#cronaca attuale.
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Arrestato il ladro della palestra ad Acqui Terme: Carabinieri in incognito risolvono il caso
Un'indagine brillante smaschera un insospettabile responsabile di numerosi furt
Un’indagine brillante smaschera un insospettabile responsabile di numerosi furti Ad Acqui Terme, i Carabinieri del NOR e della locale Stazione hanno brillantemente concluso un’indagine su una serie di furti avvenuti in una palestra del centro. Il colpevole, un uomo di 65 anni, è stato colto in flagrante mentre sottraeva denaro da un armadietto. Grazie a una strategia investigativa che ha visto i…
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Additivi
La protesi al seno come regalo per i 18 anni, la mastectomia come «opera d’arte», la neomamma più anziana d’Italia
Piccole donne crescono, e si rifanno il seno. Di recente Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di Medicina estetica, ha rilasciato delle dichiarazioni pubbliche per richiamare l’attenzione su un dato preoccupante, l’aumento di richieste di ritocchi al seno da parte di giovanissime. E visto che fin dal 2012 il ministero della Salute ha vietato gli interventi di mastoplastica estetica per le minorenni, la moda attuale si assesta sul confine: aumenta il trend di chi riceve un intervento di mastoplastica additiva come regalo di compleanno per i diciotto anni. Due taglie in più per la maggiore età.
Bartoletti osserva che molte neo-diciottenni sono spinte dalle madri più che dai fidanzati. E tanti saluti all’indottrinamento sulla femminilità libera da ceppi estetici stereotipati. C’è tentazione additiva come la mastoplastica. Il di più è un tocco artificiale e correttivo che riveda l’essere al rialzo dell’apparire, più somigliante a un’ipotesi di “io” autocostruito, quindi autodeterminato. In questo senso è, paradossalmente, additivo anche il bisturi che taglia.
Negli Stati Uniti ha sollevato un po’ di turbamento la sfilata del trans Gottmik, ospite della trasmissione Drag Race condotta da RuPaul. Gottmik ha ostentato un’impalcatura d’abito che metteva letteralmente in scena – con tanto di mani e sangue finti – una doppia mastectomia. Ha esibito la fierezza di aver aggiunto al suo corpo il tocco della sua scelta libera, decurtarsi della femminilità per poi essere un maschio che fa la drag queen.
«È un’opera d’arte», ha dichiarato Gottmik. Ma che siano protesi o tagli, purtroppo non hanno niente a che fare con ci�� ribolle sotto, l’anelito inteso da Giovanni Paolo II quando disse ai giovani: «Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro».
A proposito di aggiunte, c’è un traguardo da segnalare. A 63 anni Flavia Alvaro è la neomamma più anziana d’Italia. Ha da poco partorito il figlio concepito in vitro grazie ai servizi dell’ormai famosa clinica di Kiev, la Biotex Com. Per quanto suoni paradossale, c’è un’intercapedine di realtà per cui si può dire dell’Ucraina che sia una terra da sogno, anche di questi tempi. Ad esempio, permette la fecondazione assistita senza limiti di età e realizza desideri incredibili.
Non c’è dubbio che un bravo paroliere saprebbe fare l’acrobazia retorica di associare il lieto evento di mamma Flavia alla tragicità della guerra. Qualcosa tipo: dove sovrabbonda la morte, il progresso scientifico sparge a piene mani la speranza della vita. Con i dovuti compensi, sia chiaro. Resta il fatto che un bimbo è nato, la cronaca c’informa che il figlio di Flavia è venuto alla luce con un parto cesareo d’urgenza, in anticipo di sette settimane. Prematuro, o forse impaziente. Come se avesse fretta di conoscere la sua mamma, come se si rendesse conto di arrivare oltre un tempo massimo. È in ballo un rapporto in cui il tempo, evidentemente, è un fattore rilevante e non a scopo di record.
via tempi.it
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Il primo progetto fu l’Edilnord di Berlusconi di Brugherio, un circuito di palazzi e appartamenti per circa 4mila abitanti. Un programma edilizio (relativamente tradizionale ma) che, complice la pubblicità sui grandi quotidiani, riscosse un buon successo, nonostante la posizione decentrata rispetto a Milano.
“Fu quello lo spunto per la successiva costruzione di Milano 2, con la progettazione partita nel 1967 e i primi edifici consegnati nella primavera del ’71.
Berlusconi (contrariamente all'Avv. Agnelli, ndr) nutriva un’idiosincrasia per le automobili (...) da qui l’idea di un quartiere con tre diversi canali viabilistici, uno per il traffico veicolare, uno per i ciclisti e uno per i pedoni, per garantire maggiore sicurezza ai residenti.
A Milano 2 la strada è ribassata di due metri rispetto al quartiere, con una serie di passerelle pedonali a scavalco, le strade sono come un fiume intervallato da ponti. ‘I bambini possono andare a scuola da soli’ era uno degli slogan coi quali si reclamizzava il progetto”.
Cos’altro? “Il verde. (...) Un concetto di abitare che puntava alla qualità di vita, un contesto dove ci si potesse sentire anche un po’ in vacanza. Era una rivoluzione, se consideriamo che erano i tempi dei casermoni in stile Scampia. Una formula a mio avviso ancora attuale, benché per l’intellighenzia dell’epoca Milano 2 fosse una sorta di ghetto per ricchi”.
Durante la progettazione, prosegue Hoffer, “io, Berlusconi, Ragazzi e Possa facemmo un viaggio nel Nord Europa, per studiare le new towns di Londra, Copenaghen e Stoccolma. Tutto non ci convinse, gli ambienti ci sembrarono freddi e così optammo per architetture più tradizionali, con colori caldi”.
