#disastri ambientali
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Chi specula su un problema sociale vuole una popolazione SEMPRE in stato di emergenza ✓
Quale differenza c'è fra chi specula su un problema sociale, a vantaggio di se stesso, dei propri interessi privati e chi non lo fa?
Chi vuole riconosciuto un diritto, e garantito per tutti, si adopera per fare si che si realizzi nel pubblico (attraverso lo Stato, attraverso strutture pubbliche, accessibili a tutti, nessuno escluso, in modo laico, senza moralizzare la questione); chi, invece, vuole guadagnare sulle altrui difficoltà, crea istituti religiosi, aziende fintamente basate sul volontariato (Onlus), associazioni "no profit" (termine non reale, perché il profitto viene distribuito in chi ci opera) o "protezioni civili" (invece di adoperarsi per fare si che lo Stato crei infrastrutture capaci di prevenire disastri ambientali, che si traducono in feriti e morti): distrae fondi pubblici, chiede donazioni private e non vuole affatto uno Stato capace di organizzare con efficacia ed efficienza un territorio e la sua popolazione (in tutti i campi, anche sanitario).
Chi specula su un problema sociale vuole una popolazione SEMPRE in stato di emergenza, trascurata dallo Stato in ogni ambito (e preme, politicamente, affinché ciò accada), perché "ci mangia sopra".
#laicità#Stato#diritti umani#strutture pubbliche#sanità#ambiente#disastri ambientali#efficace#efficente#speculazione#onlus#no profit#speculare#diritto#riconoscimento#garanzia#laico#morale#difficoltà#istituti religiosi#volontariato#protezione civile#infrastrutture#prevenzione#protezione#donazioni#stato di emergenza#politica#mangiare#lucrare
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Trent’anni dall’alluvione del 1994: memoria, resilienza e futuro. Un convegno a Castelletto Monferrato per riflettere sulle lezioni apprese e guardare al domani
Mercoledì 18 dicembre 2024, alle ore 21:00, presso il Circolo Ricreativo Giardinetto a Castelletto Monferrato, si terrà un importante convegno intitolato “Il segno indelebile del ‘94: testimonianze e riflessioni”.
Mercoledì 18 dicembre 2024, alle ore 21:00, presso il Circolo Ricreativo Giardinetto a Castelletto Monferrato, si terrà un importante convegno intitolato “Il segno indelebile del ‘94: testimonianze e riflessioni”. L’evento è organizzato per ricordare il tragico anniversario dell’alluvione del 1994, un disastro naturale che ha lasciato un segno profondo nel territorio piemontese e nelle sue…
#Alessandria today#Alluvione 1994#Anniversario#Cambiamenti climatici#Castelletto Monferrato#Circolo Ricreativo Giardinetto#comunità locali#Convegno#crisi ecologica#Dante Ferraris#disastri naturali#emergenze ambientali#emergenze climatiche.#eventi a Castelletto Monferrato#Futuro#gestione del territorio#Giancarlo Campanella#Gianluca Colletti#Giorgio Melchioni#Google News#interventi istituzionali#italianewsmedia.com#memoria collettiva#Mostra fotografica#pianificazione sostenibile#Pier Carlo Lava#Prevenzione#prevenzione del rischio#Protezione civile#protezione del territorio
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+++Breaking Cambiamento Gender News+++
Il cambiamento climatico è gender: “Donne e persone non binarie sono colpite in modo sproporzionato quando ci sono disastri meteorologici, ecco perché”.
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Leggi l'articolo e fatichi a credere che qualcuno abbia partorito le follie che stai leggendo e che vengono spacciate per scienza.
Poi torni alla realtà e capisci perché certe idee vengano divulgate.
Follie totali sempre più dilaganti.
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Dio ha salvato Felipe. A Valenza (...) il re ha fatto il re, affrontando a viso aperto la folla ruggente, e il politico ha fatto il politico, tagliando la corda.
