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#disegno architetti
poisonor · 1 year
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Miami Deck Rooftop Inspiration for a huge contemporary rooftop outdoor kitchen deck remodel with a pergola
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designmiss · 10 years
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Oscar scrittoio: un mobile in noce Valsecchi 1918 https://www.design-miss.com/oscar-scrittoio-noce-e-pelle-valsecchi-1918/ Oscar scrittoio in noce e pelle disegnato da Giorgio Bonaguro per Valsecchi 1918, caratterizzato da una struttura minimale e un sotto-piano in pelle
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fashionbooksmilano · 6 months
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Italo Rota
Projects, works, visions 1997-2007
Skira, Milano 2008, 352 pagine, 27x22cm, ISBN 9788876246401
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Un libro d'autore su un architetto dallo stile provocatorio, radicale e visionario.
Italo Rota è stato uno degli architetti italiani di maggior interesse sulla scena italiana ed europea degli ultimi anni. Dopo i fortunati esordi in Francia alla fine degli anni Ottanta con il progetto per l’ala Richelieu del Louvre e per gli spazi pubblici di Nantes, il ritorno in Italia negli anni Novanta sancisce una nuova fase progettuale e creativa ricchissima che va dagli allestimenti museali e per la Maison Cavalli (showroom caffè a Miami, Milano e Mosca, mostre e sfilate) ad una serie di nuovi edifici pubblici in Italia e India. Il suo stile provocatorio, radicale e visionario ne fanno un autore di riferimento obbligato per comprendere alcuni dei possibili sviluppi dell’architettura del prossimo futuro; insieme il suo rapporto disinibito con la storia, il progetto e la decorazione fanno dei suoi lavori una fonte di riflessione importante. Il volume si occupa soprattutto dell’attività degli ultimi quindici anni spaziando dagli allestimenti fino al disegno degli spazi pubblici da Rouen a Brescia, Verona e Palermo; una sezione è dedicata ad i nuovi spazi collettivi con le biblioteche per ragazzi di Anzola e Perugina, con la chiesa di Roma, il casinò di Lugano, un tempio induista a Bombay, il progetto per la riforma dell’Arengario a Milano. Testi e materiali di progetto sono montati nel volume a comporre un vero e proprio libro d’autore in cui progetto e pensiero sull’architettura si mescolano mirabilmente.
Io conoscevo molto bene Italo Rota che è stato un mio ottimo cliente e amico. L'ultima volta che l'ho visto era al mercato dei libri di Piazza Diaz il mese scorso con la moglie Margherita Palli
08/04/24
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archinterni · 10 months
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UNA VITA DA ARCHITETTO
Interessante incontro con Gian Carlo Malchiodi che, introdotto dall'amico Ugo la Pietra, curatore del volume per i tipi di Prearo Editore e da Antonio Monestiroli, racconta la feconda vita professionale all'insegna di un razionalismo della scuola milanese.
Presiede l'incontro il Presidente dell'Ordine Arch. Daniela Volpi.
GIAN CARLO MALCHIODI: UNA VITA DA ARCHITETTO
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DANIELA VOLPI Il Presidente dell’Ordine Daniela Volpi dà il benvenuto e ringrazia per aver scelto la sede dell’Ordine per la presentazione del bel libro su Gian Carlo Malchiodi, uno dei protagonisti della rinascita della città del dopoguerra. Milano è ricca dei suoi edifici nei quali, ancora oggi si può riconoscere la sua ricerca nel declinare la modernità mantenendola all’interno delle identità storiche della scuola razionalista. Una modernità “progettata”, sintesi creativa tra passato e futuro. UGO LA PIETRA L’Architetto e Artista Ugo La Pietra, curatore del libro prende la parola e racconta di aver accettato il difficile incarico di scrivere questo testo, non come storico, ma come appassionato di architettura. Con questo approccio, infatti, ha scritto diversi saggi: nel 1985 ha scritto il primo libro su Gio Ponti, fino ad allora autore dimenticato. Successivamente ha scritto di Ulrich e poi stava apprestandosi a fare la monografia di Tomaso Buzzi e del suo maestro, Vittoriano Viganò. Noi tutti passiamo davanti alle case di Malchiodi, senza saperlo. Questo libro dovrebbe portare alla luce queste mirabili opere degli ani 40 e 50. In quegli anni, se ci fossero stati più architetti del suo livello, la città avrebbe oggi un altro aspetto. Malchiodi è anche fine designer, basti guardare le cassette delle lettere, i corrimano, le maniglie, le lampade e tutti i piccoli dettagli che pazientemente disegna, senza lasciare nulla la caso. La sua architettura è colta e attenta, dal disegno equilibrato e ricco di modulazioni, ritmi, soluzioni spaziali innovative e trasparenze. Le soluzioni progettuali sono rese da arditi accostamenti di materiali, caldi e freddi, colorati o sobri. ANTONIO MONESTIROLI Antnio Monestiroli inquadra l’opera di Malchiodi nello scenario culturale dell’epoca, che vedeva come protagonisti Gardella, Albini, BBPR, generazione di maestri molto poco conosciuta, forse anche perche’ poco trattata dalle riviste, trascurata dalla storia dell’architettura.
