#debito pubblico europa
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“ Il presupposto, quasi esplicito, su cui sorse l’UE fu che i paesi ‘peccatori’ (Italia e Grecia in particolare) avevano vissuto fino ad allora al di sopra delle loro possibilità, eccedendo in spesa pubblica ovviamente non immediatamente redditizia. Ricordiamo le prediche in proposito. Certo, ogni tanto ci viene detto che basterebbe l’importo dell’italica evasione fiscale per risanare il debito che ci strangola e ci rende sorvegliati speciali all’interno della UE. Ogni volta però si conclude, con un sospiro, che si tratta di un male incurabile. E allora, ancora una volta, non resta che «pestare» quelli che «stanno sotto». E anche, forse soprattutto, a tal fine, si provvede ad instaurare, di volta in volta, un esecutivo «europeista». Il teorema non fa una grinza. Salvo che in un punto fondamentale, che vorremmo qui brevemente tratteggiare: alle vere e ataviche carenze italiane potrebbe porre rimedio un gigantesco investimento che incrementi proprio la pubblica amministrazione, ma questo è l’esatto contrario di ciò che «chiede l’Europa». È lamento quotidiano, e ben fondato e largamente condiviso, che da noi manchi adeguato e sufficiente personale in tanti settori vitali: magistratura (giudici e cancellieri: il commissario UE alla giustizia ce lo rimproverava cifre alla mano esattamente il 9 luglio scorso), ispettori del lavoro (le morti bianche sono il nostro flagello quotidiano), scuola (abbiamo ancora le vergognose classi-pollaio di gelminiana memoria particolarmente pericolose sotto ogni rispetto), guardie carcerarie (le vicende e i pestaggi recenti sono una macchia), sistema sanitario nazionale (il lamento in proposito fu molto forte quando l’epidemia sembrò soverchiante). E si potrebbe seguitare. Ci ordinano contemporaneamente di ridurre la spesa pubblica, di far funzionare il nostro paese (e di saldare prima o poi il debito). Arduo: «né pentère e volere insieme puossi / per la contradizion che nol consente» (Inferno, XXVII, 119-120). “
Luciano Canfora, La democrazia dei signori, Laterza (Collana: i Robinson / Letture), gennaio 2022. [Libro elettronico]
#Luciano Canfora#letture#leggere#libri#saggistica#saggi#La democrazia dei signori#democrazia#citazioni#eversione#Repubblica italiana#evasione fiscale#Italia#Grecia#UE#Italia contemporanea#debito pubblico#magistratura#scuola#pubblica amministrazione#Unione Europea#morti sul lavoro#intellettuali italiani contemporanei#carceri#Divina Commedia#opinione pubblica#costituzionalismo#Dante Alighieri#Europa#progressismo
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https://youtu.be/9G0YcSJRvuM?si=MRKQQbdnKDHAmziS
KruKKOlandia:
1) Hanno imposto controlli alla frontiera , ciao Schengen! Era quello che sosteneva AFD accusati fino a ieri di essere ….isti ! Adesso no sono piú …isti ?
2) La Van der Stronzen, ri-imposta agli europei solo 2 mesi fa, incarica Draghi di fare un rapporto sulle cause del declinio europeo…… perché lei, poverina , non le conosce pur essendone in buona parte l’artefice !
3) Draghi sostiene un massiccio piano d’investimenti finanziato da debito pubblico comune (Eurobonds) gestito da Bruxelles, ossia economia pianificata centralizzata, piani quinquennali……. ti ricorda qualcosa ? Benvenuti nell’Unione Repubbliche Socialiste SOVIETICHE Europee!
4) Ma guarda Draghi scrive anche che bisogna ripartire con l’energia nucleare ! Ma come se i KruKKI le hanno appena chiuse!
5) Nota cosa diceva il buon Draghi solo 2 anni fa….. Cambiare la parola “Russia” con la parola “Europa”!
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*Buongiorno e buon giovedì a tutti !!!*
Su #tg3linea notte, pochi minuti fa, il conduttore, la conduttrice, la vice ditrettrice di #rairadiouno e il direttore dell'#avvenire (praticamente un talk show completamente di sinistra senza contraddittorio) sembra quasi vogliano dare la colpa alla GDF sulla disgrazia immane del naufragio in Calabria, perché non è intervenuta in tempo ( la forza del mare mosso era troppo forte e rappresentava un pericolo certo per i gloriosi militari della GDF ) per salvare i compianti e sfortunati naufraghi, dimenticando che i naufraghi sono partiti da Smirne in Turchia, hanno circumnavigato Cipro, le innumerevoli isole greche e l'Albania, senza che nessuno di questi paesi, volutamente abbiano loro prestato soccorso, per sbarcare in Calabria e con un elicottero di Frontex della #UE che ha monitorato tutto il tragitto, SENZA porsi in condizioni di salvarli.
A noi sembra la solita e ripetuta spiegazione data dalla sinistra ( uno dei motivi delle ripetute sconfitte del #PD ) che attribuisce la colpa di ciò, al bravissimo ministro degli interni #MatteoPiantedosi e non alla gravissima assenza della Unione Europea #UE .
La European Union - EU sono anni che è sorda alle richieste dell'Italia, lasciandola sola nei salvataggi e nell'accoglienza di migranti economici e rifugiati, ma questo fatto sembra irrilevante per la sinistra italiana !
Bisogna evitare che questi bambini non accompagnati, per i quali i genitori pagano agli scafisti fino a 10 mila $, partano su relitti fatiscenti e assassini degli scafisti (;che la sinistra scorda di combattere ).
Poi, la soluzione alle #migrazioni NON può e non deve essere spostare milioni e milioni di disperati e migranti economici in Italia ed in Europa, quest'ultima, pur essendo a maggioranza socialdemocratica ( sinistra europea) ormai da anni fa orecchio di mercante e non accoglie più nessuno e l'Italia è rimasta da sola nel Mediterraneo a salvare vite umane e ad accoglierle, pur avendo ben 7,5 milioni di italiani poveri, indigenti e disperati, tant'è che i governi italiani fanno fatica a fare una buona legge di bilancio, perché il debito pubblico italiano è altissimo e non è in grado di dare risposte esaustive ai suddetti 7,5 milioni di italiani indigenti.
Il problema #immigrazione è grandissimo e lo si può affrontare solo e soltanto con l'Unione europea, l'ONU,
l' #ACHNUR , la FAO e tutte le superpotenze economiche e militari mondiali con piani MARCHALL e con interventi economici e pacifisti nei paesi in guerra e vittime di persecuzioni.
Fermo restando l'enorme dolore e commozione per questi naufraghi, NON possiamo risolvere il problema con ideologie politically correct, che invogliano tutti i disperati e migranti economici del mondo a venire e sbarcare in Italia, dove poi la maggioranza di queste persone, malgrado tutto, finiscono a spacciare, occupare case, diventare violenti, ladri e stupratori e a rendere la vita dei cittadini italiani onesti, poveri, indigenti e indifesi, INSICURA E IN PERICOLO QUOTIDIANO .
Ai falso buonisti italiani ricordiamo anche che paesi europei come la Spagna, Grecia, Francia, Germania e nordeuropei mettono filo spinato ai confini o respingono i migranti economici e clandestini suddetti; E QUI INVITIAMO TUTTI AD UNA RIFLESSIONE ! Basta presunte soluzioni ideologiche e falso buoniste, che tutti abbiamo visto a cosa hanno portato in Italia ed in Europa !
