di demenza e i disturbi della memoria; favorire l'integrazione e la cooperazione tra le realtà che lavorano da anni in questo ambito. "Ogni anno in occasione della Giornata Mondiale dedicata alle persone con Alzheimer – spiega l'assessora alle Politiche sociali - che si celebra la terza domenica di settembre, il Tavolo organizza un convegno pubblico che diventa occasione di riflessione condivisa, stimolo sul tema e momento di sensibilizzazione nei confronti della cittadinanza e dei professionisti. Quest'anno abbiamo scelto di sostenere una iniziativa diretta alla formazione, per dare un'opportunità in più per ampliare la conoscenza sugli strumenti e le strategie di presa in cura. L'anziano con demenza presenta notevoli difficoltà di gestione e di assistenza a domicilio, che causano spesso un considerevole turn-over tra gli assistenti familiari e di conseguenza gravi disagi per la famiglia e per lo stesso malato". Alla presentazione del progetto hanno partecipato oggi per il Centro per i Disturbi Cognitivi e Demenze AULSS 9 Scaligera Laura De Togni, per l'Associazione Familiari Malati di Alzheimer Giorgio Facci, per l'Associazione Alzheimer Italia Verona Maria Grazia Ferrari e Luca Faella, Elena Mantesso di Sente-mente® e Daniela Liberati dei Servizi per Adulti e Anziani Comune di Verona. Percorso formativo per assistenti domiciliari e familiari Prendersi cura di una persona con demenza per molto tempo è difficile e complesso. La malattia può richiedere un'assistenza per un periodo che può essere superiore anche ai 10 anni e questo impatta sulla vita personale in modo significativo causando momenti di stanchezza fisica e psicologica. Il corso è stato volutamente proposto in modalità online per garantire la maggior partecipazione di assistenti familiari e caregiver, che spesso non possono partecipare a formazioni in presenza, per la necessità di garantire l'assistenza alla persona ammalata. Gli appuntamenti saranno nella giornata di giovedì, dalle 17 alle 18,30, con il seguente programma: Il 9 maggio, "Prendersi cura di una persona con demenza: conoscere, comprendere e valorizzare" a cura di Elena Ferlini, Psicologa e Psicoterapeuta Associazione OMNIA Impresa Sociale. Il 16 maggio, "I dodici passi per un approccio positivo e corretto alla persona affetta da demenza" a cura di Paola Benetti, Educatrice, Formatrice "Approccio Capacitante" AFMA Associazione familiari malati di Alzheimer. Il 23 maggio, "Attività quotidiane da svolgere insieme all'anziano" a cura di Karin Garagna, Psicologa Psicoterapeuta Associazione Alzheimer Verona ODV. Il 30 maggio, "Disturbi del comportamento: sintomi o linguaggio?" a cura di Elena Mantesso, Educatrice e Felicitatore formatore Sente-mente® modello Distribuzione del volantino informativo "La persona con demenze quali servizi" Sul tema è stata inoltre prevista la distribuzione di una brochure cartacea, disponibile anche on line sui siti del Comune di Verona, dell'ULSS 9 e sui canali social. Una mappa per orientare le famiglie nel mondo dei servizi e delle risorse presenti nel territorio comunale. Un supporto in più per rispondere ad una richiesta delle famiglie che, di fronte ai primi sintomi della malattia, spesso non sanno dove e a chi rivolgersi per chiedere un aiuto. Si pensi che nel 2023 su 2732 primi accessi al Segretariato Sociale del Comune di Verona, 1669 hanno riguardato anziani, con richiesta di informazioni, orientamento e servizi. Nella brochure si troveranno informazioni sui Centri di Decadimento Cognitivo e delle Demenze (CDCD), sui Centri Diurni per anziani non autosufficienti, sui servizi offerti dal Comune di Verona e dagli enti del Terzo Settore. Verrà indicato anche il link per accedere al sito "Mappa delle Demenze della Regione Veneto", dove si possono ottenere ulteriori indicazioni ed informazioni.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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mariaceciliacamozzi · 7 months ago
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A PROPOSITO DI... DISPOSOFOBIA
Che si tratti di un abito che potrebbe tornare di moda o della collezione di una serie di oggetti pi�� o meno utili di cui non riusciamo a disfarci, chiunque può aver familiarità con il piacere di conservare un oggetto o la difficoltà di disfarsene. Ma quando la necessità di accumulare beni, fino a ingombrare aree vitali della propria abitazione, e la difficoltà a liberarsene raggiungono livelli clinicamente significativi, entriamo nella sfera del "disturbo di accumulo" o "disposofobia".
