#delegata
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«Ci troviamo di fronte ad un paradosso. Da un lato il diritto, custode dell'uguaglianza e possibile baluardo contro gli eccessi dell'individualismo, abbandona qualsiasi considerazione morale e
si presta a giustificare la forza. Ma dall'altro è la forza la fonte del diritto. Sotto i nostri occhi, una tale evoluzione giunge al parossismo. Il diritto rivendica oggi l'immensa pretesa di riconoscere legittimità al dono della morte. È ciò che accade con l'aborto e l'eutanasia. In quest'ultimo caso, il diritto arriva a provocare il desiderio di suicidio assistito. Il diritto, in questo senso, liberalizza l'omicidio di alcuni individui.
Non vi sarebbe morte degna se non in quella inferta. L'autorità "signorile" si esprime per eccellenza nel dono della morte; la libertà sovrana trionfa nell'autodistruzione delegata.
Non si giustifica più l'eutanasia con considerazioni sulla pietà, o su intollerabili sofferenze; né la si spiega con ragioni sociali ed economiche. L'eutanasia appare a questo punto come l'altera espressione di una concezione filosofica dell'uomo affascinata dalla morte e dalla vertigine dell'autodistruzione. Che una società disposta ad accettare un diritto utilizzato come strumento di morte per
la distruzione pianificata degli individui e la distruzione pianificata di se stessa, non può sorprendere. La causa prima del crollo demografico sta proprio in questa duplice volontà di autodistruzione, in questa pulsione di morte.
Viviamo all'interno di un mondo mortifero, impregnato da un vero e proprio culto della morte.»
-Michel Schooyans (Il Complotto dell'ONU contro la vita).
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La 'solidarietà' delegata a terzi (lo stato) è una frode.
Il socialismo in sintesi.
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[...] La strategia della destra è di minimizzare le proprie capacità di male. La mediocrità dei propositi è tuttavia preoccupante, in primo luogo perché fa proseliti tra quell’area grigia che si autoproclama liberal-moderata e che pensa di avere la capacità di dare moderazione alla destra, domandone le pretese autoritarie. La mediocrità ci salverebbe, insomma; questa destra è normalizzabile. Non è più “quella” che aveva pianificato il male per mezzo della tecnologia e del legalismo, aperto le prigioni ai nemici politici e i campi di concentramento ai nemici etnici. Nulla di tutto questo. Oggi, la destra è blanda abbastanza, mediocre abbastanza, da poter essere governata; e i moderati di turno sarebbero in grado di farlo. In Europa, questa via alla normalizzazione l’ha aperta niente meno che Angela Merkel, la quale, forse anche per ragioni di interessi economici tra il suo paese e quelli dell’Europa dell’est da poco emancipati dal comunismo, pensò che fosse saggio e possibile normalizzare Viktor Orbán accogliendolo tra i popolari. Una piccola virata a destra non avrebbe cambiato il percorso della Ue, anche perché c’era comunque una forte componente socialdemocratica. Oggi, questa strada viene lambita da Ursula von der Layen, benché in una congiuntura che vede i socialisti indeboliti e le destre scalpitanti a ovest della Mosella e a sud delle Alpi. E tuttavia vi è chi, sia in Francia che in Italia, scommette sulla normalizzazione delle destra, affidandosi alla “mediocrità”: non è più la destra cattiva. Eppure, è proprio questa “mediocrità” – di contenuti e di stili – che ci dovrebbe allarmare. Violenze giustificate come “disordini”; politiche antiabortiste che diventano silenzi e rieducazione delle donne delegata a gruppi antiabortisti; decisioni repressive ma praticate su minoranze (i rave, i mascalzoncelli che marinano la scuola, i facinorosi che vanno in piazza); assalto alle libertà di scelta sessuale, ma presentato come campagna per la difesa della famiglia “naturale”; politiche di diseguaglianza sociale, ma rese come richiamo alla responsabilità personale per cui ciascuno è causa della propria miseria; politiche di dissanguamento della sanità e della scuola pubbliche, ma con l’argomento a favore della pluralità dell’offerta. Il tutto come premessa della “mediocrità” massima: una riforma della Costituzione che sottomette il parlamento all’esecutivo, ma presentata come il “far scegliere” il capo agli elettori. Plebiscito scambiato per voto elettorale. Una mediocrità rispetto al listone del 1924.
Da: La “mediocrità del male” di questa destra estrema - Nadia Urbinati, Via
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Stralcio del discorso di Robert Kennedy Jr, sulla guerra in Ucraina tenuto 3 giorni fa.
Voglio dire una parola sulla guerra in Ucraina. Il complesso militare-industriale ci ha fornito quella nota giustificazione da fumetto come ha fatto per ogni guerra: che questo è un nobile sforzo per fermare un super criminale, Vladimir Putin, che ha invaso l’Ucraina e per contrastare la sua marcia, simile a quella di Hitler, in tutta Europa.
In effetti, la piccola Ucraina è la delegata di una lotta geopolitica avviata dalle ambizioni dei neoconservatori statunitensi per l’egemonia globale americana. Non sto scusando Putin per aver invaso l’Ucraina. Aveva altre opzioni, ma la guerra era una risposta prevedibile della Russia. Lo spericolato progetto neocon di estendere la NATO per circondare la Russia è un atto ostile. I media creduloni raramente spiegano agli americani che ci siamo allontanati unilateralmente da due trattati intermedi sulle armi nucleari con la Russia e poi abbiamo messo sistemi missilistici nucleari in Romania e Polonia.
Questo è un atto ostile e ostile, e la Casa Bianca di Biden ha ripetutamente respinto l’offerta della Russia di risolvere pacificamente questa guerra. La guerra in Ucraina è iniziata nel 2014, quando le agenzie statunitensi hanno rovesciato il governo democraticamente eletto dell’Ucraina e hanno installato un governo filo-occidentale scelto da loro. Hanno lanciato una guerra civile mortale contro i russi etnici in Ucraina. Nel 2019, l’America si è allontanata da un trattato di pace, l’accordo di Minsk, negoziato tra la Russia e l’Ucraina dalle nazioni europee. E poi, nell’aprile del 2022, volevano la guerra. Nell’aprile 2022, il presidente Biden ha inviato Boris Johnson in Ucraina per costringere il presidente Zelensky a strappare un accordo di pace che lui e i russi avevano già firmato. I russi stavano ritirando le truppe da Kiev, Donbass e Luhansk. E quell’accordo di pace avrebbe portato la pace nella regione e avrebbe permesso a Donbass e Luhansk di rimanere parte dell’Ucraina.
