Tumgik
#disagi 2.0
multiverseofseries · 1 month
Text
The Maze Runner 3 – La rivelazione: Luci e ombre fuori dal labirinto
Tumblr media
Dopo un primo film promettente e un secondo capitolo sottotono, la trilogia diretta da Wes Ball chiude il suo cerchio narrativo con un film votato all'azione e sostenuto da un ritmo spesso frenetico. Si chiude così una saga young adult dove, tra assalti ai treni, fughe e sparatorie, ad emergere è soprattutto l'amicizia.
Tumblr media
Maze Runner - Il labirinto: Dylan O'Brien con Kaya Scodelario e Aml Ameen in una delle prime foto ufficiali
Un macabro talent show, un mondo diviso in rigide classi, un labirinto crudele in cui trovare se stessi. Tre grandi allegorie per raccontare i turbamenti e i disagi dell'adolescenza. Hanno così iniziato Hunger Games, Divergent e Maze Runner - Il labirinto, gli avvii di tre grandi saghe young adult dove la metafora è servita a delineare parabole eroiche di ragazzini costretti a diventare presto le persone che erano destinate ad essere. Se la storia di Katniss ci ha mostrato come quell'età spesso tempri la personalità attraverso lo scontro inevitabile col coetaneo, quella di Tris ha sottolineato la paura di sentirsi diversi da tutti, di essere inclassificabili, con tutto il disorientamento che ne deriva. In questi futuri miserabili dove la libertà dell'individuo è pura utopia e l'unica speranza risiede nello spirito combattivo di due coraggiose eroine, al giovane Thomas è spettato il compito di chiamare a raccolta un pubblico prettamente maschile. Perché nella Radura di Maze Runner va in scena una specie di Signore delle Mosche 2.0, un esperimento sociale (e sociologico) dove un gruppo di ragazzi deve decidere se sottostare a delle ferree regole o violarle, accettando il rischio dell'ignoto e della morte, sfiorando il miraggio della libertà. Ecco, il dilemma di tutta la saga di Maze Runner, forse, è proprio qui: rispettare le regole o perdersi pur di ritrovarsi? Una cosa è certa: tutte queste saghe, che di fatto hanno tentato (con fortune alterne) di raccogliere il testimone lasciato da Harry Potter, trovano negli adulti uno spauracchio da combattere, un nemico sordo e spietato contro cui ribellarsi.
Non fa eccezione l'opera letteraria di James Dashner da cui il regista Wes Ball ha tratto la sua trilogia piena di costrizioni e di fughe, di catene e di sforzi destinate a spezzarle. Maze Runner - La rivelazione chiude finalmente il cerchio narrativo di Thomas e dei suoi fidati (ma anche infidi) amici. Ci si ritroverà, e ci si perderà, assieme a questi ragazzi costretti a capire che la vita adulta è davvero un labirinto.
Dalla sabbia al vetro
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: Dylan O'Brien, Thomas Brodie-Sangster e Ki Hong Lee in una scena del film
Li si chiama young adult per comodità, per moda editoriale, ma in realtà quelle di Katniss, Tris e Thomas sono soprattutto distopie. Ce lo suggeriscono i rigidi assetti sociali in cui sono immersi, i loro mondi cupi dove il progresso, la pace e l'ordine hanno prestato il fianco a ingiustizie, disperazione e violenza. Perché sono distopie tutti quei futuri dove ogni progetto utopistico fallisce miseramente, sfociando nell'incubo più nero. Il futuro immaginato da Maze Runner è piegato da un virus incurabile e inarrestabile, vero e proprio effetto domino pestilenziale che miete vittime a furia di contagi continui. Per provare a contrastare questa valanga di infetti, l'organizzazione C.A.T.T.I.V.O. (in originale chiamata in maniera altrettanto esplicita: W.C.K.D.) utilizza giovani cavie senza risparmiare ancora altre morti su morti.
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: Dylan O'Brien e Thomas Brodie-Sangster in una scena del film
Ambientato un anno dopo Maze Runner: La Fuga e slittato dopo un grave infortunio di Dylan O'Brien sul set, Maze Runner - La rivelazione non ha tempo da perdere, va di corsa e riempie ogni domanda irrisolta attraverso un'azione frenetica e incessante. È come se Ball voglia farci avvertire l'urgenza asfissiante di Thomas e compagni, intenzionati a salvare il loro amico Minho dalle spietate mani della C.A.T.T.I.V.O.. Si parte così, col fiatone e in medias res, un po' come successo nel primo capitolo, immediatamente catapultati in un assalto al treno degno di un western post-apocalittico. Dopo la verdeggiante ambientazione di Maze Runner - Il labirinto e quella sabbiosa di Maze Runner - La fuga, questo terzo atto ci conduce verso un contesto urbano asettico e ordinato, dove ogni parvenza di solidità e controllo è destinata a crollare rovinosamente, ad essere messa a ferro e fuoco da una rabbia giovane.
