#declino amministrativo
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pier-carlo-universe · 28 days ago
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Alessandria: La Lega boccia il DUP e l'operato della Giunta Abonante. Critiche al Documento Unico di Programmazione 2025-2027 e mancanza di progettualità
ALESSANDRIA – La Lega ha espresso una dura critica nei confronti del Documento Unico di Programmazione (DUP) 2025-2027, recentemente approvato dal Consiglio Comunale
ALESSANDRIA – La Lega ha espresso una dura critica nei confronti del Documento Unico di Programmazione (DUP) 2025-2027, recentemente approvato dal Consiglio Comunale. Mattia Roggero, capogruppo della Lega a Palazzo Rosso, ha definito il documento “fumoso” e privo di risposte concrete alle esigenze della cittadinanza, accusando la Giunta Abonante di mancanza di visione e progettualità…
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ombrafurtiva · 1 year ago
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Il doppio standard delle cosidette democrazie occidentali che tanto fieramente si oppongono ai regimi oligarchici, teocratici e “comunisti” d’oriente si prefigura plasticamente nella vita civica di queste stesse cosidette democrazie. In italia una legge elettorale dai profili incostituzionali per stessa ammissione della Corte produce storture elettive in cui non viene scelta alcuna maggioranza se non la stessa commistione di partiti, partitini e transfughi della marea da solstizio che compongono un’offerta elettorale arappresentativa; ed in cui il vero partito a vincere è quello dell’astensione elettorale; roba che Bobbio e Brencht stan ancora rivoltandosi nella tomba. Come una linea tracciata pedissequamente dai suoi stessi carnefici, il doppio standard occidentale prosegue poi, sempre nel paesucolo italico dalla rinomata storia, con lo stesso Capo dello Stato, in-eletto ma inquilino del Quirinale per virtù di incompetenza parlamentare altrui, che esprime e promuove una netta posizione bellicista in favore di una parte di un conflitto che ha generato centinaia di migliaia di morti e in aperto conflitto con l’articolo 11 della Costituzione -nonché in conflitto col dovere di onorare la natura stessa della carta fondante del vivere civico di una nazione intera.
“Se l’Ucraina cadesse, assisteremmo ad una deriva di aggressioni ad altri paesi ai confini con la Russia e questo condurrebbe ad un conflitto generale devastante” Sergio Mattarella.
Dal Presidente si discende poi nei gironi di altre cariche dello stato e poi ancora nei suoi parlamentari di cosiddetta democrazia indiretta, il cui eloquio esprime poi solidarietà verbale ad un regime come quello nazi-sionista israeliano che da anni trucida il popolo palestinese in aperta violazione di numerosi trattati di pace e sui diritti umani -proprio all’indomani di un feroce attacco del suddetto regime.
“Stamattina Israele è sotto attacco. Un’operazione terroristica di Hamas con morti e feriti nel sud del Paese. Un atto che va condannato con fermezza. Solidarietà a Israele.” Enzo Amendola, PD
Nel meraviglioso mondo del doppio standard della cosiddetta democrazia occidentale italica poi il formidabile comparto di 'liberali' dove il garantismo va bene solo se applicato agli italiani: ti spiega pure che 18 mesi di trattenimento amministrativo via questore, fuori dalla naturale giurisdizione senza garanzia difensiva alcuna, non sono da Stato di Polizia. Nel contesto di un paese soggetto a normalissime e storiche migrazioni, la reazione serve come utile sintomo nella diagnosi dello stato di salute della sua, ormai uso la parafrasi, “cosiddetta democrazia”. Cosi come è sintomatico di uno stato di polizia, lo scontro violento della propaggine governativa del parlamento contro il sistema di pesi e contrappesi per garantire la convivenza civile in una democrazia: in questo caso l’esempio del rovinoso atto di terrorismo legalizzato verso la giudice Apolostolico: schedata e rea di aver partecipato ad una manifestazione, per altro promossa in seguito da una delle ultime parvenze di lucidità di un Capo dello Stato, che come descritto poc’anzi, ormai istituzionalmente catatonico.
Potrei ulteriormente dilungarmi, affrontare gli aspetti del lavoro, dei diritti,del walfare, della violenza di genere, dell’energia e ambiente della nostra ormai fu carta costituzionale sotto i neo fascisti meloniani e para mafiosi berlusconiani; potrei dilungarmi e affrontare aspetti riguardanti anche altri stati europei, non necessariamente in umani ma esempi virtuosi di convivenza civica evoluta; ci si potrebbero scrivere libri, ma la chiosa può essere una sola: il medioevo non è mai stato fattualmente e storicamente ‘dark ages’, l’attualità è l’oscurantismo e in epoca di declino della civiltà è dovere di ciascuno leggere il più possibile e informarsi secondo i propri strumenti di comprensione: quali che essi siano; sono l’informazione e la lettura parti importantissima della manifestazione del proprio io civico, oltre ad altri metodi di disobbedienza; non siate indifferenti, parteggiate, siate partigiani, sempre.
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primavereautunni · 5 years ago
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Da un lato si continua a discutere sulle misure di flessibilità e precarizzazione del mercato del lavoro, che da un certo punto di vista potrebbero favorire l'aumento della produttività. Ma il lavoro era già stato ampiamente flessibilizzato in entrata nella seconda metà degli anni novanta, dal ministro Treu, e da allora l'Italia non mostra livelli di protezione dell'occupazione superiori a quelli degli altri grandi paesi europei [...]. Dall'altro lato, che si vorrebbe speculare, c'è chi auspica invece il ritorno al modello di sviluppo in vigore dagli anni settanta agli anni novanta, fondato su inflazione e svalutazione; fino a contemplare l'uscita dalla moneta unica. A chi scrive, le due posizioni appaiono due facce di una stessa medaglia [...] Se la storia qui delineata dell'economia italiana può insegnarci qualcosa, la strada per evitare il declino di lungo periodo non può che essere una: dotarsi di un assetto socioistituzionale e delle risorse di base in grado di sostenere gli standard tecnologici propri dei grandi paesi avanzati: riformare cioè l'apparato burocratico-amministrativo e le istituzioni (la politica, il fisco, la giustizia, le procedure per gli appalti), investire in istruzione e innovazione, introdurre norme che incentivino i comportamenti virtuosi dei cittadini e delle imprese, condurre una politica industriale che indirizzi l'Italia verso produzioni a maggiore valore aggiunto. E' una strada più difficile da seguire per la classe dirigente esistente - sia per quella politica, sia per quella imprenditoriale - e per questo è ancora più importante che l'opinione pubblica ne sia consapevole.
Emanuele Felice, Ascesa e declino. Storia economica dell’Italia, Il Mulino 2015.
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wolfliving · 4 years ago
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Medieval Piedmontese cities and their cultural relevancy
*This thing’s fantastic.  I’ve never seen the like. Especially in a website devoted to “future cities.”
L`aristocrazia militare del territorio di Asti: i signori di Gorzano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino",  LIX (1971), pp. 357-447; LXX (1972), pp. 489-543.
Un`attiva minoranza etnica: gli Alamanni del comitato di Asti, in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken", LIV (1974), pp. 1-57.
Una valle di transito nel gioco politico dell`età sveva. Le trasformazioni del potere e dell`insediamento nel comitato di Serralonga, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 109-179.
Società e potere in Asti e nel suo comitato fino al declino dell`autorità regia,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 357-349.
Per una`archeologia medievale in Piemonte: un insediamento bassomedievale a Piea (Asti), in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIII (1975), pp. 223-234.
Paesaggio, possesso e incastellamento nel territorio di Asti fra X e XI secolo,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 457-525.
L`"erudito avvocato" De Canis e la sua opera innovatrice: un contributo del primo Ottocento al progresso degli studi sul medioevo astigiano, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXIV (1976), pp. 239-309.
Lo storico G.S. De Canis e la sua "Descrizione statistica della provincia di Asti, Asti, Cassa di Risparmio di Asti,  1976.
Andar per castelli. Da Asti tutto intorno,  Torino, Milvia, 1976.
La città e il suo "districtus" dall`egemonia vescovile alla formazione del comune di Asti,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXV (1977), pp. 535-625.
Proposta per una lettura della "Corografia astigiana" dell`avv. G.S.De Canis,  Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 1977.
Una metodologia per le storie locali, in Atti del I convegno sul Canavese, Ivrea, 1979, pp. 97-100.
La genesi della classe politica del comune di Asti,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVII (1979), pp. 33-151.
Lo sviluppo delle relazioni personali nell`aristocrazia rurale del Regno Italico, in Structures féodales et féodalisme dans l`Occident mediterranéen (Xe-XIIe siécles). Atti del Colloquio intern. dell`Ecole Française di Roma (10-13 ottobre 1978), Roma, Ecole Française, 1980, pp. 241-249.
Assestamenti del territorio suburbano: le "diminutiones villarum veterum" del comune di Asti,  in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXVIII (1980), pp. 127-177.
Città e territorio nell`alto medioevo. La società astigiana dal dominio dei Franchi all`affermazione comunale,  Torino, Deputazione subalpina di storia patria, 1980 (Biblioteca storica subalpina, CC).
Spunti archeologici nelle descrizioni erudite fra Sette e Ottocento, in Medioevo rurale. Sulle tracce della civiltà contadina,  a cura di V. Fumagalli, Bologna, Il Mulino, 1980, pp. 139-154.
Lo sviluppo delle relazioni personali nel territorio del comitato di Bredulo: "domini, milites, pagenses", in “Bollettino della Società per gli studi storici, architettonici e artistici della provincia di Cuneo”(= Atti del Convegno "Agricoltura e mondo rurale nella storia della provincia di Cuneo", Fossano 23-24 maggio 1981), 1981, pp. 315-323.
Tema cittadino e "ritorno alla terra" nella storiografia comunale recente, in "Quaderni storici", XVIII (1982), 52, pp. 255-277.
Medioevo americano. Modelli iconografici e modelli mentali, in “Quaderni medievali”, 13 (1982), pp. 130-150.
Introduzione a Torino nel basso medioevo: castello, uomini, oggetti, a cura di R. Bordone  e  S. Pettenati, Torino, Musei civici di Torino, 1982.
Il "famosissimo marchese Bonifacio". Spunti per una storia delle origini degli Aleramici detti del Vasto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXV (1983), pp. 587-602.
La società urbana nell`Italia comunale,  Torino, Loescher, 1984 (ried. 1998)
Medioevo all`inglese. L`esperienza pre-raffaellita tra neogotico e art nouveau, in "Quaderni Medievali", 18 (1984), pp. 82-112.
"Già parrocchiale, ora campestre e minacciante rovina..." Tracce romaniche per una storia del popolamento dell`Astigiano medievale, ne Le chiese romaniche delle campagna astigiane. Un repertorio per la loro conoscenza, conservazione, Tutela, a cura di L. Pittarello, Asti , Provincia, 1984, pp. 7-11.
Un problema di memoria collettiva, ne "Il Platano", IX (1984), pp.228-233.
"Civitas nobilis et antiqua". Per una storia  delle origini del movimento comunale in Piemonte, in Piemonte medievale, forme del potere e della società. Studi per Giovanni Tabacco,  Torino, Einaudi, 1985, pp. 29-61.
La "convenientia" tra Novi, Genova e Pavia del 1135 alla luce dei più recenti orientamenti di storia comunale. Alcune considerazioni preliminari, in "In novitate", I (1985), pp. 2-6.
Medioevo illustrato. Carlo Nicco e il revival medievale torinese, in "Quaderni medievali, 20 (1985), pp. 150-190.
Nascita e sviluppo delle autonomie cittadine, ne La Storia, II, Il Medioevo,  a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1986, pp. 427-460.
La riscoperta di una scoperta. Vent`anni di storiografia subalpina sul revival neomedievale ottocentesco, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", LXXXIV (1986), pp. 559-568.
Storia urbana e città medievale: prospettive di ricerca, ne La storiografia contemporanea. Indirizzi e problemi, a cura di P. Rossi, Milano,  Il Saggiatore, 1987, pp. 303-321.
