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#degas parla
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Il movimento delle onde del mare
crea musica.
Musica per l'anima.
Perché il mare parla,
a chi entra in sintonia con lui.
A chi è capace di sentire le sue onde
come fossero il battito del cuore.
Perché il mare è vivo, respira,
esprime sentimenti.
E parla all’anima.
Ma solo a chi sa ascoltarlo.
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Agostino Degas
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mancino · 1 month
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Il movimento delle onde del mare
crea musica,
musica per l'anima.
Perché il mare parla,
a chi entra in sintonia con lui.
A chi è capace di sentire
le sue onde come fossero il battito
del cuore.
Perché il mare è vivo, respira,
ha dei sentimenti.
E parla. Ma solo a chi sa ascoltarlo...
~ Agostino Degas ~
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alonewolfr · 7 months
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Perdonami certezza se nel mio eterno cercare ti tradisco spesso col dubbio. Chiedo scusa al dolore se non lo ascolto quando mi parla. Perdonami Cuore se talvolta ascolto solo la ragione.
|| A. Degas
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Due occasioni perse, tra cui Picasso, alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea
PANORAMA XIX Due occasioni prese, tra cui Picasso, alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Roma. Due mostre temporanee che avrebbero dato ai visitatori la possibilità di approfondire non solo la vita e le opere del grande pittore spagnolo, ma anche di apprezzare in toto la bellezza dei numerosi quadri dell’Ottocento esposti.  Perché parliamo di occasioni perse? Perché le due mostre temporanee, Picasso Metamorfico e PANORAMA XIX, sono state realizzate senza dare un minimo di valore aggiunto alle opere esposte. Ma andiamo per ordine.  PANORAMA XIX propone una selezione di opere dell’Ottocento. Bellissime. Una più bella dell’altra. Ben sei pareti tappezzate di meraviglie. Meraviglie di chi? Non si sa. Il visitatore si aggira sconcertato. Non sa che magari tra i quadri che sta ammirando c’è proprio un’opera del suo pittore preferito. Ah no, un attimo accanto al quadro c’è il QR Code. Perfetto, ora sapremo il nome dell’autore. La connessione è lenta, la pagina non si apre. Ma una brochure informativa? Non siamo tanto giovani, ci spazientiamo e chiediamo al gentilissimo staff. Ci saremmo dovuti collegare tramite il Wi-fi della Galleria. A saperlo. Bene, la pagina si apre. Malissimo, ancora non sappiamo il nome dell’autore. La pagina mi chiede che parete sto guardando. Ce ne sono sei... Io sto guardando la sesta. Devo "scollare" fino ad arrivarci, individuare il numero del quadro in base alla posizione sul muro per poi leggere che si tratta di Pitloo. Tempo perso per questo giochino: quasi 10 minuti. Ma dobbiamo guardare il cellulare o le pareti tappezzate di meraviglie? Alle mostre si va per ammirare i quadri o continuare a restare incollati al cellulare? Bastavano una serie di targhette impilate a bordo muro con i nomi degli artisti e il titolo dell’opera come è stato fatto per tutte le altre opere permanenti esposte in Galleria… Come se non bastasse, ci saremmo aspettati due parole su PANORAMA XIX. Con che criterio sono state scelte le opere? Provengono dai magazzini della Galleria? Cos’altro ha i magazzini? Ci saranno progetti futuri? E perché nel comunicato stampa si parla di realtà immersiva, dispositivi per la visione panoramica, di visori per la realtà virtuale? Che nesso c’è con i quadri dell’Ottocento che stiamo guardando? Si sarebbero dovuti mettere a confronto con qualche opera moderna? Brancoliamo nel buio. Picasso Metamorfico alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea Non parliamo di Picasso poi. Un mostro sacro dell’arte a cui non è stato dedicato uno straccio di approfondimento accanto ad almeno qualcuna (non vogliamo dire tutte), ma qualcuna delle 300 opere esposte. Ci sarebbe di che parlare delle “ossessioni” di Picasso. Al visitatore che magari non conosce bene l’artista, farebbe piacere sapere perché il pittore spagnolo replica sempre la stessa donna in maniera ossessiva, perché il sesso è presente nell’80% delle opere esposte, quali sono i lavori “che testimoniano il processo di