“Cosa si potrebbe cambiare di Milano 2? I negozi risultano un po’ dispersi nel quartiere, quando invece si sarebbe potuto sfruttare la piazza centrale come sede di un centro commerciale. In origine era proprio questa l’idea (...)”.
via https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/enrico-hoffer-berlusconi-milano-2-mbkxgz0r
Enrico Hoffner, architetto autore di Milano2.
Le auto fora dai ball senza penalizzarle né rallentarle, csa che fa aumentare i gas di scarico che respiriamo come fanno gli urbanistoidi benecomunisti d'oggidì; in più separazione dei traffici, evitando di esporre ciclisti e monopattinari al fine di alzare l'indignaziò dei babbei urbani. E tanto verde orizzontale godibile da tutti, manutenuto e immersivo, non "boschi verticali" per pochi o parchi pubblici incolti per pisciare il cane, spacciare e farsi. Anche Canale 5, nato come "tv di quartiere" (questo un po' ghettizzante, ma è Netflix cinquanta anni prima).
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LA HYBRIS DI GIORGIA MELONI VUOLE COLPIRE PURE IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTATELLA.
Hybris è una parola antica. Un termine con una storia e un significato valido in ogni epoca e anche oggi.
I filosofi greci indicavano con questo vocabolo, il delirio di onnipotenza, la vera ubriacatura egocentrica con la totale perdita del senso della realtà, del potente di turno.
Vediamo il Dizionario:
Perchè questi episodi di egocentrismo non sono tipici solo del nostro tempo, ma anzi erano frequenti pure nell'antichità.
In una terra come la Grecia composta di tante diverse città-stato [ Atene, Sparta, Tebe e tante altre...] non era insolito che un uomo potente cercasse di assumere un potere assoluto sui suoi concittadini. Ed allora si proclamava dittatore e padrone assoluto della città, con il potere di vita e di morte sui suoi concittadini. E in questo slancio finiva per perdere ogni senso della misura e del limite.
Era cioè vittima di "Hybris".
Anche nel nostro panorama politico attuale è già capitata questa situazione con la parabola di Matteo Renzi prima e quella di Matteo Salvini subito dopo.
Ricordate il Referendum costituzionale di Renzi e la sua sonora bocciatura da parte degli Italiani? O il delirio di Salvini dal Papeete di Milano Marittima dove rivendicava per sè i pieni poteri?
Bene ora pare tocchi a Giorgia sbroccare completamente fino ad attaccare quell'uomo al di sopra delle parti che è il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Giorgia lo vuole coinvolgere nello scontro politico più basso e ignobile.
E' la cronaca di queste ore. Vuole infangarlo e togliergli ogni tipo di legittimità
Vuole portarsi avanti col lavoro, insomma, visto che il suo progetto di riforma Costituzionale il coseddetto "Premierato Forte"- sogna un Presidente della Repubblica non più garante degli equilibri fra i diversi poteri dello Stato italiano, ma esautorato da ogni funzione e ridotto a semplice "notaio" e passacarte.
Ma non finirà così.
GIORGIA se ne pentirà molto presto di questo suo giocare d'azzardo con un paese e un popolo intero e con la sua Carta Costituzionale.
Il resto lo lascio spiegare a Massimo Giannini.
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#Hybris#La Meloni sta per “Sbroccare”#il mito meloniano dell'uomo solo al comando#Il DELIRIO PARANOICO di Giorgetta la comica da avanspettacolo della Garbatella#La peracottara de Roma
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La Ceccano dei libri, Emozioni distruttive, genitori che uccidono, al caffè letterario, venerdì 27 settembre, ore 18
Proprio in queste ore la cronaca drammatica di un’altra strage familiare, rende ancora più attuale il libro Emozioni distruttive, genitori che uccidono i figli di Alessandra Zanon, docente di psicologia generale e clinica all’Università di Cassino, e di Mirco Zurlo, psicologo, esperto di psicologia forense, che sarà presentato venerdì 27 settembre, alle ore 18, al caffè letterario Sinestesia di…
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Catania, accoltella l'ex marito della compagna per gelosia e fugge: arrestato 41enne
Catania, accoltella l'ex marito della compagna per gelosia e fugge: arrestato 41enne Intorno alle 10.30, un cittadino abitante nel quartiere Nesima ha chiamato il 112 Numero Unico di Emergenza (NUE) chiedendo che venisse urgentemente inviata una pattuglia dei Carabinieri perché, poco prima, in una abitazione nei pressi di via Sebastiano Catania, a seguito di una lite tra due persone, una di queste era stata colpita con diversi fendenti d’arma bianca al collo. Immediato, pertanto, l’intervento dei Carabinieri del Nucleo Radiomobile di Catania che coadiuvati dai colleghi del Nucleo Operativo della Compagnia di Fontanarossa e della Stazione di Nesima, hanno velocemente raggiunto l’abitazione segnalata, dove hanno subito compreso la gravità del fatto, trovando dinanzi l’uscio una donna terrorizzata che piangeva e un’ambulanza che si allontanava. In effetti, la donna, una 45 enne catanese, ex moglie dell’uomo accoltellato, era ancora in stato di shock, ma è riuscita a raccontare agli investigatori che poco prima, per motivi di gelosia, era iniziata una furibonda lite tra il suo attuale compagno, un 41enne di Acireale, e il suo ex marito, un 50enne catanese. Lo scontro tra i due, poi, sarebbe degenerato quando l’acese, accecato dalla rabbia, avrebbe impugnato un coltello da cucina ed iniziato a colpire più volte il suo contendente che si trovava costretto a