#disastri ambientali
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lollyhabits · 6 months ago
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Chi specula su un problema sociale vuole una popolazione SEMPRE in stato di emergenza ✓
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Quale differenza c'è fra chi specula su un problema sociale, a vantaggio di se stesso, dei propri interessi privati e chi non lo fa?
Chi vuole riconosciuto un diritto, e garantito per tutti, si adopera per fare si che si realizzi nel pubblico (attraverso lo Stato, attraverso strutture pubbliche, accessibili a tutti, nessuno escluso, in modo laico, senza moralizzare la questione); chi, invece, vuole guadagnare sulle altrui difficoltà, crea istituti religiosi, aziende fintamente basate sul volontariato (Onlus), associazioni "no profit" (termine non reale, perché il profitto viene distribuito in chi ci opera) o "protezioni civili" (invece di adoperarsi per fare si che lo Stato crei infrastrutture capaci di prevenire disastri ambientali, che si traducono in feriti e morti): distrae fondi pubblici, chiede donazioni private e non vuole affatto uno Stato capace di organizzare con efficacia ed efficienza un territorio e la sua popolazione (in tutti i campi, anche sanitario).
Chi specula su un problema sociale vuole una popolazione SEMPRE in stato di emergenza, trascurata dallo Stato in ogni ambito (e preme, politicamente, affinché ciò accada), perché "ci mangia sopra".
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falcemartello · 3 months ago
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+++Breaking Cambiamento Gender News+++
Il cambiamento climatico è gender: “Donne e persone non binarie sono colpite in modo sproporzionato quando ci sono disastri meteorologici, ecco perché”.
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Leggi l'articolo e fatichi a credere che qualcuno abbia partorito le follie che stai leggendo e che vengono spacciate per scienza.
Poi torni alla realtà e capisci perché certe idee vengano divulgate.
Follie totali sempre più dilaganti.
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abr · 18 days ago
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Dio ha salvato Felipe. A Valenza (...) il re ha fatto il re, affrontando a viso aperto la folla ruggente, e il politico ha fatto il politico, tagliando la corda.
Col suo slancio ispirato e rischioso, col suo gesto da hombre vertical, e sottolineo “hombre” perché l’onore è concetto virile (...), Filippo VI di Spagna mi consente (...) di lodare un dinasta senza applaudire un Windsor (...).
Domani le masse torneranno socialiste, torneranno a votare il mediocre Sánchez o chi per esso, torneranno a credere nella promessa deresponsabilizzante dello Stato moderno: sicurezza dalla culla alla tomba (non prima dei novanta, s’intende). Ma quando hanno visto l’onore lo hanno riconosciuto. Senza saperlo ne avevano nostalgia.
Grande Camillo Langone, distinto tra tanta noiosa fuffa provinciale, via https://www.ilfoglio.it/preghiera/2024/11/05/news/il-re-di-spagna-filippo-vi-mi-consente-di-tornare-neo-borbonico-7112621/
ps.: notare gli effetti quotidiano della narrativa socc'ialista "dateci il potere e vi difenderemo da tutto, anche da voi stessi": disastri ambientali da ricette erronee sul territorio a favore dei soliti palazzinari, guerre, bombe, controllori di treno accoltellati, ragazzi sbalestrati, gente indignada livida che basta un nonnulla e gli parte l'embolo ...
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stranomavero-o · 19 days ago
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Io vorrei essere ottimista sullo stato del mondo e sul futuro e non vivere in uno stato d'ansia perenne... ma poi mi dicono che la collega americana fa discorsi tipo "gli immigrati sudamericani vivono negli hotel mantenuti da noi e gli americani diventano homeless perché non possono pagare l'affitto", e quindi che speranze posso avere? Questa è benestante, con un'educazione superiore, e non vive in Texas... e crede ciecamente alla versione americana degli immigrati che si beccano 45€ al giorno mentre gli italiani muoiono di fame.
Poi ci sono quelli intorno a me totalmente indifferenti al tema elezioni USA, che forse non pensano che quello che succede in una delle maggiori potenze mondiali possa toccare il loro orticello. Aggiungo: ci sono anche i maschi bianchi etero benestanti che "no io non voto mai la politica non mi interessa".
Poi ci sono i disastri ambientali che ormai ci urlano in faccia che siamo tutti fottuti.
Poi ci sono le mille piccole preoccupazioni quotidiane.
Come si fa?