Il presidente Biden ha dichiarato quel mese che il suo obiettivo nella guerra era il cambio di regime in Russia. Il suo segretario alla difesa, Lloyd Austin, spiegò contemporaneamente che lo scopo dell’America nella guerra era quello di esaurire l’esercito russo e di degradare la sua capacità di combattere in qualsiasi altra parte del mondo. Questi obiettivi, naturalmente, non avevano nulla a che fare con ciò che dicevano agli americani sulla protezione della sovranità dell’Ucraina.
L’Ucraina è una vittima in questa guerra, ed è vittima dell’Occidente… sia della Russia che dell’Occidente. Da allora, abbiamo costretto Zelenskyy a strappare l’accordo, abbiamo sperperato il fiore della gioventù ucraina. Sono morti ben 600.000 bambini ucraini e oltre 100.000 bambini russi, per i quali tutti noi dovremmo essere in lutto. E le infrastrutture dell’Ucraina sono distrutte.
La guerra è stata un disastro anche per il nostro paese. Abbiamo già perso quasi 200 miliardi di dollari. E questi sono dollari di cui c’è un disperato bisogno, con le nostre comunità che soffrono in tutto il nostro paese. Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e le sanzioni hanno distrutto la base industriale europea, che costituisce il baluardo della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Una Germania forte con un’industria forte è un deterrente molto, molto più forte per la Russia di una Germania che è deindustrializzata e trasformata in una semplice estensione di una base militare statunitense.
Abbiamo spinto la Russia in una disastrosa alleanza con Cina e Iran. Siamo più vicini all’orlo della guerra nucleare che in qualsiasi altro momento dal 1962. E i neoconservatori della Casa Bianca non sembrano preoccuparsi affatto. La nostra autorità morale e la nostra economia sono nel tremare, e la guerra ha dato origine all’emergere dei BRICS, che ora minaccia di sostituire il dollaro come valuta di riserva globale.
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Se gli azionisti hanno guadagnato più dei Ceo, chi è rimasto indietro sono i dipendenti. Nel 2023 la remunerazione media dei responsabili delle aziende quotate a Wall Street è stata pari a 300 volte il salario medio dei dipendenti della società, in netta crescita dalle 255 volte dell’anno precedente. Da questo punto di vista la società Usa con la massima sperequazione fra top manager e dipendenti è Coty, azienda che realizza cosmetici per brand come Gucci, Calvin Klein e Tiffany. L'amministratrice delegata Sue Nabi ha ricevuto un pacchetto remunerativo di 149,4 milioni di dollari, la maggior parte dei quali provenienti da un premio in azioni di 145,8 milioni di dollari. Questo dato la colloca al terzo posto nella classifica dei manager Usa più pagati e le permette di essere al primo posto per il più grande incremento di stipendio del 2023: il suo è salito del 4.000%. La sua remunerazione è pari a 3.769 volte lo stipendio medio dei suoi dipendenti, che con 39.634 dollari all’anno sono fra i meno pagati in Usa.
Dall'articolo "Da Broadcom a Stellantis, la classifica dei Ceo più pagati" di Antonio Gamma
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Nell’ultimo anno e mezzo l’Intelligenza Artificiale è diventata una realtà che influisce nella vita di tutti. L’incontro organizzato dall’Ordine degli Architetti di Torino su pratica architettonica e intelligenza artificiale è stata l’occasione per fare il punto su come l’AI sta cambiando il lavoro dell’architetto.
Partendo da sette casi studio, il dibattito ha affrontato temi come la spinta alla miniaturizzazione degli Studi professionali, l’analisi predittiva, l’integrazione dell’AI nel processo progettuale, la psicologia della progettazione e la qualità di vita.
Una domanda però è rimasta inespressa e pertanto senza risposta: se domani l’attività umana si limiterà alla selezione degli output artificiali, affidando alla AI la funzione creativa, quale futuro ci attende quando, nel suo continuo processo di auto apprendimento, l’AI finirà per attingere ai suoi stessi elaborati, in una iterazione continua che potrebbe non essere percepita criticamente dall’uomo?
Ho girato la domanda a ChatGPT e questa è la risposta:
“Hai ragione, poni la questione in modo appropriato. Se l'attività creativa dovesse essere completamente delegata all'AI, senza un effettivo controllo umano sul processo, allora emergerebbero alcuni rischi significativi:
- Come dicevi, l'AI potrebbe cadere in un loop di auto-apprendimento che la porterebbe a generare soluzioni sempre più autoreferenziali, basate sui propri precedenti output e prive di originalità. Questo processo potrebbe sfuggire al controllo umano.
- Si rischierebbe di perdere progressivamente la capacità di comprendere e valutare criticamente il lavoro dell'intelligenza artificiale. Siamo ancora lontani dall'avere sistemi di AI pienamente trasparenti e spiegabili.
- Verrebbe a mancare il contributo umano di sensibilità estetica, empatia ed etica, fattori imprescindibili soprattutto nel campo dell'architettura e del design.
- Si creerebbero le condizioni per un'omologazione e standardizzazione delle soluzioni progettuali, in contrasto con i principi di sostenibilità, innovazione e contestualizzazione.
In definitiva, in assenza di un effettivo controllo umano sul processo creativo, delegato completamente alle macchine, i rischi di "derivazione" dell'intelligenza artificiale sarebbero concreti e difficilmente governabili.
Per un futuro sostenibile sarà fondamentale un approccio prudente che preservi il ruolo dell'uomo, integrando e guidando le potenzialità dell'AI, senza mai delegarle il libero arbitrio progettuale.”
