#disastri ambientali
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Chi specula su un problema sociale vuole una popolazione SEMPRE in stato di emergenza ✓
Quale differenza c'è fra chi specula su un problema sociale, a vantaggio di se stesso, dei propri interessi privati e chi non lo fa?
Chi vuole riconosciuto un diritto, e garantito per tutti, si adopera per fare si che si realizzi nel pubblico (attraverso lo Stato, attraverso strutture pubbliche, accessibili a tutti, nessuno escluso, in modo laico, senza moralizzare la questione); chi, invece, vuole guadagnare sulle altrui difficoltà, crea istituti religiosi, aziende fintamente basate sul volontariato (Onlus), associazioni "no profit" (termine non reale, perché il profitto viene distribuito in chi ci opera) o "protezioni civili" (invece di adoperarsi per fare si che lo Stato crei infrastrutture capaci di prevenire disastri ambientali, che si traducono in feriti e morti): distrae fondi pubblici, chiede donazioni private e non vuole affatto uno Stato capace di organizzare con efficacia ed efficienza un territorio e la sua popolazione (in tutti i campi, anche sanitario).
Chi specula su un problema sociale vuole una popolazione SEMPRE in stato di emergenza, trascurata dallo Stato in ogni ambito (e preme, politicamente, affinché ciò accada), perché "ci mangia sopra".
#laicità#Stato#diritti umani#strutture pubbliche#sanità#ambiente#disastri ambientali#efficace#efficente#speculazione#onlus#no profit#speculare#diritto#riconoscimento#garanzia#laico#morale#difficoltà#istituti religiosi#volontariato#protezione civile#infrastrutture#prevenzione#protezione#donazioni#stato di emergenza#politica#mangiare#lucrare
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Regione Piemonte: quasi 5 milioni per prevenire gli incendi boschivi. Un piano regionale per tutelare il patrimonio forestale e prevenire le emergenze ambientali
La Regione Piemonte intensifica la sua lotta contro gli incendi boschivi, stanziando quasi 5 milioni di euro per implementare misure di prevenzione e tutela del patrimonio forestale.
La Regione Piemonte intensifica la sua lotta contro gli incendi boschivi, stanziando quasi 5 milioni di euro per implementare misure di prevenzione e tutela del patrimonio forestale. L’iniziativa mira a ridurre i rischi associati agli incendi, soprattutto in un contesto in cui i cambiamenti climatici aumentano la frequenza e la gravità di questi fenomeni. La prevenzione come priorità.Il…
#Alessandria today#Alessandria today articoli#Cambiamenti climatici#emergenze boschive.#fasce parafuoco#Google News#Incendi boschivi#interventi ambientali#italianewsmedia.com#lotta agli incendi#piano regionale prevenzione#Pier Carlo Lava#Prevenzione disastri naturali#Prevenzione incendi#Protezione ambientale#Regione Piemonte#sensibilizzazione ambientale#tutela patrimonio forestale
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IL LAGO D’ARAL STA RINASCENDO DOPO 60 ANNI DI PROSCIUGAMENTO
Un tempo il quarto lago d’acqua dolce più grande del mondo, il lago d’Aral divenne vittima delle politiche agricole dell’Unione Sovietica degli anni ’50. Le acque dei due fiumi che lo alimentavano furono deviate per la coltivazione del cotone, prosciugandosi e creando due bacini idrici molto più piccoli: il lago d’Aral settentrionale in Kazakistan e il lago d’Aral meridionale in Uzbekistan.
A seguito di quello che è stato considerato uno dei peggiori disastri ambientali della storia, il governo kazako ha avviato il progetto Syr Darya Control and Northern Aral Sea che si è concentrato sulla messa in opera di strutture per il controllo delle acque e sulla costruzione di una nuova imponente diga. Importanti misure sono state adottate per aumentare il volume e l’efficienza dell’accumulo di acqua nel Lago d’Aral settentrionale, migliorare la gestione delle risorse idriche, sviluppare la pesca e l’ecoturismo e migliorare la condizione ecologica della regione. Il progetto ha ottenuto di aumentare il volume dell’acqua del 42%, diminuire la salinità di quasi quattro volte e quintuplicare il volume di pesca annuale.
