#dipinto a mano
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tsuyahandmade · 8 months ago
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mauroburaniartist · 1 year ago
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mauroburaniblog · 5 months ago
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mystictidalwavedestiny-blog · 8 months ago
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L'arte degli orecchini in legno dipinti a mano
Gli orecchini in legno dipinti a mano sono una forma d’arte che combina l’abilità artigianale con la creatività artistica. Questi gioielli unici sono apprezzati non solo per la loro bellezza estetica ma anche per la loro leggerezza e comfort durante l’uso. Gli artigiani che creano questi pezzi spesso traggono ispirazione dalla natura, dall’arte astratta, e dalle forme geometriche per creare…
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lodovicodepietri · 1 year ago
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Paesaggi in vendita
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kon-igi · 10 months ago
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NON SI TRATTA DI RICORDARE MA DI VEDERE
Chi mi conosce sa che non amo particolarmente affrontare argomenti di natura politica generale, a meno che non mi sembrino meritevoli di riflessione, però ultimamente per ciò che mi riguarda la misura è colma.
Può darsi che ne pagherò le conseguenze in una misura che può variare tantissimo in base a quanto tiri il culo a certe persone, però sono stanco... stanco di assistere all'inania di questa pusillanime classe politica, al perbenismo timoroso e ipocrita di chi dovrebbe prendere una decisione netta, sull'espressione chiara della quale, oggettivamente, per una volta tanto non mi sento di dire 'dipende' o lanciarmi in elucubrazione etologico-sociologiche.
A GAZA STANNO PERPETRANDO UNA STRAGE DI CIVILI
e questa mattina non mi sono affatto sentito un estremista terrorista ad appendere questo striscione malamente dipinto a mano sopra il cancello di casa mia
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Mi si potrà dire che è inutile, che è da esibizionisti, attaccabrighe e che è rischioso (nella scala da 'fottesega a chiunque' a 'irruzione della digos' io credo che la lancetta nemmeno si muoverà)...
Uno sputo nell'oceano, insomma.
Ma - vedete - io in questo momento ho l'amaro in bocca e me ne devo liberare, sennò mi avveleno il cuore. E se qualcuno da qualche parte, vedendo questo striscione anche solo in foto, dovesse sentirsi per un attimo meno solo, allora non sarà stato un gesto inutile.
Grazie @surfer-osa che come al solito riesci a rendere la mia rabbia un po' meno sterile <3
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thegianpieromennitipolis · 3 months ago
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SENSI DELL'ARTE - di Gianpiero Menniti
LO STILE DI UN 'VAN GOGH' SPENTO
Il soggetto della tela non è originale: "La ronda dei carcerati" (1890) è ripreso con pedissequa ri-presentazione da un'incisione di Gustave Doré, "Newgate: The Exercise Yard" che risaliva al 1872.
Dunque, un van Gogh inedito: tiene in esercizio il proprio talento artistico ma solo per la qualità tecnica.
Non è creativo.
Allora, quale giudizio si può attribuire a un'opera che manchi di espressione?
Nessuno.
Ma è davvero così?
Davvero questa tela si può considerare priva di valore perchè la scena è la riproposizione di un atto artistico già esistente e originale?
Se si trattasse di un testo scritto, riproporlo sarebbe un plagio privo di contenuto.
Ma per un dipinto l'affermazione non regge: esiste qualcosa che lo caratterizza e lo differenzia.
Si tratta dello "stile".
Una traccia indelebile, un solco: come nel caso dello "stilo", lo strumento utilizzato per scrivere sulle tavolette di cera nell'antichità.
Stile: termine che deriva, paradossalmente, dalla già richiamata similitudine con i segni grafici, la calligrafia, l'ortografia.
Lo stile non racconta ma desta un sentimento indecifrabile che attrae o respinge.
È dunque, riflettendo bene, un modo d'espressione pieno, che caratterizza, che definisce un'identità, che provoca un illusorio, intenso, frenetico moto alla ricerca di parole descrittive, difficili, talvolta impossibili da trovare: così come lo stile non racconta, allo stesso modo non si può narrare, non si può indicare fino in fondo nelle sue caratteristiche.
Ma c'è.
S'impone alla vista e provoca lo spalancarsi di un abisso: manca la parola, domina il silenzio.
Infine, si afferma un principio inatteso: l'arte è un apparire dell'insostenibile gravame costituito dalle immagini mentali di un essere umano.
Così, mentre la penna tenta una descrizione, il pennello scorre attingendo a flussi caotici incessanti di sguardi interrotti.