Il disturbo da accumulo ha un’incidenza di gran lunga maggiore di quanto si possa immaginare. Si stima che nei paesi occidentali abbia una diffusione che si aggira tra il 2 e il 5% della popolazione.
"Disposofobia" viene definita come la “tendenza patologica ad accumulare oggetti senza alcun ordine, fino a rimanerne sommersi.”
Il comportamento di accumulo compulsivo, all’interno del DSM-V, rientra come categoria autonoma tra i criteri diagnostici del disturbo di personalità ossessivo-compulsivo: una persona con sindrome da accumulo compulsivo sente cioè un bisogno ossessivo di accumulare una grande quantità di oggetti, anche quando questi risultano o sono ritenuti inutili, pure pericolosi o magari dannosi.
La disposofobia infatti può portare all’accumulo di cibo, vestiti, stoviglie, oggetti vari, ma anche armi, mobili, piante e animali (gatti, uccellini, criceti, ecc). Quest'ultimo si definisce Animal Hoarding.
Accumulare oggetti, porta “l’accumulatore seriale” a esaurire velocemente gli spazi a disposizione per contenerli, rendendo gli ambienti insalubri e provocando significativi danni alla mobilità, all’alimentazione, alla convivenza, alla pulizia. A causa delle difficoltà in casa, possono inoltre nascere problemi familiari; a volte i rapporti sociali e le uscite si diradano, aumentando il senso di solitudine.
Non è semplice pensare di rimuovere gli oggetti accumulati, perché la persona sperimenta una persistente difficoltà a selezionarli, o pensare di separarsene, anche quando non sussiste un reale valore affettivo con essi.
Si è riscontrata spesso una comorbilitá di questa patologia con disturbi d’ansia e depressione, ma ci sono evidenze anche di una comorbilità con l’ADHD.
È frequente che il bisogno di conservare beni e l’ansia da separazione da essi si presenti anche con la "sindrome da shopping compulsivo": spesso con acquisti online, in caso di oggetti che si crede possano essere indispensabili e per cui, invece, la persona perde interesse nel momento dell’ingresso in casa.
A completamento del profilo psicologico dell’accumulatore seriale, il DSM-5 valuta la 'consapevolezza' della persona che soffre di questo disturbo in merito alle dinamiche che portano all’accumulo, e può essere:
1) buona, se i comportamenti sono riconosciuti come eccessivi e disfunzionali. Oppure
2) scarsa o delirante, se questi non vengono percepiti come problematici e l’accumulatore (hoarder) è inamovibile rispetto alle sue convinzioni.
C'è da aggiungere che, a differenza di altre tipologie di pazienti ossessivo compulsivi, come i washers/cleaners con i loro rituali di pulizia (lavarsi spessissimo le mani) o evitamento per paura di contagio e/o sporcizia (rupofobia) o i checkers con i loro controlli e rimuginii continui, gli accumulatori potrebbero non percepire il disagio della loro condizione.
Cause della disposofobia
La ricerca ha preso in considerazione fattori di tipo ambientale, genetico, aspetti neurobiologici (come il coinvolgimento di neurotrasmettitori come dopamina e serotonina) e anatomici, così come la presenza di specifici deficit cognitivi.
Nel disturbo da accumulo è stato osservato, per esempio, un funzionamento anomalo dei lobi frontali, aree cerebrali implicate nella motivazione, nella capacità di prendere decisioni, mantenere l’attenzione sul compito ed evitare errori.
Anche la componente genetica può favorire lo sviluppo di questo disturbo, così come un vissuto traumatico (ad esempio, un lutto complicato, una separazione, un evento molto stressante).
Vivere con un accumulatore
La sindrome compulsiva da accumulo interessa non solo la persona accumulatrice compulsiva, ma coinvolge anche il contesto familiare e relazionale in cui essa vive.
La casa di un accumulatore seriale spesso è inaccessibile, stipata di mobili e oggetti sino al soffitto, limitando così le interazioni sociali non solo della persona disposofobica, ma anche dei partner e dei figli.
Per il partner, infatti, può essere molto difficile capire come gestire la relazione con un accumulatore seriale. Il disturbo da accumulo compulsivo può causare frequenti crisi di coppia e problemi nelle relazioni amorose, che a volte possono concludersi con divorzi e separazioni.
Oltre che al soggetto disturbato, la psicologia può essere d’aiuto anche ai familiari e alle persone vicine agli accumulatori compulsivi, dando utili suggerimenti su come aiutare un accumulatore compulsivo ad uscire dal problema.