I comuni italiani nella I Lega Lombarda: confronto di modelli istituzionali in un`esperienza politico-diplomatica, in Kommunale Bündnisse Oberitaliens und Oberdeutschlands im Vergleich (Atti dell`incontro di Reichenau, 11-14 ottobre 1983), Sigmaringen, Thorbecke, 1987, pp. 45-61.
Il controllo imperiale del castello di Gavi, ne Il Barbarossa e i suoi alleati liguri-piemontesi  (Atti del convegno di Gavi, 8 dicembre 1985), Gavi 1987, pp.29-40 (rist. anche in Luoghi di strada nel medioevo fra il Po, il mare e le Alpi occidentali, a cura di G. Sergi, Torino 1996, pp.93-102).
La città comunale, in Modelli di città. Strutture e funzioni politiche, a cura di P. Rossi, Torino, Einaudi, 1987, pp. 347-370.
La società cittadina del Regno d`Italia. Formazione e sviluppo delle caratteristiche urbane nei secoli XI e XII,  Torino, Deputazione sub. di storia patria, 1987.
L`aristocrazia: ricambi e convergenze ai vertici della scala sociale, ne La Storia, I, Il Medioevo, a cura di N. Tranfaglia e M. Firpo, Torino, UTET, 1987, pp. 145-175.
Introduzione, ne L`evoluzione delle città italiane nell`XI secolo (Atti della Sett. di studi di Trento, 8-12 settembre 1986), a cura di J.Jarnut e R.Bordone, Bologna, Il Mulino, 1988, pp. 15-24.
Memoria del tempo negli abitanti dei comuni italiani all`età del Barbarossa, ne Il tempo vissuto: percezione, impiego, rappresentazione (Atti del seminario di Gargnano, 9-11 settembre 1985), Milano, Cappelli, 1988, pp. 47-62.
Equilibri politici e interessi familiari nello sviluppo dei monasteri urbani del Piemonte, in Dal Piemonte all`Europa. Esperienze monastiche nelle società medievali (Atti del Congresso storico subalpino, Torino 27-29 maggio 1985), Torino, Dep. subalp. di stori patria, 1988, pp. 229-248.
Le élites cittadine nell`Italia comunale, in "Mélanges de l`Ecole française de Rome", 100 (1988), pp. 47-53.
Le città italiane e l`impero nell`XI secolo. Spunti per una riflessione, in Cultura e società nell`Italia medievale. Studi per Paolo Brezzi,  Roma 1988, pp. 131-147.
Affermazione personale e sviluppi dinastici del gruppo parentale aleramico: il marchese Bonifacio "del Vasto", in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo (Atti del I convegno di Pisa: 10-11 maggio 1983), Roma 1988, pp. 29-44.
Il castello di Belotto: processi di trasformazione del territorio del comune di Asti nel basso medioevo, in "Rivista di storia arte archeologia per le prov. di Alessandria e Asti", XCVI-XCVII (1988), pp. 47-89.
L`istituzione del Comune, in Civiltà di Lombardia. La Lombardia dei Comuni, Milano, Electa, 1988, pp. 7-32.
Fonti relative alle fabbriche medievali: riferimenti e metodologia di analisi, ne Il restauro architettonico per le grandi fabbriche, a cura di C. Bartolozzi e M.G. Cerri, Torino 1989, pp. 91-98.
Asti capitale provinciale e il retaggio di uno "stato" medievale, in "Società e storia", 12 (1989), 44, pp. 283-302.
Medievismo romantico e neomedievismo nell`immaginario moderno e contemporaneo: il castello da Walpole a Hearst, ne Il medioevo: specchio ed alibi, a cura di E. Menestò, Ascoli Piceno 1989, pp. 81-104.
La figura di Niccola Gabiani nel contesto culturale e amministrativo della città, in Fascismo di provincia: il caso di Asti. Atti del Convegno storico (Asti 18-19 novembre 1988), Cuneo 1990, pp. 131-143.
Prospettive di ricerca e di metodo per una storia del territorio, in "Alba Pompeia", XI (1990), pp. 65-68.
L`amministrazione del regno d`Italia, in "Bullettino dell`Istituto Storico Italiano per il Medio Evo", 96 (1990), pp. 133-156.
La città nel X secolo ne Il secolo di ferro: mito e realtà del secolo X  (Settimane di studio del Centro italiani di studi sull`alto medioevo, XXXVIII), Spoleto, CISAM, 1991, pp. 517-563.
La codificazione dell`eclettismo alla fine dell`Ottocento, in Milano fin de siècle e il caso Bagatti Valsecchi. Memoria e progetto per la metropoli italiana, a cura di R. Pavoni e C. Mozzarelli, Milano, Guerini, 1991, pp. 191-199.
Le aristocrazie militari e politiche tra Piemonte e Lombardia nella letteratura  storica recente sul Medioevo, ne Lo spazio alpino: area di civiltà, regione cerniera, a cura di G. Coppola e P. Schiera, Napoli, Liguori-GISEM, 1991, pp. 114-131.
Il passato storico come tempo mitico nel mondo cittadino italiano del medioevo, in "Società e Storia", 14 (1991), 51, pp. 1-22.
Medioevo alla sabauda. Carlo Alberto e il sogno del Medioevo, in "Quaderni medievali", 33 (1992), pp. 78-96.
Castelli e pennoni nelle miniature del "Codex Astensis": alla ricerca di un sistema iconografico medievale, in Bianca Lancia d`Agliano fra il Piemonte e il Regno di Sicilia. Atti del convegno (Asti-Agliano, 28/29 aprile 1990), a cura di R. Bordone, Alessandria, Ed. dell`Orso, 1992, pp. 235-242.
L`influenza culturale e istituzionale nel regno d`Italia, in Friedrich Barbarossa. Handlungsspielräume und Wirkungsweisen des staufischen Kaisers, Sigmaringen  1992, pp. 147-168.
L`immaginario neomedievale nelle vedute dell`«Album delle Castella« di Enrico Gonin, in Architettura castellana: storia, tutela, riuso. Atti delle giornate di studio, Carrù 31 maggio-1 giugno 1991, Carrù 1992, pp. 97-103.
Il tramonto comunale in Piemonte nella testimonianza dei cronisti astigiani, in "Società e Storia", 15 (1992), 55, pp. 1-27.
Influssi culturali nelle relazioni economiche fra i comuni dell`Italia settentrionale e la Francia del Nord, in "50, Rue de  Varenne" (suppl. franc. a "Nuovi Argomenti"), settembre 1992, pp. 150-158.
Progetti nobiliari del ceto dirigente del comune di Asti al tramonto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", XC (1992), pp. 437-494 (rist. anche in Progetti e dinamiche nella società comunale italiana, a cura di R. Bordone e G. Sergi, Napoli, Ligori-GISEM, 1995, pp. 279-326).
Un tentativo di "principato ecclesiastico" fra Tanaro e Stura. Le trasformazioni bassomedievali del comitato di Bredulo, ne Le strutture del territorio fra Piemonte e Liguria dal X al XVIII secolo, Cuneo 1992, pp. 121-140.
Il "gabinetto gotico" di Palazzo de Larderel: un episodio della storia del gusto , in Palazzo de Larderel a Livorno, Milano 1993, pp. 187-199.
Lo specchio di Shalott. L`invenzione del medioevo nella cultura dell`Ottocento, Napoli, Liguori,  1993.
(con L. CASTELLANI), "Migrazioni" di uomini d`affari nella seconda metà del Duecento. Il caso dei Lombardi di Asti, in   Demografia e società nell`Italia medievale (sec. IX-XIV). Atti del Convegno, Cuneo-Carrù, 28/30 aprile 1994, a cura di R. Comba e I. Naso, Cuneo 1994, pp. 455-473.
L`uomo del banco dei pegni. "Lombardi" e mercato del denaro nell`Europa medievale, Torino, Scriptorium, 1994 (ried. Asti, Centro studi sui Lombardi, 2003).
I "lombardi" in Europa. Primi risultati e prospettive di ricerca, in "Società e storia", 17 (1994), 63, pp. 1-17.
I Lombardi nelle città europee, in Spazio urbano e organizzazione economica nell`Europa medievale (Atti della Session C23 dell`XI International Economic History Congress, Milano 12-16 settembre 1994),  Napoli 1994, pp. 81-97.
"Young" Carlo Magno. Una nuova immagine del Medioevo?, in "Quaderni medievali", 38 (1994), pp. 141-150.
Castelli e fate nell`illustrazione italiana del primo novecento. Analisi di un repertorio iconografico, in Tra fate e folletti. Il liberty nell`editoria per l`infanzia 1898-1915, Torino  1994, pp. 48-57.
Templarismo sette-ottocento in Italia (con particolatre riferimento al Piemonte), ne I Templari in Piemonte dalla storia al mito, Atti della giornata di studio, Torino 20 settembre 1994, Torino, Regione Piemonte, 1995, pp. 71-83.
Una famiglia di Lombardi nella Germania renana alla seconda metà del Trecento: gli Asinari di Asti, in Hochfinanz im Westen des Reiches, her. von F. Burgard, A. Haverkamp, F. Irsigler, W. Reichert, Trier 1996, pp. 17-48  (anche  in "Rivista di storia arte e archeologia per le province di Alessandria e Asti, CV (1996), pp. 21-54).
La leggenda della Bell`Alda, ne La Sacra di S.Michele simbolo del Piemonte europeo, Atti del IV Convegno Sacrense, 26-27 maggio 1995, Torino 1996, pp. 131-147.
Lo studioso, in  Niccola Gabiani storiografo di Asti,  a cura di R.Bordone, Asti, Biblioteca Astense, 1996, pp. 11-30.
I visconti cittadini in età comunale,  in Formazione e strutture dei ceti dominanti nel medioevo: marchesi conti e visconti nel Regno italico (secc. IX-XII). Atti del secondo convegno di Pisa: 3-4 dicembre 1993, Roma 1996 (Nuovi studi storici, 39), pp. 376-403.
Vescovi giudici e critici della giustizia: Attone di Vercelli, ne La giustizia nell`alto medioevo (secoli IX-XI), XLIV Settimana di Studio del CISAM, Spoleto, CISAM, 1997, I, pp. 457-490.
Caratteri della società urbana fra XI e XII secolo, in Storia di Torino, I, Dalla preistoria al comune medievale, a cura di G. Sergi, Torino, Einaudi, 1997, pp. 465-498.
Il movimento comunale: le istituzioni cittadine e la composizione sociale durante il XII secolo, in Storia di Torino, ibidem, pp. 609-656.
Vita economica del Duecento, ibidem, pp. 751-783.
Memoria del tempo e comportamento cittadino nel medioevo italiano, Torino, Scriptorium, 1997.
Magnati e popolani in area piemontese con particolare riguardo al caso di Asti, in Magnati e popolani nell`Italia comunale, Pistoia, 15-18 maggio 1995, Pistoia, Centro Italiano di studi di storia e d`Arte, 1997, pp. 397-419.
Origine e sviluppo del comune di Testona (1170-1230), ne Il rifugio del vescovo. Testona e Moncalieri nella diocesi medievale di Torino, a cura di G. Casiraghi, Torino, Scriptorium, 1997, pp. 89-115.
Ius primae noctis. Origine storica di un mito in ambito piemontese, in Maschere e corpi. Tempi e luoghi del carnevale, a cura di F.Castelli e P. Grimaldi, Roma, Meltemi, 1997, pp. 120-131.
Medioevo oggi, ne Lo spazio letterario del Medioevo. 1. Il Medioevo latino, IV, L`attualizzazione del testo, Roma, Salerno ed., 1997, pp. 261-297.
Origine del gusto medievale nell`architettura dei giardini, in Presenze medievali nell`architettura di età moderna e contemporanea, a cura di G. Simoncini, Milano, Guerini e ass., 1997, pp. 215-226.
(con E. DELLAPIANA), La Sacra di San Michele nella riscoperta ottocentesca del medioevo. Il progetto dinastico di Carlo Alberto, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", XCV (1997), pp. 639-658.
