#musica terapeutica
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Armonie in Amicizia: Musica ed Emozioni al Day Hospital Onco-Ematologico di Alessandria
Il 14 novembre 2024, il Coro Unitre Alessandria si esibisce presso l’Ospedale Civile di Alessandria per regalare un momento di serenità a pazienti e famiglie.
Il 14 novembre 2024, il Coro Unitre Alessandria si esibisce presso l’Ospedale Civile di Alessandria per regalare un momento di serenità a pazienti e famiglie. Il Day Hospital Onco-Ematologico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Alessandria ospiterà, il 14 novembre 2024 alle ore 17, l’evento musicale “Armonie in Amicizia – Quattro passi tra musica ed emozioni”. Questo speciale concerto, che…
#Alessandria cultura#Alessandria eventi#Alessandria today#AOU Alessandria#Armonie in Amicizia#assistenza oncologica#benessere pazienti#benessere psicofisico#BIOS Donne Operate al Seno#Centro Studi Medical Humanities#coinvolgimento comunità#comunità ospedaliera#concerto benefico#concerto per pazienti#Coro Unitre Alessandria#Cultura Alessandria#cura attraverso la musica#DAIRI#Day Hospital Onco-Ematologico Alessandria#donazione pianoforte#Elia Fumagalli#eventi benefici#evento ospedaliero#famiglia Taulino#Google News#italianewsmedia.com#Monica Elias#musica e salute#musica in ospedale#musica terapeutica
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Lançamento do Single “Eu Ativo o Dia Fora do Tempo” de Dharana Ventura: Transformação e Poder
Dharana Ventura lança seu mais novo single, “Eu Ativo o Dia Fora do Tempo”, uma música poderosa e transformadora que já está disponível nas principais plataformas de streaming, incluindo Spotify, Apple Music, Deezer, Amazon Music, Instagram e YouTube. Este single foi especialmente inspirado pelo conceito do Dia Fora do Tempo, celebrado em 25 de julho. O Que é o Dia Fora do Tempo? O Dia Fora do…
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MUSICA Y MEDICINA: MADERA Y METAL
Paso a paso sigo profundizando en los conocimientos de todo lo que voy desarrollando a lo largo de los años en el uso del sonido para la armonización-sanación del ser, medicina para el cuerpo y el alma
#la musica es terapeutica#musica es medicina#fuente de sabiduria#sabiduria ancestral#terapia de sonido#didgeridoo#tambores#sonajas#nanas#pitagoras#ondas cerebrales#amor y armonia#vibraciones#electromagnetismo#celulas#el poder de la musica#el poder de la intencion#el poder de la mente se entrena#campo cosmico#transmutando energias#energia de sanacion#templo de meditacion#templo de sanacion#heartist#aprendemosjuntxs#maktub#la musica de las esferas#frecuencias sagradas#conexiones fisicas y energeticas#fuente de inspiración
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#sapeviche
Il tuo battito cardiaco cambia costantemente e si adatta al ritmo della musica che stai ascoltando.
La musica ha un grosso impatto su di noi, talvolta anche in modo del tutto inconsapevole.
Infatti, musica, suoni, rumori, viaggiano tutti in diverse frequenze che a loro volta, esercitano sollecitazioni al nostro organismo.
Proprio sulla base di questo principio, è stata sperimentata e poi riconosciuta l'efficacia della musicoterapia, una disciplina terapeutica che utilizza la musica come strumento principale per promuovere e raggiungere, il benessere generale.
La musicoterapia si
basa infatti sull'idea che la musica abbia un potente impatto sull'aspetto emotivo, cognitivo, fisico e sociale delle persone.
Sta trovando molto impiego nel trattamento di malattie cognitive degenerative, (tipo demenza senile, Halzheimer), forme d'autismo, sindromi depressive, e come tecnica in preparazione al parto.
#PillolaCuriosità
https://www.instagram.com/reel/DBq3JJ2oFvc/?igsh=enJ1aGJlcngzdnY=
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Il World Economic Forum lo ha detto chiaramente:
"Non POSSIEDERAI nulla e SARAI felice".
Bisogna quantomeno dargli atto dell'onestà intellettuale; non hanno detto infatti:
"Non POSSIEDEREMO nulla e SAREMO felici".
