#cultura Indiana
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Bollywood Cats 2024: Danze, Solidarietà e Fascino Indiano a Casale Monferrato
Un evento benefico per i gatti abbandonati e un viaggio nella cultura indiana
Un evento benefico per i gatti abbandonati e un viaggio nella cultura indiana Un appuntamento di danza e solidarietàDopo il successo delle edizioni precedenti, il 24 novembre 2024, il Salone Tartara di Casale Monferrato ospiterà l’attesissimo evento Bollywood Cats 2024, organizzato dall’associazione NonSoloGatti, dal Mummy Project e da My Fly Fit di Silvia Girino. Un’occasione unica per…
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Índia celebra Dia Internacional da Ioga
Nova Delhi, Índia, 22 de junho de 2024 – Agência de Notícias PTI – A Índia celebrou ontem, sexta-feira (21), o Dia Internacional da Ioga, designado pela ONU, com eventos em todo o país, incluindo a participação do líder da nação. O Primeiro-Ministro Narendra Modi juntou-se a milhares de residentes em um evento na cidade de Srinagar, reafirmando o papel central da Índia na promoção desta prática…
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Modern Ladino Culture
🇪🇸 El libro "Modern Ladino Culture: Press, Belles Lettres, and Theater in the Late Ottoman Empire" de Olga Borovaya, finalista de los National Jewish Book Awards en 2011, es el primero en examinar como un fenómeno unificado tres géneros de la producción cultural ladina: la prensa, la literatura de ficción y el teatro. Borovaya identifica estos géneros como importaciones de Occidente que se arraigaron entre los sefardíes otomanos a principios del siglo XX y se desarrollaron dentro del contexto cultural local, centrándose en las comunidades de Salónica, Esmirna y Estambul. La autora considera crucial abordar la cultura impresa ladina como un fenómeno único para entender el movimiento cultural de la época y su importancia en la historia sefardí. Analiza la evolución de los tres géneros, comenzando con la prensa, seguida de la literatura de ficción, y finalmente el teatro, destacando el papel significativo de las escuelas de la Alianza en la expansión de la cultura ladina. Borovaya también explora el fenómeno de la "reescritura" de novelas europeas occidentales, que luego se serializaban en la prensa ladina. Con notas detalladas y un índice, Borovaya presenta un análisis exhaustivo y accesible de un conjunto de materiales raros, proporcionando una valiosa contribución al estudio de la cultura sefardí.
🇺🇸 The book "Modern Ladino Culture: Press, Belles Lettres, and Theater in the Late Ottoman Empire" by Olga Borovaya, a finalist for the National Jewish Book Awards in 2011, is the first to examine three genres of Ladino cultural production as a unified phenomenon: the press, fiction literature, and theater. Borovaya identifies these genres as imports from the West that took root among Ottoman Sephardim at the beginning of the 20th century and developed within the local cultural context, focusing on the communities of Salonica, Izmir, and Istanbul. The author considers it crucial to approach Ladino print culture as a single phenomenon to understand the cultural movement of the time and its importance in Sephardi history. She analyzes the evolution of the three genres, starting with the press, followed by fiction literature, and finally theater, highlighting the significant role of the Alliance schools in the expansion of Ladino culture. Borovaya also explores the phenomenon of "rewriting" Western European novels, which were then serialized in the Ladino press. With detailed notes and an index, Borovaya presents a comprehensive and accessible analysis of a rare collection of materials, providing a valuable contribution to the study of Sephardi culture.
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Os 10 países com as mulheres mais bonitas do mundo
Os 10 países com as mulheres mais bonitas do mundo: uma jornada pela beleza global A beleza é um conceito subjetivo e variável, mas em todas as culturas existem padrões estéticos que influenciam a percepção da beleza feminina. Ao redor do mundo, diferentes países são conhecidos por suas mulheres deslumbrantes, que encantam com sua aparência única e cativante. Neste artigo, faremos uma jornada…
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Seta. Potere e glamour
Tessuti e abiti dal rinascimento al XX secolo
Roberta Orsi Landini
Autori dei saggi: Marie Bouzard, Marina Carmignani, Andreina d’Agliano, Franco Franceschi, Dominique Charles Fuchs, Sofia Gnoli, Susan Miller, Roberta Orsi Landini, Maria Pia Pettinau Vescina
SilvanaEditoriale, Cinisello Balsamo 2009, 192 pagine, 120 ill.a colori, 10 ill. bianco e nero, 23x28cm, brossura, ISBN 978883661492
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Sfarzo, raffinatezza e seduzione. Questi sono gli argomenti affrontati nel volume, dedicato alla storia di un materiale tanto antico quanto prezioso: la seta.