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delectablywaywardbeard-blog · 9 months ago
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Imparare a fare le orecchiette per allenare la mente
Allenare la memoria impastando acqua e semola rimacinata di grano di duro. Solleticare ricordi sbiaditi sporcandosi le mani di farina facendo le orecchiette. È quanto successo ai pazienti del centro diurno per disturbi cognitivi “Villa Anita” di Terlizzi, in provincia di Bari che per una mattinata, guidati da Arianna Campanella, lady chef Divella hanno preparato la tipica pasta pugliese.    …
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mindfulness75 · 1 year ago
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LO STRESS IN GRAVIDANZA: IMPATTI PROFONDI SU MADRE E BAMBINO
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Il viaggio della gravidanza è intriso di gioie e sfide, ma ciò che spesso rimane in ombra è l'effetto dello stress sulla madre e sul feto. Esploriamo in dettaglio la connessione tra lo stato emotivo della futura mamma e le implicazioni sullo sviluppo del bambino, analizzando gli aspetti psicologici e offrendo pratici consigli per affrontare questo percorso.
Stress in Gravidanza: Rischi per la Madre
Per comprendere appieno gli impatti dello stress in gravidanza, è cruciale definire questa risposta psicofisica. Lo stress può manifestarsi in vari sintomi fisici e cognitivi, quali mal di testa, tachicardia, sudorazione e preoccupazioni costanti. Quando questa esperienza si svela durante la gravidanza, ogni aspetto della vita quotidiana assume un ruolo critico, influenzando non solo la madre ma anche il bambino in crescita.
Conseguenze dello Stress sulla Madre
Lo stress prolungato in gravidanza può causare disturbi del sonno, variazioni dell'appetito, mal di testa e irascibilità, oltre a indebolire il sistema immunitario. Questi fattori aumentano il rischio di infezioni, creando un ambiente meno favorevole per la crescita fetale.
Conseguenze dello Stress sul Bambino
Il rischio di parto pretermine e basso peso alla nascita è più elevato in situazioni di stress materno. Studi indicano che lo stress durante la gravidanza potrebbe contribuire a malattie respiratorie, dermatologiche e a alterazioni fisiche nel bambino. Il cortisolo, un ormone associato allo stress, potrebbe anche influire sullo sviluppo intellettuale, aumentando la probabilità di un quoziente intellettivo più basso.
Riduzione dello Stress in Gravidanza
Per mitigare gli effetti negativi dello stress, soprattutto nell'ultimo semestre, è consigliabile che la futura mamma riceva supporto psico-emotivo. Pratiche come la Mindfulness, una forma di meditazione, possono aiutare la donna a gestire lo stress, concentrandosi sul momento presente senza giudizio.
Considerazioni Finali
Sebbene lo stress in gravidanza presenti sfide, non è sempre negativo. Esiste uno stress positivo, chiamato 'eustress', che può essere affrontato positivamente per aiutare l'organismo a superare le sfide. È fondamentale che le donne comprendano la complessità dello stress e si concedano il giusto riposo, senza esigere troppo da sé stesse. La consapevolezza del proprio corpo e l'adozione di pratiche di gestione dello stress possono rendere il percorso della gravidanza più equilibrato e sereno.
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centroamamentemilano · 1 year ago
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E se fosse un disturbo del linguaggio?
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Se fosse un disturbo del linguaggio infantile, potrebbe manifestarsi in diversi modi, come difficoltà nel comprendere e nell'utilizzare il linguaggio, problemi di pronuncia o di fluency, limitatezza del vocabolario e difficoltà di espressione dei pensieri e delle emozioni. Questo disturbo può essere causato da diversi fattori, come problemi neurologici, deficit cognitivi, ambienti poco stimolanti o mancanza di interazione verbale durante l'infanzia. Se non viene riconosciuto e trattato adeguatamente, il disturbo del linguaggio infantile può avere un impatto negativo sul successo scolastico e sulle relazioni sociali del bambino.
È importante che i genitori e gli educatori siano consapevoli dei segnali di un possibile disturbo del linguaggio e che si rivolgano a un professionista per una valutazione e un intervento tempestivo.
Con il giusto sostegno e l'adeguato trattamento, i bambini con disturbo del linguaggio infantile possono superare le loro difficoltà e sviluppare pienamente le loro abilità comunicative.