Per apprezzare fino in fondo lo straordinario pezzo che segue consiglio di tenere bene a mente due ambienti: da un lato le meravigliose case degli anziani di paese, che straripano di oggetti, foto di famiglia, ninnoli e cianfrusaglie; dall'altro le asettiche residenze minimali che tanto vanno di moda oggi, che somigliano più a Bed&Breakfast che ad abitazioni e che straripano di tecnologia ma sono prive di qualsiasi riferimento al passato o alla storia della famiglia.
Quando tutta la memoria sarà digitale, bastera un click per cancellare il passato e riscrivere la storia a piacimento.
Giorgio Bianchi
TUTTA COLPA DI FIGHT CLUB.
Di Lorenzo Vitelli.
La musica su Spotify. I film su Netflix. I documenti su Cloud. I libri su Kindle. L’enciclopedia su Wikipedia. Le foto su Instagram. Il lavoro su Drive. Il cibo su Glovo. Siamo nullatenenti. Affittuari di esperienze. E se vi dicessimo che la colpa è di Fight Club, un’apologia del post-capitalismo?
Fight Club, il film diretto da David Fincher e tratto dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk, ha segnato profondamente l’immaginario dei Millennials, la generazione che comprende i nati tra i primi anni Ottanta e la metà degli anni Novanta. Interpretato dal riuscito binomio Norton-Pitt, il primo un impiegato mediocre, frustrato e insonne, e il secondo (in verità il suo doppelgänger) un carismatico e imprevedibile giovane kerouachiano a capo di un’organizzazione eco-terrorista, questo lungometraggio è uscito nelle sale statunitensi nel 1999, sul finire del secolo, quando qualcuno credeva che la storia fosse giunta al termine. Negli anni si è affermato come un vero e proprio cult movie, un contenitore simbolico da cui i Millennials hanno attinto citazioni e riferimenti anti-capitalisti, pose e stili di vita, poster e magliette, tanto che taluni hanno eletto il film a manifesto generazionale. Affresco schizofrenico della società tardocapitalistica il film offre una critica ridondante e fuori tempo massimo alla società dei consumi.
Si tratta di una critica all’americana della società americana, un’esplicita condanna all’accumulazione di oggetti, alla mercificazione del mondo, alla corsa ai consumi emulativi che caratterizza la classe media, in particolare i colletti bianchi, le masse impiegatizie e salariate incastrate nella gabbia trigonometrica casa-starbucks-ufficio e ritorno. A questa vita si contrappone il fight club, zona franca dell’escapismo selvaggio all’interno della metropoli. Un luogo dove si combatte a mani nude, senza regole, e che permette ai suoi adepti, quelli che si sono risvegliati dall’american dream – un risveglio che assomiglia all’effetto della red-pill di Matrix (film uscito nello stesso anno) – di riscoprire la cattività del loro essere interiore attraverso una violenza che diventa ricreativa e terapeutica, violenza redentrice che desta l’individuo dalla sua disforia esistenziale, rendendogli evidente l’asimmetria tra ciò che crede di essere e ciò che realmente è. In modo superficialmente nietzschiano, il film trasmette messaggi di questo tipo: “Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!”. Stampata sulle magliette, tatuata sugli avambracci, utilizzata per citazioni fuori luogo sui propri profili Facebook è una frase che per assurdo oggi suona come un claim pubblicitario: “le cose che possiedi alla fine ti possiedono”. Una lezione, questa, che noi Millennial a quanto pare abbiamo introiettato alla perfezione, finendo poi per vederci costretti a metterla in pratica. Infatti non siamo più posseduti dalle cose che possediamo, perché non le possediamo più! Macchine, case, vestiti di marca, conti in banca in positivo sono prerogative che la nostra generazione non contempla. Nullatenenti, al massimo possiamo affittare esperienze: ascoltiamo musica e vediamo film in streaming, leggiamo libri su supporti virtuali, non acquistiamo più riviste né giornali, abitiamo case dormitorio per tempi sempre più ridotti, guidiamo macchine non nostre, lo smartworking ci ha privato persino di un ufficio in cui lavorare stabilmente. Le città testimoniano di questo mutamento: niente più negozi di dischi, biblioteche, cinema, teatri, niente più uffici e forse, a breve, neanche più scuole. Pur rimanendo professionalmente frustrati come il protagonista, stavolta non per colpa della vita impiegatizia ma della precarietà, ci atteggiamo a Tayler Durden quando accediamo al nostro fight club customizzato inserendo un nome utente e una password su una qualsiasi piattaforma digitale, dove non ci sono più oggetti a possederci (ma i contenuti cattura-attenzione prodotti da un algoritmo).
