#cucina greca
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Letteralmente innamorato della cucina greca. Nella mia prossima vita voglio nascere in Grecia, è deciso.
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Succede che un gruppo di mantovani si trovi in vacanza nell'isola greca di Karpathos, nel Dodecaneso, e si rechi ad Avlona, un paese sperduto dove inizia un trekking piuttosto pesante per la splendida baia di Tristomo. Tra sentieri in rocce di granito, dislivelli arditi, capre selvatiche e un sole sempre cocente. Prima di partire è indispensabile fermarsi nell'unica taverna del luogo per fare rifornimento di acqua. All'ingresso sembra non esserci nessuno, poi improvvisamente spunta un uomo dalla statura sotto la media. «Italiani?» è la sua domanda. Un senso di deja-vu coglie il gruppo. Ma quella frase non l'abbiamo già sentita? E quel tipo che parla italiano non lo abbiamo già visto? Sono passati più di trent’anni, ma improvvisamente sembra di essere finiti dentro a quel film. Sì, perché prima che lo sgomento la faccia da padrone, ci pensa lui a scacciare i dubbi. «Sono Giuseppe Cederna, uno degli attori di Mediterraneo – dice – qualche mese all'anno vivo qui con la mia compagna. Lei dà una mano alla signora in cucina, io faccio un po' da cameriere con suo marito e insieme li aiutiamo nei lavori in campagna».
Dall'articolo "Il film 'Mediterraneo' diventa realtà, il soldato Cederna è rimasto in Grecia" di Alberto Sogliani
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Cilento: paradiso tra mare e monti
Il Cilento, situato nella parte meridionale della provincia di Salerno in Campania, è un territorio ricco di storia, cultura e bellezze naturali che lo rendono una meta ideale per chi desidera una vacanza all'insegna del relax e del divertimento. Paestum: Un viaggio nel tempo Un gioiello incastonato nel cuore del Cilento è Paestum, antica città greca che conserva tre templi dorici tra i meglio conservati al mondo. Passeggiare tra le sue rovine e immergersi nella sua atmosfera suggestiva è come fare un viaggio indietro nel tempo. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Amanti della natura, il Cilento vi aspetta! Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, con i suoi sentieri escursionistici e le sue aree faunistiche, offre l'opportunità di immergersi in un ambiente incontaminato e di ammirare flora e fauna tipiche. Tra le esperienze da non perdere, una visita alle Grotte di Pertosa, un complesso carsico sotterraneo con laghi cristallini e stalattiti e stalagmiti di rara bellezza. Spiagge da sogno Il Cilento è rinomato per le sue spiagge da sogno, che si susseguono lungo la costa per oltre 100 chilometri. Calette nascoste tra le rocce, lidi sabbiosi attrezzati per il comfort e baie incantevoli con acque cristalline, offrono la cornice ideale per una vacanza all'insegna del mare e del sole. Tra le più belle, la Spiaggia di Marina di Camerota, la Baia degli Infreschi e la Cala di San Marco. Borghi autentici Il Cilento custodisce borghi autentici che conservano il fascino del passato. Tra i vicoli pittoreschi e le case in pietra, si respira un'atmosfera di genuinità e tradizione. Da Acciaroli a Castellabate, da Agropoli a Pisciotta, ogni borgo racconta la sua storia e offre al visitatore la possibilità di scoprire l'artigianato locale, assaporare i prodotti tipici e immergersi nella cultura cilentana. Enogastronomia: Un trionfo di sapori La cucina cilentana è un trionfo di sapori e profumi che rispecchiano la ricchezza del territorio. Dai piatti a base di pesce fresco, ai prodotti della terra come l'olio extravergine d'oliva e il vino, dai formaggi stagionati ai dolci tipici, ogni portata è un'esplosione di gusto che delizierà il palato. Un'esperienza indimenticabile Il Cilento è una terra che conquista con la sua bellezza, la sua storia e la sua autenticità. Un luogo dove immergersi nella natura incontaminata, scoprire borghi pittoreschi e assaporare i sapori di una cucina genuina. Un'esperienza indimenticabile che resterà impressa nel cuore di chi lo visita. Un susseguirsi di borghi pittoreschi, siti archeologici di inestimabile valore e riserve naturali incontaminate, offrono al visitatore un'esperienza indimenticabile. Foto di falco da Pixabay Read the full article
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AMORE IN AFFITTO 5
Per Francesca divenne evidente fin da subito che era necessario il loro intervento, se Florian fosse riuscita a liberarsi di quel peso che portava da tempo nel cuore, sicuramente la sua performance sarebbe stata nettamente superiore. Ma come potevano creare un momento adatto così dal nulla? Fortunatamente, Francesca aveva una soluzione a questo. Poco più tardi, le prove di teatro ripresero, mentre le due maid erano nascoste tra il pubblico di giovani studenti; finché ad un tratto Florian prese a recitare il suo monologo. Tutti si accorsero che il testo era diverso: non era più Giulietta a parlare ma la stessa Florian. Anche Camill era visibilmente confuso, fino a quando non si accorse durante il suo turno che anche i suoi appunti erano cambiati. La professoressa stava per interrompere, ma vedendo i due ragazzi dare il meglio di sé, lei stessa rimase stupefatta. Per Florian e Camill era come se l'intera classe fosse scomparsa, i loro cuori erano tornati a quel parco pieno di ciliegi in fiore. La ragazza riuscì così a dichiarare il suo amore, e a sua sorpresa Camill la ricambiava ormai da tempo. E nel momento in cui si stringevano sul palco sotto lo sguardo meravigliato di tutti, Francesca si accorse che i loro cuori riflettevano un rosa scintillante, segno del loro evidente amore reciproco. Le pietre delle due maid raccolsero i due cristalli, e fu allora che notarono il giornalista, seduto poco più in là. Il suo cuore era arancione, simbolo della felicità, avrebbe finalmente potuto scrivere un articolo interessante grazie a quella inaspettata dichiarazione. Gloria sorrise soddisfatta mentre raccoglieva quel cristallo, soprattutto perché lei e Francesca avevano aiutato tutti a raggiungere il proprio obiettivo. A quel punto era meglio far ritorno al castello, prima che il barone si accorgesse della loro assenza. Rientrate di fretta, le ragazze entrarono dalla finestra della cucina, fortunatamente la cuoca Svetlana era troppo presa per accorgersi delle due infiltrate. Poco dopo fecero ritorno alla caffetteria come nulla fosse, solo Maris e Judith avevano dedotto cosa fosse successo, ma avevano ovviamente coperto le spalle alle due colleghe. In verità anche il barone stesso era a conoscenza della loro fuga.
Quella sera, dopo che si era tenuta l'abitudinaria cena, Gloria si ritirò nella sua camera da letto perché iniziava ad essere veramente stanca, era stata una giornata intensa. Poco dopo si vide raggiungere dalla sua collega greca Maris, la quale chiese alla collega più giovane come fosse stata quell'insolita avventura fuori dalle mura del castello. Così Gloria raccontò come lei e Francesca erano riuscite ad aiutare quella coppia di innamorati a dichiararsi, e allo stesso tempo a far avere al giovane giornalista il suo tanto ambito scoop. La maid dai capelli verdi sorrise, era stata sicuramente una giornata piena di emozioni per la nuova arrivata; allo stesso tempo si sentiva sollevata nel sapere che il barone non si fosse minimamente accorto della loro fuga, o almeno così credeva, come le altre. Decise allora di uscire dalla camera di Gloria per lasciarla riposare, dopotutto il giorno seguente l’attendeva una giornata di lavoro, era meglio che fosse riposata a dovere. Gloria sorrise a Maris quando la vide uscire e si mise coricata nel letto, si sentiva davvero esausta.