Cell.3311842704
https://www.centroamamente.it
https://www.centropsicologicomilano.it
https://www.milanologopedista.it
Centro logopedico Milano logopedista infantile logopedista online disturbi del linguaggio infantile
terapia logopedica online
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scienza-magia · 1 year ago
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Esperimenti italiani sulla salute in condizione di microgravità
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Aeronautica Militare ed Agenzia Spaziale Italiana insieme per eseguire ricerche scientifiche a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. La partecipazione alla missione Ax-3 di Axiom Space permetterà di incrementare le migliori competenze nazionali legate alle attività umane nello spazio, sia in ambito medico sia tecnologico, attraverso esperimenti in microgravità. La missione Ax-3, diretta verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS – International Space Station) nel 2024 e a cui la Difesa partecipa con il Col. Walter Villadei dell’Aeronautica Militare, darà la possibilità al Sistema Paese di incrementare competenze scientifiche, tecnologiche e operative – sia di enti istituzionali sia di società private – legate alle attività umane nello spazio. Con un equipaggio tutto europeo, la missione della società statunitense Axiom Space – che decollerà dal Kennedy Space Center (Florida) a bordo della navetta Crew Dragon di SpaceX –, permetterà agli astronauti a bordo della ISS di eseguire una serie di esperimenti scientifici in orbita bassa (Low-Earth Orbit – LEO). Per l’Italia, gli esperimenti sono stati promossi dal Ministero della Difesa e dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), in coordinamento con centri di ricerca, università e industrie, per amplificare – attraverso la sperimentazione – la grande esperienza nazionale in ambito operativo, medico e tecnologico, applicata allo spazio. Nel dettaglio, l’Aeronautica Militare effettuerà attività di sperimentazione, per la prima volta dallo spazio, sul sistema software ISOC (Italian Space Operations Centre), cuore della propria capacità Space Situational Awareness (SSA). Gli astronauti a bordo della ISS replicheranno alcune analisi normalmente svolte dal Centro SSA, uno dei centri operativi spaziali europei in prima linea per il monitoraggio degli oggetti spaziali che rientrano in atmosfera, e che sorveglia costantemente i possibili eventi di collisione tra oggetti artificiali orbitanti attivi (ISS compresa) con i detriti spaziali. La permanenza di due settimane in condizioni di microgravità renderà possibile testare e verificare gli effetti fisiologici del volo spaziale sugli esseri umani, per comprenderne i cambiamenti sia biologici sia psicologici. In tale ambito, l’Aeronautica Militare porterà avanti uno studio legato al sistema cardiovascolare, focalizzato sulle reazioni biologiche alla microgravità della funzione endoteliale, mentre l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) tornerà ad analizzare l’effetto della microgravità sull’aggregazione delle proteine beta amiloide (Aβ), che sono implicate nelle malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer. L’ASI, inoltre, realizzerà l’esperimento ORION, finalizzato allo studio della fertilità femminile in condizioni di microgravità e l’esperimento PROMETEO II per lo studio dello stress ossidativo, alla base di molti effetti deleteri del volo spaziale, tra cui in particolare disturbi cognitivi e comportamentali. Background Aeronautica Militare
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Foto @AM-SM/5° Reparto Comunicazione-Ufficio Pubblica Informazione Nell’ambito del rinnovato interesse internazionale verso il settore spaziale, l’Italia – dove già risiedono eccellenze umane e tecnologiche in questo campo – è in prima fila nella valorizzazione di iniziative di collaborazione civile-militare e partenariati pubblico-privati, finalizzati ad assicurare concreti benefici sia in termini di sviluppo e potenziamento di capacità operative e di difesa nel settore spazio, sia in termini di concreti ritorni sociali, scientifici, economici e industriali al Paese. In quest’ottica, la missione Ax-3 rappresenta il trait-d’union abilitante nell’ambito di una visione strategica nazionale, che lega sinergicamente Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero della Difesa, Ministero delle Imprese e del Made in Italy – con delega allo Spazio, Ministero dell’Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, e Agenzia Spaziale Italiana, rappresentando un’occasione privilegiata per continuare a promuovere l’impegno verso un accesso sicuro ed efficace allo Spazio. L’Aeronautica Militare, con il proprio patrimonio di competenze, è naturalmente proiettata a valorizzare e monitorare anche l’ambiente spaziale, fornendo la propria esperienza a servizio della Difesa e del Paese. Attraverso i programmi nazionali, le cooperazioni bilaterali e la partecipazione ai progetti industriali e di ricerca, la Forza Armata è pienamente inserita nel Sistema Paese e opera per garantire il mantenimento dell’eccellenza nel comparto Spaziale e Aerospaziale nazionale, anche grazie alla sua capacità di addestramento e supporto alle attività umane nello Spazio. Background Agenzia Spaziale Italiana L’Agenzia Spaziale Italiana vanta un’importante esperienza nel settore del volo umano nello spazio che si è affermato e consolidato negli anni. Da oltre 15 anni realizza e testa scienza e tecnologia in microgravità a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, in virtù della partecipazione ai programmi dell’ESA e degli accordi internazionali con NASA. In particolare, sono stati sviluppati esperimenti scientifici di fisiologia umana per il monitoraggio della salute degli astronauti e payload per Life Science. Grazie all’accordo con la NASA, siglato nel 1997 (ASI-NASA Memorandum of Understanding – MoU), l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha un accesso privilegiato alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Grazie all’avveniristico e tecnologico contributo industriale italiano che ha portato al completamento della ISS con la fornitura di tre moduli MPLM (uno dei quali, il PMM è diventato nel 2011 modulo permanente della ISS) l’ASI ha ottenuto, in cambio, il diritto a effettuare voli supplementari di astronauti italiani per missioni di lunga durata e allo sfruttamento delle risorse di bordo della ISS. Una situazione che si è tradotta con la opportunità di effettuare continuamente esperimenti a bordo della ISS. Fonte Aeronautica Militare-Stato Maggiore/5° Reparto Comunicazione/UPI-Agenzia Spaziale Italiana Read the full article
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cristianasworld · 1 year ago
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State pagando persino in disturbi cognitivi. In demenza senza rotolare in RSA.... vi hanno fatto il tso vaccinale.... ehhhhhhhhh vedrete vedrete.... la legge vostra è falsa.