Uomo avvisato…
L’immagine principale non è collegata all’evento dell'Ordine degli Architetti ma è stata generata da Stable Diffusion XL attraverso un prompt basato sul testo del post e successivamente reiterata un certo numero di volte
#intelligenzaartificiale#intelligenzaartificialegenerativa#iaart#IAGenerativa#AIarchitecture#CreativityandAI#DigitalDesign#architecture
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L’ipocrisia di certi personaggi è lampante, nella fattispecie dei circoli “femministi” dell’Instagra’. Alle masse - a noi -, viene divulgato e propinato che dobbiamo essere on point su qualsiasi questione femminista, di genere, ambientale, anticapitalista, se uso il termine “grassa” son già bloccata su mezzo instagram e se dico B al posto di A radiata per sempre da ogni circolo femminista. Quando però si tratta di Chiara Ferragni che potenzialmente potrebbe cambiare le sorti di tutta Italia se volesse e con un solo dito, le femministe anticapitaliste/antipensiero critico sciorinano monologhi sulla scia del “vabbè ma lei fa il possibile, mica viene da circoli femministi e politici”, “vabbè ma lei almeno ne parla”, “guardate che anche lei è una vittima del sistema” (lei, che è praticamente il sistema, quello che la tua ideologia vorrebbe combattere). È interessante che la responsabilità di cambiare le cose vien sempre delegata alle masse, ai poveracci, a chi non c’ha materialmente il tempo di andarsi a interessare di gender studies perché deve mangiare, e mai a chi sta ai vertici, chi ha la possibilità di parlare, di avere risonanza, di metter in luce le giuste battaglie. La verità è che il potere controlla le menti, e quando vedete un personaggio col potere scimmiottare le vostre battaglie improvvisamente diventate comprensivi e pacifici, quando è proprio questo meccanismo che vi fa stare zitti e buoni e vi tiene al vostro posto mentre i miliardari si arricchiscono e voi a stento arrivate a fine mese.
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Tra sterilizzazioni e cure dei randagi, scenario sempre più critico a Gela
È sempre più emergenza sterilizzazioni e cure per i randagi di Gela. A tracciarne un quadro puntuale è la delegata Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali), Liliana Mistretta, che sottolinea come animali feriti o malati siano costretti ad aspettare molte ore prima di poter essere recuperati e curati. «Il Comune ha la convenzione con un canile lontano 77 chilometri e non esiste un…
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Zebiniso Meiliyeva presenta la giovane scrittrice Aytuvova Khurshida - Uzbekistan
Foto cortesia di Aytuvova Khurshida Aytuvova Khurshida è nata il 5 giugno 2002 nel distretto di Saykhunabad della regione di Syrdarya. Si è laureata alla Gulistan State University, Facoltà di Filologia, con specializzazione in russo. Delegata ufficiale di diversi forum, membro di organizzazioni internazionali, Global Education Ambassador, SPSC ambassador. È membro dell’associazione…
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Maria Spiridonova
Maria Spiridonova, rivoluzionaria russa dalla volontà inossidabile, ha trascorso la maggior parte della sua vita in esilio e in carcere, sia sotto il regime zarista che sotto quello sovietico.
Assieme ad Aleksandra Kollontaj, è stata l’unica donna a svolgere un ruolo davvero di primo piano durante la rivoluzione.
Nata a Tambov il 16 ottobre 1884, in una famiglia nobile di provincia che le aveva permesso di istruirsi, era anche a studiare odontoiatria a Mosca prima che la morte del padre e la tubercolosi che l’aveva afflitta, la costrinsero a tornare a casa e cercarsi un impiego.
Si era avvicinata al Partito Social Rivoluzionario sin da giovanissima e aveva preso parte alle giornate social rivoluzionarie del 1905 che l’hanno vista andare in prigione per la prima di tante volte.
La repressione di quei moti fu brutale e compagni di lotta furono spietatamente massacrati dai cosacchi.
Aderì, per questo, all’ala combattente del PSR per eliminare uno dei responsabili della sicurezza che aveva represso nel sangue gli scioperi agrari. Dopo averlo seguito per lungo tempo, travestita da studentessa, gli aveva sparato cinque colpi di pistola che lo avevano ammazzato.
Arrestata, subì torture e sevizie da parte delle forze dell’ordine senza mai rivelare i nomi dei suoi complici. Venne condannata a morte con sentenza poi commutata nei lavori forzati a vita in Siberia.
La sua lettera, pubblicata sul giornale liberale di San Pietroburgo Rus’, in cui raccontava dell’orribile trattamento ricevuto, scosse l’opinione pubblica progressista che la trasformò in un’icona del movimento rivoluzionario.
Un vero e proprio culto si diffuse per la Russia, i contadini di Tambov offrivano preghiere per la sua salute, il suo ritratto si trovava nelle case accanto alle icone sacre e intere folle si radunavano per vederla passare durante i trasferimenti in treno da un carcere all’altro. Addirittura a Londra, venne raccolto un cospicuo fondo destinato a finanziare la sua possibile fuga dalla prigione.
Dopo dieci anni di detenzione, insieme ad altre cinque rivoluzionarie, il cui gruppo è passato alla storia come šestërka (il sestetto), venne liberata nel 1917, in seguito all’amnistia decretata dopo la rivoluzione di febbraio.
Diventata delegata al Terzo Congresso Nazionale del partito, si era schierata con l’ala sinistra estrema che si alleò brevemente con i bolscevichi dopo la rivoluzione d’ottobre.
Figura di primo piano in politica, grazie al suo carisma, alla sua fama e alle sue abilità oratorie, venne eletta nel Soviet locale e nel Comitato Esecutivo dei soviet contadini.
In rottura col PSR di cui criticava la presenza nel governo borghese provvisorio, aveva fondato il Partito Social Rivoluzionario di Sinistra (PLSR) che rimase nel II Congresso dei Soviet.
Gli argomenti che portava avanti erano: fine della guerra, terra ai contadini, abolizione della pena di morte e potere ai Soviet, e le propagandava con efficacia nei periodici sui quali scriveva come Terra e libertà, La bandiera del lavoro e Il nostro cammino.
Nel novembre del 1917 venne eletta Presidente del Congresso dei Deputati dei Contadini, determinando l’ingresso del soviet contadino nel Comitato Esecutivo Centrale Panrusso saldamente in mano ai bolscevichi. Il fatto che Lenin avesse riconosciuto che il Decreto sulla terra del 26 ottobre 1917, fosse un progetto fortemente voluto dai socialisti rivoluzionari di sinistra fu sufficiente per convincerla a trovare un accordo di governo con i bolscevichi.