Pubblicato in occasione dell’omonima mostra, il catalogo – che inaugura la collana del CeSAC - Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee di Caraglio – sottopone all’attenzione del pubblico tre momenti storici in cui la seta, soprattutto attraverso le vesti, ha assunto un ruolo significativo nella storia del costume e della produzione: il Rinascimento, gli anni a cavallo fra Seicento e Settecento, e la prima metà del secolo XX. Il boom della seta, che vede la realizzazione di veri e insuperati capolavori tessili – manifestazione di ricchezza dei ceti più potenti – è il Quattrocento, quando alcuni centri italiani, come Venezia, Firenze o Genova, ne diventano i più importanti produttori europei. Una produzione pregiata che viene accresciuta, fra Seicento e Settecento, dagli scambi con il lontano Oriente: decorazioni bizzarre e fantastiche, ispirate alla cultura figurativa turca, indiana, cinese e giapponese, fioriscono su fondi dalle cromie nuove e brillanti. Il Novecento, con il diffondersi dell’industrializzazione, vede mutare ancora l’aspetto e il significato dell’abbigliarsi in seta. Questa diventa un tessuto di appannaggio quasi esclusivamente femminile, mentre nuovi generi tessili, come crêpes e chiffons, favoriscono l’affermazione di una nuova moda, tutta giocata sulla seduzione. In catalogo, introdotti da saggi critici, sono documentati alcuni capolavori tessili provenienti dal Museo del Bargello di Firenze e dal Centro di Studi di Storia del Tessuto e del Costume di Venezia, nonché abiti di sartorie o creatori famosi – Fortuny, Poiret, Schiaparelli, Capucci – e capi appartenuti a importanti dive o personalità: Rita Hayworth, Mirna Loy e Soraya Esfandiary.
07/04/24
#Seta#Potere e Glamour#Textiles exhibition catalogue#CeSAC#Fortuny#Poiret#Schiaparelli#Capucci#Rita Hayworth#Soraya#Mirna Loy#fashion books#fashionbooksmilano
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ci sono dei modi di dire entrati nella terminologia comune del linguaggio giornalistico che mi creano un profondo senso di fastidio. il primo che mi viene in mente è l’uso di 007 per indicare i servizi segreti. mi è bastato fare una veloce ricerca su google per trovare un esempio imbarazzante risalente a sole 18 ore fa. cito testualmente il titolo del Fatto Quotidiano: “lo scandalo MeToo travolge anche la Cia: 007 condannati per violenze sulle colleghe”. a parte il fatto che CIA è un acronimo e andrebbe scritto con le lettere maiuscole, 007 è un personaggio di fantasia, il doppio zero è un codice che indica la sua licenza di uccidere. vorrei inventare degli esempi ma la mia mente non è così creativa (“gli indiana jones ritrovano un reperto che si credeva perduto”?). la lista dei termini che mi infastidiscono potrebbe essere infinita. capisco che alcune siano terminologie entrate ormai nell’uso comune, però la loro esistenza nel mondo del giornalismo è soltanto colpa di un ricerca maldestra di trovare un linguaggio veloce che sia diretto per i lettori, che sono per lo più svogliati. se sia nato prima l’uno o l’altro non ci è dato saperlo. comunque, sono due gli ultimi esempi che mi hanno spinto alla bestemmia in questi giorni. il primo è “bomba d’acqua”, traduzione pure sbagliata del termine inglese cloudburst. trovo la parola italiana nubifragio molto più bella di bomba d’acqua, sinceramente. il secondo non è un termine usato spesso come 007 o bomba d’acqua ma si collega alla svogliatezza di un certo giornalismo italiano, quel giornalismo che utilizza un concetto noto nella cultura popolare anziché ideare un titolo che sia sì comunicativo ma di buon senso. stamattina repubblica scrive: “premio nobel. il dilemma: superstar o “famolo strano”.” tutto ciò mi snerva in modo esagerato, lo ammetto.
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I sinistri son letteralmente diventati la BORGHESIA, i tanto disprezzati nemici del popolo ai tempi del PCI.
Sono precipitati nell'Alto Medioevo: Contado 'gnorante vs. Città faro di Cultura e Progresso, le Città del Lavoro che rende liberi e dei Mestieri (decotti e parassitari), da proteggere con valli di telecamere e divieti al posto di mura e fossati.