E’ un movimento di cultura, che crede nella ragione e vede anche l’architettura come una disciplina conoscitiva. Sviluppando un progetto, si andava alla radice del problema, cogliendo gli elementi essenziali e organizzandoli in modo razionale. Il grande amore per la casa in cui si vive bene, in cui vige un buon rapporto con la natura e il sole, l’attenzione verso le condizioni igieniche, la distribuzione spaziale logica, hanno come risultante la semplicità della forma. Un altro aspetto importante riguarda il rapporto tra la vostra generazione e quella dei progettisti più giovani. Oggi sembra ci sia una riscoperta di forme pure e razionali a voi care. Intanto si sta abbandonando l’hi-tech, momento di forte ideologia delle macchine architettoniche come il Beaubourg. GIAN CARLO MALCHIODI Malchiodi comincia il suo intervento ringraziando tutti gli attori della serata: l’Ordine, l’editore e i relatori. Quando ha cominciato a progettare in Italia c’era ancora la famosa architettura del regime. Tutte le riviste italiane portavano esempi quali Piacentini, salvo qualche eccezione come Ridolfi. Uno stile che non lo convinceva. Nella sua vita professionale ha avuto diverse esperienze e anche la fortuna di avere avuto come maestro Gio Ponti e di essere andato a lavorare nel suo studio. Dopo il lavoro spesso Ponti gli parlava di architettura, insegnandogli molti principi che ancora usa. Diceva: “l’edificio deve essere un oggetto finito, completo, composto da base, corpo e coronamento. Se lo progettate così non si potranno attaccare dei pezzi”. Achille Castiglioni faceva l’esempio dell’uovo, forma naturale perfetta e pertanto intoccabile. Lo stesso Castiglioni diceva che nulla doveva essere lasciato al caso. Se ne è ben accorto Malchiodi, nella professione, quando, omettendo di disegnare dei particolari, essi venivano malamente interpretati dal costruttore. Alle volte basta un particolare sbagliato, per rovinare tutta una composizione. Malchiodi è sempre partito dalla pianta, cercando sempre di perfezionarla, perchè la casa risultasse funzionale, rispondendo alle esigenze del fruitore. Le sue piante sono come delle macchine e da esse deriva la forma dell’edificio esterno. Per quanto riguarda i committenti, egli non ha mai avuto clienti ricchi e altisonanti, che lo chiamavano per progettare una villa. La casa di via De Amicis, per esempio è fatta di balconcini, come quella progettata da Viganò in Viale Piave, pannellati, in origine, color carta da zucchero. Malchiodi avrebbe voluto che ogni pannello dei balconi fosse dipinto con un quadro astratto, e che tutti i pannelli insieme formassero un enorme dipinto. Cosa impossibile, se vediamo cosa è venuto fuori. Una delle case che gli piace ancora ora è quella di via Cassolo, una delle ultime. Una casa con un fronte di oltre 60 metri molto stretto. Ha voluto arretrare la casa, progettato un giardino sul fronte e innalzato la casa maggiormente, rompendo questo volume in quattro elementi sfalsati e collegati dai corpi scale e ascensori. Questi edifici avevano perso il loro parallelismo con la strada, che è stato poi recuperato mediante l’allineamento dei balconi.
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co-arch · 2 years
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RFZ / Madonna di Campiglio
Progetto di ristrutturazione di un appartamento in un edificio degli anni ’70 vicino a Campo Carlo Magno a Madonna di Campiglio. Il progetto parte dalla ridefinizione degli spazi interni ricollocando i servizi e dando una nuova configurazione agli spazi della zona giorno. Dove prima si trovava la cucina a vista, l’idea è stata quella di creare un nuovo volume nella zona giorno, che contenesse i servizi, il nuovo bagno e un angolo cottura separato dal soggiorno ma che contemporaneamente desse ordine e ridefinisse la zona giorno. Il nuovo volume è rivestito in legno lamellare di larice con finitura naturale per rendere visibili le venature calde del legno, scandito da listelli verticali della stessa essenza. La sfida è stata quella di ripensare le classiche “perline” da montagna mantenendo il materiale ma rivedendone la tecnologia e la finitura. La zona giorno è ora delimitata dal nuovo cubo di legno servizi e dalla parete vetrata con vista sulle dolomiti del Brenta. L’uso di materiali naturali sia per il pavimento che per gli arredi su misura riscalda l’ambiente e lo rende accogliente e montano allo stesso tempo. La zona pranzo è caratterizzata dal disegno lineare di una nuova panca su misura che si accosta al tavolo e alle sedie esistenti, in stile tirolese. Sono stati ridisegnati anche i copricaloriferi in larice con fori rotondi CNC. Il corridoio è scandito dagli stessi listelli verticali, presenti sulle pareti della zona giorno, posizionati equidistanti, per dare ritmo alle pareti intonacate bianche e sono intervallati da piccoli appendini in legno di larice. Le pareti intonacate hanno una finitura materica in intonaco d’argilla per contribuire col legno al ritmo di luci e ombre. I faretti e le placche sono nere opache per enfatizzare il nuovo intervento e per creare un contrasto col legno di larice. Le maniglie IKI sono un prodotte DND anche loro scelte in nero opaco. Il corridoio porta alla zona notte: due camere doppie e un bagno, la nuova divisione dello spazio permette di avere una camera con bagno all’interno. Un’apertura quadrata con vetro flutes multirighe verso dalla camera dà luce naturale al bagno esistente, prima