Federico II e l`organizzazione territoriale in Piemonte,  in "Bollettino del Centro di Studi Storici Archeologici ed Artistici del Territorio di Moncalieri", XIV (1997), pp. 25-34.
Le origini dei comuni in Lombardia, in Comuni e signorie nell`Italia settentrionale: la Lombardia, Torino, UTET, 1998 (Storia d`Italia, VI), pp. 317-326.
La Lombardia nell`età di Federico I, ibidem, pp. 327-384.
Conclusioni, in Alpi gotiche. L`alta montagna sfondo del revival medievale, Atti delle giornate di studio, a cura di Cristina Natta-Soleri, Torino, Museo Nazionale della Montagna, 1998, pp. 181-18.
Fisionomia di un territorio medievale, in Tracce di un percorso medievale: chiese romaniche nella diocesi di Ivrea, a cura di R. Ientile, Torino, CELID, 1998, pp. 13-22.
La storiografia recente sui comuni italiani delle origini, in Die Frühgeschichte der europäischen Stadt im 11. Jahrhundert, her. von J. Jarnut - P. Johanek, Köln Weimar Wien, Böhlau Verlag, 1998, pp. 45-61.
Campane, trombe e carrocci nelle città del Regno d’Italia durante il medioevo. Il paesaggio sonoro delle città italiane medievali, in Information, Kommunikation und Selbstdarstellung in mittelalterlichen Gemeinden, her. von A. Haverkamp, München, Oldenburg, 1998, pp. 85-101.
Il medioevo nell`immaginario dell`Ottocento italiano, in Studi medievali e immagine del medioevo fra Ottocento e Novecento (= "Bullettino dell`Istituto storico italiano per il Medioevo", 100, 1997), pp. 109-149.
La dominazione francese di Asti. Istituzioni e società tra medioevo ed età moderna, in Gandolfino da Roreto e il Rinascimento nel Piemonte meridionale, a cura di G. Romano, Torino, CRT, 1998, pp. 15-45.
Potenza vescovile e organismo comunale a Ivrea e nella sua diocesi tra XI e XIII  secolo, in Storia della Chiesa di Ivrea dalle origini al XV secolo, a cura di G. Cracco, Roma, Viella, 1998, pp. 799-837.
Gusto neomedievale e invenzione del passato nella cultura del restauro ottocentesco, in Giovanni Secco Suardo. La cultura del restauro tra tutele e conservazione dell`opera d`arte. Suppl. al n. 98 (1998) del "Bollettino d`arte" del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, pp. 21-23.
Dal paesaggio al giardino, in E. ACCATI, R. BORDONE, M. DEVECCHI, Il giardino storico nell`Astigiano e nel Monferrato, Asti, Provincia di Asti,  1999, pp. 19-40.
I cavalieri di San Giovanni  ad Asti e nel Monferrato durante il medioevo, in Cavalieri di San Giovanni e territorio. La Liguria tra Provenza e Lombardia nei secoli XIII-XVII, Atti del Convegno Genova-Imperia-Cervo, 11-14 settembre 1997, a cura di J. Costa Restagno, Genova-Bordighera 1999, pp. 339-375.
Giardini astigiani fra Sette e Ottocento nell`opera di Giovanni Secondo De Canis, ne I giardini nelle parole e nelle immagini dei viaggiatori del passato: botanica e architettura, a cura di E. Accati - M. Devecchi, Torino, Scuola Spec. Parchi e giardini, 1999, pp. 25-29.
Il  medioevo ritrovato di Ottavio Baussano nel panorama dei "medievalismi" del Novecento, in  Medioevo ritrovato: Asti nell`opera di Ottavio Bausano, a cura di R.Bordone e D. Gnetti, Asti, Comune di Asti, 1999.
Un`importante fonte iconografica per la conoscenza del territorio astigiano: il cabreo del  1690-1692  del capitolo della cattedrale di Asti, ne “Il Platano” 1999, pp. 1-5.
Percorsi della storiografia astigiana dal Cinque al Settecento, in Atti del Convegno di studio sulla "Storia della Chiesa di Asti" di Gaspare Bosio nel centenario della pubblicazione (1894-1994), Asti, La Gazzetta d`Asti, 1999, pp. 35-44.
S. Spirito e S. Anna: due fondazioni cistercensi astigiane, ne Il monastero di Rifreddo e il monachesimo cistercense femminile nell`Italia occidentale (secoli XII-XIV), a cura di R. Comba, Cuneo, Società per gli studi storici, archeologici e artistici della provincia di Cuneo, 1999, pp. 157-163.
Alle origini di un mito folklorico. La Cronaca di Cuneo e il diritto di "cuissage" in Piemonte, in Storia di Cuneo e delle sue valli, II, Fra Asti e Milano. Origini e primi sviluppi di Cuneo comunale nel declino della potenza sveva 1198-1259, a cura di R. Comba, Cuneo 1999, pp. 65-90.
Attivita` economica e funzioni pubbliche del patriziato astigiano durante la dominazione orléanese, in Credito e società: le fonti, le tecniche e gli uomini secc. XIV-XVI, Atti del Convegno Internazionale Asti-Chambery, 24-27 settembre 1998, Asti, Centro Studi sui Lombardi, 2000, pp. 213-224.
(con B. GAROFANI), Les chroniqueurs italiens (XIe-XVe siècle), in Cultures italiennes (XIe-XVe siècle), ed. I. Heullant-Donat, Paris, Les éditions du cerf, 2000, pp. 167-191.
I  marchesi di Monferrato e i cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme  durante il XII secolo, ne Il Monferrato: crocevia politico, economico e culturale tra Mediterraneo e Europa. Atti del Convegno internazionale, Ponzone, 9-12 giugno 1998, a cura di G. Soldi Rondinini, Ponzone 2000, pp.73-87.
Architettura del desiderio: nobiltà  e cavalleria nei revival del castello medievale, in Dal castrum al ‘castello residenziale`. Il medioevo del reintegro o dell’invenzione. Atti delle giornate di studio, Torino 12-13 marzo 1999, a cura di M. Davico Viglino ed E. Dellapiana Tirelli, Torino, Celid, 2000, pp. 65-72.
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Il Piemonte e l`Ordine di Malta: il Gran Priorato di Lombardia,  in Gentilhuomini Christiani e Religiosi Cavalieri. Nove secoli dell’Ordine di Malta in Piemonte, a cura di T. Ricardi di Netro-L.C. Gentile, Milano, Electa; 2000, pp. 13-14.
I cavalieri  giovanniti del priorato di Lombardia   fra Ordine e societa, in Un’area di strada: l’Emilia occidentale nel Medioevo, a cura di R. Greci, Bologna, CLUEB, 2000, pp. 61-72.
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(con P. GUGLIELMOTTI, M. VALLERANI) Definizione  del territorio  e reti di relazione nei comuni piemontesi nei secoli XII e XIII, in Städtelandschaft-Städtenetz-zentralörtliches Gefüge , Mainz 2000, pp. 191-232.
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Uno stato d’animo. Memoria del tempo e comportamenti urbani nel mondo comunale italiano, Firenze, University Press, 2002.
I giardini dell`astigiano nord-occidentale  fra Sette e Ottocento  nelle testimonianze  di Giovanni Secondo De Canis, in Giovanni Maria Molino, Un`importante committenza per Brusasco, a cura di C. Caramellino e C. Castiglioni, Brusasco 2002, pp. 155-170.
Alcune considerazioni sui rapporti fra fonti scritte e fonti archeologiche, ne La gestione del territorio. Memoria, partecipazione, sviluppo della ricerca. Atti del Convegno nazionale. Saluzzo, 11-12 novembre 2000), a cura di G. Di Gangi e C.M. Lebole, Dronero, L`Arciere, 2002, pp. 93-103.
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Le origini del comune di Genova, in Comuni e memoria storica. Alle origini del Comune di Genova, Atti del Convegno di studi Genova 24-26 settembre 2001, Genova 2002 ("Atti della Società Ligure di storia patria, n.s., XLII - CXVI -, f. 1), pp. 237-259.
Conclusioni, in Miti e segni del medioevo nella città e nel territorio. Dal mito bolognese di re Enzo ai castelli neomedievali in Emilia Romagna, a cura di M. Giuseppina Muzzarelli, Bologna, Clueb, 2003, pp. 215-220.
Il mondo animale nell`onomastica e nell`araldica  dell`Astigiano medievale, in Bestie, santi, divinità. Maschere animali dell`Europa tradizionale, a cura di P. Grimaldi, Torino, Museo della Montagna, 2003, pp. 145-158.
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Medioevo ideale e medioevo reale nella cultura europea della prima metà del Novecento, in Medioevo ideale e medioevo reale nella  cultura urbana. Antonio Avena e la Verona del primo Novecento, a cura di P. Marini, Verona 2003, pp. 53-61.
Il “Codex  Astensis” e l`organizzazione del territorio, in "Libri iurium" e organizzazione del territorio in Piemonte (secoli XIII-XVI), a cura di P. Grillo e F. Panero = “Bollettino della Società per gli studi storici, archeologici ed artistici della provincia di Cuneo”, 123 (2003), pp. 79-92.
Origini e composizione sociale del comune di Acqui, ne Il tempo di San Guido vescovo e signore di Acqui, a cura di G. Sergi e G. Carità, Acqui 2003, pp. 79-92.
Lombardi come “usurai manifesti”: un mito storiografico?, in “Società e storia”, 26 (2003), 100-101, pp. 255-272.
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Gli statuti di Asti fra sopravvivenza comunale e sottomissione principesca, in Signori, regimi signorili e statuti nel tardo Medioevo, VII Convegno del Comitato Italiano per gli studi e le edizioni delle fonti normative (Ferrara, 5-7 ottobre 2000), a cura di R. Dondarini, G.M. Varanini, M. Venticelli, Bologna, Pàtron,  2004, pp. 75-82.
Il castello di Pollenzo. Il sogno del Medioevo per un re romantico, in Romani e barbari. Incontro e scontro di culture, a cura di S. Giorcelli Bersani, Torino 2004, pp. 243-251.
"Sub imperio abbatisse". Il monastero di Sant`Anastasio fra dipendenza vescovile ed esercizio di poteri signorili   (secoli XI e XII), in Sant’Anastasio dalla cripta al museo, Atti del Convegno di studi storici, archeologici e storico-artistici (Asti, 15-16 maggio 1999), a cura di D. Gnetti-G.P. Silicani, Asti, Gruppo Ricerche Astigiane/Comune di Asti, 2004, pp. 51-60.
(con G. CASTELNUOVO e G.M. VARANINI), Le aristocrazie dai signori rurali al patriziato, Roma-Bari, Laterza,  2004.
Spunti per una storia del paesaggio astigiano di antico regime con particolare riguardo al nord-ovest, in “Quaderni di Muscandia”, (2004), pp. 70-81.
Editoria tra `800 e `900. Fumetto, in Arti e storia nel Medioevo, a cura di E. Castelnuovo e G. Sergi, IV, Il Medioevo al passato e al presente, Torino, Einaudi, 2004, pp. 711-735.
Tra credito e usura: il caso dei “lombardi” e la loro collocazione nel panaroma economico dell’Europa medievale, in Politiche del credito. Investimento consumo solidarietà, Atti del Congresso Internazionale (Asti, 20-22 marzo 2003), a cura di G. Boschiero-B. Molina, Asti, Centro studi sui Lombardi, 2004, pp. 141-161.
Il riordino politico del territorio comunale di Asti:  le villenove duecentesche, in  “Bollettino storico bibliografico subalpino”, CII (2004), pp. 413-441.
I Lombardi in Europa nel medioevo, a cura di R. Bordone e F. Spinelli, Milano, Franco Angeli, 2005.
Spunti per una storia dell’alimentazione a Vercelli nel medieovo alla luce dei più recenti ritrovamenti archeologici, ne Il misero cibo. Vescovi e carità a Vercelli tra medioevo e rinascimento, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte, 2005, pp. 145-162.
Acque e mulini in Valtriversa tra medioevo ed eta’ moderna, in Acque e mulini nel Piemonte di antico regime, a cura di R. Bordone e R. Gendre, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2005, pp. 27-45.