Col suo slancio ispirato e rischioso, col suo gesto da hombre vertical, e sottolineo “hombre” perché l’onore è concetto virile (...), Filippo VI di Spagna mi consente (...) di lodare un dinasta senza applaudire un Windsor (...).
Domani le masse torneranno socialiste, torneranno a votare il mediocre Sánchez o chi per esso, torneranno a credere nella promessa deresponsabilizzante dello Stato moderno: sicurezza dalla culla alla tomba (non prima dei novanta, s’intende). Ma quando hanno visto l’onore lo hanno riconosciuto. Senza saperlo ne avevano nostalgia.
Grande Camillo Langone, distinto tra tanta noiosa fuffa provinciale, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/11/05/news/il-re-di-spagna-filippo-vi-mi-consente-di-tornare-neo-borbonico-7112621/
ps.: notare gli effetti quotidiano della narrativa socc'ialista "dateci il potere e vi difenderemo da tutto, anche da voi stessi": disastri ambientali da ricette erronee sul territorio a favore dei soliti palazzinari, guerre, bombe, controllori di treno accoltellati, ragazzi sbalestrati, gente indignada livida che basta un nonnulla e gli parte l'embolo ...
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Io vorrei essere ottimista sullo stato del mondo e sul futuro e non vivere in uno stato d'ansia perenne... ma poi mi dicono che la collega americana fa discorsi tipo "gli immigrati sudamericani vivono negli hotel mantenuti da noi e gli americani diventano homeless perché non possono pagare l'affitto", e quindi che speranze posso avere? Questa è benestante, con un'educazione superiore, e non vive in Texas... e crede ciecamente alla versione americana degli immigrati che si beccano 45€ al giorno mentre gli italiani muoiono di fame.
Poi ci sono quelli intorno a me totalmente indifferenti al tema elezioni USA, che forse non pensano che quello che succede in una delle maggiori potenze mondiali possa toccare il loro orticello. Aggiungo: ci sono anche i maschi bianchi etero benestanti che "no io non voto mai la politica non mi interessa".
Poi ci sono i disastri ambientali che ormai ci urlano in faccia che siamo tutti fottuti.
Poi ci sono le mille piccole preoccupazioni quotidiane.
Come si fa?
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🔥🔥🔥 Il senatore Kennedy espone la grande bufala del cambiamento climatico. Il vice segretario dell'energia americano non riesce a rispondere alle sue domande. Scie Chimiche e Tecnologia H.A.A.R.P sono responsabili di malattie, disastri ambientali, avvelenamento terreni, terremoti e tutto ciò che ti hanno fatto credere alla bufala del cambiamento climatico.
https://www.bitchute.com/video/0mKK12oX9Adw/
https://rumble.com/v2f6l28-primo-ed-ultimo-avviso.html
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CRONACHE RIBELLI
Le minacce del ministro Valditara alla preside che ha scritto una circolare sull’aggressione fascista a Firenze non dovrebbero stupire nessuno. Sono l’ultimo atto di una lunga serie di tentativi di piegare il mondo della cultura e dell’istruzione a una precisa visione ideologica.
Che - attenzione - non è quella “nera” ma piuttosto quella qualunquista. Ciò che si chiede oggi ai docenti, al personale scolastico e agli accademici è non prendere posizione. Stare zitti, farsi gli affari propri, essere insomma indifferenti a quello che avviene nella società.
La nostra solidarietà alla preside Savino va di pari passo alla convinzione che le persone che si occupano di cultura debbano SEMPRE esporsi. E non solo sul tema del neofascismo, bensì su tutte le storture, le diseguaglianze, le privazioni di diritti, i disastri sociali e ambientali che affliggono la nostra società. Il dovere di chi vive di cultura è proprio questo: creare dibattito portando contenuti critici, alimentando forme di confronto che possano aprire spiragli e aiutare a guardare con altre lenti il mondo che ci circonda.
Altrimenti quale sarebbe il ruolo dei docenti e degli accademici? Ripetere come automi anno dopo anno i programmi ministeriali e pretendere che i ragazzi facciano lo stesso?
