#dirne altre
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penelopeparis · 2 years ago
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Un insieme di traumi.
Trapiantata non in un paese.Indiscreta anticonformista.Un’armatura di nuvole. Fuori dalle righe, la verità di una vita scomoda.Non posso essere diversa da ciò che sono . Il cervello a 1000 km/h il corpo no. Paura di niente, solo dei mostri della mente. Non li combatto! Sto a guardare e non succede mai nulla. se non un tempo speso male. Ti dirò cosa penso, senza pensare se ti farà male. Forse…
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rikscuro · 1 year ago
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Le parole scritte hanno un tempo diverso delle altre. Non migliore o peggiore. Diverso. Sono parole, quelle scritte, che hanno dentro un'attesa che le parole dette nemmeno si immaginano. Sono parole che devono tener conto del tempo che passa, che dovranno sopravvivere ai cambiamenti, al passare delle stagioni, alle malattie, alle giornate storte, all'altalena dei sentimenti, agli imprevisti, alle telefonate, alle altre parole dette nel frattempo, al frattempo stesso, devono poter saltare a piè pari un mucchio di roba che di solito nemmeno si considera minimamente; per dirne una proprio grossa: ogni tanto verrebbe quasi da dire che dovrebbero perfino tener conto della morte, ecco. Vabbè, esagero, ma nemmeno poi troppo.
E invece ormai si scrive come se si parlasse. Tutto quel tempo lì viene fatto fuori, come se non esistesse. Invece esiste.
Scrivere con dentro tutto quel non saputo di cosa accadrà a quelle parole, dopo, mentre se ne rimangono in viaggio verso gli occhi a cui sono destinate rende quelle parole molto più grandi. E più sottili. E più delicate. Più vere, oserei dire. Anche se non lo so se posso dire proprio così, forse no, ma comunque.
Allora niente, mi limito a osservare il fenomeno. Le parole scritte hanno bisogno di spazi e di tempi che troppo spesso noi dimentichiamo. Io adesso faccio un po’ di spazio e provo a dargliene un po’.
Stiamo a vedere cosa succede.
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gcorvetti · 10 months ago
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Lunedì...
...ma di riposo, dopo essere sopravvissuto alla prima e lunga settimana, perché questa settimana è corta cioè lavoro solo Mercoledì e Giovedì (quindi potete capire quella lunga com'è), dicevo lunga settimana più che altro perché erano esattamente 4 anni che non facevo un lavoro di cucina e quindi non stavo in piedi e soprattutto non stavo a lavoro per così tanto tempo, tra le 12 e le 13 ore, che è moltissimo e per me è uno spreco di tempo, ma questo passa il convento e purtroppo come è spesso accaduto nella mia vita penso sia sempre l'ultimo lavoro e poi posso dedicarmi alla musica a tempo pieno, ma dopo tanti e tanti anni mi viene difficile pensare che possa essere così, ma non demordo e vado avanti con l'idea che suonare sia sempre il mestiere che fa per me, di sicuro non è il lavoro in cucina anche se lo so fare come tante altre cose che ho fatto nella mia vita quando non riuscivo a lavorare con la musica, perché purtroppo in questa società non si può vivere senza lavorare. Un pò come la società del 'Mondo nuovo' di Huxley dove le persone sono impegnate a fare qualcosa di socialmente utile, che siano dei ranghi alti o di quelli bassi, e poi drogati di una sostanza 'il soma' (almeno nella traduzione si chiama così) e intrattenimenti di vario tipo da giochi dove a quanto pare si devono spendere soldi, infatti nel libro più di una volta fa menzione di giochi del passato che erano gratis e non era buono (dice così), a concerti e film odorosi, qua non c'è una descrizione di cosa siano nello specifico ma tutte le attività funzionavano da occupazione per la mente per evitare che le persone si rendessero conto di vivere in una società costruita ad arte per controllarli, beh è più o meno come viviamo noi adesso. Ci sono le varie stronzate che ti distraggono mentre chi governa e gli affaristi si rimpinzano alle nostre spalle, ma guai a farglielo notare a differenza del libro, dove ti mandano su un isola dove le persone hanno preso coscienza (cosa che trovo molto interessante), qua prima ti attaccano le altre persone, poi se non cambi idea passano per vie legali e puoi finire in galera, dipende anche il grado di 'lamentela', diciamo che se sei un Assange o uno Snowden non te la passi bene.
Comunque com'è andata? Beh, levando il fatto di lavorare con due ragazze molto giovani e di ascoltare tutto il giorno pop di uno squallore squallido, si proprio così, e che devo fare hamburger e patatine fritte tutto il giorno, oltre alla preparazione di svariate cose (chop chop per ore); l'ambiente non è poi così malvagio, anche se non so cosa mi sarebbe potuto capitare di peggio. Ma oggi e gli altri giorni di riposo, come ho fatto i due giorni di riposo la scorsa settimana, mi dedicherò alle mie cose, musica in primis, anche se ci sono alcune piccole cose da fare per la casa, sapete già il prato da tagliare per dirne una. Quindi dopo aver scritto tutto questo vi lascio con quello che ascolto come faccio di solito quando scrivo, dalla Finlandia sto giro.
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karmadharma · 1 month ago
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Ho mandato la stessa domanda contemporaneamente a funghetta: ma tra di voi c'è stato qualcosa o avreste mai voluto?