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vorticimagazine · 2 years ago
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Il cervello umano
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Il cervello umano è un organo che personalmente mi ha sempre incuriosito e affascinato, pur nella sua complessità.
Se ricordate, abbiamo già parlato di quest’ultimo, in un ambito particolare, con annessa intervista concessa a noi di Vortici.it in esclusiva, consentendoci di inaugurare nel modo migliore la nostra rubrica dedicata alla Scienza. Questa volta, intendiamo focalizzare la nostra attenzione, su una ricerca abbastanza recente, in ordine di tempo. Tra i vari processi del pensare, quello della decisione rimane tra i più interessanti, ma anche tra i meno conosciuti. Negli ultimi anni, infatti, si è definito quali sono le aree cerebrali più coinvolte e importanti, capaci di garantire questo processo mentale, mentre è rimasto poco conosciuto il contesto bio - molecolare in cui avviene, essendo ancora sconosciute le cellule e le molecole che ci permettono di prendere una decisione.
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Un team di ricercatori dell’Unità di Neuro immunologia, guidati dal Professor Gianvito Martino, neurologo, neuro scienziato e direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, firma un nuovo studio, pubblicato su Nature Communication, che aggiunge un importante tassello alla definizione dei meccanismi cellulari e molecolari che regolano il cervello umano in generale, ed in particolare i circuiti cerebrali che sottendono la nostra capacità di pensare e in particolare, di decidere. La scoperta dei ricercatori del San Raffaele potrebbe aprire la strada allo sviluppo futuro d’interventi mirati, al fine di migliorare le performance cognitive deficitarie nelle persone affette da malattie neurodegenerative. Lo studio del San Raffaele, condotto su un modello sperimentale, identifica una popolazione di cellule del cervello – le cellule staminali periventricolari - e una proteina da esse secreta – insulin-like growth factor binding protein-like 1 (IGFBPL1) – la cui mancanza rende meno capaci di decidere, in altre parole rende più indecisi. Inoltre, lo studio mostra una correlazione tra persone con Sclerosi Multipla, che manifestano disturbi cognitivi, quali la difficoltà a processare le informazioni e la presenza di lesioni cerebrali dovute alla malattia, proprio nell’area "periventricolare", dove sono presenti appunto le staminali produttrici di IGFBPL1. Il lavoro è stato possibile grazie al supporto della Progressive MS Alliance (BRAVEinMS) e della Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (FISM). I ricercatori, studiando le cellule staminali periventricolari hanno scoperto che secernono una proteina – la IGFBPL1 – il cui ruolo è quello di svolgere un’azione trofica su alcune cellule situate in una area cerebrale profonda denominata corpo striato. In quest’area, l’effetto trofico di IGFBPL-1 viene esercitato a favore di alcune cellule, definite interneuroni a picco rapido (fast-spiking), che sono essenziali per i nostri processi cognitivi perché capaci di inibire impulsi elettrici provenienti da qualsivoglia area cerebrale. Così facendo, queste cellule sono capaci di filtrare i messaggi "elettrici" facendo transitare solo quelli destinati a diventare appunto una decisione, giusta o sbagliata che sia. I ricercatori hanno dimostrato che eliminando geneticamente le cellule staminali periventricolari e/o la proteina IGFBPL1, i topi modificati sono risultati indecisi. Nei test comportamentali, infatti, hanno mostrato di non essere in grado di regolare adeguatamente gli impulsi volti a facilitare o a inibire un certo comportamento, pur mantenendo intatta la capacità di apprendimento e di memorizzazione.