riflessione sulla storia dell’arte (attraverso dichiarate influenze da Raffaello, Rembrant, Velazquez, Degas o Manet, riproposte da una prospettiva personale)” come indicato nell’introduzione a parate che apre alla mostra? L’esposizione alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea celebra il 50° anniversario della morte di Picasso con 300 opere tra disegni e incisioni provenienti dal Museo Casa Natal Picasso di Malaga. L’esposizione mostra opere realizzate in diversi periodi della sua attività, che vanno dal 1905 al 1972, un periodo lunghissimo quindi che meriterebbe almeno qualche parola. Sarebbe bastato un egregio lavoro come quello di Vimercati, l’altra mostra presente in galleria, per raccontare al pubblico anche solo un aspetto riguardante le 300 opere esposte. Anche l’arte si è evoluta nel tempo Rendere l’arte fruibile significa trasferirne i contenuti, veicolarne la bellezza ad un pubblico che è sempre più affamato di arte, che si sta appassionando al moderno e al contemporaneo. Una coppia di giovani fidanzanti che paga un totale di 22 euro si aspetta di leggere qualcosa su Picasso che lo incuriosisca, un’informazione di vita collegata all’opera esposta, un dettaglio tecnico, una riflessione dell’artista spagnolo. Insomma, a una mostra si va anche e soprattutto per accrescere il proprio bagaglio culturale, oltre che per godere delle numerose bellezze presenti. È necessario un circuito che generi valore, non un’esposizione fine a se stessa. Ricordiamo, infatti, che, come tutte le discipline, anche l’arte si è evoluta nel tempo. Ora non è più appannaggio unicamente di collezionisti, professionisti del settore, artisti e addetti ai lavori. L’arte entra nelle case attraverso i media, entra nel nostro quotidiano con esposizioni e Gallerie che trattano temi a noi vicini, che parlano al nostro cuore e al nostro desiderio di voglia di "bellezza" (tanto per usare un trend). I luoghi d’arte non sono più aree mordi e fuggi, sono luoghi di intrattenimento: si acquista arte nei  bookshop ricchi di libri e gadget, ci si gode l’acquisto comodamente seduti nel caffè all’interno del museo continuando l’esperienza “immersiva”, si ritorna in una sala che ci è piaciuta e si resta comodamente seduti sui divanetti a disposizione per godersi ancora un po’ l’opera preferita e magari discuterne con chi ci accompagna, ci si indigna se i bagni sono sporchi e privi di carta igienica. Insomma, alle Mostre ci si va per restare a lungo, per imparare, ammirare e godere. Inoltre, l’arte non è più unidirezionale, la fruizione non è un processo passivo bensì attivo, è uno scambio, è un flusso di conoscenza ed emozioni che dall’artista passa allo spettatore e viceversa (pensiamo a quegli artisti che alla domanda “cosa vuole trasmettere con la sua opera?” rispondono che non vogliono trasmettere nulla, ma sapere solo quale emozione ha suscitato nello spettatore la loro opera d’arte). Il pubblico, pagante, non può essere liquidato con due parole, o peggio ancora, con neanche una parola. Il mondo complesso di Picasso non è solo arte, è storia, è un pezzo di storia filtrato attraverso l’estetica. Alla base dei disegni di Picasso c’è un universo, un linguaggio estetico concepito in modo completamente diverso dalla pittura, “soltanto il disegno a tratteggio non è mai imitazione” disse Picasso all’amico e mercante d’arte Daniel-Henry Kahnweiler. Una frase che apre un mondo  .  Due occasioni perse quindi, specialmente per Picasso, alla Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Roma. Peccato. Read the full article
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chez-mimich · 5 years
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“... Smettetela di leggere! Lo fate solo per pigrizia. Bisogna essere capaci di restare delle ore a contemplare il fuoco ardere, ruminando le idee predilette. Bisogna avere idee proprie...”
Edgar Degas a Taschereau, in Daniel Halévy, “Degas parla” (Adelphi)
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occhietti · 2 years
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Il movimento delle onde del mare
crea musica.
Musica per l'anima.
Perché il mare parla,
a chi entra in sintonia con lui.
A chi è capace di sentire le sue onde
come fossero il battito del cuore.
Perché il mare è vivo, respira,
esprime sentimenti.
E parla all’anima.
Ma solo a chi sa ascoltarlo.