Madonna raga che palle. A parte che sono fidanzato e per altro MOLTO felicemente. Ma a parte questo, no. E non ci sarà. La vorrei come amica con cui uscirci insieme, perché le voglio molto bene al di là del sentirci poco. Le presenterei volentieri la mia ragazza, condividerei cose etc ma abitiamo stra-lontani. Poi a questo aggiunti il mio difetto che purtroppo se sento una persona una volta all'anno, per dirne una, per me va bene e non cambia niente (quindi per me rimane comunque una bellissima persona).
Ma a parte ciò.. cosa volete sapere? Volete un mio pensiero su di lei? Ve lo do, ma basta chiedermi sta cosa. Sia a me che a lei.
Posso dirti che è una ragazza con tantissime qualità, che pensate.. vanno oltre la bellezza estetica. C'è anche altro, lo sapevate? È una ragazza che spesso si sottovaluta ma che merita davvero cose molto belle. E spero che la vita le permetterà di ottenerle. Per quanto sia uno sconosciuto "dal vivo" potrà sempre contare su di me, anche se ci sentiamo poco.
Mo se volete fare altre domande su me e lei, non legate a questo discorso (anche se non saprei quali), ben venga. Se no come diceva mia zia anziana: fatela finitela (?).
@funghettaa (visto che ha detto abbia chiesto anche a te)
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unfilodaria · 3 months ago
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Sai quando hai la sensazione di dover dire qualcosa ma le parole ti mancano? Soprattutto dopo una giornata in cui una serie di "sfortunati" eventi (come direbbe la narrazione, ma non c'era nulla di sfortunato) mi ha riportato a percorrere strade e luoghi già percorsi e visitati altre volte... forse una o più vite fa. Perché di vite, se mi ci fermo a pensare, ne ho vissute almeno tre con l'unica invariante, ahimè, che è quella lavorativa. In una promessa tradita avevo giurato "nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non ci separi", ma sembra che questa promessa sia riuscita a mantenerla solo con il mio lavoro e sempre più spesso nella cattiva sorte.
Ma smettendo di divagare, in una delle mie vite precedenti ho fatto e rivissuto quanto fatto oggi. A volte è come uno stridore di freni, come il gessetto che graffia sulla lavagna, come le unghie sui vetri... o molto più semplicemente una vita banale prima e dopo che riporta a rivivere le medesime cose. Solo che come altre volte, oggi più che mai, l'assenza si è fatta sentire moltissimo e più la avvertivo e più rivivevo istantanee e più finivo per parlarne come se fossero aneddoti di vita vissuta lanciati a caso.
Ci avete mai fatto caso che più qualcuno ti manca e più inevitabilmente finisci col parlarne, come se farlo ne evocasse la presenza, la materializzasse ai tuoi occhi, ti facesse sentire meno solo? O forse più stronzo. Alla fine questo senso di solitudine sa di stronzaggine: la mia, che ho lasciato che la nave affondasse per quello stupido orgoglio del cazzo che, anche dinanzi al pericolo imminente, ti fa procedere imperterrito per la tua strada, dritto contro l'iceberg, nonostante che le sirene del piroscafo suonino l'allarme ed il marconista stia lanciando il mayday.
Lo sapevi che sarebbe andata via, hai fatto di tutto per tenerla distante, perché così, nella tua testa, avresti sofferto di meno. Ed invece, quando è andata via, per la seconda volta, non ti è restato che raccogliere i cocci e non ci hai nemmeno provato a rimetterli insieme, perché non sarebbe servito a nulla: anche questo lo sai bene, come sai bene che non servirebbe a nulla provare a cercarla. Stavolta è andata per davvero e non puoi che lasciarla andare.
Sono circa sei mesi che è successo, sembra un'eternità ed invece sono solo sei mesi, il nulla rispetto ad una vita. A volte questi mesi ti pesano più di quanto siano stati densi e pesanti gli anni che hai vissuto insieme. Anni in cui si è sommato errore su errore. Non è colpevolizzarsi ma è solo un'amara e semplice constatazione.
Dicevamo? Ecco, ho perso il filo. Ho divagato, partendo dall'avere la sensazione di dover dire qualcosa fino a dirne tante e troppe. In realtà io spero in un angolo della mia mente che qualcosa prima o poi cambi perché si è speso tanto, troppo, e il desiderio di raccogliere anche poco, pochissimo resta, anche se lo so che prima o poi bisogna smettere e lasciare andare del tutto. Ma uno spera, io spero e spero anche che qualcuno mi aiuti a lasciare andare perché tutto questo è solo un'amara e dolorosa agonia.
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yoursweetberry · 8 months ago
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Comunque voi che vi mettete sempre la pezza a colore o pensate di stare nel giusto è inutile che vi sbattete perchè vi proteggete solo l’una con l’altra.