Il romito del Cenisio, i Longobardi  e Carlo Magno alla Chiusa: spunti romantici di un itinerario in Valle di Susa, ne I Longobardi e le Alpi, Atti della giornata di studio “Clusae Longobardorum, i Longobardi e le Alpi”, Chiusa di San Michele, 6 marzo 2004, Susa, Segusium, 2005, pp. 67-84.
Mangiare al castello. Fonti scritte e fonti archeologiche sull’alimentazione al castello di Moncalieri tra medioevo ed eta’ moderna. Prime considerazioni, ne Il sapere dei sapori. Cuochi e banchetti nel castello di Moncalieri, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte 2005, pp. 41-67.
La fondazione di  Villanova, in Villanova d’Asti.  Città storica da conservare, a cura di C. Bartolozzi e F. Novelli, Torino, CELID, 2005, pp. 15-27.
Dalla carità al credito.  Ricchezza e povertà ad Asti dal medioevo all’Ottocento, a cura di R. Bordone, Asti, Cassa di Risparmio di Asti,  2005.
Gualino e la stagione neo-medievalistica, in “Annali del Centro Pannunzio”, XXXVI (2005/2006), pp. 327-335.
La provincia di Asti: possibile identità “astigiana”?, in Tra sviluppo e marginalità. L’Astigiano dall’Unità agli anni Ottanta del Novecento, a cura di  R. Bordone, N. Fasano, M. Forno, D. Gnetti, M. Renosio, Asti, ISRAT, 2006, pp. 11-26.
Nuove  prospettive   di ricerca  sulla storia urbana medievale, in Città e vita cittadina nei paesi dell`area mediterranea. Secoli XI-XV, a cura di B. Saitta, Roma, Viella, 2006, pp. 67-79.
Carlo Nicco “adornatore” delle Cronache dell’assedio di Torino, in  A. VIRIGLIO, Cronache dell’assedio di Torino 1706, ripr. anast., Torino 2006, pp. xix-xxiv.
Il mito, in Carlo Magno e le Alpi. Viaggio al centro del Medioevo, a cura di F. Crivello e C. Segre Montel, Milano, Skira, 2006, pp. 35-39 e 161.
(con D. GNETTI), Cortesia, corti, cortigiani: Asti all’autunno del medioevo, in L’affermarsi della corte sabauda. Dinastie, poteri, élites in Piemonte e Savoia fra tardo medioevo e prima età moderna, a cura di P.Bianchi e L.C. Gentile, Torino, Zamorani,  2006, pp. 193-216.
Sopravvivenza medievale e innovazione nella cucina piemontese tradizionale, ne La cucina medievale tra lontananza e riproducibilità, a cura di B.Garofani e U. Gherner, Torino, Musei Civici, 2006, pp. 66-8.
Chiese di villaggio nel paesaggio medioevale astigiano, ne Il paesaggio del Romanico Astigiano, a cura di F. Garetto e M. Devecchi, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 2006, pp. 12-18.
“Promiscuità territoriale” e delimitazione del confine in Piemonte. Il caso di Piovà Massaia e Cerreto d’Asti, in Distinguere, separare, condividere. Confini nelle campagne dell’Italia medievale, a cura di Paola Guglielmotti, "Reti Medievali - Rivista ", VII, 2006, 1
Un principato difficile: il marchesato di Monferrato tra comunità soggette e fedeltà personali, in  Cartografia del Monferrato. Geografia, spazi interni e confini in un piccolo Stato italiano tra Medioevo e Ottocento, a cura di B.A. Raviola, Milano, Franco Angeli, 2007, pp. 75-88.
Olio e vino nell’alimentazione italiana dell’alto medioevo,  in Olio e vino nell’Alto Medioevo, Spoleto, CISAM, 2007 (Settimane di Studio della Fondazione Centro Italiano di studi sull’Alto Medioevo, LIV), pp. 497-537.
Genesi e ragioni di un progetto, ne Lo spazio politico locale in età medievale, moderna e contemporanea, Atti del Convegno internazionale di studi (Alessandria, 2-27 novembre 2004), a cura di R. Bordone, P. Guglielmotti, S. Lombardini, A. Torre, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2007, pp. 399-402.
(Con P. GUGLIELMOTTI, S. LOMBARDINI e A. TORRE), Lo spazio politico locale in età medievale, moderna e contemporanea e Lo schedario storico-territoriale dei comuni piemontesi: problemi di metodo e lettura delle fonti, in Lo spazio politico locale in età medievale, moderna e contemporanea. Pratiche di ricerca, problemi di metodo, esperienze di gestione. Atti del convegno internazionale di studi, Alessandria 26-27 novembre 2004, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2007, pp. 9-47 e pp. 283-293.
Bianca Lancia di Agliano e i suoi parenti, in “Tabulae del Centro studi federiciani”, XIX (2007), pp. 87-119.
Moasca nel medioevo. Le singolari vicende di un castello di confine, in Moasca  tra Medioevo e Ottocento, Moasca, Comune di Moasca, 2007, pp. 21-41.
Cavalleria e romanticismo, ne La civiltà cavalleresca e l’Europa. Ripensare la storia della cavalleria, a cura di F. Cardini e I. Gagliardi, Atti del I Convegno internazionale di studi, San Gimignano, 3-4 giugno 2006, Pisa/S. Gimignano, Pacini/Comune di S. Gimignano, 2007, pp. 243-256.
Carlo Magno dopo Carlo Magno. La fortuna alpina di un mito, in Carlo Magno e le Alpi, Atti del XVIII Congresso internazionale di studi sull’alto medioevo  (Susa-Novalesa, 19-21 ottobre 2006), Spoleto, CISAM, 2007, pp. 413-439.
Colline e castelli, campi e vigneti nell’iconografia dell’Astigiano fra il Basso Medioevo e la prima Età Moderna, ne Il paesaggio dipinto. Astigiano, Monferrato e Langhe, a cura di Osservatorio del Paesaggio-O. Coffano, Asti, Cassa di Risparmio di Asti, 2007, pp.  59-71.
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I confini della comunità. Incertezza territoriale e assetto insediativo tra medioevo ed età moderna in Piemonte, in Città e territori nell’Italia del Medioevo. Studi in onore di Gabriella Rossetti, a cura di G.Chittolini, G. Petti Balbi, G. Vitolo, Napoli, GISEM-Liguori, 2007, pp. 55-73.
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Cinema e medioevo, in Lezioni sul Medioevo, a cura di D. Romagnoli, Guastalla, Comune di Guastalla, 2007, pp. 79-84.
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Un`effimera ‘villanova’ duecentesca. Nascita e decadenza della prima Villafranca d`Asti nel riordino del territorio politico astigiano, in “Bollettino storico-bibliografico subalpino”, CV (2007), pp. 393-458.
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I Roero in Europa, in Piemonte e in valle di Susa, in Alpi da scoprire. Arte, paesaggio, architettura per progettare il futuro, a cura di A.De Rossi, G. Sergi, A. Zonato, Borgone Susa, Edizioni del Graffio, 2008, p. 49.
“Une tres noble jouste”, in TOMMASO III DI SALUZZO, Il Libro del Cavaliere Errante (BnF ms. fr. 12559), a cura di M. Piccat, Boves, Araba Fenice, 2008, pp. 27-35.
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«La forest de longue actente ». Maria di Clevès, duchessa d’Orléans e signora di Asti (1465-1482), ne “Il Platano”, XXXIII (2008), pp. 201-223.
La battaglia  di  Cossano  (24 Marzo 1274), in Trasformazioni di una comunità di Langa. Cossano Belbo, a cura di R. Grimaldi, Canelli, Fabiano Editore, 2008, pp. 75-88.
La medievalizzazione del tempo festivo, ne Il Teatro della Vita. Le feste tradizionali in Piemonte , a cura di L. Nattino-P. Grimaldi, Torino, Omega Edizioni, 2008, pp. 97-106.
Il tempo e il denaro, in Tempus mundi umbra aevi. Tempo e cultura del tempo tra medioevo e età moderna, a cura di G. Archetti e A. Baronio, Brescia, Fondazione Civiltà Bresciana, 2008, pp. 339-346.
Trasformazioni della geografia del potere tra Piemonte e Liguria nel basso medioevo, in "Bollettino storico-bibliografico subalpino", CVI (2008), pp. 445-463.
1500 anni di invasioni e dominazioni straniere. Dai territori costruiti dai comuni al 1861, ne La cultura italiana, diretta da L.L. Cavalli Sforza, I, Terra e popoli, a cura di L.L. Cavalli Sforza e A. Piazza, Torino, UTET, 2009, pp. 426-433.
(con G. SERGI), Dieci secoli di medioevo, Torino, Einaudi, 2009.
The Lady of Shalott. Di telai e di tele, di amore e di morte nel medioevo vittoriano, ne Dal mito alla contemporaneità. Tessere la vita. Telai e arte della tessitura a 360o. Per un percorso interattivo interdisciplinare, a cura di C. Gutermann, M.G. Imarisio, D. Surace, Moncalieri 2009, pp. 160-166.
L`attivita` tessile nel medioevo, ibidem,pp. 27-30.
Caratteristiche sociali  e attività economiche  del primo gruppo dirigente comunale, in Storia di Fossano e del suo territorio , I, Dalla preistoria al Trecento, a cura di R. Comba, R. Bordone, R. Rao, Fossano, Co.re Editrice, 2009, pp. 134-149.
"Ius primae noctis" alle origini di Fossano?, ibidem, pp. 175-178.
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I cavalieri  di San Giovanni dalle origini a Malta, in Cavalieri. Dai Templari a Napoleone. Storie di crociati, soldati, cortigiani, a cura di A. Barbero e A. Merlotti, Milano, Electa, 2009, pp. 91-103.
Le pretese di Bonifacio, in Bonifacio di Monferrato e il Comune di Asti. Scontri e confronti alla fine del secolo XII, a cura di E.C. Pia, Asti, Comune di Asti, 2009 (Atti della Tavola Rotonda, Asti, 6 ottobre 2007), pp. 35-51.
Attività e presenza territoriale dell`Ordine Gerosolimitano in Piemonte, in Cavalieri di San Giovanni in Liguria e nell`Italia settentrionale. Quadri regionali, uomini e documenti, a cura di J. Costa Restagno, Genova-Albenga, Istituto intern, di Studi Liguri, 2009 (Atti del Convegno, Genova, 30 settembre-2 ottobre 2004), pp.313-330.
La difficile attribuzione del santo Patrono: il caso di Villafranca d`Asti, ne “Il Platano”, XXXIV (2009), pp. 106-131.
The survival of medieval knighthood over the centuries: a journey through the culture and taste of the Occident in reverse, in"Imago Temporis Medium Aevum", 3 (2009), pp. 293-309.
Suggestioni neomedievali alla Mandria. Rosa Vercellana e il Castello dei Laghi, in "Bollettino storico bibliografico subalpino", CVIII (2010), pp. 143-155.
Chieri nel medioevo: insediamento e organizzazione politica, in  Archeologia a Chieri. Da Carreum Potentia al Comune bassomedievale, a cura di G. Pantò, Torino, Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte, 2010, pp. 33-37.
http://win.cittafutura.al.it/web/_pages/detail.aspx?GID=32&DOCID=5457
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giancarlonicoli · 6 years ago
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Domenica 23 Giugno 2019
La dittatura della gente
e il declino dei leader
Venerdì mattina, durante la presentazione dell’archivio di Antonio Spallino, quello che è stato il più amato e forse il più grande sindaco di Como, abbiamo avuto la conferma di una grande verità. E cioè che la retorica dell’ “uno vale uno” e del “lo voto perché è come me” è una delle più clamorose truffe confezionate da questa penosa stagione politica.