Più tardi quella notte, la ragazza venne colta nuovamente da uno dei suoi incubi, ma questa volta era diverso dal solito. Gloria aprì gli occhi in preda al panico, si agitava e continuava a guardare in maniera nevrotica le vesti come se ancora percepisse il sangue su di essi. Maris, che aveva la camera da letto affianco alla sua, percepì dal caos che qualcosa non andava e decise di verificare che Gloria stesse bene. Quando aprì la porta, trovò la povera ragazza rannicchiata in un angolo della stanza in preda a un attacco di panico, ma questa volta sembrava più serio dell’ultimo. La greca corse da lei afferrandola e stringendola al suo petto.
<< Gloria!? Gloria che succede? Riesci a sentirmi??>> chiese insistentemente la collega più anziana. Quando finalmente la ragazza dai capelli rosa uscì da quello stato di panico, si strinse piangendo disperata al petto di Maris.
<< Oh Maris, è stato orribile.. >> disse la ragazza tra i singhiozzi. La greca chiese cosa fosse successo, se avesse avuto un altro di quei sogni che da tempo le davano tormento. Gloria annuì ed il suo sguardo divenne serio, spiegando che si era trattato di un sogno insolito, non le era mai capitato nulla del genere. Maris chiese timidamente maggiori dettagli al riguardo, così la fanciulla si mise ad illustrare di aver sognato sé stessa da bambina, sulla rampa delle scale interne del suo castello. Saliva lentamente quelle scale, diretta alle camere da letto; mentre i suoi vestiti sporchi di sangue lasciavano uno strascico dietro di lei.
<< Oh mio dio, che cosa macabra.. >> commentava intanto Maris, portandosi una mano alla bocca.
<< C'è dell'altro.. mia madre.. >> proseguì Gloria con esitazione.
<< Cosa? >> domandò l’altra preoccupata.
<< Il suo corpo, o meglio il suo cadavere.. mi giaceva addosso. >> concluse la ragazza con voce rotta.
<< Oddio.. ancora peggio!>> commentò la greca sconvolta.
<< Sì, ma non ha senso! I miei genitori sono morti in un incidente stradale, ricordo perfettamente il giorno in cui mi venne comunicato, e rammento che subito poco dopo sono stata mandata qui da mio zio. >> dichiarò risolutamente la ragazza dai capelli rosa. Maris osservava Gloria con evidente preoccupazione; se i suoi genitori erano morti in un incidente stradale, perché aveva fatto un sogno al riguardo così macabro?
<< Forse la tua mente ha interpretato a modo suo, a volte succede che i ricordi mutano nei nostri sogni. >> spiegò Maris cercando di rassicurarla.
<< Forse hai ragione tu ma.. sembrava tutto così maledettamente reale. >> ribatté Gloria cercando di calmarsi. Maris voleva esserle d'aiuto, ma in quel momento non aveva idea di come esserlo, decise quindi di limitarsi a trascorrere la notte in camera con la sua collega. Con la greca al suo fianco, Gloria riuscì a tranquillizzarsi fino a riaddormentarsi nuovamente.
Il mattino seguente quando sentì il trillo della sveglia, la ragazza dai capelli rosa aprì gli occhi, era appena cominciato un nuovo giorno. Si sentiva ancora un po' scombussolata da ciò che era accaduto la notte prima, e non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine nitida di sua madre morta tra le sue braccia. Voleva tantissimo pensare che fosse tutto frutto della sua mente, un modo contorto del suo trauma di elaborare i ricordi, ma qualcosa la convinceva fortemente che ci fosse ben altro dietro. Per questo motivo prese la decisione di andare in fondo alla questione. Ma come avrebbe fatto? Forse suo zio avrebbe potuto aiutarla, pensò Gloria; dopo tutto era il fratello maggiore della sua defunta madre, motivo in più per il quale poteva essere la persona giusta. Decise quindi che avrebbe parlato al barone delle sue preoccupazioni quel giorno stesso, durante la pausa pranzo della caffetteria. Una volta terminato di prepararsi raggiunse la sala, nel corridoio c'era anche Francesca che stranamente quel giorno era puntuale. La bionda si fece avanti camminando al fianco di Gloria.
<< Come ti senti oggi? Maris mi ha raccontato di questa notte.. >> chiese Francesca con timore.
<< Sto bene, credo. Anche se non ti nascondo che non riesco a smettere di pensare a quel maledetto sogno. >> rispose Gloria in un evidente stato di angoscia.
<< Immagino, forse dovresti prendere in considerazione un supporto psicologico. Anzi, onestamente mi sorprende che sua altezza non ci abbia ancora pensato. >> ribatté la bionda perplessa.
<< Mio zio dici? Beh lui non è al corrente della completa situazione, sicuramente non immagina il mio turbamento. >> commentò la ragazza dai capelli rosa. Era convinta che suo zio pensasse che lei stesse bene, in fondo lei stessa aveva sempre fatto intendere che non le importasse troppo dei suoi genitori. Era in parte vero, era sempre stata trascurata; ma non era certo completamente indifferente al loro costernato destino. Soprattutto ora che era piena di dubbi e domande al riguardo, forse chiedere aiuto allo zio era davvero l'unica soluzione fattibile per risolvere le sue preoccupazioni. Le due maid raggiunsero la caffetteria, la giornata di servizio era ufficialmente iniziata. Gloria stava pulendo i tavoli quando si accorse che la sua collega Ilona si stava avvicinando.
<< Certo che hai avuto proprio una bella faccia tosta a svignare fuori dal castello, e per giunta coinvolgendo anche Francesca. >> disse la maid dai capelli viola in maniera saccente.
<< Cosa? Non capisco proprio a cosa tu stia facendo riferimento. >> rispose Gloria facendo finta di non capire.
<< Non fare la finta tonta con me, ragazzina! Sappiamo tutti che avete violato il regolamento, e non credere che sua altezza non sia al corrente. >> ribatté Ilona infastidita. Il viso di Gloria divenne pallido, era convinta che il barone non fosse minimamente al corrente della fuga sua e di Francesca. Ilona a quel punto afferrò il colletto della camicetta di Gloria e la spinse contro il muro senza alcuna esitazione.
<< Non credere che solo perché sei la nipote del padrone tu possieda qualche privilegio più di noi altre! >> dichiarò freddamente Ilona. Judith notando la scena si fece avanti spingendo via la collega più anziana.
<< Ma ti ha dato di volta il cervello? Ti sembra il modo di agire, per fortuna che non c'era qualche cliente! >> contestò subito la maid dai capelli arancioni.
<< Se ci fosse stato anche un solo cliente ti pare che lo facevo? >> replicò Ilona infastidita.