L’Uzbekistan sta ricostruendo le reti di irrigazione, modernizzando i sistemi di gestione delle acque e introducendo colture resistenti alla siccità. I sussidi agricoli per le tecnologie agricole a risparmio idrico stanno riducendo i consumi d’acqua del 40-50% e i fertilizzanti minerali del 25-30%. “Siamo riusciti a raggiungere accordi con i Paesi vicini sulle questioni relative al risparmio e all’equa distribuzione delle risorse idriche nei fiumi transfrontalieri”, ha osservato il ministro delle risorse idriche Nurzhan Nurzhigitov.
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Fonte: Governo del Kazakistan; immagine di Nasa
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+++Breaking Cambiamento Gender News+++
Il cambiamento climatico è gender: “Donne e persone non binarie sono colpite in modo sproporzionato quando ci sono disastri meteorologici, ecco perché”.
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Leggi l'articolo e fatichi a credere che qualcuno abbia partorito le follie che stai leggendo e che vengono spacciate per scienza.
Poi torni alla realtà e capisci perché certe idee vengano divulgate.
Follie totali sempre più dilaganti.
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Dio ha salvato Felipe. A Valenza (...) il re ha fatto il re, affrontando a viso aperto la folla ruggente, e il politico ha fatto il politico, tagliando la corda.
Col suo slancio ispirato e rischioso, col suo gesto da hombre vertical, e sottolineo “hombre” perché l’onore è concetto virile (...), Filippo VI di Spagna mi consente (...) di lodare un dinasta senza applaudire un Windsor (...).
Domani le masse torneranno socialiste, torneranno a votare il mediocre Sánchez o chi per esso, torneranno a credere nella promessa deresponsabilizzante dello Stato moderno: sicurezza dalla culla alla tomba (non prima dei novanta, s’intende). Ma quando hanno visto l’onore lo hanno riconosciuto. Senza saperlo ne avevano nostalgia.
Grande Camillo Langone, distinto tra tanta noiosa fuffa provinciale, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/11/05/news/il-re-di-spagna-filippo-vi-mi-consente-di-tornare-neo-borbonico-7112621/
ps.: notare gli effetti quotidiano della narrativa socc'ialista "dateci il potere e vi difenderemo da tutto, anche da voi stessi": disastri ambientali da ricette erronee sul territorio a favore dei soliti palazzinari, guerre, bombe, controllori di treno accoltellati, ragazzi sbalestrati, gente indignada livida che basta un nonnulla e gli parte l'embolo ...
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Io vorrei essere ottimista sullo stato del mondo e sul futuro e non vivere in uno stato d'ansia perenne... ma poi mi dicono che la collega americana fa discorsi tipo "gli immigrati sudamericani vivono negli hotel mantenuti da noi e gli americani diventano homeless perché non possono pagare l'affitto", e quindi che speranze posso avere? Questa è benestante, con un'educazione superiore, e non vive in Texas... e crede ciecamente alla versione americana degli immigrati che si beccano 45€ al giorno mentre gli italiani muoiono di fame.
Poi ci sono quelli intorno a me totalmente indifferenti al tema elezioni USA, che forse non pensano che quello che succede in una delle maggiori potenze mondiali possa toccare il loro orticello. Aggiungo: ci sono anche i maschi bianchi etero benestanti che "no io non voto mai la politica non mi interessa".
Poi ci sono i disastri ambientali che ormai ci urlano in faccia che siamo tutti fottuti.
Poi ci sono le mille piccole preoccupazioni quotidiane.
Come si fa?
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🔥🔥🔥 Il senatore Kennedy espone la grande bufala del cambiamento climatico. Il vice segretario dell'energia americano non riesce a rispondere alle sue domande. Scie Chimiche e Tecnologia H.A.A.R.P sono responsabili di malattie, disastri ambientali, avvelenamento terreni, terremoti e tutto ciò che ti hanno fatto credere alla bufala del cambiamento climatico.
https://www.bitchute.com/video/0mKK12oX9Adw/
https://rumble.com/v2f6l28-primo-ed-ultimo-avviso.html
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CRONACHE RIBELLI
Le minacce del ministro Valditara alla preside che ha scritto una circolare sull’aggressione fascista a Firenze non dovrebbero stupire nessuno. Sono l’ultimo atto di una lunga serie di tentativi di piegare il mondo della cultura e dell’istruzione a una precisa visione ideologica.