Era stata la candidata della sinistra alla presidenza dell’Assemblea costituente, insediatasi il 5 gennaio 1918, ma venne sconfitta dal centrista Cernov.
Era stata alla guida della Sezione contadina per poi far parte del Comitato Rivoluzionario di Difesa di Pietrogrado.
La rottura definitiva con Lenin avvenne in seguito alle requisizioni forzate di derrate alimentari nelle campagne, autorizzate dal governo, compiute tra abusi e violenze sui contadini.
L’opposizione divenne crescente e il 6 luglio 1918 due militanti socialrivoluzionari uccisero l’ambasciatore tedesco Mirbach-Harff. Lei si assunse subito la responsabilità politica dell’atto e il 7 luglio il PLSR tentò una insurrezione contro i bolscevichi, arrivando ad arrestare per poche ore il capo della Ceka.
A capo della rivolta, si presentò al teatro Bolshoj, dove si stava svolgendo il Congresso dei Soviet, per pronunciare un discorso di attacco al regime bolscevico in difesa della creatività rivoluzionaria delle masse. Lenin la fece nuovamente arrestare.
Condannata a un anno di carcere e amnistiata poco dopo, aveva continuato la sua attività politica, cercando di riunire il partito. Accusava i bolscevichi di aver delegittimato i soviet imbrigliandone la libertà e di aver tradito gli ideali di emancipazione della Rivoluzione d’Ottobre.
Nel febbraio 1919 fu nuovamente arrestata, dichiarata inferma di mente e rinchiusa in una caserma-ospedale del Cremlino da dove di lì a poco fuggì, iniziando una fase di clandestinità spacciandosi per una contadina.
Il 6 ottobre 1920 la Ceka la arrestò nuovamente, scovandola in un appartamento malata di tifo. Venne sottoposta, per volere di Trockij ad un regime carcerario piuttosto duro, per poi essere trasferita in un istituto psichiatrico, venendo liberata l’anno successivo e affidata alla custodia dei vertici dell’ex PLSR fedeli alla linea bolscevica, purché non si occupasse più di attività politica.
Nel 1923, probabilmente per un tentativo di fuga all’estero, venne nuovamente arrestata e mandata in esilio alle periferie dell’Unione Sovietica, a Samarcanda e poi a Tashkent.
Non svolse più attività politica ma creò una rete di contatti per aiutare gli ex compagni esiliati a vivere dignitosamente.
In questo periodo sposò Andreij Majarov, ex dirigente social rivoluzionario anche lui al confino.
Con l’inasprirsi delle purghe staliniane, venne esiliata a Ufa, in Bashkiria, dove lavorava nella banca agricola locale e organizzava un piccolo collettivo casalingo con il consenso del ministero dell’interno.
Nel 1937, con le nuove purghe venne nuovamente arrestata e fu portata a Mosca nella prigione di Oriol per scontarvi 25 anni di carcere, dopo un processo sommario con l’accusa di cospirazione, attività controrivoluzionarie e sovversive per costruire una Repubblica Social Rivoluzionaria in Bashkiria.
L’11 settembre 1941, Stalin la fece fucilare insieme ad altri 150 prigionieri politici e seppellire in una fossa comune.
Ultimo oltraggio per lei che, fino all’ultimo, si era sempre dichiarata contraria alla pena capitale.
È stata una donna pronta a tutto per difendere i suoi ideali.
Ha passato più di trent’anni, dei cinquantasei vissuti, in carcere o in esilio. Sempre di salute cagionevole, non si è risparmiata nel suo attivismo.
Ha guidato le folle con i suoi discorsi e i suoi scritti. È stata osannata come una martire. È stata accusata di essere pazza e, infine, ammazzata.
Soltanto nel 1992 sono cadute tutte le accuse nei suoi confronti ed è stata completamente riabilitata.
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Il sistema Wero di pagamento Europeo
Cos’è Wero, la risposta europea a Visa e MasterCard. Alcune grandi banche europee, come Bnp Paribas e Deutsche Bank, stanno partecipando allo sviluppo di un sistema di pagamento che ambisce a rivaleggiare con i colossi statunitensi Visa e MasterCard. Tutti i dettagli sul progetto Wero. Alcune delle banche più grandi dell’Unione europea, come la francese Bnp Paribas e la tedesca Deutsche Bank, hanno sviluppato un nuovo sistema di pagamento con l’obiettivo di fornire un’alternativa a Visa e MasterCard, le due società statunitensi che dominano il mercato delle carte di credito e di debito. Il progetto si chiama Wero, è sostenuto da una decina banche e società di servizi di pagamento – l’italiana Nexi e la francese Wordline, ad esempio – e sta venendo implementato in gran parte dell’Europa occidentale, spiega Bloomberg. Cosa fa Wero Wero – poniamo – permette a un utente tedesco di pagare il conto di un albergo in Francia utilizzando direttamente il proprio conto bancario, senza passare per una carta Visa o MasterCard. Se il sistema dovesse diffondersi, le due società potrebbero veder svanire almeno una parte delle rendite miliardarie derivate dalle commissioni che applicano ai commercianti europei. Le banche coinvolte nel progetto Tra i sostenitori di Wero, oltre a Bnp Paribas, Nexi, Deutsche Bank e Wordline, ci sono anche Crédit Agricole (francese), Société générale (francese), Rabobank (olandese), Ing (olandese) e Kbc (belga). L'UE non è sovrana sui sistemi di pagamento?