Un pensiero sincero, accorato, commosso, di solidarietà e di vicinanza ai familiari dei naufraghi deceduti e ai loro familiari e una severa e convinta condanna senza appello agli #scafisti, responsabili unici di queste assurde ed evitabili morti in mare !!! R.I.P., R.I.P. , R.I.P. Amen 🙏🏼🥀🕯️🥀🌷🕊️💕🌹🕯️🌿🥀🥀🥀🙏🏼🙏🏼🙏🏼✝️🛐✝️🌿🛐 Sergio de Luca de " il Giornale della verità.it "
https://www.secoloditalia.it/2023/03/strage-di-cutro-il-percorso-effettuato-dal-barcone-certifica-il-fallimento-di-frontex/
*Buongiorno e buon giovedì a tutti !!!*
Su #tg3linea notte, pochi minuti fa, il conduttore, la conduttrice, la vice ditrettrice di #rairadiouno e il direttore dell'#avvenire (praticamente un talk show completamente di sinistra senza contraddittorio) sembra quasi vogliano dare la colpa alla GDF sulla disgrazia immane del naufragio in Calabria, perché non è intervenuta in tempo ( la forza del mare mosso era troppo forte e rappresentava un pericolo certo per i gloriosi militari della GDF ) per salvare i compianti e sfortunati naufraghi, dimenticando che i naufraghi sono partiti da Smirne in Turchia, hanno circumnavigato Cipro, le innumerevoli isole greche e l'Albania, senza che nessuno di questi paesi, volutamente abbiano loro prestato soccorso, per sbarcare in Calabria e con un elicottero di Frontex della #UE che ha monitorato tutto il tragitto, SENZA porsi in condizioni di salvarli.
A noi sembra la solita e ripetuta spiegazione data dalla sinistra ( uno dei motivi delle ripetute sconfitte del #PD ) che attribuisce la colpa di ciò, al bravissimo ministro degli interni #MatteoPiantedosi e non alla gravissima assenza della Unione Europea #UE .
La European Union - EU sono anni che è sorda alle richieste dell'Italia, lasciandola sola nei salvataggi e nell'accoglienza di migranti economici e rifugiati, ma questo fatto sembra irrilevante per la sinistra italiana !
Bisogna evitare che questi bambini non accompagnati, per i quali i genitori pagano agli scafisti fino a 10 mila $, partano su relitti fatiscenti e assassini degli scafisti (;che la sinistra scorda di combattere ).
Poi, la soluzione alle #migrazioni NON può e non deve essere spostare milioni e milioni di disperati e migranti economici in Italia ed in Europa, quest'ultima, pur essendo a maggioranza socialdemocratica ( sinistra europea) ormai da anni fa orecchio di mercante e non accoglie più nessuno e l'Italia è rimasta da sola nel Mediterraneo a salvare vite umane e ad accoglierle, pur avendo ben 7,5 milioni di italiani poveri, indigenti e disperati, tant'è che i governi italiani fanno fatica a fare una buona legge di bilancio, perché il debito pubblico italiano è altissimo e non è in grado di dare risposte esaustive ai suddetti 7,5 milioni di italiani indigenti.
Il problema #immigrazione è grandissimo e lo si può affrontare solo e soltanto con l'Unione europea, l'ONU,
l' #ACHNUR , la FAO e tutte le superpotenze economiche e militari mondiali con piani MARCHALL e con interventi economici e pacifisti nei paesi in guerra e vittime di persecuzioni.
Fermo restando l'enorme dolore e commozione per questi naufraghi, NON possiamo risolvere il problema con ideologie politically correct, che invogliano tutti i disperati e migranti economici del mondo a venire e sbarcare in Italia, dove poi la maggioranza di queste persone, malgrado tutto, finiscono a spacciare, occupare case, diventare violenti, ladri e stupratori e a rendere la vita dei cittadini italiani onesti, poveri, indigenti e indifesi, INSICURA E IN PERICOLO QUOTIDIANO .
Ai falso buonisti italiani ricordiamo anche che paesi europei come la Spagna, Grecia, Francia, Germania e nordeuropei mettono filo spinato ai confini o respingono i migranti economici e clandestini suddetti; E QUI INVITIAMO TUTTI AD UNA RIFLESSIONE ! Basta presunte soluzioni ideologiche e falso buoniste, che tutti abbiamo visto a cosa hanno portato in Italia ed in Europa !
Un pensiero sincero, accorato, commosso, di solidarietà e di vicinanza ai familiari dei naufraghi deceduti e ai loro familiari e una severa e convinta condanna senza appello agli #scafisti, responsabili unici di queste assurde ed evitabili morti in mare !!! R.I.P., R.I.P. , R.I.P. Amen 🙏🏼🥀🕯️🥀🌷🕊️💕🌹🕯️🌿🥀🥀🥀🙏🏼🙏🏼🙏🏼✝️🛐✝️🌿🛐 Sergio de Luca de " il Giornale della verità.it "
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Debito pubblico della Francia mette a rischio l'Eurozona
La Francia potrebbe innescare la prossima crisi dell’euro. Deficit di bilancio galoppanti e il confronto con Bruxelles e Berlino sono la formula per creare problemi. “La nostra Europa è mortale, può morire”, aveva avvertito Emmanuel Macron a fine aprile. Chi avrebbe mai immaginato che solo poche settimane dopo il presidente francese avrebbe provato a dimostrare la sua tesi, indire elezioni anticipate che minacciavano di far precipitare l’intera UE in una crisi potenzialmente mortale? Al momento, l’attenzione globale è focalizzata sui drammi politici immediati in Francia. Il primo turno di votazioni si svolgerà il 30 giugno. Il Rassemblement National, di estrema destra, è attualmente in testa nei sondaggi, mentre al secondo posto si trova il Nuovo Fronte Popolare, una coalizione dominata dall'estrema sinistra. Nella migliore delle ipotesi, un parlamento dominato dagli estremi politici farebbe precipitare la Francia in un periodo di prolungata instabilità. Nel peggiore dei casi, ciò porterebbe all’adozione di politiche spendaccione e nazionalistiche che provocherebbero rapidamente una crisi economica e sociale in Francia. Un tracollo francese diventerebbe rapidamente un problema dell’UE. Ci sarebbero due principali meccanismi di trasmissione. Il primo è fiscale. Il secondo è diplomatico. La Francia è in un disastro finanziario. Il debito pubblico è pari al 110% del Pil e l’anno scorso l’attuale governo ha registrato un deficit di bilancio del 5,5%. Sia l’estrema destra che l’estrema sinistra sono impegnate in grandi aumenti di spesa e tagli fiscali che gonfierebbero il debito e il deficit, violando le regole dell’UE. Bruno Le Maire, ministro delle finanze francese, ha avvertito che la vittoria di uno degli estremi potrebbe portare a una crisi del debito in Francia e alla supervisione delle finanze del paese da parte del FMI o della Commissione europea. Le Maire ha sottolineato la reazione al “mini” bilancio del governo Truss in Gran Bretagna, per sottolineare quanto velocemente i mercati possano rivoltarsi contro un governo finanziariamente sconsiderato. In realtà, una crisi fiscale francese potrebbe essere peggiore dell’incontro della Gran Bretagna con Liz Truss. Nel Regno Unito esisteva un meccanismo per licenziare rapidamente Truss e ripristinare un governo razionale. Questo compito sarebbe molto più difficile in Francia, dove l’estrema destra e l’estrema sinistra hanno leadership ben consolidate e non hanno ai margini politici più cauti e basati sulla realtà. La seconda grande complicazione è che la Francia è uno dei 20 paesi che utilizzano la moneta unica europea. Cosa accadrebbe se il premio di rischio sui titoli francesi aumentasse? L’UE ora dispone di meccanismi per intervenire e intervenire con gli acquisti di obbligazioni. Ma Bruxelles o Berlino sarebbero disposte ad accettare una mossa del genere, se la crisi fosse stata provocata da impegni di spesa francesi non finanziati?