<< Non lo devi fare a prescindere! >> aggiunse Judith alzando il tono di voce, a cui Ilona non diede alcuna risposta, decise di non proseguire ulteriormente quella fastidiosa discussione e tornò alle sue mansioni. Gloria, che era rimasta in silenzio ad osservare la collega Judith, la ringraziò per il suo intervento. Judith annuì alla ragazza e riprese il suo lavoro. Quando finalmente giunse l'orario di pausa, Gloria chiese al maggiordomo Gerry dove si trovasse il barone, spiegando che aveva estrema necessità di parlarci. Il maggiordomo le rispose che in quel momento il padrone era nel suo studio, pesantemente occupato dal suo lavoro. Nonostante il suo consiglio di non disturbarlo, la ragazza raggiunse ugualmente l'ufficio di suo zio. Prese un respiro profondo prima di bussare alla porta, esitava poiché temeva che non avrebbe voluto prestarle nessun aiuto dopo aver scoperto della sua fuga. Riuscì però a farsi coraggio, e diede alcuni colpetti di nocche sulla porta di legno antico di fronte a sé. Attese una riposta dall'altra parte della porta; finché udì la voce dello zio che invitava chiunque avesse bussato ad entrare. La ragazza prese un altro lungo respiro per cercare i calmare i nervi, e poi si fece avanti.
<< Oh Gloria sei tu, perché non me lo hai detto subito! >> disse il nobile con estrema accoglienza notando la ragazza appena entrata. Gloria non si aspettava una tale reazione, al contrario credeva di trovare lo zio di pessimo umore.
<< Mi dispiace averti disturbato, Gerry mi ha avvertita che eri molto occupato, ma ho davvero bisogno di parlare con te adesso! >> replicò la ragazza con agitazione.
<< Sei mia nipote, per te io non sono mai occupato! Avanti, dimmi pure tutto quello che mi devi dire. >> controbatté l'uomo con un sorriso amabile.
<< Non è facile.. riguarda i miei genitori. >> rispose Gloria con trepidazione.
<< I tuoi genitori? Beh certo, dimmi pure. >> replicò il barone alzando leggermente il sopracciglio destro. L’argomento era per lui una sorpresa, ma non sembrava turbato dalla questione; al contrario invitò la giovane a esprimersi tranquillamente al riguardo. Gloria sorrise, era convinta che avesse fatto la scelta giusta a farsi avanti, sicuramente l'uomo avrebbe potuto aiutarla.
<< Ecco.. sono sempre stata turbata da strani sogni, ma questa notte ne ho fatto uno diverso dagli altri. >> disse Gloria prendendo un respiro profondo.
<< Sarebbe? >> chiese il barone curioso.
Gloria allora si mise a raccontare in maniera dettagliata l'angosciante sogno, e la sua evidente preoccupazione riguardante il motivo per il quale era avvenuto. Per tutta la durata del racconto il viso dell’uomo non mutò espressione neanche una volta, si limitò ad ascoltare attentamente ogni singolo punto della narrazione. Al termine della storia, Gloria osservava il barone nella speranza che l'uomo potesse davvero fare in qualche modo la differenza. Il nobile le diede uno sguardo quasi paterno prima di esprimersi al riguardo.
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64. (Biscotti)
Dopo aver preparato dei biscotti, sono uscito per strada. I biscotti li ho bruciati, ma non lo dirò a nessuno. Li preparerò di nuovo, maledetti. È che al mondo non c’è la ricetta perfetta, non c’è. Prima c’erano le nonne, poi il progresso ha portato i libri, poi la tecnologia ha portato la tv computer internet. Ma le ricette non hanno mai portato e mai porteranno ad un risultato perfetto, nei secoli dei secoli amen, e io lo so il perché, perché sono io che le preparo. E per me non c’è neanche la ricetta.
L’odore di bruciato ce l’ho ancora nelle narici. Prima di entrare nel traffico la cui merda mi disinfetterà l’olfatto, passo nel parco, magari il verde, chissà. Il verde oggi è esploso, dopo tutta quella pioggia e dopo questo sole così caldo ed amichevole ogni stelo sembra non volere fare altro che spogliarsi e mostrarsi splendente, come fosse una statua greca in un campo di felici nudisti. I biscotti sono morti, ma l’erba no, o perlomeno non ancora. Poi interverrà il comune a tranciare il tutto, a fare di ogni giardino pubblico un prato equanime ed uniforme come un campo di calcio. La diversità da fastidio, certo, come il bruciato dei biscotti. Cazzo. Vuoi vedere che sono come il comune? Che orrore.
Le macchine si affiancano, si sorpassano, si incazzano. Si vede, si vede che le macchine hanno uno scopo, devono andare da qualche parte, specialmente con fretta, sono fatte per questo. Ad esempio, non sono trasparenti, sono fatte per vedere con agevolezza il traffico, ma non il cielo. Tranne qualcuna, ma non sono nate per quello. Perché nessuno ci pensa? Perché nessuno le vuole? Forse costerebbero troppo, dobbiamo essere pratici, pratici come se fossimo morti, come se le cose più belle a una certa debbano farsi da parte e lasciar passare le cose più importanti. Per la bellezza c’è tempo, ma se rimane tempo. Non saremmo qui, se gli uomini primitivi avessero pensato alla bellezza. Invece siamo qui perché hanno pensato a far cadere un mammut nella buca, a fracassarlo con le pietre e finalmente a mangiarlo e a sfamare la stirpe. Boh, chissà, a me la storia dei libri mi ha sempre fatto pensare ad un romanzo, ma in fondo chi se ne frega. Sono arrivato davanti alla libreria che mi piace.
Entro in libreria, non devo comprare nulla. Ma passeggio come se fossi al supermercato. Invece dei pelati i libri di fotografia, invece del bagnoschiuma romanzi rosa. Qualcuno li avrà scritti, forse li avrà letti e li avrà trovati come dei biscotti bruciati, ma c’era la possibilità di venderli e allora. Basta. Ho il disgusto. Ieri il prete che dice che ha avuto una intuizione dallo Spirito Santo. In dieci minuti di omelia ha detto più cazzate di quante ne avrei potute immaginare io. E quello che dovrebbe essere mio amico mi ha detto con una certa convinzione che da quando ha avuto la prima erezione è sempre stato in compagnia di una donna. Credo che siano bruciati dentro, non si spiega, o sono io bruciato e dovrei buttarmi nella spazzatura così eliminiamo il problema di questi miei pomeriggi in giro per la città.
Torno a casa, va. Nella pattumiera non ci sto, forse domani l’umore sarà più alto, forse ci sarà il sole anche qui dentro, nella testa. Il rientro a casa. A volte sembra di ritornare in una tomba, a volte in un tiepido rifugio in inverno, mentre fuori la tempesta batte e sconquassa.
Casa. Cucina. Toh. Un biscotto è scampato alla mia furia, si è nascosto dietro la friggitrice, è bruciato a metà, l’altra metà è marrone scuro, cioè quel colore e quel grado di cottura che mi fa cagare. Ma sì, non ti butto. Ma sì. Anzi, sai che faccio? Sai quanto sono stronzo? Io ti mangerò, non mi piaci e mai mi piacerai, ma ti terrò in bocca come una medicina, sentirò l’amaro, ti impasterò bene con la saliva, ti butterò giù un decigrammo alla volta, e non lascerò che mi sfugga neanche una briciola. E così non lo so che farò, che cosa avrò concluso, non lo so, attualmente io so solo che faccio fatica a reggere. Ma reggerò e vaffanculo.
