#cultura pugliese
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pier-carlo-universe · 1 month ago
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Festa del Cristo ad Alessandria: Street Food e Tradizioni Pugliesi
Dal 11 al 13 ottobre 2024, il Quartiere Cristo ad Alessandria ospita una festa dedicata alla cucina e alle tradizioni della Puglia con street food, musica e balli popolari.
Dal 11 al 13 ottobre 2024, il Quartiere Cristo ad Alessandria ospita una festa dedicata alla cucina e alle tradizioni della Puglia con street food, musica e balli popolari. La Festa del Cristo torna ad Alessandria con un evento speciale dedicato alla Puglia! Dal 11 al 13 ottobre 2024, il Quartiere Cristo si trasformerà in un punto di ritrovo per tutti gli amanti della cucina pugliese e delle…
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cristinabcn · 11 months ago
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LA AVENTURA DEL TANGO: Detrás del Más Grande
ANTONIO PIPPO PEDRAGOSA. Periodista, Escritora, Editorialista. Director Gral. Cultura Tanguera. Columnista Ya dije, basándome en un consenso de entendidos y más allá de matices inevitables: Astor Piazzolla, con su obra revolucionaria, abarcadora y hasta polémica, cerró la extensa trayectoria evolutiva del tango clásico. A lo largo de lo compartido con los lectores han ido surgiendo, con trazo…
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gcorvetti · 19 days ago
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Il collezionista di scontrini.
Nell'idea di andare via di qua c'è tutto un mondo dietro, c'è soprattutto il risparmio a qualsiasi costo, io sono parecchio formichina di mio e in questo momento ho impostato un sistema per risparmiare ancora di più. No, non sono diventato di botto amante dei soldi, mi fanno sempre schifo, ma mi servono per andare via da qua, quindi farò buon viso alla schifezza. Stavo già sporadicamente collezionando scontrini per un'idea che mi è venuta in mente per un'opera artistica in stile ready made, un pannello pieno di scontrini, titolo 'Consumismo', scontato? Ma anche a prezzo pieno, quello è. Adesso che devo contare il centesimo li sto prendendo ogni singola volta che compro qualcosa, infatti il contenitore si sta riempiendo velocemente.
C'è anche una novità che torna dal passato, vi avevo detto che il tizio pugliese mi tartassava già da un bel pò di telefonate, poi da quando ha saputo che sono qua, il suo bar è a 100m da casa, mi ha anche mandato diversi sms. Giovedì era il compleanno del pizzaiolo, sapevo che erano la, ho fatto un giro al centro e prima di rientrare a casa sono passato a fargli gli auguri e prendere appuntamento per Venerdì per parlare col barese. Venerdì mattina mi ha detto che non ha capito esattamente cosa fosse successo 4 anni e mezzo fa, ma che gli è dispiaciuto tanto la mia troncatura perché gli piaceva parlare con me per via della cultura che ci accomuna, non tanto quella musicale che lui appena sente una chitarra leggermente distorta va fuori di testa, comunque. Alla fine ho accettato la sua frase "Per me possiamo tornare come prima della rottura, tutto come prima", ok gli ho detto, naturalmente è con tanta riserva, perché non mi fido comunque, alla fine a me servono, sia lui e il suo locale e il pizzaiolo e la sua pizzeria come valvola di sfogo soprattutto ora che sono solo, eh si è usarli, un pò come mi è capitato a me, capita che la gente ti usa, chi ne fa buon uso e chi ti abusa, sweet dreams are made of this. L'unica cosa che avevo dimenticato è che negli anni passati in solitudine mi è venuta un pò di agora fobia, poco, ma se il locale è affollato mi vien male, passerà ok, ma per ora sono un pò così, quindi sono stato più in pizzeria che nel bar dove c'è il movimento vero. Chissà se le tizie che si affacciavano a me anni fa e che io rimbalzavo perché ero impegnato e fedele, povero scemo, si espongono ancora e se frequentano ancora quel posto...bah.
Sto sempre meglio, sono anche più flessibile adesso, stando al giudizio dell'insegnante di yoga, sabato mattina è stato un pò un panico, tra posizioni nuove e ste 3 (insegnante inclusa) con sti leggings, ho veramente fatto il bravo, ma PD PD PD, guarda se non divento Mosconi 😂​😂​😂​
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giuseppelaporta · 10 months ago
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Il Cristo Santissimo Salvatore, della Cattedrale di Termoli
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Come ho già potuto enunciare in varie occasioni, la storia dei nostri beni comuni è pregna di quegli accadimenti inaspettati, benefici e talvolta catastrofici, che plasmano le fondazioni della nostra cultura e della tradizione, locale e nazionale.
La figura del ricercatore quindi, in qualsivoglia ambito e grado, deve attenersi ad un codice morale ed etico ove al momento dell'analisi di un reperto, egli svanisce, mantenendo però un pensiero critico-storico, ottenuto dalla propria formazione e con la pratica sul luogo del mestiere, cercando di rimettere insieme le pagine che raccontano la vita di tali manufatti e di chi li ha ideati.
