#delegata
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«Ci troviamo di fronte ad un paradosso. Da un lato il diritto, custode dell'uguaglianza e possibile baluardo contro gli eccessi dell'individualismo, abbandona qualsiasi considerazione morale e
si presta a giustificare la forza. Ma dall'altro è la forza la fonte del diritto. Sotto i nostri occhi, una tale evoluzione giunge al parossismo. Il diritto rivendica oggi l'immensa pretesa di riconoscere legittimità al dono della morte. È ciò che accade con l'aborto e l'eutanasia. In quest'ultimo caso, il diritto arriva a provocare il desiderio di suicidio assistito. Il diritto, in questo senso, liberalizza l'omicidio di alcuni individui.
Non vi sarebbe morte degna se non in quella inferta. L'autorità "signorile" si esprime per eccellenza nel dono della morte; la libertà sovrana trionfa nell'autodistruzione delegata.
Non si giustifica più l'eutanasia con considerazioni sulla pietà, o su intollerabili sofferenze; né la si spiega con ragioni sociali ed economiche. L'eutanasia appare a questo punto come l'altera espressione di una concezione filosofica dell'uomo affascinata dalla morte e dalla vertigine dell'autodistruzione. Che una società disposta ad accettare un diritto utilizzato come strumento di morte per
la distruzione pianificata degli individui e la distruzione pianificata di se stessa, non può sorprendere. La causa prima del crollo demografico sta proprio in questa duplice volontà di autodistruzione, in questa pulsione di morte.
Viviamo all'interno di un mondo mortifero, impregnato da un vero e proprio culto della morte.»
-Michel Schooyans (Il Complotto dell'ONU contro la vita).
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Stralcio del discorso di Robert Kennedy Jr, sulla guerra in Ucraina tenuto 3 giorni fa.
Voglio dire una parola sulla guerra in Ucraina. Il complesso militare-industriale ci ha fornito quella nota giustificazione da fumetto come ha fatto per ogni guerra: che questo è un nobile sforzo per fermare un super criminale, Vladimir Putin, che ha invaso l’Ucraina e per contrastare la sua marcia, simile a quella di Hitler, in tutta Europa.
In effetti, la piccola Ucraina è la delegata di una lotta geopolitica avviata dalle ambizioni dei neoconservatori statunitensi per l’egemonia globale americana. Non sto scusando Putin per aver invaso l’Ucraina. Aveva altre opzioni, ma la guerra era una risposta prevedibile della Russia. Lo spericolato progetto neocon di estendere la NATO per circondare la Russia è un atto ostile. I media creduloni raramente spiegano agli americani che ci siamo allontanati unilateralmente da due trattati intermedi sulle armi nucleari con la Russia e poi abbiamo messo sistemi missilistici nucleari in Romania e Polonia.
Questo è un atto ostile e ostile, e la Casa Bianca di Biden ha ripetutamente respinto l’offerta della Russia di risolvere pacificamente questa guerra. La guerra in Ucraina è iniziata nel 2014, quando le agenzie statunitensi hanno rovesciato il governo democraticamente eletto dell’Ucraina e hanno installato un governo filo-occidentale scelto da loro. Hanno lanciato una guerra civile mortale contro i russi etnici in Ucraina. Nel 2019, l’America si è allontanata da un trattato di pace, l’accordo di Minsk, negoziato tra la Russia e l’Ucraina dalle nazioni europee. E poi, nell’aprile del 2022, volevano la guerra. Nell’aprile 2022, il presidente Biden ha inviato Boris Johnson in Ucraina per costringere il presidente Zelensky a strappare un accordo di pace che lui e i russi avevano già firmato. I russi stavano ritirando le truppe da Kiev, Donbass e Luhansk. E quell’accordo di pace avrebbe portato la pace nella regione e avrebbe permesso a Donbass e Luhansk di rimanere parte dell’Ucraina.