- Agostino Degas
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pleaseanotherbook · 5 years
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Preferiti del mese #2: Febbraio
Questo febbraio mi è volato via dalle dita, con la velocità del fulmine, tanto gennaio mi aveva prosciugato di energie, tanto febbraio me ne ha ridate, nonostante tutto. Sono in “quarantena” preventiva da lunedì, il che significa lavorare da remoto e non vedere nessuno da lunedì e sto un po’ andando ai matti. Capisco l’emergenza, le misure per contenere la diffusione, capisco tutto ma lo smart working è divertente per un po’, poi lo lascio a qualcun altro. Pensavo che sarebbe stato meraviglioso, visto che ho bisogno dei miei spazi, della mia indipendenza, ma non avere contatti con qualcuno se non tramite pc per giorni e giorni consecutivi non fa per me e non fa neanche per il tipo di lavoro che faccio. Confronti e brain storming vis a vis è sicuramente molto importante. Fare pausa pranzo davanti al pc, alzarsi solo per andare in bagno, stare sempre in video conferenza è una vita che non voglio fare, non in maniera continuativa. Una mia vecchia bio recitava “Sono un animale sociale solo con le persone che mi piacciono”… beh in questa settimana di reclusione ho capito che no, sono un animale sociale e basta. Per fortuna venerdì sera sono uscita con le mie amiche (grazie Belle!) perché sennò avrei sclerato veramente male.
Comunque, per cambiare le carte in tavola e dare una rinfrescata a questo blog, dallo scorso mese ho deciso di portare qui su questo spazio di web una delle rubriche che più mi piace guardare su Youtube e che sostanzialmente dimostra che non mi so inventare niente, ma che amo inglobare nel mio modo di essere espressioni, modi e idee che mi colpiscono l’immaginario. “I preferiti del mese” è un format che forse non si presta molto alla parola scritta ma ci proviamo, che tanto se non funziona lo facciamo funzionare a modo nostro.
MUSICA
Quando mi fisso con una band è difficile uscire dal loop di ascolto ossessivo, è per questo che a Febbraio ho praticamente consumato le tracce di Fuori dall’Hype – Ringo Starr dei Pinguini Tattici Nucleari, ma soprattutto mi sono innamorata di Cancelleria. È una canzone che parla della rivolta sociale delle Matite, quando le Gomme decidono di scioperare, e della repressione sanguinosa operata dalle Biro, che finisce in questo modo:
Perché nel libero stato di Cancelleria
Restarono solo le biro
Che cantarono e festeggiarono per la vittoria
Ma com'è piccola, ma com'è fragile
Ma com'è viscida e al contempo labile
Questa borghese morale ablatoria
Cantaron vittoria
Rigonfie di boria
E dormiron tranquille nei loro morbidi letti
Almeno finché
Almeno finché
Almeno finché non arrivarono i bianchetti
È una canzone potentissima, che arriva dritta al punto grazie alla potenza di Riccardo Zanotti (innamorata completa di lui) e il cui video è una piccola meraviglia.
Ma a febbraio raga è uscito Map of the soul: 7 dei BTS che naturalmente sto consumando, collezionando tutti i video di performance che stanno uscendo, scambiando gif, foto e commenti al limite dell’isterico con le mie compagne di avventura nel mondo del kpop. E vi dico che hanno partecipato al Jimmy Fallon show e che Fallon è completamente cotto di loro e i video… beh sono stradivertenti.
Il mio preferito è Jin ma naturalmente tutti hanno un posto speciale nel mio cuore. Le mie canzoni preferite dell’album restano Moon (il solo di Jin), Filter, My Time, Inner Child e 00:00. L’ossessione è dietro l’angolo. Spero che non venga annullato il tour. Spero di riuscire ad andare al tour.
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Menzione speciale per Diodato, scoperto after festival di Sanremo che ho praticamente seguito solo su Twitter e di cui sto ascoltando tantissimo La lascio a voi questa domenica, canzone che parla di uomo finito sotto un treno di domenica e di come reagisce la gente senza sapere niente di quest’uomo.
LIBRI
Questo mese ho letto veramente pochissimo, e quando dico pochissimo intendo pochissimo. Ma sto leggendo Le disobbedienti di Elisabetta Rasy, edito da Mondadori che racconta alcune vicende biografiche di sei pittrici donne, di varie epoche e di varie correnti artistiche e delle loro difficoltà di emergere. La terza storia è quella di Berthe Morisot una pittrice contemporanea di Manet. Ma voi vi immaginate partecipare ai salotti in casa Manet con Zola, Degas, Astruc e altri intellettuali? Sarebbe a metà tra il sogno e l’incubo perché immagini l’inadeguatezza?