Fight Club perciò ci ha venduto come una forma ribellistica di liberazione dalla merce, l’esproprio che in realtà il post-capitalismo stava già mettendo in atto con il nostro tacito assenso. Interiorizzata tra i Millennials l’idea secondo cui “i beni che possiedi alla fine ti possiedono”, la nostra generazione si è rivelata un parterre perfetto, ideologicamente e antropologicamente restio all’accumulazione di oggetti, alla stabilità e alla vita borghese, a cui si potevano disinvoltamente vendere i nuovi prodotti fatti di byte, la cui immaterialità assicurava di non partecipare alla società dei consumi (come la si conosceva prima dell’avvento di internet), lasciando accedere i suoi membri al nascente mercato digitale privi di sensi di colpa ma con spirito da pionieri anti-sistema. Fight Club ha raccontato implicitamente un passaggio di consegne da un’architettura capitalistica a un’altra: il vecchio mondo fordista e industrializzato muore – come nell’epilogo del film in cui esplode la città – ma perché nulla cambi davvero. Fincher e Palahniuk hanno fornito ai Millennials un libretto di istruzioni per farla finita con il vecchio capitalismo dell’accumulazione, e una cartina per orientarsi nella geografia del nuovo mondo, hanno dato vita a una delle più riuscite apologie della società post-capitalista, insospettabilmente complice dello stile di vita anti-materico che nel frattempo la Apple aveva cominciato a pubblicizzare con il suo design buddhista e il suo comunismo light dello sharing. La Apple era già promotrice dell’abolizione degli oggetti, delle case vuote e minimaliste, di un certo nomadismo esistenziale, delle vite precarie ma customizzate. Come dice Ian Svenonius in Censura subito!!!: “Apple sprona alacremente la popolazione a liberarsi dei propri beni. La musica? Salvatela sul Cloud. I libri? Sul Cloud. I film, le riviste, i giornali, e la televisione devono essere tutti stoccati nell’etere, non per terra o in un armadio. È come vivere in un monastero modernista il cui culto è la Apple stessa”. E aggiunge: “Apple ha operato un rovesciamento del mondo che ha trasformato il possesso materiale in un simbolo di povertà, e l’assenza di beni in un indice di ricchezza e potere”.
Siamo dei nullatenenti, in definitiva, e ce ne vantiamo. Le cose intorno a noi stanno scomparendo. L’accumulazione di oggetti è diventata una pratica volgare e retrograda nonostante gli oggetti raccontino una storia, costellino i nostri ricordi. Gli oggetti erano, come dice sempre Svenonius, “dei ricettacoli di conoscenza, avevano un senso, erano totem di significato”, custodivano un sapere tramandato rispetto a quello sempre rinnovato, in costante aggiornamento virtuale, che troviamo online. Il fenomeno vintage testimonia la nostalgia per gli scaffali pieni di libri polverosi, i dischi accatastati, le videoteche e le dispense piene. Ma si tratta proprio di una posa in voga tra pochi privilegiati che conferma la tendenza della società a liberarsi degli oggetti, o comunque a dargli un’importanza sempre minore, a favore invece dell’esperienza connessa all’acquisto. Alla proprietà di qualcosa infatti, si preferisce fare l’esperienza di qualcosa: questo è diventato un mantra ormai banale tra gli startupper e gli esperti di marketing di tutto il mondo. La gente vuole fare cose, vuole condividere momenti, avventure, sensazioni, peripezie. È una rincorsa al consumo emulativo di attività esperienziali da rilanciare sui propri profili social. Siamo ancora la canticchiante e danzante merda del mondo, ma adesso non abbiamo neanche più degli oggetti dietro cui nasconderci. Vogliamo farlo sapere a tutti.
https://www.lintellettualedissidente.it/inattuali/tutta-colpa-di-fight-club/?fbclid=IwAR0x5vl4FC8oEg9lZV1UVoGoMc1CggtL7E-9IPBmDFksI_o1rASrFNUTA-4
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Sessione terapeutica gratuita: pulizie di casa con il volume della musica a 70
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Oggi Persona compie 5 anni. È pazzesco pensare come @marracash98 , dopo un lungo periodo di silenzio, sia riuscito a sfornare un disco entrato così tanto a far parte dell’immaginario popolare della musica italiana. Quella musica eterna, non quella da fast-food.