Che - attenzione - non è quella “nera” ma piuttosto quella qualunquista. Ciò che si chiede oggi ai docenti, al personale scolastico e agli accademici è non prendere posizione. Stare zitti, farsi gli affari propri, essere insomma indifferenti a quello che avviene nella società.
La nostra solidarietà alla preside Savino va di pari passo alla convinzione che le persone che si occupano di cultura debbano SEMPRE esporsi. E non solo sul tema del neofascismo, bensì su tutte le storture, le diseguaglianze, le privazioni di diritti, i disastri sociali e ambientali che affliggono la nostra società. Il dovere di chi vive di cultura è proprio questo: creare dibattito portando contenuti critici, alimentando forme di confronto che possano aprire spiragli e aiutare a guardare con altre lenti il mondo che ci circonda.
Altrimenti quale sarebbe il ruolo dei docenti e degli accademici? Ripetere come automi anno dopo anno i programmi ministeriali e pretendere che i ragazzi facciano lo stesso?
Magari per insegnare, come è stato fatto per decenni nelle nostre scuole, il mito “del buon italiano e del cattivo tedesco”, quello “del Piave mormorava non passa lo straniero” o del Risorgimento stile libro “Cuore”? Ovvero un'impostazione della quale vediamo ancora oggi i danni.
Per questo bisogna “essere partigiani”, ovvero avere il coraggio di farsi avanti, dire la propria e assumere posizioni scomode, che nel caso specifico a nostro avviso non coincidono tanto col parlare di “regime” quanto nell'individuare il percorso storico che ci ha portato a questo punto. Cosa che tante volte abbiamo fatto.
Non allontaneremo le persone - oppresse, stanche e deluse da questo sistema politico, economico e sociale - da certe ideologie urlando banalmente al fascismo, ma mostrando come i soggetti politici reazionari nella storia non siano mai stati alternativi al sistema dominante, ma espressione della sua parte più retriva.
Basta vedere i primi mesi di questo governo. Abbiamo avuto esattamente le stesse politiche classiste e discriminatorie degli ultimi trent’anni condite da un revisionismo sciatto e da una becero autoritarismo.
La cultura dovrebbe alzare la voce non solo contro questo governo, ma soprattutto contro quelle politiche e a favore di chi ne paga il prezzo.
Perché, come ci hanno insegnato i nostri nonni, ha senso studiare e formarsi solo se quello che si impara lo si mette a disposizione e nell’interesse di tutti e tutte.
Cronache Ribelli
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E' stato facile.
Sarà il periodo, il momento, la mia voglia di completare un percorso iniziato anni fa (4 per essere precisi, dal lockdown, diciamo) e che poteva essere meno dispendioso in termini di tempo, ma che andava comunque fatto. Forse anche questo viaggio che mi sembra inutile alla fine fa parte di questo percorso di innovazione, rinascita e di crescita interiore. Ma il tutto era comunque bloccato e reso quasi difficile da molti fattori che erano al di fuori di me, e che in qualche modo mi trattenevano, ma adesso non ci sono più li ho lasciati andare e quindi ho smesso di fumare, eh si, lunedì ho fumato le ultime sigarette, 4 per la precisione di cui l'ultima ad un compleanno, appena spenta mi sono reso conto che non avrei più fumato e così è stato. Si lo so, sono solo due giorni ed è poco per cantar vittoria, ma messo in pratica un paio di accorgimenti che sembrano funzionare, il primo è niente caffè, si hai letto bene, la mattina non mi faccio il caffè e non mi metto assonnato da davanti (al pc) a leggere o a scrollare fino a quando il caffè fa effetto e poi mi chiama la sigaretta (tabacco non quelle normali), la mattina mi bevo due bicchieri di acqua, mi lavo la faccia energicamente e inizio la routine degli esercizi, anche solo la mobilitazione va bene. Il secondo ho iniziato a correre, certo non facendo la maratona, anzi, ci sto andando piano piano per evitare di farmi male. Pensavo peggio, Spock mi ha detto che è una mia fissa che sono un relitto, visto che da giovane giocavo a calcio e che ho fatto lavori dove bisogna muoversi tanto, tranne negli ultimi 4 anni ma questo è un dettaglio. Devo dire che mi sento già meglio anche se è poco. Era una cosa che volevo fare da anni e avevo il desiderio di prendere lezioni di canto per ampliare il mio spettro musicale e di resa dal vivo e nelle registrazioni, beh magari quando sono a casa vedo di trovarmi qualcuno che mi spieghi un pò come funziona.