FILM & SERIE TV
Niente film anche questo mese se si esclude “Un principe tutto mio” che ho trovato per caso su Amazon Prime Video e che ho rivisto per l’ennesima volta in un attacco di nostalgia adolescenziale. La protagonista è Julia Styles, l’attrice di Save the last dance (altro caposaldo della mia adolescenza insieme a Quel pazzo venerdì). Ah questi film anni duemila!
Per il resto ho ripreso a vedere drama, lo so, lo so, ormai è un pezzo che sono caduta in questo tunnel. Merita una menzione sicuramente Jugglers 16 episodi da un ora divorati in quattro giorni (c’era un weekend in mezzo).
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BEAUTY
Raga ho trovato il mascara della vita. Si tratta del Subliminal X Volume Mascara di Astra e vi assicuro che fa delle ciglia pazzesche. Costa meno di sei euro ma fa il suo lavoro più che egregiamente. Dalle foto non si nota, ma vi assicuro che davvero il mascara più bello che abbia utilizzato da un po’.
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È da gennaio che ho iniziato ad utilizzare un nuovo siero, il Siero viso purificante di Biofficina Toscana che ha molto migliorato la mia pelle insieme a tutto il resto della mia routine. Tra l’altro è un sacco rinfrescante e veramente poco appiccicoso.
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CIBO
Questo è un format che fa informazione ma devo dire che questo mese non ho mangiato niente che meriti davvero una menzione. Voglio solo citare la moussaka che ho mangiato venerdì sera al ristorante greco qui a Torino, il Greek Lab. Mi sogno ancora quella che ho mangiato ad Atene. La serata ovviamente è finita con un cocktail e tante tante chiacchiere e risate, il modo migliore per combattere lo stress.
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RANDOM
Questo mese ho iniziato ad organizzare un viaggio di marzo e ho approfondito una funzionalità di Google Maps quella di poter costruire la tua mappa personale. È una funzione davvero super comoda perché non solo puoi condividerla con chi vuoi, puoi anche personalizzare icone, segnare percorsi e creare davvero la tua mappa. Io ho scoperto questa funzionalità grazie a Amaranth ma si è rivelata davvero utile per i nostri vari pellegrinaggi in giro per la città.
Ah la tecnologia.
E voi, quali sono i vostri preferiti del mese?
Raccontatemelo qui sotto.
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stilouniverse · 6 years
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Daniel Halévy "Degas parla" da Il Venerdì LaRepubblica, recensione
Daniel Halévy “Degas parla” da Il Venerdì LaRepubblica, recensione
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Ci sono donne forti, passionali e con un gran carattere, istintive e spigolose. Non fanno nulla per piacere agli altri, sono incuranti delle apparenze, detestano le amicizie interessate e i sorrisi di circostanza, le ipocrisie e i conformismi. Non sopportano chi parla male degli altri, perché loro amano dire in faccia ciò che pensano, anche a costo di apparire detestabili. Sono imperfette e volubili, semplici e determinate, istintive e generose. Passano facilmente dalle grandi arrabbiature alle sonore risate, perché dentro di loro intensi temporali si alternano velocemente a giornate di sole. Ma quando amano lo fanno con passione e trasporto, dando tutto loro stesse. Perché sono donne di carattere, che al primo posto mettono sempre la loro libertà e dignità. Donne che a volte ci appaiono insopportabili, ma che dobbiamo sempre rispettare!
Agostino Degas, dedicato ad Anna Magnani nel giorno del suo compleanno.
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mancino · 1 year
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Ho imparato a diffidare di chi si mette troppo in mostra, di chi parla sempre male degli altri,
di chi da sempre la colpa agli altri per i propri problemi. Di chi vuole essere sempre sul palcoscenico, al centro dell’attenzione,
urlando e invadendo la vita altrui.
Perché ho imparato che in vetrina vengono esposti i gioielli falsi. Quelli autentici
vengono custoditi in cassaforte.
Le persone sensibili, luminose dentro
sono discrete e riservate, non hanno bisogno di brillare per attirare l'attenzione degli altri.