Sulla facciata principale della Basilica Cattedrale di Termoli, tra gli ordini arcuati è inserito il portale maggiore, che si presenta in un carme di cornici, girali a racemi, archivolti ornati, policromie e soprattutto icone, con la più celebre di questo insieme, che da i connotati identitari al tempio mariano di Termoli, ovvero la lunetta della Presentazione al Tempio, collegata all'agiografia cristica della reincarnazione, a sua volta identificabile a partire dalla bifora di sinistra detta "Dell'Annunciazione", e che un tempo doveva essere composta da una continuazione, riscontrabile facilmente in esempi bipartiti come quello del pulpito di Mastro Guglielmo nella Cattedrale di Cagliari, posizionato originariamente in quella di Pisa.
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Quanto alle statue di questo portale, senza nominare le altre del programma iconografico, possiamo elencare con certa facilità le due coppie di santi che posano ai lati dell'archivolto, su mensole recanti la committenza di queste opere, originaria della Repubblica Marinara di Amalfi.
Un tempo dette mensole dovevano essere sorrette da colonne tristili, di cui restano solo frammenti, in parte trafugati, e un capitello a colletto trilobato, capovolto e conservato nella prima stanza ipogea di Termoli Sotterranea, riconducibile ad una scuola artistica che tende a superare i caratteri del romanico pugliese arcaico e che tendono ad andare verso il gotico nascente, come si può notare anche nelle icone di cui si parlerà e in esempi di colonnati riscontrabili nelle opere di Nicola Pisano, ma anche dei cantieri federiciani del Castello di Siracusa, Castel Del Monte e riportando una sincronia schematica che troviamo anche nel Medio Oriente, come nelle nicchie della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, e nel vicino pulpito Burhan Ad-Din Minbar, nel Monte del Tempio.
Le statue presenti in questo portale sono ad ora per la maggior parte anonime e oggetto di studio da parte di tanti eruditi, passati e presenti.
A sinistra abbiamo la prima statua di un uomo in abito episcopale, nell'atto benedicente e che poggia su di un uomo ormai distrutto dall'erosione, e tale figura sembra essere quella del proto-vescovo lucerino San Basso, patrono di Termoli, confermato dai caratteri incisi a piombo nella mitria, recanti "SCS BASS".
L'insieme è seguito da due statue purtroppo anonime, vestite anch'esse come vescovi, ma di cui purtroppo mancano i volti, tranne per la figura di destra, testimoniata da una fotografia scattata intorno agli anni 60 del '900, dove compare nella neo-cripta, un uomo barbuto con una aureola spaccata in due lati, purtroppo oggi scomparsa come tanti altri oggetti di questa veneranda basilica.
Ma se c'è una statua davvero singolare tra tutte, è di certo quella di destra, che si mostra con una postura sempre benedicente, ma con un panneggio diverso da quelle pre elencate, che ci indica la presenza di un personaggio biblico, con il suo pallio che copre metà busto e scende lungo la spalla destra, i legacci e le cinture, ma anche le striature del drappeggio che in tutto il programma della facciata, ci indicano bene la presenza di uno stile che non è per nulla simile al gotico fiammeggiante (es. Chartres) ma nemmeno ad un romanico borgognone come a Notre Dame La Grande, oppure anche un semplice romanico pugliese che si ferma alle strutture di Troia o anche Trani e Ruvo.
Questo stile presenta tutte le caratteristiche di una scuola di pensiero locale, che aveva a che fare con le caratteristiche iconografiche bizantine, pregne di simbolismi, colori e didascalie che determinavano una ferrea regola rappresentativa dell'icona, con un suo posto adeguato e una sua caratteristica evangelica, in gran parte apocrifa, ma che nell'esecuzione sembra comunque evolversi in uno stile sempre più plastico ed espressivo, o dinamico, che ci mostra una perfetta transizione stilistica nata probabilmente nel romanico della scuola di Foggia attorno alla figura del protomagister Bartholomeus e condotta in ogni dove, sino a raggiungere l'evoluzione più tarda e prettamente gotica, come nel caso del programma iconografico del duomo di Zara, e che nel caso di Termoli trova un suo uso contemporaneo nel cantiere tardo-romanico di San Giovanni in Venere a Fossacesia.
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Per poter parlare della statua anonima di Termoli, espongo qui i risultati di uno studio condotto negli anni con una vera e propria equipe di esperti se vogliamo, una confutazione di questo studio sviluppata per esempio con il prezioso parere del Professor Ivan Polverari di Roma, e in collaborazione anche con l'Iconografa Assunta Fraraccio , e molti altri che hanno voluto contribuire alla ricerca, che ben presto citerò in maniera dovuta in un saggio storico incentrato sulla figura in questione.
La statua purtroppo tra gli anni 30 e 40 del '900, cadde rovinosamente sul pavé della Cattedrale, poiché il suo cuore di piombo come anche asseriva Don Luigi Ragni, era ormai usurato e sarebbe bastato un non nulla per distruggerla, anche e soprattutto usandola come semplice appiglio per teli.