Ho parlato con almeno una decina di persone diverse di questo argomento, a lavoro e a casa e tutti mi hanno detto che ha senso come la penso io e che è normalissimo che arrivi a pensare determinate cose e a dirne altre. Perchè voi vi volete solo giustificare come se avesse un senso. E comunque avete continuato a non capire che io non ho mai detto che non sareste venute a casa mia per il mio compleanno ma che mi dava fastidio che SOLO perché è un compleanno vi sareste sentite in obbligo a venire
Io non penso troppo, semplicemente cerco di trovare una coerenza nelle cose ma a quanto pare con voi non può esistere e mi sono rassegnata e mi sono rassegnata pure al fatto che m agg rutt o cazz pure di esprimere i miei sentimenti con chi NON VUOLE mai capire
Carmela continuava a rispondere “ma io pure a volte non scendo, o comunque a volte non ci vediamo mica me la prendo” MA CHE CAZZO C’ENTRA??
cioè come se fosse la stessa cosa rifiutare SEMPRE (come fate con me) e QUALCHE VOLTA (che uno si scoccia) è ovvio che QUALCHE VOLTA ci può stare ma se è SEMPRE chiunque penserebbe che non te ne fotte un cazzo di venire incontro a me e bast
infatti quando ho specificato questa differenza guarda caso nessuno ha risposto a riguardo
Oppure quando ha detto che ha festeggiato da te, GRAZIJ O CAZZ volevo dire, non avevi la casa tua dove invitare e quando hai potuto invitare siamo andate al london quindi di che stiamo parlando e paragonando?
Ma veramente, vi sentite quando dite certe cose con convinzione? BAH
Tutte le persone a cui ho raccontato mi hanno risposto “ma queste persone pensano che tu sia scema?”
Quindi non sono proprio solo io che mi faccio i film mentali e sono strana o esagerata come mi vuoi far sentire tu
16:50
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princessofmistake · 11 months ago
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Il peso dei miei silenzi. Scava dentro, scolorisce le cose intorno. Sono capace di trascorrere le giornate restandomene mezzo inebetito sdraiato su una poltrona, considerando il lento inesorabile spostarsi delle ombre nella stanza mano a mano che la luce naturale che penetra dalle finestre cambia direzione. [...] È come se ti ritirassi dal campo di gioco per sederti volontariamente in panchina, a osservare da dietro un vetro il resto del mondo andare avanti, indaffararsi, compromettersi, impegnarsi. Ecco, di questo non ho più voglia. Di compromettermi, di fare delle cose, di dirne altre, di pensarne delle terze. Non ho più voglia di lasciare testimonianza, non ho più voglia di essere. Voglio soltanto restare fermo, e osservare. Così, senza alcuna ambizione critica. In perfetta staticità. Insensibile, stupido, afasico. Lasciami in pace, in questa mia non condizione.
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penelopeparis · 2 years ago
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Un insieme di traumi.
Trapiantata non in un paese.Indiscreta anticonformista.Un’armatura di nuvole. Fuori dalle righe, la verità di una vita scomoda.Non posso essere diversa da ciò che sono . Il cervello a 1000 km/h il corpo no. Paura di niente, solo dei mostri della mente. Non li combatto! Sto a guardare e non succede mai nulla. se non un tempo speso male. Ti dirò cosa penso, senza pensare se ti farà male. Forse…
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jazzluca · 1 year ago
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NEEDLENOSE ( Deluxe ) Generations LEGACY EVOLUTION *G1*
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E finalmente pure il semi-sconosciuto NEEDLENOSE viene promosso a Generations Deluxe, dopo essere stato bellamente ignorato per ben due volte nei fan contest di Hasbro ancora agli albori della trilogia di War for Cybertron, ma perlomeno lui in Legacy Evolution ritorna come effettivo Double Targetmaster, a differenza del compare Spinister, orfano dei due partner Nebulani in Siege.
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Però se l'elicottero fucsia e blu in qualche maniera compensava con delle armi simili o ancor meglio ( o peggio ? ) con dei Battlemaster dedicati ma venduti a parte come esclusive, questo moderno Double TM purtroppo non può non intrapendere la strada già battuta dal precedente Targetmaster Legacy, ovvero quel Pointblank con l'omino praticamente uguale alla sua versione G1, solo che per i TM del 1988 era pure peggio, con gli omini Nebulani che erano delle statuine cui spuntavano le canne delle pistole ripiegate, laddove quelli un po' più grandi del 1987 almeno una parvenza di trasformazione ce l'avevano piegandosi a libro.
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Ma tant'è, abozziamo mestamente, ed almeno accontentiamoci col fatto che i due SUNBEAM e ZIGZAG alla fine sono più alti dei loro omonimi originali, a differenza del Peacemaker del succitato Pointblank, e quindi ora i Nebulani Legacy sono giusti in scala fra loro! :D … ehm, vabbè, poca cosa, ma poi ribadiamo il "bello", nonostante tutto, di questi Double TM, ovvero quello di potersi agganciare fra loro od altre armi grazie ai fori nella parte superiore.
( Oddio, Peacemaker aveva pure una spina in più sul retro, è vero, ma chissà se sarà replicata per il futuro partner di Sureshot ed usata a dovere, vabbè…. )
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Dopo il doveroso preambolo sugli omini TM, peraltro fedelissimi per scultura e colorazione agli originali, va detto, concentriamoci sul ROBOT, esteticamente eccellente e fedelissimo al G1, ma nel senso buono del termine, dato che non vengono riportate le ovvie goffaggine ed inestetismi di un giocattolo del 1988, come invece fatto per il collega Pointblank.