È troppo presto, tuttavia, per considerare Wero un concorrente di Visa e MasterCard o anche dei numerosi sistemi di pagamento digitali. Ma il progetto ha anche un obiettivo politico: come ha spiegato Martina Weimert, l’amministratrice delegata di European Payments Initiative, la società dietro Wero, il sistema punta a costruire una “alternativa alle soluzioni internazionali in modo da offrire una scelta europea agli utenti e ai consumatori europei”. Ad oggi, infatti, l’Unione europea dipende da Visa e MasterCard – due società straniere, per quanto abbiano sede in un paese alleato – per la fornitura di servizi cruciali come quelli finanziari. La Banca centrale europea è consapevole di non avere abbastanza sovranità sui propri sistemi di pagamento. A spaventare le autorità dell’Unione, scrive Bloomberg, è stata la decisione di Visa e MasterCard di sospendere le loro operazioni in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, impendendo ai russi detentori di carte di utilizzarle all’estero e rendendo impossibili le transazioni estere nel paese. Le altre alternative Europee a Visa e Mastercard Negli ultimi anni, in verità, sono nate in Europa diverse alternative a Visa e MasterCard, come Swish (in Svezia), iDeal (nei Paesi Bassi) o Twint (in Svizzera); nessuna di queste, però, si è davvero imposta a livello regionale per una serie di ragioni tecniche: iDeal, ad esempio, controlla il 70 per cento del mercato del commercio elettronico nei Paesi Bassi ma non permette agli utenti di effettuare pagamenti nei negozi fisici. iDeal è stato acquisito da Wero nel 2023, assieme al sistema lussemburghese Payconiq. I servizi di Wero saranno disponibili sia attraverso l’app che tramite le piattaforme di pagamento delle banche aderenti come Paylib, il servizio di Bnp Paribas che conta oltre 35 milioni di utenti e verrà integrato in Wero. “I pagamenti sono una questione di volumi. Se non ha i volumi, non hai la capacità di essere competitivo” sull’esperienza utente, ha detto a Bloomberg Carlo Bovero, responsabile della divisione carte e pagamenti innovativi di Bnp Paribas. L’anno scorso Visa e MasterCard hanno gestito transazioni rispettivamente per 14.800 e 9000 miliardi di dollari. I precedenti L’Unione europea ha già provato in passato a prendersi degli spazi nel settore dei pagamenti, ma senza successo: il progetto Monnet, che puntava alla creazione di un marchio europeo di carte di credito, è stato chiuso per i disaccordi sul modello di business da adottare. La sua eredità è stata raccolta nel 2020 da European Payments Initiative, che tuttavia ha dovuto ridimensionare le ambizioni dopo l’uscita delle banche spagnole dall’iniziativa; si è deciso così di concentrarsi, almeno inizialmente, su un sistema di pagamento account-to-account in quanto più economico e di più semplice integrazione per le banche. Read the full article
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Eyes on the world #211
Ci prepariamo a salutare l’estate con poche notizie, ma molto importanti.
Solito recap della situazione nella Striscia di Gaza (ma non solo), per poi fare un salto nella Commissione Europea e in giro per l’Europa per i danni dovuti al cambiamento climatico. Infine un nuovo tentativo di attentato a Donald Trump. Insomma, na robba.
Cominciamo subito 👇
🇮🇱 ISRAELE: HEZBOLLAH COLPITO CON ESPLOSIVI INSERITI IN WALKIE-TALKIE E CERCAPERSONE. DECINE I MORTI
1) Partiamo subito dalla guerra in Medioriente, che ha subito un potente scossone. Martedì infatti centinaia di cercapersone utilizzati dai membri di Hezbollah, gruppo radicale libanese sostenuto dall’Iran, sono esplosi simultaneamente in Libano e Siria, causando migliaia di feriti e decine di morti, tra cui almeno sei membri di Hezbollah e diversi bambini. Le esplosioni sono avvenute in Beirut, nella valle della Beqaa e nel sud del Libano, tutte aree con una forte presenza del gruppo. Si sospetta che l’attacco sia stato orchestrato da Israele, anche se non vi sono conferme ufficiali. Il primo ministro libanese, Najib Mikati, ha definito l’evento una "aggressione israeliana". Tra i feriti ci sono anche 14 persone a Damasco, tra cui membri di Hezbollah. La Croce Rossa è intervenuta con 130 ambulanze, mentre numerosi video mostrano ospedali sovraffollati. Hezbollah ha promesso ritorsioni per quella che ha definito "la più grande violazione della sicurezza" dell’ultimo anno. Fonti d'intelligence ritengono che i cercapersone contenessero piccole cariche esplosive, inserite durante la produzione e attivate a distanza. Hezbollah aveva adottato questi dispositivi, ormai obsoleti, per evitare la localizzazione tramite cellulari da parte dei servizi segreti israeliani. Gli esplosivi erano probabilmente inseriti vicino alle batterie, rendendo difficile la loro individuazione. Prima delle esplosioni, i dispositivi avrebbero ricevuto un messaggio che sembrava provenire dalla leadership di Hezbollah, attivando così gli esplosivi. L'azienda taiwanese Gold Apollo ha negato la responsabilità della produzione, affermando che i cercapersone sarebbero stati realizzati da un'altra società. Dopo diverse indagini, questa è risultata essere una società ungherese, BAC Consulting, la cui amministratrice delegata si è dichiarata solo un'intermediaria. Il governo ungherese ha negato il coinvolgimento nella produzione, mentre tre agenti di intelligence hanno ipotizzato che BAC sia una società di facciata creata dai servizi segreti israeliani per infiltrare Hezbollah. Non è chiaro il motivo dell'attacco, ma si ipotizza che Israele abbia agito per evitare che Hezbollah scoprisse la presenza degli esplosivi o per destabilizzare il gruppo.
Ma non è tutto. Mercoledì pomeriggio, diverse esplosioni hanno colpito il sud del Libano e Beirut, questa volta provocate da walkie-talkie usati da Hezbollah. La National News Agency ha riportato tre morti e centinaia di feriti a Sohmor, nella valle della Beqaa, mentre il ministro della Salute libanese conferma un morto e molti feriti. Video sui social mostrano esplosioni durante un funerale di Hezbollah a Beirut, con richieste di spegnere i telefoni. Altre esplosioni hanno interessato Tiro e altre località, con incendi e feriti, inclusa una bambina. I walkie-talkie esplosi erano del modello IC-V82 della giapponese Icom, la quale ha affermato che questi dispositivi sono fuori produzione da dieci anni e molti di quelli in circolazione sono contraffatti, non conformi agli originali. Il ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che la guerra è entrata in una "nuova fase", e molti temono che l'attacco possa preludere a un'escalation del conflitto o persino a un'invasione del Libano, benché tale ipotesi non sembri imminente.