Oggi quando mi sono svegliato dal riposino mi è balenata una cosa in testa, questo è perché sto leggendo Bauman, il mondo sta andando verso una catastrofe tra guerre e disastri ambientali causati dal fatto che si deve produrre per consumatori sempre più che in passato, ok, ma mi sono fatto delle domande visto che io non sono il consumatore classico compulsivo, non ho l'automobile e vado in bici o a piedi, non bevo, non fumo (questo da poco), non compro gadget e cazzate varie, mangio carne una volta massimo due al mese e non carne rossa (pollo o tacchino), il pesce non l'ho mai mangiato sono allergico eh oh gli scherzi della natura, non prendo farmaci dal 1996, forse mi dimentico qualcosa ma più o meno queste sono le cose che in qualche modo non faccio oppure non ho. Ho pensato ma se un giorno le cose che vengono vendute costassero troppo e la massa dei consumatori non potrebbe permettersele, cadrebbe tutto il sistema, oppure se le persone iniziassero a fare come me si potrebbe dare un forte colpo a questo sistema malato di denaro, no? Era così, giusto perché nel libro Sigismondo parla di consumismo e cose simili. Mentre scrivevo ho ascoltato sto tizio, più che altro per la curiosità di sentire cosa fa con tutto sto muro di roba, interessante.
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Le profezie di Nostradamus per il 2025
Nostradamus sia tra gli scettici che tra i suoi estimatori cattura ancora una volta l’attenzione con le sue profezie. Sarà perché nei secoli la fama di Nostradamus è rimbalzata dalla Provenza all’intero pianeta senza mai diminuire. Come per gli anni precedenti anche per il 2025 nelle Centurie di Nostradamus sono presenti eventi generati dalla natura ed eventi causati dalla scelleratezza del comportamento degli uomini non senza collegamenti tra l’una e l’altra categoria di cause. Infatti ci sono le nostre scelte sbagliate anche dietro molte catastrofi naturali che si stanno moltiplicando negli ultimi decenni. Dobbiamo dire che lo stesso Nostradamus in più di una delle sue Centurie ci richiama alle nostre responsabilità nella genesi dei disastri naturali. Vedremo ora le più importanti profezie di Nostradamus riguardanti il 2025. Appare evidente che è sul fronte dei fenomeni naturali che le profezie di Nostradamus per il 2025 presentano gli eventi più numerosi e inquietanti. A partire dal protrarsi della grave situazione climatica che ha già visto indicare il 2023 come l’anno più caldo di sempre per il nostro pianeta da parte dell’organizzazione metereologica mondiale. Riguardo il 2025 il veggente afferma che ci saranno più calore e siccità che mai, dal momento che la terra diventerà sempre più arida. A causa di tale situazione i molte zone del pianeta ci sarà carestia e fame diffusa. Per dirla in altro modo nel 2025 il riscaldamento globale e la crisi climatica si intensificheranno rendendo sempre più dure le sfide ambientali. Oltre agli eccessi estremi di calore e siccità per il 2025 Nostradamus predice un terremoto catastrofico che dovrebbe a sua volta provocare uno tsunami di proporzioni apocalittiche. Il cataclisma dovrebbe verificarsi al largo delle coste del Giappone zona geografica non nuova a fenomeni di questo tipo. Come non ricordare infatti il grande terremoto e maremoto del Giappone orientale del 2011 quando il mega sisma sottomarino con epicentro nell’oceano pacifico generò lo tsunami che mise fuori uso i generatori di emergenza dei sistemi di raffreddamento dei reattori della centrale nucleare di Fukushima? Da notare che Nostradamus avrebbe previsto un terremoto in Giappone anche per il 2022 destinato a provocare molti danni materiali. E in effetti il 16 marzo un terremoto di magnitudo 7,4 ha colpito il Giappone ancora una volta al largo di Fukushima. Tuttavia terremoto e maremoto non sono