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: un momento del film
Amici, sino al game over
Tumblr media
Maze Runner - La rivelazione: Kaya Scodelario e Aidan Gillen in una scena del film
Affanno, sangue, ruggine, lacrime. Il ritmo narrativo di Maze Runner - La rivelazione è spesso tachicardico, ed è per questo che, quando il film tenta di abbracciare linee narrative lontane dalla missione principale, sfocia nell'inutile lungaggine. Senza qualche diversivo di troppo, l'ultimo capitolo della saga procede inesorabile e severo verso una resa dei conti dove i protagonisti sono messi alle strette, sia fisicamente che psicologicamente. Lontano da toni patinati e percorsi immacolati, Ball ci prende per mano dentro una storia che si sporca le mani con il tradimento e le delusioni, con gli addii e con il sacrificio. Come all'interno di un videogame, ovvero suddiviso in livelli di crescente difficoltà (assalti, infiltrazioni, fughe, guerriglie urbane), il film tocca apici notevoli di adrenalina e coinvolgimento, e lo fa grazie ad una regia chiara e abile nel restituirci persino un senso di vertigine.
Tumblr media
Peccato soltanto per gli antagonisti monodimensionali (su tutti un Aidan Gillen relegato alle solite smorfie di Ditocorto) e per una rivelazione (quella del titolo) tutt'altro che originale. Nonostante la presenza dell'inevitabile love story, gestita con parsimonia e maturità, il vero cuore del film batte per l'incessante sentimento dell'amicizia. Tra sacrificio e altruismo, il nucleo del racconto è composto da Thomas e Newt che, sull'esempio di Frodo e Sam, affrontano fuoco e fiamme pur di sostenersi a vicenda. Ci saranno fatiche e ci saranno scelte difficili pur di arrivare all'agognato obiettivo. Ed eccola lì, la luce fuori dal labirinto: è l'adolescenza che finisce. Gli uomini e le donne che siamo diventati. Game over.
3 notes · View notes
morenafanti · 7 years
Photo
Tumblr media
Disagi 2.0 potrebbe essere un testo scolastico Qualche giorno fa - non farò nomi né di persone né di luoghi - una persona mi ha raccontato questo fatto che mi riempie di orgoglio e soddisfazione:
0 notes
novalistream · 4 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
LE NOSTRE CITTÀ SONO MILITARIZZATE COME ZONE DI GUERRA MA DEFINIAMO VIOLENZA L’USO DI UNA MASCHERINA (...) Nel suo articolo “Città come campi di battaglia: il nuovo urbanismo militare, pubblicato sulla rivista City e diventato un punto di riferimento per gli studi urbani, il professor Stephen Graham dell’Università di Newcastle, nota una costante militarizzazione della vita civile, basata sull’entusiasmo per quanto offrono le nuove tecnologie di controllo. Queste sono in grado di sfruttare la rete di consumo e mobilità già esistente nelle città, e l’accesso ai database di sorveglianza, per identificare cittadini classificabili come potenziali minacce alla sicurezza. L’idea è quella di applicare alla città il modello di controlli tipico di un aeroporto tramite l’uso di tecnologie come la videosorveglianza, il tracciamento biometrico e i droni equipaggiati con nuove piattaforme satellitari, recentemente sperimentati a Torino. Inoltre, vengono implementate tutta una serie di tattiche già in uso in zone urbane militarizzate come Baghdad o Gaza: dalla creazione di aree di protezione fortificate intorno ai centri finanziari o politici all’uso di armi non letali per il controllo dell’ordine pubblico durante le manifestazioni. In contesti di applicazione del diritto civile viene già ora eseguita un’identificazione sociale delle persone, spiega Graham, affiancata, quando non sostituita, dalla distinzione dei civili in possibili “bersagli”. La militarizzazione urbana non si limita all’uso di tecnologie innovative. Nella trasformazione della città in un campo di battaglia, sono utilizzati anche strumenti culturali e linguistici che riverberano il contesto militare, nei discorsi politici e sulle pagine dei giornali. Questo è visibile soprattutto quando si parla di periferia, che diventa teatro di “guerra tra poveri”, “guerra allo spaccio”, e “guerra” tra istituzioni e criminalità o fondamentalismo religioso (quest’ultimo specialmente dopo gli attentati in Francia tra il 2015 e 2016). Anche in Italia le politiche sulla sicurezza nelle città stanno avendo un ruolo sempre più importante nel dibattito pubblico e destano un rinnovato interesse nelle amministrazioni. Il “Paese dei mille campanili”, sebbene a fasi