Il sindaco, il ministro, il premier, ma in generale l’uomo di vertice, quello al quale vengono affidate responsabilità importanti in ambito aziendale, istituzionale, amministrativo, insomma, il capo, non può e non deve essere uno come gli altri. Non deve essere uguale agli altri. Deve essere migliore. Più intelligente, più colto, più saggio, più coraggioso, più tenace, di sicuro anche più cinico, spietato e feroce - perché chiunque l’abbia sperimentata sa bene che l’arte del comando è un pane duro non adatto a tutti i denti - ma informato da una visione superiore, strategica, di lunga durata. E questo, basta darsi un’occhiata in giro, non è un profilo da tutti, ma da pochi, e chi dice il contrario non sa di che parla o è solo un demagogo da fiaschetteria.
D’altra parte lo dice la parola stessa. Leader deriva dal verbo inglese “to lead” e cioè condurre, guidare, essere in testa. Ed è proprio così, infatti. Il leader guida, conduce, sta in testa agli altri, li porta, grazie alla loro fiducia, verso approdi che sfuggono ai tanti, ma non a lui. E il vero coraggio che testimonia la sua caratura è proprio quello di saper andare contro il comune sentire, l’immaginario collettivo, le facili letture dettate dall’istinto, dal mero interesse di parte, dal pulsare della panza e di sapersi affrancare da quello che la maggior parte delle persone pensa. La bontà di quella scelta si vedrà magari solo dopo anni, ma non è questo il senso ultimo della politica: vedere lontano e programmare il mondo che ci sarà tra decenni? Quanti insulti ha dovuto subire Spallino quando ha chiuso il centro alle auto? E chi è che aveva ragione, alla fine?
Ma se è questo il senso vero della politica, allora è strettamente connesso con il predominio della competenza, della capacità, del merito, della selezione, che è l’esatto contrario dell’esaltazione retorica, demagogica e stracciona della gente, della massa, del collettivo unico, informe e indistinto che spegne ogni caratteristica specifica del singolo individuo, visto come fonte di ogni male, ed esalta invece la compattezza eburnea del popolo, nel quale risiederebbe tutta la purezza, tutta la trasparenza, tutta la sapienza. E quindi, basta abbeverarsi a quella fonte teologale per capire cosa serva veramente al cittadino e regalargli così la felicità eterna e imperitura.
E infatti è in questo modo che funziona. Il leader non ha più nulla da indicare, non ha orizzonti lontani da esplorare, non ha percorsi lunghissimi da avviare, e che magari verranno portati a termine da qualcun altro dopo il suo occaso, sui quali sospingere una collettività di individui senzienti e pensanti che si fidano di lui e quindi gli si affidano. No, ora il leader fa l’esatto opposto. Si fa guidare, si fa condurre, si fa portare da un’onda che lui non ha suscitato. La rincorsa dei sondaggi, delle ricerche di mercato, degli sbalzi d’umore tutti emozionali degli elettori - deriva vecchia di trent’anni, ma che dalla disintermediazione digitale ha ricevuto l’accelerata decisiva - spinge il capo a seguire l’umore delle masse, a vellicarne gli umori, le pulsioni, le contraddizioni, gli estremismi, a lisciare il pelo al suo ventre molle, a modellarsi sugli istinti, a diventare concavo quando la massa è convessa e convesso quando è concava, a plasmarsi, a uniformarsi, a conformarsi come novello Zelig. E non è questione di destra o sinistra: è un’onda omnicomprensiva che tutto avvolge, tutto sminuzza, tutto narcotizza.
E se funziona così, allora l’orizzonte non diventa più strategico, ma meramente tattico, i cicli non sono più decennali, ma rapidissimi, mutevoli, contraddittori, quello che vale il giorno prima non vale più il giorno dopo, tutto diventa il contrario di tutto e tutto diventa materia da talk show ululante, da diretta facebook verbosa e rubizza, da balle spaziali spacciate per verità eterne, tutto degrada a ciarpame, l’analisi storica scompare dalla scena, la complessità gigantesca del governare viene macchiettizzata a operetta di regime da strapaese nella quale numeri, dati e trattati non valgono più niente.
Ma insomma, pensateci un attimo. Perché per qualsiasi nostra esigenza professionale, sanitaria, scolastica, abitativa eccetera affidiamo sempre l’incarico a uno specialista esperto e competente e invece siamo pronti a delegare il futuro del nostro paese al primo cialtrone che passa per la strada? Come mai, regolarmente e da sempre, ci ritroviamo come deputati, senatori e ministri soggetti ai quali non affideremmo neanche la pulizia del nostro garage? Perché? Che ci frulla nel cervello quando votiamo questi statisti di destra, di centro e di sinistra? Misteri.
Esiste un unico momento nel quale l’“uno vale uno” ha senso ed è anzi un principio obbligatorio. Quello della partenza dai blocchi prima della corsa. Tutti - e quando diciamo tutti, vuol dire tutti - donne, uomini, belli, brutti, ricchi, poveri, bianchi, neri, credenti, atei, terroni, polentoni, interisti, juventini eccetera devono avere le stesse opportunità. Nessuno escluso. Tutti devono avere la chance di farcela, di provarci, di combattere nello studio, nei concorsi, nelle selezioni. Anche un pezzente deve poter diventare presidente della Repubblica. Da lì in poi, però, deve vincere il più bravo, il più svelto, il più tenace. Il migliore, come dicevamo all’inizio. Non l’amico degli amici, il figlio di quello là, il protetto di quello lì, il tesserato, il cooptato, l’amante, il servo, il faccendiere, il leccapiedi. Ma visto che, invece, nella repubblica delle banane finisce troppo spesso così, forse abbiamo già risposto alla nostra domanda di partenza.
@DiegoMinonzio
Diego Minonzio
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italianaradio · 5 years ago
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UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali
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UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali
UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali
UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali Lente Locale
di Gianluca Albanese
SIDERNO – A fine anno i sidernesi torneranno alle urne per eleggere, dopo due anni di commissariamento del civico consesso per infiltrazioni mafiose (il secondo consecutivo) i propri rappresentanti in seno alla giunta e al consiglio comunale. E se sono già avviate da tempo le trattative (informali e sottotraccia) tra alcuni soggetti politici cittadini, anche fuori dal novero dei partiti e dei movimenti c’è chi formula proposte programmatiche, avvia tavoli di discussione (anche virtuali) e immagina un futuro migliore che sappia restituire Siderno alla sua tradizione democratica e al ruolo di primissimo piano che ha sempre avuto nel comprensorio e in tutta la Calabria.
Uno di questi è un sidernese illustre, che vive a Roma da decenni ma torna spesso nella sua cittadina d’origine per trascorrere le ferie coi propri cari, tra un giro in bicicletta, i bagni al mare e qualche presentazione dei suoi apprezzatissimi libri. Ci riferiamo al giornalista del Tg2 della RAI Enzo Romeo, che mantiene inalterato il legame con Siderno e coi sidernesi tanto da coinvolgere alcuni contatti telefonici nella lettura di un vero e proprio “Manifesto per Siderno”, in cui compie un’analisi storica delle criticità attuali e delle ragioni che le hanno determinate, fino a formulare una proposta unitaria per il prossimo appuntamento elettorale, al fine di restituire la normale agibilità democratica e il diritto all’elettorato attivo (e passivo).
Un manifesto che – va detto – sta già riscuotendo parecchio interesse e che ha già dato la stura a un dibattito che però riteniamo vada esteso oltre al gruppo ristretto di destinatari originari, fino a coinvolgere l’intera comunità cittadina.
Ecco perché Lente Locale intende sottoporlo alla vostra lettura integrale.
“UN MANIFESTO PER SIDERNO
Da oltre vent’anni Siderno sta vivendo un declino senza precedenti. Le cause sono tante: di tipo economico, politico e sociale. Fattori locali e regionali si sono assommati agli effetti di una globalizzazione non governata e alle conseguenti crisi nazionale e internazionale. Le prossime elezioni sono l’occasione per tentare di invertire la rotta, ma serve uno sforzo collettivo, mettendo in secondo piano le visioni di parte in vista della realizzazione del bene comune, che è quello di garantire un futuro dignitoso alla nostra Città.
La cornice storica
Per capire come si è arrivati a questa condizione di emergenza occorre fare, pur rapidamente, un’analisi storica. La nostra cittadina aveva una vocazione essenzialmente industriale e commerciale, a cui si univa anche una buona attrattiva turistica. Già dalla metà dell’Ottocento, con l’espandersi della Marina, Siderno era divenuta il punto di riferimento per gli scambi commerciali dell’intero comprensorio, grazie anche all’approdo per i navigli, che aveva creato un legame speciale soprattutto con Amalfi. Il commercio si proiettava al Nord Italia e all’estero, attraverso la fiorente attività di raffinerie d’olio, pastifici, fabbriche di laterizi, piccole industrie per la lavorazione del legname, della liquerizia e della radica per pipe. L’industria si raccordava con l’agricoltura (soprattutto ulivi e agrumi), che era ancora una voce importante per l’occupazione. Inoltre, era andato man mano crescendo il settore terziario con l’apertura di scuole e uffici. Siderno offriva piena occupazione non solo ai propri cittadini, ma a molti abitanti dei paesi viciniori, che la consideravano una piccola Milano. Nel secondo dopoguerra, infine, c’era stata la presa di coscienza delle potenzialità turistiche, culminata con la costruzione del Lungomare, il primo dell’intera costa jonica.
Fino agli anni Sessanta tutto questo aveva permesso un progresso più o meno armonico. C’era una zona industriale (quella a nord della stazione ferroviaria) con fabbriche, fornaci, oleifici, manifatture varie; c’era un centro cittadino con palazzetti a uno o due piani, uniformi dal punto di vista architettonico; c’erano i quartieri legati alla pesca (Sbarre e Santa Caterina); c’era il vecchio capoluogo di Siderno Superiore, bisognoso di interventi di restauro ma sostanzialmente intatto nella sua struttura originaria; c’erano le tante e popolose contrade sparse tra orti, vigneti e giardini; e c’erano infine ampie aree di verde agricolo a ridosso del nucleo urbano, il più ampio dei quali era il Feudo, che faceva da cuscinetto con la vicina Locri.
Negli Anni Ottanta la tumultuosa ma disordinata crescita socio-economica e il boom edilizio resero urgente una riorganizzazione complessiva del territorio comunale. Dopo lunghe lotte era stata ottenuta l’apertura dell’Ospedale civile, mentre si moltiplicavano i cantieri per la costruzione di nuovi edifici abitativi, spesso realizzati in condizioni di abusivismo. Si arrivò così all’approvazione del Piano regolatore, che prevedeva una zona di espansione industriale in contrada Pantanizzi (alle spalle della Fabbrica D’Agostino) e una zona turistica dal lato opposto del centro urbano (intorno all’Hotel President). Purtroppo, il Piano ben presto fu ampiamente emendato per avallare lo status quo che intanto si era creato con la collocazione abusiva di edifici di civile abitazione e di strutture a uso commerciale o di artigianato.
Ciò ha favorito il disordine urbanistico, mentre la mancanza di un progetto di sviluppo ha provocato un’involuzione in senso anarcoide del tessuto cittadino. Le attività industriali si sono via via ridotte o sono scomparse (basti citare l’Oleificio Romeo e il cementificio D’Agostino), mentre si è cavalcata l’onda consumistico-commerciale, ma senza incanalarla in un alveo che garantisse continuità. Il nuovo commercio sidernese, sviluppatosi a fine millennio, non è stato più sostenuto dalla produzione industriale e manifatturiera, né è stato finalizzato all’esportazione (come s’era fatto nei tempi passati), ma si è retto sul consumo interno, presupponendo un retroterra economico che si andava invece 2
sfaldando rapidamente. Un apparente benessere, frutto della momentanea circolazione di denaro, dovuta spesso ad attività illecite, ha dato per qualche anno l’illusione che si potesse ottenere per vie traverse ciò che non si riusciva più a raggiungere attraverso la strada principale, fatta di fatica e di lavoro. Il risveglio è stato duro e tuttora ne paghiamo le conseguenze.
