#disatrinucleari
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scienza-magia · 5 months ago
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Ancora non si coltivano i terreni intorno a Chernobyl
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Vasti appezzamenti di terre attorno a Chernobyl sono tornati coltivabili. Fuori dalla zona di esclusione di Chernobyl molte terre agricole sono di nuovo sicure da usare. Permetterlo però potrebbe aprire problemi politici. Numerosi campi situati nelle zone limitrofe all'ex centrale nucleare di Chernobyl e ancora formalmente classificati come radioattivi, sono tornati ad essere sicuri per le coltivazioni. Lo affermano gli scienziati della National University of Life and Environmental Science ucraina, che da oltre un decennio monitorano i livelli di radioattività del suolo della zona. Il peggiore disastro atomico di sempre. La catastrofe nucleare di Chernobyl del 26 aprile 1986, con la fusione del nocciolo e l'esplosione del reattore 4 sprigionò una nube carica di particelle radioattive cinquecento volte più micidiale di quella prodotta dalle bombe di Hiroshima e Nagasaki, diffuse dai venti su intere regioni delle attuali Ucraina, Bielorussia e Russia, e in misura minore fino all'Europa occidentale. I terreni assorbirono dall'atmosfera isotopi radioattivi di cesio, stronzio, iodio, plutonio; la zona più contaminata attorno all'impianto, abitata da circa 336.000 persone, fu evacuata, e in vaste aree l'agricoltura fu interdetta. Nel Suolo ospiti indesiderati Le maggiori preoccupazioni per la salute erano date dallo iodio-131, un radioisotopo dello iodio estremamente tossico che danneggia le cellule in cui riesce a penetrare e che si accumula nella tiroide, causando un'aumentata incidenza di cancro. Questo però ha un'emivita o tempo di dimezzamento (cioè il tempo occorrente per ridurre alla metà la quantità di un isotopo radioattivo) di soli 8 giorni, e quindi è arrivato a livelli praticamente irrintracciabili in breve tempo. Diverso è il discorso per altri radioisotopi come il cesio-137 e lo stronzio-90, che hanno un'emivita di 30 anni e sono quindi, benché in concentrazioni più che dimezzate, ancora presenti nei suoli della regione. Terreni recuperabili Read the full article
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