Non c'è la ricetta per me.
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La casa museo di İsmet İnönü
Questa casa museo, conosciuta come Palazzo Mavromatis, dalla famiglia greca Mavromàtis, è situata ad Heybeliada e risale al XIX secolo.
Nel 1924, İsmet Paşa affittò la casa e dal 1925 la utilizzò come residenza estiva per la sua famiglia. Nel 1934, İsmet Paşa, che adottò il cognome "İnönü" in conformità con la legge sul cognome promulgata nello stesso anno, considerò l'acquisto della residenza. Il prezzo richiesto, incluso il mobilio, ammontava a 25.000 lire. Su suggerimento di Atatürk, İnönü optò per l'acquisto della casa senza mobilio. Dopo una contrattazione, riuscì nell'acquisto al prezzo di 9.500 lire. Fu poi Atatürk stesso a regalare ad İnönü il mobilio per la casa.
İnönü in base ai suoi impegni politici e agli incarichi che assunse, si recava, quando poteva, ad Heybeliada con la sua famiglia.
İsmet İnönü morì il 25 dicembre 1973. Successivamente, la famiglia decise di trasformare la casa in una casa museo, che ancora oggi è aperta alle visite. La casa museo conserva non solo la storia della famiglia İnönü, ma anche importanti elementi dell'architettura e della cultura turca del XIX secolo. Ad esempio, la prima cosa che attira l'attenzione quando si entra in cucina è il rubinetto che scorre con l'aiuto di una pompa dell'acqua. L'acqua veniva pompata attraverso la cisterna sotto casa e da qui veniva soddisfatto il fabbisogno idrico.
La mia Vita a Istanbul: consigli e informazioni turistiche. Disponibile come GUIDA per delle ESCURSIONI in città. Scrivi una e-mail a: istanbulperitaliani@gmail Seguici anche suᅠwww.facebook.com/istanbulperitaliani
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https://the-family-1.castos.com/episodes/s04x09-vassilissa-chiavari-ge
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Sant’Andrea, protettore del pesce
Festeggiato il 30 novembre, sant’Andrea era uno degli apostoli, che lavorava come pescatore e, in seguito al suo martirio, avvenuto nel 60 d.C. presso la città greca di Patrasso, divenne il protettore di tutti i pescatori e marinai del mondo che, dalla Grecia alla Spagna, passando per l’Italia, lo ricordano con sagre e feste. Nella città dove fu vescovo, Patrasso, Andrea viene festeggiato con cerimonie religiose molto sentite che culminano con agapi gastronomiche a base di polpo al sugo e ad Amalfi, dove, nel XIII secolo, furono traslate le reliquie del santo da Costantinopoli, è ricordato con cerimonie religiose e banchetti a base di pesce. Nel viterbese, il 30 novembre era tradizione confezionare pesci di cioccolato o di pasta di mandorle da regalare soprattutto ai bambini. In provincia di Lecce si festeggia il santo con l’accensione di falò, sulla cui fiamma sono arrostite le cosiddette triglie di Sant’Andrea e nel nord della Spagna, nei Paesi Baschi, regione di grandi tradizioni marinare, il martire è stato scelto come santo patrono ed è ricordato con sagre che vedono come protagonista il re della cucina basca, il baccalà, dal marmitako alla ‘sopa de bacalao’, dalla tortilla di baccalà alle gustose crocchette, ogni provincia basca ha la sua ricetta marinara. Secondo un’antichissima tradizione, nel giorno di sant’Andrea le donne austriache si radunavano attorno a un albero di albicocche, tagliandone qualche rametto spoglio, lo portavano a casa e lo incidevano diagonalmente alla base, per favorire l’assorbimento dell’acqua; e infatti, lo deponevano in un vaso, senza dimenticare di cambiare l’acqua una o due volte a settimana e, se tutto andava bene, nell’arco di qualche settimana i piccoli ramoscelli avrebbero cominciato a germogliare, in una miracolosa fioritura fuori stagione. Anche in Romania veniva portata avanti la stessa tradizione, ma lì le massaie raccoglievano un ramoscello per ognuno dei membri della famiglia, e avevano cura di abbinarlo a ognuno dei loro parenti legandoci un cartellino dove stato scritto il loro nome. A quel punto il ramoscello che fosse fiorito per primo avrebbe indicato senza possibilità di errore il nome del più fortunato. In molti villaggi della Boemia, quella di sant’Andrea era una festa molto sentita, durante la quale veniva concesso un giorno di riposo ai lavoratori. Dello stesso privilegio avrebbero potuto godere dunque anche le ragazze che erano impiegate nelle filande, particolarmente numerose in quella zona della Germania, ma molte di loro si erano trasferite in Boemia appositamente allo scopo di lavorare, così avevano spesso poco interesse nel prendersi un singolo giorno di riposo che non gli avrebbe permesso di tornare a casa. Anticamente veniva indicata come la novena di sant’Andrea quel ciclo di preghiere che accompagna il fedele fino al Natale, in una preparazione quotidiana che comincia il 30 novembre per concludersi al 24 del mese successivo, infatti molti amano chiamarla la preghiera natalizia di sant’Andrea o la preghiera di anticipazione del Natale. Read the full article
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La Pasta: Un Viaggio nella Storia dell'Alimento Italiano per Eccellenza
La pasta, un alimento che incarna l'essenza stessa della cucina italiana, ha una storia millenaria che attraversa continenti e culture. In questo articolo, esploreremo le origini della pasta, dalla sua presunta nascita in Cina al suo trionfante arrivo in Italia e il suo ruolo nella creazione di uno dei piatti più amati al mondo: la pasta al pomodoro.
Un'Origine Antica
La pasta, nel suo nucleo, è il risultato della mescolanza tra semola (farina grossolanamente macinata da grano) e acqua, unita da una piccola quantità di sale. Le leggende suggeriscono che la pasta sia stata inventata dai Cinesi e portata in Europa da Marco Polo nel 1295, dopo il suo viaggio nell'Impero del Gran Khan. Tuttavia, la storia della pasta è ancora più antica, con radici profonde nella tradizione mediterranea.
È un compito arduo attribuire la paternità della pasta a un solo popolo. Mentre gli antichi millenni a.C. ci hanno lasciato prove di pane e focacce cucinate su pietre roventi, i primi indizi della pasta sono rintracciabili nella civiltà persiana e soprattutto in quella greca. Aristofane, commediografo del V secolo a.C., menziona in una delle sue opere un tipo di pasta simile agli attuali ravioli. Gli Etruschi, in una tomba a Cerveteri, conservavano strumenti da cucina simili a quelli moderni, utilizzati per preparare ravioli. Ma è con i Romani che la pasta inizia a guadagnare notorietà. Autori come Orazio e Terenzio Varrone, nel I secolo a.C., la menzionano nelle loro opere, descrivendo strisce di pasta, spesso farcite con verdure.