gli unici cataclismi previsti da Nostradamus per il 2025. Nelle Centurie dell’indovino francese sono presenti infatti anche fenomeni vulcanici di proporzioni enormi. In particolare Nostradamus prevede una eruzione vulcanica che a quanto pare potrebbe essere peggiore anche di quelle più forti del Vesuvio avvenute rispettivamente nel 79 d.C. e nel 1631. Come tutti sanno l’eruzione del 79 seppellì Pompei ed Ercolano con i loro abitanti sotto otto metri di cenere incandescente. In poco tempo tale cenere incandescente si trasformò in fango a causa delle violenti piogge. Riguardo la seconda eruzione avvenuta nel 1631 dobbiamo mettere in evidenza che essa causò la morte di circa 18.000 persone. Partendo da tali premesse possiamo facilmente immaginare le proporzioni dell’eruzione prevista da Nostradamus per ilo 2025. Dovrebbe trattarsi di un eruzione dal potenziale distruttivo difficilmente immaginabile. A tale riguardo dobbiamo tener presente che oggi viviamo in un mondo molto più urbanizzato di quanto non fosse al tempo dell’eruzione del Vesuvio del 79 o di quello dell’eruzione del 1631. Di conseguenza è facile immaginare che l’impatto e gli effetti dell’eruzione vulcanica prevista da Nostradamus per il 2025 sarebbero terribili. Ma le previsioni apocalittiche del profeta francese non finiscono qui per quanto riguarda il 2025 dal momento che egli ha previsto per l’anno in corso una nuova malattia infettiva. Dobbiamo mettere in evidenza che non è ancora del tutto chiara l’origine della pandemia causata dal Covid-19 che ha causato tante vittime e problemi di ogni tipo. Ma questa volta il luogo di origine dell’epidemia prevista da Nostradamus non sarebbe un ipotetico laboratorio. Infatti il veggente francese fa riferimento al ritorno in circolazione di un virus letale vecchio di migliaia di anni. Tale virus verrebbe immesso nell’oceano a causa dello scioglimento dei ghiacci. Trattasi di un fenomeno di notevole importanza e di non trascurabili proporzioni che si sta già verificando. Appare evidente che nella genesi di tale epidemia sono chiamati in causa gli esseri umani responsabili dell’aumento di temperatura alla base dello scioglimento dei ghiacci. Infatti la profezia di Nostradamus intorno a tale virus richiama in modo evidente le conseguenze del fenomeno del riscaldamento globale. Tale fenomeno in quanto tale determina l’innalzamento dei livelli dei mari degli oceani rappresenta una gravissima minaccia nonché una terribile spada di Damocle per il genere umano. Le profezie di Nostradamus per il 2025 riguardano anche la monarchia britannica per la quale il veggente prevede tempi duri e difficili. Secondo l’astrologo francese nel 2025 Carlo definito nelle Centurie “il re delle isole” sarà “cacciato con la forza“ da un uomo “senza il marchio di un re“ che allontana Carlo dal trono Gli interpreti di Nostradamus hanno cercato in tutti i modi di comprendere chi potrebbe essere questo personaggio che caccia con la forza Carlo dal trono inglese. Gli studiosi hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi di un outsider. Ma potrebbe anche essere qualcuno che pur essendo vicino alla famiglia reale non è nella linea di successione. Comunque sia l’ipotesi più accreditata è che questo personaggio che allontana Carlo dal trono è sempre un componente della famiglia reale sebbene non sia molto gradito alla stessa famiglia reale inglese. Dobbiamo dire che anche il Vaticano è stato spesso al centro delle previsioni di Nostradamus. A dire del veggente francese nel 2025 ci dovrebbe essere un Papa che sostituirà Francesco. Secondo quello che pensano gli interpreti nel 2025 Francesco dovrebbe essere sostituito nel ruolo di Papa da quello che il veggente definisce “un successore romano”. Sembrerebbe quindi che il nuovo Papa dovrebbe essere non di origine