Agostino Degas
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alonewolfr · 7 months
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Perdonami certezza se nel mio eterno cercare ti tradisco spesso col dubbio. Chiedo scusa al dolore se non lo ascolto quando mi parla. Perdonami Cuore se talvolta ascolto solo la ragione.
|| A. Degas
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❓Il vostro quadro o pittore preferito? Io ho un debole per le ballerine di #degas ❤ 👉🏻 #ilmuseoimmaginato #ilsecololungodellamodernità di #philippedaverio L'autore immagina e costruisce in questo volume un museo. Disegna le mappe della struttura, delle stanze e crea un percorso da seguire. Ecco cos'è questo libro: un viaggio in questo museo immaginario con Daverio che ci fa da guida. Il tema è: Secolo lungo della modernità. Ci sono opere che vanno dai primi del 1800 ai primi del 1900. 👍🏻 Daverio non parla solo delle opere ma e soprattutto del contesto storico, delle correnti artistiche e letterarie, della vita dei pittori, dei retroscena dietro ai quadri. 👍🏻 Si ha proprio l'impressione di camminare in questo museo, l'autore è molto dettagliato e ci conduce proprio attraverso i corridoi, le sale, nei ristoranti e nei caffè. 👍🏻 I temi sono davvero tanti: guerra, tramonti, personaggi come Dante e Mazeppa, ferrovie, macchine a vapore, streghe, fate. 👎🏻 Daverio però parte dal presupposto che sappiamo già di cosa parla infatti non mette note per specificare determinati termini o concetti. #libridarte #artbook #libri2021 #maggioinpillole #antrodilibri #libriefioriprimaverili #stayconape #lombradibarbara #trovandolibri #amicandito #ilclubdeilettorifelici #baulett https://www.instagram.com/p/CPh-RCwnNfc/?utm_medium=tumblr
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chez-mimich · 5 years
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DANIEL HALÉVY, “DEGAS PARLA”
Daniel Halévy è stato uno storico, un saggista e un traduttore francese. Ma questo è il meno. Quello è che davvero notevole è che Daniel Halévy, aveva amici molto interessanti; in particolare uno di essi, Edgar Degas. Ludovic Halévy, padre di Daniel, ed Edgar Degas frequentarono lo stesso liceo parigino, il Lous-le-Grand e, benché molto più giovane, Daniel divenne uno dei migliori amici di Degas al quale lo univa, una forte affinità elettiva di tipo spirituale. Scrive Jean-Pierre Halévy nella prefazione di "Degas parla", il bel volume edito da Adelphi, uscito qualche mese fa: "Sono due autentici parigini, che non amano né la campagna, né la natura. E' noto che Degas, diversamente dagli impressionisti, si rifiutava assolutamente di dipingere "en plein air"ed entrambi si sentivano a loro agio solo a Parigi, di cui apprezzavano lo spirito ereditato dal Secondo Impero." Ed è proprio sulla figura di Degas che il giovane Daniel forma la sua idea di “grandezza”, tanto che, caso unico o quasi nella storia della letteratura diaristica, quello di Daniel Halévy è certamente un diario, ma della vita di un altro, di Edgar Degas appunto. Il testo è un rendiconto accurato e circostanziato di tutti gli incontri tra l’artista e il giovane Daniel. “Anche più volte alla settimana”, scrive Halévy, “Egli arrivava a casa nostra a mezzogiorno in punto e si sedeva a tavola. Lui parlava, io ascoltavo: fu una delle mie vie d’accesso alla vita...” Insomma, senza mezze misure, un diario di una vera e propria “educazione sentimentale”. Ma Degas non aveva affatto un carattere facile. Detestava i “letterastri” di Montmartre, come usava chiamare gli scrittori parigini del Secondo Impero, fu difensore di Alfred Dreyfus e visse una vita di amarezze anche a causa del disastro finanziario della famiglia, causato dai pessimi investimenti in borsa del fratello e, al termine della sua vita, fu visitato anche da una cecità che anziché fare di lui un moderno Tiresia, lo inacidì e lo fece chiudere in un feroce isolamento. Daniel Halévy, ci restituisce la figura di un artista e di un uomo, profondo ed irriverente, geniale e scontroso. “Smettetela di leggere, lo fate per pigrizia di pensare. Bisogna essere capaci di restare delle ore a contemplare il fuoco ardere, ruminando le idee predilette...” queste le parole di Degas, riportate da Daniel Halévy nel suo diario alla data del nove gennaio 1891. Un artista difficile da imbrigliare e al quale andava stretta ogni teorizzazione: “...Quando si ha talento, non c’è bisogno né della scienza profonda del disegno, né della prospettiva aerea...”. Un impressionista che amava l’Opera e il corpo delle danzatrici, più che i cieli “boulversé della campagna francese o i riflessi dell’acqua a Giverny. Ce n’è per tutti nel preciso rendiconto di Daniel Halévy, compreso per quel mostro sacro di Manet: “Sbaglia! Confonde tutto. Manet non aveva in mente la pittura ‘en-pleine-air’, quando ha fatto “Le Dejuner sur l’herbe”. Ha cominciato a pensarci solo dopo aver visto i primi quadri di Monet”. Ma con la vecchiaia, questa verve polemica e caustica, si trasformò in autoisolamento e la triste traccia della sua incapacità anche solo di tollerare gli altri, è riportata in questo magnifico diario “per interposta persona”. Scrive tristemente Halévy, “La nostra amicizia stava per finire all’improvviso e in silenzio. Ma vorrei far notare che essa morì senza scambiarci alcuna parola di cui in seguito qualcuno potesse pentirsi...” Magnifica lettura, come magnifica fu l’opera di un artista, che come Beethoven, morì privo del senso con cui riuscì a trasmetterci un intero universo.