Il presidente Biden ha dichiarato quel mese che il suo obiettivo nella guerra era il cambio di regime in Russia. Il suo segretario alla difesa, Lloyd Austin, spiegò contemporaneamente che lo scopo dell’America nella guerra era quello di esaurire l’esercito russo e di degradare la sua capacità di combattere in qualsiasi altra parte del mondo. Questi obiettivi, naturalmente, non avevano nulla a che fare con ciò che dicevano agli americani sulla protezione della sovranità dell’Ucraina.
L’Ucraina è una vittima in questa guerra, ed è vittima dell’Occidente… sia della Russia che dell’Occidente. Da allora, abbiamo costretto Zelenskyy a strappare l’accordo, abbiamo sperperato il fiore della gioventù ucraina. Sono morti ben 600.000 bambini ucraini e oltre 100.000 bambini russi, per i quali tutti noi dovremmo essere in lutto. E le infrastrutture dell’Ucraina sono distrutte.
La guerra è stata un disastro anche per il nostro paese. Abbiamo già perso quasi 200 miliardi di dollari. E questi sono dollari di cui c’è un disperato bisogno, con le nostre comunità che soffrono in tutto il nostro paese. Il sabotaggio del gasdotto Nord Stream e le sanzioni hanno distrutto la base industriale europea, che costituisce il baluardo della sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Una Germania forte con un’industria forte è un deterrente molto, molto più forte per la Russia di una Germania che è deindustrializzata e trasformata in una semplice estensione di una base militare statunitense.
Abbiamo spinto la Russia in una disastrosa alleanza con Cina e Iran. Siamo più vicini all’orlo della guerra nucleare che in qualsiasi altro momento dal 1962. E i neoconservatori della Casa Bianca non sembrano preoccuparsi affatto. La nostra autorità morale e la nostra economia sono nel tremare, e la guerra ha dato origine all’emergere dei BRICS, che ora minaccia di sostituire il dollaro come valuta di riserva globale.
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La 'solidarietà' delegata a terzi (lo stato) è una frode.
Il socialismo in sintesi.
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[...] La strategia della destra è di minimizzare le proprie capacità di male. La mediocrità dei propositi è tuttavia preoccupante, in primo luogo perché fa proseliti tra quell’area grigia che si autoproclama liberal-moderata e che pensa di avere la capacità di dare moderazione alla destra, domandone le pretese autoritarie. La mediocrità ci salverebbe, insomma; questa destra è normalizzabile. Non è più “quella” che aveva pianificato il male per mezzo della tecnologia e del legalismo, aperto le prigioni ai nemici politici e i campi di concentramento ai nemici etnici. Nulla di tutto questo. Oggi, la destra è blanda abbastanza, mediocre abbastanza, da poter essere governata; e i moderati di turno sarebbero in grado di farlo. In Europa, questa via alla normalizzazione l’ha aperta niente meno che Angela Merkel, la quale, forse anche per ragioni di interessi economici tra il suo paese e quelli dell’Europa dell’est da poco emancipati dal comunismo, pensò che fosse saggio e possibile normalizzare Viktor Orbán accogliendolo tra i popolari. Una piccola virata a destra non avrebbe cambiato il percorso della Ue, anche perché c’era comunque una forte componente socialdemocratica. Oggi, questa strada viene lambita da Ursula von der Layen, benché in una congiuntura che vede i socialisti indeboliti e le destre scalpitanti a ovest della Mosella e a sud delle Alpi. E tuttavia vi è chi, sia in Francia che in Italia, scommette sulla normalizzazione delle destra, affidandosi alla “mediocrità”: non è più la destra cattiva. Eppure, è proprio questa “mediocrità” – di contenuti e di stili – che ci dovrebbe allarmare. Violenze giustificate come “disordini”; politiche antiabortiste che diventano silenzi e rieducazione delle donne delegata a gruppi antiabortisti; decisioni repressive ma praticate su minoranze (i rave, i mascalzoncelli che marinano la scuola, i facinorosi che vanno in piazza); assalto alle libertà di scelta sessuale, ma presentato come campagna per la difesa della famiglia “naturale”; politiche di diseguaglianza sociale, ma rese come richiamo alla responsabilità personale per cui ciascuno è causa della propria miseria; politiche di dissanguamento della sanità e della scuola pubbliche, ma con l’argomento a favore della pluralità dell’offerta. Il tutto come premessa della “mediocrità” massima: una riforma della Costituzione che sottomette il parlamento all’esecutivo, ma presentata come il “far scegliere” il capo agli elettori. Plebiscito scambiato per voto elettorale. Una mediocrità rispetto al listone del 1924.