Magari per insegnare, come è stato fatto per decenni nelle nostre scuole, il mito “del buon italiano e del cattivo tedesco”, quello “del Piave mormorava non passa lo straniero” o del Risorgimento stile libro “Cuore”? Ovvero un'impostazione della quale vediamo ancora oggi i danni.
Per questo bisogna “essere partigiani”, ovvero avere il coraggio di farsi avanti, dire la propria e assumere posizioni scomode, che nel caso specifico a nostro avviso non coincidono tanto col parlare di “regime” quanto nell'individuare il percorso storico che ci ha portato a questo punto. Cosa che tante volte abbiamo fatto.
Non allontaneremo le persone - oppresse, stanche e deluse da questo sistema politico, economico e sociale - da certe ideologie urlando banalmente al fascismo, ma mostrando come i soggetti politici reazionari nella storia non siano mai stati alternativi al sistema dominante, ma espressione della sua parte più retriva.
Basta vedere i primi mesi di questo governo. Abbiamo avuto esattamente le stesse politiche classiste e discriminatorie degli ultimi trent’anni condite da un revisionismo sciatto e da una becero autoritarismo.
La cultura dovrebbe alzare la voce non solo contro questo governo, ma soprattutto contro quelle politiche e a favore di chi ne paga il prezzo.
Perché, come ci hanno insegnato i nostri nonni, ha senso studiare e formarsi solo se quello che si impara lo si mette a disposizione e nell’interesse di tutti e tutte.
Cronache Ribelli
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E' stato facile.
Sarà il periodo, il momento, la mia voglia di completare un percorso iniziato anni fa (4 per essere precisi, dal lockdown, diciamo) e che poteva essere meno dispendioso in termini di tempo, ma che andava comunque fatto. Forse anche questo viaggio che mi sembra inutile alla fine fa parte di questo percorso di innovazione, rinascita e di crescita interiore. Ma il tutto era comunque bloccato e reso quasi difficile da molti fattori che erano al di fuori di me, e che in qualche modo mi trattenevano, ma adesso non ci sono più li ho lasciati andare e quindi ho smesso di fumare, eh si, lunedì ho fumato le ultime sigarette, 4 per la precisione di cui l'ultima ad un compleanno, appena spenta mi sono reso conto che non avrei più fumato e così è stato. Si lo so, sono solo due giorni ed è poco per cantar vittoria, ma messo in pratica un paio di accorgimenti che sembrano funzionare, il primo è niente caffè, si hai letto bene, la mattina non mi faccio il caffè e non mi metto assonnato da davanti (al pc) a leggere o a scrollare fino a quando il caffè fa effetto e poi mi chiama la sigaretta (tabacco non quelle normali), la mattina mi bevo due bicchieri di acqua, mi lavo la faccia energicamente e inizio la routine degli esercizi, anche solo la mobilitazione va bene. Il secondo ho iniziato a correre, certo non facendo la maratona, anzi, ci sto andando piano piano per evitare di farmi male. Pensavo peggio, Spock mi ha detto che è una mia fissa che sono un relitto, visto che da giovane giocavo a calcio e che ho fatto lavori dove bisogna muoversi tanto, tranne negli ultimi 4 anni ma questo è un dettaglio. Devo dire che mi sento già meglio anche se è poco. Era una cosa che volevo fare da anni e avevo il desiderio di prendere lezioni di canto per ampliare il mio spettro musicale e di resa dal vivo e nelle registrazioni, beh magari quando sono a casa vedo di trovarmi qualcuno che mi spieghi un pò come funziona.