Fino a quando la penna, esausta, si arresta mentre la mano del pittore rimane viva nel desiderio di lasciare sulla riva quel mare di figure e di scenari per abbandonarsi alla purezza di un'intonazione muta capace di rifondare l'atto creativo esclusivamente nello stile, inimitabile e per questo originale e a suo modo immutabile.
Ecco la ragione per la quale si ammira un'opera come questa di van Gogh: non si viene attratti dal contenuto ma solo dal riconoscere la mano dell'artista.
Forse, il complimento migliore che si possa attribuire a un'anima creativa.
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mtonino · 2 months ago
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Side by Side - Art Influences Films
Spesso mi sono occupato del rapporto tra arte e cinema e di come si ininfluenzino vicendevolmente, oggi voglio porre l'attenzione su un caso particolare: la presenza dei quadri del pittore Alex Colville nel film Shining di Stanley Kubrick. In realtà, le opere di Colville appaiono in più di un film (Heat, Moonrise Kingdom), ma in Shining ciò avviene ben quattro volte:
Woman and Terrier (1963)
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Colville descriveva quest'opera così: "è la mia Madonna col Bambino; ​​naturalmente nel mio mondo il bambino è un cane."
L'artista canadese considerava i cani come esseri senzienti, in grado di vedere, ma incapaci di fare il male. Nella sua arte le persone rappresentano la capacità distratta e iperconsapevole di fare il male e i cani l'innocenza.
"I volti distolti di Colville coinvolgono gli spettatori nelle sue opere, ci fanno sentire dei voyeur. Quando qualcuno in un'opera di Colville guarda direttamente lo spettatore è come se lo avessimo interrotto, come se avessimo fatto irruzione in una scena privata"
tratto da “Scoprire il vero Alex Colville,” Maclean's, 22 agosto 2014
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A Jack Torrance è appena stato detto di Delbert Grady, l'ex custode dell'Overlook Hotel che ha fatto a pezzi sua moglie e le sue due figlie. A casa Torrance, a Boulder, l'amico immaginario di suo figlio Danny, gli ha detto che il padre ha ottenuto il lavoro e sta per chiamare per dargli la notizia. Come previsto, il telefono squilla e la moglie di Jack, Wendy, risponde.
Mentre Shelley Duvall si siede per parlare con Jack Nicholson, "Woman and Terrier" di Colville è chiaramente visibile sulla parete di fondo, sopra un televisore. Il dipinto raffigura una donna che abbraccia un terrier, il suo volto è per lo più nascosto dalla testa del cane, con l'angolo dell'occhio sinistro appena visibile, che sbircia fuori.
Nella scena di Shining siamo dentro casa di Wendy e la stiamo osservando rispondere a una telefonata privata, mentre un personaggio di Colville ci spia dalla parete in fondo, ricordandoci che stiamo per assistere al grande orrore che si avvicina.
Horse and Train (1954)
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Di questo quadro Colville dice: "Ho sempre pensato che fosse piuttosto bello ma mi rendevo conto che poche persone lo avrebbero comprato per appenderlo in una casa, la maggior parte delle persone sembra considerarlo estremamente morboso"
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Danny ha appena avuto la visione delle due bambine e del sangue che scorre, e si è svegliato nella sua camera da letto dopo essere svenuto davanti allo specchio del bagno. Arriva la pediatra per visitarlo dopodiché la dottoressa e Wendy vanno in soggiorno, dove discutono dei problemi di Jack con l'alcol, di come lui una volta abbia slogato il braccio di Danny e di come questo apparentemente abbia causato la prima apparizione del misterioso amico immaginario di Danny.
Mentre attraversano il corridoio, ecco sul muro "Horse and Train", una delle opere più riconoscibili di Colville: un cielo grigio e nuvoloso e un cavallo nero che galoppa lungo i binari verso un treno in arrivo. È un dipinto avvincente, ispirato a un distico di una vecchia poesia sulla futilità di mantenere le convenzioni di fronte a un cambiamento violento e imminente. Le possibilità che il cavallo esca dai binari, o che il treno possa frenare in tempo sono reali, anche se non sembrano probabili. La conversazione tra Wendy e la pediatra chiarisce che Jack ha dei problemi che emergeranno, in grande stile, durante i cinque mesi di isolamento. Cavallo e treno stanno accelerando sulla rotta di collisione.