Il Medioevo della Pasta
Il periodo medievale segna una scomparsa temporanea della pasta. Questo potrebbe essere attribuito al fatto che gli scrittori dell'Impero Romano tardo non avevano un particolare interesse per le abitudini alimentari quotidiane. Tuttavia, con la caduta dell'Impero Romano e la crisi economica che ne seguì, la produzione di grano, e quindi di pane e pasta, diminuì. Fu solo nel IX secolo, nell'Africa settentrionale influenzata dalla civiltà araba, che la pasta ritornò, stavolta nella forma di pasta secca, grazie alla sua capacità di conservazione. Fino ad allora, la pasta era principalmente consumata fresca.
Un libro di cucina dell'anno Mille, intitolato "De arte coquinaria," scritto da Martino Corno, cuoco del patriarca di Aquileia, menziona la prima ricetta a base di pasta, importata dalla Sicilia. Gli Arabi, che governarono l'isola per molti decenni, contribuirono in modo significativo alla diffusione della pasta nel Mediterraneo. L'introduzione dei mulini semplificò la produzione di farina, dando vita a una produzione abbondante di pasta. Nel 1154, lo storico arabo al-Idrisi descrisse dettagliatamente Palermo e menzionò Travia, una località dove i pastai producevano pasta a forma di fili, forse i precursori degli spaghetti. Alla fine del XII secolo, la produzione di pasta divenne un'industria vera e propria, con navi cariche di pasta che partivano dalla Sicilia verso l'Italia meridionale, la Sardegna, l'alto Tirreno e la Provenza.
L'Arrivo in Italia
La tradizione narra che Marco Polo abbia introdotto la pasta in Occidente nel 1295, dopo averla scoperta in Cina. Già all'inizio del XIV secolo, esistevano pastifici a Genova. Tuttavia, fino alla fine del Cinquecento, la pasta era riservata principalmente alle classi sociali più abbienti a causa dei suoi costi elevati. Solo nel XVII secolo, con l'avvento della gramola, uno strumento per rendere la pasta morbida e omogenea, e l'invenzione del torchio meccanico, la produzione di pasta divenne abbondante e accessibile a tutti. In questo periodo, nacquero numerosi pastifici nella zona di Napoli, grazie alle condizioni climatiche favorevoli che permettevano una produzione abbondante di pasta secca.
La Pasta al Pomodoro
La vera rivoluzione nella storia della pasta avvenne nella prima metà del Seicento, quando furono introdotti i pomodori nell'area napoletana sotto il dominio spagnolo. Originari delle Americhe, i pomodori furono inizialmente considerati velenosi e utilizzati solo come piante ornamentali. Tuttavia, superate le paure e le superstizioni, il pomodoro divenne un accompagnamento naturale per la pasta, data la sua abbondanza e il costo accessibile. L'area napoletana superò rapidamente la Sicilia sia nella produzione che nel consumo di pasta. Tuttavia, la pasta non era ancora un piatto aristocratico e veniva venduta per strada da venditori ambulanti, spesso mangiata con le mani. Fu solo all'inizio del Settecento che la forchetta, con quattro rebbi invece di due, rese possibile l'approccio nobile alla pasta. Questa innovazione si diffuse rapidamente in Italia e in Europa.
Gli Italiani e la Pasta
Nei secoli successivi, la produzione di pasta ha continuato a migliorare, passando da macchine idrauliche a macchine a vapore, elettriche e computerizzate. La tradizione della pasta artigianale è rimasta saldamente italiana, con alcune grandi aziende produttrici in Emilia-Romagna e nel Centro-Sud. Gli Italiani sono i principali consumatori di pasta al mondo, spesso condita con pomodoro o sughi a base di vari ingredienti, o cotta nel brodo. La pasta è alla base della dieta mediterranea, un modello di alimentazione equilibrato riconosciuto in tutto il mondo per il suo apporto bilanciato di carboidrati, vitamine e sali minerali, con un bass
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Scopri Le Destinazioni Esclusive Estive Con Il Noleggio Di Jet Privati Con SolisJet
Sfuggi all’ordinario e portate la vostra esperienza di viaggio estivo a nuovi livelli. Per coloro che desiderano lo straordinario, il fascino di destinazioni estive esclusive è un richiamo. Immaginate di mettere piede sull’asfalto, dove il lusso non conosce limiti e il tempo si piega al vostro programma. Benvenuti a bordo del vostro jet privato, la porta d’accesso a una stagione di avventure sfarzose. Dai paradisi tropicali appartati alle gemme storiche europee, quest’estate è tutta da esplorare con uno stile ineguagliabile. Unitevi a noi in un viaggio che ridefinisce il concetto di viaggio di lusso, dove la destinazione è solo l’inizio. Benvenuti nel mondo delle esclusive fughe estive con un jet privato a noleggio.
#1 St. Barts, Caraibi:
St. Barts, abbreviazione di Saint Barthélemy, è un vero gioiello dei Caraibi. Quest’isola è famosa per le sue spiagge incontaminate, i resort di lusso e il fascino di ispirazione francese. Quando si arriva con un jet privato, si viene accolti da una transizione senza soluzione di continuità verso il paradiso. Sia che vogliate rilassarvi sulle morbide sabbie bianche, sia che vogliate esplorare le vibranti barriere coralline facendo snorkeling, sia che vogliate concedervi una cena gourmet nei ristoranti sulla spiaggia, St. Barts offre una fuga idilliaca.
#2 Ibiza, Spagna:
Oltre alla sua rinomata vita notturna, Ibiza nasconde un lato sereno. L’isola è impreziosita da paesaggi lussureggianti, calette nascoste e dall’autentica cultura spagnola. Un jet privato a noleggio vi garantisce l’accesso a questo lato tranquillo di Ibiza senza il trambusto degli aeroporti affollati. Dall’esplorazione del centro storico di Ibiza Town alla scoperta della bellezza incontaminata dell’isola di Formentera, il vostro jet privato a noleggio vi apre le porte a un’esperienza più esclusiva di Ibiza.
#3 Santorini, Grecia:
Santorini, con le sue iconiche chiese dalle cupole blu e la vista sulla caldera, è una destinazione da sogno. Arrivare con un jet privato vi permette di evitare i tipici problemi di viaggio e di iniziare subito ad assaporare questo paradiso cicladico. Immergetevi nella cultura unica dell’isola, assaggiate i vini locali e ammirate il tramonto sul Mar Egeo dalla vostra villa privata. Santorini è l’incarnazione della bellezza e della tranquillità greca.
#4 Le Maldive:
Le Maldive, un insieme di atolli corallini nell’Oceano Indiano, offrono un livello di lusso difficilmente eguagliabile. I jet privati possono portarvi direttamente all’isola privata che avete scelto, dove vi attendono bungalow sull’acqua e acque cristalline. Qui potrete fare snorkeling con la vivace vita marina, cenare sulla spiaggia sotto le stelle e godere di trattamenti termali con il suono rilassante dell’oceano come sfondo. È la fuga tropicale definitiva.