Nonostante tutto però, giovedì sera l’esercito israeliano ha effettuato un massiccio bombardamento nel sud del Libano, il più grande dall'inizio dell'invasione della Striscia di Gaza. L'attacco è avvenuto poche ore dopo che Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, aveva definito una "dichiarazione di guerra" i precedenti attacchi israeliani, promettendo una ritorsione. Gli aerei israeliani hanno colpito 52 obiettivi, distruggendo postazioni di lancio di Hezbollah. Hezbollah ha risposto con 17 attacchi contro il nord di Israele, causando gravi danni e la morte di due soldati israeliani. Il ministro della Difesa israeliano ha dichiarato che gli attacchi continueranno finché la popolazione del nord di Israele non potrà tornare nelle proprie case. Più di 160mila persone hanno lasciato le zone di confine. Stati Uniti, Regno Unito e Francia hanno espresso preoccupazione per una possibile escalation, con inviti a soluzioni diplomatiche e l’esortazione ai cittadini a lasciare il Libano. Oggi il Consiglio di sicurezza dell’ONU si riunirà per discutere degli attacchi israeliani, mentre c’è stato un nuovo attacco aereo su Dahieh, un quartiere di Beirut con una forte presenza di Hezbollah, in risposta al lancio di circa 150 razzi verso il nord di Israele da parte del gruppo libanese. L'attacco israeliano ha causato almeno 3 morti e 17 feriti. Secondo alcune fonti, l'obiettivo era Ibrahim Aqil, un leader militare di Hezbollah, che potrebbe essere stato ucciso.
🌪️ LA TEMPESTA BORIS METTE IN GINOCCHIO L’EUROPA. ALLUVIONI E DANNI ANCHE IN ITALIA
2) Dalla scorsa settimana, gran parte dell'Europa centrale è stata colpita dalla tempesta Boris, caratterizzata da forti piogge e venti intensi, causando almeno sette morti e gravi allagamenti. I paesi maggiormente interessati in primis sono stati Romania e Repubblica Ceca, seguiti da Polonia e Austria. In Romania, nella regione di Galati, cinque persone sono morte e migliaia di case sono state evacuate. La circolazione stradale è bloccata in otto province. Anche in Austria e Polonia si sono registrati morti, tra cui un vigile del fuoco austriaco. In Repubblica Ceca è stata dichiarata l’allerta massima in 38 località, con blackout che hanno lasciato oltre 50.000 abitazioni senza corrente. Praga ha attivato misure preventive per proteggere la città dall’alluvione.
La tempesta ha raggiunto persino l’Italia, colpendo l'Emilia-Romagna tra mercoledì e giovedì e causando forti piogge, allagamenti e frane, con disagi soprattutto nel bolognese e in provincia di Ravenna. A Bagnacavallo centinaia di persone sono state evacuate. Le autorità, tra cui i vigili del fuoco e l'esercito, sono intervenute con operazioni di soccorso ed evacuazione. In particolare, a Faenza il fiume Lamone è esondato, allagando alcune campagne, mentre il torrente Marzeno ha causato inondazioni. Anche a Castel Bolognese ci sono stati straripamenti, con evacuazioni in elicottero. Il maltempo ha colpito anche Lugo, dove si temono ulteriori esondazioni, e in tutta la regione sono oltre mille le persone evacuate. Le autorità sottolineano che, sebbene la situazione sia grave, non raggiunge la portata delle alluvioni del 2023. Bologna, Forlì-Cesena e Rimini hanno subito danni con strade e ponti chiusi e numerose frane. La circolazione ferroviaria è stata interrotta in alcune tratte, e le scuole sono state chiuse in diverse province. Squadre della Protezione Civile provenienti da altre regioni sono intervenute per fronteggiare l'emergenza.
Ma cosa ha causato la nascita di questa tempesta? Le alte temperature di questa estate (la più calda di sempre) hanno contribuito a un maggiore tasso di evaporazione in mari come il Mediterraneo e il Mar Nero, portando alla formazione di fronti di aria umida che, mescolandosi con l'aria fredda proveniente dal nord Europa, hanno generato forti perturbazioni. La tempesta è stata rallentata dalla presenza di due aree di alta pressione, che ne hanno prolungato gli effetti, portando forti piogge e inondazioni in diverse regioni. Studi precedenti hanno già evidenziato come il riscaldamento globale, causato dall'attività umana, abbia aumentato la frequenza e l'intensità di eventi atmosferici estremi, un fenomeno osservato anche in Africa, Stati Uniti e Asia nelle ultime settimane. In Africa, in particolare, le piogge intense hanno causato milioni di sfollati e gravi danni, mentre negli Stati Uniti e in Asia tempeste e tifoni hanno provocato inondazioni e disagi. Questi eventi, benché geograficamente distanti, riflettono un aumento della frequenza di fenomeni meteorologici estremi, in linea con i modelli sul cambiamento climatico. La temperatura media globale è ora superiore di 1,29 °C rispetto al periodo preindustriale, e si teme che entro il 2032 si possa superare la soglia critica di 1,5 °C stabilita dall'Accordo di Parigi.
Proprio in Asia, il tifone Bebinca (il più forte a colpire Shanghai dal 1949) è arrivato nella città nella notte tra domenica e lunedì scorsi con venti fino a 151 km/h. Shanghai, solitamente meno colpita da tali eventi rispetto al sud della Cina, ha visto le autorità cancellare voli e treni e consigliare ai 25 milioni di residenti di restare a casa. Oltre 414mila persone hanno evacuato preventivamente. Sebbene molte strade e campi siano stati allagati, i danni sono stati modesti: 10mila alberi sradicati e edifici danneggiati. Un uomo è stato ferito, ma non ci sono state vittime.