Per mezzo secolo era possibile visionare la statua solamente dalle fotografie del 1910 svolte dai fratelli Trombetta e ripubblicate dalla storica Ada e da colleghe come la celebre Maria Stella Calò Mariani, oggi rintracciabili facilmente negli archivi Alinari e in quello di Stato come nel caso delle frontali.
In questi decenni fortunatamente la statua venne ripresa in considerazione e, avendo anche io la possibilità di vederla in pezzi da vicino, ho potuto anche ammirarne la ri-apposizione sulla mensola, al seguito di restauri, però dove manca, ancora oggi, il volto perso di quest'uomo dalla barba appuntita e i capelli lunghi.
Nel corso del tempo è poi stata inserita in numerose ricerche ma che purtroppo hanno dato tutte esiti contrastanti, da chi avvalorava la credenza popolare secondo cui fosse San Sebastiano e anche da chi, senza una minima prova, ne asseriva di leggervi le sembianze di San Timoteo, co-patrono della città adriatica e discepolo prediletto di San Paolo Apostolo, presente nel celebre trittico con la presenza di Tito nella prima parasta a sinistra della facciata, e dove si evidenzia la caratteristica iconografica del discepolo, che appartiene alla più parte dello schema greco in cui è rappresentato questo santo, e le cui raffigurazioni anche più elaborate come nella vetrata del Musée De Cluny (XII sec.) e nel Codex Barberiniano, non sono minimamente rintracciabili nella statua senza volto del protiro termolese, sfatando definitivamente la teoria secondo cui ci troviamo davanti al co-patrono di Termoli.
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In accordo invece con ciò che resta del personaggio, e seguendone la simbologia, si può certo dire che non è un vescovo, a differenza dei precedenti tre, si mostra con una postura benedicente e con capelli e barba lunghi, uno sguardo severo, un uomo dormiente ai suoi piedi, che portano dei calzari e che nella mano sinistra doveva sorreggere un oggetto di non grandi dimensioni.
Per districarci in questo groviglio di fili, un notevole aiuto ci viene dato non solo dalle caratteristiche base dell'iconografia greco-ortodossa, ma ovviamente dalle tante modalità in cui esse sono create, dall'alto al basso medioevo, riuscendo finalmente a poter definire l'identità di quest'uomo, che altri non potrebbero essere se non il Cristo Pantocratore, venerato come Santissimo Salvatore in maniera massiccia negli antichi ducati e principati longobardi come quello di Salerno per fare esempi, e che a Termoli rappresenta uno dei culti più antichi della storiografia locale, più antico del culto bassiano, timoteano e persino dei santi minori come Biagio e Sebastiano, un culto che viene confermato esistere ancora nel 1700 dal vescovo Tommaso Giannelli, e che nei primi del '900 era rimasto solo come memoria storica della vecchia comunità cristiana termolese, dissolto nei secoli e dimenticato, probabilmente portando gli stessi analizzatori della statua ad essere influenzati dalla riscoperta di San Timoteo negli anni 40, e tralasciando totalmente la presenza del culto cristico, forse prima consacrazione della ecclesia esistente già nel VI secolo, soppiantata dalla seconda basilica bizantina del X-XI secolo.
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La rappresentazione del Cristo Pantokrator è quasi onnipresente nei programmi iconografici degli edifici di culto medievali, soprattutto in opere votive, manufatti liturgici e pareti musive o affrescate, tra i cui esempi più celebri troviamo le deesis della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli, ma anche negli esempi di architettura Arabo-normanna e bizantina dell'Italia insulare e continentale.
Preziosi sono anche i pendenti aurei bizantini e le placchette votive in avorio e steatite, che ad oggi costituiscono un patrimonio davvero inestimabile per l'iconografia storica, anche per l'analisi delle grandi variazioni che potevano essere osservate tra una bottega e l'altra in determinate epoche storiche della cristianità, anche nella nostra penisola, pur se in maniera molto ridotta e postuma.
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Particolarmente interessanti sono i bassorilievi che immortalano il Pantokrator eretto, singolo o nella deesis, dove, anche nelle icone pittoriche, la similitudine con la nostra statua è elevatissima.
Ma ci sono dei dettagli che portano la prova ufficiale di questa identità cristica nella sua esecuzione, ovvero la sua statua gemella, che si trova attualmente sulla già citata basilica di San Giovanni in Venere a Fossacesia, dove si riscontra la medesima mano scultorea, seppure in proporzioni differenti poiché inserite in una lunetta e non poste su dei piedistalli aggettanti, che dimostrerebbero grossomodo la presenza della stessa maestranza operante nel cantiere federiciano di Termoli nella metà del XIII secolo, intorno al 1230, proveniente da quella scuola romanica di ambito foggiano, ma lontana ancora molto da quella plasticità e delicatezza realistica tardo-duecentesca di Nicola Di Bartolomeo Da Foggia, il che ci porterebbe a pensare alla figura di un ulteriore magister formatosi nella scuola romanica di Foggia, che tutti noi conosciamo come Alfano Da Termoli, "figlio di Ysembardo", e la cui famiglia (gli Alfani) trae origine dall'antico Ducato longobardo di Salerno e nei territori stretti di Amalfi, Scala e Ravello.