straniera ma di origine italiana o per meglio dire romana. Comunque sia si dovrebbe trattare di un cambiamento sostanziale per l’intero mondo cattolico. Ma le profezie di Nostradamus per il 2025 riguardano anche il contesto geopolitico che costituisce un leitmotiv sebbene con diverse variazioni delle profezie di Nostradamus. Riguardo il contesto geopolitico il veggente parla nelle Centurie di “un avversario rosso“. Tale potenza mondiale inizierà una guerra provocando combattimenti molto duri e battaglie navali di notevoli proporzioni. Le parole del veggente si prestano a varie interpretazioni ma l’interpretazione della maggior parte degli studiosi pensa che tale “avversario rosso” sia da identificare con la Cina la quale potrebbe dare inizio ad una invasione di Taiwan. A nostro avviso tale interpretazione è molto plausibile tenendo conto del contesto geopolitico internazionale. A tale riguardo non esiste nessun dubbio che se la Cina dovesse invadere Taiwan gli Stati Uniti non starebbero a guardare e pertanto si scatenerebbero combattimenti e battaglie navali di notevoli proporzioni. Alcune previsioni di Nostradamus per il 2025 riguardano le vicende degli Stati Uniti. Per quanto riguarda Donald Trump l’astrologo francese ne avrebbe prevista la vittoria alle presidenziali del 1996. A tale riguardo il veggente avrebbe parlato di un presidente degli Stati Uniti che “provocherà molta discordia”. E in effetti Trump ha causato molti conflitti e polemiche degli Stati Uniti. Alcuni interpreti sostengono che Nostradamus abbia previsto anche la seconda vittoria di Trump nelle elezioni americane. Ma per onestà intellettuale dobbiamo dire che la maggior parte dei commentatori di Nostradamus ritengono che nelle Centurie non vi sia nessun riferimento alla seconda elezione di Trump. Vogliamo concludere il nostro discorso sulle profezie di Nostradamus per il 2025 che esse sono caratterizzate da toni inquietanti e apocalittici dato che il veggente francese prevede guerre cataclismi naturali e rivolgimenti politici nonché disastri climatici. Prof. Giovanni Pellegrino Read the full article
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Completamente assenti gli altrimenti assordanti strilli di protesta dei verdi e degli ecologisti occidentali, quando i disastri ambientali sono responsabilità dei regimi totalitari come quello russo massima indifferenza🤡
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Fatima Ouassak
Solo un progetto di liberazione dal sistema coloniale-capitalista potrà contribuire a risolvere il problema del riscaldamento globale. E questo progetto è un’ecologia “pirata”, che ha i piedi ancorati nei quartieri operai d’Europa e i suoi occhi rivolti all’Africa.
Fatima Ouassak, politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista, è co-fondatrice di Front de mères, unione di genitori francesi – oggi presente anche in Belgio e Lussemburgo – che lotta contro la violenza della polizia, la discriminazione razzista a scuola, le conseguenze del cambiamento climatico.
È tra le fondatrici di Verdragon, la prima casa dell’ecologia popolare, uno spazio in cui si realizzano progetti e azioni legate al cibo, ai rischi industriali, all’inquinamento atmosferico, alla genitorialità, alla maternità e al contrasto alla violenza di genere.
Nata nel 1976 nella regione del Rif, in Marocco, aveva un anno quando si è trasferita in Francia, per ricongiungersi al padre.
È cresciuta a Lille dove ha studiato Scienze Politiche prima di specializzarsi alla Sorbonne.
Presiede l’organizzazione femminista Réseau Classe Genre Race, nata da un suo opuscolo del 2015, intitolato Discriminazioni di classe/genere/razza, parametri di riferimento per comprendere e agire contro la discriminazione subita dalle donne a causa dell’immigrazione post-coloniale.