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fridagentileschi · 24 days ago
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🔥🔥🔥 Il senatore Kennedy espone la grande bufala del cambiamento climatico. Il vice segretario dell'energia americano non riesce a rispondere alle sue domande. Scie Chimiche e Tecnologia H.A.A.R.P sono responsabili di malattie, disastri ambientali, avvelenamento terreni, terremoti e tutto ciò che ti hanno fatto credere alla bufala del cambiamento climatico.
https://www.bitchute.com/video/0mKK12oX9Adw/
https://rumble.com/v2f6l28-primo-ed-ultimo-avviso.html
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colonna-durruti · 2 years ago
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CRONACHE RIBELLI
Le minacce del ministro Valditara alla preside che ha scritto una circolare sull’aggressione fascista a Firenze non dovrebbero stupire nessuno. Sono l’ultimo atto di una lunga serie di tentativi di piegare il mondo della cultura e dell’istruzione a una precisa visione ideologica.
Che - attenzione - non è quella “nera” ma piuttosto quella qualunquista. Ciò che si chiede oggi ai docenti, al personale scolastico e agli accademici è non prendere posizione. Stare zitti, farsi gli affari propri, essere insomma indifferenti a quello che avviene nella società.
La nostra solidarietà alla preside Savino va di pari passo alla convinzione che le persone che si occupano di cultura debbano SEMPRE esporsi. E non solo sul tema del neofascismo, bensì su tutte le storture, le diseguaglianze, le privazioni di diritti, i disastri sociali e ambientali che affliggono la nostra società. Il dovere di chi vive di cultura è proprio questo: creare dibattito portando contenuti critici, alimentando forme di confronto che possano aprire spiragli e aiutare a guardare con altre lenti il mondo che ci circonda.
Altrimenti quale sarebbe il ruolo dei docenti e degli accademici? Ripetere come automi anno dopo anno i programmi ministeriali e pretendere che i ragazzi facciano lo stesso?
Magari per insegnare, come è stato fatto per decenni nelle nostre scuole, il mito “del buon italiano e del cattivo tedesco”, quello “del Piave mormorava non passa lo straniero” o del Risorgimento stile libro “Cuore”? Ovvero un'impostazione della quale vediamo ancora oggi i danni.
Per questo bisogna “essere partigiani”, ovvero avere il coraggio di farsi avanti, dire la propria e assumere posizioni scomode, che nel caso specifico a nostro avviso non coincidono tanto col parlare di “regime” quanto nell'individuare il percorso storico che ci ha portato a questo punto. Cosa che tante volte abbiamo fatto.
Non allontaneremo le persone - oppresse, stanche e deluse da questo sistema politico, economico e sociale - da certe ideologie urlando banalmente al fascismo, ma mostrando come i soggetti politici reazionari nella storia non siano mai stati alternativi al sistema dominante, ma espressione della sua parte più retriva.
Basta vedere i primi mesi di questo governo. Abbiamo avuto esattamente le stesse politiche classiste e discriminatorie degli ultimi trent’anni condite da un revisionismo sciatto e da una becero autoritarismo.
La cultura dovrebbe alzare la voce non solo contro questo governo, ma soprattutto contro quelle politiche e a favore di chi ne paga il prezzo.
Perché, come ci hanno insegnato i nostri nonni, ha senso studiare e formarsi solo se quello che si impara lo si mette a disposizione e nell’interesse di tutti e tutte.
Cronache Ribelli
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gcorvetti · 8 months ago
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E' stato facile.
Sarà il periodo, il momento, la mia voglia di completare un percorso iniziato anni fa (4 per essere precisi, dal lockdown, diciamo) e che poteva essere meno dispendioso in termini di tempo, ma che andava comunque fatto. Forse anche questo viaggio che mi sembra inutile alla fine fa parte di questo percorso di innovazione, rinascita e di crescita interiore. Ma il tutto era comunque bloccato e reso quasi difficile da molti fattori che erano al di fuori di me, e che in qualche modo mi trattenevano, ma adesso non ci sono più li ho lasciati andare e quindi ho smesso di fumare, eh si, lunedì ho fumato le ultime sigarette, 4 per la precisione di cui l'ultima ad un compleanno, appena spenta mi sono reso conto che non avrei più fumato e così è stato. Si lo so, sono solo due giorni ed è poco per cantar vittoria, ma messo in pratica un paio di accorgimenti che sembrano funzionare, il primo è niente caffè, si hai letto bene, la mattina non mi faccio il caffè e non mi metto assonnato da davanti (al pc) a leggere o a scrollare fino a quando il caffè fa effetto e poi mi chiama la sigaretta (tabacco non quelle normali), la mattina mi bevo due bicchieri di acqua, mi lavo la faccia energicamente e inizio la routine degli esercizi, anche solo la mobilitazione va bene. Il secondo ho iniziato a correre, certo non facendo la maratona, anzi, ci sto andando piano piano per evitare di farmi male. Pensavo peggio, Spock mi ha detto che è una mia fissa che sono un relitto, visto che da giovane giocavo a calcio e che ho fatto lavori dove bisogna muoversi tanto, tranne negli ultimi 4 anni ma questo è un dettaglio. Devo dire che mi sento già meglio anche se è poco. Era una cosa che volevo fare da anni e avevo il desiderio di prendere lezioni di canto per ampliare il mio spettro musicale e di resa dal vivo e nelle registrazioni, beh magari quando sono a casa vedo di trovarmi qualcuno che mi spieghi un pò come funziona.