La caratteristica iconografica delle due statue è prettamente la medesima, mostrandoci il volto purtroppo scomparso alla nostra, con la stessa lavorazione della capigliatura lunga e mossa nelle punte, che travalicano le orecchie, e nell'insieme simbologico del drappeggio e della benedicenza, conferma ancor di più i metodi e le proporzioni che contraddistinguono questo esecutore e ovviamente questa scuola di pensiero.
Altro dettaglio fondamentale di questo studio è capire gli elementi che tutt'ora mancano alla statua del Cristo di Termoli, e ci può venire in aiuto la stessa iconologia bizantina, che ricorda come nella figura del Pantokrator, egli sia raffigurato con il manoscritto nella mano sinistra e la mano destra nell'azione benedicente, ma è altresì vero che il Cristo in moltissime occasioni è ritratto o scolpito con la pergamena, nell'atto di cedere la sua parola ai discepoli affinché la promulgassero al prossimo, ed è un elemento fondamentale per capire la sua familiarità nel nostro territorio, non solo nel caso di Fossacesia, ma anche in quello di San Marco Evangelista nella Cattedrale di Zara, nello stesso San Timoteo del trittico di Termoli e così via, sino anche a giungere in pendenti di ambito votivo come il Cristo Pantocratore di Santa Maria di Trastevere, opera duecentesca di una bottega centro-meridionale del XIII secolo, ulteriore prova delle caratteristiche iconografiche di queste scuole di pensiero locali e delle influenze che esse hanno dato alla produzione artistica sacra.
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Seppure la figura del Cristo, per rango religioso viene vista come fuori posto in un contesto che non sia centrale nella facciata, non mancano quegli esempi in Europa, maggiormente gotici, di una variazione della sua posizione in base al lessico dell'intero schema, cosa che ci fa evincere come nel caso di Termoli anche questa ferrea regola scultorea sia stata ammorbidita, permettendoci anche di identificare come il portale rechi nei piedistalli le quattro figure principali venerate in questo luogo di culto, oltre alla presenza del patrono Timoteo in una zona alta, probabilmente di esecuzione variata dalla originale scelta "progettuale" dell'ordine superiore.
Tutte queste premesse mi hanno concesso di poter postulare una ipotesi di ricostruzione della modesta icona, partendo dai rimasugli strutturali del corpo, come i monconi delle mani, i cui resti dei ponti di giunzione con il busto, del pollice e del dito indice, sono rimasti fusi nel petto, mentre nel caso della gamba sinistra è riconoscibile la sbozzatura ammaccata del panneggio, scambiata in passato per la base di un bastone pastorale o da pellegrinaggio.
Quanto al retro del capo, dietro i capelli e il pallio, si può vedere in maniera chiara un bozzo a rilievo con leggera inclinazione, probabile riminescenza di una aureola scolpita con il busto superiore, elemento comune delle statue in rilievo dal romanico al gotico e anche in età rinascimentale, seppure poi venissero soppiantate dall'uso di aureole metalliche in epoche più prossime a noi.
Basandoci sugli stessi esempi locali, e sulle proporzioni del volto, nonché della durevolezza della pietra calcarea, si può dedurre la presenza di una modesta aureola come nel caso della statua scomparsa, con una fase centrale da cui partivano i bracci della croce, probabilmente patente, e le due scritte identificative del Cristo, come in Fossacesia e generalmente nelle icone; "IHS - XPS", con un bordo ornato dall'alternarsi di file forate.
Nella mano sinistra è plausibile che anche questa statua non recasse la presenza del manoscritto aperto, pensì di una modesta pergamena arrotolata, e per ultimare, sembrerebbe evidente dalle tracce di pigmento bruno in questa, e di foglie d'oro nella statua bassiana e nella lunetta, che le icone della facciata termolese, come anche altrove, fossero dipinte, forse solo negli indumenti e nei dettagli più minimi che la scultura non poteva essere in grado di ricreare per le modeste dimensioni e sottigliezza decorativa.
Una basilica che non smetterà mai di stupirci quella di Termoli, con dei misteri e derivanti elucubrazioni che ogni volta mi fanno girare la testa di fronte a cotanta bellezza, da preservare, ma soprattutto, da valorizzare.