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Questo N.N. infatti prende quel che di buono c'era nel G1 e lo adatta sapientemente allo stile Generations, con un bel robot equilibrato nelle forme e nei dettagli, senza ( per dirne un paio ) il testone incassato o le gambe rigidie e quasi sbilenche; oh, magari sarò io, che non sono un gran fan della resa del giocattolo originale, ma ad esempio le braccia ora non sono banalmente tutte lilla ma viola scuro, il quale rende meglio assieme al blu scuro di bacino e gambe inferiori, così come le ali che si possono ripiegare all'indietro calmierano un po' la strabordanza del grigio chiaro lì presente assieme al torso ed alle cosce e ginocchiere.
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Ottimamente articolato in tutto, pure nella rotazione dei polsi, gli si perdonano i vuoti accennati dentro gli avambracci ma sopratutto nell'interno coscia e dietro i polpacci, anche per via della stazza da Deluxe alto stile l'Ironhide Siege ed appunto il compare Poinblank, rivaleggiando quasi con quella di un Seeker medio.
Quello che, a mio parere, perdonerei meno, è la punta del jet appesa dietro la schiena che scende fin oltre le ginocchia: capisco che sarebbe il tratto distintivo del kibble del robot classico, e ci sta pure come zainata appesa quasi fosse quella di un Aerialbot ma al contrario, solo che la punta è davvero troppo bassa così, e magari era meglio farla arrivare al massimo all'altezza delle ginocchia, non a metà polpacci. ^^'
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Per fortuna, volendo, si può ribaltare del tutto il muso del jet e farla spuntare dietro la testa, previo aver tolto l'alettone verticale ed averlo sistemato comodamente in uno dei tanti fori standard sparsi per il corpo da buon Generations post WfC come su spalle, avambracci, lati delle gambe.
Fori che sono utilissimi anche per poter piazzare le armi TM ove si vuole ( alla faccia del collega Pointblank più avaro di fori ), comprese le spine apposite sotto le ali, ma anche il foro sul reattore dietro la testa può ospitare magari la forma combinata delle due armi!
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La TRASFORMAZIONE del Needlenose G1 era quantomeno originale, va detto, dato che le braccia si nascondevano sui fianchi del torso ( con tanto di pugni che rientravano nei polsi ), mentre le gambe si divaricavano dalle parti esterne delle ginocchia andando a coprire quello spazio liberato, con poi il muso che slittava in avanti: con il Generations grossomodo siamo lì, con qualche passaggio più elaborato, ovvero il petto che si apre e vi si nasconde la testa dentro, mentre i moduli ai lati di questa si alzano e permetton alle braccia ripiegate di nascondervisi parzialmente, cosa che fanno poi interamente le gambe ribaltandosi lateralmente e inglombandole appunto nei vuoti summenzionati dei polpacci. I piedi si raddrizzano fino ad unirsi, ma niente paura, dato che vengono nascosti dall'aereo stesso dato che la fusoliera slitta all'indietro rispetto al corpo ripiegato del robot ed infine anche il muso slitta in avanti al suo posto.
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Il JET terrestre riprende il design originale che si basava su un General Dynamics F-16XL, con la variante di un paio di alettoni orizzontali in mezzo a quello verticale: è un buon aggiornamento di quel modellino, peccato che questo a monte personalmente non mi sia mai piaciuto molto per via muso che nettamente da blu passa al grigio del resto della fusoliera!
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Anche qui, capisco la fedeltà, ma avrei preferito un passaggio da un colore all'altro meno netto, magari con una striscia a punta dietro la cabina, per dire, ma vabbè, contenti quelli cui piace il Needlenose alla maniera originale. ^^'
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Per il resto l'aereo si difende bene, ed il robot è ben ripiegato sotto, senza parti che strabordano dalla forma del velivolo, e con lo spazio giusto sotto le ali dove poter mettere le due armi TM… oppure possono sistemarsi nei fori sotto le gambe, o nel foro al posto dell'alettone, anche se sarebbe stato gradito un foro in mezzo all'aero, che pure lo Starscream Voyager ER ce l'ha e non è un TM! XD
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Invece, come da istruzioni, le due pistole possono unirsi e divenire una sorta di propulsore aggiuntivo posteriore, dopo aver opportunatamente aperto i piedi: onestamente non mi pare aggiunga molto alla giocabilità questa feature, e piuttosto, ancora, era meglio vedere altri fori per armi come ad esempio uno SOTTO il muso del jet.
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Insomma, davvero un bel modello complessivamente che mi ha fatto rivalutare non poco la mia soggettiva "antipatia" che avevo col giocattolo originale, ovviamente migliorabile in alcuni punti ma un passo in avanti deciso rispetto al più deludente collega Pointblank, e speriamo che quantomeno proseguino su questa linea per i prossimi Targetmaster, Double e non.
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-Bio ufficiale codice QR: https://legacy.transformers.com/code/JMWqSU28
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micro961 · 2 years ago
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Bi Bi Blues Band - “Blue Pink And Grey”
Il singolo della band sui principali stores digitali
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Esce “Blue Pink And Grey”, singolo dalle forti tinte modern blues della realtà milanese dei Bi Bi Blues Band. Il brano è sui principali stores digitali e in promozione nazionale. “Blue Pink and Grey” nasce dall’inopportuno e sgradevole accostamento di questi colori per descrivere “Il Male Di Vivere Montaliano” di noi artisti, che passiamo la vita tra dubbi, eccessi di sensibilità, incapacità di trovare una propria collocazione nel mondo, di essere capiti ed amati. Di spiegare al prossimo che, anche se apparentemente senza senso l’accostamento di questi tre colori per noi ha un significato profondissimo. Perciò per spiegare a chi può e vuole starci vicino che non sempre è facile capirci, ma che qualsiasi nostra azione ha per noi e per chi ci sta intorno un significato molto profondo.