#5 Aspen, Colorado:
Aspen non è solo un paese delle meraviglie invernali, ma anche un paradiso estivo sulle Montagne Rocciose. I jet privati possono atterrare all’aeroporto di Aspen-Pitkin County, rendendo facile esplorare le affascinanti boutique della città, cenare in ristoranti di classe mondiale e dedicarsi ad attività all’aperto come escursioni e mountain bike. La bellezza naturale delle Montagne Rocciose prende vita in estate, e il viaggio in jet privato vi assicura di arrivare con facilità e stile.
#6 Costiera Amalfitana, Italia:
La Costiera Amalfitana è una destinazione da cartolina, con le sue scogliere spettacolari, i limoneti e gli incantevoli villaggi. Arrivando con un jet privato nei vicini aeroporti di Napoli o Salerno, potrete iniziare il vostro viaggio sulla costa senza ritardi. Percorrete le tortuose strade costiere per visitare luoghi come Positano e Ravello, dove assaggerete l’autentica cucina italiana e ammirerete panorami mediterranei mozzafiato.
#7 Fiji:
Le Fiji sono un paradiso remoto del Pacifico meridionale che sembra un mondo lontano da tutto. I jet charter privati possono atterrare all’aeroporto internazionale di Nadi, fornendo un rapido accesso alle isole private sparse in questo paradiso tropicale. Qui potrete dedicarvi agli sport acquatici, immergervi nella cultura figiana o semplicemente rilassarvi su spiagge incontaminate, sapendo che il vostro viaggio è lussuoso come la vostra destinazione.
#8 Marrakech, Marocco:
Marrakech è un’affascinante miscela di tradizione e lusso. I charter con jet privato per l’aeroporto di Marrakech Menara vi assicurano di scendere dall’aereo e di entrare nel cuore di questa vibrante città. Perdetevi nell’incantevole Medina, fate shopping nei vivaci souk e rilassatevi negli opulenti riad. Con un jet privato, potrete godere appieno delle delizie sensoriali e della ricca storia di Marrakech in tutta comodità e stile.
Queste esclusive destinazioni estive per il noleggio di jet privati promettono esperienze indimenticabili in alcuni degli scenari più affascinanti del mondo. Che siate alla ricerca delle spiagge tranquille dei Caraibi, dei tesori nascosti di Ibiza, del fascino incantevole di Santorini, dei paradisi acquatici delle Maldive, delle avventure all’aria aperta di Aspen, della bellezza costiera della Costiera Amalfitana, del lusso remoto delle Fiji o della vibrante cultura di Marrakech, i viaggi in jet privato valorizzano ogni aspetto del vostro viaggio.
Con la comodità dell’aviazione privata, arriverete alla destinazione prescelta rapidamente e con il massimo comfort, eliminando lo stress di aeroporti affollati e lunghe soste. Inoltre, queste destinazioni offrono una miscela unica di bellezze naturali, ricchezza culturale e sistemazioni di lusso che soddisfano i viaggiatori più esigenti.
In definitiva, la vostra avventura estiva inizia nel momento in cui salite a bordo del vostro jet privato, assicurandovi che il vostro viaggio sia straordinario come la destinazione stessa. Quindi, che siate alla ricerca di relax, avventura o immersione culturale, queste esclusive destinazioni estive vi aspettano, pronte a regalarvi una fuga straordinaria e indulgente.
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🍝 Η #Aboutnet ανέλαβε την δημιουργία του #site "La Cucina Greca".
Το Café – Restaurant "La Cucina Greca", παρέχει ποιοτικό καφέ, ιδιαίτερα ροφήματα και γευστικό φαγητό, με επιρροές από την Μεσογειακή και ιδιαίτερα την Ιταλική φινετσάτη κουζίνα, σε έναν ξεχωριστό κήπο.
Δείτε το site εδώ: 👉 https://lacucinagreca.gr/
#aboutnet#aboutus#site
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#FICFest: 12 maggio
La sesta giornata del #FICFest ha avuto inizio alle ore 17 con Lecture, l’incontro che ha visto protagonisti la coreografa greca Toula Limnaios e il compositore tedesco Ralf R. Ollertz, che hanno presentato al pubblico la storia della compagnia toula limnaios. Questa, fondata da i due artisti nel 1996 a Bruxelles e successivamente spostatasi a Berlino, dove tutt’ora risiede, rappresenta una delle compagnie di danza contemporanea di maggiore successo nel panorama odierno, che gode della presenza di 18 danzatori stabili, impegnati nella produzione di 60-70 spettacoli l’anno. Una compagnia indipendente al circuito teatrale tedesco, istituzionalmente finanziata dall'amministrazione del Senato per la Cultura dello Stato di Berlino dal 2005.
«We see music and we hear dance»
Con queste parole, Limnaios ha spiegato il metodo di lavoro della compagnia e il loro approccio a una nuova produzione. Infatti, entrambi hanno specificato come la creazione della coreografia e della musica avvengano nello stesso tempo, non procedendo mai su rette parallele che non si incontrano ma, al contrario, intrecciandosi. La danza vive in funzione della musica e viceversa. Di conseguenza il processo creativo richiede un lungo tempo di elaborazione e studio in quanto l’inspirazione può derivare da numerosi elementi: poesia, letteratura, filosofia, arte, cinema o autori come Dostoevskij o Beckett molto cari alla coreografa. Tra la coreografa e il compositore, i danzatori, tra loro eterogenei, svolgono la parte centrale del lavoro compositivo.
L’incontro è proseguito anche attraverso la visione di alcuni estratti delle loro produzioni, quali:
Minute papillon (2015) mostra la caducità della vita in immagini silenziose, intense e profondamente umane.
Die einen, die anderen (2017) realizzato in collaborazione con la compagnia brasiliana Gira dança, è una riflessione sull'immagine del corpo, che si ispira alle conferenze radiofoniche di Foucault sul corpo utopico.
We are made (2016) è un cortometraggio di danza, realizzato da miniature coreografiche collocate in contesti alternativi, al di fuori del palcoscenico.
Aldilà delle produzioni della compagnia, Limnaios e Ollertz desiderano costituire un network di compagnie aperte a collaborazioni, confronti e incontri. Il progetto European ensemble network utopia parte proprio con la Compagnia Zappalà Danza che ha sposato questa iniziativa.
Importante appuntamento sabato 13 maggio alle ore 20.45, presso la Black Box di Scenario Pubblico, con l’ultima creazione della compagnia Staubkinder (bambini di polvere), che occasionalmente per la prima volta ha scelto di utilizzare non più le composizioni musicali dello stesso Ollertz, ma che si è ispirata alla Prima Sinfonia di Gustav Mahler.
Quali frasi sono per una donna superflue e dannose? Donna al volante, pericolo constante
Etichette taglienti, attenzioni non desiderate per strada, detti innocenti come quello sopra: come tutto questo influenza la sicurezza e il sentimento di libertà femminile? Questa è la tematica ben performata dal Collettivo SicilyMade.
Le tre potenti Marta Greco, Silvia Oteri e Amalia Borsellino, creando caos sulla scena con glitter e coriandoli, hanno presentato uno spettacolo sulla misoginia e la discriminazione delle donne.
L’esibizione è iniziata in maniera composta con oggetti fortemente stereotipati: velo da sposa, corsetto e utensili da cucina. Questi ultimi, percossi dalle tre danzatrici, sono stati gli strumenti che hanno creato il suono dell’inizio.