Quella dose di dolore che lo ha pervaso in seguito alla rottura di una storia d’amore tossica ha deciso di spremerlo per inserirlo in un disco che è diventato in pochissimo tempo un masterpiece per la sua carriera ed una pietra miliare per il genere rap in Italia, da cui in tanti son ripartiti, tentando di emularne i testi profondi, introspettivi, senza riuscire ad uguagliare quelli di Persona neanche in minima parte.
Io, come i miei amici, eravamo parecchio in hype per l’uscita del disco, tant’è che iniziammo a consumarcelo e a pomparcelo fin dalla notte in cui uscì, non a caso ad Halloween. In Valentino Marra rappava: “metti i pezzi del mio disco assieme e prende vita come Frankenstein”. Già più di un anno prima dell’uscita dell’album ci aveva dato un indizio su come fosse composto l’album: un genio.
Marra lo ha definito “il disco della quarantena” e non ha torto: il disco lo ha partorito durante il suo periodo di quarantena umana e personale, ma ha anche segnato il periodo della quarantena scattata a causa del covid-19 nel 2020: ha saputo raccontare le fragilità di molti in un periodo in cui tutti avevamo bisogno, in qualche modo, di tirarle fuori e sentirci più leggeri. La musica è stata terapeutica tanto per Marra che l’ha realizzata, quanto per chi quella musica l’ha ascoltata e interiorizzata.
Il 9 aprile 2020 Marra avrebbe dovuto esibirsi a Napoli al Palapartenope, e ricordo come fosse ieri l’incredibile sbattimento che facemmo io e i miei amici per procurarci i biglietti. Manco a dirlo, quel concerto verrà rimandato per ben quattro o cinque volte, arrivando alla data definitiva del 4 ottobre 2022, due anni e mezzo dopo. Un’eternità che ha visto le vite di ciascuno di noi stravolte in toto, come ha anche detto Marra dal palco: vite che vengono, vite che vanno, progetti che nascono ed altri che muoiono.
L’unica certezza però è stato proprio Persona che tutt’oggi viene acclamato ed ascoltato, ed in un’epoca in cui regnano sovrani i numeri degli streaming, lascia ben intendere quanto effettivamente sia importante quel disco per gli ascoltatori e per il panorama rap italiano.
Marra aveva dimostrato di essere un grande liricista e un grande rapper, espressivo e comunicativo, pur distaccandosi dai canonici cliché del rap italiano, o forse era proprio questo che gli avrebbe fatto guadagnare ulteriore credibilità rendendolo ancora più unico all’interno di una scena oggigiorno più che mai piatta e stantia.
Che gran bel disco che continua ad essere Persona…
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“Controcorrente”
Molto probabilmente non aprirete nemmeno questo posto per leggere in quanto non ho un nome conosciuto non sono famoso non sono influencer YouTube o un politico che racconta cose… No infatti lo ammetto non lo sono sono semplicemente Alex nato in Romania arrivato in italia all’età di 12 anni circa, (attualmente ne ho 29) e ho fatto un lungo percorso in comunità educativa, terapeutica, riabilitativa insomma le ho provate tutto e mi sono servite tutte.
Ho imparato a vivere molto di più in 5 anni di comunità e regole che in tutti gli altri 12 anni. Attualmente ho una compagna che ha due bimbe e un nostro bimbo in arrivo, ti starai domandando “ma come ha due bambine?!?” Ebbene sì ha due bambine ma il nostro amore non dipende da quello anzi io ho sempre amato i bambini perciò punti a loro favore. Lavoro in un supermercato sono responsabile punto vendita ormai da circa 10 anni lavoro presso questa azienda e devo dire che mi trovo benissimo e spero e penso altrettanto loro con me.