La band
Silvia Rumi
Silvia è la nostra lead-singer/front woman, ha una lunga esperienza sui palcoscenici nostrani, interprete di brani di spessore come quelli dei Led Zeppelin, Beth Hart, Joss Stone, Joe Bonamassa, Alannah Myles, ecc… Ha studiato per diversi anni con Francesco Rapaccioli (Eros Ramazzotti, Pooh, J-Ax, Michele Bravi, Francesca Michielin, Elio e le storie tese, ecc. ecc.). Pronta ad intraprendere questa nuova avventura.
Marcello Romani
Marcello è il nostro lead guitarist, arrangiatore e compositore. Ha iniziato a suonare la chitarra da ragazzo ed ha avuto i primi approcci con il palcoscenico con Alex Baroni. Da allora non ha mai smesso, ha militato per circa 20 anni nella Doc’s Band, molto nota ed attiva nei circuiti Lombardi oltre ad altre collaborazioni importanti, tra cui un tributo ufficiale ai Led Zeppelin… ed ha suonato anche per nomi importanti - per dirne uno: Antonella Ruggiero. È la mente creatrice del progetto Bibi Blues Band.
Flavio Manzotti
Flavio è il bassista della Bibi Blues Band. Inizia a calcare i palcoscenici a partire dal 2010 ed ha occasione di suonare assieme a professionisti del calibro di Diego Arrigoni dei Modà.
Ha fatto esperienza con vari gruppi, spiccando per la sua versatilità musicale.
Fabio Madeddu
Fabio è il nostro batterista, strumento che inizia già a conoscere a soli 12 anni da autodidatta, per poi cominciare gli studi con Giulio Capiozzo, mitico batterista degli Area. Partecipa a diversi eventi importanti come il Festival di Castrocaro, e Sanremo Giovani, frequenta "clinic" importanti come quelle di Steve Smith e Paul Wertigo (Pat Metheny), per citarne alcune e suona in diverse band, tra le quali la Doc’s Band, calcando i palcoscenici dei locali lombardi più importanti.
Guglielmo Angioni
Guglielmo è il tastierista della Bibi Blues Band. Grande appassionato del sound dei più grandi musicisti blues e jazz, inizia a familiarizzare con lo strumento sin da bambino e ne farà in seguito la sua grande passione. Durante l'università frequenta la scuola civica di Jazz di Milano ed inizia la sua esperienza musicale dal vivo, suonando poi per vari anni in molteplici cover band, principalmente Rock e Blues, fino ad approdare al nostro progetto.
YouTube: https://youtu.be/C7Dakq6Tc5k
Instagram: https://www.instagram.com/bibi_blues_band/
Spotify: https://open.spotify.com/track/7h8MBFNuapqmgy9yDG9phL?si=b9acd8605bd0429f
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jacopocioni · 2 years ago
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S. Giorgio e il drago dell'incuria.
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Sicuramente vi sarà capitato di vedere più volte l’immagine di S. Giorgio, coperto da una elegante armatura ed armato di spadone, mentre uccide il terribile drago e libera la principessa Silene secondo il racconto fatto di Jacopo da Varagine nella sua “Legenda Aurea”, testo di riferimento per gran parte della iconografia cristiana. Famosa ad esempio a Firenze la rappresentazione fattane da Donatello nella predella del Tabernacolo dell’arte degli Spadai e Corazzai in Orsanmichele, che segna l’inizio dell’utilizzo della prospettiva e dello “stiacciato” nella scultura rinascimentale. A S. Giorgio è intitolata una delle porte dell’ultima cerchia delle mura di Firenze, quella eretta tra il 1284 ed il 1333 e progettata, secondo la tradizione, da Arnolfo di Cambio, l’architetto che progetterà i più importanti edifici della Firenze medievale: Palazzo Vecchio, S. Maria del Fiore, S. Croce per dirne alcuni. Un imponente giro di mura in pietra forte che ha protetto per secoli Firenze e la sua fiorente economia dai pericoli esterni. Questa porta, che si trova nella parte più alta della città tra via san Leonardo e la Costa San Giorgio, di fianco al Forte Belvedere (che ancora non esisteva all’epoca in cui fu eretta), è un pò diversa dalle altre: per la sua piccola dimensione venne talvolta definita postierla.