Oggi quando mi sono svegliato dal riposino mi è balenata una cosa in testa, questo è perché sto leggendo Bauman, il mondo sta andando verso una catastrofe tra guerre e disastri ambientali causati dal fatto che si deve produrre per consumatori sempre più che in passato, ok, ma mi sono fatto delle domande visto che io non sono il consumatore classico compulsivo, non ho l'automobile e vado in bici o a piedi, non bevo, non fumo (questo da poco), non compro gadget e cazzate varie, mangio carne una volta massimo due al mese e non carne rossa (pollo o tacchino), il pesce non l'ho mai mangiato sono allergico eh oh gli scherzi della natura, non prendo farmaci dal 1996, forse mi dimentico qualcosa ma più o meno queste sono le cose che in qualche modo non faccio oppure non ho. Ho pensato ma se un giorno le cose che vengono vendute costassero troppo e la massa dei consumatori non potrebbe permettersele, cadrebbe tutto il sistema, oppure se le persone iniziassero a fare come me si potrebbe dare un forte colpo a questo sistema malato di denaro, no? Era così, giusto perché nel libro Sigismondo parla di consumismo e cose simili. Mentre scrivevo ho ascoltato sto tizio, più che altro per la curiosità di sentire cosa fa con tutto sto muro di roba, interessante.
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marikabi · 2 years ago
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Caro Babbo Natale. Omicron edition (cosa chiedevamo nel 2021)
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(per ricordarci un anno fa cosa chiedevamo)
Caro Babbo Natale,
te lo confesso, proprio non la volevo scrivere la letterina, quest’anno.
Il primo motivo è che qualcuno ha autorevolmente ribadito coram populo che tu non esisti. Abbiamo percepito lo sgomento bi-partizan di bambini e genitori, privati, rispettivamente, di una favola e di una scusante ipocrita. Ma è stato un attimo.
Poi, il marketing (per scontate esigenza economiche ed imprenditoriali) ha rimesso a posto le cose, anzi le pure migliorate: abbiamo versioni pubblicitarie di te in coupè fiammanti, o in bomber vistosi, tricologicamente curatissimo che manco Vacchi, va’.
Detto fra noi, marketing o no, anche la Befana è un’invenzione, solo che per vetustà di apparizione – ovverosia di epifania, etimologicamente discettando - nessuno ne contesta più di tanto l’esistenza e/o la tradizione, ormai anche anacronistica dal punto di vista commerciale.
Il secondo motivo è che rileggendo (qui e qui), per promemoria (ma anche per vanità), le letterine che ti ho dedicato negli ultimi due anni, ho constatato che quasi niente è cambiato, né per la nostra Città (compresa l’umiliante e perdurante posizione nella classifica della vivibilità urbana e gli scazzi nel Piddì locale), tanto meno per l’umanità.
Abbiamo ancora gli stessi problemi (non nell’ordine): pandemia dilagante, validazione tessere del PD irpino, gente no-vax, classi dirigenti locali inadeguate, maleducazione civica, gente no-greenpass, servizio sanitario locale molto discutibile, precarietà del lavoro, povertà in aumento, giovani senza futuro né pensione, mortalità sul lavoro, violenze domestiche, episodi criminali nel nostro Capoluogo, disastri ambientali, guerre e diaspore, divisioni sindacali, sfacelo dei piani di zona. And counting, come si dice adesso.