cieco. Per i rivestimenti dei bagni è stato usato Cosmo di 41zero42 un brand nuovo che fa ricerca sui materiali coinvolgendo i designer, uscito quest’anno nel 2021, nei colori cotto e grigio verde, dato che col suo puntinato ricorda i fiocchi di neve. Per i pavimenti di tutta la casa abbiamo scelto il larice di Fiemme 3000, materiale certificato bio a tutti gli effetti, l’azienda descrive così l’effetto benefico del materiale all’interno dello spazio: Per garantire in casa lo stesso habitat del bosco, le emissioni rilasciate dai pavimenti, sono le stesse che si ritrovano in una foresta incontaminata e, proprio come queste, agiscono in maniera benefica sulla salute delle persone. Basti pensare che si trovano l’olio essenziale di cirmolo e di abete rosso che da soli emettono nell’aria l’Alfa-Pinene, sostanza terapeutica per eccellenza, tipica dell’aria di montagna. Arredi / Furnishing CUCINA SU MISURA in LEGNO DI CIRMOLO Boiserie, armadi e pareti in legno su disegno di co.arch studio Maniglie IKI di DND design by Alessandro Stabile e Mario Scairato Luci / Lights Wall lamp TEN by FARO Barcellona Faretto da soffitto nero opaco Flos Kap80 Paralume cilindro Alpi Ganzaie by La Corallina Paralume ventola a parete Alpi Lagoria by La Corallina Paralume ventola a parete Alpi Misurina by La Corallina Architetti co.arch studio / Giulia Urciuoli e Andrea Pezzoli https://www.coarchstudio.it/ https://www.instagram.com/co.arch.studio/ Photos by Riccardo Giancola https://www.instagram.com/riccardo_giancola/ Molto felici di essere sulla homepage gi DnD Hangles https://www.dndhandles.it/projects/rio-falze-campiglio/
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jacopocioni · 1 year
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Il mistero degli affreschi delle cappelle Medici e Pazzi. Risolto?
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Il mistero degli affreschi delle cappelle Medici e Pazzi.
Stiamo parlando della Sagrestia Vecchia nella basilica di San Lorenzo a Firenze e della Cappella Pazzi nel primo chiostro della basilica di Santa Croce sempre a Firenze. Ambedue capolavori architettonici di Filippo Brunelleschi.
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Cappella Pazzi in Santa Croce
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Sagrestia Vecchia in San Lorenzo                     Le interpretazioni sono state più di una, molti gli studiosi che si sono impegnati per risolvere questo enigma fiorentino; enigma centrato più che nell'arte pittorica nello scopo della rappresentazione scelta. Una prima interpretazione viene da Aby Warburg il quale ipotizzò che l'affresco fosse raffigurante la data corrispondente alla consacrazione dell’altare della basilica di San Lorenzo, cerimonia che si è svolta il 9 luglio 1422. Questa teoria è oggi accantonata ma abbiamo voluto verificarla comunque. Non vi inserisco la mappa stellare, ma decisamente non è corrispondente, la luna non è in Toro e il sole è quasi al davanti del cancro. Venere si pone in gemelli e Giove si è perso chi sa dove. Inoltre che senso avrebbe che i Pazzi riproponessero la duplicazione perfetta di quell'evento? Una nascita nella famiglia Medici? Il mistero deve in qualche maniera coinvolgere le due famiglie, la ragione deve essere super partes. Si suppone in questa ipotesi che l'opera sia da attribuire a Giuliano d’Arrigo detto Pesello (Firenze 1367-1446). Pesello era un esperto nel disegno degli animali e un abile ritrattista ma non aveva la cultura astronomica necessaria per una tale precisione, si crede che fosse stato guidato da un esperto astronomo quale Paolo dal Pozzo Toscanelli (1397-1482). Forti non postula nessuna teoria sul "motivo" dell'affresco ma analizza l'affresco solo da un punto di vista scientifico. Ancora un'ipotesi è che la famiglia Medici volesse celebrare la riunificazione delle Chiese d’Occidente e d’Oriente, evento fortemente voluto da Cosimo il quale fece di tutto per spostare il Concilio da Ferrara a Firenze. Infatti la firma del decreto “Laetentur coeli” avvenne il 6 luglio 1439 a Firenze e si raggiunse la completa riunificazione tra greci e latini. Al concilio parteciparono esponenti di grande prestigio per l'epoca da religiosi ad artisti, da architetti ad astronomi fra cui anche Paolo del Pozzo Toscanelli. Un altro astronomo, sempre di Arcetri, si è misurato con questo mistero aprendo una nuova via interpretativa. Fabrizio Massi analizzando la mappa stellare ha confermato il giorno 4 Luglio del 1442 come giorno rappresentato e per la precisione alle 10:30 del mattino. Masi però esplora una nuova strada. Afferma che la volta rappresentata non è del cielo sopra Firenze ma di un punto d'osservazione diverso e cioè la posizione geografica è da collocare presso Shanhaiguan in Cina. Ci fornisce le coordinate corrispondenti a 40° N 120° E. Queste coordinate, secondo google maps, cadrebbero in acqua, ma poco distante da Shanhaiguan circa a 18,5 km a nord-est. Posizionandosi sulla città di Shanhaiguan le coordinate sono circa 40° N 29" 119° E 46". Cominciamo la verifica. Impostiamo le coordinate fornite da Massi di Shanhaiguan (meglio quelle precise) e poi le due date possibili, quella sostenuta da Massi e quella del concilio. In entrambi i casi si deve adattare la visione verso ovest, non tenere conto dell'orizzonte e per ovviare a questi due problemi cambiare l'orario di osservazione sino ad ottenere corrispondenze migliori in orari notturni.  