I commissariamenti
Tutto questo ha favorito l’espandersi di zone grigie in cui è difficile distinguere il lecito dall’illecito. Le conseguenze, sul piano amministrativo, sono state disastrose e hanno portato a ben tre commissariamenti del Consiglio comunale per infiltrazioni di stampo mafioso, in base all’art. 143 del Testo unico degli Enti locali (d.lgs. 267/2000). Ci sono procedimenti giudiziari e amministrativi in corso e quindi è giusto non addentrarsi troppo nel campo dei giudizi. Si possono, però, fare due considerazioni.
La prima riguarda lo Stato, che non deve limitarsi a provvedimenti punitivi, ma ha il dovere di accompagnare con adeguati strumenti di sostegno il Comune in difficoltà. Il ripetuto ricorso all’istituto del commissariamento rischia di produrre un’ulteriore perdita di senso civico tra la cittadinanza e di indebolire de facto il sistema democratico. Perché dovrei andare a votare, se il rappresentante che eleggo è poi sistematicamente sostituito da un commissario prefettizio?
La seconda considerazione riguarda, invece, tutti noi. È tempo di accettare la sfida della legalità, uscendo dagli equivoci ed eliminando ogni comportamento che offra contiguità e dia spazio agli ambienti della ҆ndragheta o di altre consorterie arbitrarie. Non si tratta di promuovere una crociata o una sorta di “guerra civile” tra i cosiddetti buoni e i cosiddetti cattivi, ma di far capire a ciascuno che la crescita economico-sociale condotta col malaffare è illusoria e trascina in un vicolo cieco anche coloro che ne tirano le fila.
Per superare lo scollamento tra cittadinanza e rappresentatività istituzionale dobbiamo riscoprire il senso delle cose. Il Comune rimanda allo stare insieme e il Municipio (da munia, doveri, oneri e capĕre, prendere, assumere) è il luogo dove la comunità è amministrata. La stessa funzione del Sindaco (da syn, con, insieme, e díkē, giustizia) è orientata all’onesta e sana convivenza civile.
Le nuove prospettive
Non è questo il momento di parlare di programmi. Si può adesso solo accennare agli ambiti di impegno più urgenti. A cominciare dal quello culturale e pedagogico. La rinata attività della Biblioteca comunale, per opera di un gruppo spontaneo di cittadini, e la costituzione di comitati per la salvaguardia della salute pubblica sono l’esempio di una partecipazione “dal basso” fondamentale per una svolta positiva.
Nuova attenzione va riservata all’attività scolastica. Se Siderno avrà buone scuole – dalle materne alle superiori – dove si insegna (anche l’educazione civica!) con serietà e abnegazione, allora ci sarà una speranza in più di cambiare le cose. Auspicabile, nella prospettiva di un’inversione di mentalità, il risveglio dell’associazionismo: culturale, religioso, sportivo. Tutti, per la propria parte, possono contribuire alla “promozione umana” della nostra Città, in un momento così cruciale e delicato.
Un cenno va fatto all’emergenza ambientale: vanno eliminate le aree di abbandono e degrado, alcune centralissime, come la zona dell’ex Pastificio Cataldo e dell’ex industria Materazzi; va perfezionata la raccolta dei rifiuti, da una parte migliorando il servizio offerto dalla società appaltatrice e dall’altro individuando gli evasori; va garantita la pulizia delle acque marine, elemento indispensabile, oltre che per la salute pubblica, per la salvaguardia dell’attività turistica; vanno messe in sicurezza le falde acquifere di Pantanizzi e smaltiti definitivamente i velenosi residui di lavorazione dell’ex fabbrica chimica BP; va eliminato l’inquinamento olfattivo prodotto dalla discarica di 3
contrada San Leo, anche a costo di chiedere la chiusura definitiva del sito; va riattivata la Diga, che da oasi di verde pubblico si è trasformata in area di pubblico abbandono.
Guardando più in prospettiva, va ripresa l’idea di una “confederazione” amministrativa con i Comuni vicini, superando campanilismi anacronistici e prendendo atto della già avvenuta conurbazione. La trasformazione della nostra Provincia in Città metropolitana ha fatto sì che le attenzioni e le risorse tendano a concentrarsi sul capoluogo reggino, lasciando indietro le zone considerate periferiche, come l’alta fascia jonica, peraltro suddivisa in tanti centri, quasi tutti di piccole dimensioni. Fatta salva l’azione dell’Associazione dei Comuni della Locride, sarebbe lungimirante pensare a un’area metropolitana Siderno-Locri-Grotteria-Marina di Gioiosa per dare più peso alle istanze comprensoriali e armonizzarle meglio.
Toccherà ad altri, a tempo debito, stilare una lista di priorità per mettere in atto un piano strategico di interventi.
L’urgenza di una grande coalizione
Abbiamo davanti un puzzle da ricomporre e dalla capacità di rimettere insieme i pezzi, per riportare l’immagine alla sua armonia, dipenderà anche la possibilità per Siderno di riavere prospettive di occupazione e rilancio.
Occorre a questo punto una grande coalizione cittadina, così come richiesto dalla situazione particolare di emergenza che stiamo attraversando, abbandonando temporaneamente le categorie di maggioranza ed opposizione, per coagulare il sostegno di tutti – partiti politici, forze sociali, singoli cittadini – verso l’obiettivo di salvare la nostra Città. Il momento è arrivato in cui le gravi emergenze del territorio vanno affrontate senza gabbie ideologiche e con un impegno trasversale. Di fronte alle sfide che attendono Siderno si possono mettere insieme, in nome del bene comune, l’umanesimo cristiano, il solidarismo di matrice socialista e il liberalismo moderato. Non è più tempo di navigare a vista, approdando qua e là, di favore in favore, e accontentandosi del piccolo cabotaggio. Questo andazzo ha solo impoverito Siderno e ne ha depauperato le risorse. Bisogna adesso sciogliere la vela grande e riprendere il largo. Altrimenti detto, è necessario riappropriarsi della politica, intesa nella sua accezione più alta, di servizio alla res publica prima che di luogo dove si esercita il potere. La nostra Città attende un segnale, che dimostri che – nonostante tutto – si può guardare con fiducia l’orizzonte, si possono ancora spendere tempo ed energie per realizzare il sogno di una Città prospera ed onesta.
Quando tutto sembra venir meno ci si aggrappa anche ai simboli. Siderno ne ha uno bellissimo nel suo stemma e nei suoi colori: tre stelle luminose sulle onde del mare azzurro. La stella centrale è una cometa, simbolo della direzione da seguire. Non è un caso, forse, l’assonanza tra l’emblema cittadino e lo stupendo medaglione d’oro conservato al Museo archeologico di Locri, rinvenuto molti anni fa nelle campagne di Siderno Superiore. Il reperto risale ai primi secoli del cristianesimo ed è una delle più antiche rappresentazioni dell’adorazione dei Magi. Quella figura custodisce le nostre radici e, al contempo, ci dà un’indicazione programmatica: mettersi in cammino dietro alla buona stella per giungere alla meta della salvezza. C’è un detto autoironico dei sidernesi: “Siderno inizia col sì e finisce col no”. Ribaltiamone il significato: Siderno inizia col sì al cambiamento per dire no al degrado e alla decadenza.
Rendiamoci tutti protagonisti di questo sì, di quest’inizio di tempi nuovi, guidati dalla speranza che qui e ora sia possibile costruire un domani per noi e per i nostri figli.
Enzo Romeo”.
Fin qui la proposta di Enzo Romeo, che riteniamo vada tenuta nella debita considerazione e che merita un supplemento di riflessione.
UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali Lente Locale
UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali Lente Locale
di Gianluca Albanese SIDERNO – A fine anno i sidernesi torneranno alle urne per eleggere, dopo due anni di commissariamento del civico consesso per infiltrazioni mafiose (il secondo consecutivo) i propri rappresentanti in seno alla giunta e al consiglio comunale. E se sono già avviate da tempo le trattative (informali e sottotraccia) tra alcuni soggetti […]
UN MANIFESTO PER SIDERNO La proposta del giornalista Rai Enzo Romeo in vista delle prossime elezioni comunali Lente Locale
Gianluca Albanese
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saleggdbshoes-blog · 6 years ago
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nuoveggdb-blog · 6 years ago
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discountsaleggdb-blog · 6 years ago
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shopggdbonsales-blog · 6 years ago
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saleggdbsneakers-blog · 6 years ago
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A3: Dottore vocale la tecnica di operazione addominoplastica in Thailandia è parte definitiva dell'esperienza di riassumere. Le possibilità riducono la sua sfida medica è senza dubbio l'atteggiamento in cima a quella cura prodotta dalle infermiere, ma gli impiegati dell'ufficio amministrativo. La Thailandia è conosciuta a livello internazionale come 'La terra associata ai sorrisi' per produrre una buona risposta perché. La disposizione botanica che coinvolge il popolo thailandese è spesso la cura, la bellezza e l'illuminazione. Probabilmente questa metà di voi sarà l'esperienza che vi resterà per tutto il tempo. Prendi una spesa. Basta posizionare il tuo portafoglio di famiglia in cima a quello non goderti un centesimo. Lo so, il tuo istinto genuino sarà iniziare a pagare tutto e / o dare dei costi se vuoi la famiglia. Ancora no, anche così. L'ingresso in modo che sia l'edificio del Reichstag così come salire la cupola di vetro non costa troppo denaro. Possiamo vedere ovunque da lì quella vista spettacolare dell'elegante Berlino. C'è un problema, eppure ancora. La linea di visitatori del sito Web è generalmente lunga. Se Stern era un nuovo Scarpe Golden Goose Outlet ompagno amorevole che dichiara di essere, perché, di fronte al suo abuso di droghe autoesplicativo, non ha fatto arrivare Anna Nicole a riabilitare dove la tossicodipendenza delle donne e la Golden Goose Scarpe epressione di sua moglie potrebbero sicuramente essere affrontate da dipendenti? Prima di lasciar andare qualcuno, chiedi sempre informazioni a te stesso se gli ultimi impiegati sono quasi sempre le donne agili ma flessibili che hai la capacità di mantenere. Durante un declino è considerato critico in cui pensare come un business molto piccolo e come conseguenza bastone attraverso i clienti che possono multi-task. L'invecchiamento non riguarderà l'installazione di piastrelle di ceramica e la preparazione in modo da morire. In realtà è una posizione di stile di vita da vivere di solito al massimo. Joe Weider ha chiamato a prendere in considerazione la formazione di integratori vitaminici nutrizionali la 'vendita d'oro delle oche' della vita prolungata. Uno riguardo ai suoi obiettivi era la prova in cui gli uomini eccessivamente 40 possono essere altrettanto vitali quando uomini di 25. Queste persone e Jack portarono Lalanne i due di loro dimostrarono che Golden Goose Outlet Scarpe uesto specifico rimaneva vero. 'Entro i dodici mesi del 2025, alcuni di noi potrebbero trovarsi in 125 anni molto lunghi', ha Golden Goose Outlet ffermato Weider. L'esigenza di vita è spesso aumentata rispetto agli anni 80 del 2010. Ci sono 'traslochi' nei mercati che forse non possono essere spiegati. Le prospettive di un cavallo enorme si allungheranno o si accorciano, e soprattutto spesso, potrebbero essere indubbiamente perché una distribuzione ha deciso di scegliere pesantemente in un momento speciale. Un caso come se fosse andato storto a tutti in svedese. Un cavallo francese chiamato 'Wild Thing' è venuto per l'ippodromo di Auteuil, avendo il miglior prouesse eccellente in Canada (non pensato per le corse di soluzione), quindi le probabilità a causa del 15/1. Potrebbero esprimere delle semplici probabilità in un'area di esperienza di 17 cavalli. Come ora abbiamo visto cambiare le loro probabilità, Wild Difficulty è rimasto impassibile a 15/1 - eventualmente un minimo di minuti fino ad oggi la nazionalità ha iniziato | and | for | 1. | (Space) | * |; |: |} dove è caduto uno che include un dispositivo esplosivo. Wild Option è salito a 2/1, e ha ottenuto il workshop in modo così brillante, ha girato più volte direi gli altri animali. Ha una vista splendida. Quello che gli individui sono in apparenza per è senza dubbio una mappa stradale per prosperità. Quale tabella di marcia sarà diversa da unità familiare a coniuge e figli e singolare a personalizzata. Ogni bambino ha la sua situazione, i suoi bisogni, i suoi valori, le priorità anche le definizioni dietro la libertà finanziaria. Inoltre, le famiglie e le famiglie vogliono educare se stessi in lavori specificamente monetari senza in questo momento dipendere dalla parte superiore della loro banca, dal loro agente di copertura assicurativa o persino dal suo agente finanziario. Vogliono finire come in grado di creare le proprie possibilità per i propri spostamenti. E un buon numero vuole un'opzione finanziaria 'illuminata' - essere in grado di raggiungere la quantità senza limitare la propria integrità, i propri valori, la propria soddisfazione o i propri amici personali. Questi vogliono quando hai bisogno di capire i regolamenti finanziari pratici in modo che possano sviluppare 'uova d'oro' prese dalla loro liberazione economica 'oca'.