fuggire in strada per chiedere aiuto. Il ferito, sanguinante, è stato subito soccorso dal personale medico del 118, giunto in brevissimo tempo sul luogo, che lo trasportava presso il Pronto Soccorso dell’ospedale San Marco, ma non in pericolo di vita. Immediatamente, sono scattate le indagini da parte del personale del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Fontanarossa che, grazie alla preziosa collaborazione del personale della Sezione Investigazione Scientifiche del Nucleo Investigativo di Catania, ha ricostruito la dinamica dell’evento. I militari dell’Arma, stupiti del fatto che in casa non ci fosse neanche una macchia di sangue, successivamente hanno scoperto che l’aggressore, dopo la colluttazione, ha provveduto ad eliminare le macchie dal pavimento dell’abitazione. Sulla scena del crimine, infatti, gli investigatori della Sezione Scientifica, grazie all’ausilio di sofisticati strumenti tecnici, sono riusciti ad esaltare le tracce di sangue accertando anche che l’assalitore, durante la colluttazione, si era ferito una mano. Sono subito scattate le ricerche dell’uomo, in una prima battuta presso l’abitazione dei genitori di Acireale dove, però, non veniva rintracciato e, dopo poco, i Carabinieri accertavano che il 41enne, nonostante quanto accaduto poco prima, era andato a fare degli esami medici già prenotati da tempo. Quindi, i militari del Nucleo di Fontanarossa, dopo avere individuato lo studio medico dove questi si sarebbe recato, hanno predisposto una preventiva cinturazione, per scongiurare ogni possibile fuga, e un servizio di osservazione a distanza, che ha permesso agli operanti di individuarlo all’interno della sala d’attesa. Subito raggiunto, con la necessaria prudenza, è stato fatto uscire fuori dal centro medico, per evitare coinvolgimenti di altri pazienti, ed è stato quindi bloccato e messo in sicurezza. Per ultimo i Carabinieri hanno eseguito le perquisizioni presso il domicilio e l’auto utilizzata dall’acese, dove hanno trovato alcuni elementi che hanno confermato la dinamica ricostruita dagli investigatori dell’Arma. L’uomo è stato arrestato e messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria che ne ha convalidato la misura disponendo che venisse ristretto presso la casa circondariale di Piazza Lanza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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AMATE I GIALLI?
Cari Amici, se amate immergervi in una storia avvincente colorata di giallo, non potete fare a meno di leggere il nuovissimo libro della Kubera Edizioni ANTOLOGIA STORIE NOIR 2024. Sono presenti trentadue racconti finalisti del Concorso Letterario Storie Noir 2024 per la sezione racconto inedito. Numerosi racconti(anche quello da me scritto) sono legati alla cronaca nera attuale, contraddistinti…
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Daniele Contavalli a cura di Edoardo Di Mauro
(...) Le sue sono icone tratte dal mondo mediale, simulacri prelevati dalla realtà ed elevati ad un ambito di ritualità sacrale, al di là di facili e banali “sociologismi”. Tornando in sintesi ad una definizione della scena artistica attuale, che l’opera di Contavalli ben rappresenta come autentica “parte per il tutto”, atto di parola che contribuisce all’evoluzione della lingua, appare chiaro come ci si trovi di fronte ad una mutazione. La post modernità sinonimo di citazione sta fuoriuscendo dalle secche dell’epigonismo manierista degli anni ’90 per approdare verso la ricerca di una “nuova immagine” in grado di mutare il concetto di esperienza estetica tramite una evidente contaminazione tra i generi, una loro ridefinizione. Qualcuno ha coniato un appellativo come “neobarocco” per simboleggiare questo stato d’animo, il sottoscritto sta riflettendo su di un termine come “nuova contemporaneità” per indicare una evidente volontà di riprendere il cammino interrotto dall’irrompere del lungo “fine secolo” novecentesco in direzione di una rinnovata sperimentazione in grado di approdare davvero a quel concetto di “estetica allargata” introdotto per la prima volta dalle avanguardie storiche. Per tornare a Daniele Contavalli, la sua mostra presso Fiorile Arte da un lato conferma la vocazione della galleria bolognese, pur nella sua apparente ristrettezza spaziale, ad ospitare installazioni dalla forte valenza scenografica, dall’altro rappresenta una perfetta sintesi della sua poetica. Contavalli realizza una sintetica ed incisiva visione d’insieme del tema più scottante e controverso che il mondo occidentale sta attualmente vivendo, il rapporto e l’irrisoluta dialettica dialogo/conflitto con l’Islam. La visione dell’artista romano, al consueto, si avventura in controversi fatti di storia e di cronaca con delicato senso poetico, con rara capacità evocativa congiunta ad un’immagine forte e dai contorni chiari e definiti. Contavalli ricostruisce un interno dal gusto mediorientale, con una prevalenza di toni chiaroscurali dove si notano un tappeto, una serie di opere a parete ed, a suolo, dei software e due altoparlanti. La simbologia è evidentemente ispirata alla tragedia della guerra in Iraq e l’iconografia è conseguente, strumenti di guerra e celebrazioni di morte fanno da scenario alla composizione, con un equilibrato contraltare di simboli di speranza come il quadro intitolato “La sposa araba”. L’insieme è di forte impatto visivo ed è in grado di far riflettere al pari, se non meglio, del più riuscito dei “reportage”.
Edoardo Di Mauro, ottobre 2004.