Una teoria compiuta dovrebbe rispettare i parametri di cui disponiamo. L'affresco ha due sicure certezze, Il Sole fra cancro e gemelli e la Luna in Toro, sul muso del toro. L'idea di Francesco Masi di uscire dal concetto che sia il cielo sopra Firenze è interessante e potrebbe aprire a nuove teorie, cioè testimoniare a Firenze un luogo lontano da Firenze, interessante. Magari un luogo che non era ancora possibile raggiungere dati i mezzi disponibili e le conoscenze del tempo. Zheng He è un membro della dinastia dei Ming. Un eunuco compagno di giochi del piccolo principe Zhu Di. Quando Zhu Di divenne imperatore della Cina assumendo il nome di Yongle, ordinò nel 1403 la costruzione di una flotta imperiale sia per scopi mercantili sia come flotta da guerra e scopi diplomatici. L'imperatore nominò ammiraglio Zheng He e lo mise al comando di tutta la flotta. L'imperatore Yongle incaricò Zheng He di effettuare spedizioni navali a carattere diplomatico, scientifico e commerciale nei mari occidentali. Ora poniamo per un secondo che sia vero, una realtà, l'America è stata scoperta per la prima volta da Zheng He e che una delegazione cinese lo avesse fatto presente alla famiglia Medici fornendo la data e le coordinate di dove i cinesi si erano introdotti nel territorio americano. Prendiamo adesso le coordinate fornite da Masi 40°N 120° E e proviamo a mettere 120° Ovest. Impostandole su maps ci ritroviamo qua: https://goo.gl/maps/fd6ksPexQ41jMyGa8 Proviamo a inserire le coordinate nel programma stellarium e a giocare percorrendo le date dal 1421 al 1423 ed esattamente alla data 3 Luglio 1423, esattamente alle 19.30, abbiamo rappresentata questa volta celeste.
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Con le coordinate della Sagrestia Vecchia spostate ad ovest, la situazione non cambia, l'immagine è praticamente la stessa. E se le cappelle fossero l'unica testimonianza della vera scoperta dell'America? Ovviamente un'ipotesi, ma... Magari Colombo è arrivato nel 1492 "sapendo" dove andava!
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Jacopo Cioni Read the full article
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chez-mimich · 1 year
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FONDAZIONE ANGELO BOZZOLA
Secondo il grande poeta francese Paul Valery la massima libertà deriva solo dal massimo rigore. Questa riflessione mi è tornata alla mente visitando la magnifica Fondazione Angelo Bozzola di Galliate, ad una manciata di chilometri da Novara, aperta per le giornate di primavera del FAI e curata da quello spirito indomito che è Giorgia Bozzola che con il fratello, non solo ha conservato il patrimonio artistico del nonno, ma lo ha reso visitabile e ne sta facendo un centro di attrazione per molte iniziative. Ma chi era Angelo Bozzola? Potremmo dire che è stato un grande poeta della forma, un artista alla ricerca dell’unicità nella ripetizione. Bozzola la cui attività ha inizio negli anni Cinquanta come artigiano del legno, si persuade dell’idea non già di trovare la forma perfetta in pittura, nel disegno e nella scultura, ma di coniugare una forma dalla irregolare lirica geometrica, come il “trapezio ovoidale” e di poterla poi variare in una combinatoria pressoché infinita, senza mutarne il presupposto geometrico. Cos’è il trapezio ovoidale? ��, naturalmente, un trapezio scaleno irregolare inscritto in una sorta di ogiva, anch’essa irregolare. Questa forma, disegnata, fotografata, sbalzata, fusa, scolpita diverrà non già o non solo una cifra stilistica, ma un limite dato. Questo limite, grazie alle sue infinite variazioni, secondo Angelo Bozzola, avrebbe potuto diventare, grazie alla continua sperimentazione e ad abbinamenti seriali mutanti, bellezza “in purezza”. E così è stato, solo che Angelo Bozzola non ci ha donato il frutto finale e definitivo di questa ricerca, ma ci ha dimostrato che la bellezza (o la verità) è, un po’ hegelianamente, il movimento della bellezza (o della verità) stessa. Nell’edificio principale, su diversi piani, sono conservate le piccole sculture, i bassorilievi, i dipinti, i bozzetti, mentre all’esterno le sculture di grandi dimensioni. Angelo Bozzola fu esponente del MAC, il Movimento Arte Concreta fondato a Milano nel 1948 da Atanasio Soldati, Bruno Munari, Gianni Monnet, Gillo Dorfles e che annoverò tra le proprie fila, tra gli altri, anche architetti e designer come Ettore Sottsass, Vittoriano Viganò, Carlo Perogalli, Marco Zanuso. Influenzò i giovani artisti di allora come Carla Accardi, Piero Dorazio e tanti altri. Una magnifica opera di Angelo Bozzola è ancora esposta al Palazzo della Triennale di Milano, fucina di idee e progetti e sempre uno dei cuori pulsanti dell’architettura e del design milanese ed italiano. Ci potremmo anche fermare qui, ma mi piace sottolineare come l’Italia sia davvero il paese delle “isole del tesoro” per riprendere il titolo di un famoso volume di Allemandi scritto da Umberto Eco, Renzo Piano, Augusto Graziani e Federico Zeri. Questo piccolo gioiello che è la Fondazione Angelo Bozzola è stata ampliato e abbellito con un magnifico giardino che ospita le grandi sculture in pietra e impreziosito, spiritualmente e architettonicamente, da una microscopica cappella voluta dagli indomiti nipoti dell’artista, dove si può ammirare uno dei più bei Crocifissi dell’arte contemporanea (e non è cosa semplice trovarne di raffinati). La bellezza è spesso, molto spesso, a portata di mano, basta cercarla e volerne la sua verità.