Il governo tedesco sta attualmente lottando per trovare risparmi di miliardi di dollari nel proprio bilancio nazionale. Perché dovrebbe favorire un piano di salvataggio per la Francia spendacciona? Anche l’estrema destra e l’estrema sinistra francesi sono profondamente euroscettici e stanno già inveendo contro i diktat di Bruxelles ed esprimendo ostilità verso la Germania. La piattaforma elettorale della RN parla di una “divergenza profonda e inconciliabile” tra le visioni del mondo di Francia e Germania. Jordan Bardella, che probabilmente sarà il candidato della RN a primo ministro, ha recentemente minacciato di tagliare il contributo della Francia al bilancio dell’UE di 2-3 miliardi di euro all’anno. Durante la crisi del debito greco, durata quasi un decennio, la sfida all’UE da parte di Atene è stata infine superata dalla minaccia di espellere la Grecia dall’euro – una mossa che avrebbe distrutto il valore dei risparmi greci. Ma espellere la Francia dall’euro – o dalla stessa UE – è quasi inconcepibile. Intorno alla coppia franco-tedesca è stato costruito l’intero progetto europeo a partire dagli anni Cinquanta. È molto più probabile che la Francia rimanga nell’UE e nella moneta unica, ma agisca da spoiler. Ciò distruggerebbe la coesione e la stabilità europea, in un momento in cui l’UE fatica a restare unita di fronte alla minaccia della Russia. A meno che Macron non si dimetta (il che sembra improbabile), continuerà a rappresentare la Francia nei vertici internazionali e negli incontri dell’UE. Ma, salvo cambiamenti dell’ultimo minuto nei sondaggi, è probabile che il presidente francese emerga da queste elezioni come una figura seriamente ridimensionata. Alcuni colleghi europei di Macron potrebbero tranquillamente godersi lo spettacolo di “Giove” umiliato. Ma l’impatto complessivo sull’Europa di una Francia indebolita e arrabbiata sarebbe triste. L’istinto iniziale della RN sarebbe quello di affrontare Bruxelles in nome della sovranità francese. Ma negli ultimi anni i leader dell’estrema destra hanno mostrato una certa consapevolezza del fatto che l’euroscetticismo intransigente può spaventare e alienare gli elettori e i mercati. Dopo aver perso le elezioni presidenziali del 2017, la RN ha tranquillamente abbandonato il discorso sull’uscita dall’euro. Una crisi economica – combinata con un confronto con Bruxelles e Berlino – potrebbe portare la RN a ricadere nei suoi istinti nazionalistici e conflittuali. In alternativa, le realtà di governo potrebbero costringerlo ad un accordo con l’UE. Chi ha la memoria lunga può ricordare la crisi economica francese dei primi anni ’80, quando un governo socialista tentò di attuare un’agenda radicale e di sinistra. Quella crisi alla fine portò all’ascesa di Jacques Delors, prima come ministro delle finanze francese e poi come presidente della Commissione europea. A Bruxelles, Delors ha portato avanti drammatici progressi nell’integrazione europea e nel lancio della moneta unica. È improbabile che la storia si ripeta nello stesso modo. Ma decenni di esperienza suggeriscono che è un errore scommettere contro la capacità dell’UE di superare minacce apparentemente mortali. France could trigger the next euro crisis (video) Read the full article
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Russia Ucraina: un conflitto che indebolisce la situazione finanziaria mondiale
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Russia Ucraina: un conflitto che indebolisce la situazione finanziaria mondiale
In questi giorni si è tornato a parlare di Ucraina. Non del fronte militare: di quello non si parla più da settimane. E nemmeno delle mancate elezioni presidenziali: previste per la primavera 2024, non si sa se e quando si terranno. Così come della scomparsa (giusto per usare un eufemismo) di centinaia di milioni di dollari in armi e armamenti regalate all’Ucraina dai Paesi occidentali: dopo il report ufficiale degli USA nel quale si parlava di oltre un miliardo di dollari in armi e armamenti di cui si erano perse le tracce, nei giorni scorsi è venuta a galla la sparizione di un’altra quarantina di milioni di dollari di aiuti dei quali non si sa più che fine abbiano fatto.
Nei giorni scorsi, i Paesi del G7 (Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Francia, Germania, Italia, Giappone) e dell’Unione Europea hanno deciso di rinnovare il proprio sostegno al governo di Zelensky concedendo altri 50 miliardi di dollari di aiuti, da ora fino al 2027. Quello che hanno dimenticato di dire è che questa somma (tutt’altro che bruscolini: si pensi a quanti problemi potrebbero essere risolti con tutti questi miliardi), probabilmente, non servirà a nulla. Per diversi motivi.
Il primo è la situazione finanziaria di questo Paese. Secondo Il Fondo Monetario Internazionale, il debito pubblico dell’Ucraina è praticamente un pozzo senza fondo. Solo per il 2024, il Fondo Monetario Internazionale stima il deficit di finanziamento dell’Ucraina superiore ai 40 miliardi di dollari. Gli aiuti dei Paesi del G/ e dell’UE non basterebbero nemmeno a coprire questo. Ma non basta: secondo le stime della Banca Mondiale, il fabbisogno a lungo termine dell’Ucraina per la ricostruzione ammonterebbe a 411 miliardi di dollari. Alcuni Paesi europei hanno espresso scetticismo sulla decisione di continuare a versare montagne di denaro all’Ucraina. “Tutti si rendono conto che 50 miliardi di euro non sono sufficienti”, ha detto Johan Van Overtveldt, conservatore belga che presiede la commissione Bilancio del Parlamento europeo.
A questo si aggiunge un’altra riflessione. I 50 miliardi di euro che l’UE dovrebbe regalare all’Ucraina dovrebbe provenire dal bilancio centrale. Questo, sulla carta, non dovrebbe inficiare altre voci di spesa già in crisi (si pensi alle polemiche di questi giorni sulle politiche agricole). Per questo motivo si starebbe pensando di trovare altrove i fondi. Tra le soluzioni proposte ci sarebbe quella di consentire a Kiev di emettere dei “bond zero coupon”, ovvero dei titoli di stato senza cedole periodiche ma con interessi pagati tutti insieme al momento della restituzione del prestito. Ma vista la voragine dei debiti dell’Ucraina nessuno comprerebbe questi titoli. Per questo, alcuni “furbetti” dell’alta finanza hanno pensato di utilizzare, a garanzia di questi bond, gli asset della banca centrale russa congelati in Europa il cui valore si aggira intorno ai 250 miliardi di euro.
Inutile dire che esistono fortissimi dubbi sulla legittimità e sulla legalità di questa manovra: finora nessun tribunale si è pronunciato su questi fondi e Mosca ha annunciato l’intenzione di ricorrere in ogni sede contro iniziative di questo genere.
Il trucco sarebbe continuare a [fingere di voler] aiutare Kiev coprendo i rischi con gli asset russi, ma rimandando la questione sulla reale possibilità di farlo a un futuro non meglio definito. Un’operazione questa che comporta rischi e problemi non indifferenti di vario genere. Soprattutto per i Paesi Europei, alcuni dei quali hanno detto chiaramente di non essere d’accordo. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron hanno dichiarato che questo modo di fare, a lungo andare, potrebbe addirittura destabilizzare l’euro. Già perché tra le cose che gli “ideatori” di questa trovata non hanno detto c’è anche che la maggior parte delle riserve russe oggetto della manovra sono in euro. La Banca centrale russa aveva scelto questa moneta ritenendola più sicura e affidabile del dollaro, in considerazione del minore (rispetto al dollaro) rischio che gli asset venissero requisiti. Far crollare questa fiducia nell’euro come valuta internazionale alternativa al dollaro e soprattutto sicura potrebbe avere conseguenze non da poco sui mercati finanziari.
Ma non basta. Buona parte delle riserve russe sequestrate si troverebbero in Belgio, nel depositario centrale Euroclear. Qualora i contenziosi legali non avessero un esito come quello sperato dai Paesi del G7, potrebbero esserci conseguenze di natura geopolitica: aver venduto obbligazioni basate sull’ipotesi dell’esproprio degli asset russi, avrebbe effetti rilevanti anche sui dialoghi di pace proposti da molti Paesi europei (Italia inclusa). Per non parlare delle conseguenze che avrebbe sulla decisione dell’UE di applicare una tassa sui profitti generati dagli asset russi depositati in Euroclear che, nel 2023, hanno già prodotto 4,4 miliardi di euro. Una manovra per la quale diverse aziende russe coinvolte hanno già avviato diversi procedimenti legali. Quasi tutti nei tribunali russi.