Oggi quando mi sono svegliato dal riposino mi è balenata una cosa in testa, questo è perché sto leggendo Bauman, il mondo sta andando verso una catastrofe tra guerre e disastri ambientali causati dal fatto che si deve produrre per consumatori sempre più che in passato, ok, ma mi sono fatto delle domande visto che io non sono il consumatore classico compulsivo, non ho l'automobile e vado in bici o a piedi, non bevo, non fumo (questo da poco), non compro gadget e cazzate varie, mangio carne una volta massimo due al mese e non carne rossa (pollo o tacchino), il pesce non l'ho mai mangiato sono allergico eh oh gli scherzi della natura, non prendo farmaci dal 1996, forse mi dimentico qualcosa ma più o meno queste sono le cose che in qualche modo non faccio oppure non ho. Ho pensato ma se un giorno le cose che vengono vendute costassero troppo e la massa dei consumatori non potrebbe permettersele, cadrebbe tutto il sistema, oppure se le persone iniziassero a fare come me si potrebbe dare un forte colpo a questo sistema malato di denaro, no? Era così, giusto perché nel libro Sigismondo parla di consumismo e cose simili. Mentre scrivevo ho ascoltato sto tizio, più che altro per la curiosità di sentire cosa fa con tutto sto muro di roba, interessante.
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Fatima Ouassak
Solo un progetto di liberazione dal sistema coloniale-capitalista potrà contribuire a risolvere il problema del riscaldamento globale. E questo progetto è un’ecologia “pirata”, che ha i piedi ancorati nei quartieri operai d’Europa e i suoi occhi rivolti all’Africa.
Fatima Ouassak, politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista, è co-fondatrice di Front de mères, unione di genitori francesi – oggi presente anche in Belgio e Lussemburgo – che lotta contro la violenza della polizia, la discriminazione razzista a scuola, le conseguenze del cambiamento climatico.
È tra le fondatrici di Verdragon, la prima casa dell’ecologia popolare, uno spazio in cui si realizzano progetti e azioni legate al cibo, ai rischi industriali, all’inquinamento atmosferico, alla genitorialità, alla maternità e al contrasto alla violenza di genere.
Nata nel 1976 nella regione del Rif, in Marocco, aveva un anno quando si è trasferita in Francia, per ricongiungersi al padre.
È cresciuta a Lille dove ha studiato Scienze Politiche prima di specializzarsi alla Sorbonne.
Presiede l’organizzazione femminista Réseau Classe Genre Race, nata da un suo opuscolo del 2015, intitolato Discriminazioni di classe/genere/razza, parametri di riferimento per comprendere e agire contro la discriminazione subita dalle donne a causa dell’immigrazione post-coloniale.
Insieme ad altre quattordici femministe, ha contribuito all’opera Sororité, diretta da Chloé Delaume, pubblicata in 2021. Il suo testo si concentra su uno dei suoi argomenti preferiti, la lotta delle madri contro la criminalità infantile, che è stato anche l’argomento della voce che ha scritto nell’opera Feu, ABC dei femminismi attuali, diretta dalla filosofa Elsa Dorlin.
Il suo libro The Power of Mothers ha ricevuto il Premio del pubblico per il saggio femminista nel 2021 dalla rivista Causette.
Nel testo, elabora un progetto politico radicato nei quartieri popolari, che mette al centro la terra, lo spossessamento di cui fanno esperienza le persone che partono dall’Africa e che arrivano in Europa (dove saranno sempre dei “senza-terra”) e di chi subisce il furto sistematico della propria terra, come la popolazione palestinese.
L’assunto che è alla base sostiene che liberazione della terra non può prescindere da quella animale, dalla libertà di movimento, dalla liberazione da un sistema capitalista in cui a pagare le spese del collasso climatico e dei disastri ambientali sono le persone già esposte alla povertà, all’inquinamento, a condizioni di vita malsane, come ha dimostrato lo scoppio della pandemia da Covid 19.
Ritiene che, l’identità, da sola, non basta a porre le basi per un progetto politico di liberazione senza una coscienza di classe, senza riappropriarsi dello spazio per respirare.
Fa parte del Consiglio Nazionale della Nuova Resistenza, per cui ha pubblicato l’opera Resistiamo insieme. Richiesta di giorni felici.