Insieme ad altre quattordici femministe, ha contribuito all’opera Sororité, diretta da Chloé Delaume, pubblicata in 2021. Il suo testo si concentra su uno dei suoi argomenti preferiti, la lotta delle madri contro la criminalità infantile, che è stato anche l’argomento della voce che ha scritto nell’opera Feu, ABC dei femminismi attuali, diretta dalla filosofa Elsa Dorlin.
Il suo libro The Power of Mothers ha ricevuto il Premio del pubblico per il saggio femminista nel 2021 dalla rivista Causette.
Nel testo, elabora un progetto politico radicato nei quartieri popolari, che mette al centro la terra, lo spossessamento di cui fanno esperienza le persone che partono dall’Africa e che arrivano in Europa (dove saranno sempre dei “senza-terra”) e di chi subisce il furto sistematico della propria terra, come la popolazione palestinese.
L’assunto che è alla base sostiene che liberazione della terra non può prescindere da quella animale, dalla libertà di movimento, dalla liberazione da un sistema capitalista in cui a pagare le spese del collasso climatico e dei disastri ambientali sono le persone già esposte alla povertà, all’inquinamento, a condizioni di vita malsane, come ha dimostrato lo scoppio della pandemia da Covid 19.
Ritiene che, l’identità, da sola, non basta a porre le basi per un progetto politico di liberazione senza una coscienza di classe, senza riappropriarsi dello spazio per respirare.
Fa parte del Consiglio Nazionale della Nuova Resistenza, per cui ha pubblicato l’opera Resistiamo insieme. Richiesta di giorni felici.
Ha contribuito anche alle raccolte After the Rain. Orizzonti ecofemministi e a Femminismi nel mondo, 23 racconti di una rivoluzione planetaria.
Nell’aprile 2022 ha co-firmato l’appello del quotidiano Elle intitolato “Marine Le Pen all’Eliseo? Per noi no!»
Nel marzo 2023 è uscito il suo libro Per un’ecologia pirata: E saremo liberi in cui auspica l’ampliamento di un fronte sociale ecologico e invita a ripensare il posto dei residenti dei quartieri operai in queste lotte, i rapporti di potere tra le razze, lo Stato francese e l’immigrazione post-coloniale.
Risale la rotta che conduce verso le periferie interne delle grandi città occidentali, con particolare attenzione a Parigi, tra le strade dissestate dei ghetti dove vivono i figli e le figlie di chi ha attraversato le frontiere per fuggire da fame, cambiamenti climatici e guerre. Attraversa i quartieri popolari definiti da nuovi muri, dove si respira poco ossigeno e molto odio, e dove la lotta per la sopravvivenza non ha ancora trovato tregua.
Il suo posizionamento è fortemente situato, parla da ricercatrice e attivista, da madre e donna di origine marocchina che attraversa gli svincoli autostradali, le palazzine e le scuole dimenticate del quartiere di Bagnolet a Parigi. Questa molteplicità di prospettive si traduce in una scrittura densa, capace di pensare per immagini, di muoversi tra draghi, pirati e storie per bambini, intrecciando il saggio, il pamphlet politico e la narrazione autobiografica.
Contro un’ecologia difensiva, che si limita a denunciare ciò che non funziona senza offrire una visione chiara della società che desideriamo per noi e per le generazioni del futuro, propone di ripartire dalla terra e dalla lotta contro l’alienazione e il disancoraggio forzato che milioni di persone vivono quotidianamente.
Se il movimento per la giustizia ambientale non affronta questo nodo cruciale rischia di perpetuare un rapporto coloniale con i quartieri e le classi popolari. In tal modo, rischia di affermarsi come un progetto compatibile con il sistema coloniale capitalista e con il mantenimento dell’ordine stabilito.
Per essere all’altezza delle sfide del presente, bisogna saper interrogare i sistemi di oppressione e dominio che contribuiscono alla distruzione del vivente, come i rapporti di subordinazione tra nord e sud del mondo, tra quartieri ricchi e poveri, tra classi dominanti e popolari.