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Le bufole dell'opposizione
De Ficchy Giovanni Da quando è stato trovato l’accordo in Europa per il nuovo Patto di stabilità e crescita, è tutto un fiorire di bufole, da parte dell’opposizione di sinistra. Il Nostro paese infatti è gravato da un rapporto Pil/ debito pubblico pari al 141%. L’accordo raggiunto in Europa, prevede che a partire dal 2025, dovremo cominciare a ridurre il deficit di un semplice 1% l’anno,…
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L'Italia resta isolata in Europa - di Guido Puccio
Anche in sede di approvazione del nuovo “patto di stabilità,” a Bruxelles, ecco un paese che già non ci sta (l’Ungheria) e noi che nicchiamo chiedendo di ottenere più elasticità nei conti e più tempo per ridurre il debito. Il superamento del vecchio patto (deficit inferiore al 3%, debito pubblico al 60% del PIL) era avvenuto durante la pandemia da Covid, quando tutti i paesi avevano dovuto fare…
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8 giu 2023 11:24
DITE A GIORGIA MELONI DI STUDIARE ��STA LEZIONE DI POLITICA DI GIULIANO AMATO: “LA MELONI SI DOVREBBE LIBERARE AL PIÙ PRESTO DEI RESIDUI DELLA CULTURA FASCISTA. ALTRIMENTI NON PUÒ SPERARE DI RICEVERE LO STESSO TRATTAMENTO DI CHI S’È LIBERATO DI PESANTI EREDITÀ, IN ITALIA E IN EUROPA - UN RUOLO DI PRIMO PIANO NELL’UE NON LO ESERCITI STANDO CON ORBÁN. SAREBBE SUICIDA. CON UN DEBITO PUBBLICO ALTISSIMO E UN’ECONOMIA A RISCHIO ANCHE A CAUSA DEI RITARDI DEL PNRR, IN CHE CONDIZIONI SI TROVERÀ L’ITALIA TRA UN PAIO D’ANNI? NOI ABBIAMO BISOGNO DELL’EUROPA. E L’EUROPA NUTRE DIFFIDENZA NEI NOSTRI CONFRONTI. CONVERRÀ ALLA MELONI SCHIERARSI CON ORBÁN O METTERE AL RIPARO LA NOSTRA ECONOMIA?" -
Estratto dell’articolo di Simonetta Fiori per “la Repubblica”
La fragilità crescente della democrazia, in Italia e nel mondo. Il futuro dell’Europa, in bilico tra due diverse concezioni della sovranità. Il rapporto del governo con gli istituti di garanzia e le grandi manovre per la Corte Costituzionale: la destra oggi al governo darà prova di saggezza democratica? A conversazione con Giuliano Amato […]
«[…] Vedo tracce di una fragilità crescente della democrazia nel nostro paese, ma le vedo ancor di più negli Stati Uniti. Ora il disfacimento di alcuni fili importanti della nervatura democratica può portare a un indebolimento delle istituzioni, ma non vedo quel rischio autoritario denunciato da Stiglitz e Prodi […] la mia impressione è che ci sia un timore precostituito legato alle origini fasciste di buona parte di questa destra».
Ma non è opportuno che Fratelli d’Italia faccia i conti con le sue radici nere, riconoscendo l’antifascismo?
«Sì, questo è un punto non negoziabile. È impensabile che governanti e cariche istituzionali che giurano fedeltà alla Costituzione non riconoscano l’antifascismo. Senza l’antifascismo non ci sarebbe la Costituzione. Se non avessimo avuto la Resistenza e la classe dirigente che ne è figlia, saremmo stati considerati come la Germania: solo un Paese sconfitto, la cui Costituzione venne scritta non da un’Assemblea costituente eletta da tutti i cittadini, ma da un ristretto consesso sotto lo sguardo vigile dei Paesi occupanti. Un’umiliazione che a noi è stata risparmiata. […]».
Perché Giorgia Meloni fa fatica a riconoscerlo?
«Perché dentro il suo partito resistono ancora robusti residui della cultura fascista. Sono assolutamente convinto che se ne dovrebbe liberare al più presto. Altrimenti non può sperare di ricevere lo stesso trattamento di chi s’è liberato di pesanti eredità, in Italia e in Europa».
Lei si riferisce alla resistenza dei popolari tedeschi a fare accordi con chi non ha rotto con l’eredità fascista. Una delle condizioni poste dal capogruppo europeo Manfred Weber è la soppressione della fiamma neofascista di Almirante che continua a contrassegnare il simbolo di Fratelli d’Italia. Ma il partito non è convinto di questa amputazione.
«Chi non ha conosciuto la Germania non si rende conto di quanto serio e profondo sia stato l’esame di coscienza antinazista. […] questa destra deve fare i conti con il fascismo con lo stesso rigore con cui i cristianodemocratici li hanno fatti con il nazismo […]».
Il disegno della presidente Meloni, in vista delle elezioni del prossimo anno, è guidare in Europa uno schieramento che metta insieme popolari conservatori e destra sovranista. Che cosa accadrebbe se vincesse questa destra antieuropea?
«Non sarebbe un esito auspicabile. Ma io preferisco soffermarmi su un possibile percorso alternativo. La destra italiana è in mezzo a una contraddizione. Da un lato assistiamo a una deriva che è figlia della sua storia, precedente all’esperienza di governo: l’alleanza con Orbán ne è la prova più evidente.
Dall’altro lato è in atto una controtendenza moderata che spinge la stessa destra ad avere un ruolo di primo piano nell’Unione europea. Ma un ruolo di primo piano non lo eserciti stando al fianco di Orbán. Sarebbe una politica suicida. Il premier che non vuole popoli di razza mista non vale la Francia o la Germania, suvvia».
Eppure al momento resiste l’accordo con Orbán.
«[…] sarebbe sbagliato non vedere anche l’altro percorso europeo, con le sue indiscutibili convenienze. Con un debito pubblico ancora altissimo e un’economia a rischio anche a causa dei ritardi del Pnrr, in che condizioni si troverà l’Italia tra un paio d’anni? Noi abbiamo bisogno dell’Europa. E l’Europa nutre ancora diffidenza nei nostri confronti. Converrà alla Meloni schierarsi con Orbán o piuttosto mettere al riparo la nostra economia? Senza contare che con la scomparsa di Berlusconi dalla scena pubblica s’apre, per chi ne ha il coraggio in questa destra, la porta per il centro politico. […]».
Una Meloni moderata e centrista sembra al momento più un auspicio che una realtà. Nelle ultime settimane si sono moltiplicati i gesti di insofferenza del governo verso gi istituti di garanzia, i poteri terzi e neutri. L’ultimo episodio riguarda la Corte dei Conti, privata per decreto del potere di controllo sul Pnrr.
«[…] Togliere completamente quel controllo della Corte dei Conti è un errore. Sarei stato più elegante: l’avrei ripristinato nel modo collaborativo in cui l’aveva pensato Brunetta, sopprimendo gli aspetti punitivi che spingono gli amministratori a non fare. E aggiungo: una modifica ordinamentale di questa natura non si fa con un emendamento a un decreto legge, questo è davvero criticabile. […]».
Non la inquietano le critiche alla Banca d’Italia, l’aggressione all’Ufficio Bilancio di Palazzo Madama che mostra i limiti dell’autonomia differenziata, l’assalto all’informazione pubblica?
«Mi sembrano tutti segnali di una scarsa dimestichezza con il complesso delle istituzioni indipendenti. Un test della maturità di questa destra lo avremo con le nomine alla Corte Costituzionale. Tra questo e il prossimo anno, scadranno quattro giudici indicati dal Parlamento. Vedremo se le nuove nomine saranno tutte espressione della maggioranza politica, alla quale mancano solo 11 voti per i 3/5 necessari».