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La Porta a S. Giorgio nella famosa pianta del Buonsignori (1587) Originariamente era coronata, come le altre, da merli e camminamento di ronda che furono rimossi durante l’abbassamento eseguito su indicazione di Michelangelo in occasione dell’assedio di Firenze (1529-30) per offrire un bersaglio meno facile alle artiglierie imperiali La struttura è in conci di pietra forte disposti “a filaretto”, la chiave di volta è decorata con un giglio e nella lunetta dell’arco “senese” c’è un bel bassorilievo del XIV° secolo con San Giorgio che uccide il drago, comunemente attribuito ad Andrea Pisano (trattasi di una copia, l’originale è in palazzo Vecchio) S. Giorgio, soldato e martire Cristiano vissuto in Anatolia nel IV secolo, e la sua lotta contro il drago divennero nel medioevo simbolo della lotta del bene contro il male e incarnazione dei più alti ideali cavallereschi. Pare però che il valoroso Giorgio nulla possa contro un nemico più temibile del dragone sputafuoco: l’incuria! Ieri durante una passeggiata per la via S. Leonardo, mi sono reso conto che la porta versa in non buone condizioni: c'è una grossa lesione all’altezza del’imposta destra dell'arco "senese", che rischia di cadere sulla testa a qualcuno dei tanti turisti e passanti che attraversano la porta. Mi domando se chi di dovere se n'è reso conto... Speriamo solo che non debba succedere il guaio come al solito (vedi recente crollo del lungarno)! Ho scattato una foto per documentare lo stato attuale, confrontandola con una foto più vecchia si nota chiaramente il danno.
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La Porta a S. Giorgio IERI
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La Porta a S. Giorgio OGGI                
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Enrico Bartocci Read the full article
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gcorvetti · 1 year ago
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Capita.
Momenti no, giorni no, no. Capita sempre nella vita che arriva quel giorno che non vuoi o non hai proprio la giusta carica, ma neanche una qualsiasi, per fare quello che devi fare, che tu vada a lavoro e forse questo è la situazione peggiore, o che tu faccia qualcosa per te che sia un hobby, un tentativo per sbarcare il lunario, musica o arte in generale, qualsiasi cosa cade e diventa inutile e senza senso. Ecco tra ieri e oggi è così, non so domani, ieri per dirne una il tempo è volato, la giornata è iniziata e finita così velocemente che mi sono chiesto se qualcuno avesse trovato il leggendario ZED, questa cosa del tempo relativo è un dito in culo, è stato più evidente quando ho fatto gli esercizi per le gambe alla batteria, ogni esercizio 1 minuto, quel minuto volava sembravano più 20 secondi, infatti spesso sono andato fuori tempo massimo perché non mi rendevo conto, il metronomo non si ferma a 1 minuto lui continua devo essere io a accorgermi tra una battuta e l'altra del cronometro incorporato.
Comunque oggi ho come una forma di sconforto e non so se uscire di casa, fare i piatti, tagliarmi i capelli, suonare, lavorare al gioco e tante altre cose che sono da fare, ma non riesco neanche a mangiare una mela, la guardo è bella so che è buona la prendo, poi la poso, torno dopo 2 minuti è ancora la che mi fissa, cambio frutto ma è uguale. Spock mi ha sempre ripetuto in questo ultimo anno di prendermi una pausa totale, un aereo e andare in un posto XY anche per una settimana a non fare niente, giusto per cambiare aria, si ok, però una volta cambiata aria poi devo tornare sempre qua e qua non è diverso anche dopo un lungo periodo di stacco. Ho sempre accettato quello che mi accadeva nella vita per quello che è, dionisiaco, non ho mai provato a forzare le cose perché è così, mi torna sempre in mente la storiella della bottiglietta d'acqua. Anche oggi è così, domani si vedrà.
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Averli i momenti di entusiasmo.
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ilconteunicorno · 2 years ago
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16. Film o serie preferita?
Ridurre a un elemento è quasi impossibile.
Film non saprei. Adoro i film dove Julie Andrews canta perché mi fanno fare bei sogni e mi regalano tranquillità. The sound of music lo vedo ogni volta che sto molto male.
Però potrei dirne tanti, a cui sono legato e non perché sono capolavori ma perché ci sono altre cose in ballo.
Serie TV lo stesso ma Scrubs penso che sia impossibile da scalzare anche HunterxHunter è un anime che amo e ogni ci prova.
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levysoft · 2 years ago
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youtube
Perché gli americani sono ignoranti in geografia
I video in cui non sanno rispondere a domande elementari sono un genere di internet: c'entrano i programmi scolastici ma non solo
La percezione che ne deriva è che gli abitanti degli Stati Uniti abbiano generalmente scarsissime nozioni di geografia: oltre a conoscere poco il mondo, in alcuni casi sembrano far fatica a distinguere una città da uno stato, o uno stato da un continente, o a riconoscere qualsiasi territorio su una mappa. Al di là della percezione che emerge da questi video (che spesso sono anche recitati, e ovviamente selezionati appositamente per suscitare sorpresa e indignazione), in generale l’ignoranza degli statunitensi in geografia è una cosa abbastanza assodata – per esempio tra gli europei che hanno fatto un anno di scuola negli Stati Uniti – e confermata da alcuni studi. Dipende soprattutto dai programmi scolastici e dal fatto che escono raramente dal loro enorme paese.
Un esempio efficace della diffusa ignoranza degli statunitensi rispetto agli aspetti più nozionistici della geografia è un servizio andato in onda nel 2018 nel programma del conduttore e comico americano Jimmy Kimmel. Anche se come tutti i video ha valore solo aneddotico e non permette di trarre conclusioni significative, fa capire quanto il livello possa essere basso, anche nel caso di persone laureate come una delle intervistate. Nel video un’intervistatrice chiede ai passanti di dire il nome di un qualsiasi stato su una cartina muta. Le risposte mostrate sono di sei persone che non riescono a dirne neanche uno, e alcune di queste non sembrano saper distinguere uno stato da un continente o saper indicare dove siano gli Stati Uniti.