Seguono una pioggia di coriandoli e glitter, prima nascosti dentro i pentolini, e una traccia di musica elettronica creata da Andrea Cable, che insieme accompagnano il movimento delle danzatrici: liberatorio e privo di quel giudizio che le donne portano da sempre con sé.
Gli applausi per Marta, Silvia e Amalia parlano di soli per l’apprezzamento spettacolare del pubblico.
Grazie ragazze per la vostra danza, non vediamo l’ora di vedere altro!
Sono le h 21:00 e ci troviamo in Black Box, pronti a guardare lo spettacolo MAGIE, TRUCCHI, FANCIULLE SPIRITATE E ALTRI RIMEDI CONTRO IL MAL CONTENTO DILAGANTE.
Un'idea di Emanuele Coco presentata con l’uso di racconti animati dalla presenza di sette giovani danzatori del percorso MoDem Atelier.
Per tutta la vita abbiamo la sensazione che non sia molto facile realizzare sogni e aspettative, e paradossalmente diamo spazio alla nascita di guerre tra i nostri desideri e quello che vorremo realizzare. Coco, allora si pone una domanda.
«Cos'è che rende tanto complicato condurre le nostre vite in quel luogo "felice" che i nostri desideri saprebbero indicarci perfettamente?»
Come sostiene il professore, molto spesso si pensa che il problema sia dovuto al fatto che nella vita ci auto critichiamo, non sentendoci all'altezza. La questione viene spiegata in relazione al pensiero dello psicologo James Hillman secondo cui il problema di oggi non è più riconducibile all'individuo e alla sua storia personale ma alla situazione circostante.
Facciamo attezione!!!
Oggi ad essere nevrotico non è più l'individuo ma il mondo. Qual è, allora, una possibile soluzione a questo?
Coco ci consiglia di trovare un escamotage: LA MAGIA. Si parla ovviamente di una magia più filosofica, quella della narrazione utile a liberarci da tutte le voci che possono opprimerci. Nello spettacolo, citando lo scrittore sir Arthur Conan Doile e l'illusionista Harry Houdini, possiamo notare due racconti legati da un filo comune, con una tecnica duplice nei contenuti. Dietro la quarta parete velata, l’autore ci racconta la sua esperienza personale rielaborata con storie d’invenzione alternate a momenti musicali attivati con un sequencer visibile in scena. Si parla di sedute spiritiche e streghe per mettere in luce i timori nutriti nei confronti delle donne e del diverso.
L’obiettivo della performance è quello di riflettere sul fatto che le streghe agli occhi dei bigotti non siano mai sparite ma si siano incarnate in altri soggetti: chi è omosessuale, chi segue un sogno o semplicemente chi ha delle idee o dei pareri diversi dai nostri.
Il #FICFest continua oggi, 13 maggio, con i seguenti appuntamenti:
h. 11 - Giselle. Corpo rotto (a cura di Stefano Tomassini, presso il foyer del Teatro Massimo Bellini).
h. 19 - 1+1=3, presentazione del progetto condiviso Associazione Musicale Etnea + Scenario Pubblico (presso Scenario Pubblico).
h.20.45 - staubkinder (a cura di cie. toula limnaios, presso Scenario Pubblico).
A domani con la prossima pagina del Blog!
Credits Redattore: Teresa De Angelis Reporter: Simona Puglisi, Ania Kaczmarska, Iolanda Longo Media: Simona Puglisi, Ania Kaczmarska, Teresa De Angelis Revisione: Sofia Bordieri
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Viaggio ad Atene tra miti e leggende.
Un viaggio ad Atene è quello che devi fare se vuoi scoprire la capitale storica della Grecia. Una città sinonimo della nascita della civiltà occidentale. È una delle città più antiche del mondo e vanta una storia che dura da oltre 3.400 anni. Atene si trova nella regione centrale della Grecia ed era una delle più grandi città-stato dell'antica Grecia. È stata la patria di filosofi e studiosi come Platone e Aristotele ed è la culla della democrazia.La città è dominata dall'Acropoli, una collina che ospita il Partenone, un antico tempio. Il Partenone è uno dei monumenti più famosi di Atene ed è un simbolo del patrimonio culturale della città. Fu costruito nel V secolo a.C. e la sua costruzione richiese circa 15 anni per essere completata. Oggi è Patrimonio dell'Umanità e la sua imponente struttura è ancora impressionante.Ad Atene, i visitatori possono fare una passeggiata nel Museo dell'Acropoli, noto per la sua collezione di sculture e opere d'arte. È una destinazione imperdibile per chiunque sia interessato alla cultura e alla storia greca. Il museo è aperto tutti i giorni e offre un'eccellente opportunità per conoscere il Partenone e vedere i suoi numerosi manufatti.
Viaggio ad Atene: il Museo archeologico nazionale ed i suoi tesori del passato
La città vanta anche una serie di altre strutture e monumenti antichi, come il Tempio di Zeus Olimpio, considerato uno dei più grandi templi dell'antica Grecia. Questo tempio fu completato nel II secolo d.C., ed è una vera testimonianza delle capacità ingegneristiche e architettoniche degli antichi greci.Un altro punto di riferimento degno di nota è l'antica Agorà, che era il mercato e il centro sociale dell'antica Atene. Oggi, i visitatori possono passeggiare tra le rovine del fiorente mercato e ammirare le diverse strutture ed edifici che un tempo si ergevano alti.Atene è una città che mostra un mix di fascino antico e modernità. Ad esempio, Piazza Omonia è uno degli incroci più trafficati e affollati della città. È una rappresentazione perfetta della vita frenetica di Atene. Qui, i visitatori possono vivere la vivacità della città ed esplorare i numerosi negozi e ristoranti presenti nella zona.Una delle cose migliori di Atene è il cibo. La cucina greca è conosciuta in tutto il mondo e Atene non fa eccezione. Qui, i visitatori possono gustare deliziosi piatti a base di ingredienti freschi come olio d'oliva, formaggio feta e frutti di mare. La moussaka, un piatto tradizionale greco a base di melanzane, patate e carne macinata, è assolutamente da provare.