Io ho tantissime passioni, la natura, tecnologia, la musica scrivere creare cose un po’ meno leggere ma in cambio adoro scrivere e quindi ho deciso di dedicarmi a questa piattaforma e ogni tanto raccontarvi parte della mia vita, pensieri oppure opinioni su argomenti specifici. Non sono un giornalista né uno scrittore né un professionista in questo ambito mi piace semplicemente scrivere.
Non sono un amante della vita caotica discoteca alcool e tutto ciò che riguarda la gioventù, ho altre modalità di divertimento da cui il titolo “Controcorrente” e sono contrario anzi molto contro la droga e l’alcol in quanto tocca persone a me vicine. Perciò se sei un ragazzo/a giovane che sta leggendo ora un consiglio divertiti ma impara a darti dei limiti sempre.
Se ti farebbe piacere leggere i miei articoli o meglio i miei racconti vi invito ad iscrivervi altrimenti per capire se qualcuno legge davvero quello che scrivo mi basta un like o xk no un tuo pensiero a riguardo.
Vi auguro un buon proseguimento e al prossimo articolo /continuazione 💪
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Capire i sentimenti
Questa volta, Vortici.it vuole invitarvi a scoprire o riscoprire il libro: Capire i sentimenti - Per conoscere meglio se stessi e gli altri (Mondadori) di Vera Slepoj, venuta a mancare recentemente.
Sentimenti, affetti, emozioni lo sappiamo, accompagnano la nostra esistenza influenzandone il percorso verso sviluppi più o meno felici. Eppure li abbiamo sempre vissuti come ineluttabili. Tale è il loro impatto sull'esistenza umana che, per comprenderne il senso, la natura, le dinamiche, sono state coinvolte le scienze umane e sociali, la medicina e perfino la biologia e la chimica del corpo. Da qualche decennio, invece, la psicologia ci ha insegnato a conoscerli, più che a dominarli come si voleva in passato. Nel bel mezzo di una miriade d'informazioni, tuttavia, ci siamo sentiti dire tutto e il contrario di tutto a causa di un’informazione farraginosa, imprecisa, spesso fuorviante. Mettere un po’ d’ordine nella conoscenza dei sentimenti appare ormai indispensabile a molti di noi: ed è ciò che offre questo libro, ricco di esperienze maturate nel diretto contatto con chi si rivolge allo psicologo per sbrogliare la matassa ingarbugliata del proprio mondo emotivo. Tentarne un'analisi descrittiva è lo scopo di questo libro, frutto di una vasta esperienza maturata in anni di studio e di pratica terapeutica. Vera Slepoj come psicologa, ha approfondito negli anni lo studio e la pratica dei sentimenti traendone appunto il libro "Capire i sentimenti", uno strumento importante per capire noi stessi e chi ci sta intorno. Ed ecco dunque una rassegna completa di sentimenti positivi (l’amicizia, l’amore, la simpatia, la socialità, la felicità) e negativi (l’angoscia, l’aggressività, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, il narcisismo, o la paura, il senso di colpa, l’odio e la violenza). L'autrice ci invita a prestare una particolare attenzione ai sentimenti nelle età evolutive (l’adolescenza, la vecchiaia), quando l’identità di ciascuno elabora mutamenti essenziali. Esprime una sintesi dei sentimenti che travagliano la coppia e la famiglia. E introduce nella sua analisi una categoria di sentimenti spesso trascurati, eppure determinanti nella formazione dell’individuo, soprattutto oggi che la comunicazione di massa e la disgregazione delle culture ideologiche, etniche o religiose impongono sradicamenti e scelte che affondano troppo spesso nell’irrazionale: i sentimenti collettivi, come l’idea di civiltà e di progresso, il pensiero conservatore e rivoluzionario, l'integralismo e il fondamentalismo, che ci costringono a complesse mediazioni tra passato, presente, futuro. “Sui sentimenti si è costruita l’arte di ogni tempo, dalla musica alla poesia, dalla letteratura alla pittura. E i sentimenti sono qui, in noi, e lì, fuori di noi, e con i sentimenti dobbiamo confrontarci per conoscere chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando”. Leggi qui un estratto...