alterne, non è infatti esente dalla spinta centripeta verso agglomerati urbani sempre più vasti. In una realtà come quella italiana, i cittadini urbani sono il 36% del totale, circa 22 milioni secondo l’Istat, e la città è al centro dei flussi globali di persone e merci, generando la maggior parte della ricchezza prodotta sul territorio nazionale. Per capire come gestire questa nuova dimensione urbana dal peso sempre maggiore, è stata istituita la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle loro periferie nel 2016. Il report presentato dalla Commissione dipinge un quadro alquanto sconfortante. La periferia emerge come area in cui vive la maggior parte dei cittadini urbani (l’83% secondo i dati dell’Eurostat), ma anche quella in in cui si riscontrano maggiori fenomeni di illegalità. Teatro di “conflitto sociale tra ceti deboli, fra italiani impoveriti e migranti senza certa collocazione”, recita la relazione, e in cui il degrado ambientale e abitativo e la mancanza di servizi pubblici e presidi istituzionali lasciano ampio margine di azione alla criminalità organizzata e all’abusivismo. Le linee d’azione indicate dalla Commissione sono state essenzialmente due: la rigenerazione urbana (di cui un esempio è l’abbattimento delle Vele di Scampia) e il rafforzamento del controllo sul territorio con l’implementazione delle politiche sulla sicurezza. In quest’ultimo ambito il dossier fa riferimento alla celebre “teoria delle finestre rotte” brevettata nella New York di Rudy Giuliani per combattere il degrado, identificato come uno dei maggiori elementi che danno una percezione di insicurezza anche nelle periferie italiane, dove pure si registra un calo significativo dei principali reati (tranne dei femminicidi). La Commissione raccomanda l’“utilizzo di tutte le forme di sicurezza passiva” anche attraverso la tecnologia. In questo senso, un mezzo su cui si è fatto leva è quello della videosorveglianza, per la cui installazione, con il decreto legge del 20 febbraio 2017, si sono erogati milioni di euro in finanziamenti per i comuni che ne facevano richiesta. In particolare, nel triennio 2017-2019 sono stati stanziati 37 milioni di euro per l’installazione di “piattaforme di videosorveglianza 2.0 che prevedono anche la partecipazione di soggetti privati”. (...) Il problema è che spesso questo si traduce in una profilazione etnica, in cui ancora una volta sono le minoranze a essere penalizzate. Il rischio è un aumento di controlli verso zone considerate disagiate o residenti stranieri che le abitano, aumentando i preconcetti già esistenti verso queste due categorie e la loro marginalizzazione. (...) La maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio è stata ulteriormente rafforzata dall’operazione “Strade Sicure”, in cui un contingente militare “agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza”. L’operazione, la più pesante in termini di risorse impiegate per l’esercito, è stata prorogata ininterrottamente dal 2008 generando una percezione costante di città “blindata”, in cui personale armato presidia i luoghi di aggregazione, diventando sfondo della nostra socialità. (...) Alla richiesta dei cittadini di una maggiore presenza dello Stato nei quartieri più a rischio, si è risposto con un aumento del controllo, sfumando i confini tra civile e militare, pubblico e privato. Controllo che si ramifica in ogni aspetto della vita del quotidiano, compresi gli spazi virtuali, che forniscono quei dati indispensabili al funzionamento della macchina. Le ricadute sociali di queste politiche securitarie, se non accompagnate da un impegno altrettanto intenso per quanto riguarda politiche di sviluppo, abitative e di integrazione, sono per il momento solo un’ulteriore emarginazione degli spazi periferici e dei suoi abitanti, una ghettizzazione altamente tecnologica di interi quartieri e la profilazione delle persone che ci vivono. DI ANASTASIA LATINI per The Vision
0 notes
tmnotizie · 6 years
Link
PESARO – Parte in questi giorni a Pesaro la campagna massiva di installazione degli Open Meter, la nuova generazione di contatori elettronici targati E-Distribuzione. In aggiunta ai servizi di telelettura e telegestione disponibili già con gli attuali apparecchi, il contatore intelligente 2.0 offrirà ai clienti informazioni sempre più puntuali per il monitoraggio dei consumi e consentirà di abilitare i servizi innovativi di domotica, la cosiddetta smart home.