Da: La “mediocrità del male” di questa destra estrema - Nadia Urbinati, Via
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Se gli azionisti hanno guadagnato più dei Ceo, chi è rimasto indietro sono i dipendenti. Nel 2023 la remunerazione media dei responsabili delle aziende quotate a Wall Street è stata pari a 300 volte il salario medio dei dipendenti della società, in netta crescita dalle 255 volte dell’anno precedente. Da questo punto di vista la società Usa con la massima sperequazione fra top manager e dipendenti è Coty, azienda che realizza cosmetici per brand come Gucci, Calvin Klein e Tiffany. L'amministratrice delegata Sue Nabi ha ricevuto un pacchetto remunerativo di 149,4 milioni di dollari, la maggior parte dei quali provenienti da un premio in azioni di 145,8 milioni di dollari. Questo dato la colloca al terzo posto nella classifica dei manager Usa più pagati e le permette di essere al primo posto per il più grande incremento di stipendio del 2023: il suo è salito del 4.000%. La sua remunerazione è pari a 3.769 volte lo stipendio medio dei suoi dipendenti, che con 39.634 dollari all’anno sono fra i meno pagati in Usa.
Dall'articolo "Da Broadcom a Stellantis, la classifica dei Ceo più pagati" di Antonio Gamma
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Nell’ultimo anno e mezzo l’Intelligenza Artificiale è diventata una realtà che influisce nella vita di tutti. L’incontro organizzato dall’Ordine degli Architetti di Torino su pratica architettonica e intelligenza artificiale è stata l’occasione per fare il punto su come l’AI sta cambiando il lavoro dell’architetto.
Partendo da sette casi studio, il dibattito ha affrontato temi come la spinta alla miniaturizzazione degli Studi professionali, l’analisi predittiva, l’integrazione dell’AI nel processo progettuale, la psicologia della progettazione e la qualità di vita.
Una domanda però è rimasta inespressa e pertanto senza risposta: se domani l’attività umana si limiterà alla selezione degli output artificiali, affidando alla AI la funzione creativa, quale futuro ci attende quando, nel suo continuo processo di auto apprendimento, l’AI finirà per attingere ai suoi stessi elaborati, in una iterazione continua che potrebbe non essere percepita criticamente dall’uomo?
Ho girato la domanda a ChatGPT e questa è la risposta:
“Hai ragione, poni la questione in modo appropriato. Se l'attività creativa dovesse essere completamente delegata all'AI, senza un effettivo controllo umano sul processo, allora emergerebbero alcuni rischi significativi:
- Come dicevi, l'AI potrebbe cadere in un loop di auto-apprendimento che la porterebbe a generare soluzioni sempre più autoreferenziali, basate sui propri precedenti output e prive di originalità. Questo processo potrebbe sfuggire al controllo umano.
- Si rischierebbe di perdere progressivamente la capacità di comprendere e valutare criticamente il lavoro dell'intelligenza artificiale. Siamo ancora lontani dall'avere sistemi di AI pienamente trasparenti e spiegabili.
- Verrebbe a mancare il contributo umano di sensibilità estetica, empatia ed etica, fattori imprescindibili soprattutto nel campo dell'architettura e del design.
- Si creerebbero le condizioni per un'omologazione e standardizzazione delle soluzioni progettuali, in contrasto con i principi di sostenibilità, innovazione e contestualizzazione.