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino
Stagione Teatrale di bari 2023-2024: Questo weekend la celebrazione dei 100 di Italo calvino. Il 15 ottobre è il compleanno di Italo Calvino: nato nel 1923, domenica prossima avrebbe compiuto 100 anni. Per #100Calvino, nell’ambito della Stagione teatrale di Bari 2023_24 del Comune di Bari-Assessorato alla Cultura -Teatro Pubblico Pugliese, al Teatro comunale Piccinni, dopo il Prix Rai del 2 ottobre con le letture di Neri Marcorè e dopo lo spettacolo Il Castello del Teatro delle Bambole del 9 ottobre, questo weekend sono in programma una serie di spettacoli e iniziative. Domani, sabato 14 ottobre, alle ore 10.30 (riservato alle scuole/Istituti Superiori) e alle 21, e domenica 15 ottobre, alle 18, il Premio UBU Mario Perrotta porterà il suo “Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, le libertà”, di cui è regista e interprete, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli. Dopo lo spettacolo rivolto alle scuole, Mario Perrotta incontra gli studenti per un dibattito sui temi dello spettacolo e sulla figura di Calvino (con approfondimento a cura di Giancarlo Visitilli). Domenica 15 ottobre, alle ore 11, sempre sul palco del Piccinni: La Palestra - Edizione speciale “Buon Compleanno Calvino!”, una Lezione spettacolo con la direzione artistica di Francesco Maria Asselta e la consulenza scientifica di Lea Durante. “In questo weekend proseguiremo nel nostro omaggio a Italo Calvino, uno degli scrittori più importanti del ‘900, con l’aiuto di Mario Perrotta, attore, drammaturgo e regista pluripremiato, e con uno speciale appuntamento di La Palestra, il format di approfondimento e confronto che per il terzo anno accompagna alcuni dei temi e degli autori della stagione comunale di prosa - commenta l’assessora alle Culture Ines Pierucci . Abbiamo voluto dedicare all’opera di Calvino, al suo impegno politico e culturale, al suo rigore, alla sua fantasia, l’apertura della stagione di prosa della Città di Bari, lasciando che a condurci alla scoperta del suo mondo fossero alcuni tra i nomi più importanti del panorama culturale contemporaneo, per offrire al nostro pubblico riflessioni ed emozioni di grande valore artistico e civile”. Sabato 14 ottobre alle ore 21 Domenica 15 ottobre alle ore 18 Come una specie di vertigine - Il Nano, Calvino, la libertà; scritto, diretto e interpretato da Mario Perrotta, con la collaborazione alla regia di Paola Roscioli Info a questo link. COME UNA SPECIE DI VERTIGINE Il Nano, Calvino, la libertà durata 75’ Permàr – Compagnia Mario Perrotta / ERT- Teatro Nazionale scritto, diretto e interpretato da MARIO PERROTTA collaborazione alla regia Paola Roscioli mashup e musiche originali Marco Mantovani / Mario Perrotta con il sostegno di Regione Emilia Romagna, Comune di Medicina in collaborazione con Teatro Asioli di Correggio, Duel In scena un uomo, o meglio, la sua voce interiore. È la sua anima che fa spettacolo. Tra i tanti abitanti delle pagine dei romanzi di Calvino, è quello meno libero: ha un corpo, una lingua e una mente che non rispondono alla sua urgenza di dire, di agire. Oggi e solo oggi, però, ha deciso di fare spettacolo della sua esistenza, dei suoi pensieri, dei sentimenti che lo agitano. Lui, inchiodato com’è a una croce che non ha voluto, ha deciso di prendersi un’ora d’aria, un’ora e poco più di libertà. E la cerca, la libertà, tra le pagine delle opere del ��signor Calvino Italo”, la racconta come sa e come può, la trasforma in versi, in musica, in parabole e collegamenti iperbolici tra un romanzo e l’altro, in canzoni-teatro sarcastiche e frenetiche e improvvisi minuetti intimi, “scalvinando” quelle opere a suo uso e consumo. Il tutto mentre accanto scorre, amaramente ironica, la sua personalissima storia d’amore, una storia impossibile per quel corpo e quella lingua incapaci di parlare. “Il personaggio in scena è un abitante del Cottolengo, il Nano del romanzo autobiografico La giornata d’uno scrutatore, personaggio cui Calvino dedica una sola pagina se pur memorabile. Ho scelto lui e ne ho immaginato tutta l’esistenza - esistenza che Calvino non ci racconta - proprio perché il mio intento era ragionare intorno al concetto di libertà e il Nano del romanzo ne è totalmente privo”, scrive Mario Perrotta. Domenica 15 ottobre alle ore 11 LA PALESTRA edizione speciale BUON COMPLEANNO CALVINO! direzione artistica a cura di Francesco Maria Asselta consulenza scientifica di Lea Durante interventi di Silvio Perrella e Lea Durante letture di Paolo Panaro al pianoforte Mirko Signorile Ingresso libero con prenotazione su eventbrite Il progetto “Buon compleanno Calvino!”, questa occasione straordinaria del centenario della sua nascita, sarà un’opportunità per parlare della sua vita, delle sue opere, ma soprattutto della sua idea tutta personale di rappresentare un modello di intellettuale integralmente disorganico, lontano dall’impegno diretto, discutendone non solo con studiosi, critici e specialisti della letteratura calviniana (Silvio Perrella e Lea Durante), ma aprendoci anche alle sue parole con le letture di Paolo Panaro (che ha portato in scena Il Barone Rampante), e all’incontro con progetti musicali dedicati a “Le città invisibili”, interpretati da Mirko Signorile in duo con Giovanna Carone.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pumipugliesi · 1 year ago
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Gioielli Pumo Orecchino: L'eleganza e la tradizione della Puglia
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Indossare un orecchino Pumo è come indossare un pezzo di storia e tradizione pugliese. Questi gioielli attirano sguardi ammirati e sono perfetti per aggiungere un tocco di eleganza e originalità al tuo look.