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occhietti · 3 years
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Ho imparato a diffidare di chi si mette troppo in mostra. di chi parla sempre male degli altri, di chi da sempre la colpa agli altri per i propri problemi.
Di chi vuole essere sempre sul palcoscenico, al centro dell’attenzione, urlando e invadendo la vita altrui.
Perché ho imparato che in vetrina vengono esposti i gioielli falsi.
Quelli autentici vengono custoditi in cassaforte.
Le persone sensibili, luminose dentro sono discrete e riservate, non hanno bisogno di brillare per attirare l'attenzione degli altri.
- Agostino Degas
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pangeanews · 5 years
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“Nella vita cosa c’è di più emozionante di un incontro fatale?”. Su “Il segreto di Marie-Belle”, un noir dall’anima tenera e spietata. Elogio di Silvio Raffo come romanziere
L’amore che vince tutto. L’amore che protegge, accarezza, difende, viola, perde, uccide. Quali sono i confini dell’amore? Quando l’abbraccio dell’amante si trasforma, impercettibilmente, in una morsa soffocante? Secondo lo scrittore e poeta Silvio Raffo, l’amore è un intreccio così sapiente da costituire un’unica vita, “un gioco di ineluttabili corrispondenze”. Ho letto Il segreto di Marie-Belle (Elliot, 2019), “un noir puro dall’anima tenera e spietata”, lasciandomi dolcemente ingannare dalla finissima prosa della narratrice Aurelia, ormai anziana ospite di Villa Sorriso, che ripercorre in modo labirintico e cristallino ad un tempo, in una sorta di diario (il diario di un’ombra appunto), la sua vita al fianco della giovane e delicata Marie-Belle, “un fiore sbocciato nel deserto”. La bambina che “indossa un vestito di mussola blu dai bottoni d’argento, che ricorda la divisa di una collegiale primo Novecento. Una figurina di Degas. Seduta su una poltroncina di vimini, sta leggendo un libro illustrato. La copertina è dello stesso colore del suo abito; è un libro di una grandezza spropositata per una bambina così piccola”.
*
Lo sguardo che ripercorre e attraversa le età della giovane Marie-Belle (le sue malinconie, i suoi timidi esordi di algida attrice, la seduzione delle droghe) non è mai volgare, ma materno, avvolto dalla tenerezza contemplativa di una nutrice, sempre presente, buona e carezzevole. Forse, troppo. “Tutto in lei, dall’ovale levigato alle movenze impeccabili, faceva in effetti pensare a un’opera d’arte più che a una persona. Della madre aveva la grazia provenzale, i lineamenti sottili e ben disegnati, le mani diafane e le lunghissime ciglia arcuate; del padre, che peraltro conobbi solo un mese dopo il mio ingresso alla villa, la fermezza dello sguardo, il colore dei capelli (quelli di Madame tendevano al castano ramato) e una certa freddezza di modi di ascendenza germanica”.
*
La splendida bambina, un fiocco azzurro tra i capelli, viene affidata alle cure educative, “protettive” di Aurelia, a Villa Protégée, da Madame Geneviève interessata più alle sue bambole che a sua figlia. O forse intenta a trasformare, a sua volta, la sua bambina in una bambola, una poupée. “È quasi sempre un giorno di pioggia, la sento picchiettare sul tetto, la vedo scrosciare alla finestra. Sollevo gli occhi dal mio lavoro a maglia – un golfino o uno scialle per Marie-Belle – e seguo i movimenti di Madame, cauti e precisi come quelli di un chirurgo. Sta sistemando i capelli o attaccando gli occhi alla sua creatura. Solo dopo un’attenta osservazione mi accorgo che in realtà non è una bambola né un automa la forma distesa sulla lettiga (sì, è proprio una lettiga d’ospedale il ripiano su cui lavora Madame con una Turmac bleu fra le labbra), ma è Marie-Belle in persona. È fasciata da una lamina d’amianto, una guaina luminescente, e sua madre la sta più o meno imbalsamando, la sta trasformando in una creatura meccanica”.