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scontomio · 6 days
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enkeynetwork · 3 months
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matmatto1 · 7 months
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ITSLIQUID Group , piattaforma di comunicazione per l'arte contemporanea, l'architettura e il design, è orgogliosa di presentare ITSLIQUID International Contest - 16a edizione . Il concorso è una grande opportunità per globalizzare il linguaggio dell'arte, connettere artisti che lavorano in tutto il mondo, per esporre opere d'arte nelle città più influenti. Partecipa al Contest ITSLIQUID e vinci la partecipazione a mostre d'arte contemporanea in tutto il mondo , l'opportunità di esporre le tue opere a Venezia durante la Biennale, a Roma e a Londra, interviste e articoli di approfondimento condivisi con un pubblico di oltre 250.000 iscritti. ITSLIQUID Contest è sviluppato in collaborazione con una giuria professionale composta da rinomati curatori, galleristi, architetti, stilisti, esperti di alto livello e importanti professionisti del mondo dell'Arte, dell'Architettura, del Design e della Moda. Il Concorso ITSLIQUID è composto da dieci categorie: pittura, fotografia, video arte, scultura e installazione, arte performativa, architettura, product design, fashion design, computer grafica, illustrazione e disegno . La scadenza per la registrazione è il 21 aprile 2024. REGISTRATI ORA ! I vincitori saranno annunciati il ​​10 maggio 2024. //www.itsliquid.com/contest/wp-content/uploads/2023/11/banner_home_awards.jpg PREMI //www.itsliquid.com/contest/wp-content/uploads/2023/11/awards-home-small.jpg Artisti, architetti, designer e stilisti hanno la possibilità di vincere 100.000,00 euro in premi:
Il vincitore del primo premio verrà premiato con un anno di mostre d'arte contemporanea a Venezia (durante la Biennale di Venezia), a Roma e Londra durante il programma ITSLIQUID Exhibitions 2024
5 partecipanti saranno premiati con una mostra a Venezia
5 partecipanti saranno premiati premiati con una Mostra a Roma
5 partecipanti premiati con una Mostra a Londra
10 articoli in evidenza sulla Piattaforma ITSLIQUID Per maggiori informazioni sugli eventi ITSLIQUID clicca qui
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dettaglihomedecor · 9 months
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Friul Mosaic ci porta a Majorca con un progetto di Nespoli e Novara
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FRIUL MOSAIC con il suo laboratorio di mosaico su misura rappresenta indubbiamente un’eccellenza italiana ed è stata scelta dallo studio Nespoli e Novara per interpretare al meglio un progetto luxury di una villa a Majorca. La villa domina una suggestiva altura nell’entroterra di Majorca e la vista panoramica si apre sul paesaggio agreste e sul Mediterraneo all’orizzonte. Per renderla una ricercata dimora estiva, gli architetti Nespoli e Novara hanno riservato al mosaico il ruolo di protagonista assoluto dell’intero progetto.
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Contraddistinta da una continuità estetica fra esterno e interno, la villa è in piena armonia con la palette cromatica del paesaggio e della regione. L’ampio ed elegante patio dell’abitazione ospita una piccola piscina, interamente rivestita in mosaico. Questa esotica oasi di relax rappresenta il centro del legame che unisce la residenza privata al mare. Il leitmotiv che elegantemente caratterizza gli interni della villa è rappresentato dalla coesistenza e dal dialogo che si instaura tra classico e contemporaneo.
I mosaici di FRIUL MOSAIC per la villa a Majorca
Per il rivestimento della piscina, è stata realizzata una composizione ESAGONI nella variante Nero Marquina e Carrara, una delle proposte contemporanee di Friul Mosaic per riproporre le forme essenziali del gusto classico e contemporaneo, con texture scandite da passaggi cromatici netti. Per la zona living interna della villa è stato scelto invece TRACCIA, decoro senza tempo della collezione TESSERE di Luisa Bocchietto nella variante Bianco Thassos, Carrara e Nero Marquina. Il nome della collezione TESSERE corrisponde sia a un fare, il tessere appunto, sia al prodotto finale, costituito dalle tessere di un nuovo mosaico.