In definitiva, in assenza di un effettivo controllo umano sul processo creativo, delegato completamente alle macchine, i rischi di "derivazione" dell'intelligenza artificiale sarebbero concreti e difficilmente governabili.
Per un futuro sostenibile sarà fondamentale un approccio prudente che preservi il ruolo dell'uomo, integrando e guidando le potenzialità dell'AI, senza mai delegarle il libero arbitrio progettuale.”
Uomo avvisato…
L’immagine principale non è collegata all’evento dell'Ordine degli Architetti ma è stata generata da Stable Diffusion XL attraverso un prompt basato sul testo del post e successivamente reiterata un certo numero di volte
#intelligenzaartificiale#intelligenzaartificialegenerativa#iaart#IAGenerativa#AIarchitecture#CreativityandAI#DigitalDesign#architecture
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L’ipocrisia di certi personaggi è lampante, nella fattispecie dei circoli “femministi” dell’Instagra’. Alle masse - a noi -, viene divulgato e propinato che dobbiamo essere on point su qualsiasi questione femminista, di genere, ambientale, anticapitalista, se uso il termine “grassa” son già bloccata su mezzo instagram e se dico B al posto di A radiata per sempre da ogni circolo femminista. Quando però si tratta di Chiara Ferragni che potenzialmente potrebbe cambiare le sorti di tutta Italia se volesse e con un solo dito, le femministe anticapitaliste/antipensiero critico sciorinano monologhi sulla scia del “vabbè ma lei fa il possibile, mica viene da circoli femministi e politici”, “vabbè ma lei almeno ne parla”, “guardate che anche lei è una vittima del sistema” (lei, che è praticamente il sistema, quello che la tua ideologia vorrebbe combattere). È interessante che la responsabilità di cambiare le cose vien sempre delegata alle masse, ai poveracci, a chi non c’ha materialmente il tempo di andarsi a interessare di gender studies perché deve mangiare, e mai a chi sta ai vertici, chi ha la possibilità di parlare, di avere risonanza, di metter in luce le giuste battaglie. La verità è che il potere controlla le menti, e quando vedete un personaggio col potere scimmiottare le vostre battaglie improvvisamente diventate comprensivi e pacifici, quando è proprio questo meccanismo che vi fa stare zitti e buoni e vi tiene al vostro posto mentre i miliardari si arricchiscono e voi a stento arrivate a fine mese.
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Drogate e stuprate dal netturbino. Arrestato 59enne romano.
Drogate e stuprate dal netturbino. Arrestato 59enne romano. La Polizia di Stato di Viterbo e Roma ha eseguito, nella capitale, un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Ubaldo M., 59enne romano di professione operatore ecologico, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti, commessi a Capranica (VT), Riano (RM) e Mazzano Romano (RM), nel periodo compreso tra settembre 2022 e gennaio 2023, ai danni di tre diverse donne. Il provvedimento, emesso dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Viterbo ed eseguito dai poliziotti della squadra mobile di Viterbo e dal Commissariato di Pubblica Sicurezza "Flaminio Nuovo" della Questura di Roma , scaturisce da un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Tivoli ed iniziata dai poliziotti romani a seguito della denuncia di una delle vittime che si era presentata presso l'ospedale "San Pietro" di Roma. Ai poliziotti la donna aveva raccontato di aver conosciuto sui social il soggetto arrestato e che, dopo una breve frequentazione, lo aveva invitato a casa per una serata romantica. Il giorno dopo, però, la stessa si era resa conto di essere stata fortemente drogata e violentata, così come poi accertato in seguito agli approfondimenti sanitari. Dopo accurate indagini gli investigatori sono riusciti a individuare l'uomo e nel corso di una perquisizione delegata hanno sequestrato una confezione di farmaco sedativo ipnotico e lo smartphone. Al suo interno, i poliziotti hanno raccolto elementi sufficienti a ricostruire almeno altre due violenze, avvenute con le stesse