Vera Slepoj (1954 Portogruaro - 2024) è stata una psicologa e scrittrice italiana. Si è laureata in Psicologia presso l'Università di Padova nel 1977, si è poi specializzata in psicoterapia individuale e di gruppo e oggi è psicologa psicoanalista con diploma in sofrologia medica. Ha vissuto e lavorato tra Padova, Milano e Londra. Molte le attività che l’hanno impegnata negli anni: tra le altre, l’insegnamento presso l’Università di Siena, la presidenza della Federazione Italiana Psicologi dal 1989 e dell’International Health Observatory, la direzione di importanti scuole di formazione in psicologia. Autrice di pubblicazioni scientifiche e divulgative, partecipa a programmi televisivi e collabora con diverse testate, tra cui «Diva e donna». Alcuni dei suoi libri sono stati tradotti da case editrici internazionali, tra cui Payot. Ha pubblicato Capire i sentimenti (Mondadori 1996), Cara TV con te non ci sto più (insieme a Marco Lodi, Alberto Pellai che voi lettori avete conosciuto attraverso le nostre pagine e Franco Angeli 1997), Legami di famiglia (Mondadori 1998), Le ferite delle donne (Mondadori 2002), Le ferite degli uomini (Mondadori 2004), L'età dell'incertezza. Capire l'adolescenza per capire i nostri ragazzi (Mondadori 2008), La psicologia dell'amore (Mondadori 2015). Vera Slepoj si è spenta il 21 giugno 2024 a Padova. «Ci mancheranno il suo entusiasmo e la sua simpatia, così come la sua capacità di trattare in modo chiaro e divulgativo temi importanti come le relazioni affettive e altre complesse problematiche sociali.» così l'ha ricordata il sindaco di Padova Sergio Giordani su Repubblica. Scoprite la nostra rubrica Libri Consigliati Foto: https://www.lafeltrinelli.it/Immagine di copertina: freepik.com Read the full article
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La Magia della Taranta: Storia e Tradizioni di una Danza Millenaria
Un viaggio alla scoperta delle radici della Taranta, dalle antiche credenze popolari alla rinascita moderna attraverso la musica e la danza.
Un viaggio alla scoperta delle radici della Taranta, dalle antiche credenze popolari alla rinascita moderna attraverso la musica e la danza. Riflessione:La Taranta è molto più di una danza: è un simbolo culturale e un rituale di guarigione che affonda le sue radici nell’antica tradizione popolare del Sud Italia, in particolare della Puglia e della Calabria. Originariamente, la Taranta, o più…
#Calabria#Cultura italiana#Cultura Popolare#danza di guarigione#danza popolare#danza rituale#esorcismo attraverso la danza#festival italiani#festival Melpignano#folklore#folklore pugliese#guarigione collettiva#Identità Culturale#Italia del Sud#leggende italiane#Liberazione#mondo della Taranta#morso della tarantola#musica e danza#musica e guarigione#musica folk#musica terapeutica#Notte della Taranta#patrimonio culturale#Pizzica#Puglia#radici della Taranta#rinascita della Taranta#ritmi ipnotici#ritmo della Taranta
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Dharana Ventura Lança 'Malua': Ouça Agora no Spotify!
Dharana Ventura apresenta seu mais novo álbum, “Malua”, uma coleção de quatro músicas inspiradoras que já está disponível nas principais plataformas de streaming, incluindo Spotify. Este álbum foi criado durante o Desafio Malua, uma iniciativa dedicada à comunidade de Mulheres Audiadoras, Livres, Únicas e Abundantes (Malua), que buscam o autoconhecimento através de áudios binaurais e técnicas…
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Soy lo que elijo ser, de lo que me hicieron aprendí a hacerme más fuerte, el amor es la mejor medicina, es el ingrediente clave en la evolución de la consciencia y hay una parte del mundo que ya lo comprende, otra parte está empezando a despertar y comprenderlo y otra parte sigue dormida sumida al gobierno de sus emociones... el ejemplo es nuestra llave maestra... sigamos dejando huellas, sigamos susurrando al viento, transmitiendo a la luz del sol que a todxs llega y a las ondas de agua que todo lo espanden
#dont look back in anger#handmade#moleskine#handwriting#leonardo da vinci#estrefosimbolia#escritura espejo#hermetica#ambidiestra#heartist#aprendemosjuntxs#maktub#sinestesica#propiedades de sanacion#con tonos de musica y color#escritura terapeutica#catarsis#canalizando emociones#canalizando energys#el poder de la intencion#el poder de la mente se entrena#sigue las huellas#la luz me inspira#la luz me guia#la luz es informacion#limpia el alma#agua bendita
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Pena
Recientemente he dejado mi trabajo porque me hacia recordar cosas y por alguna vez en mi vida quise priorizar mi felicidad, aunque este tiempo extra libre me ha dado tiempo para pensar y no puedo parar de recordar en lo injusto que han sido las cosas, ha decir verdad nunca he podido superar nada, desde pequeño me toco ser fuerte y ahora eso me esta costando bastante caro, el tiempo que estuvo solo en mi adolecencia y como me siento ahora, realmente no se porque me siento asi, la verdad es que hasta cierto punto cuando estaba contigo de todas formas, yo en los ultimos momentos cuando o cuando sentia que la conexion no era buena igual me sentia asi, solo.