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Lia di Maria Cristina Russo
Una storia di donne ma non a lieto fine quella raccontata in Lia da Maria Cristina Russo La violenza di genere Lia di Maria Cristina Russo edito da VVIEditore è il romanzo d’esordio dell’autrice, una storia maledettamente attuale, che porta alla ribalta un tema sempre bollente: la violenza sulle donne. Questa volta, però, la storia non ha un lieto fine. L’autrice ha scelto, infatti, la strada dell’aderenza alla realtà, caricando il suo personaggio di difficoltà, illusioni e sfumature emozionali, elementi comuni nelle storie di tante donne che le hanno raccontato le proprie disavventure. Lia di Maria Cristina Russo narra le vicende di una donna, ingiustamente vessata per 30 anni da un marito despota e violento che, divenuta vedova, si apre finalmente alla vita. Il romanzo, inoltre, è ricco di personaggi sinistri e ambigui, delineati perfettamente dall’autrice, che gravitano attorno alla vita della protagonista Lia: manager in carriera che in famiglia diventano veri e proprio mostri, professionisti vittime dei loro stessi vizi e uomini che vivono la vita al limite dell’immaginabile. Ringraziamo Maria Cristina Russo per la bella intervista che ci ha concessi e che ci ha permesso di affrontare un tema importantissimo, un’emorragia che non si riesce proprio ad arrestare e su cui va posta sempre la massima attenzione senza mai abbassare la guardia. Lia di Maria Cristina Russo Salve Maria Cristina, per i nuovi autori che approdano sul nostro Magazine abbiamo una domanda di rito: ci racconta brevemente cosa fa nella vita e quali sono le sue passioni, a parte la scrittura ovviamente? Innanzitutto, la vorrei ringraziare per questa intervista. Nella vita ho fatto la mamma a tempo pieno e nonostante gli sforzi fatti per portare a termine il corso di laurea in Giurisprudenza ho preferito dedicarmi ai miei figli e alla loro crescita. Una volta assolto a questo compito ho iniziato a prendere in considerazione l’ipotesi di dedicarmi alla scrittura, anche per soddisfare un mio personale bisogno di realizzazione. A parte ciò amo tutto ciò che ha a che fare con la creatività; amo fare lunghe passeggiate vicino al mare che è per me grandissima fonte di ispirazione; amo leggere naturalmente, sono una divoratrice di libri sin dall’infanzia. Sono una persona in perpetuo movimento ed evoluzione. Lia affronta un tema maledettamente attuale. Mi è piaciuto il fatto che lei abbia scelto di concludere la sua storia con un finale non a lieto fine. Ci racconta perché? Quando ho iniziato a scrivere Lia non avevo ancora bene in mente come si sarebbe evoluta la sua storia; come spesso accade a chi scrive, la trama prende vita piano piano e con essa entrano in scena i personaggi che la contornano. Man mano che la storia procedeva mi sono resa conto che per una donna che di esperienze di vita ne aveva poco e niente il finale doveva inevitabilmente essere “tosto” e ho preferito eludere un lieto fine che sarebbe risultato ovvio e scontato e mantenere viva la tensione su un tono narrativo il più fedele possibile a quella che è la realtà della violenza domestica. Certo ho tenuto conto del fatto che sarei potuta andare incontro alla insoddisfazione del lettore, ma è un rischio che ho voluto consapevolmente correre per mantenere fede alla mia intenzione di raccontare una storia che non fosse melensa. Lia è il suo primo romanzo. Qual è stata la parte più difficile che ha dovuto narrare? Sicuramente le scene di violenza, perché per quanto si tratti di una storia inventata, tuttavia la cronaca sempre più spesso di parla delle sofferenze alle quali le donne vanno incontro in questi casi e quindi è difficile non empatizzare con la vicenda che appunto ho narrato. Anche la descrizione dei personaggi maschili ha comportato una notevole difficoltà perché immedesimarsi nell’altro sesso, pensare e parlare in modalità uomo cercando di delineare una personalità che è diversa e distante da quella femminile è stata un’impresa complessa perché inevitabilmente avrei potuto incorrere in una forzatura o caricatura. Quando ha scritto il libro, si è ispirata a qualche grande scrittore del passato oppure durante la fase creativa ha attinto ad altro? Per quanto riguarda il costrutto narrativo ho sempre apprezzato quegli scrittori con il dono della sintesi, che hanno la capacità, con poche frasi, di rendere immediato il contatto con quella che è l’anima del libro e spero sinceramente di essere riuscita nell’intento. Ovviamente anche questa è un’arma a doppio taglio perché chi ama le descrizioni dettagliate di fatti e personaggi sicuramente troverà scarna la mia narrazione. Comunque, ho letto talmente tanto nella mia vita che alla fine è difficile dire quale è lo scrittore che mi ha influenzata di più. Le è piaciuta l’esperienza del romanzo? Ha intenzione di proseguire oppure Lia è stata solo una piacevole parentesi? Avendo in precedenza pubblicato una raccolta di racconti devo dire che scrivere un romanzo è stata una bella sfida. Amo scrivere e non ho intenzione di fermarmi qui, ho già in cantiere un nuovo romanzo e mi prenderò tutto il tempo necessario per portarlo a termine facendo tesoro degli errori che inevitabilmente si commettono quando si ha poca esperienza. Read the full article