modalità. Sul telefono cellulare erano infatti presenti le immagini di tre diverse donne inermi mentre subivano violenze sessuali. alcune di queste immagini erano state inviate dall'indagato ai propri amici e commentate con tono ironico e sprezzante. Presenti, inoltre, le conversazioni con le vittime durante le quali lo stesso aveva fornito improbabili spiegazioni alle donne, che non ricordavano nulla dei rapporti sessuali. essendo emersi a carico dell'interessato anche precedenti fatti delittuosi avvenuti nella provincia di Viterbo, la Procura di Tivoli ha inviato per competenza territoriale il fascicolo alla Procura di Viterbo la quale ha richiesto, immediatamente, la misura cautelare e, contestualmente, delegato ulteriori atti di indagine alla squadra mobile di Viterbo. L'indagato è stato rintracciato a Roma, nel quartiere "Casilino", a casa di una nuova compagna e tradotto nel carcere di "Regina Coeli". Contestualmente gli uomini della Polizia Scientifica di Roma hanno effettuato un apposito prelievo e test del DNA che è stato confrontato con i vari reperti sequestrati nel corso dell'indagine, rafforzando ulteriormente il quadro probatorio dal quale emerge la sua responsabilità. Sono in corso altri accertamenti al fine di verificare se all'indagato siano contestabili ulteriori analoghi episodi non ancora emersi. L'indagato è stato arrestato in fase di indagine preliminare, fatto salvo il principio della presunzione di innocenza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Gerarchie sinodali, in Brabante comanda la delegata Rebecca
Un vicariato affidato a una laica che per decreto (suo) pretende di essere nominata nella preghiera eucaristica, subito dopo il Papa e il vescovo. Accade nell’arcidiocesi di Bruxelles, dove la sinodalità stravolge la struttura gerarchica della Chiesa. Continue reading Gerarchie sinodali, in Brabante comanda la delegata Rebecca
#Apostasia#belgio#cattivi maestri#falsi profeti#fumo di satana#idiozie clericali#Luc Terlinden#Rebecca Charlier-Alsberge#scisma#sedicenti cattolici#spirito del concilio
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Michèle Mouton riceve il premio alla carriera FIA a Kigali
🔴🔴 Michèle Mouton riceve il premio alla carriera FIA a Kigali
Michèle Mouton, delegata per la sicurezza della FIA dal 2010 al 2024, ha ricevuto il prestigioso premio alla carriera durante la cerimonia di premiazione FIA 2024, tenutasi a Kigali. Il riconoscimento, consegnato dal presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem, celebra i successi di Mouton sia come pilota che come figura chiave nel miglioramento della sicurezza nel motorsport. (Iscriviti…
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Arrestati due coniugi per spaccio e detenzione di armi
Arrestati due coniugi per spaccio e detenzione di armi.
Un’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Catania ha portato all’arresto di due coniugi, rispettivamente di 59 e 46 anni, con l’accusa di detenzione abusiva di armi clandestine e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La perquisizione domiciliare, avvenuta nel quartiere Nesima, è stata delegata dalla Procura Distrettuale della…
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appena c'è l'occasione si inchiappettano un sindacalista...
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Zebiniso Meiliyeva presenta la giovane scrittrice Aytuvova Khurshida - Uzbekistan
Foto cortesia di Aytuvova Khurshida Aytuvova Khurshida è nata il 5 giugno 2002 nel distretto di Saykhunabad della regione di Syrdarya. Si è laureata alla Gulistan State University, Facoltà di Filologia, con specializzazione in russo. Delegata ufficiale di diversi forum, membro di organizzazioni internazionali, Global Education Ambassador, SPSC ambassador. È membro dell’associazione…
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Maria Spiridonova
Maria Spiridonova, rivoluzionaria russa dalla volontà inossidabile, ha trascorso la maggior parte della sua vita in esilio e in carcere, sia sotto il regime zarista che sotto quello sovietico.