Dog, Boy, and St. John River (1958)
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Il dipinto, un altro dei pezzi più iconici di Colville, raffigura un ragazzo che guarda verso un fiume tenendo in mano un fucile da caccia con un cane appena dietro. Di nuovo non possiamo vederne il volto, lo stiamo guardando dietro.
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Quando Danny svolta l'angolo e sbircia attraverso la porta aperta della Stanza 237, la prima cosa che vediamo all'interno è una lampada da tavolo accesa davanti al quadro "Dog, Boy, and St. John River". Non possiamo vedere il volto di Danny mentre guarda attraverso la stanza, riproducendo così quasi lo stesso punto di vista del ragazzo nel quadro.
Un altro cane di Colville fa la sua comparsa nel film (anche se è oscurato dalla lampada), e di nuovo c'è quel pizzico di percezione extrasensoriale. Cosa stanno guardando il cane e il suo padrone, o cosa cercano? Potrebbe essere una battuta di caccia innocente, ma la luce e la prospettiva fanno sembrare che ci sia qualcosa di sinistro là fuori, sopra la grande distesa d'acqua in lontananza. O siamo solo noi, che ci avviciniamo furtivamente al ragazzo e al cane attraverso le canne?
Se Colville credeva che un cane potesse percepire il male, allora forse si sta nascondendo dietro il ragazzo mentre lo segue, il ragazzo è armato e deciso ad affrontare qualsiasi cosa stia per succedere, il cane lo raggiunge ma si tiene a distanza.
È questa la relazione tra Danny e Tony (l'amico immaginario), o tra lui e la sua capacità di "luccicare", mentre si avvicinano furtivamente alla fonte del terrore nascosto dell'Overlook Hotel?
È una coincidenza che il ragazzo e il cane siano davanti a uno specchio d'acqua e che Danny e Tony (e in seguito Jack) stiano per essere attaccati da una strega nuda immersa in una vasca da bagno?
Forse Kubrick sta di nuovo ricordando agli spettatori che si stanno abbandonando al voyeurismo mentre qualcosa di malvagio sta per arrivare?
Non può essere un caso, è sicuramente una scelta consapevole di Kubrick: la prima cosa che vediamo nella stanza 237 è il dipinto, riflesso nello specchio, di un ragazzo che impugna un'arma; più avanti nel film, Danny impugnerà un coltello e scriverà una parola con un rossetto rosso su una porta, ma solo l'inquadratura attraverso uno specchio ne rivelerà il vero significato.
Moon and Cow (1963)
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Jack ha sfondato la porta del bagno e ora è sulle tracce di Danny dopo aver eliminato Dick Halloran. Wendy, scampata per un pelo all'attacco in bagno, sta correndo al piano di sopra con in mano il coltello che ha usato per tagliare la mano di Jack. Mentre sale, passa davanti a diversi dipinti, nessuno dei quali è più evidente di "Moon and Cow" di Colville, che rimane inquadrato per qualche breve istante; prima è alla sua sinistra, poi passa alla sua destra.
Il quadro rappresenta una mucca, sdraiata in un pascolo, sulla destra della cornice, che guarda la luna, alla sua sinistra. A differenza dei precedenti, sembra non avere niente a che fare con la storia di Shining senonché, nella scena culminante, pochi minuti dopo, Jack cade sul terreno innevato nel labirinto.
L'ultima inquadratura, prima di vedere apparire il suo corpo congelato la mattina dopo, è di Jack accasciato a terra, a sinistra dell'inquadratura con una luce brillante in lontananza alla sua destra. Proprio come "Moon and Cow", se lo guardassimo attraverso uno specchio.
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fashionbooksmilano · 6 months ago
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Frigorifero d'Arte
Dolce&Gabbana - Smeg, Metropol, Milano, 14-17 aprile 2016
Smeg Spa, Guastalla 2016, 18 pagine a colori, 15x21cm
euro 25,00
email if you want to buy [email protected]
Dolce&Gabbana e Smeg hanno unito le loro forze per un progetto unico che unisce le conoscenze come eccellenze del Made in Italy. Le capacità tecnologiche di Smeg si associano allo stile inconfondibile di Dolce&Gabbana. Il progetto si sviluppa sul frigorifero Fab 28, prodotto in 100 pezzi unici, ognuno dipinto a mano dagli artigiani Siciliani nello stile del Carretto Siciliano, ceramiche, pupi e molto altro. Una selezione di questi frigoriferi d’arte è stata presentata al Metropol a Milano durante il Salone Internazionale del Mobile 2016, che si è svolto dal 12 al 17 Aprile.