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Trent’anni dall’alluvione del 1994: memoria, resilienza e futuro. Un convegno a Castelletto Monferrato per riflettere sulle lezioni apprese e guardare al domani
Mercoledì 18 dicembre 2024, alle ore 21:00, presso il Circolo Ricreativo Giardinetto a Castelletto Monferrato, si terrà un importante convegno intitolato “Il segno indelebile del ‘94: testimonianze e riflessioni”.
Mercoledì 18 dicembre 2024, alle ore 21:00, presso il Circolo Ricreativo Giardinetto a Castelletto Monferrato, si terrà un importante convegno intitolato “Il segno indelebile del ‘94: testimonianze e riflessioni”. L’evento è organizzato per ricordare il tragico anniversario dell’alluvione del 1994, un disastro naturale che ha lasciato un segno profondo nel territorio piemontese e nelle sue…
#Alessandria today#Alluvione 1994#Anniversario#Cambiamenti climatici#Castelletto Monferrato#Circolo Ricreativo Giardinetto#comunità locali#Convegno#crisi ecologica#Dante Ferraris#disastri naturali#emergenze ambientali#emergenze climatiche.#eventi a Castelletto Monferrato#Futuro#gestione del territorio#Giancarlo Campanella#Gianluca Colletti#Giorgio Melchioni#Google News#interventi istituzionali#italianewsmedia.com#memoria collettiva#Mostra fotografica#pianificazione sostenibile#Pier Carlo Lava#Prevenzione#prevenzione del rischio#Protezione civile#protezione del territorio
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Conoscete il lago Aral?
Questa foto mostra il lago d’Aral, al confine tra Kazakistan e Uzbekistan. Un tempo era il terzo lago più grande al mondo per estensione e le sue acque coprivano quasi tutta l’area mostrata nell’immagine. Ma a partire dagli anni ’60 la sua superficie si è ridotta del 90% a causa delle deviazioni dei fiumi usate per irrigare i campi di cotone e altre colture. La scomparsa del lago è considerata uno dei peggiori disastri ambientali causati dalle attività umane e ha distrutto l’industria della pesca, che dava lavoro a decine di migliaia di persone.
Ma nel 2005 la costruzione della diga Kokaral ha fermato il prosciugamento del lago e il livello è tornato a salire. Nella parte sud est il letto asciutto si è trasformato nel deserto di Aralkum (62mila mq) e la desertificazione ha scatenato tempeste di sabbia, peggiorando la qualità dell’aria nella regione.
La riserva naturale di Barsa-Kelmes, tra il Piccolo Aral e quel che resta del Grande Aral, costituisce l’habitat naturale di centinaia di specie di animali e vegetali ed è in corso un progetto di riforestazione per favorire la ripresa della flora e della fauna native e fermare l’erosione del suolo, limitando le tempeste di sabbia.
Photo by Earthobservatory/NASA
#sostenibilità#ambiente#cambiamenti climatici#climate change#d'aral lake#kokaral#kazakistan#uzbekistan#aralkum#barsa kelmes
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Cari popoli minori tipo serbi portoghesi e contadiname vario, dobbiamo consumarvi qualche migliaio di ettari quadrati di suolo for the Greater Good Ambientale.
In questo caso specifico poi, le operazioni saranno in sotterraneo mica a cielo aperto, di che si lagnano? Solo perché la Rio Tinto, società a capitale cinese, è autore seriale di disastri sanitari ambientali in giro per il mondo? Prevenuti!
Certo, il vostro ambiente verrà riempito di montagne di discariche di residui vari percolanti (ma li rivestiremo tutti: con la plastica!) e l'acqua verrà tutta usata ma poi tutta restituita eh, solo con un filino di acido solforico residuo.
E' il barbatrucco degli ambientalisti, estendere la devastazione dalle loro città morbose alla campagna aperta. Poi oltre al danno la beffa: vi verranno a dire che il problema sono le vostre mucche scoreggione e la carne "davvero sana e vegana" ahahah la sintetizzano nei loro lab. Wuhan style. Cosa mai potrà andare storto?
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CalamitA/À – Indagini e ricerche nei territori del VAJONT
Dopo poco più di 60 anni la storia del Vajont rimane tra i più gravi disastri ambientali causati dall’azione antropica
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