Assieme ad Aleksandra Kollontaj, è stata l’unica donna a svolgere un ruolo davvero di primo piano durante la rivoluzione.
Nata a Tambov il 16 ottobre 1884, in una famiglia nobile di provincia che le aveva permesso di istruirsi, era anche a studiare odontoiatria a Mosca prima che la morte del padre e la tubercolosi che l’aveva afflitta, la costrinsero a tornare a casa e cercarsi un impiego.
Si era avvicinata al Partito Social Rivoluzionario sin da giovanissima e aveva preso parte alle giornate social rivoluzionarie del 1905 che l’hanno vista andare in prigione per la prima di tante volte.
La repressione di quei moti fu brutale e compagni di lotta furono spietatamente massacrati dai cosacchi.
Aderì, per questo, all’ala combattente del PSR per eliminare uno dei responsabili della sicurezza che aveva represso nel sangue gli scioperi agrari. Dopo averlo seguito per lungo tempo, travestita da studentessa, gli aveva sparato cinque colpi di pistola che lo avevano ammazzato.
Arrestata, subì torture e sevizie da parte delle forze dell’ordine senza mai rivelare i nomi dei suoi complici. Venne condannata a morte con sentenza poi commutata nei lavori forzati a vita in Siberia.
La sua lettera, pubblicata sul giornale liberale di San Pietroburgo Rus’, in cui raccontava dell’orribile trattamento ricevuto, scosse l’opinione pubblica progressista che la trasformò in un’icona del movimento rivoluzionario.
Un vero e proprio culto si diffuse per la Russia, i contadini di Tambov offrivano preghiere per la sua salute, il suo ritratto si trovava nelle case accanto alle icone sacre e intere folle si radunavano per vederla passare durante i trasferimenti in treno da un carcere all’altro. Addirittura a Londra, venne raccolto un cospicuo fondo destinato a finanziare la sua possibile fuga dalla prigione.
Dopo dieci anni di detenzione, insieme ad altre cinque rivoluzionarie, il cui gruppo è passato alla storia come šestërka (il sestetto), venne liberata nel 1917, in seguito all’amnistia decretata dopo la rivoluzione di febbraio.
Diventata delegata al Terzo Congresso Nazionale del partito, si era schierata con l’ala sinistra estrema che si alleò brevemente con i bolscevichi dopo la rivoluzione d’ottobre.
Figura di primo piano in politica, grazie al suo carisma, alla sua fama e alle sue abilità oratorie, venne eletta nel Soviet locale e nel Comitato Esecutivo dei soviet contadini.
In rottura col PSR di cui criticava la presenza nel governo borghese provvisorio, aveva fondato il Partito Social Rivoluzionario di Sinistra (PLSR) che rimase nel II Congresso dei Soviet.
Gli argomenti che portava avanti erano: fine della guerra, terra ai contadini, abolizione della pena di morte e potere ai Soviet, e le propagandava con efficacia nei periodici sui quali scriveva come Terra e libertà, La bandiera del lavoro e Il nostro cammino.
Nel novembre del 1917 venne eletta Presidente del Congresso dei Deputati dei Contadini, determinando l’ingresso del soviet contadino nel Comitato Esecutivo Centrale Panrusso saldamente in mano ai bolscevichi. Il fatto che Lenin avesse riconosciuto che il Decreto sulla terra del 26 ottobre 1917, fosse un progetto fortemente voluto dai socialisti rivoluzionari di sinistra fu sufficiente per convincerla a trovare un accordo di governo con i bolscevichi.
Era stata la candidata della sinistra alla presidenza dell’Assemblea costituente, insediatasi il 5 gennaio 1918, ma venne sconfitta dal centrista Cernov.
Era stata alla guida della Sezione contadina per poi far parte del Comitato Rivoluzionario di Difesa di Pietrogrado.
La rottura definitiva con Lenin avvenne in seguito alle requisizioni forzate di derrate alimentari nelle campagne, autorizzate dal governo, compiute tra abusi e violenze sui contadini.