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italianaradio · 5 years ago
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Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo
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Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo
Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo
Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo Lente Locale
R. & P.
GERACE – Si è tenuta nei giorni scorsi nella splendida città di Barcelos, in Portogallo, la visita della delegazione della Città di Gerace, guidata dal Sindaco Giuseppe Pezzimenti, della cinque giorni prevista dal progetto Europe for Citizens Eihgt Cities for building our Europe- 8C2C4EU, approvato sulla misura Network di città e coordinato da Loredana Panetta dirigente amministrativo di Gerace, comune capofila. Si tratta di un progetto che segue la discussione sulla crescita dell’euroscetticismo e il populismo, cercando di proporre delle soluzioni dall’interno degli Stati membri anche grazie al partenariato composto da otto Stati. Gli incontri programmati si sono tenuta dal 3 al 6 dicembre attraverso una serie di eventi per far conoscere le rispettive realtà e promuovere un confronto tra i partecipanti. Per quanto riguarda la parte istituzionale la visita ha registrato la presentazione dell’evento con la stampa locale dove hanno preso parte i rappresentati degli otto Enti che prendono parte al progetto che, oltre a Gerace, sono la città portoghese di Barcelos, in questo caso anche ospitante, rappresentata dal vicesindaco Armandina Soleiro, quindi è intervenuto il sindaco di Gerace Giuseppe Pezzimenti che ha ringraziato per l’ospitalità ed ha sottolineato l’importanza di un continuo confronto tra i partecipanti, al fine di contribuire alla crescita del singolo ente all’interno di un progetto che possa proseguire a rendere sempre più dinamiche le relazioni sociali e culturali che sono alla base per la promozione dei territori coinvolti; il tutto in un contesto europeo, dove è sempre più importante saper interagire attraverso un modello di rete condivisa. Il Sindaco Pezzimenti, infine, ha evidenziato l’importanza di condividere un percorso comune per rendere fruibili i territori locali in un contesto sovranazionale di libertà e uguaglianza contro ogni forma di oscurantismo, anticipando, cosi i temi affrontati nel corso del successivo meeting intitolato “Euroscetticismo: l’origine e gli effetti sul futuro dell’Europa”. La conferenza si è aperta con l’omaggio di un giovane studente dello Scientifico “Mazzone” di Roccella Jonica, Alessandro, applaudito per l’esecuzione di alcuni pezzi di musica classica eseguiti al pianoforte. Dopo i saluti della vicesindaco di Barcelos, Armandina Saleiro, sono seguiti gli interventi di numerosi esperti internazionali, tra cui il relatore Antonio Magalhaes per il Portogallo, Presidente dell’Istituto Politecnico IPCA di Minho; dall’Italia l’intervento sul populismo e i rischi per la democrazia è stato presentato da Alessandra Tuzza dell’Edic Calabria&Europadi Gioiosa Jonica. L’Ungheria con la città di Kistelek ha analizzato la necessità distinguere tra coloro che vogliono cambiare l’Europa e coloro che vogliono eliminarla. Quindi la città di Narva in Estonia, ha posto l’attenzione sullo studio statistico del fenomeno dell’euroscetticismo, che comunque sembra non aver preso piede in questa realtà, che vanta un forte 84% dei cittadini a favore dell’Europa e dei suoi risultati. A seguire la Spagna con la città di Teruel, che analizzando alcune statistiche ha considerato come il Parlamento europeo post elezioni si presenti molto frammentato ed eletto da una maggioranza di cittadini costantemente in chiaro declino negli ultimi 20 anni. La Croatia, con la città di Skrad ha, da parte sua, messo in evidenza come l’euro scetticismo sia spesso diffuso verso le politiche che l’Europa mette a punto sui territori, mentre una notevole fiducia permanga verso la politica internazionale che promana dall’Europa, pur se la questione migratoria ne ha nettamente ridotto il plauso sulla capacità di gestione del problema. Infine la Romania con la città di Victoria ha invece puntato l’attenzione sulla gestione europea dell’economia e dei problemi correlati mettendo in chiaro come seppur in discesa rispetto al 74 % del 2004 i Rumeni restino a favore dell’Europa per il 64% della popolazione. All’incontro ha preso parte la rappresentante del Parlamento Europeo in Portogallo Katalin Gonczy, che ha interagito con i presenti e con la quale si è discusso sul contributo che l’Unione Europea può dare ai cittadini.
Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo Lente Locale
Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo Lente Locale
R. & P. GERACE – Si è tenuta nei giorni scorsi nella splendida città di Barcelos, in Portogallo, la visita della delegazione della Città di Gerace, guidata dal Sindaco Giuseppe Pezzimenti, della cinque giorni prevista dal progetto Europe for Citizens Eihgt Cities for building our Europe- 8C2C4EU, approvato sulla misura Network di città e coordinato […]
Il sindaco di Gerace e una delegazione di cittadini in Portogallo per un progetto Europeo Lente Locale
Simona Ansani
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italianaradio · 5 years ago
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EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo
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EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo
EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo
EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo Lente Locale
R. & P.
Si è chiuso a Barcelos il meeting del progetto Eihgt cities for building our Europe- 8C2C4EUTra i relatori l’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica ha affrontato il tema del populismoSi è chiusa a Barcelos, in Portogallo, la cinque giorni prevista dal progetto Europe for Citizens Eihgt Cities for building our Europe- 8C2C4EU, approvato sulla misura Network di città e coordinato da Loredana Panetta dirigente amministrativo del comune capofila di Gerace. Un progetto che segue il dibattito in corso sulla crescita dell’euroscetticismo in Europa e cerca di porsi domande e di proporre soluzioni per combattere questa deriva antieuropea agendo dall’interno degli Stati membri grazie all’ampio partenariato composto da otto stati membri diversi. Lo scambio portoghese ospitato dalla città di Barcelos ha visto dal 3 al 6 dicembre una serie di eventi per conoscere le diverse realtà coinvolte dal progetto e per promuovere il confronto e lo studio dei fenomeni in atto nei diversi Stati Europei alle prese con movimenti sempre più visibilmente inneggianti all’euroscetticismo come pure al nazionalismo ed al populismo. Tutti problemi e fenomeni che le otto città protagoniste di – 8C2C4EU- hanno analizzato durante il meeting dello scorso 4 Dicembre intitolato proprio “Euroscetticismo: l’origine e gli effetti sul futuro dell’Europa”. La conferenza si è aperta con l’omaggio di un giovane studente dello Scientifico Mazzone di Roccella Jonica, Alessandro, che ha dedicato una serie di pezzi di musica classica eseguiti al piano forte con il plauso dei convenuti, quindi i saluti della vicesindaco di Barcelos, Armandina Saleiro, ai partecipanti del progetto ed a seguire gli interventi di numerosi esperti internazionali, tra cui il relatore Antonio Magalhaes per il Portogallo, Presidente dell’Istituto Politecnico IPCA di Minho; dall’Italia l’intervento sul populismo e i rischi per la democrazia è stato presentato da Alessandra Tuzza dell’Edic Calabria&Europadi Gioiosa Jonica. L’Ungheria con la città di Kistelek ha analizzato la necessità distinguere tra coloro che vogliono cambiare l’Europa e coloro che vogliono eliminarla. Quindi la città di Narva in Estonia, ha posto l’attenzione sullo studio statistico del fenomeno dell’euroscetticismo, che comunque sembra non aver preso piede in questa realtà, che vanta un forte 84% dei cittadini a favore dell’Europa e dei suoi risultati. A seguire la Spagna con la città di Teruel, che analizzando alcune statistiche ha considerato come il Parlamento europeo post elezioni si presenti molto frammentato ed eletto da una maggioranza di cittadini costantemente in chiaro declino negli ultimi 20 anni. La Croatia, con la città di Skrad ha, da parte sua, messo in evidenza come l’euro scetticismo sia spesso diffuso verso le politiche che l’Europa mette a punto sui territori, mentre una notevole fiducia permanga verso la politica internazionale che promana dall’Europa, pur se la questione migratoria ne ha nettamente ridotto il plauso sulla capacità di gestione del problema. Infine la Romania con la città di Victoria ha invece puntato l’attenzione sulla gestione europea dell’economia e dei problemi correlati mettendo in chiaro come seppur in discesa rispetto al 74 % del 2004 i Rumeni restino a favore dell’Europa per il 64% della popolazione. Nel pomeriggio del 4 Dicembre la grande sorpresa del confronto del partenariato di progetto con i giovani della scuola secondaria di Barcelos dell’ Institute of Cavado ed Ave ed i giovani di Roccella Jonica in vacanza studio in Portogallo, all’incontro ha preso parte la rappresentante del Parlamento Europeo in Portogallo Katalin Gonczy, che ha presentato ai convenuti le attività e le funzioni dell’Assemblea elettiva europea, dettagliandone anche la composizione post elettorale. A chiusura l’intervento dell’EDIC di Minho e lo scambio di informazioni con l’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica. Cordialmente Il responsabile dell’Edic Calabria&Europa
EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo Lente Locale
EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo Lente Locale
R. & P. Si è chiuso a Barcelos il meeting del progetto Eihgt cities for building our Europe- 8C2C4EUTra i relatori l’Edic Calabria&Europa di Gioiosa Jonica ha affrontato il tema del populismoSi è chiusa a Barcelos, in Portogallo, la cinque giorni prevista dal progetto Europe for Citizens Eihgt Cities for building our Europe- 8C2C4EU, approvato […]
EDIC CALABRIA & EUROPA A Barcelos si è discusso di populismo Lente Locale
Gianluca Albanese
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italianaradio · 5 years ago
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COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale
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COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale
COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale
COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale Lente Locale
R. & P.
In seguito al declino strutturale ed economico in cui è stato condotto il nostro territorio, come Comitato pro aeroporto dello Stretto, si è dato avvio ad una mobilitazione collettiva che troverà espressione nella manifestazione pubblica che si terrà sabato 16 novembre, ore 10:30, in Piazza Italia.
La manifestazione è aperta all’adesione di tutti i nostri concittadini interessati allo sviluppo incondizionato dell’Area dello Stretto, consapevoli che il degrado territoriale ed il periodico stato di precarietà dei servizi pubblici, sono causati da un sistema distorto politico-amministrativo che da anni persegue meccanismi di cooptazione e interessi circoscritti invece che quelli dell’intera collettività.
Drammatico è a tal fine il rapporto Svimez 2019 sulle Regioni del Sud Italia e l’emigrazione per cause economiche, all’interno del quale si  è  certificato che la Calabria ha persino chiuso il 2018  con un  PIL del  – 0,3%.
Partendo dalla questione aeroporto dello Stretto, ricordiamo che da tempo si rivendica la pubblicazione del piano industriale della Società di gestione (la quale si rifiuta di adempiere ai doveri di pubblicazione secondo legge) documento quest’ultimo che deve essere integrato con i piani istituzionali locali urbani, quelli sul turismo e sui trasporti, affinché si possano realmente perseguire degli obiettivi di sviluppo aziendali e territoriali.
Mentre ci si limita alle dichiarazioni sui quotidiani e nessuno dei vari rappresentanti locali ha il coraggio di rivendicare nelle sedi opportune la pubblicazione del sopraindicato documento, al contempo l’assenza di sinergia tra gli atti programmatici sopraindicati, continua ad allontanare l’interesse degli investitori dal nostro territorio nonostante racchiuda enormi potenzialità.