Sia che tu stia cercando un orecchino delicato e raffinato, o un design più audace e vistoso, su Pidipumo troverai sicuramente quello che fa per te. La collezione comprende una varietà di stili e modelli, garantendo una scelta adatta a ogni personalit�� e gusto.
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mezzopieno-news · 2 years ago
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POLIGNANO DICHIARATA LA CITTÀ PIÙ ACCOGLIENTE AL MONDO
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La città più accogliente al mondo è italiana. A stabilirlo sono stati i Traveller Review Awards 2023 che quest’anno hanno premiato come città più ospitale Polignano a Mare, in Puglia.
Le sue bellezze naturalistiche e le sue bontà gastronomiche, la ricchezza del suo patrimonio artistico e l’accoglienza dei suoi abitanti hanno reso la cittadina pugliese la migliore al mondo secondo i turisti. Polignano ha fatto del mix tra natura e cultura, mare e architettura, classe e familiarità i suoi punti di forza. Spiagge, grotte e il fascino del tipico centro storico aggrovigliato di vicoli e affacciato sulla scogliera bianca a picco sul mare hanno affascinato i viaggiatori di tutto il mondo così come il cibo locale e genuino. I Paesi che hanno ricevuto il maggior numero di premi per i luoghi unici in cui soggiornare sono stati l’Italia (153.895 voti), Spagna (98.788 voti), Francia (94.285 voti ), Germania (64.748voti) e Croazia (63.219 voti), i primi tra le mete del mondo.
I Traveller Review Awards di Booking.com premiano le strutture ricettive e i territori che sono stati capaci di offrire un servizio e un’ospitalità eccellenti in qualità e attenti anche all’ambiente e all’inclusione. Una classifica stilata dai viaggiatori stessi che va a premiare le realtà virtuose nel mondo dei viaggi globali. Nelle recensioni è stata anche valutata l’attenzione alla sostenibilità, caratterizzata come uno dei criteri presi maggiormente in considerazione dai viaggiatori.
___________________
Fonte: Booking
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bikewalden · 2 months ago
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Questo è il racconto della partecipazione al Salento Trail, della generosità pugliese, delle fatiche ripagate dalla scoperta di un Salento inusuale.
Salento Trail: in bici tra natura, cultura e accoglienza pugliese (bikeitalia.it)
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nardonews24 · 2 months ago
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CHIOSTRO DEI CARMELITANI - DOPPIO APPUNTAMENTO CON LA SAGRA DEL CECE E LO SPETTACOLO TEATRALE "ARIA FRITTA"
Il 31 agosto 2024 arriva la tanto attesa prima edizione della Sagra del Cece di Nardò, un evento imperdibile per tutti gli amanti delle tradizioni enogastronomiche e della cultura pugliese. Questa straordinaria manifestazione rappresenta l’occasione ideale per celebrare e valorizzare il cece di Nardò, una vera eccellenza locale insignita del prestigioso riconoscimento di Pat (Prodotto…
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pier-carlo-universe · 9 days ago
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La Magia della Taranta: Storia e Tradizioni di una Danza Millenaria
Un viaggio alla scoperta delle radici della Taranta, dalle antiche credenze popolari alla rinascita moderna attraverso la musica e la danza.
Un viaggio alla scoperta delle radici della Taranta, dalle antiche credenze popolari alla rinascita moderna attraverso la musica e la danza. Riflessione:La Taranta è molto più di una danza: è un simbolo culturale e un rituale di guarigione che affonda le sue radici nell’antica tradizione popolare del Sud Italia, in particolare della Puglia e della Calabria. Originariamente, la Taranta, o più…
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cristinabcn · 1 year ago
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La aventura del tango: Un violinista desde París
ANTONIO PIPPO PEDRAGOSA. Periodista, Escritor, Editorialista. Director Gral. Cultura Tanguera, Columnista -Fuimos muy amigos y fue un gran músico. Lo ayudaban su inteligencia y su gran espiritualidad. Yo lo quise mucho. Trabajamos juntos y su padre, que era muy amigo de mi familia, solía venir a buscarme y decirme: ‘Osvaldo, vos que sos más serio, decile a Alfredito que no se acueste todos los…
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gcorvetti · 11 months ago
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Consumati.