Con il nuovo contatore sarà infatti possibile verificare in ogni istante l’energia consumata nelle diverse fasce orarie del giorno ed analizzare la potenza mediamente assorbita ogni quarto d’ora. Tutti questi dati permetteranno ai clienti di avere una sempre maggiore consapevolezza dei propri consumi e delle proprie abitudini consentendo di identificare il contratto di fornitura più idoneo.  
E-Distribuzione, la società del Gruppo Enel per la gestione della rete elettrica, prevede di sostituire nella città di Pesaro oltre 53000 contatori.  
L’intervento di sostituzione è completamente gratuito e i clienti non dovranno versare alcun compenso al personale impegnato nell’operazione. Inoltre l’intervento di sostituzione non richiede variazioni contrattuali né la stipula di un nuovo contratto di fornitura di energia elettrica. 
Nell’organizzazione di questo importante progetto, E-Distribuzione ha ritenuto che fosse prioritario garantire ai cittadini la massima trasparenza ed assicurare loro tutte le informazioni necessarie. La data esatta della sostituzione sarà comunicata tramite avvisi che saranno esposti, con qualche giorno di anticipo, all’ingresso degli immobili interessati dalla sostituzione. 
Già da qualche settimana, inserzioni sui quotidiani hanno iniziato a preannunciare la sostituzione, mentre a Comune, Questura, Carabinieri e Polizia Municipale sono state inviate comunicazioni ad hoc con i riferimenti della/e imprese incaricate dei lavori.  
Nei giorni scorsi i referenti di E-Distribuzione hanno incontrato, il Sindaco Matteo Ricci per illustrare il piano di sostituzione sul territorio e tutte le azioni e iniziative adottate per tutelare la cittadinanza. 
L’incontro è stato occasione per rinnovare l’impegno di E-Distribuzione per una qualità sempre maggiore delle attività a contatto con la clientela, assicurando la sensibilizzazione e la formazione di tutto il proprio personale e delle imprese associate, al fine di garantire il miglior servizio.
Questa mattina, sulla campagna di sostituzione dei contatori elettronici, si è tenuta una  conferenza stampa nella sala Rossa del Comune di Pesaro, alla quale ha preso parte anche il sindaco.
“Siamo molto contenti di questo investimento dell’Enel perché è un investimento di innovazione tecnologica che riguarderà tutte le famiglie – ha detto Matteo Ricci – e tutte le imprese della nostra città. Un investimento che consentirà di leggere meglio i consumi e in tempo reale. Si tratta inoltre di un lavoro che non creerà disagi e al tempo stesso consentirà a tutti di avere strumenti migliori per capire effettivamente quali sono i consumi reali”. “Credo – ha concluso il sindaco – che il tema dell’efficientamento energetico sarà sempre più una sfida per la trasformazione del costruito della nostra città”.
Particolarmente apprezzato è stato il nuovo servizio e-PIN che, oltre al tesserino identificativo dotato di fotografia in possesso di ogni operatore, sia esso dipendente di E-Distribuzione che di impresa appaltatrice, mette a disposizione dei clienti un ulteriore strumento di verifica e garanzia.  L’identità dell’operatore potrà, infatti, essere accertata anche chiedendo all’operatore medesimo di generare un codice PIN che, chiamando il numero verde 800 085 577 (selezionare tasto 7) oppure utilizzando il servizio dedicato su APP o sul sito web di E-Distribuzione, consentirà di acquisire i dati anagrafici dell’incaricato alla sostituzione.        
Tali strumenti sono stati anche oggetto di confronto con Confabitare e Confamministrare le principali Associazioni dei Consumatori aderenti al CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti), con le quali sono stati individuati ed implementati tutti gli accorgimenti procedurali ed organizzativi volti ad assicurare la necessaria tranquillità a tutti i clienti.  
Sul sito e-distribuzione.it i clienti potranno reperire tutte le informazioni relative al progetto, consultare il piano di installazione e scaricare materiale illustrativo come la guida tecnica all’Open Meter. Inoltre, registrandosi gratuitamente all’area riservata del sito e-distribuzione.it
0 notes
italreport · 7 years
Text
Refezione scolastica a Ragusa: avvio con disagi, Amministrazione chiarisca
Refezione scolastica a Ragusa: avvio con disagi, Amministrazione chiarisca was originally published on ITALREPORT
0 notes
morenafanti · 7 years
Photo
Tumblr media
Disagi 2.0 – il pdf del ‘disagio della tecnologia’ È vero, vi ho fatto aspettare, ma avevo detto 'settembre' e ho rispettato la promessa. D'altronde in luglio e agosto era troppo caldo per lavorare e in settembre avevo anche altri lavori da terminare.
0 notes