In più, l’inflazione (cara vecchia compagna di decenni passati) è tornata a farsi sentire, così come il caro-combustibili, memoria di un’austerity con indiscussa dignità storica. Neanche i nostri piissimi desideri sono cambiati (vorremmo città pulite, persone meno maleducate, guidatori meno incivili, liste di attesa sanitarie almeno accettabili, trasporti decenti, esponenti politici adeguati e competenti, scuole nuove e più ampie, asili nido, and much more counting, anche qui), per cui diventa inutile e ridicolo ripetersi epistolarmente a cadenze annuali, data anche l’inerzia nel non risolvere i problemi quotidiani più sentiti.
Ci sarebbe pure un terzo motivo: me.
Quest’anno, ho provato un’immensa gioia, durata il tempo di un’estate, ma attualmente vivo una disperazione senza fine. Dopo più di vent’anni di grande e puro amore, quest’estate ci eravamo sposati, e dopo neanche tre mesi, una rapida e impensabile malattia si è portato via il mio adorato compagno/complice/amico/marito. Egli era il mio tutto. Il mio mondo attuale è stravolto e ho sbattuto violentemente la mia ragione contro il senso (assurdo) dell’universo, religioni comprese. Roba da cui si esce (chi ce la fa) molto malconci. Non so venir fuori dalla mia depressione e non so come sublimare l’incolmabile perdita e l’incommensurabile dolore che ne è derivato. Vorrei chiederti di restituirmelo, il mio amore immenso, ma è irrealtà e per questa irrealtà, nonché per l’assurdità dell’accaduto, io sto impazzendo. Vorrei soprattutto chiederti perché te lo sei portato via.
Tuttavia, ti scrivo, perché così mi sfogo (un po’ come le comari che inveiscono malamente contro San Gennaro quando non si scioglie il sangue nell’ampolla) avendoti (come molti) sovrapposto all’idea di Centro-Regolatore-Massimo-con-interfaccia-umana, una specie di icona/avatar di Padreterno, magari più intelligibile da noi umani. Sì, Babbonatale, da quest’anno ce l’ho ferocemente contro di te, perché hai trasformato la felicità e soprattutto la grande serenità che avevamo conquistato in strazio inguaribile.
Tralascio – per pietà nei confronti dei Lettori - le mie dolorose vicende personali, e mi dedico al solito bilancio di fine anno, con annesse nuove e/o reiterate richieste.
Indubbiamente, la migliore buona nuova per il pianeta è stata la formulazione di più vaccini anti SARSCov2. Siamo a cinque, escludendo per ora il vaccino cubano che promette meraviglie. La cattiva notizia, di converso, è che non tutti ne hanno accesso. La prima richiesta che ti rivolgo è, dunque, che tutti possano usufruire dell’immunizzazione vaccinale.
Non ti chiedo, conseguentemente, di far cambiare idea ai no-vax, anzi agli anti-scienza, come è più giusto definirli (perché no-vax potrebbe identificare anche coloro che non possono accedere ai vaccini, come ci ha spiegato Michele Serra). Immagino che la loro protesta sia più contro un indefinito/indeterminato sistema general-generico in cui intendono non riconoscersi (per svariatissimi motivi, che non sempre essi stessi riescono a descrivere intelligibilmente, le cui analisi sarebbero oggetto di trattati di sociologia, o di psicologia) che contro la formula bio-chimica di un preparato, sicuramente non più dannoso di altri farmaci in commercio.
Io mi fido della scienza: sono un’eroina della doppia dose di AstraZeneca. Non mi fido dei media che cercano il click-baiting, la rissa, il traffic-whore, per qualche punto in più di auditel, o qualche copia in più venduta in edicola (in un mercato editoriale al lumicino), alla stessa stregua del politicante che vuole pescare in tutti i bacini, come una raccolta di punticini a briscola.
Anche i no-greenpass vivono una sindrome di antagonismo ad un non ben delineato ‘sistema’ che ritengono in ogni caso coercitivo. (Sarei curiosa di sapere che ne pensano gli abitanti di Minsk dei nostri no-green-pass. Giusto per.)
Il mondo è molto variegato, indubbiamente. Tuttavia, mi dispiace molto (considerata la tragedia planetaria che viviamo) che si dia sproporzionato (come ha detto pure il nostro amato Mattarella) spazio a minoranze, le quali hanno sì il diritto di protestare (non viviamo in una dittatura, nonostante i loro slogan), ma non quello di essere sovra-rappresentate dai media , creando distopie e dissonanze nell’opinione pubblica, cercando lo scontro in diretta video, il sensazionalismo e l’audience-a-tutti-i-costi.
(Fra poco, l’attenzione dei media si sposterà sulle elezioni quirinalizie. I media apriranno altre piste nel confuso circo tra giornalismo e spettacolo.)