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“Questa scoperta aggiunge un tassello alla nostra comprensione di come funziona a livello biologico il nostro pensare in generale e la nostra capacità di decidere in particolare, e ci suggerisce, una volta ancora, come alcuni processi che a noi possono sembrare stranamente complessi siano regolati da meccanismi molecolari comunque individuabili. Speriamo di poter utilizzare in un futuro prossimo tali conoscenze per sviluppare interventi terapeutici specifici per le persone con malattie neurodegenerative e disturbi cognitivi”, spiega Gianvito Martino. “I disturbi cognitivi sono una reale priorità per le persone affette da malattie neurodegenerative quali la sclerosi multipla. Conoscere i meccanismi alla base di questi disturbi, rendendoli sempre più scientificamente misurabili (PROMS), così come ascoltare nel tempo lo loro esperienza di malattia è necessario per poter tradurre questa importante scoperta in interventi terapeutici personalizzati”, aggiunge Paola Zaratin, direttore della ricerca scientifica AISM/FISM. Immagine di copertina e altre immagini: Pixabay Read the full article
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dettaglihomedecor · 2 years ago
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Il design biofilico per migliorare l’umore e la qualità della vita
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Il marchio di interior design Hovia analizza i benefici vitali del design  biofilico e spiega come ottenerli a casa o in ufficio Un tema attuale che tocca tutti al giorno d'oggi è lo stress. Sappiamo bene però, perché di questo ci sono prove scientifiche, che il contatto con la natura allevia lo stress. A questo proposito, la ricerca di comfort attraverso una connessione con la natura è un’idea con cui in molti riescono ad identificarsi, e questa forma di comfort ha un nome: Biofilia. Il design biofilico non è solo una momentanea tendenza per interni, è un vero e proprio movimento. Questo trend di interior design aumenta il benessere del 47% e favorisce la produttività e la creatività sul posto di lavoro. Secondo i dati di Google Trends, le ricerche per “biofilia” in Italia sembrano subire un incremento costante da dopo il 2020, anno dell’inizio dei lockdown legati al Covid-19. Lo stress della pandemia ha portato in superficie l’importanza del benessere mentale e fisico, sia mentre si vive e lavora da casa, ma anche quando si torna in ufficio. L'effetto biofilia è quell'istintiva attrazione che l'uomo ha nei confronti della natura. Significa riconnettersi con le nostre vere radici, che non crescono nel cemento. Esistono molti studi che dimostrano i potenti effetti terapeutici che la natura ha su di noi. Clemens G. Arvay, “Effetto biofilia. Il potere di guarigione degli alberi e delle piante”
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Cos’è il design biofilico?
Il design biofilico è una strategia architettonica e di interior design basata sull'idea della biofilia. Il semplice gesto di aggiungere delle piante all’ufficio può incrementare il benessere generale del 47%, la creatività del 46% e la produttività del 38%. Ma il design biofilico non si ferma alle piante, così come i suoi benefici sono ben più numerosi. Nel suo libro "Design a Healthy Home", l’esperto britannico di design biofilico Oliver Heath analizza i tre principi fondamentali dell’approccio: - La natura nello spazio Arricchire gli spazi con forme reali di natura per connettersi ai sistemi naturali. - Dettagli naturali Includere riferimenti alla natura, prendendo ispirazione dalle sue forme, colori, motivi e texture, e anche il modo in cui la tecnologia può copiarli. - Natura dello spazio Imitare gli ambienti naturali negli interni per migliorare le attività umane. Questo potrebbe tradursi nella creazione di luoghi dove ritirarsi per trovare pace e serenità, oppure nella realizzazione di spazi domestici dove riflettere e allargare le proprie vedute.
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Benefici del design biofilico e come ottenerli a casa o in ufficio
Aiutare i nostri ritmi fisiologici e la felicità. È importante sfruttare al massimo la giornata lasciando che la luce del sole inondi gli spazi il più possibile. In ufficio, è buona abitudine spegnere le luci artificiali e lasciare entrare la luce del giorno attraverso le finestre: vivere con la luce naturale influenza positivamente il nostro ritmo fisiologico, la produttività, l'umore e il sonno. Ridurre i livelli di cortisolo, consentendo un migliore recupero dallo stress. I benefici cognitivi derivanti dallo stare in mezzo alla natura sono ben noti e ben studiati, e per ottenere gli stessi benefici anche quando si sta negli spazi interni, è possibile aggiungere elementi che ricordano l’esterno. I risultati si traducono in una migliore concentrazione, riduzione dello stress, miglioramento dell’umore, e riduzione del rischio di disturbi psichiatrici. Migliorare il benessere e la produttività sul lavoro. La ricerca sul design biofilico sul posto di lavoro dimostra che ci rende più creativi, energici e produttivi, oltre a ridurre le probabilità di ammalarci. Nell’ufficio, domestico e non, è importante avere una finestra con vista, lasciare che la luce naturale entri nello spazio, e che l'aria sia inumidita da qualche pianta. Miglior riposo, regolazione della temperatura e relax. Per il nostro orologio biologico, è importante che nella camera da letto l'oscurità sia totale durante le ore di sonno, quindi via libera a persiane o tende oscuranti. Per evitare che faccia troppo caldo la notte, è suggerito utilizzare un ventilatore o un piumino di lana. Un'altra buona idea è creare un rituale per coricarsi, come ascoltare i suoni della natura e andare a letto alla stessa ora ogni sera.