Un altro test sono le riforme costituzionali. Secondo il disegno di legge presidenzialista, proposto da Meloni prima di divenire premier, il presidente della Repubblica diventerebbe una figura iperpoliticizzata, non più garante di tutti.
«[…] In una società divisa come la nostra, molto più polarizzata rispetto a quella di quarant’anni fa quando io stesso ero sostenitore del presidenzialismo, una riforma del genere contribuirebbe a scavare le divisioni: il presidente eletto sarebbe espressione di una sola parte politica, riconosciuto dai suoi elettori e detestato dagli sconfitti. Una soluzione malvista dagli italiani, che amano una figura presidenziale super partes […]».
È rimasto in piedi il premierato.
«Ma anche nel caso del premierato, mi pare stia prevalendo una linea più morbida. È stata scartata infatti l’elezione solitaria del premier: davanti a un primo ministro che ha la legittimazione popolare diretta, la figura del capo dello Stato perderebbe la sua autorevolezza.
Quindi si sta andando verso una strada già battuta in passato, ossia la possibilità per i cittadini di indicare nella scheda per il Parlamento il leader che si vuole come presidente del Consiglio, con in più la fiducia parlamentare solo a lui e non anche ai ministri. Sarebbe una riforma costituzionale molto limitata, probabilmente condivisa da buona parte del centro-sinistra, e che non andrebbe così al referendum che – come sa bene la presidente Meloni – è sempre un rischio per il governo».
In questo caso Meloni riuscirebbe a realizzare solo una piccola parte della sua riforma: non per sincera vocazione democratica, ma perché andrebbe incontro a una bocciatura degli elettori. E a proposito della sintonia con Orbán nella guerra contro gli omosessuali, arriverà presto in aula la legge già approvata in commissione che rende la maternità surrogata “reato universale”.
«Fui io a scrivere parole di fuoco contro la maternità surrogata nella sentenza della Corte Costituzionale. Lo ricordo perché non vorrei che l’attuale crociata della destra spinga il Pd a una sua difesa ad oltranza. La maternità surrogata “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”, come sta scritto nella sentenza».
Condivido. Ma il reato universale?
«Sono assolutamente contrario perché porta la propria giurisdizione al di là di ciò che le è consentito, esponendola a una contraddizione[…]».
[…]
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Borsa: Europa a ranghi ridotti, future positivi, Milano +1,45%
(ANSA) – MILANO, 18 MAG – Borse a ranghi ridotti in Europa, con la chiusura festiva di Zurigo che contribuisce a ridurre il volume di scambi nell’intero continente. Francoforte (+1,7%) è la migliore, seguita da Milano (+1,45%), Parigi (+1,1%), Madrid (+0,75%) e Londra (+0,65%). Positivi i future Usa in vista in un possibile accordo sul tetto al debito pubblico, che consentirebbe così di…
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Eyes on the world #143
Fatto un ponte, eccone un altro in arrivo.
Un’altra settimana va in archivio, con un discreto numero di novità da Italia, Sudan, Ucraina e USA, oltre a un pacchetto di brevi molto ricco.
Che dite, partiamo? 👇
🇮🇹 IMMIGRAZIONE, SCOSTAMENTI DI BILANCIO, TRATTATIVA STATO-MAFIA/LEGA-RUSSIA: LA SETTIMANA ITALIANA
(1) Settimana intensa quella che stiamo per lasciarci alle spalle per il governo. Si è tornato a parlare di #immigrazione a più riprese, innanzitutto per ciò che riguarda lo stato d’emergenza istituito due settimane fa. Al momento la delibera non è stata pubblicata e non sono ancora emersi dettagli su come funzionerà, né – all’atto pratico – su come/se sia entrato in vigore. Ciò che si sa è che Valerio Valenti è stato nominato commissario all’emergenza, ma non è chiaro quali siano i suoi reali compiti. A questo proposito, 5 regioni (governate dal centrosinistra) non hanno accettato il commissariamento e – di conseguenza – Valenti forse potrebbe non esercitare il proprio potere su di esse (Valle d’Aosta, Emilia, Toscana, Campania e Puglia). La questione è ancora aperta. In materia di migranti, il Consiglio di Stato olandese ha accolto un ricorso particolare, che potrebbe creare un precedente interessante. Due migranti, entrati in Europa attraverso l’Italia, hanno presentato domanda di asilo nei Paesi Bassi; dopo essere stata rifiutata, i due hanno fatto ricorso, che il Consiglio ha accolto poiché è concreto il rischio che i loro diritti umani vengano violati nel nostro paese. Già da dicembre 2022 il ministero dell’Interno italiano si era opposto a questo genere di trasferimenti per mancanza di strutture idonee all’accoglienza, a meno che non si fosse trattato di ricongiungimento familiare e di minori non accompagnati. La premier #Meloni è intervenuta dal Regno Unito, dove si trova attualmente in visita di stato, per parlare del tema immigrazione in compagnia del premier britannico Rishi Sunak. Ci sono state parole di elogio per la (controversa) gestione dei migranti provenienti dalla Francia, che – nel caso del Regno Unito – al momento convergono in una proposta che comprende l’arresto e l’espulsione immediata verso il paese di origine o un “terzo paese sicuro” dei migranti irregolari. Come detto, al momento si tratta esclusivamente di una proposta, poiché la Corte europea dei diritti dell’uomo è più volte intervenuta a bloccare il provvedimento.
Cambiando argomento, ieri pomeriggio alla Camera la maggioranza non ha ottenuto i voti necessari per approvare uno scostamento di bilancio che avrebbe dovuto precedere i voti sul #DEF (Documento di Economia e Finanza, che contiene le previsioni del governo sulla crescita dell’economia e le decisioni su spesa e debito pubblico). Sembra tuttavia un incidente di percorso senza conseguenze, visto che numerosi parlamentari della maggioranza si trovavano in missione o erano del tutto assenti (l’approvazione non è arrivata per soli 6 voti). Tornando infine in tribunale, la Corte di Cassazione ha confermato le assoluzioni già decise in appello nel 2021 riguardo il processo per la nota “trattativa Stato-mafia”, in base alla quale ci sarebbero stati accordi tra organi dello Stato e la criminalità organizzata affinché quest’ultima non venisse messa troppo sotto pressione dalle autorità. Nello stesso tempo è stata archiviata l’indagine sui presunti finanziamenti alla Lega provenienti dalla #Russia. L’inchiesta partì nel 2019 attraverso un lavoro incrociato tra l’Espresso e BuzzFeed, facendo luce su un’ipotetica trattativa tra la società petrolifera russa Rosneft ed ENI per la vendita di 3 milioni di tonnellate di carburante. Degli intermediari avrebbero trattenuto delle commissioni, creando un fondo da 58 milioni di euro da girare – illegalmente – alla Lega. La trattativa non venne mai avviata, con ENI che smentì ogni possibile coinvolgimento e nessun reato da poter contestare agli indagati.
🇸🇩 PROSEGUONO SENZA SOSTA GLI SCONTRI IN SUDAN. EVACUATI CITTADINI E DIPLOMATICI STRANIERI
(2) Continua a essere parecchio critica la situazione in #Sudan, dove ogni tentativo di tregua viene rispedito al mittente. Venerdì scorso le forze paramilitari del gruppo #RSF avevano annunciato un cessate il fuoco in vista della festa per la fine del Ramadan, ma l’esercito regolare – guidato dal presidente Abdel Fattah al Burhan – non ha risposto alla proposta, continuando a bombardare la capitale Khartum. Qui moltissimi civili sono ancora bloccati nelle proprie case e diversi ospedali sono inagibili. Sabato l’esercito regolare ha fatto sapere che sarebbero stati evacuati con aerei militari diplomatici e cittadini stranieri (prevalentemente di Regno Unito, Francia, Cina e Stati Uniti), mentre il ministero della Difesa italiano aveva predisposto l’evacuazione di circa 200 persone, terminata lunedì con il rientro in Italia. Chi è riuscito a fuggire con mezzi propri dal paese (si parla di decine di migliaia di civili) si è rifugiato prevalentemente nel vicino Ciad, nel tentativo di evitare di rimanere coinvolto qualora il conflitto si fosse allargato ben oltre la capitale. Gli scontri hanno interessato anche il carcere di Kober, dal quale è evaso l’ex ministro sudanese Ahmed Haroun, rinchiuso lì dal 2019. Venne arrestato in seguito al colpo di stato che portò alla deposizione dell’ex presidente al Bashir, ma era ricercato da tempo con l’accusa di aver preso parte a crimini di guerra e contro l’umanità durante la guerra nel Darfur.