Guardo un video del prof Saudino e anche se d'accordo con la sua analisi sul consumismo, che trae spunto da Bauman, il video lo posto in fondo, secondo me c'è molto di più di quello che dice il prof. Non ho letto la notizia in se, delle code ai McMerda, vista su FB perché postata da qualche testata, ma ho capito che c'era uno sconto e si è creata una fila notturna, correggetemi se sbaglio. Partendo da questo e dal fatto che lo sottolinea anche Saudino che l'umanità è in un loop anche sociale e antropologico, vedi le code per l'iphone, oppure per i saldi, il black friday poi è una cosa nuova che piace ai consumatori ancora di più perché non si devono muovere da casa ed accalcarsi e fare a gomitate per accaparrarsi quell'articolo in vendita; quindi un aspetto di quel consumatore medio, e anche basso e alto direi, che oltre a cercare l'offerta va anche per fare parte di quel momento mediatico, magari poi postando foto e video sui social con tanto di ashtag. Levando questo aspetto sociale, io mi concentrerei su un aspetto che il prof non ha toccato, ovvero il cibo in se. Sappiamo che quello che si acquista nei fast food, non solo McM, non è proprio salutare, non so se esiste una tabella nutrizionale di tali prodotti e non la cerco neanche, se ci fosse la vorrei vedere. Comprendo anche come in paesi tipo quello dove vivo, l'Estonia, non ci sia una cultura culinaria, in alcuni paesi hanno anche poco, e capisco anche che si deve dare una scelta alle persone, scegliere dove mangiare in questo caso, però vorrei spezzare una lancia in favore della nostra tradizione culinaria, visto che molti si riempiono la bocca con il made in Italy e poi quando ci sono multinazionali in mezzo non dicono niente. Ogni singola regione, città e paesino in Italia ha diversi piatti tradizionali, svariati centinaia in alcuni casi, ma ci sono anche piccole pietanze, per farvi un esempio da siculo noi abbiamo gli arancini (ma anche una varietà di rosticceria non indifferente), il mio è solo un esempio ma ogni angolo dello stivale è pieno di cibo locale anche se, ho cercato adesso, vedo che i prezzi degli arancini sono lievitati parecchio (sempre come esempio), però so che a Catania ci sono dei laboratori notturni che hanno comunque i prezzi bassi, quindi. Tornando al discorso, perché caro ministro lollominchia non promuovere il nostro cibo e invece di fermare treni ad minchiam e dire cazzate che si denota la poca preparazione di certi elementi messi al posto sbagliato, perché non spezza una lancia sul nostro cibo tradizionale visto che nel governo attuale la parola vi piace così tanto? Perché di mezzo c'è una multinazionale, americana, quindi zitto coglione. Ricordo, e c'è anche un docufilm online vediamo se lo trovo, niente ho trovato solo trailer e spezzoni comunque si chiama "Focaccia blues", narra la storia vera di un panificio in Puglia che vinse contro un McDonald's che gli aveva aperto vicino, perché alla fine passata la novità e col buon senso delle madri, aggiungerei, i ragazzi sono tornati a mangiare cibo della cultura pugliese, che costa anche meno ed è più genuino. Allora c'è da chiedersi se sia una questione di salute, se mangi spesso dal McM ti finisce come il tizio di Big size me, oppure è una questione di marketing e quindi di consumo becero? Cioè fa tendenza mangiare di merda? Ditemi voi perché io non vivo più in Italia e quindi non saprei se è così oppure è una cosa mediatica ed è successa solo in un punto, oppure che le nuove generazioni sono state abituate a mangiare male? Per velocità e convenienza economica, che poi se aspetti 5 minuti una pizza o anche 10 minuti un qualsiasi piatto locale fatto spesso con ingredienti a KM zero quindi a basso costo, cosa ti cambia? Magari ora non è più così, vi ripeto non vivo più instivalato, ditemi voi.