L’opposizione divenne crescente e il 6 luglio 1918 due militanti socialrivoluzionari uccisero l’ambasciatore tedesco Mirbach-Harff. Lei si assunse subito la responsabilità politica dell’atto e il 7 luglio il PLSR tentò una insurrezione contro i bolscevichi, arrivando ad arrestare per poche ore il capo della Ceka.
A capo della rivolta, si presentò al teatro Bolshoj, dove si stava svolgendo il Congresso dei Soviet, per pronunciare un discorso di attacco al regime bolscevico in difesa della creatività rivoluzionaria delle masse. Lenin la fece nuovamente arrestare.
Condannata a un anno di carcere e amnistiata poco dopo, aveva continuato la sua attività politica, cercando di riunire il partito. Accusava i bolscevichi di aver delegittimato i soviet imbrigliandone la libertà e di aver tradito gli ideali di emancipazione della Rivoluzione d’Ottobre.
Nel febbraio 1919 fu nuovamente arrestata, dichiarata inferma di mente e rinchiusa in una caserma-ospedale del Cremlino da dove di lì a poco fuggì, iniziando una fase di clandestinità spacciandosi per una contadina.
Il 6 ottobre 1920 la Ceka la arrestò nuovamente, scovandola in un appartamento malata di tifo. Venne sottoposta, per volere di Trockij ad un regime carcerario piuttosto duro, per poi essere trasferita in un istituto psichiatrico, venendo liberata l’anno successivo e affidata alla custodia dei vertici dell’ex PLSR fedeli alla linea bolscevica, purché non si occupasse più di attività politica.
Nel 1923, probabilmente per un tentativo di fuga all’estero, venne nuovamente arrestata e mandata in esilio alle periferie dell’Unione Sovietica, a Samarcanda e poi a Tashkent.
Non svolse più attività politica ma creò una rete di contatti per aiutare gli ex compagni esiliati a vivere dignitosamente.
In questo periodo sposò Andreij Majarov, ex dirigente social rivoluzionario anche lui al confino.
Con l’inasprirsi delle purghe staliniane, venne esiliata a Ufa, in Bashkiria, dove lavorava nella banca agricola locale e organizzava un piccolo collettivo casalingo con il consenso del ministero dell’interno.
Nel 1937, con le nuove purghe venne nuovamente arrestata e fu portata a Mosca nella prigione di Oriol per scontarvi 25 anni di carcere, dopo un processo sommario con l’accusa di cospirazione, attività controrivoluzionarie e sovversive per costruire una Repubblica Social Rivoluzionaria in Bashkiria.
L’11 settembre 1941, Stalin la fece fucilare insieme ad altri 150 prigionieri politici e seppellire in una fossa comune.
Ultimo oltraggio per lei che, fino all’ultimo, si era sempre dichiarata contraria alla pena capitale.
È stata una donna pronta a tutto per difendere i suoi ideali.
Ha passato più di trent’anni, dei cinquantasei vissuti, in carcere o in esilio. Sempre di salute cagionevole, non si è risparmiata nel suo attivismo.
Ha guidato le folle con i suoi discorsi e i suoi scritti. È stata osannata come una martire. È stata accusata di essere pazza e, infine, ammazzata.
Soltanto nel 1992 sono cadute tutte le accuse nei suoi confronti ed è stata completamente riabilitata.