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Tale padre, tale figlio: per il gossip reale William è un traditore, proprio come Carlo La malattia misteriosa di Kate Middleton, oltre ad alimentare decine di teorie del complotto sui social, ha aizzato nuovamente, dopo mesi di relativa quiete, anche uno dei gossip più virali sui principi del Galles, che vedrebbe William impegnato in una relazione extraconiugale con la bella marchesa di Cholmondeley, Rose Hanbury. Il nome di Hanbury, ex modella poi diventata moglie di uno dei personaggi più influenti del panorama aristocratico britannico nonché vicina di casa di William e Kate nel Norfolk, non è nuovo alle cronache reali: già nel 2019 erano usciti centinaia di articoli sulla sua presunta storia con William, sul litigio con Kate Middleton, un tempo sua amica, e sull'amore impossibile tra lei e il principe del Galles. Oggi quelle voci sono tornate a farsi sentire in modo prepotente tanto che l'affair di William con Rose Hanbury pare essere per tanti il principale indiziato della malattia di Kate. E c'è chi dice che il principe sia proprio come suo padre Carlo, oggi felice accanto alla regina Camilla ovvero la donna che ha sempre amato, ma un tempo marito fedifrago nei confronti della sua compagna Diana Spencer. Tale padre, tale figlio Il legame tra queste due storie reali si fa sempre più vivo, anche se sottinteso, nei reportage sulla situazione attuale dei Windsor. Con un punto chiave: e se William stesse vivendo, 30 anni dopo i fatti eclatanti che hanno portato al divorzio di Diana e Carlo, la stessa situazione vissuta da suo padre? Le prove della sua relazione con Rose Hanbury rimangono molto flebili, mentre quelle della storia extraconiugale tra l'attuale sovrano erano note a tutti, sia nell'ambiente aristocratico che nelle redazioni dei tabloid. Prima che Diana citasse nella famosa intervista con la BBC del 1995 il suo matrimonio «troppo affollato» c'erano già indizi validi e consistenti sull'affair portato avanti dal marito con Camilla. Il gossip su William e Rose rimane da anni sul filo della vaghezza, senza che vi siano dettagli attendibili che provino la sua veridicità o, piuttosto, la sua totale inconsistenza. Nei giorni bui della malattia della principessa Kate, oscurati dall'editing pasticciato della foto della festa della mamma che ha aizzato ancora di più le teorie del complotto sulla sua salute, il nome di Rose Hanbury è balzato nuovamente agli onori della cronaca: c'è chi è convinto che sia addirittura incinta del principe William e che la notizia della gravidanza abbia gettato Kate in uno stato di esasperazione tale da richiedere un periodo di pausa dai royal duties. Oltre che una riflessione sul divorzio reale, possibilità più remota che mai dato lo status di futuri sovrani di Kate e William. Rose come Camilla, William come Carlo: gli scandali reali, presunti o veri che siano, tornano prepotenti a scuotere la vita della famiglia Windsor. Cambiano i volti e le storie, ma non l'interesse del pubblico, interessato più che mai a rivelare gli aspetti più umani - e pure meschini e fragili - di re, principi e principesse.
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"Il visconte dimezzato" di Calvino (a fumetti) da Spine. Incontro e firmacopie a Bari con Lorenza Natarella
Giovedì 14 Marzo alle 18.30, siamo felicissimi di avere nuovamente con noi in città, a Bari, un'autrice unica che adoriamo, Lorenza Natarella, con il suo personale adattamento a fumetti de "Il Visconte Dimezzato" di Italo Calvino, pubblicato da Mondadori per la collana "Contemporanea", e che celebra con una trilogia il centenario del sempre attuale scrittore italiano. Il romanzo sull'impossibile completezza dell'uomo per la prima volta in versione graphic novel: un'opera stupefacente accesa dai colori vividi e ipnotici di Lorenza Natarella. Da SPINE Bookstore in Officina degli Esordi, incontreremo l'autrice dal vivo con una presentazione e il firmacopie del volume, e inoltre a dialogare con lei avremo il piacere di avere con noi la prof. ed esperta calviniana, Lea Durante (Uniba). Ingresso libero, firmacopie a seguire, libri disponibili sul posto, bar aperto.
"Nella guerra contro i turchi, il visconte Medardo di Terralba viene colpito in pieno petto da una cannonata. Il colpo lo divide a metà, e a salvarsi senza neanche una scalfittura, escluso l'enorme squarcio che lo separa dalla parte andata in briciole, è la metà destra, quella crudele. Vivo e dimezzato, il visconte torna a casa, scatenando la sua cattiveria in maniera imprevedibile e incomprensibile contro chiunque gli capiti a tiro: il nipote, la vecchia balia, i contadini. Ma un giorno la metà buona, gentile e altruista fa il suo inaspettato ritorno, e grazie alle arti ammalianti della bella Pamela, a un duello all'ultimo sangue e alle cure del dottore Trelawney, male e bene torneranno a mescolarsi".
In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, caduto nell'ottobre 2023, la casa editrice Mondadori, che ha in catalogo tutte le sue opere, ne ha rinnovato la grafica e la curatela proponendo nuove edizioni e adattamenti. Tra questi, la trilogia "I nostri antenati", trasposta in romanzi a fumetti. Il primo a uscire è stato Il barone rampante (1957), raccontato da Sara Colaone, Il secondo, è Il visconte dimezzato (1952), di Lorenza Natarella. Il terzo sarà Il cavaliere inesistente (1959), a cura di Sualzo e Silvia Vecchini.
::: LORENZA NATARELLA ::: https://www.lorenzanatarella.com/ Lorenza Natarella ha 33 anni e vive a Milano. Dal 2011, anno in cui ha co-fondato Studio Armadillo, lavora come autrice, illustratrice e graphic designer. Collabora con diverse realtà editoriali, aziendali e pubblicitarie, occupandosi di storie, immagini, progettazione, redazione, selezione progetti e didattica. Ha scritto e disegnato storie brevi di attualità, cronaca contemporanea e letteratura per gli inserti culturali de La Stampa Origami e Tuttolibri, 7Corriere, Vanity Fair e Linus. Il suo lavoro da autrice si focalizza su storie vere narrate come se non lo fossero: ha raccontato la sua infanzia abruzzese e l’importanza dell’autonarrazione nel fumetto La Cìtila (Topipittori, Gli anni in tasca, 2013) e la vita controversa di Maria Callas nella graphic novel Sempre Libera (BAO Publishing, 2017). Docente nel corso di Storytelling per autori presso TheSign - Comics & Arts Academy - Firenze Ha collaborato con Salani, Pearson, Topipittori, BAO Publishing, La Stampa, Donna Moderna, Vanity Fair Italia, 7Corriere, Linus, Graphic News, La Gazzetta dello Sport, CN Magazine, VITA Magazine, De Agostini Scuola, DeA Planeta Libri, Corraini Edizioni, MiMaster, TheSign Comics & Arts Academy, Cfp Bauer, LILT, Apple, Eni, Barrett, Prénatal, Liu Jo, Garnier, ABB, TGV, Novartis.