Ha contribuito anche alle raccolte After the Rain. Orizzonti ecofemministi e a Femminismi nel mondo, 23 racconti di una rivoluzione planetaria.
Nell’aprile 2022 ha co-firmato l’appello del quotidiano Elle intitolato “Marine Le Pen all’Eliseo? Per noi no!»
Nel marzo 2023 è uscito il suo libro Per un’ecologia pirata: E saremo liberi in cui auspica l’ampliamento di un fronte sociale ecologico e invita a ripensare il posto dei residenti dei quartieri operai in queste lotte, i rapporti di potere tra le razze, lo Stato francese e l’immigrazione post-coloniale.
Risale la rotta che conduce verso le periferie interne delle grandi città occidentali, con particolare attenzione a Parigi, tra le strade dissestate dei ghetti dove vivono i figli e le figlie di chi ha attraversato le frontiere per fuggire da fame, cambiamenti climatici e guerre. Attraversa i quartieri popolari definiti da nuovi muri, dove si respira poco ossigeno e molto odio, e dove la lotta per la sopravvivenza non ha ancora trovato tregua.
Il suo posizionamento è fortemente situato, parla da ricercatrice e attivista, da madre e donna di origine marocchina che attraversa gli svincoli autostradali, le palazzine e le scuole dimenticate del quartiere di Bagnolet a Parigi. Questa molteplicità di prospettive si traduce in una scrittura densa, capace di pensare per immagini, di muoversi tra draghi, pirati e storie per bambini, intrecciando il saggio, il pamphlet politico e la narrazione autobiografica.
Contro un’ecologia difensiva, che si limita a denunciare ciò che non funziona senza offrire una visione chiara della società che desideriamo per noi e per le generazioni del futuro, propone di ripartire dalla terra e dalla lotta contro l’alienazione e il disancoraggio forzato che milioni di persone vivono quotidianamente.
Se il movimento per la giustizia ambientale non affronta questo nodo cruciale rischia di perpetuare un rapporto coloniale con i quartieri e le classi popolari. In tal modo, rischia di affermarsi come un progetto compatibile con il sistema coloniale capitalista e con il mantenimento dell’ordine stabilito.
Per essere all’altezza delle sfide del presente, bisogna saper interrogare i sistemi di oppressione e dominio che contribuiscono alla distruzione del vivente, come i rapporti di subordinazione tra nord e sud del mondo, tra quartieri ricchi e poveri, tra classi dominanti e popolari.
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Conoscete il lago Aral?
Questa foto mostra il lago d’Aral, al confine tra Kazakistan e Uzbekistan. Un tempo era il terzo lago più grande al mondo per estensione e le sue acque coprivano quasi tutta l’area mostrata nell’immagine. Ma a partire dagli anni ’60 la sua superficie si è ridotta del 90% a causa delle deviazioni dei fiumi usate per irrigare i campi di cotone e altre colture. La scomparsa del lago è considerata uno dei peggiori disastri ambientali causati dalle attività umane e ha distrutto l’industria della pesca, che dava lavoro a decine di migliaia di persone.
Ma nel 2005 la costruzione della diga Kokaral ha fermato il prosciugamento del lago e il livello è tornato a salire. Nella parte sud est il letto asciutto si è trasformato nel deserto di Aralkum (62mila mq) e la desertificazione ha scatenato tempeste di sabbia, peggiorando la qualità dell’aria nella regione.
La riserva naturale di Barsa-Kelmes, tra il Piccolo Aral e quel che resta del Grande Aral, costituisce l’habitat naturale di centinaia di specie di animali e vegetali ed è in corso un progetto di riforestazione per favorire la ripresa della flora e della fauna native e fermare l’erosione del suolo, limitando le tempeste di sabbia.