Anyway. Noi Italians potremmo annoverare come ottime notizie tutte le vittorie sportive, i successi scientifici ed artistici, come pure l’unico successo politico dopo decenni di sprofondo, ovverosia, Mario Draghi Presidente del Consiglio (il quale è un po’ anche orgoglio altirpino, lo sapevi Babbonata’?). Di ciò ce ne stiamo compiacendo, nel combinato disposto del complimentone della Merkel, la quale auspicava per la Germania la stessa situazione vaccinale dell’Italia e l’articolone su The Economist, come miglior Paese per cambiamenti positivi.
Siamo il Paese dell’Anno, abbiamo superato i blasonati, in particolare il Regno Unito, cui rode parecchio assai. Non te l’avevamo chiesto l’anno scorso, ma grazie lo stesso per i regali: da Jacobs a Tamberi, da Vio a Goggia, dai Maneskin, agli Azzurri, da Parisi a Palmisano. Il Colosseo è il patrimonio UNESCO più visitato al mondo, l’Italia è il Paese che nel mondo ha più siti UNESCO (di cui cinque solo in Campania, prima tra tutte le Regioni). Siamo finanche diventati primi in Europa per riciclo rifiuti.
(Dài su, manca solo l’Oscar a Sorrentino e facciamo cappotto.)
A noi, tapini com’eravamo ed intimamente ci sentivamo, sarebbe bastato sfangarla con la pandemia, tornare a ballare sulle spiagge e durante i veglioni di Capodanno, farci di mojitos d’estate e di spritz d’inverno, alla faccia del CoVid-19, nelle più plausibili declinazioni del nostro ingenuo ‘andrà tutto bene’.
Ci hai messo una grande responsabilità sulle spalle, invero, regalandoci – oltre ai successi sportivi, culturali, scientifici ed artistici – anche del buonsenso, che finora ci difettava. Però, noi – Paese dell’Anno - abbiamo avuto in dono anche Sergio Mattarella e Mario Draghi. Non uno, bensì due pazienti veltri dotati di ottimo buonsenso, due conducatores e non uno soltanto, tanto invocati e anelati da populisti incalliti (qual siamo da sempre) ma fino a ieri in scacco di leader e leaderini abbaianti e straparlanti.
Ecco, posso dirlo? Il tessuto socio-culturale si sta smacchiando del populismo più deleterio e materico grazie a scienza e competenza, e ciò è un bene. La nuance che rimarrà potrebbe serenamente rientrare nella categoria della socialdemocrazia, di cui l’Unione Europea penserà a ridefinire la giusta tonalità.
A ben pensarci, approfittando, ti chiederei di far riscrivere la lista delle istanze di sinistra al Piddì (sempreché voglia rimanere un partito di sinistra, beninteso), perché adesso c’è una gran confusione.
Il lavoro, la sua sicurezza economico-contrattuale e fisica, la ricostruzione e il rafforzamento del welfare state, una più equa e progressiva tassazione, il primato del pubblico nell’istruzione e nella sanità sono temi che devono ritornare nel loro alveo politico-ideologico naturale, non più oggetto di contesa mediatica per slogan, urlati alla bisogna (sempre per quella storia dell’audience) da partiti la cui storia è andata – fino a ieri – in altra direzione.
(Mmh, questo paragrafo sembra scritto da Landini.)
Poi rimangono ancora i temi della cittadinanza, dell’integrazione, della legge Zan, dell’estensione dei diritti civili ...
Vabbe’. La chiudo qui. Per quel che mi riguarda, già non ero fan delle festività stagionali invernali (mi adeguo alla lessicologia politicamente corretta comunitaria), ma da quest’anno odierò ogni altra festa, per il fatto di ricordarmi tempi migliori, da me ormai persi per sempre.
Per quello che riguarda Voi Lettori, beh, Vi auguro almeno serenità e tanta salute (le migliori forme di felicità) e tanta pazienza ancora.
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carmenvicinanza · 11 days ago
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Fatima Ouassak
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Solo un progetto di liberazione dal sistema coloniale-capitalista potrà contribuire a risolvere il problema del riscaldamento globale. E questo progetto è un’ecologia “pirata”, che ha i piedi ancorati nei quartieri operai d’Europa e i suoi occhi rivolti all’Africa.
Fatima Ouassak, politologa e militante ecologista, femminista e antirazzista, è co-fondatrice di Front de mères, unione di genitori francesi – oggi presente anche in Belgio e Lussemburgo – che lotta contro la violenza della polizia, la discriminazione razzista a scuola, le conseguenze del cambiamento climatico.