*
La soave sospensione che domina l’intero romanzo è solcata, scalfita da una catena di delitti inspiegabili, una serie di scomparse apparentemente naturali, un suicidio, un incidente automobilistico fatale dell’autista Werner, la morte improvvisa dell’Avvocato, il padre silenzioso di Marie-Belle, l’incendio doloso e mortale al piccolo Hotel di Château d’Aubonne in cui scompare il regista Max Cherubino. Non c’è spazio per la disperazione, né per la tragedia, perché il racconto intimistico prosegue nel tentativo di fare luce tra le ombre che diventano sempre più fitte e lunghe, mentre la memoria (“quella viscida ruffiana”) piano piano abbandona l’ormai vecchia e fedele Aurelia. “Nella vita cosa c’è di più emozionante di un incontro?” si domanda Silvio Raffo ad alta voce di fronte alla lieta folla di lettori accorsa per la presentazione del suo romanzo: “intendo un incontro fatale. Perché ci sono incontri nella vita, che sono in realtà affinità elettive, di cui solo in seguito scopriamo il perché, incontri che accomunano i destini. Un incontro deve cambiare la vita delle persone, lasciare uno stigma, un segno, il riconoscimento di un sortilegio che colpisce l’altra persona, come te”. Forse è questo il segno del vero amore? La soavità che nasconde l’ombra del male?
*
Certamente Raffo non è nuovo a sondare tra le pieghe riposte dei sortilegi, dei legami morbosi madre-figlio e del genere gothic novel. A partire da Lo Specchio attento (Studio Tesi, Pordenone, 1987, premiato dall’Inedito nel 1974), un romanzo intimista e visionario dove il giovane Giorgino, come Marie-Belle malato nello spirito, incontra una figura materna che lo introduce ad una vita parallela. Mentre Il Lago delle Sfingi (Marna, Barzanò, 1990) affiancava il mistero alla poesia, La Voce della Pietra (appena ripubblicato da Elliot, già edito da Il Saggiatore e finalista al Premio Strega e da cui è stato tratto il film omonimo di Eric Howell con Emilia Clarke) è un romanzo che forma con Il segreto di Marie-Belle un ideale dittico. Qui le voci narranti sono due, ma potrebbero essere “lo specchio attento” di un io lacerato. I due protagonisti Jakob e Verena si incontrano fatalmente, come Aurelia e la giovane Marie-Belle, per dare vita a un atroce destino.
*
Nel ricco ventaglio dei romanzi di Silvio Raffo troviamo una sorta di unicum narrativo, Virginio (Il Saggiatore, 1997) una favola magica dove vengono alla luce terribili segreti della Villa Le Crisalidi. Con Spiaggia Paradiso e I figli del Lothar, un altro ideale ensamble, Raffo riprende strane atmosfere tra fantasy metafisico e le allucinate note di Patricia Highsmith, con lo sfondo misterioso e denso di grazia crudele di una surreale Svizzera. L’amore è dunque spesso inganno, una morbosa liaison dangereuse? “Indubbiamente lo è – risponde l’autore – quell’indefinibile quelque chose de malheur, di cui parla Baudelaire come elemento inscindibile dalla Bellezza che ipnotizza”. Come si sopravvive? “La mia è la filosofia del As if, titolo che dà il nome a una mia lirica: bisogna vivere facendo sempre questa premessa, come se, fai finta che. ‘Forse Dio non esiste, e la battaglia/ che si combatte quotidianamente/ è già persa in partenza,/ quest’infelicità che ci travaglia/ è solo un fatuo gioco della mente’”.
Linda Terziroli
L'articolo “Nella vita cosa c’è di più emozionante di un incontro fatale?”. Su “Il segreto di Marie-Belle”, un noir dall’anima tenera e spietata. Elogio di Silvio Raffo come romanziere proviene da Pangea.