Photo by Earthobservatory/NASA
#sostenibilità#ambiente#cambiamenti climatici#climate change#d'aral lake#kokaral#kazakistan#uzbekistan#aralkum#barsa kelmes
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Robot morbidi con sembianze umanoidi
Arrivano i robot a propulsione magnetica: nasce la rivoluzione degli umanoidi ‘morbidi’. I robot a propulsione magnetica sono pronti a rivoluzionare il futuro: nasce una nuova generazione di umanoidi ‘morbidi’ e flessibili, capaci di trasformare il mondo della tecnologia e dell’automazione come non abbiamo mai visto prima. La robotica ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, grazie a una combinazione di innovazione nei materiali e nell’ingegneria meccanica. I robot morbidi, in particolare, stanno guadagnando sempre più attenzione per la loro capacità di adattarsi meglio agli ambienti complessi. A differenza dei robot rigidi, i robot morbidi utilizzano materiali flessibili che permettono loro di imitare movimenti naturali, riducendo il rischio di danni e aumentando la loro versatilità. Questa tecnologia ha già dimostrato il suo valore in una vasta gamma di applicazioni, dalle missioni di esplorazione spaziale alla chirurgia medica.
Una delle caratteristiche principali dei robot morbidi è la loro capacità di interagire in modo sicuro con l’ambiente circostante. La morbidezza permette loro di assorbire gli impatti e di muoversi in spazi ristretti, riducendo al minimo i danni sia al robot che agli oggetti circostanti. Questo li rende ideali per operazioni di soccorso o per lavorare in luoghi difficili da raggiungere. Inoltre, l’uso di materiali flessibili consente una maggiore adattabilità in condizioni ambientali variabili, come terreni accidentati o superfici delicate. Un altro grande vantaggio dei robot morbidi è la loro capacità di imitare movimenti naturali che li rendono particolarmente adatti per la robotica medica. Grazie alla loro flessibilità, possono interagire con il corpo umano in modo sicuro e preciso, facilitando procedure chirurgiche meno invasive. Inoltre, la loro struttura permette di raggiungere con facilità parti del corpo che potrebbero essere inaccessibili con strumenti chirurgici tradizionali. Questa evoluzione tecnologica ha già iniziato a trasformare il settore medico, con il potenziale per ridurre i tempi di recupero dei pazienti. L’evoluzione della robotica morbida non si ferma solo all’uso di materiali innovativi, ma coinvolge anche lo sviluppo di nuove tecnologie di propulsione. I sistemi magnetici stanno giocando un ruolo fondamentale in questo campo, offrendo nuovi modi per controllare i movimenti di questi robot. L’attuazione magnetica permette infatti di ottenere una reattività molto più rapida rispetto ai metodi tradizionali, migliorando le prestazioni dei robot in una vasta gamma di applicazioni, dal monitoraggio ambientale all’industria. I vantaggi della propulsione magnetica
I robot morbidi con propulsione magnetica offrono prestazioni eccezionali in termini di velocità e precisione. Grazie all’uso di campi magnetici, questi robot sono in grado di muoversi rapidamente e di effettuare salti molto potenti, superando così le limitazioni dei robot tradizionali. La tecnologia alla base della propulsione magnetica consente una risposta rapida e un controllo preciso, permettendo ai robot di affrontare sfide complesse in ambienti difficili. Inoltre, la flessibilità del sistema magnetico permette di regolare la potenza e la direzione del movimento, offrendo una maggiore versatilità. Questa combinazione di velocità, potenza e adattabilità rende i robot morbidi magnetici ideali per compiti come il soccorso, dove la capacità di navigare in ambienti pericolosi o difficili da raggiungere è cruciale. Applicazioni promettenti per il futuro Le possibili applicazioni dei robot morbidi a propulsione magnetica sono molteplici e spaziano in settori diversi. Nell’ambito del monitoraggio ambientale, questi robot potrebbero essere utilizzati per raccogliere dati in luoghi difficili da raggiungere, come foreste dense o aree colpite da disastri naturali. La loro capacità di saltare ostacoli e muoversi rapidamente li rende strumenti preziosi per raccogliere informazioni in tempo reale. Nel settore industriale, i robot morbidi magnetici potrebbero migliorare le operazioni di manutenzione in luoghi pericolosi, come impianti chimici o centrali elettriche. La loro adattabilità ai diversi terreni e la capacità di operare in condizioni estreme li rendono ideali per compiti che richiedono precisione e rapidità in ambienti difficili. Read the full article
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Ambiente e sicurezza: Protopapa (Lega) promuove il monitoraggio dei fiumi per prevenire disastri e alluvioni. L'importanza della pulizia degli alvei dei corsi d'acqua per proteggere il territorio piemontese dagli effetti dei cambiamenti climatici.