Il ruolo della carta da parati ispirata alla natura
Il team del marchio di interior design Hovia è sempre stato interessato al design biofilico, e ha osservato come questo gioca un ruolo nelle scelte dei loro clienti. "Le carte da parati a tema natura sono alcuni dei nostri best seller, e i modelli con linee fluide o elementi dipinti a mano sono sempre molto popolari". racconta Catherine Jacob, Head of Design di Hovia. "Le forme naturali e la biofilia ispirano molti dei nostri modelli, ed è chiaro che i nostri clienti riescono a creare un legame con questo tipo di design". Tra i benefici che la natura apporta, c'è sicuramente l'impatto positivo che questa ha sulla salute mentale delle persone. Ma non è solo lo stare all'aria aperta che aiuta a stare bene, alcuni studi dimostrano, infatti, che anche guardare foto a tema natura può migliorare l'umore e alleviare lo stress. In linea con i principi fondamentali del design biofilico, attraverso consigli di stile e foto lifestyle di prodotti, Hovia incoraggia spesso la sua community ad abbinare una carta da parati ispirata alla natura con piante, materie prime, mobili dalle forme morbide, una buona illuminazione e altri dettagli naturali. Con alcune semplici modifiche e aggiunte all’arredamento, chiunque può creare uno spazio biofilico, una casa o un ufficio che influenzi positivamente chi ci vive o lavora. Come acquistare le carte da parati botaniche Hovia Le carte da parati botaniche di Hovia sono disponibili qui, un assortimento di modelli su misura e in rotoli ispirati alla natura, capace di arricchire uno spazio biofilico attraverso colori e motivi. Le carte da parati vengono inviate in tutto il mondo tramite servizio di spedizione gratuita e consegnate in 3-5 giorni lavorativi. Qui di seguito, i prezzi delle varie opzioni: - Carta da parati su misura: da 48,00 € al metro quadro, tasse - Carta da parati in rotolo: 144,00 € al rotolo, tasse - Carta da parati su misura su carta adesiva: 79,20 € al metro quadro, tasse Immagini di Hovia Read the full article
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guidagenitori · 2 years ago
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Alcuni scienziati hanno scoperto che tra gli effetti negativi del Covid-19 non ci sono solo pericardite e depressione, ma anche disturbi cognitivi
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LA DISLESSIA E I DISTURBI DELL'APPRENDIMENTO: INTERVISTA PER "PROFESSIONE MAMMA" 
 
COME RICONOSCERE I SEGNALI DELLA DISLESSIA ( DSA )
La dislessia fa parte della famiglia dei disturbi specifici dell'apprendimento
scolastico, assieme alla disgrafia, la disortografia e la Discalculia. Sono disturbi cognitivi di origine neuro-biologica....
quindi geneticamente determinati e ad alta familiaritá. 
Si manifestano con difficoltá precoci e specifiche nell'apprendimento (rispettivamente delle abilitá di lettura, scrittura e ortografia, calcolo) che non dipendono da deficit intellettivi, scarsa motivazione, problematiche di natura emotiva o svantaggio culturale.
Il 10% della popolazione scolastica presenta difficoltá di apprendimento, ma solo il 5% presenta difficoltá specifiche di apprendimento.
La Dott.ssa Anna La Guzza, psicologa clinica specializzata in prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi dell'apprendimento, emotivi e del comportamento, in questa intervista affronta il tema dei disturbi dell'apprendimento del bambino, per invitarci a prenderne coscienza. 
Dott.ssa La Guzza come facciamo ad accorgerci precocemente se nostro figlio ha qualche disturbo specifico?
"Io credo che l'identificazione precoce sia fondamentale ai fini della positiva evoluzione del disturbo. 
I primi segnali possono cogliersi già a 3 anni (secondo le ultime ricerche) ma uno specialista può già individuarli dai 5 anni, quando il bambino frequenta l'ultimo anno della scuola dell'infanzia.
A 5 anni è un bambino che non ha ancora maturato i prerequisiti all'apprendimento.