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worldhotelvideo · 6 years
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Rawi Warin Resort And Spa in Ko Lanta, Thailand (Asia). The best of Rawi Warin Resort And Spa Hotel. Welcome to Rawi Warin Resort And Spa in Ko Lanta, Thailand (Asia). The best of Rawi Warin Resort And Spa. Subscribe in http://goo.gl/VQ4MLN Common services included are wifi available in all areas. beach, diving, billiards, snorkelling, cycling and table tennis. In the section of food and drink we will enjoy bottle of water, kid meals, room service, bar, restaurant (buffet), restaurant, fruits, wine/champagne, snack bar, chocolate or cookies, on-site coffee house and restaurant (à la carte). For rest facilities have body scrub, sun loungers or beach chairs, couples massage, kids' pool, full body massage, body wrap, sun umbrellas, spa and wellness centre, fitness, spa/wellness packages, hot tub/jacuzzi, yoga classes, swimming pool, beachfront, pool/beach towels, foot massage, outdoor pool, back massage, body treatments, water slide, spa lounge/relaxation area, neck massage, massage, steam room, pedicure, spa facilities, manicure, beauty services and fitness centre. With regard to transportation we have bicycle rental (additional charge), shuttle service (additional charge), airport shuttle (additional charge), car hire, airport shuttle and shuttle service. For the reception we can find tickets to attractions or shows, ticket service, currency exchange, atm/cash machine on site, tour desk, 24-hour front desk and luggage storage. Within the common areas we will enjoy sun terrace, shared lounge/tv area, outdoor furniture, library, garden, games room and terrace. For the leisure of the family we can dispose of kids' club and board games/puzzles. The function of cleaning services include daily maid service, laundry, dry cleaning, ironing service and trouser press. If you arrive by business in the accommodation you will find fax/photocopying and meeting/banquet facilities. shops (on site) and gift shop. We will be able to highlight other services like air conditioning, family rooms and non-smoking rooms [https://youtu.be/2l9KAaEhRc4] Book now cheaper in https://ift.tt/2K4ksfz You can find more info in https://ift.tt/2JdWQnp We hope you have a pleasant stay in Rawi Warin Resort And Spa Other hotels in Ko Lanta Pimalai Resort & Spa https://youtu.be/Q9Pr_9XAfiU Layana Resort & Spa - Adults Only https://youtu.be/CU1fcOp8BQ8 Twin Lotus Koh Lanta by Burasari https://youtu.be/N9Kol6mBr80 Other hotels in this channel Hotel Mora https://youtu.be/UK5EMIiLgUk Europe Hotel Paris Eiffel https://youtu.be/p3tMCSCxl3o Degas Voronezh Center https://youtu.be/DLpXlOIfdME Miura Dutch Edge Hotel https://youtu.be/-QsCZuWmT8o HM Tropical https://youtu.be/cvGWXoHvd2w The Longstay Hotel https://youtu.be/SfT7ZudQE5U Luxus Grand Hotel https://youtu.be/h0xBpm6M8qc Eurostars Central https://youtu.be/o58-tkYfq_o NH Parla https://youtu.be/wk8cbsnISmE Hotel Marathon https://youtu.be/uL-f7llkkFw Hotel Excelsior San Marco https://youtu.be/C-NnqD7dkwY Rancho Baiguate https://youtu.be/zFIhYknzzus Hotel Camarote-H https://youtu.be/Pws4s7PAme8 Camino Real Monterrey https://youtu.be/TN7qTjPHzZw Da Vinci Hotel https://youtu.be/9UtCxpozhM0 In Ko Lanta we recommended to visit In the Thailand you can visit some of the most recommended places such as SriLanta Resort, Twin Lotus Resort & Spa, Lanta Animal Welfare, Koh Rok Island, Lanta Old Town, Koh Phee & Koh Talabeng - Day Trip by Talabeng Sea Kayaking, LaLaanta Hideaway Resort, 4 Islands Day Tour by Opal Travel Speed Boat and Mu Koh Lanta National Park. We also recommend that you do not miss Long Beach, Khlong Chak Waterfall, Lanta Riviera Resort, Khao Mai Kaew Cave, Patty's Secret Garden, Relax Bay Resort, We hope you have a pleasant stay in Rawi Warin Resort And Spa and we hope you enjoy our top 10 of the best hotels in Thailand All images used in this video are or have been provided by Booking. If you are the owner and do not want this video to appear, simply contact us. You can find us at https://ift.tt/2iPJ6Xr by World Hotel Video
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