Non a caso la compagnia aerea Blu Panorama ha deciso di cessare prima della scadenza contrattuale il proprio servizio di trasporto aereo, la compagnia Ryanair è latitante nonostante fosse stato annunciato il suo arrivo in pompa magna per il mese di aprile passato, così come non si ha notizia di altre misteriose compagnie che il presidente della Sacal SpA aveva annunciato prossime  all’arrivo, nondimeno la compagnia Alitalia, quale unico vettore rimasto, ha ridotto nuovamente il proprio operativo.
Il risultato finale, dopo le tante chiacchiere sullo sviluppo dell’aeroporto è che le comunità locali di Reggio e di Messina, che devono spostarsi per le più disparate esigenze sul territorio nazionale, non possono usufruire deli livelli minimi essenziali del servizio pubblico di trasporto aereo, né il volo del mattino con rientro la sera sulla tratta Reggio-Roma può giustificare economicamente il mantenimento dell’infrastruttura.
Ma la questione aeroporto, come detto, è solo il paradigma del più ampio degrado territoriale in cui ci ha condotto l’indolenza degli amministratori e dell’intera classe politica locale.
Eppure, come Comitato pro aeroporto, anche in occasione dei passati tavoli inter-istituzionali presso la Prefettura di Reggio Calabria, abbiamo più volte  invitato gli organi responsabili ad avviare le dovute sinergie e pubblicare i rispettivi piani programmatici.
E’ stato ampiamente dimostrato e certificato da più fonti autorevoli che attraverso il funzionamento efficiente dell’aeroporto si potrebbero  attrarre  quei finanziamenti, pubblici e privati, indispensabili per far ripartire l’economia in un territorio a rischio di isolamento e con il più basso tasso occupazionale, a fronte invece dalla pressione tributaria più alta d’Italia (dati quest’ultimi elaborati dalla CNA).
Nelle aree geografiche dove non funzionano i servizi pubblici e le infrastrutture, dove burocrazia e pressione fiscale schiacciano le imprese, dove la legalità è solo una parola da sviolinare nei comizi, soprattutto dove la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato è funzionale agli interessi di una stretta cerchia di persone invece che a quelli dell’intera collettività, di fronte a tutto ciò, purtroppo non vi potrà mai essere un concreto sviluppo economico e sociale del  territorio.
Parlando proprio di aspetto sociale, va inevitabilmente  considerata l’annosa emergenza sanitaria che obbliga tanti concittadini ad emigrare in altre Regioni ed a causa dei cattivi collegamenti e delle  tariffe insostenibili, oggi anche il diritto costituzionale alla salute viene sostanzialmente annichilito e spesso negato.
Ma non vanno dimenticati neanche gli importanti settori della ricerca e delle professioni, i cui attori oggi trovano grandi limitazioni e difficoltà negli spostamenti necessari per il proprio lavoro, costringendo i giovani e le eccellenze al trasferimento definitivo verso altre città, così come il nostro territorio viene puntualmente privato della possibilità di ospitare numerosi convegni e meeting…Altro che smart city!
In conclusione, il tempo non è più dalla nostra parte visto che l’emergenza territoriale in atto ha drasticamente compromesso l’economia locale ed i livelli minimi dei diritti civili e sociali, pertanto invitiamo tutti coloro che intendono veramente porre termine a questo declino nel partecipare alla manifestazione che si terrà sabato 16 novembre, alle ore 10:30, presso Piazza Italia.
Inoltre si è provveduto ad inviare ai Vertici Ministeriali una comunicazione  per ottenere risposta all’impegno di incontro precedentemente accordato al direttivo del Comitato, con il dovuto avviso alla Prefettura di Reggio Calabria, in qualità di UTG. 
Infine si sottolinea che la manifestazione, oltre ad ottenere le sopraindicate risposte, servirà soprattutto a porre fine una volta per tutte alla fase di emergenza ed aprire dal giorno dopo con la parte sana di questa terra, al di fuori delle logiche di partito quale causa del degrado territoriale, la tanto desiderata fase progettuale e di programmazione.
Il Comitato pro aeroporto dello Stretto
COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale Lente Locale
COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale Lente Locale
R. & P. In seguito al declino strutturale ed economico in cui è stato condotto il nostro territorio, come Comitato pro aeroporto dello Stretto, si è dato avvio ad una mobilitazione collettiva che troverà espressione nella manifestazione pubblica che si terrà sabato 16 novembre, ore 10:30, in Piazza Italia. La manifestazione è aperta all’adesione di […]
COMITATO PRO AEROPORTO DELLO STRETTO Sabato mobilitazione per l’emergenza territoriale Lente Locale
Francesca Cusumano
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italianaradio · 5 years ago
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BOVALINO Commento del gruppo di Nuova Calabria dopo la festa patronale: “Declino evidente. L’amministrazione si dimetta”
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BOVALINO Commento del gruppo di Nuova Calabria dopo la festa patronale: “Declino evidente. L’amministrazione si dimetta”
BOVALINO Commento del gruppo di Nuova Calabria dopo la festa patronale: “Declino evidente. L’amministrazione si dimetta”
R. & P.
All’inizio dell’estate abbiamo deciso di sospendere interventi, note stampa, post su Facebook e quant’altro perchè diversi cittadini ci chiedevano di non mettere pressione all’Amministrazione comunale, malgrado i tanti problemi del nostro paese. Ci chiedevano di concedere un ulteriore credito di fiducia a giovani e volenterosi amministratori in vista della stagione estiva e degli imminenti lavori che avrebbero cambiato in positivo il volto del paese.
Lo abbiamo fatto. E oggi, passata la festa in onore del nostro Santo Patrono, torniamo a farci sentire. Innanzitutto per fare i complimenti al Comitato Festeggiamenti San Francesco di Paola, che anche quest’anno, malgrado le risicate risorse economiche, ha allestito un articolato programma che ha allietato diverse serate di turisti e residenti. Gli stessi complimenti vanno rivolti a tutte le associazioni che si sono adoperate producendo spettacoli di alto livello, in modo particolare quelle che curano le meravigliose infiorate, sempre più belle, da consolidare e valorizzare nel tempo.
Non possiamo dire altrettanto, purtroppo, dei servizi resi dal Comune e, di conseguenza, dell’immagine del nostro paese. Abbiamo infatti assistito, in religioso silenzio, ad un triste quanto prevedibile declino!
La novità è che oggi non siamo i soli a sostenerlo. Basta leggere i tanti post di lamentele e le foto pubblicate in questi giorni da cittadini e turisti. Dalla pessima pulizia di strade e piazze – su tutte il lungomare, lasciato vergognosamente sporco dopo la festa, malgrado l’oneroso e puntuale esborso mensile per il servizio di raccolta dei rifiuti – al mancato ritiro della differenziata e degli ingombranti, dalle buche divenute oramai voragini malgrado un cospicuo finanziamento erogato da oltre 18 mesi (!), alla viabilità (traffico in tilt e parcheggi selvaggi ovunque), alla mancanza dell’acqua e dei servizi minimi essenziali per un paese che si professa “a vocazione turistica” (cestini portarifiuti, docce sulla spiaggia, isole pedonali, verde pubblico, disinfestazione, derattizzazione…). Sono la certificazione di un fallimento amministrativo che avevamo abbondantemente preannunciato.
Manca totalmente una visione di prospettiva, manca una indispensabile programmazione, manca una idea complessiva di sviluppo del paese che possa far tornare Bovalino ai fasti di un tempo. Non esistono più regole, o meglio  esistono ma nessuno le fa rispettare. Alla buona volontà e all’impegno dell’Amministrazione comunale, che pur riconosciamo, fanno da controaltare continue contraddizioni e tanta improvvisazione, segni evidenti di inadeguatezza.
Passata la festa è ora di tornare alla triste realtà e di prendere atto di una situazione che, al netto dell’inciviltà, sta diventando insostenibile per l’incapacità di organizzare i diversi servizi a distanza di oltre due anni dall’insediamento di questa Amministrazione. Oggi più che mai bisogna intervenire per cercare di salvare il salvabile. Bovalino non merita tutto questo.
A Roccella Ionica, dove si sono create reali condizioni di sviluppo economico e sociale, nei giorni scorsi si è svolto un importante concerto che ha visto partecipare decine di migliaia di persone, con notevoli ricadute positive su tutto il territorio. Tutto gestito perfettamente da una Amministrazione insediata da pochi mesi. A Bovalino, accompagnata dall’oramai patetico #noiandiamoavanti, abbiamo visto sventolare orgogliosamente su Facebook un’Ordinanza sulla viabilità, frutto del lavoro di due anni (c’era scritto proprio così…) che ha creato solo disordine e confusione.
Fermatevi. Non andate più avanti. Se davvero volete il bene di questo paese, andate a casa, prima che sia troppo tardi.
GRUPPO CONSILIARE NUOVA CALABRIA
R. & P. All’inizio dell’estate abbiamo deciso di sospendere interventi, note stampa, post su Facebook e quant’altro perchè diversi cittadini ci chiedevano di non mettere pressione all’Amministrazione comunale, malgrado i tanti problemi del nostro paese. Ci chiedevano di concedere un ulteriore credito di fiducia a giovani e volenterosi amministratori in vista della stagione estiva e
Gianluca Albanese
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italianaradio · 6 years ago
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Turchia: è cominciato il declino di Erdogan?
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Turchia: è cominciato il declino di Erdogan?
Turchia: è cominciato il declino di Erdogan?
Sono solo elezioni locali, ma le sconfitte sono di quelle che lasciano il segno. Nelle consultazioni amministrative di ieri, L’AKP, il partito di Erdogan, ha perso infatti la capitale Ankara ed è dato in un testa a testa con il Partito Popolare Repubblicano (laico, di impostazione socialdemocratica) in vantaggio anche a Istanbul. Il voto amministrativo ha fatto segnare battite d’arresto per il “Sultano” anche in città come Smirne e Antalya, mentre nel sud est la dell’Anatolia, mentre le forze filocurde riconquistano molti centri nel sud-est dell’Anatolia.
Le elezioni amministrative per Erdogan: una “questione di sopravvivenza”
A rendere ancora più significativa la debacle sono le dichiarazioni dello stesso Erdogan che, dopo mesi di intensa campagna elettorale e presenza mediatica, aveva definito il voto amministrativo come “una questione di sopravvivenza”. E se la sconfitta ad Ankara è un discreto shock per il partito conservatore del presidente, basato sulla tradizione dell’islam politico, la perdita di Istanbul potrebbe rappresentare un colpo ancora più duro. La città del Bosforo, grande tre volte la Capitale, è il vero centro economico turco e qui, negli anni ’90, Erdogan ha cominciato la sua ascesa politica come sindaco, mentre ad Ankara il suo partito dominava incontrastato da ben 25 anni.
“La gente ha votato in favore della democrazia, hanno scelto la democrazia” ha dichiarato, a caldo, il leader dell’opposizione Kemal Kilicdaroglu. Di certo molti osservatori sottolineano come la crisi economica abbia agito da detonatore alla disfatta elettorale del Presidente turco, tanto quanto il rapido sviluppo economico è stato, in passato, la base del suo consenso. La crisi della moneta, il rallentamento economico e ora la recessione (sancita dalle stime del quarto trimestre), l’inflazione galoppante e l’alto tasso di disoccupazione sono sicuramente fattori che hanno frenato il partito di Governo. È presto per capire se queste elezioni, come qualche osservatore sottolinea, hanno già assunto una portata storica,decretando la fine dell’era Erdogan. Di certo da domani la strada del “Sultano” è sicuramente in salita. Il vento sta cambiando velocemente a est del Bosforo.
    L’articolo Turchia: è cominciato il declino di Erdogan? proviene da Giornalettismo.
Nelle elezioni amministrative di ieri il “Sultano” perde Ankara dopo 25 anni ed è sotto anche a Istanbul
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Daniele Tempera
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