🇺🇦 DIPLOMATICI ESPULSI, L’ACCORDO SUL GRANO, LA CHIAMATA TRA ZELENSKY E XI: LA SETTIMANA IN BREVE
(3) E la guerra in #Ucraina? E le foib…no dai, torniamo a parlarne con gli ultimi aggiornamenti, partendo dal curioso caso che ha visto protagonista un jet militare del ministero della Difesa russo che - per errore - ha bombardato la città russa di Belgorod (al confine con l’Ucraina), ferendo due donne e danneggiando edifici e dintorni. È stata anche la settimana dell’espulsione di un numero non precisato di diplomatici tedeschi, dopo che – in base a quanto riportato dall’agenzia di stampa russa RIA Novosti (controllata dal governo) – la stessa Germania aveva espulso oltre 20 diplomatici russi. Berlino non ha confermato, ma il ministro degli Esteri russo Lavrov ha rincarato la dose parlando all’agenzia di stampa russa TASS di risposta “all’espulsione di massa” commessa dalla Germania. Tornando sul campo, ancora non ci sono notizie certe sulla potenziale controffensiva ucraina di primavera, ma solo voci e speculazioni di analisti e funzionari d’intelligence occidentali. Si parla della riconquista di Melitopol e altri territori nelle aree di Kherson e Zaporizhzhia, ma è elevato anche il livello di scetticismo sull’effettiva riuscita del piano, visto lo stallo che la guerra sta vivendo (e che – secondo molti – potrebbe durare per tutto il resto del 2023) e il livello di addestramento necessario per l’offensiva. Nei prossimi giorni potrebbe anche arrivare il rinnovo dell’accordo in vigore sull’esportazione del grano coltivato in Ucraina. Lunedì scorso il segretario generale dell’#ONU António Guterres ha consegnato una bozza al ministro degli esteri russo Lavrov per espandere l’accordo e sembra che la Russia l’abbia presa in considerazione, dopo velate minacce di interruzione (probabilmente per ottenere maggiori vantaggi). Ma la vera notizia della settimana ha riguardato il primo contatto dall’inizio della guerra tra il presidente ucraino #Zelensky e quello cinese #Xi Jinping. Da ciò che è trapelato, pare che da Pechino filtri la volontà di trovare un accordo di pace duraturo, nonostante non siano mai stati usati i termini “guerra” o “invasione” o non siano mai state condannate apertamente le azioni commesse dalla Russia. Gli strascichi della chiamata sono stati di discreta importanza: è stato nominato un nuovo ambasciatore ucraino in #Cina, che presto raggiungerà il paese, mentre farà il viaggio opposto un inviato con l’incarico di mediare per conto di Pechino tra Russia e Ucraina.
🗂 IL WALL STREET JOURNAL FA LUCE SUL RUOLO DI JPMORGAN NEI CRIMINI COMMESSI DA JEFFREY EPSTEIN
(4) Chiudiamo con un’inchiesta molto importante comparsa venerdì scorso sul Wall Street Journal, con al centro il rapporto tra alcuni dirigenti della #JPMorgan (la banca più grande degli USA) e Jeffrey #Epstein (miliardario morto suicida in carcere nel 2019, accusato di reati legati al traffico sessuale di minori). Al momento sono in corso due cause con gli stessi protagonisti, intentate da una donna che avrebbe subito abusi da Epstein e dal governo delle Isole Vergini Americane, due delle quali erano possedute dal miliardario e poi vendute per risarcire chi subì abusi da parte sua. Cosa c’entra JPMorgan? In entrambi i casi, sembra fosse a conoscenza dei crimini compiuti e di aver avuto un ruolo nel traffico sessuale di minori, supervisionando le transazioni economiche. Com’è ormai chiaro, Epstein fu cliente della banca per più di 15 anni, ma chiuse tutti i suoi conti nel 2013, 5 anni dopo il primo processo nei suoi confronti e dopo enormi pressioni sulla banca (che non voleva perdere uno dei propri clienti di punta). A tal proposito, secondo il WSJ, diversi dirigenti mantennero i rapporti con il miliardario, ottenendo anche guadagni di tutto rispetto. Epstein - negli anni - mise in contatto la banca con clienti facoltosi, portando benefici sia a Epstein stesso che soprattutto alla banca. Era Jes Staley il funzionario con cui il miliardario aveva i maggiori contatti dentro JPMorgan, che a sua volta gli ha fatto causa per aver tenuto nascosti i traffici di Epstein (di cui lui però, in base a quanto dichiarato, non era a conoscenza). I conti di Epstein vennero chiusi lo stesso anno in cui Staley lasciò JPMorgan, ma ciò sembra che non abbia interrotto i rapporti tra le parti. Mary Erdoes, John Duffy e Justin Nelson sono i nomi dei tre dirigenti che, in base a quanto è emerso, hanno incontrato Epstein ben oltre la chiusura dei conti, ma non è chiaro quali siano stati gli argomenti dei meeting. Sono attesi sviluppi in merito.
Andiamo di gran corsa alle brevi 👇
🇹🇼 Li Yanhe è un editore originario di #Taiwan e da giorni si sono perse le sue tracce. La casa editrice da lui fondata (Gusa) è nota per le posizioni critiche nei riguardi del Partito Comunista cinese guidato da Xi Jinping, pubblicando anche libri su temi “off limits” in Cina, e la sua scomparsa - secondo diversi analisti - potrebbe essere legata a questo fatto. Non è la prima volta che si perdono le tracce di editori critici con l’amministrazione cinese (analogamente a quanto accadde a Hong Kong nel 2016).
🇺🇸 È ufficiale: il candidato principale per il Partito Democratico alle prossime elezioni americane del 2024 sarà nuovamente Joe #Biden, attuale presidente degli Stati Uniti. È probabile che altri membri del partito eviteranno di candidarsi, dato che – a meno di sorprese – sarà lui ad affrontare ancora Donald Trump per la corsa alla presidenza.
💰 Per la prima volta dall’inizio della guerra in Ucraina, il prezzo del #gas sui mercati europei è sceso sotto i 40 euro al megawattora. Per fare un confronto, ad agosto 2022 il prezzo aveva superato i 300€. Il motivo principale è legato al clima mite che ha contribuito a ridurre i consumi per il riscaldamento.
💊 La Corte Suprema degli Stati Uniti ha deciso di bloccare la decisione del 6 aprile del tribunale federale del Texas di togliere dal mercato americano il #mifepristone, tra i farmaci più utilizzati per interrompere una gravidanza. La pillola resterà quindi accessibile in tutto il paese. Nonostante la decisione, alcuni stati continuano a portare avanti leggi restrittive sul diritto all’aborto. In prima linea il North Dakota, il cui governatore Repubblicano Doug Burgum ha stabilito di renderlo illegale con pochissime eccezioni (stupro, incesto o emergenza medica, ma sempre entro le prime 6 settimane). Nello stato non esistono più cliniche che consentano di interrompere una gravidanza.
🇮🇹 Restiamo in tema di contraccezione. Il Comitato prezzi e rimborsi dell’#AIFA (l’Agenzia italiana del farmaco) ha stabilito che le somme spese in pillole contraccettive saranno rimborsate senza alcun limite di età, rendendola de facto gratuita. Il costo per lo Stato ammonterà a circa 140 milioni di euro all’anno. Sarà necessaria una semplice prescrizione del proprio medico di base, anche se – in generale – non è ancora chiaro quali saranno rimborsabili e quali no. Il tema principale sta nel comprendere cosa sia da considerare “farmaco” e se nella lista possano essere compresi anche cerotti ormonali o anelli vaginali. Sicuramente non ci saranno, almeno al momento, i preservativi (maschili e femminili) o spirali/dispositivi sottocutanei, che non sono inquadrati come farmaci.