Non si rendono conto che ovunque fuor di Terzo Mondo e posti sfigati monocentrici soffocanti (Parigi, Londra) e a maggior ragione nel Bel Paese la cui ricchezza è sempre stata nei suoi mille campanili, la Città è solo una delle parti di un Territorio, è una entità che VIVE DI FLUSSI E DI SCAMBI. Quando la limiti crei una Riserva Indiana: dentro parassiti ubriachi e il degrado, quelli che vivono di rendita a spese del resto.
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" Vomitevole questa santificazione mediatica di un uomo che ha distrutto un paese."
Condivido questo pensiero e poi sto zitta, non parlo mai di politica, se volete vi do un paio di ricetta, vi parlo di qualche costellazione amo il cielo notturno e diurno quando è in movimento , una volta facevo yoga, amo molto la cultura indiana e anche la cucina indiana, la adoro...e poi e poi e poi... Ciao.
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Bollywood Cats 2: Uno Spettacolo di Danza Indiana a Sostegno dei Gatti Abbandonati
La magia dell’India per una buona causa.
La magia dell’India per una buona causa. Il 24 novembre 2024, al Salone Tartara di Casale Monferrato, si terrà l’atteso evento benefico Bollywood Cats 2, un’occasione unica per immergersi nelle atmosfere indiane con danze e musiche coinvolgenti, e al contempo sostenere l’Associazione NonSoloGatti, che si occupa della cura e del benessere dei gatti abbandonati. L’evento, organizzato dal Mummy…
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A cruz solar, também chamada de roda solar, é um dos símbolos mais antigos, que remonta às culturas pré-históricas. Foi encontrado em todo o mundo e tem diferentes interpretações para várias culturas.
Acredita-se que seja um dos símbolos religiosos mais antigos do mundo, com ligações à arte religiosa indiana, asiática, americana e europeia desde eras pré-históricas.
O símbolo e suas muitas variações foram encontrados em todo o mundo. Esculturas da Idade do Bronze mostram a cruz solar representada em urnas funerárias, que datam de 1440 aC. Aparece em paredes de cavernas antigas, em locais de culto, em moedas, obras de arte, esculturas e na arquitetura.
A forma mais básica de cruz solar apresenta uma cruz equilátera dentro de um círculo. Esta variação é conhecida como cruz de Odin na cultura nórdica. Representava Odin, o mais poderoso dos deuses nórdicos. Curiosamente, a palavra inglesa cross é derivada da palavra nórdica para este símbolo – kros.
O deus pagão celta do trovão, Taranis, era frequentemente representado com uma roda raiada na mão, frequentemente associada à cruz solar. Esta roda foi encontrada em moedas e joias celtas. Acredita-se que a cruz celta seja uma variação da roda de Taranis, com o círculo no centro representando o sol.
A suástica é uma variação da cruz solar, apresentando braços dobrados em movimento giratório. Este símbolo foi considerado um amuleto de boa sorte e usado em todo o mundo por muitas culturas, incluindo os nativos americanos, até que Hitler se apropriou dele e alterou para sempre o seu simbolismo positivo.
É um símbolo do sol, um objeto adorado desde a antiguidade. A crença era que o símbolo representava a roda da carruagem do deus Sol. Os antigos reis do Egito e de outros lugares usavam este símbolo porque o viam como uma representação do poder mais elevado – o sol. Representa a roda, que deu poder, força e mobilidade às pessoas e à sociedade. Na astronomia moderna, a cruz solar é usada como símbolo da Terra, e não do sol.
No Catolicismo, a cruz do sol representa um halo, que está associado a anjos e santos. É também considerado um símbolo do poder de Deus.
Nas crenças neopagãs e wiccanianas, a cruz solar representa o sol como o ciclo das quatro estações ou quatro direções. Também é considerado um representante dos quatro quadrantes da Roda do Ano, um ciclo anual de festivais sazonais. A cruz solar representa o calendário solar, que mapeia os movimentos do Sol marcados pelos solstícios e às vezes também pelos equinócios. archaeo-histories.beehiiv.com/?_gl=1*1dhkanl…
#arqueohistórias
#discernir#conhecimento#sairdailusão#refletir#arqueologia#historia#sabedorias#despertar#consciência#verdades#vida
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Kierkegaard, el amor, y la búsqueda de la verdad
¿Es más real el mundo bajo la luz de las emociones?