Realmente me da pena porque de verdad despues de que me di cuenta en lo que estaba haciendo mal, lo intente todo de verdad lo di todo, por ayudarte y hacerte feliz, estos dias se me hace muy dificil pensar en lo injusto que fue nuestra situacion o realmente no se como expresarlo, pero yo te amo, realmente no puedo dejar de recordar que el otro mes es tu cumpleaños, la verdad es que espero que estes bien y la pases bonito aunque a ti no te gustaba celebrarlo, deberias tomartelo como es que es un dia que vuelves a nacer o con mas positivismo, lo unico que hago es recordar tanto lo bueno como lo malo, pero es que eras todo para mi, realmente me he dado cuenta de lo que me afecta tanto con respecto a este tema, que tu nunca lo supiste ver la verdad es que por momentos me hiciste sentir como alguien mas del monton. nunca senti que se me devolviera el amor que yo te di de la misma forma. se supone que una relacion es sacrificio pero mi sacrificio al no ser retribuido me hace sentir tan vacio y triste que no se como llenarlo, el otro dia por una casualidad de la vida buscando fotos mias para compararme a como me veo ahora, vi nuestras fotos y no supe que sentir se me nublo la mente y fui directo al gymnasio a distraerme, las sensasiones mas tristes brotaron al terminar. El viaje a casa nunca habia sido tan largo con el frio que hacia, nisiquiera me puse un abrigo, de todas formas feliz porque mi brazo mide 40,5cm, triste porque no se que hacer con todas estas emociones, la verdad es que debe ser primera vez en mi vida que la musica me identifica o siento que hablan de lo que siento como "will he" ,"the less i know the better" , de todas formas eso fue lo que me dijo mi psicologa que usara mis distracciones de forma terapeutica o cosas asi como para no ignorar las emociones, porque la verdad no me gustaria que todo siguiera como si nada y despues a los años sentirme de la mierda otra vez, como cuando recorde que no me elegiste cuando eramos mas jovenes y lo arreglamos cuando fuimos guardias ksjadhfasdjfh almenos yo lo deje esa vez ahi todo, aunque igual siempre recorde cuando me equivoque en navidad, cuando te deje plantada y todos mis errores, por eso siempre te quise compensar y mejore para que estuvieramos mejor, la verdad es que yo no estaba ni cerca de ser lo mejor, pero tu tampoco.
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Freezy - Reason - “Fuori di testa”
Gian Franco Canu è Freezy, giovane artista Funky Pop
Brano dal ritmo incalzante ed esplosivo, in cui l’artista evidenzia il suo lato più estroverso.
Nasce nel 98, in provincia di Savona, Gian Franco Canu in arte Freezy.
La musica entra nella sua vita all’età di sei anni, in forma terapeutica, e si dimostra in seguito una via di fuga da torbidi trascorsi e insicurezze personali.
Etichetta: Orangle Srl - www.oranglerecords.com
Freezy
Instagram: https://instagram.com/freezy.108?igshid=YmMyMTA2M2Y=
Youtube: https://www.youtube.com/@108fam
TikTok: https://www.tiktok.com/@freezy.108?_t=8ZDd0x8TQj0&_r=1
Spotify:https://open.spotify.com/artist/38rRraamqD2x4OdVvgi0m9?si=9Jv6ETSUQbSoXfWpKGQV1g
Reason
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l’altoparlante - comunicazione musicale
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