25/05/24
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schizografia · 5 months ago
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A quel punto Reger guardò l'Uomo dalla barba bianca e disse, del resto la morte di mia moglie non è soltanto un'immensa disgrazia per me, è anche stata una liberazione. Con la morte di mia moglie sono diventato libero, disse, e quando dico libero intendo totalmente libero, del tutto libero, completamente libero, sempre che lei sappia, o almeno intuisca che cosa questo significa. Non sto più ad aspettare la morte, verrà da sé senza che io ci pensi, che venga pure, non mi importa minimamente sapere quando. La morte della persona amata, infatti, è anche una enorme liberazione per tutto il nostro sistema, disse Reger adesso. Con questa sensazione, la sensazione di essere adesso completamente libero, vivo ormai da parecchio tempo. Posso lasciare che mi capiti qualsiasi cosa, adesso, davvero qualsiasi cosa, senza dovermene difen-dere, non mi difendo più, ecco, così Reger adesso. Guardando l'Uomo dalla barba bianca, sì, disse, l'Uomo dalla barba bianca l'ho sempre amato, Tintoretto non l'ho mai amato, ma l'Uomo dalla barba bianca di Tintoretto l'ho sempre amato. (…)
Anche l'arte nel suo insieme non è altro infatti che un'arte di sopravvivere, questo fatto non dobbiamo perderlo mai di vista, l'arte, insomma, è il tentativo reitera-to, che commuove persino l'intelligenza, di sbrogliarsela in questo mondo e nelle sue avversità, cosa che, come sappiamo, è possibile solo facendo ripetutamente uso della menzogna e della falsità, dell'ipocrisia e dell'au-toinganno, così Reger. Questi quadri sono pieni di falsità e di menzogne e pieni di ipocrisia e di autoinganno, e se prescindiamo dall'abilità spesso geniale con cui sono stati dipinti, in essi non c'è nient'altro. Tutti questi quadri sono inoltre l'espressione dell'assoluta incapacità dell'essere umano di sbrogliarsela con se stesso e con quanto lo circonda vita natural durante. Nient'altro esprimono tutti questi quadri, solo questa incapacità, da un lato umiliante per il cervello, e dall'altro, per lo stesso cervello, sconcertante e commovente da morire, così Reger. L'Uomo dalla barba bianca ha tenuto testa al mio intelletto e ai miei sentimenti per più di trent'anni, così Reger, per questa ragione è per me la cosa più preziosa tra quelle esposte qui, al Kunsthistorisches Museum. Più di trent'anni fa, quasi l'avessi già saputo, mi sono seduto per la prima volta su questa panca, proprio di fronte all'Uomo dalla barba bianca. Tutti questi cosiddetti Antichi Maestri, del resto, sono dei falliti, tutti senza eccezione erano condannati al fallimento, e un osservatore attento può constatare questo fallimento in ogni particolare dei loro lavori, in ogni pennellata, così Reger, nel più piccolo, nel più infimo dettaglio. Senza contare poi che tutti questi cosiddetti Antichi Maestri hanno sempre dipinto solo un dettaglio dei loro quadri in modo davvero geniale, nessuno di loro ha dipinto un quadro geniale al cento per cento, nessuno di questi cosiddetti Antichi Maestri c'è mai riuscito; o falliscono nel dipingere il mento, o il ginocchio, o le palpebre, cosi Reger. La maggior parte di loro fallisce nelle mani, non c'è un solo quadro al Kunsthistorisches Museum in cui si possa vedere una mano dipinta in modo geniale, o anche solo straordinario, nient'altro che mani mancate in maniera assolutamente tragicomica, così Reger, guardi qui in tutti questi ritratti, persino nei più celebri. Un mento se non altro insolito o un ginocchio effettivamente riuscito non è stato in grado di dipingerlo nessuno di questi Antichi Maestri.
Thomas Bernhard
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andrea-non-sa-tornare · 11 months ago
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…Come un dipinto nella notte ti verrò a cercare
Per te giuro ho sceso forse un milione di scale
Afferrami la mano prima di cadere
Tutti i girasoli adesso son fiori del male…
Il bacio di klimt-Emanuele Aloia
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mauroburaniartist · 5 months ago
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Istallazioni Mauro Burani Arte
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mauroburaniblog · 7 months ago
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Orecchini legno decorato
Se ami gli accessori originali e naturali, non puoi perderti questi splendidi orecchini in legno dipinto. Sono orecchini leggeri in legno, dipinti a mano con colori vivaci e decorati con motivi geometrici. Gli orecchini sono grandi e pendenti, con una forma esagonale che li rende ancora più particolari. Sono orecchini artigianali in legno, realizzati con cura e attenzione ai dettagli. Gli…
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lodovicodepietri · 1 year ago
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rinascimentoebarocco · 6 days ago
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The Portrait of Isabella d'Este, Leonardo da Vinci around 1500
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Il Ritratto di Isabella d'Este, Leonardo da Vinci 1500 c.