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agrpress-blog · 6 months ago
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“Ritorno in Puglia” di Marco Ferrante presentato nella Biblioteca di Sacrofano “Al Tempo Ritrovato” È stato presentato giovedì 23... #altemporitrovato #andreagaribaldi #bibliotecacomunale #bompiani #katianani #libreria #madiamauro #marcoferrante #piantaparole #ritornoinpuglia #sacrofano #vandabraghetta https://agrpress.it/ritorno-in-puglia-di-marco-ferrante-presentato-nella-biblioteca-di-sacrofano-al-tempo-ritrovato/?feed_id=5473&_unique_id=66522aab20e96
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lamilanomagazine · 6 months ago
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InCittà Bari 2024, presentato il progetto promozione turistica della città
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InCittà Bari 2024, presentato il progetto promozione turistica della città. È stato presentato nella sala consiliare di Palazzo di Città, il progetto "InCittà Bari 2024", promosso dall'associazione di promozione turistica InCittà Bari e patrocinato, tra gli altri, da Comune di Bari, Municipio V, Città metropolitana di Bari, Consiglio regionale della Puglia, Corpo Consolare di Puglia, Basilicata e Molise, Confindustria Bari - BAT (sezione Turismo), Camera di Commercio Bari, Università degli Studi di Bari Aldo Moro, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, Ferrotramviaria spa, AQP e dalla Basilica San Nicola. L'idea progettuale è quella di creare una sinergia tra realtà del settore turistico del territorio al fine di promuovere i luoghi della cultura, i poli museali presenti in città e i servizi utili; attraverso la realizzazione di una mappa multifunzionale, sia in formato cartaceo – disponibile presso gli info point, le strutture ricettive aderenti, treni e taxi - sia digitale, consultabile sul sito www.incittabari.it, che di conseguenza è strutturato come un contenitore di informazioni culturali, di utilità sociale-turistica e commerciali del capoluogo pugliese. All'incontro con la stampa, alla presenza dell'assessora comunale alle Culture, sono intervenuti il presidente di InCittà Luciano Saracino, il priore della Basilica di San Nicola padre Giovanni Distante, il presidente di Confindustria Bari-BAT e console onorario dei Paesi Bassi Massimo Salomone, il responsabile dei servizi sportivi di Telebari Enzo Tamborra, il presidente dell'autorità di Sistema portuale del Mar Adriatico meridionale Ugo Patroni Griffi e la prorettrice dell'Università di Bari Grazia Paola Nicchia. Media-partners del progetto sono La Gazzetta del Mezzogiorno, Telebari, Radiobari, Pepe Graphic, Bar Project Academy e Under The Star International Film Festival. "Questo progetto - ha spiegato Luciano Saracino - nasce dalla nostra convinzione che Bari, con la sua cultura e la sua storia millenaria, ha diritto a essere valorizzata e rappresentata nel mondo al meglio delle sue qualità. La mappa multifunzionale, cartacea e digitale, essenza del progetto, è completa e di facile consultazione, e si rivela strumento indispensabile sia per l'utenza interna sia per quella esterna, ossia i turisti, che ormai da anni costituiscono linfa vitale della città stessa. Per questa ragione abbiamo chiamato a raccolta le migliori energie del territorio, le istituzioni, gli attori culturali e l'imprenditoria d'eccellenza per sviluppare al meglio un settore, quello del turismo, che è al centro della vita quotidiana dei baresi, e in definitiva, creare una sinergia tra la cultura, specificatamente i poli museali cittadini, e i servizi utili al turista, come ad esempio i trasporti pubblici e le strutture ricettive". Padre Giovanni Distante si è soffermato sull'importanza che il Santo Patrono riveste per la nostra comunità: "Quello di San Nicola - ha ricordato - è uno degli itinerari più importanti contemplati dal progetto. La nostra Basilica non è semplicemente un esempio architettonico di arte romanica pugliese ma da mille anni è una realtà simbolo dell'identità culturale barese e, insieme al Museo nicolaiano e all'Archivio, merita la massima attenzione di storici e studiosi". Enzo Tamborra ha sottolineato che "l'emittente televisiva Telebari è patrimonio di Bari e da mezzo secolo è vicina a Bari e ai baresi, informando con competenza e precisione su tutto quanto accade in città ogni giorno, cercando di restare al passo con i tempi. Abbiamo aderito con entusiasmo a questa iniziativa perché vogliamo registrare e analizzare i cambiamenti di una città che, fino a poco tempo fa, non era certo considerata a vocazione turistica, e che adesso, nelle strade, vede mescolarsi persone di tutte le nazionalità". Massimo Salomone ha commentato che "noi industriali stiamo cercando di intercettare l'esplosione dell'interesse dei turisti verso Bari e le sue bellezze, una città in rapida evoluzione ma che comunque è rimasta vera e autentica. La mappa interattiva aiuterà certamente gli albergatori a fornire informazioni utili e dettagliate ai turisti sui luoghi di maggior interesse". Ugo Patroni Griffi ha osservato che "molti turisti, crocieristi e viaggiatori che raggiungono il porto barese - circa 600 mila persone l'anno - nonostante l'esistenza delle tecnologie utilizzano mappe cartacee per orientarsi, probabilmente perché ritenute più intuitive nella consultazione. È quindi opportuno fornire al viaggiatore uno strumento fisico e, tra l'altro, le mappe le abbiamo inventate proprio noi baresi quando, dopo la traslazione delle ossa di San Nicola, si rese necessario trovare un modo per far sapere ai pellegrini dove fossero state riposte". Ha concluso Grazia Paola Nicchia, evidenziando che "la nostra Università è strettamente legata al mondo del turismo e offre il proprio contributo prevedendo, ad esempio, nei piani di studio, corsi di laurea triennali e magistrali che insistono sia nell'area umanistica che in quella economica, oltre che corsi di formazione post laurea, master e short master. Abbiamo anche stretto l'anno scorso un accordo con l'Agenzia regionale del Turismo proprio per intercettare le esigenze formative della filiera turistica".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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pumipugliesi · 1 month ago
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Pumo Anello: Stile e Tradizione su PidiPumo
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olitaly · 7 months ago
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