A questo proposito le scuole dovrebbero impegnarsi a mettere in campo test di screening. 
All'ingresso in prima ci sono segnali più evidenti:
- A Gennaio della prima fa fatica a riconoscere le lettere, spesso le inverte, confonde p q d b, confonde la a e la e, fa fatica a imparare parole o poesie a memoria, appare disorientato nella percezione del tempo, tarda a imparare ad allacciarsi le scarpe o a leggere l'orologio.
- E' molto più lento rispetto ai bambini della sua classe nella lettura e commette molti errori quando legge. Commette molti errori di ortografia e , nonostante l'impegno, non riesce a migliorare. 
- Può non ricordare le tabelline, i giorni della settimana, le stagioni o i mesi...dimentica il nome degli oggetti e può avere scarsa memoria.
- Può avere difficoltà di attenzione e concentrazione.
- Ma nonostante queste difficoltà è un bambino intelligente e sveglio, molto creativo e intuitivo, che magari eccelle in altri ambiti quali lo sport, la musica, il disegno." 
Cosa si fa nel momento in cui si nutrono dei dubbi in tal senso? 
" Ecco, se avete il sospetto che le difficoltà di vostro foglio non siano dovute a scarsa motivazione, disinteresse, scarse possibilità di apprendimento o altro, se il vostro bambino appare frustrato, scoraggiato, o emergono sintomi fobici verso la scuola, chiedete colloquio urgente agli insegnanti. 
Le insegnanti, se formate, hanno il dovere di condurre valutazioni di approfondimento specifiche.
Se avete ancora dei dubbi contattate un centro specializzato Dsa per un approfondimento.
Un bambino con disturbo dell'apprendimento che non viene riconosciuto vive continue frustrazioni, la sua autostima può essere molto bassa e quindi richiede un sostegno psicologico continuativo." 
Emotivamente tutto ciò va a compromettere l'autostima inizia la frustazione come aiutarli? 
"Come avrete sicuramente capito il disturbo dell'apprendimento è un mondo complesso, fatto soprattutto di emozioni.
Per questo motivo lo psicologo clinico specializzato è il professionista adatto per affiancare il bambino e le famiglie.
La problematica (e ci tengo a precisare, la dislessia e i dsa sono un problema nel momento in cui l'ambiente non è preparato ad accogliere questo tipo di neurodiversità) è comunque complessa perché ogni caso è a se stante e le emozioni sono fortemente implicate. 
Quindi rivolgetevi ad uno psicologo specializzato, che programmi un trattamento su lettura, scrittura e calcolo ma anche sostegno alla famiglia, consulenze alle insegnanti e soprattutto sostegno alle emozioni del bambino con dsa.
I bambini con dsa (dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia, e disturbo misto) sono bambini con intelligenza nella media, per definizione" 
Dott.ssa come riconosciamo un bravo psicologo? 
"Per lo psicologo "bravo" il lavoro non è un lavoro ma una passione, il suo interesse primario è il benessere del bambino è un professionista umile che non propone il suo trattamento come risolutivo, è una persona umana e sincera che sa consigliare senza invadere, una persona che sa ascoltare veramente e si commuove, che fa il suo lavoro con passione e meglio che può.
I primi incontri di solito sono conoscitivi, quindi andate e toccate con mano.
Se il professionista non vi convince cercate altro!
Ma soprattutto, portate il vostro bambino... Se vi dirà "mamma quando torniamo?" "mamma che bello non voglio andare via" allora siete sicuri che è il posto giusto per lui!"
Ma torniamo emozioni e su come sostenere un bambino con dsa.
" Credo che il primo passo da fare sia essere sinceri circa il disturbo, spiegare con parole semplici in cosa consiste, in modo che il bambino possa rendersi conto che le sue difficoltà nn sono dovute a scarsa intelligenza o svogliatezza.
Uno psicologo che segue il bambino lavora innanzitutto su questo, sul riconoscimento non sono delle difficoltà oggettive, ma dei propri punti di forza.
Questo permette di incrementare l'autostima Il genitore a casa può fare la stessa cosa. Sarà il professionista a indicare quali strategie impiegare 
Ci sono molti modi per incoraggiare o motivare un bambino ma non tutti sono adeguati al caso specifico, appunto perché c'è molta variabilità."
"Ascolto e dialogo aperto sono sicuramente atteggiamenti vincenti per un genitore e per un insegnante, così il bambino può sentirsi amato e accettato, con le sue particolari diversità."
 Centro Dislessia a Milano
Centro Amamente Milano  Cell.3311842704
http://www.professionemamma.it/risultati-della-ricerca.html?searchword=la%20guzza&searchphrase=all
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