Un passo avanti nella gestione del territorio. Marco Protopapa, consigliere regionale della Lega
Un passo avanti nella gestione del territorio.Marco Protopapa, consigliere regionale della Lega, ha sottolineato la necessità di migliorare la gestione e la pulizia degli alvei dei corsi d’acqua come misura preventiva contro i danni causati da disastri naturali. Durante la presentazione odierna in Aula dell’Ordine del giorno dedicato a questa tematica, Protopapa ha messo in evidenza l’urgenza di…
#accelerazione autorizzazioni#Alessandria today#alluvioni Piemonte#Cambiamenti climatici#cambiamenti climatici Piemonte#collaborazioni enti preposti#cura alvei#disastri naturali#Emergenza climatica#fiumi e torrenti#gestione ambientale Piemonte#gestione corsi d’acqua#gestione territoriale#Google News#impatto cambiamenti climatici#interventi fluviali#italianewsmedia.com#Lega Piemonte#Marco Protopapa#Marco Protopapa Lega#monitoraggio ambientale#monitoraggio fiumi#Normativa Ambientale#opere primarie ambientali#Ordine del giorno Protopapa#pianificazione fluviale#Piemonte ambiente#Pier Carlo Lava#Prevenzione alluvioni#Prevenzione danni
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CalamitA/À – Indagini e ricerche nei territori del VAJONT
Dopo poco più di 60 anni la storia del Vajont rimane tra i più gravi disastri ambientali causati dall’azione antropica
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Cari popoli minori tipo serbi portoghesi e contadiname vario, dobbiamo consumarvi qualche migliaio di ettari quadrati di suolo for the Greater Good Ambientale.
In questo caso specifico poi, le operazioni saranno in sotterraneo mica a cielo aperto, di che si lagnano? Solo perché la Rio Tinto, società a capitale cinese, è autore seriale di disastri sanitari ambientali in giro per il mondo? Prevenuti!
Certo, il vostro ambiente verrà riempito di montagne di discariche di residui vari percolanti (ma li rivestiremo tutti: con la plastica!) e l'acqua verrà tutta usata ma poi tutta restituita eh, solo con un filino di acido solforico residuo.
E' il barbatrucco degli ambientalisti, estendere la devastazione dalle loro città morbose alla campagna aperta. Poi oltre al danno la beffa: vi verranno a dire che il problema sono le vostre mucche scoreggione e la carne "davvero sana e vegana" ahahah la sintetizzano nei loro lab. Wuhan style. Cosa mai potrà andare storto?
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Carne, la Fao avrebbe distorto due studi per favorire l'industria
Forse le lobby degli allevatori intensivi invece di spingere intensamente per la conversione produttiva verso la carne coltivata al posti di quella da uccisione e relativi disastri ambientali, ricorrono alla corruzione e ai mezzucci non solo in Italia? http://www.afnews.info segnala: Due scienziati citati in uno studio della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e…
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L'Asia la più colpita dai disastri ambientali nel 2023
AGI – L’Asia è stata “la regione al mondo più colpita da disastri legati al clima” nel 2023, con inondazioni e tempeste che hanno causato il maggior numero di vittime e perdite economiche. Lo rende noto nel suo rapporto annuale l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite. “Il cambiamento climatico ha esacerbato la frequenza e la gravità di tali eventi, influenzando profondamente…
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