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Frutto di uno studio approfondito di tessuti e trame nella loro costruzione e composizione formale, TESSERE è la sintesi dell’arte musiva che si unisce all’antica arte tessile in una collezione di superfici artigianali sotto ogni punto di vista. Tessere è infatti ispirata al mondo dei tessuti storici dell’azienda biellese Piacenza1733, leader nella lavorazione dei filati di altissima qualità. La collezione include 7 pattern che trovano la loro origine negli archivi del lanificio. RETE, sempre nella variante Bianco Thassos, Carrara e Nero Marquina, decora i terrazzi della villa nell’ala est desti­nata agli ospiti. RETE è la linea di FRIUL MOSAIC del catalogo Contemporaneo che prende vita dall’incontro di geometrie e origina un reticolo di maglie sovrapposte.
Mosaici fatti a mano e su misura
FRIUL MOSAIC che ha saputo unire tradizione e innovazione oggi incarna l’evoluzione dell’arte musiva ed è un partner affidabile di studi di architettura, arredatori e progettisti in tutto il mondo. Opera nel settore dell’Hospitality e nel residenziale, ma può vantare anche collaborazioni con importanti marchi della moda internazionale: dalla cupola della grande basilica di Aparecida, nello stato di San Paolo in Brasile, alle boutique di Dolce & Gabbana nel mondo, agli esclusivi hotel in Italia e all’estero, quali ad esempio il Cipriani di Milano, lo storico Hotel de Paris di Montecarlo o l’elegantissimo Hotel Bulgari a Roma, recentemente inaugurato.
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Tutto rigorosamente fatto a mano e su misura all’interno dell’azienda con l’uso della tradizionale martellina. È possibile scegliere colori, materiali e dimensioni, pur mantenendo le caratteristiche di continuità o ripetibilità modulare del mosaico. In questo modo il progettista è libero di esprimere al massimo la sua creatività nel modo che più si addice al disegno. Il risultato è una superficie senza interruzioni personalizzata e unica, perché ogni mosaico è un’opera d’arte irripetibile. Per saperne di più visita www.friulmosaic.com   Read the full article
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personal-reporter · 10 months
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Liberty, Torino Capitale a Palazzo Madama
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Fino al 10 giugno 2024 a Palazzo Madama di Torino è da non perdere la mostra Liberty. Torino Capitale,  a cura di Palazzo Madama e della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino che, con la collaborazione di MondoMostre, racconta il ruolo fondamentale della città piemontese nell’affermarsi di quest’arte nel primo Novecento. I lavori, in cinque sezioni, consentono di cogliere ogni aspetto delle manifestazioni del Liberty, accompagnando il visitatore tra la creazione architettonica ed estetica, permettandogli di assistere alla nascita delle opere, dall’architettura al design d’interni, dagli oggetti d’uso ai testi letterari. Nel quarantennio della Belle Époque, caratterizzata da una fiducia nel progresso, un mondo senza più confini ebbe la sua espressione in un movimento artistico-filosofico che connetteva ogni cosa con linee sinuose che si intrecciavano in maniera armonica. Questo stile ebbe Torino la sua capitale e il suo cuore nel Parco del Valentino, protagonista dei valori della nazione e del progresso, perfetto per valorizzare la produzione italiana in campo industriale, agricolo, artistico. Con l’Esposizione generale italiana del 1898 fu  realizzata la Fontana dei Mesi, una cascata di 600 litri d’acqua al secondo, con due pennacchi a 20 metri d’altezza. In una scenografia sorprendente per la città sabauda, dove Carlo Ceppi concepì una fontana neosettecentesca, capace di conciliare nostalgie rococò con spunti Liberty attraverso l’impiego del cemento e vi lavorarono Luigi Contratti, Giacomo Cometti, Cesare Reduzzi ed Edoardo Rubino, gli scultori protagonisti di questa grande stagione. L’arte del Liberty ridefinì la quotidianità della città, dove l’architetto-ingegnere Pietro Fenoglio firmò capolavori come Villa Scott e Casa Fenoglio-La Fleur, disegnando ogni oggetto, dai caloriferi in ghisa alle maniglie delle porte. Il sistema decorativo della casa e dello spazio urbano si ridefinisce completamente dopo un monumento rappresentativo del gusto del tempo, quello dedicato ad Amedeo di Savoia duca d’Aosta,  collocato all’ingresso del parco del Valentino nel 1902. L’incipit della mostra è affidato alla donna che, nel passaggio tra Otto e Novecento emerse in tutto il suo fascino attraverso le grandi opere di Boldini e Bistolfi, Corcos e Canonica. Da qui il visitatore si dirige verso l’ambiente privato de La casa moderna dove, dall’interno di un bow window di Palazzina Turbiglio,  si potrà apprezzare la novità dell’elemento architettonico divenuto distintivo del panorama liberty torinese, in cui eleganti abiti d'epoca si alternano a complementi d’arredo e a pregiati accessori. Il viaggio prosegue tra i quartieri e le strade di Torino, capace di applicare il Liberty a ogni tipologia edilizia e La Gran Via, cuore dell’esposizione, racconta il suo ruolo per l’Europa e per il mondo, a partire dalla Esposizione Internazionale del 1902, ricordata con le opere originali e apparati iconografici che rievocano i fermenti culturali del tempo. Il Liberty connotò scuole e fabbriche, case popolari e ville signorili, bagni pubblici e palazzi in 500 capolavori distribuiti su tutto il territorio cittadino, infatti la sezione Nuovi linguaggi evidenza come questi divenne linguaggio unificante di un Paese e di una società, trovando il massimo interprete in Leonardo Bistolfi, infatti questo viaggio consente di seguire il divenire dell’idea, dallo schizzo al disegno, dal marmo al bronzo dell’opera compiuta seguendo lo scultore nella genesi di alcuni dei suoi capolavori. Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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Chieti: Cerimonia di premiazione del concorso d'arte contemporanea "Alfredo Paglione"
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Chieti: Cerimonia di premiazione del concorso d'arte contemporanea "Alfredo Paglione". Saranno premiati venerdì 19 maggio alle ore 10.30 nella sala consiliare della Provincia di Chieti i vincitori del Concorso d’Arte contemporanea, che da questo anno è intitolato alla memoria del compianto mecenate abruzzese Alfredo Paglione. Il tema assegnato per la terza edizione del concorso, “I colori della Natura”, ha fatto registrare una larga partecipazione degli studenti e una serie di novità volte ad assicurare l’auspicata continuità dell’iniziativa tesa a promuovere fra i giovani l’amore per l’arte nelle sue varie forme e l’attenzione per il mondo nel quale tutti noi viviamo. Il Premio, presieduto dal Presidente della Provincia di Chieti Francesco Menna, è promosso unitamente con le Dirigenti dei Licei Artistici del territorio, Paola Di Renzo del “Nicola da Guardiagrele” di Chieti, Angela Evangelista del “Giuseppe Palizzi” di Lanciano e Anna Orsatti del “Pantini-Pudente” di Vasto. L’iniziativa è patrocinata dalla Presidenza della Regione Abruzzo, dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Chieti e Pescara, dall’Ufficio Scolastico Provinciale, dai Comuni di Chieti, Vasto, Lanciano, dalla Camera di Commercio I.A.A. Chieti-Pescara e dall’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggistici e Conservatori. Grazie alle donazioni da parte della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura Chieti-Pescara, della Società Desma8, della Toto Holding, dell’Azienda Feudo Antico, della Banca BPPB, della Di Vincenzo Dino & C, della BPER Banca, della Società D’Auria, dell’Aptar Italia, saranno consegnate tre borse di studio ai primi tre classificati delle rispettive sezioni del concorso, pittura-disegno, oreficeria-moda, discipline plastico scultoree installazioni. Ulteriori riconoscimenti saranno consegnati con dei premi speciali per la migliore attinenza al tema proposto, per l’originalità e per il particolare significato dell’idea espressa, per la particolare attenzione al tema della natura nella sua essenziale complessità. Inoltre, saranno consegnati nove buoni d’acquisto quale segnalazioni di merito alle tre migliori opere di ogni Liceo Artistico, non già classificatesi nelle altre categorie. I nomi dei vincitori saranno svelati nel corso della cerimonia di premiazione. Tutte le opere prodotte dagli studenti partecipanti sono state pubblicate su un catalogo dedicato, realizzato grazie al contributo della Banca BPPB e della Fondazione Immagine. La giuria del concorso è presieduta da Armando Forgione, già Prefetto di Chieti e ideatore del Premio insieme al compianto Alfredo Paglione ed è composta da Francesco Menna, Presidente della Provincia di Chieti, Luciano Di Tizio, presidente della Fondazione Immagine, Maria Cristina Ricciardi, docente dell’Università “Gabriele d’Annunzio” Dipartimento Lettere Arti Scienze Sociali, Nicoletta Di Francesco, presidente del WWF Chieti-Pescara, Bruno Di Pietro, noto artista e Cinzia Di Vincenzo, presidente dell’ETS “Giardino delle Pubbliche Letture… e non solo” e responsabile della segreteria del premio.  ... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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co-arch · 2 years
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Progetto di ristrutturazione di un appartamento su due livelli a Verona, vicino a Castelvecchio. I clienti, una coppia di giovani avvocati con tre figli, hanno chiesto agli architetti di rinnovare l’appartamento con pavimenti in legno e trovare spazio agli arredi contemporanei e ad alcuni oggetti di famiglia che avevano collezionato. La casa era stata ristrutturata in varie fasi negli anni 80 e all’inizio degli anni 90, il lavoro principale è stato selezionare e valorizzare i vari interventi che si sono susseguiti alleggerendo lo spazio e cercando di farne un racconto. È stato di ispirazione il testo di Gio Ponti il "Manifesto della Casa adatta" del 1970 delinea alcuni punti che sono stati spunto per il progetto: Non dobbiamo adattarci noi a una casa generica ma è la casa che deve adattarsi a noi. 1. La casa adatta è un modo di pensare all’abitazione in modo versatile per farne espressione della nostra individualità culturale. 