L'Acropoli di Atene
Atene è anche un paradiso per gli amanti della vita notturna. La città ospita una serie di bar, club e ristoranti per tutti i gusti. Dai cocktail bar di lusso ai club underground, Atene ha tutto. Per un'esperienza unica, i visitatori possono recarsi ai bar sul tetto e gustare un drink con vista sulla città.Oltre ai monumenti e alle attrazioni, Atene è anche nota per la sua gente cordiale e amichevole. I greci sono noti per la loro ospitalità e sono orgogliosi di accogliere i visitatori nel loro paese. I visitatori possono trascorrere del tempo chiacchierando con la gente del posto e conoscendo la cultura e le tradizioni dei greci.In conclusione, Atene è una città che ha qualcosa per tutti. La sua ricca storia, la deliziosa cucina e la vivace vita notturna lo rendono una destinazione ideale per chiunque cerchi un'esperienza indimenticabile. Che tu sia interessato alla storia antica o desideri semplicemente vivere la vita frenetica di una città moderna, Atene ha tutto. Quindi, fate le valigie e dirigetevi verso questa meravigliosa città per una vacanza indimenticabile!Oppure scegliete tra le altre destinazioni europee. Read the full article
#Acropoli#antichità#architettura#cibo#cultura#democrazia#Grecia#Mediterraneo#mitologia#monumenti#musei#Olimpiadi#storia#turismo#vitanotturna
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Agrigento è capitale della cultura italiana per il 2025
La città di Agrigento è Capitale italiana della Cultura 2025. La designazione è avvenuta presso la Sala Spadolini del MiC. Le città candidate per l'edizione 2025 erano: Agrigento, Aosta, Assisi (Perugia), Asti, Bagnoregio (Viterbo), Monte Sant'Angelo (Foggia), Orvieto (Terni), Pescina (L'Aquila), Roccasecca (Frosinone) e Spoleto (Perugia). Conosciamo Agrigento capitale della cultura italiana per il 2025 Agrigento è una città situata sulla costa meridionale della Sicilia, conosciuta in tutto il mondo per i suoi tesori archeologici. Il suo patrimonio culturale è stato riconosciuto dall'UNESCO nel 1997, quando l'intera Valle dei Templi è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità. La bellezza della Valle dei Templi La Valle dei Templi è un complesso archeologico che si estende su circa 1.300 ettari, comprendente un vasto insieme di templi e monumenti risalenti al periodo della Magna Grecia. Al suo interno si possono ammirare alcuni dei più importanti capolavori dell'arte greca antica, come il tempio di Hera, il tempio di Concordia e il tempio di Giove Olimpico. Il tempio di Concordia, in particolare, è uno dei templi meglio conservati al mondo, risalente al V secolo a.C. ed è considerato uno dei più grandi esempi di architettura dorica. Il tempio di Giove Olimpico, invece, era il più grande tempio della Valle dei Templi, ma oggi rimane solo una serie di colonne imponenti che testimoniano la grandezza dell'antico edificio. Il museo La città di Agrigento, inoltre, è famosa anche per il suo Museo Archeologico Regionale, che conserva alcuni dei più importanti reperti dell'area. Tra i pezzi più importanti si trovano il Telamone, una statua maschile alta quasi tre metri, e il sarcofago del principe di Agrigento, un capolavoro della scultura ellenistica. Oltre alla Valle dei Templi e al museo, Agrigento offre anche altri tesori culturali. La Cattedrale di San Gerlando, costruita nel XIV secolo, è uno dei simboli della città e ospita alcune opere d'arte di grande valore. La Chiesa di Santa Maria dei Greci, invece, risale all'epoca bizantina ed è un'importante testimonianza dell'influenza della cultura greca in Sicilia. Storia e cucina Agrigento è anche famosa per le sue tradizioni culinarie, che rispecchiano la ricchezza del territorio e la sua storia millenaria. La cucina agrigentina è basata su ingredienti freschi e di alta qualità, come il pesce fresco, la carne di maiale, i formaggi locali e gli agrumi. Foto di Sabine Kroschel da Pixabay Read the full article
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In Grecia il mangiare non ha proprio niente a che vedere con una semplice assunzione di cibo.
E’ un piacere l’incursione in una taverna,e’ una festa alla quale non devono mancare animate (e,a volte,rumorose) conversazioni e risate,una quantita’ di vino e,come entrata,sempre un ouzo(liquor all’anice) per lo piu’ diluito con l’acqua.Se la taverna non espone piatti in vetrina,e’ del tutto normale farsi ispirare(dalla cucina).
La scelta non vi manchera’ anche se la cucina Greca varia fortemente da regione a regione,la sua base rimane orientale.
Si cucina per lo piu’ con ingredienti freschi,condimenti piccanti,olio d’oliva. Potra’ sembrare strano che spesso le pietanze,di proposito,vengono servite servite tiepide.
Benche’ la colazione Greca sia piu’ tosto frugale,puo’ bastare nella calura meridiana,un’ insalata con cetrioli,pomodori,formaggio feta,cipolle e olive,accompagnata da un po’di frutta.
La sera,sarete comunque riccamente ricompensati con tzatziki(crema di yogurt con cetrioli e aglio)dolmades(foglie di vite ripiene di riso) pure’ di melanzane,zuppe raffinate,moussaka(sformato di melanzane e carne tritta) frutti di mare,calamari,suvlaki(spiedini di carne) e keftedes(polpette di carne tritta).
Oltre l’acqua(che viene anche offerta insiemead ogni caffe’) in Grecia si beve anche il vino.Dovrete assaggiare il retsina dal gusto di resina,tenendo pero’ conto che vi piacera’ solo al terzo bicchiere.
Chi vorra’ concludere il proprio pasto alla maniera locale,ordinera’ il caffe’Greco e Metaxa(il Brandy locale),ma non si dovra’ meravigliare se il tavolo sara’ ….. parecchiato ancora !!!
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Avere polemiche sul cibo pulito di cucina che viene riciclato per altri piatti, è ridicolo. Se non ti piace, non lo mangi e prendi altro, o eviti la mensa. Non è bello mangiare ogni giorno e buttare piatti pieni. Forse perché sono cresciuta in una famiglia in cui il cibo si è sempre mangiato i giorni successivi, se in avanzo, ma lo trovo davvero infantile - per non dire irrispettoso nei confronti di chi cucina e di un servizio che, se ho capito bene, vi viene dato gratuitamente.
Mi ricordo del posto dove lavoravo, in cui veniva servita ai clienti in attesa della focaccia fresca. Molti la prendevano pur non volendola mangiare e la maggior parte finiva buttata, perché sbocconcellata o buttata. Penso c'entri il fatto che sia cibo gratuito, scommetto che se fosse a pagamento le tue colleghe non si comporterebbero così.
Mi fa ridere che tu le abbia chiamate "colleghe" ahahahah ma il lavoro/università non c'entrano nulla. Probabilmente le definirei "compagne di viaggio".
Credo tu sia una persona diversa dall'ask precedente, ma comunque, sarò adesso molto più disillusa verso l'umanità rispetto al solito, ma io non credo vi comportereste diversamente in questo contesto anche se avete ricevuto una diversa educazione. Sicuramente non sareste spocchiose o non buttereste la stessa quantità di cibo come fanno loro, ma se lo fa l'80/90% della sala che viene da tutta Europa (quindi non è una cosa di noi italiani ecc) c'è qualcosa che non va su tantissimi livelli.
Di certo sì, lamentarsi del riciclo è una cacata soprattutto perché sì è gratuito, ma penso sia anche perché loro vorrebbero qualcosa di diverso, ma se si ricicla vedono sempre la stessa cosa che a loro fa schifo (tipo stasera c'erano di nuovo gli spaghetti con le lenticchie). Non possono evitare perché a loro non piace proprio NIENTE e il supermercato è abbastanza lontano e non conviene andare per il cibo di tutti i pasti lì (credo che la si pensi così, ma non lo so). Stasera la greca ha preso l'insalata che non ha finito con due fette di pane NON TOCCATE.
Non so se e quanto c'entri il fatto che sia gratuita, considerando anche il tuo esempio, ma probabilmente è un mix di cose, in questo caso. Poi vabbè la greca è quel tipo di persone (che non capirò mai) che mangiano per sopravvivere non per piacere infatti è un bastone.
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