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Presentanto il restyling Volkswagen Golf 8,5
La Golf riceve un ritocco di mezza carriera. Golf 2024, già battezzata 8,5, arriva a piantare una bandiera nelle scelte di un gruppo Volkswagen che fino al settembre 2022 sembrava impegnata esclusivamente in una forsennata rincorsa all’elettrico. Il nuovo amministratore delegato Oliver Blume e il responsabile del marchio Thomas Schäfer hanno deciso di razionalizzare tempi e modi della transizione, di ragionare non in competizione con Tesla, ma piuttosto tornando ai fondamentali delle mosse concrete. Golf 2024 arriverà in estate e non assomiglia alla attuale famiglia di vetture elettriche ID perché in certi elementi già le supera. Riesce ad evolvere restando riconoscibilmente Volkswagen. Avrà anche l'immancabile versione Variant e mantiene l’offerta di motori a combustioneaggiornandola in modo utile, come accade al 1.5 benzina turbo con sistema mild hybrid 48 V, o addirittura esaltandola, con una nuova Golf Gtiche tocca ora i 265 Cv di potenza, ovvero 20 Cv in più dell’attuale. Tutto questo, aggiungendo anche una opzione elettrificata giocata sulla grande concretezza del powertrain plug-in hybrid di seconda generazione. La batteria dalla capacità raddoppiata consente fino a 100 km di autonomia a zero emissioni, ovvero ben oltre la percorrenza media quotidiana di una vettura elettrica, ma senza i vincoli dell'esserlo. Dalle Volkswagen ID arriva casomai il nuovo sistema Mib4 per l’intrattenimento e i servizio di bordo in connessione, già pronto per una assistenza vocale ad intelligenza artificiale, ovvero ChatGpt. L’utile, ma su una vettura molto ragionevole. La cronaca racconta di una Volkswagen Golf arrivata ormai a 50 anni dal suo debutto, da quel marzo 1974 che ha acceso un fenomeno arrivato finora a 37 milioni di esemplari venduti nel mondo. L’altra data che resta però sui taccuini è quella del 2007, cioè la nascita della prima generazione di Tiguan, con cui la casa di Wolfsburg ha riconosciuto il nuovo ruolo centrale degli Sport Utility nel mercato europeo. La formula di auto a due volumi deve evidentemente giocare altre carte, che poi sono quelle scelte da Golf 2024. Personalità. Dettagli più curati nelle stesse identiche dimensioni, 428 cm di lunghezza, con grande attenzione alla nuova firma luminosa dei fari a Led anteriori e posteriori, più decisi nel profilo. In opzione saranno disponibili i fari con il pacchetto Performance, cioè con una barra trasversale luminosa ad attraversare la calandra e soprattutto con il logo della marca luminoso, una prima volta assoluta per una vettura Volkswagen in Europa. Sempre a richiesta, anche la più recente versione dei fari Led Matrix Iq.Light, eredità estetica e tecnologica del mondo elettrico ID, con nuovi abbaglianti che di notte illuminano fino a 500 m di distanza. All’apparenza concedono sicuramente di più la versione Gti e l’ibrida plug-in ad alte prestazioni Gte, che hanno in comune lo stesso design del frontale con una grande calandra a nido d’ape nel paraurti, incorniciata lateralmente da elementi aerodinamici e da uno spoiler anteriore che ricorda uno splitter da competizione. La terra e il tempo di mezzo tra l’auto attuale e quella elettrica lo hanno già conquistato i sistemi di infotainment evoluto e l’intelligenza artificiale. Golf 2024 investe pesantemente su questo aspetto, con un effetto evidente. Da un lato non risulta nessuna modifica apparente agli interni, dall'altro le funzionalità di bordo fanno un doppio salto in avanti. Arriva anche su questo modello la piattaforma elettronica modulare di quarta generazione Mib4. Il touchscreen della versione d’accesso ha una diagonale di 10,4’’, mentre quella superiore ne offre uno schermo da 12,9’’, il tutto abbinato sempre al Digital Cockpit Pro con display dietro il volante da 10,2’’e grafica personalizzabile. Golf 2024 ha certamente una grande resa scenica, anche se è la sostanza a fare la vera differenza. Il sistema Mib4 ha comandi intuitivi, con la schermata suddivisa in due barre touch, in alto e in basso, e una grande area Home al centro. La grafica e i menu sono stati ripensati per rendere l’accesso alle funzioni più intuitivo, ma la sensazione è soprattutto quella di una notevole rapidità di risposta, come mai prima su una Golf. La schermata Home al centro riunisce i contenuti delle app più importanti in riquadri di diversa grandezza, da quelle multimediali ai suggerimenti del nuovo assistente vocale. Qui Volkswagen ha già annunciato la novità più rilevante, la disponibilità del sistema di riconoscimento e analisi del linguaggio ChatGpt. Costruire un ponte tra l’auto tradizionale e quella elettrica è proprio un fatto di concretezza. Golf 2024 si presenta con la seconda generazione del powertrain ibrido plug-inVolkswagen, lo stesso già a disposizione di Nuova Tiguan e Passat. Il cuore del sistema è il motore turbo benzina da 1,5 litri Tsi evo2 con turbocompressore a geometria variabile, ma la differenza vera la marca la batteria, che passa dai 10,6 kWh di