Ci sono alcuni dati che confermano questa generale tendenza. Uno studio del 2015 condotto dallo Government Accountability Office (GAO), una sezione del Congresso americano che si occupa di indagini e valutazioni in vari campi, ha rilevato che tre quarti degli studenti che hanno finito l’ottavo grado di istruzione (quindi l’ultimo prima delle scuole superiori, con studenti attorno ai 13 anni) non hanno un buon livello di conoscenza della geografia, quello che in inglese viene chiamato “proficiency”. Questo dato, secondo lo studio, sarebbe rimasto più o meno invariato dal 1994 al 2014.
Negli Stati Uniti le leggi che regolano l’istruzione variano da stato a stato, ma generalmente la geografia non è tra le materie più presenti nei programmi scolastici delle scuole medie e superiori, dove si punta più che altro su inglese, matematica e scienze. È raro anche che la geografia venga insegnata in un corso a sé: più spesso viene fatta rientrare in una materia che si chiama “social studies” (studi sociali) e che tiene al suo interno anche l’insegnamento della storia, dell’educazione civica e dell’economia.
Secondo uno studio del 2021 del Centro per l’Educazione della Geografia della Texas State University, su cinquanta stati americani quelli che impongono l’insegnamento della geografia alle superiori, da sola o all’interno degli studi sociali, sono 13. Sono 14 invece quelli che non la prevedono affatto, mentre gli altri la prevedono come opzione facoltativa insieme ad altre materie tra cui gli studenti possono scegliere. Gli stati in cui la geografia è obbligatoria alle medie, come corso unico o all’interno degli studi sociali, sono 15 su 50. Nello studio si spiega che «c’è un consenso generale rispetto al fatto che la geografia sia inclusa negli studi sociali, tuttavia continua a giocare un ruolo secondario rispetto alla storia, e molte volte viene insegnata in combinazione con la storia del mondo o la storia americana».
In questo le scuole superiori americane non sono molto diverse da quelle italiane, dove tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila le ore di geografia sono state tolte dal programma di molti istituti tecnici e professionali. Negli istituti dove sono rimaste e nei licei sono state accorpate alle ore di storia e insegnate nella maggior parte dei casi da docenti laureati in lettere. Alle medie e alle elementari invece la geografia è rimasta una materia a sé ed è insegnata almeno due ore alla settimana.
Oltre ai programmi scolastici, dietro la generale ignoranza del popolo statunitense in geografia ci sono altre ragioni culturali. Una è che chi vive negli Stati Uniti non è abituato ad avere a che fare con altri paesi, altre lingue e altre culture perché questi sono spesso molto distanti. Una youtuber americana, che vive in Repubblica Ceca e ha dedicato un video al tema dell’ignoranza in geografia dei suoi connazionali, ha fatto notare che per gli europei spesso basta fare poche centinaia di chilometri per attraversare stati diversi, e questo contribuisce a stimolare la curiosità e l’interesse per ciò che c’è al di fuori del proprio paese, cosa che agli americani non succede.
Questo è anche uno degli argomenti che si trovano più spesso nei dibattiti online su questo tema, in cui gli statunitensi paragonano la propria ignoranza a quella di una persona europea che non sa indicare dove si trovi il Tennessee o il North Carolina.
La stessa youtuber aggiunge anche che gli statunitensi viaggiano molto tra gli stati americani, ma poco al di fuori del loro paese, e che hanno un approccio allo studio molto “utilitaristico”, quindi è raro che si interessino di altri paesi se non devono andarci in vacanza. A questo probabilmente contribuisce anche una diffusa indifferenza di molti statunitensi per tutto ciò che non riguarda direttamente il loro paese, che origina secondo molti da una certa protervia e senso di superiorità legati al mito fondativo degli Stati Uniti d’America, e al ruolo predominante nel mondo che tanta retorica politica gli ha attribuito nel corso dei decenni.
Come hanno fatto notare online alcune persone di origini africane che vivono o hanno vissuto negli Stati Uniti, questa generale ignoranza in geografia appare evidente in molte conversazioni di vita quotidiana e con effetti poco piacevoli. Un uomo del Madagascar ha raccontato su Medium di aver dovuto rispondere innumerevoli volte ad americani che gli chiedevano dove fosse il Madagascar e che non si capacitavano di come uno con il suo aspetto potesse venire da un paese africano e non dall’India. Lo stesso ha raccontato anche una donna di origini tunisine, che quando spiega che la Tunisia è nel nord dell’Africa si sente spesso dire di non sembrare africana.