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Il sistema Wero di pagamento Europeo
Cos’è Wero, la risposta europea a Visa e MasterCard. Alcune grandi banche europee, come Bnp Paribas e Deutsche Bank, stanno partecipando allo sviluppo di un sistema di pagamento che ambisce a rivaleggiare con i colossi statunitensi Visa e MasterCard. Tutti i dettagli sul progetto Wero. Alcune delle banche più grandi dell’Unione europea, come la francese Bnp Paribas e la tedesca Deutsche Bank, hanno sviluppato un nuovo sistema di pagamento con l’obiettivo di fornire un’alternativa a Visa e MasterCard, le due società statunitensi che dominano il mercato delle carte di credito e di debito. Il progetto si chiama Wero, è sostenuto da una decina banche e società di servizi di pagamento – l’italiana Nexi e la francese Wordline, ad esempio – e sta venendo implementato in gran parte dell’Europa occidentale, spiega Bloomberg. Cosa fa Wero Wero – poniamo – permette a un utente tedesco di pagare il conto di un albergo in Francia utilizzando direttamente il proprio conto bancario, senza passare per una carta Visa o MasterCard. Se il sistema dovesse diffondersi, le due società potrebbero veder svanire almeno una parte delle rendite miliardarie derivate dalle commissioni che applicano ai commercianti europei. Le banche coinvolte nel progetto Tra i sostenitori di Wero, oltre a Bnp Paribas, Nexi, Deutsche Bank e Wordline, ci sono anche Crédit Agricole (francese), Société générale (francese), Rabobank (olandese), Ing (olandese) e Kbc (belga). L'UE non è sovrana sui sistemi di pagamento?
È troppo presto, tuttavia, per considerare Wero un concorrente di Visa e MasterCard o anche dei numerosi sistemi di pagamento digitali. Ma il progetto ha anche un obiettivo politico: come ha spiegato Martina Weimert, l’amministratrice delegata di European Payments Initiative, la società dietro Wero, il sistema punta a costruire una “alternativa alle soluzioni internazionali in modo da offrire una scelta europea agli utenti e ai consumatori europei”. Ad oggi, infatti, l’Unione europea dipende da Visa e MasterCard – due società straniere, per quanto abbiano sede in un paese alleato – per la fornitura di servizi cruciali come quelli finanziari. La Banca centrale europea è consapevole di non avere abbastanza sovranità sui propri sistemi di pagamento. A spaventare le autorità dell’Unione, scrive Bloomberg, è stata la decisione di Visa e MasterCard di sospendere le loro operazioni in Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, impendendo ai russi detentori di carte di utilizzarle all’estero e rendendo impossibili le transazioni estere nel paese. Le altre alternative Europee a Visa e Mastercard Negli ultimi anni, in verità, sono nate in Europa diverse alternative a Visa e MasterCard, come Swish (in Svezia), iDeal (nei Paesi Bassi) o Twint (in Svizzera); nessuna di queste, però, si è davvero imposta a livello regionale per una serie di ragioni tecniche: iDeal, ad esempio, controlla il 70 per cento del mercato del commercio elettronico nei Paesi Bassi ma non permette agli utenti di effettuare pagamenti nei negozi fisici. iDeal è stato acquisito da Wero nel 2023, assieme al sistema lussemburghese Payconiq. I servizi di Wero saranno disponibili sia attraverso l’app che tramite le piattaforme di pagamento delle banche aderenti come Paylib, il servizio di Bnp Paribas che conta oltre 35 milioni di utenti e verrà integrato in Wero. “I pagamenti sono una questione di volumi. Se non ha i volumi, non hai la capacità di essere competitivo” sull’esperienza utente, ha detto a Bloomberg Carlo Bovero, responsabile della divisione carte e pagamenti innovativi di Bnp Paribas. L’anno scorso Visa e MasterCard hanno gestito transazioni rispettivamente per 14.800 e 9000 miliardi di dollari. I precedenti L’Unione europea ha già provato in passato a prendersi degli spazi nel settore dei pagamenti, ma senza successo: il progetto Monnet, che puntava alla creazione di un marchio europeo di carte di credito, è stato chiuso per i disaccordi sul modello di business da adottare. La sua eredità è stata raccolta nel 2020 da European Payments Initiative, che tuttavia ha dovuto ridimensionare le ambizioni dopo l’uscita delle banche spagnole dall’iniziativa; si è deciso così di concentrarsi, almeno inizialmente, su un sistema di pagamento account-to-account in quanto più economico e di più semplice integrazione per le banche. Read the full article
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