capacità netta vista in precedenza a ben 19,7 kWh netti, per nulla pochi considerando la categoria di vettura media di segmento C. Il risultato è una autonomia in modalità zero emissioni di circa 100 km, ma soprattutto un sensibile avvicinamento a quelli che sono gli standard di velocità ricarica del mondo Ev, con una potenza in corrente alternata che passa da 3,6 kW a 11 kW, e soprattutto l’accesso alle colonnine Fast Charge in corrente continua fino a 50 kW. Golf ibrida plug-in esiste poi in due versioni, ovvero la eHybrid con una performance di sistema pari a 204 Cv, ma anche nella variante Gte da 272 Cv, che non a caso è la Golf più potente in gamma in attesa della Golf R 2024, in arrivo nella seconda metà dell’anno assieme alla Gti Clubsport. L’attenzione degli appassionati non può non andare alla versione Gti, con una potenza che cresce di 20 Cv e tocca il nuovo massimo di 265 Cv, ottenuti ancora una volta dal motore 2 litri Tsi in abbinamento al cambio Dsg doppia frizione a 7 rapporti. E’ la prima conferma che il mondo Golf attendeva, insieme a quella delle motorizzazioni a gasolio 2.0 Tdi da 115 Cv con cambio manuale o 150 Cv ancora con trasmissione Dsg, entrambe pensate per le grandi percorrenze. Più cittadina la soluzione turbo a benzina 1.5 Tsi da 115 o 150 Cv con cambio manuale a sei rapporti, ma il passo avanti arriva con le versioni mild hybrid a 48 V con il 1.5 eTsi nelle due varianti da 115 Cv o 150 Cv, sempre con cambio a doppia frizione Dsg a 7 marce. Read the full article
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RAI: SERVIZIO PUBBLICO?
M'è capitato per sbaglio di vedere l'altro pomeriggio, "La Vita in Diretta" condotta da un certo Alberto Matano su RAIUNO.
Un programma che ho scoperto va in onda tutti i santi giorni feriali.
Ho messo in moto il cervello.
A chi giova imbastire un programma del genere? Un programma che si onora di sfruculiare in mille modi diversi, la curiosità macabra del pubblico.
Di sollecitare una sorta di perversione sadica nell'apprendere i dettagli feroci e disumani degli assassini che abbelliscono il nostro bel paese. E intendo il numero delle coltellate, il topicida fatto ingerire alla ragazza incinta, la trappola mortale architettata e spacciata per "incontro chiarificatore".
Eccolo allora il festival della pugnalata, del sangue schizzato sul pavimento, androne, scalinata. Un fiorire delle peggiori atrocità sbandierate a destra e manca con l'ausilio del commento della criminologa di turno.
A chi serve un orrore del genere travestito da cronaca del Presente.
Certo, serve a certo Pseudo-giornalismo per fare ascolti. Per scandalizzare, per scioccare, per catturare attenzioni raschiando il fondo del barile della peggiore "cronaca nera" del nostro paese.
Ma questo rimestare, questo intingere continuamente le mani nei delitti della peggiore criminalità e della miseria di certi individui perversi e malati, a chi giova?
È EDUCATIVO ?
È MORALE ?
È QUESTO CHE DEVE ESSERE IL "SERVIZIO PUBBLICO" FINANZIATO COL CANONE DA TUTTI QUANTI?
È SOCIALMENTE ACCETTABILE PRESTARSI A FARSI MEGAFONO E CASSA DI RISONANZA DEL PEGGIO CHE ACCADE NELLA NOSTRA ATTUALE SOCIETÀ?
La cosa che mi lascia di sasso è la SERIALITÀ delle puntate.
Mi spiego: un singolo crimine, delitto, omicidio, viene ripreso quotidianamente.
A volte anche per decine di puntate.
Quasi che un telespettatore dovesse mandare a memoria l'intera sequenza di un assassinio. E questi allora che fanno?
Ti aiutano a memorizzare. Spacchettando l'intero accadimento in tante sequenze da imparare un poco ogni giorno.
Come se fosse una POESIA da imparare a memoria!
...ogni giorno ti offriremo 4 versi dell'intero componimento!
Ci pensavo ieri sera.
Perchè allora, invece di presentarci una serie infinita di femminicidi ormai già avvenuti, non si cambia punto di vista e di osservazione?
Perchè, se ci sta davvero a cuore il problema di questa piaga sociale che è la violenza alle donne, il giornalista, invece che intervistare a bocce ferme, i parenti e le amiche della malcapitata di turno, non va ad intervistare...
una donna ANCORA VIVA, ANCORA RESPIRANTE, ANCORA PENSANTE
che abbia presentato una denuncia per maltrattamenti, violenza, percossse ?
Perchè se si è davvero " servizio pubblico" invece che speculare sul dolore e sulla carneficina in corso ai danni del genere femminile, non si decide di documentare il problema vero, di entrare nella carne viva di questi inferni umani che sono certe relazioni.
Perchè non si decide, invece, quando ancora "si è in tempo" di prendere le parti delle vittime di maltrattamenti, di documentarne le difficoltà, di arrivare a chiedere immediati interventi di ordine pubblico (braccialetto elettronico o carcere) contro gli aggressori, prima ancora che l'irreparabile sia accaduto?
Non sarebbe forse quello il migliore SERVIZIO PUBBLICO che si potrebbe svolgere a difesa delle donne che rischiano ogni giorno di essere le prossime vittime di femminicidio?
Io me lo chiedo.
Meno tv del dolore, e più trasmissioni educative sul tipo di relazioni che vale la pena vivere.