🇪🇺 UE: LA COMMISSIONE EUROPEA CAMBIA FORMA. CHI SARANNO I NUOVI COMMISSARI NOMINATI
3) Tante notizie dall’UE, dove cambiano (ma non troppo) diverse figure ai piani alti. Innanzitutto Thierry Breton, commissario europeo uscente per il Mercato interno e i Servizi, si è dimesso accusando la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen di aver impedito la sua riconferma. Breton, nominato dalla Francia nel 2019 e confermato inizialmente da Macron per un secondo mandato, sostiene che von der Leyen abbia fatto pressioni per ritirare la sua candidatura. Breton, figura di rilievo per le sue battaglie contro le grandi piattaforme digitali, ha espresso disappunto per una decisione che attribuisce a motivi personali mai chiariti. Il presidente francese ha proposto come nuovo candidato il ministro degli Esteri uscente Stéphane Séjourné, in accordo con il primo ministro Michel Barnier. Divergenze tra Breton e von der Leyen erano già emerse in passato, con critiche da parte di Breton verso una gestione troppo centralizzata della Commissione. La presidente non ha commentato, ma diverse fonti confermano che Breton è stato escluso per rafforzare il potere di von der Leyen, evitando opposizioni interne. Breton era un critico influente e la sua esclusione, insieme a quella di altri membri di spicco come Josep Borrell e Nicolas Schmit, è vista come una strategia della presidente per consolidare il controllo. Anche Frans Timmermans, ex commissario per il Clima, è stato emarginato, nonostante von der Leyen dichiari di sostenere il Green Deal, progetto che Timmermans aveva difeso con vigore.
La stessa von der Leyen ha poi presentato la lista dei 26 commissari e commissarie che proporrà al Parlamento Europeo per il suo secondo mandato di cinque anni. La Commissione, composta da 11 donne e 16 uomini, è l’organo esecutivo dell'Unione Europea, paragonabile a un governo nazionale. Ogni commissario è stato indicato da uno stato membro, dopo consultazioni con von der Leyen. Nei prossimi mesi, i candidati dovranno affrontare audizioni al Parlamento, che esaminerà le loro competenze e posizioni politiche. Tra i nomi proposti figurano commissari di lunga data come Maroš Šefčovič e Valdis Dombrovskis, mentre altri, come l'italiano Raffaele Fitto, potrebbero essere sottoposti a maggiori pressioni, specialmente a causa della loro appartenenza a governi euroscettici. Il processo di formazione della nuova Commissione è stato complicato, con difficoltà nel raggiungere la parità di genere e ritardi dovuti a dimissioni e questioni politiche interne di alcuni paesi membri.
Dopo la presentazione della nuova Commissione Europea, l'attenzione si è concentrata sulle deleghe assegnate ai commissari. La più influente, oltre alla presidente, sembra essere Teresa Ribera, ex ministra spagnola, incaricata della Transizione giusta (ecologica) e della Concorrenza come vicepresidente della Commissione. Ribera eredita importanti deleghe da Margrethe Vestager e Frans Timmermans, diventando una figura di grande potere. La sua esperienza, sia tecnica che politica, è vasta, con ruoli rilevanti nelle politiche climatiche. Ribera ha dimostrato pragmatismo e capacità di compromesso, trattando con aziende e istituzioni internazionali. La sua nomina risponde anche a questioni politiche, inclusa la parità di genere e la rappresentanza socialista, con la Spagna compensata per la mancata riconferma di Josep Borrell. Il suo ruolo sarà bilanciato da altre nomine, ma avrà un'influenza cruciale sulle politiche industriali ed ecologiche europee.
🇺🇸 USA: SVENTATO UN ALTRO TENTATIVO DI ATTENTATO AL CANDIDATO REPUBBLICANO DONALD TRUMP
4) Domenica scorsa a West Palm Beach, in Florida, un uomo di nome Ryan Wesley Routh è stato arrestato per un presunto tentativo di sparare a Donald Trump, mentre l’ex presidente giocava a golf. L’FBI sta trattando l'accaduto come un tentativo di omicidio, anche se il movente non è chiaro. Routh, 58 anni, originario del North Carolina, ha vissuto di recente alle Hawaii e ha cercato di arruolarsi come mercenario in Ucraina. Quando è stato fermato, era calmo e disarmato. È stato incriminato per possesso illegale di armi. Durante l'incidente, un agente del Secret Service ha notato un fucile vicino al campo da golf e ha iniziato a sparare. L’uomo è poi fuggito, lasciando dietro di sé un fucile, borse e una telecamera. Routh ha precedenti penali e in passato aveva espresso il desiderio di combattere per l’Ucraina. Molti aspetti dell’accaduto tuttavia non sono ancora chiari, soprattutto riguardo alla presunta disorganizzazione del Secret Service. Routh era rimasto nei pressi del Trump International Golf Club per quasi 12 ore prima di essere notato da un agente del Secret Service. Dopo la fuga, è stato arrestato 45 minuti dopo. L'FBI non ha indicazioni che Routh fosse con altri, e non è chiaro come sapesse della presenza di Trump, dato che il percorso dell'ex presidente non era stato reso noto. Inoltre, Routh non avrebbe potuto legalmente possedere un'arma a causa dei suoi precedenti penali. Si sollevano anche dubbi sull'efficacia dei controlli del Secret Service, poiché non è chiaro perché il perimetro del campo non sia stato controllato prima dell'arrivo di Trump.
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Ecco un paio di brevi volanti per chiudere 👇
🇷🇺 Negli ultimi mesi, le principali banche di stato russe, Sberbank e VTB, hanno iniziato ad aprire filiali nelle regioni orientali dell’Ucraina occupate e annesse illegalmente dalla Russia. Questo segnale di rafforzamento del controllo russo sui territori segue l'annessione di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia nel 2022 e della Crimea nel 2014. L’obiettivo è “russificare” culturalmente e socialmente queste aree, che hanno visto modifiche nei testi scolastici, media russi e repressione di oppositori. Sberbank ha aperto 130 sportelli in 48 località, mentre VTB prevede di aprire filiali a Mariupol e altre città. Le aziende private russe sono restie a operare nelle regioni occupate, temendo sanzioni e trovando poche opportunità economiche. La situazione economica è difficile, con una popolazione ridotta e un impoverimento generalizzato. Tuttavia, alcune aziende russe fedeli al regime di Putin stanno iniziando a operare, e le autorità di occupazione hanno espropriato e rilevato le aziende ucraine chiuse, come la catena di supermercati ATB-Market, ora gestita da Natalia Zakharchenko.