El otro día vi un reel en el que hablaban de una novela escrita por el filósofo Søren Kierkegaard, citaban la frase ‘’El amor es hermoso solo mientras duran el contraste y el deseo, luego, todo es debilidad y costumbre.’’ Y aunque con erróneas ideas preconcebidas inicialmente, comencé a investigar qué pensó Kierkegaard en torno al amor. Llegué a las siguientes conclusiones.
Emociones y conciencia
Kierkegaard critica la dominación (¿sobrevaloración?) de la objetividad científica en nuestra cultura, argumentando que nuestras emociones, como el amor, son esenciales para comprender verdaderamente el mundo. Estas emociones nos otorgan un enfoque único, permitiéndonos ver características relevantes de las cosas que una perspectiva puramente objetiva podría pasar por alto.
La auténtica comprensión viene cuando estamos subjetivamente y emocionalmente involucrados. El amor ilumina y da significado a nuestra relación con el mundo y con los demás, sin embargo, según Kierkegaard, el acto de amar no es simplemente una emoción o una actitud pasiva, sino que implica una comprensión profunda y una relación más rica con el objeto amado. Sin amor, no podríamos llevar una vida que sea reconociblemente humana.1
Contrario a la noción popular de que los objetos son entidades inertes y voluminosas, Kierkegaard invita a considerar que estos objetos "nos seducen y nos amenazan, nos apoyan y nos obstaculizan, nos contienen y nos debilitan, nos guían y nos calman". Para un observador desprovisto de amor o escepticismo, el mundo parece apagado; pero, al igual que "los colores no pueden verse en la oscuridad", los valores y significados intrínsecos de las cosas no pueden percibirse sin la receptividad emocional adecuada.
Resulta interesante pensar en una supuesta superioridad de la relación subjetiva del individuo con el conocimiento y su propia existencia, sobre el conocimiento adquirido bajo rigor científico. ¿Cuál de esas formas de entender el mundo resulta más valiosa para el individuo?¿Se puede vivir desapegado de los objetos que te rodean? ¿Es la ciencia capaz de explicar el deleite de leer un poema por la mañana, capaz de explicar la fé, el apego, el amor?
1. Mooney, E. F. (Ed.). (2008). Ethics, Love, and Faith in Kierkegaard: Philosophical Engagements. Indiana University Press.
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Olha, eu concordo que essa mistura aconteceu com a Disney, mas inclusive o live action dela ser indiana foi ALTAMENTE criticado pela comunidade árabe. Que inclusive Ásia e mundo árabe são coisas diferentes, o conto é de origem árabe, o que se especula ser chinês (ou indiano) é a etnia de Aladdin, porque foi escrito que ele vem de um local distante e a expressão usada foi a mesma que usavam para estrangeiros da Índia e China. Turquia não faz parte do mundo árabe, nem a Índia. Ambos são países com história e etnias bem próprias, não se confundem com os árabes.
compreendo sua perspectiva, mas gostaria de refutar algumas coisas
primeiro, é correto afirmar que a Ásia e o mundo árabe são entidades geográficas e culturais distintas. A Ásia é o maior continente do mundo e abriga uma diversidade incrível de culturas, idiomas e etnias, incluindo não apenas o mundo árabe, mas também o Extremo Oriente, o Sul da Ásia, o Sudeste Asiático e muitas outras regiões. O mundo árabe, por outro lado, é uma região específica que engloba países árabes onde a língua árabe é predominante, como Egito, Arábia Saudita, Síria, etc
em relação à origem do conto de Aladdin, é verdade que o conto foi incluído nas "Mil e Uma Noites", também conhecidas como "As Noites Árabes", uma coleção de histórias que têm suas raízes na tradição árabe. No entanto, a história de Aladdin não é originalmente parte do núcleo das "Mil e Uma Noites" e foi acrescentada posteriormente por tradutores europeus. A verdadeira origem da história de Aladdin é incerta, mas há especulações de que ela pode ter se originado na Índia ou na China e foi incorporada posteriormente à coleção árabe.
além disso, é importante reconhecer que a Turquia e a Índia são países com culturas e histórias únicas, que não fazem parte do mundo árabe. A Turquia, por exemplo, é um país transcontinental com uma rica herança otomana e não deve ser confundida com os países árabes. Da mesma forma, a Índia é um país diversificado com inúmeras línguas, religiões e culturas, e não é parte do mundo árabe.
portanto, é válido reconhecer as diferenças entre essas regiões e culturas, e entender que o conto de Aladdin é uma obra literária que pode ter sido influenciada por várias tradições e origens, sem estar estritamente ligado a uma única cultura ou região.
espero que encerre o assunto aqui.
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