via https://www.ilpost.it/2023/02/02/americani-ignoranti-geografia/
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gonzabasta · 2 years ago
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notiziariofinanziario · 2 years ago
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Si inasprisce la crisi di Crédit Suisse
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Dopo un’apertura in lieve calo, peggiorano gli andamenti delle Borse europee. Intorno alle 12 e 30 Milano affonda di oltre il 3,5%, spinta al ribasso dai titoli dei bancari, ed è la peggiore in Europa. Pesa ancora il caso Silicon Valley Bank (qui una guida su che cosa fare con i risparmi dopo i timori suscitati dal fallimento di Svb), ma la brusca impennata al ribasso dei mercati finanziari del Vecchio Continente si deve all’inasprirsi della crisi di una grande banca in Europa, il Crédit Suisse, che crolla a Zurigo di circa il 20 per cento, dopo essere arrivato a cedere anche il 22 per cento. Le banche italiane vanno a picco di conseguenza, con Unicredit che cede il -7%, Banco Bpm e Intesa Sanpaolo oltre il 6% e Finecobank il 6%. Male tutte le piazze: Parigi -3,5%, Francoforte - 2,8%, Londra -2,3%.  Crédit Suisse crolla del 20% Il crollo del Credit Suisse è dovuto alla posizione del maggior azionista Saudi National Bank. La banca saudita non sosterrà «assolutamente» la banca aumentandone il capitale, ha dichiarato il suo presidente Ammar al-Khudairy in un’intervista a Bloomberg Tv. «Attualmente possediamo il 9,8% della banca. Se superiamo il 10%, entrerà in vigore una serie di nuove regole» e «non siamo propensi a entrare in un nuovo regime normativo», ha detto al-Khudairy. Volani i credit default swap  Il costo di assicurazione dei bond del Crédit Suisse contro il default nel breve termine si sta avvicinando a livelli che segnalano una seria preoccupazione da parte degli investitori. I credit default swap (cioè il prezzo dell’assicurazione contro il fallimento, uno strumento assurto agli onori delle cronache durante la crisi dei subprime nel 2008) a un anno erano indicati a 835,9 punti ieri in chiusura, secondo quanto riporta Bloomberg e sono oggi in ulteriore aumento, vicino a quota 1.000 che indica un elevato livello di preoccupazione. Il livello attuale corrisponde a 18 volte il Cds a un anno di Ubs e circa 9 volte l’equivalente di Deutsche Bank. Attesa per la Bce I rendimenti dei titoli di Stato sono in netto calo, mentre si guarda alla prossima riunione della Bce. Lo spread tra Btp e Bund sale a 192 punti, con il rendimento del decennale italiano al 4,18% (-8 punti base). La crisi di due banche, Svb e Crédit Suisse, è esplosa alla vigilia della riunione della Bce che deciderà sul nuovo rialzo dei tassi. Mentre prima i mercati davano per scontato un aumento dello 0,5% (già annunciato da Christine Lagarde) ora l’entità del rialzo è più incerta alla luce dei timori di altri crisi bancarie, anche se smentite dalle voci istituzionali, anche per quanto riguarda gli istituti italiani.  Sileoni (Fabi): «Settore bancario italiano è uno dei più sicuri al mondo» «Il settore bancario italiano è uno dei più sicuri al mondo. Le banche del nostro Paese hanno indici di liquidità molto alti, pari al 160%, cioè dispongono di liquidità aggiuntiva, molto oltre i minimi stabiliti dalle leggi e la nostra vigilanza è sempre attenta. Mi sento di dire che possiamo stare tranquilli», ha rassicurato il 15 mattina il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, durante la trasmissione Radio Anch’io in onda su Radio Rai Uno. «In ogni caso, quella della banca californiana è una crisi di liquidità e non è una insolvenza. C’è stato un doppio problema: di gestione della banca e di controlli. È perciò sbagliato fare catastrofismi o parlare di contagio sia negli Stati Uniti sia nel resto del Mondo».  Gros-Pietro: «Svb caso dovuto a insufficienza della vigilanza» «La Svb è un incidente, un caso marginale dovuto a inefficienza della gestione dei rischi e insufficienza della vigilanza. Sono altre le emergenze di cui preoccuparsi: il cambiamento climatico e la guerra in Ucraina per dirne solo due. Sono questi i veri problemi e richiedono in un caso investimenti, nell’altro, politiche attive». Lo ha detto Gian Maria Gros-Pietro, presidente del Cda di Intesa San Paolo, in un’intervista alla Stampa, in merito al crac della Silicon Valley Bank. Il fallimento della banca «è anzitutto il frutto di una scelta politica di Donald Trump - spiega Gros Pietro - quella di innalzare la soglia prevista per le not significant banks, le banche non strettamente sorvegliate. La Silicon Valley Bank era fra queste. Così si è permessa una serie di errori gestionali che hanno portato al crac».  Orcel: «Banche liquide e ben patrimonializzate» Dopo il processo di rafforzamento degli scorsi anno, le banche europee oggi «sono più forti, sono ben patrimonializzate e molto liquide», ha affermato il ceo di UniCredit, Andrea Orcel, durante la Morgan Stanley European Financials Conference 2023. Orcel ha osservato che gli istituti di credito del Vecchio Cotinente, per via dei tassi d’interesse negativi «hanno superato momenti in cui il core business non era redditizio concentrandosi su altro». Adesso, «con i tassi in rialzo si vede una miglior redditività strutturale». Alla luce anche di quanto sta accadendo negli Usa con l’allarme banche scatenato al caso Svb, Orcel si è detto «positivo sul settore bancario Ue nonostante le incertezze» che si sono create prima con la guerra in Ucraina e poi con i crac dei due istituti americani Silicon Valley Bank e Signature Bank, perché il settore è in grado di fronteggiarle. «L’Europa è sempre stata ossessionata dal capitale», ha spiegato riferendosi alle regole stringenti messe in campo dalla Bce negli scorsi anni, che comportano innalzamenti dei livelli di capitale di anno in anno e costanti verifiche patrimoniali. Read the full article
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