🇹🇷 Martedì scorso 126 persone sono state arrestate dalla polizia turca per presunti legami con l’organizzazione militare filocurda #PKK, responsabile – secondo il governo di Erdogan – di diversi atti di terrorismo. Tra queste un elevato numero di giornalisti, politici e avvocati. L’opposizione ha parlato di arresti motivati politicamente, soprattutto in vista delle elezioni presidenziali del 14 maggio.
📲 #Twitter continua a fare notizia. Giovedì della settimana scorsa sono stati eliminati tutti i riferimenti alle testate “affiliate a uno stato”, riferite soprattutto ai media di regimi autoritari o paesi non democratici, e “finanziate dal governo”, per descrivere alcuni media pubblici occidentali. Nel primo caso, tra quelli coinvolti Xinhua News e Russia Today, noti per le loro posizioni filogovernative in Cina e Russia. Solitamente tali etichette erano usate per contrastare la disinformazione, ma di recente sono state affibbiate anche a testate pubbliche come le americane NPR e PBS, causando parecchie polemiche. Restando in tema Twitter, le spunte blu sono riapparse anche in numerosi account con oltre un milione di follower, ma che non hanno pagato la quota necessaria per ottenerle.
🇦🇺 Il primo ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato una riforma che aiuterà le persone neozelandesi residenti nel paese a ottenere la cittadinanza australiana. Attualmente si parla di oltre 600 mila persone su 26 milioni di abitanti totali e circa 350 mila potranno beneficiare dalla riforma. Infatti, a partire dal 1° luglio, chi è arrivato in #Australia dopo il 2001 (anno in cui vennero introdotte diverse restrizioni per diventare cittadini australiani) e chi ci vive da almeno 4 anni potrà richiedere la residenza permanente.
🇮🇷 Un membro dell’Assemblea degli esperti iraniana, il cui compito è di eleggere la Guida suprema del paese (carica attualmente ricoperta da Ali Khamenei), è stato ucciso mercoledì mattina in #Iran. La vittima è Abbas Ali Soleimani, tra i più importanti leader religiosi del paese. L’attentatore è stato fermato e arrestato poco dopo.
🇦🇫 In base a quanto dichiarato da alcune fonti di intelligence americana, sembra che i talebani abbiano ucciso il leader della divisione afghana dell’#ISIS (noto come ISIS-K), ovvero colui che ideò l’attentato all’aeroporto di Kabul nell’agosto 2021, nel quale morirono oltre 180 persone. Non è stato diffuso né il nome con il quale era noto (spesso vengono usati pseudonimi) né i dettagli dell’operazione che ha portato alla sua morte.
🎮 Qualche mese fa avevamo parlato della possibile acquisizione da parte di #Microsoft del produttore di videogiochi Activision Blizzard. Dopo un periodo di stallo della trattativa, sul tema è intervenuta l’antitrust britannica che ha di fatto bloccato l’acquisizione. La motivazione, come prevedibile, risiede nella potenziale limitazione della concorrenza nel settore dei videogiochi, specialmente in cloud. La trattativa comunque non è da considerarsi ancora fallita.
📺 Tucker Carlson, tra i volti più noti dell’informazione televisiva americana, non è più parte di #FoxNews. Il presentatore era considerato un pilastro della rete televisiva, dal momento che conduceva uno dei talk show di attualità più seguiti – nonché discussi – negli USA. La decisione, improvvisa e inaspettata, arriva in seguito al pagamento di quasi 800 milioni di dollari per diffamazione alla Dominion Voting System, l’azienda accusata ripetutamente di frode che si è occupata del voto elettronico durante le ultime elezioni presidenziali in USA. Carlson era noto per essere un accanito sostenitore di Donald Trump, anche se – nel corso della disputa tra Fox e la Dominion – sono stati diffusi parecchi messaggi ostili alle teorie che il canale diffondeva, oltre che a Trump stesso.
🇨🇳 Hanno fatto parecchio discutere le dichiarazioni dell’ambasciatore cinese in Francia Lu Shaye, che durante un’intervista televisiva ha detto che i paesi dell’ex Unione Sovietica non vanno considerate “nazioni sovrane” (autonome, sostanzialmente), abbracciando una teoria sostenuta – al momento – soltanto dalla propaganda russa di Vladimir Putin. Non sono mancate reazioni dall’Ucraina e da diversi paesi ex sovietici come le repubbliche baltiche.
🇬🇧 Il vice-premier britannico (e attuale ministro della Giustizia) Dominic Raab ha rassegnato le dimissioni dopo la pubblicazione di un rapporto dove viene accusato di atti di bullismo contro alcuni collaboratori. Nel comunicato, Raab ha parlato di accuse ingiuste e fuorvianti. Il rapporto era stato commissionato dallo stesso governo di cui faceva parte, con a capo Rishi Sunak.
🚀 #Ispace, società privata giapponese attiva in ambito spaziale, ha provato a far atterrare sulla Luna il proprio veicolo lunare Hakuto-R M1, fallendo. Poco prima di atterrare sul satellite le comunicazioni con il mezzo si sono interrotte, rendendo molto probabile l’ipotesi che si sia schiantato sul suolo lunare. Sarebbe stato il primo mezzo privato a raggiungere la superficie della Luna, mentre al momento solo la NASA, la CNSA (Cina) e l’agenzia spaziale dell’ex Unione Sovietica ci sono riuscite.
🇨🇴 Juan #Guaidó, oppositore del presidente autoritario venezuelano Nicolas Maduro, è stato espulso dalla Colombia con l’accusa di esservi entrato illegalmente. Aveva deciso di prendere parte a una conferenza alla quale non era stato invitato, con l’intenzione di far riprendere i contatti tra Maduro e l’opposizione. Forte di una solida alleanza con Maduro, il presidente colombiano Petro ha deciso di metterlo alla porta, invitandolo a tornare in modo regolare e con le procedure necessarie (si parla di semplici documenti, dato che chi entra in Colombia dal Venezuela ha bisogno di un visto solo se resta più di 90 giorni). Guaidó si era autoproclamato presidente nel 2018, in seguito alle elezioni vinte in modo molto poco trasparente da Maduro, ma quest’ultimo ha sempre mantenuto il potere effettivo.
✝ #Papa Francesco ha annunciato delle modifiche alla composizione del Sinodo dei vescovi, ovvero l’assemblea composta da membri provenienti da tutto il mondo (sia vescovi che non) che periodicamente si riunisce per parlare di temi legati alla Chiesa Cattolica. La delegazione non composta da vescovi sarà allargata di numero e sarà composta per metà da donne con diritto di voto già a partire dalla prossima assemblea generale di ottobre.
🇰🇷 La risposta degli #USA alle minacce della Corea del Nord si tradurrà nell’invio di sottomarini a propulsione nucleare alla Corea del Sud per la prima volta in oltre 30 anni. I presidenti Biden e Yoon Suk-yeol hanno annunciato ufficialmente l’accordo mercoledì.
🇧🇷 In seguito al rifiuto di consegnare dati riguardanti informazioni e attività di gruppi neonazisti in piattaforma, un tribunale brasiliano ha ordinato un blocco temporaneo di #Telegram in tutto lo stato. Lo scorso novembre un ragazzo di 16 anni aveva ucciso a colpi di arma da fuoco 4 persone e dalle indagini era emerso che avesse dichiarato le sue intenzioni proprio su Telegram in due chat frequentati da esponenti neonazisti.
📺 All’età di 79 anni si è spenta una delle personalità più note della tv americana, Jerry #Springer. Era famoso per lo show che ha condotto per oltre 30 anni (fino al 2018), il Jerry Springer Show, trasmesso su NBC Universal.