È tra le fondatrici di Verdragon, la prima casa dell’ecologia popolare, uno spazio in cui si realizzano progetti e azioni legate al cibo, ai rischi industriali, all’inquinamento atmosferico, alla genitorialità, alla maternità e al contrasto alla violenza di genere.
Nata nel 1976 nella regione del Rif, in Marocco, aveva un anno quando si è trasferita in Francia, per ricongiungersi al padre.
È cresciuta a Lille dove ha studiato Scienze Politiche prima di specializzarsi alla Sorbonne. 
Presiede l’organizzazione femminista Réseau Classe Genre Race, nata da un suo opuscolo del 2015, intitolato Discriminazioni di classe/genere/razza, parametri di riferimento per comprendere e agire contro la discriminazione subita dalle donne a causa dell’immigrazione post-coloniale. 
Insieme ad altre quattordici femministe, ha contribuito all’opera Sororité, diretta da Chloé Delaume, pubblicata in 2021. Il suo testo si concentra su uno dei suoi argomenti preferiti, la lotta delle madri contro la criminalità infantile, che è stato anche l’argomento della voce che ha scritto nell’opera Feu, ABC dei femminismi attuali, diretta dalla filosofa Elsa Dorlin.
Il suo libro The Power of Mothers ha ricevuto il Premio del pubblico per il saggio femminista nel 2021 dalla rivista Causette.
Nel testo, elabora un progetto politico radicato nei quartieri popolari, che mette al centro la terra, lo spossessamento di cui fanno esperienza le persone che partono dall’Africa e che arrivano in Europa (dove saranno sempre dei “senza-terra”) e di chi subisce il furto sistematico della propria terra, come la popolazione palestinese.
L’assunto che è alla base sostiene che liberazione della terra non può prescindere da quella animale, dalla libertà di movimento, dalla liberazione da un sistema capitalista in cui a pagare le spese del collasso climatico e dei disastri ambientali sono le persone già esposte alla povertà, all’inquinamento, a condizioni di vita malsane, come ha dimostrato lo scoppio della pandemia da Covid 19.
Ritiene che, l’identità, da sola, non basta a porre le basi per un progetto politico di liberazione senza una coscienza di classe, senza riappropriarsi dello spazio per respirare.
Fa parte del Consiglio Nazionale della Nuova Resistenza, per cui ha pubblicato l’opera Resistiamo insieme. Richiesta di giorni felici.
Ha contribuito anche alle raccolte After the Rain. Orizzonti ecofemministi e a Femminismi nel mondo, 23 racconti di una rivoluzione planetaria.
Nell’aprile 2022 ha co-firmato l’appello del quotidiano Elle intitolato “Marine Le Pen all’Eliseo? Per noi no!»
Nel marzo 2023 è uscito il suo libro Per un’ecologia pirata: E saremo liberi in cui auspica l’ampliamento di un fronte sociale ecologico e invita a ripensare il posto dei residenti dei quartieri operai in queste lotte, i rapporti di potere tra le razze, lo Stato francese e l’immigrazione post-coloniale.
Risale la rotta che conduce verso le periferie interne delle grandi città occidentali, con particolare attenzione a Parigi, tra le strade dissestate dei ghetti dove vivono i figli e le figlie di chi ha attraversato le frontiere per fuggire da fame, cambiamenti climatici e guerre. Attraversa i quartieri popolari definiti da nuovi muri, dove si respira poco ossigeno e molto odio, e dove la lotta per la sopravvivenza non ha ancora trovato tregua.
Il suo posizionamento è fortemente situato, parla da ricercatrice e attivista, da madre e donna di origine marocchina che attraversa gli svincoli autostradali, le palazzine e le scuole dimenticate del quartiere di Bagnolet a Parigi. Questa molteplicità di prospettive si traduce in una scrittura densa, capace di pensare per immagini, di muoversi tra draghi, pirati e storie per bambini, intrecciando il saggio, il pamphlet politico e la narrazione autobiografica.
Contro un’ecologia difensiva, che si limita a denunciare ciò che non funziona senza offrire una visione chiara della società che desideriamo per noi e per le generazioni del futuro, propone di ripartire dalla terra e dalla lotta contro l’alienazione e il disancoraggio forzato che milioni di persone vivono quotidianamente.
Se il movimento per la giustizia ambientale non affronta questo nodo cruciale rischia di perpetuare un rapporto coloniale con i quartieri e le classi popolari. In tal modo, rischia di affermarsi come un progetto compatibile con il sistema coloniale capitalista e con il mantenimento dell’ordine stabilito.