2. Abbandonare gli schemi di locali segregati collegati da anticamere, corridoi e porte, 3. Non più muri davanti agli occhi, non più spazi maggiori o minori ma avere grande respiro e vedute interne più profonde L’ampia zona giorno è stata mantenuta il più libera possibile con lunghe viste prospettiche sugli altri ambienti, lo spazio è caratterizzato dal parquet a spina francese con lunghe plance in rovere naturale. La zona giorno è delineata in due aree living dalla scala in acciaio inox e legno che porta alla zona notte al piano notte mansardato. La prima zona living ha un ampio divano su misura realizzato in legno laccato nero e cuscini di velluto azzurro e crea uno spazio conviviale con gli oggetti di famiglia e le luci vintage, sul secondo living, più raccolto e familiare, domina il camino esistente rivestito su disegno in marmo calacatta corchia. Sempre su disegno i coffee table in marmo sono stati realizzati con lo stesso materiale delle lastre usate per il camino.. Un intervento che ha permesso di valorizzare la cucina è una citazione a Carlo Scarpa e all’ingresso Brion: è stato aperto nel volume chiuso della cucina che era relegata a mero spazio di servizio un’apertura circolare che desse un visuale incorniciata verso il tavolo da pranzo di Scarpa prima separato dalla stessa. La cucina bianca e monolitica a penisola anch’essa in marmo è illuminata da un lampadario in vetro soffitta e ottone di MENU TR BULB A SOSPENSIONE, accostamento nordico agli altri pezzi di design presenti nella casa. Il tavolo da pranzo Doge di Carlo Scarpa per Cassina in acciaio spazzolato e vetro è illuminato da una sospensione circolare ZIRKOL – C PLUS by Nemo lighting e vive insieme alla cucina diventando spazio conviviale. È stato usato anche nei bagni della zona notte il marmo, dato che a Verona è presente un distretto di lavorazione dei marmi e dei graniti di eccellenza. Alcuni spazi ed elementi di servizio come i bagni e il camino sono diventati il motivo per impiegare alcuni elementi di rivestimento marmoreo come l’Alba e lo statuarietto, scelti dagli architetti insieme ai clienti dalla lastra al disegno fino alla posa. La zona notte nello spazio mansardata ha un secondo salotto che porta alle camere e ai bagni in cui è stato impiegato un marmo statuarietto, in questo piano si è scelto di posare il parquet in rovere a correre. La camera da letto è Illuminata dalle IC lights di Michael Anastassiades e si affaccia su un terrazzino a pozzo con vista sui tetti di Verona.  Arredi / Furnishing Divano Lowland di Moroso by Patricia Urqiuola, lunghezza 3,05 circa. Coppia poltroncine Silver Lake, Moroso by Patricia Urqiuola. Tappeto Gun, Gandia Blasco bianco e nero. Tappeto manga (calza) Gun, Gandia Blasco by Patricia Urqiuola, lunghezza 4 mt. Lampada Arco Flos by Castiglioni. Lampada vintage piantana acciaio cappello rosso. Lampada vintage struttura acciaio con palla di vetro. Specchio vintage bordo dorato Lampada vintage cubo acciaio con quadrati plastica. Tavolino in marmo su disegno Comodini vintage con specchietti camera matrimoniale, con lampade vetro bianco opaco Muuto. Sedia Dondolo Vitra giallo ocra vintage Sedie cinema recuperate vintage Piattaia antica (cucina) Sedie in legno BD15 su disegno di co.arch studio Luci / Lights FLOS Silver vintage E27 wall lamp ARCO LED di Achille and Pier Giacomo Castiglioni, 1962 per FLOS MENU TR BULB LAMPADA A SOSPENSIONE in Ottone design Tim Rundle LAMPADA A SOSPENSIONE ZIRKOL-C-PLUS by Nemo Lighting Piantana IC Flos grande ottone by Michael Anastassiades Lampada da tavolo IC Flos ottone by Michael Anastassiades Lampada da tavolo Bilia per Fontanarte design Gio Ponti. Architetti co.arch studio / Giulia Urciuoli e Andrea Pezzoli https://www.coarchstudio.it/ https://www.instagram.com/co.arch.studio/ Photos by Diambra Mariani https://www.diambramariani.it/ SU ARCHIPORTALE https://www.archiportale.com/news/2022/02/case-interni/verona-lo-studio-co.arch-cura-il-restyling-dell-appartamento-pl36_87340_53.html
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fashionbooksmilano · 6 years
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Arquitecturas Diminutas  Diseños de arquitecto en el Siglo XX
Tiny architecture : designs by the twentieth-century architect
Juli Capella
Edicions UPC, Universitat Politècnica de Catalunya, Barcelona 2001, 192 pàginas, ISBN: 9788483014479
euro 35,00*
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¿Son los arquitectos buenos diseñadores? ¿Utilizan el mismo lenguaje a la hora de proyectar un edificio o un objeto? ¿Qué han aportado en el campo del mobiliario durante este siglo? ¿Es más fácil - como dijo Mies - diseñar un rascacielos que una silla? Este libro analiza históricamente las principales aportaciones de los arquitectos en el diseño de mobiliario y objetos del siglo XX. De forma clara y precisa se identifican las diversas actitudes hacia la disciplina del diseño u se ofrece una amplia reseña comentada de obras. Juli Capella Samper es arquitecto y co-director de las revistas de Diseño y Ardi. Es autor de Diseño de arquitectos en los 80 y Nuevo diseño español, ambos publicados por Editorial Gustavo Gili.
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