🇬🇪 Martedì il parlamento georgiano ha approvato in via definitiva una legge che limita i diritti delle persone LGBTQ+, proposta dal partito di governo Sogno Georgiano. La legge consente al governo di vietare manifestazioni come il Pride, proibire l'uso pubblico di bandiere arcobaleno e censurare libri e film. L'opposizione ha boicottato il voto per protestare contro una precedente legge sugli "agenti stranieri". La presidente Zourabichvili potrebbe porre il veto, ma il parlamento ha i numeri per respingerlo. La legge è vista come un tentativo di guadagnare consensi prima delle elezioni del 26 ottobre.
🛒 Amazon ha annunciato che a partire da gennaio i suoi dipendenti dovranno lavorare in ufficio per cinque giorni alla settimana, con eccezioni solo per circostanze straordinarie. Questa decisione riguarderà centinaia di migliaia di lavoratori in tutto il mondo. Il CEO Andy Jassy ha spiegato che il lavoro in presenza migliorerà le prestazioni e faciliterà la collaborazione. Attualmente, i dipendenti possono lavorare da remoto due giorni a settimana, una misura introdotta durante la pandemia. Amazon aveva già anticipato la fine del lavoro da remoto, suscitando proteste tra i dipendenti della sede di Seattle.
Alla prossima 👋
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Viscidi e immondi complici e sudditi rublofili del regime nazistalinista mafiosi del Cremlino🤡
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fatte la dovuta premessa
Ogni potenza dotata di lungimiranza dispone di una vasta gamma di instrumenta regni funzionali alla proiezione oltreconfine di potere morbido (soft power). Perché l’influenza culturale è l’anticamera della simpatia politica, e un’alleanza è tanto più solida quanto più è genuina, perciò è necessario coltivare il potere morbido ovunque, sempre e laddove possibile.
La Russia cerca di promuovere la russofilia nello spazio postcomunista (e nel resto del mondo) attraverso una rete facente capo alla Fondazione Russkiy Mir, la Cina tenta di diffondere sentimenti sinofili e pubblicizzare la Nuova via della seta per mezzo degli istituti Confucio, mentre la Turchia ha messo in piedi una gigantesca macchina di persuasione culturale basata su cooperazione allo sviluppo (Tika), fede (Diyanet) e intrattenimento.
Nel club ristretto delle grandi potenze che bramano di riscrivere il mondo a loro immagine e somiglianza, ve n’è una che risalta più di tutte, primeggiando in maniera incontrastata: gli Stati Uniti. Perché nessuno investe più di Washington nella propagazione del culto dell’American way of life, delegata a Hollywood, e nell’esportazione globale dei valori dell’Impero della Libertà, affidata ad una costellazione di enti federali e nongovernativi. E tra gli attori maggiormente coinvolti nel rendere il Destino manifesto degli Stati Uniti un dogma universale, valevole in egual misura per l’Occidente e tutti gli altri, spicca il National Endowment for Democracy.
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Ciclisti morti a Senigallia, la verità nel cellulare sequestrato al 19enne neopatentato che ha investito Sara e Marco La Procura di Ancona ha disposto il sequestro del cellulare del 19enne neopatentato, della provincia di Pesaro, che martedì 13 agosto ha investito con l'automobile Sara Ragni e Marco Torcianti, una coppia di ciclisti a Senigallia poi morti sul colpo. Il telefonino verrà fatto analizzare. La dinamica Le salme delle due vittime, Marco Torcianti, 47 anni e la moglie Sara Ragni, 36 anni, entrambi residenti a Polverigi, sono state restituite ai familiari perché il pubblico ministero di turno, Andrea Laurino, non ha disposto nessuna autopsia. Le cause della morte sono chiare. La coppia di ciclisti, corridori amatoriali del Team Cingolani, pedalavano a bordo strada sulla statale Adriatica 16, in direzione sud. All'altezza di Marzocca, in zona Ciarnin, davanti al distributore di metano, sono stati travolti da una Mazda (e non una Opel come in precedenza emerso) che procedeva verso nord, guidata dal 19enne che ha invaso la loro corsia di marcia uccidendoli. I testimoni Il pm ha chiesto alla polizia stradale, delegata per le indagini, di sentire la passeggera che era a bordo della Mazda. Servirà a capire la causa dell'invasione di corsia. Ci sono altri testimoni che sono stati sentiti ieri nell'immediatezza del fatto. Sotto sequestro anche le due biciclette e la vettura che le ha travolte. In mattinata, ricevuti gli atti dalla polizia stradale di Ancona, la Procura aprirà un fascicolo per omicidio stradale plurimo nei confronti del 19enne. Il ragazzo verrà sentito nelle prossime ore. Ieri, dopo l'investimento, era era in stato di choc. La verità nei cellulari Il cellulare del 19enne è stato sequestrato per essere analizzato.I controlli con l’etilometro sul ragazzo che conduceva il mezzo hanno dato esito negativo. Diverse le ipotesi al vaglio: colpo di sonno, una distrazione dovuta all'uso del cellulare al momento della guida, un malore. Tutte le piste sono aperte, ma per ora non trapelano informazioni. Un altro cellulare è stato fondamentale per il riconoscimento di Sara Ragni e Marco Torcianti che erano privi di documenti. Sul luogo dell'incidente c'era un cellulare e il gps di una delle due biciclette, un modello in carbonio acquistato in un negozio specialistico di Pianello di Ostra (Ancona). Il telefonino, nelle mani della polizia stradale di Ancona, ha squillato, dall'atro capo c'era un amico dei due che ha fornito indicazioni sulla loro identità. .
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Storie delle Olimpiadi: Le Olimpiadi di Parigi del 1900
Nel 1894 il Comitato Olimpico aveva deciso che le seconde Olimpiadi moderne, dopo quelle di Atene, si sarebbero disputate a Parigi nel 1900, quando ebbe luogo la terza Esposizione Universale, e i Giochi finirono per essere una delle tante manifestazioni collaterali. Gli organizzatori dell’Esposizione Universale, ai quali fu delegata la costruzione delle strutture sportive, non fecero nulla, così…
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