Per essere all’altezza delle sfide del presente, bisogna saper interrogare i sistemi di oppressione e dominio che contribuiscono alla distruzione del vivente, come i rapporti di subordinazione tra nord e sud del mondo, tra quartieri ricchi e poveri, tra classi dominanti e popolari.
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leparoledelmondo · 1 month ago
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Conoscete il lago Aral?
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Questa foto mostra il lago d’Aral, al confine tra Kazakistan e Uzbekistan. Un tempo era il terzo lago più grande al mondo per estensione e le sue acque coprivano quasi tutta l’area mostrata nell’immagine. Ma a partire dagli anni ’60 la sua superficie si è ridotta del 90% a causa delle deviazioni dei fiumi usate per irrigare i campi di cotone e altre colture. La scomparsa del lago è considerata uno dei peggiori disastri ambientali causati dalle attività umane e ha distrutto l’industria della pesca, che dava lavoro a decine di migliaia di persone. 
Ma nel 2005 la costruzione della diga Kokaral ha fermato il prosciugamento del lago e il livello è tornato a salire. Nella parte sud est il letto asciutto si è trasformato nel deserto di Aralkum (62mila mq) e la desertificazione ha scatenato tempeste di sabbia, peggiorando la qualità dell’aria nella regione. 
La riserva naturale di Barsa-Kelmes, tra il Piccolo Aral e quel che resta del Grande Aral, costituisce l’habitat naturale di centinaia di specie di animali e vegetali ed è in corso un progetto di riforestazione per favorire la ripresa della flora e della fauna native e fermare l’erosione del suolo, limitando le tempeste di sabbia.
Photo by Earthobservatory/NASA
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scienza-magia · 2 months ago
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Robot morbidi con sembianze umanoidi
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Arrivano i robot a propulsione magnetica: nasce la rivoluzione degli umanoidi ‘morbidi’. I robot a propulsione magnetica sono pronti a rivoluzionare il futuro: nasce una nuova generazione di umanoidi ‘morbidi’ e flessibili, capaci di trasformare il mondo della tecnologia e dell’automazione come non abbiamo mai visto prima. La robotica ha fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, grazie a una combinazione di innovazione nei materiali e nell’ingegneria meccanica. I robot morbidi, in particolare, stanno guadagnando sempre più attenzione per la loro capacità di adattarsi meglio agli ambienti complessi. A differenza dei robot rigidi, i robot morbidi utilizzano materiali flessibili che permettono loro di imitare movimenti naturali, riducendo il rischio di danni e aumentando la loro versatilità. Questa tecnologia ha già dimostrato il suo valore in una vasta gamma di applicazioni, dalle missioni di esplorazione spaziale alla chirurgia medica.
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Una delle caratteristiche principali dei robot morbidi è la loro capacità di interagire in modo sicuro con l’ambiente circostante. La morbidezza permette loro di assorbire gli impatti e di muoversi in spazi ristretti, riducendo al minimo i danni sia al robot che agli oggetti circostanti. Questo li rende ideali per operazioni di soccorso o per lavorare in luoghi difficili da raggiungere. Inoltre, l’uso di materiali flessibili consente una maggiore adattabilità in condizioni ambientali variabili, come terreni accidentati o superfici delicate. Un altro grande vantaggio dei robot morbidi è la loro capacità di imitare movimenti naturali che li rendono particolarmente adatti per la robotica medica. Grazie alla loro flessibilità, possono interagire con il corpo umano in modo sicuro e preciso, facilitando procedure chirurgiche meno invasive. Inoltre, la loro struttura permette di raggiungere con facilità parti del corpo che potrebbero essere inaccessibili con strumenti chirurgici tradizionali. Questa evoluzione tecnologica ha già iniziato a trasformare il settore medico, con il potenziale per ridurre i tempi di recupero dei pazienti. L’evoluzione della robotica morbida non si ferma solo all’uso di materiali innovativi, ma coinvolge anche lo sviluppo di nuove tecnologie di propulsione. I sistemi magnetici stanno giocando un ruolo fondamentale in questo campo, offrendo nuovi modi per controllare i movimenti di questi robot. L’attuazione magnetica permette infatti di ottenere una reattività molto più rapida rispetto ai metodi tradizionali, migliorando le prestazioni dei robot in una vasta gamma di applicazioni, dal monitoraggio ambientale all’industria. I vantaggi della propulsione magnetica