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CORRERE VERSO IL NULLA
La sveglia che suona presto, alle 6 e 30 in punto e guai se la si carica alle 6 e 31, perchè poi basta un rosso al semaforo e quei due minuti persi potrebbero significare il ritardato arrivo al lavoro da pagare con una sanzione, oppure con 30 minuti in più e di conseguenza terminate tardi la giornata e tanti saluti al riposo per il giorno dopo....
Dove eravamo...? Ah, sì...Sveglia presto, un sorso di caffè (perchè la colazione fa perdere troppo tempo) magari mentre ti vesti e i denti lavateli così come viene...
Esci di casa, ascensore...Nooooo, occupato di già?
Scendi le scale, garage, auto, tutto di corsa e via sgommare...
Lavoro monotono!?
Sì, ma che importa, mica dirai addio a 1200 euro al mese, per 8 o 9 ore questo e altro...
Tra il partire e l'arrivare, intanto, traffico a più non posso! Solo per fare 3 chilometri, oltre un'ora di tempo, ecco perchè partendo prima te la cavi in 20 minuti, massimo 25!
Per fortuna al ritorno a casa la strada è abbastanza libera, e allora...
Via! Non vedi nemmeno le altre auto, e chi se ne frega se restano indietro, e poi salta fuori anche una "gara" di Formula1...Corri, corri...aspetta la cena oltre che una moglie paziente e premurosa!
ALT!
Questa che avete letto non è una usuale cronaca di una tipica giornata lavorativa, ma è l'esempio lampante di come amministriamo nel modo peggiore le nostre vite: sempre di fretta, sempre di corsa che nemmeno allenarsi per le Olimpiadi...
Il lavoro? Non parliamone, ma questo aspetto lo affronteremo prossimamente!
Ecco, se la società attuale presenta delle problematiche, eccole: si ha la sensazione e anche qualche cosa di più di una sensazione che l'andare di fretta ci distolga dai reali problemi della vita, ce li faccia passare in secondo piano quando sarebbe molto più utile una presa di coscienza e una riflessione sul fatto che la vita che conduciamo sia quella adatta.
Forse, anzi senza forse, fermarsi un attimo e meditare sui veri valori della vita ci aiuterebbe a riconsiderare ogni cosa che facciamo durante la giornata a iniziare proprio dal lavoro...sì, il lavoro che nessuno di noi vuole denigrare ma semplicemente riportare a un ruolo un poco più umano ed empatico così come dovrebbe essere il rapporto tra persone.
Peraltro, questi anni "pandementi" avrebbero dovuto aiutarci a capire che un ritmo di vita più "lento" e tranquillo avrebbe potuto farcela godere e vivere al meglio, mentre alla cosiddetta "prova dei fatti", una volta tolte tutte le restrizioni "sanitarie" è ripresa la rincorsa verso que nulla rappresentato da pochissime centinaia di euro al mese per un lavoro sempre più frustrante, alienante e ripetitivo che anzichè dare dignità rende sempre più schiavi.
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Il racconto commovente e attuale di un affido “Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma. Cronaca di un affido sine die” di Karin Falconi. Cosa vuol dire “famiglia”? Uno dei volti meno esplorati della genitorialità
In libreria il 27 ottobre Non vi ho chiesto di chiamarmi mamma. Cronaca di un affido sine die, la seconda uscita di «Opificium», la collana di narrativa dedicata a temi sociali e del lavoro, frutto di una collaborazione tra Edizioni Lavoro e Avagliano editore. Diario ironico, acuto e sempre sincero, il romanzo parla dell’irruzione di due sorelle preadolescenti all’interno di una famiglia serena…
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Palermo: i Carabinieri forestali mettono a dimora una talea dell'Albero Falcone
Palermo: i Carabinieri forestali mettono a dimora una talea dell'Albero Falcone. I Carabinieri Forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo hanno messo una dimora una talea dell'Albero Falcone all'interno del giardino storico di Palazzo Beccadelli, attuale sede dell'Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione Siciliana. Alle splendide varietà forestali già presenti all'interno del giardino, si è aggiunto l'esemplare di Ficus Macrophylla creato per duplicazione dall'Albero Falcone, il meraviglioso ficus che cresce in via Notarbartolo, davanti a quella che era l'abitazione del Giudice Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. Alla cerimonia hanno partecipato numerosi alunni provenienti dagli Istituti Comprensivi Scolastici "Capuana" e "Manzoni-Impastato" oltre al Commissario dello Stato S.E. il Prefetto Ignazio Portelli e personale dell'Arma dei Carabinieri. Durante l'incontro, che è stato preceduto da una spiegazione sui compiti dell'Ufficio del Commissario dello Stato per la Regione Siciliana e sulla particolare valenza storica della sede istituzionale ove era in corso la manifestazione, agli studenti è stato spiegato l'obiettivo del progetto denominato "Un albero per il Futuro": dar vita ad un bosco diffuso a cui, pianta dopo pianta, ciascuna ente, scuola, amministrazione dello Stato contribuirà a dar vita. La crescita del bosco potrà essere monitorata tramite il sito internet unalberoperilfuturo.rgpbio.it che, grazie alla geolocalizzazione di ciascuna pianta restituirà l'aggiornamento sul quadro complessivo nazionale del bosco diffuso e fornirà informazioni sul risparmio in anidride carbonica che il loro albero avrà comportato nell'atmosfera in relazione al suo accrescimento. Per l'Arma dei Carabinieri e gli altri partner del progetto – Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero dell'Istruzione e del merito e Fondazione Falcone - si tratta di un progetto ambizioso per aiutare a contrastare i reati ambientali grazie alla prevenzione: educare alla legalità ambientale coinvolgendo le scuole in questo obiettivo strategico. Certamente la presenza dell'Albero di Falcone concorrerà a sensibilizzare i ragazzi sul tema dell'impegno sociale ma anche all'importanza della salvaguardia ambientale.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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