(English / Español / Italiano)
Isabella d'Este, during a stay in Milan in 1498, saw Leonardo's portrait of Cecilia Gallerani, which he showed her. Isabella was won over by the master's hand, so much so that she wanted one for herself. A year later Leonardo fled Milan because of the victory of the French and turned back to Mantua. Isabella took advantage of the opportunity offered to her by fate, and what is more, she had the beautiful idea of pitting Giovanni Bellini against the genius Leonardo. So, she asked both artists for a portrait of her and between the two she would choose the more beautiful one. Isabella's intentions were unsuccessful, Leonardo produced two preparatory drawings and nothing more. Incidentally, one drawing was given as a gift in 1501, while the one now in the Louvre is identified with the one Leonardo took with him when he went to Venice. On the drawing there are small holes along the garments and a hand, which leads us to think that the Florentine master was ready to transfer the guiding dots onto the support that would later house the painting. The Portrait of Isabella d'Este is a preparatory drawing executed in charcoal, sanguine and yellow pastel on paper measuring 63 x 46 cm by Leonardo da Vinci, dated around 1500 and kept in the Louvre (Cabinet des Dessins) in Paris.
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Isabella d'Este, durante una estancia en Milán en 1498, vio el retrato de Cecilia Gallerani que Leonardo le mostró. Isabella quedó conquistada por la mano del maestro, hasta el punto de querer uno para ella. Un año más tarde, Leonardo huyó de Milán a causa de la victoria de los franceses y regresó a Mantua. Isabel aprovechó la oportunidad que le brindaba el destino y, además, tuvo la hermosa idea de enfrentar a Giovanni Bellini con el genio Leonardo. Así, pidió a ambos artistas un retrato suyo y entre los dos elegiría al más bello. Las intenciones de Isabel fueron infructuosas, Leonardo realizó dos dibujos preparatorios y nada más. Por cierto, uno de los dibujos fue regalado en 1501, mientras que el que ahora se conserva en el Louvre se identifica con el que Leonardo se llevó consigo cuando viajó a Venecia. En el dibujo se aprecian pequeños agujeros a lo largo de la ropa y una mano, lo que induce a pensar que el maestro florentino estaba preparado para transferir los puntos de guía al soporte que más tarde albergaría el cuadro. El Retrato de Isabel de Este es un dibujo preparatorio realizado en carboncillo, sanguina y pastel amarillo sobre papel de 63 x 46 cm por Leonardo da Vinci, fechado hacia 1500 y conservado en el Louvre (Cabinet des Dessins) de París.
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Isabella d’Este durante un soggiorno milanese avvenuto nel 1498, vide il ritratto di Cecilia Gallerani eseguito da Leonardo che la stessa donna le mostrò. Isabella venne conquistata dalla mano del maestro, tanto da volerne uno per se. Un anno più tardi Leonardo fuggì da Milano a causa della vittoria dei francesi e ripiegò verso Mantova. Isabella approfittò dell’occasione offertale dal fato e in più, le venne la bella idea di mettere in competizione Giovanni Bellini con quel genio di Leonardo. Quindi, a entrambi gli artisti chiese un suo ritratto e tra i due avrebbe scelto quello più bello. L’intento di Isabella non andò a buon fine, Leonardo realizzò due disegni preparatori e nulla più. Tra l’altro, un disegno venne regalato nel 1501, mentre quello che oggi è conservato al Louvre è identificato con quello che Leonardo portò con sé quando si recò a Venezia. Sul disegno sono presenti i forellini lungo le vesti e una mano, ciò ci induce a pensare che il maestro fiorentino fosse pronto a trasferire i puntini guida sul supporto che poi avrebbe accolto il dipinto. Il Ritratto di Isabella d'Este è un disegno preparatorio eseguito a carboncino, sanguigna e pastello giallo su carta che misura 63 x 46 cm di Leonardo da Vinci, databile al 1500 circa e conservato nel Louvre (Cabinet des Dessins) a Parigi.
Source: Giovanni F. Cicchitti on Facebook
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