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I robot morbidi con propulsione magnetica offrono prestazioni eccezionali in termini di velocità e precisione. Grazie all’uso di campi magnetici, questi robot sono in grado di muoversi rapidamente e di effettuare salti molto potenti, superando così le limitazioni dei robot tradizionali. La tecnologia alla base della propulsione magnetica consente una risposta rapida e un controllo preciso, permettendo ai robot di affrontare sfide complesse in ambienti difficili. Inoltre, la flessibilità del sistema magnetico permette di regolare la potenza e la direzione del movimento, offrendo una maggiore versatilità. Questa combinazione di velocità, potenza e adattabilità rende i robot morbidi magnetici ideali per compiti come il soccorso, dove la capacità di navigare in ambienti pericolosi o difficili da raggiungere è cruciale. Applicazioni promettenti per il futuro Le possibili applicazioni dei robot morbidi a propulsione magnetica sono molteplici e spaziano in settori diversi. Nell’ambito del monitoraggio ambientale, questi robot potrebbero essere utilizzati per raccogliere dati in luoghi difficili da raggiungere, come foreste dense o aree colpite da disastri naturali. La loro capacità di saltare ostacoli e muoversi rapidamente li rende strumenti preziosi per raccogliere informazioni in tempo reale. Nel settore industriale, i robot morbidi magnetici potrebbero migliorare le operazioni di manutenzione in luoghi pericolosi, come impianti chimici o centrali elettriche. La loro adattabilità ai diversi terreni e la capacità di operare in condizioni estreme li rendono ideali per compiti che richiedono precisione e rapidità in ambienti difficili. Read the full article
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pikasus-artenews · 6 months ago
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CalamitA/À – Indagini e ricerche nei territori del VAJONT
Dopo poco più di 60 anni la storia del Vajont rimane tra i più gravi disastri ambientali causati dall’azione antropica
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abr · 3 months ago
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Cari popoli minori tipo serbi portoghesi e contadiname vario, dobbiamo consumarvi qualche migliaio di ettari quadrati di suolo for the Greater Good Ambientale.
In questo caso specifico poi, le operazioni saranno in sotterraneo mica a cielo aperto, di che si lagnano? Solo perché la Rio Tinto, società a capitale cinese, è autore seriale di disastri sanitari ambientali in giro per il mondo? Prevenuti!
Certo, il vostro ambiente verrà riempito di montagne di discariche di residui vari percolanti (ma li rivestiremo tutti: con la plastica!) e l'acqua verrà tutta usata ma poi tutta restituita eh, solo con un filino di acido solforico residuo.
E' il barbatrucco degli ambientalisti, estendere la devastazione dalle loro città morbose alla campagna aperta. Poi oltre al danno la beffa: vi verranno a dire che il problema sono le vostre mucche scoreggione e la carne "davvero sana e vegana" ahahah la sintetizzano nei loro lab. Wuhan style. Cosa mai potrà andare storto?
#ue
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afnews7 · 7 months ago
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Carne, la Fao avrebbe distorto due studi per favorire l'industria
Forse le lobby degli allevatori intensivi invece di spingere intensamente per la conversione produttiva verso la carne coltivata al posti di quella da uccisione e relativi disastri ambientali, ricorrono alla  corruzione e ai mezzucci non solo in Italia? http://www.afnews.info segnala: Due scienziati citati in uno studio della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e…
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delectablywaywardbeard-blog · 7 months ago
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L'Asia la più colpita dai disastri ambientali nel 2023
AGI – L’Asia è stata “la regione al mondo più colpita da disastri legati al clima” nel 2023, con inondazioni e tempeste che hanno causato il maggior numero di vittime e perdite economiche. Lo rende noto nel suo rapporto annuale l’Organizzazione meteorologica mondiale delle Nazioni Unite. “Il cambiamento climatico ha esacerbato la frequenza e la gravità di tali eventi, influenzando profondamente…
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benzinazero · 8 months ago
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'Motonormativity': come la 'ggente' considera i lati negativi dell'automobile con particolare indulgenza: incidenti, morti, feriti, inquinamento, disastri ambientali, tutto no problem...
Vignetta di Yo Le persone più sensibili se ne sono accorte: quando si parla di automobili, i suoi lati negativi vengono considerati con particolare indulgenza: incidenti e scontri stradali morti e feriti aggressività al volante eccessi di velocità ingombro urbano guida ‘brillante’, pseudo-sportiva (e pericolosa) su strade pubbliche ingombro urbano esproprio degli spazi pubblici a favore…
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