Alla prossima 👋
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Ci chiediamo sommessamente: Tutto questo grazie a chi ? ? Perché i #partiti della #sinistra hanno ed hanno avuto sempre un debole per gli #immigrati che nel 92% dei casi non scappano da nessuna #guerra e da nessuna #persecuzione?? L'italia #spende le #cifre sottostanti per loro e quasi 7 milioni di italiani sono #indigenti e quasi alla #fame e per questi le #sinistre non esistono o se ne sono dimenticati !! Il #prossimo in #difficoltà , spesso se non sempre, è un vostro o nostro connazionale e vicino di #casa, che va aiutato almeno quanto i #migranti suddetti, che ormai solo l'Italia accoglie e dei quali l'Unione europea dei 27 non se ne occupa e non se ne cura !! I partiti suddetti hanno creato le condizioni per cui tutti gli migranti del #mondo vogliono venire in #Italia !! Con il #debito pubblico fra i più alti del #mondo, con tutte le #difficoltá #economiche e #sociali create dal #COVID e dalla #guerra nel cuore dell'#Europa e con una coperta corta (scarsità di #risorse economiche e finanziarie da mettere nel #bilancio dello #stato #italiano) davvero l'Italia e gli italiani devono e possono prendersi l'impegno ed il #carico di milioni di migranti ?? Ok #solidarietà e #condivisione, se però ci sono #risorse economiche e #finanziarie, altrimenti assistereremo, sta già accadendo, a una #violenta guerra tra #poveri, ahinoi !!
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Resilienza europea.
#1 maggio#primo maggio#festa del lavoro#festa dei lavoratori#recovery plan#recovery fund#nextgen#next generation eu#UE#EU#PNRR#von der leyen#Mario Draghi#draghi#Paolo Gentiloni#Gentiloni#europa#debito pubblico
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Debito pubblico Italiano migliora rispetto quello Europeo
Debito pubblico, diminuzione record per l’Italia. L’Italia il proprio debito pubblico l’ha visto esplodere negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. Poi, però, è diventata un Paese quasi-modello quanto a gestione delle finanze pubbliche, con un surplus primario del bilancio statale pressoché ininterrotto fino alla pandemia. E anche dal 2020 in poi, quando il bilancio primario è andato in rosso, il debito italiano è comunque quello cresciuto di meno in valore escludendo gli interessi. Anche al Parlamento di Strasburgo, davanti alla conferenza dei presidenti di commissione, Mario Draghi ha strigliato l’Europa, dopo averlo già fatto all’Ecofin pochi giorni prima. «Non si può dire sempre di no», ha affermato. E ha riproposto l’idea di un debito comune europeo per sostenere e rilanciare la competitività dell’economia del continente di fronte alla concorrenza globale e alla sfida della transizione energetica. Un’idea che si scontra però con la persistente opposizione della Germania e dei Paesi del Nord Europa. Infatti, i “falchi” e i cosiddetti “frugali” di debito comune non ne vogliono proprio sentir parlare perché temono genericamente il debito pubblico dei Paesi mediterranei ma soprattutto quello italiano, che rappresenta lo spauracchio di tutti nell’immaginario e nella narrativa ormai sedimentata. Il paragone dell'indebitamento tra le economie mondiali Ma Draghi avrebbe un argomento enorme da mettere sul piatto per smontare questa infondata pregiudiziale. Infatti, l’Italia il proprio debito pubblico l’ha visto esplodere negli anni Ottanta e nei primi anni Novanta. Poi, però, è diventata un Paese quasi-modello quanto a gestione delle finanze pubbliche, con un surplus primario del bilancio statale pressoché ininterrotto fino alla pandemia. E anche dal 2020 in poi, quando il bilancio primario è andato in rosso, il debito italiano è comunque quello cresciuto di meno in valore escludendo gli interessi, come abbiamo già avuto modo di documentare su queste colonne (Francia, il debito pubblico supera quello italiano di 244 miliardi di euro, 1° febbraio 2024). La verità, completamente sconosciuta a “falchi” e “frugali”, è che l’Italia è l’unica nazione tra i Paesi del G7, e anche rispetto ad un’altra grande economia dell’Eurozona come la Spagna, ad essere riuscita a ridurre il debito pubblico al netto della spesa per interessi negli ultimi 28 anni, secondo nostre elaborazioni sulle serie storiche della Commissione Europea. Si tratta di un dato praticamente sconosciuto, la cui acquisizione, sul piano concettuale e comunicazionale, è di fondamentale importanza sia per l’Italia sia per le stesse riflessioni sul futuro e le strategie dell’Europa. Infatti, la componente di debito pubblico non dipendente dagli interessi è diminuita in Italia di ben 317 miliardi di euro correnti dal 1996 al 2023, prendendo come riferimento il 1995, anno di partenza delle serie storiche della Commissione europea. Un dato che dovrebbe essere portato all’attenzione non solo di Bruxelles ma anche delle agenzie di rating e degli investitori. Nello stesso periodo, il debito al netto degli interessi della Germania, il Paese che dopo di noi ha fatto meglio, sia pure a grande distanza, è cresciuto di 95 miliardi. Mentre le altre maggiori economie avanzate hanno invece visto esplodere i loro debiti pubblici, sempre espressi in euro, anche depurando la componente degli interessi. Infatti, il debito pubblico, esclusi gli interessi della Spagna, è aumentato dal 1996 al 2023 di 570 miliardi, quello britannico di 889 miliardi, quello francese di 1.108 miliardi, quello giapponese di 3.638 miliardi e quello statunitense di 12.027 miliardi. Sono cifre importanti non solo per ribaltare gli ingenerosi giudizi sulle finanze pubbliche dell’Italia ma anche per rivisitare le analisi comparate sulla crescita economica dei diversi Paesi negli ultimi lustri. Cifre che spiegano soprattutto perché l’Italia, perlomeno fino al 2015, abbia avuto nei vent’anni precedenti una crescita economica molto più debole delle altre nazioni. Infatti, dovrebbe essere evidente il fatto che il nostro Paese, non facendo più debito pubblico al netto degli interessi, anzi riducendolo, in tal modo ha drasticamente ridotto l’immissione di risorse pubbliche nel suo sistema economico in termini di investimenti in capitale fisico e umano, oltre che in termini di sostegno ai redditi, mentre gli altri Paesi pompavano denaro a piene mani a spese dei contribuenti a supporto della loro crescita. In conclusione, il debito pubblico italiano non può essere preso come giustificazione da parte dei Paesi del Nord Europa ostili agli Eurobond. Questi ultimi costituiscono l’unica strategia possibile per una Europa che perde sempre più competitività ogni giorno, stretta nella morsa di due giganti come Cina e Stati Uniti. Il paradosso è che Pechino e Washington, invece, usano proprio i loro debiti e i loro aiuti di Stato per metterci fuori combattimento, ben contenti che l’Europa rimanga paralizzata dalla rigida camicia di forza delle regole fiscali e ambientali che si è imposta. Per cui è finalmente ora che Bruxelles si renda conto che queste due tipologie di regole non possono essere perseguite contemporaneamente senza che almeno una delle due venga parzialmente modificata. Se la Commissione vuole davvero ridurre le emissioni di CO2 senza destabilizzare l’economia e la coesione sociale europea, il debito comune è l’unica strada percorribile e gli va data via libera senza indugio e falsi pretesti. Perchè il debito pubblico è un problema per l'Italia? Read the full article
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Il sapore dei soldi
Il sapore dei soldi
“Preferisco decidere sull’uso dei soldi del Recovery piuttosto che assistere da fuori”. La sostanza del nascente governo Draghi e dell’ondata di ottimismo che pervade il ondo politico italiano, le grandi attese che si palesano in ogni talk show, la sostanza sta nelle parole del leader della Lega Nord, Matteo Salvini , che sta preparando il suo appoggio all’ex presidente della Bce. Pragmatismo,…
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