#cromaticamente
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che perfezione gavino e maupas quando stanno vicino, cromaticamente perfetti
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TASMANIA KID ( Core ) Generations LEGACY UNITED
Come già detto spesso e volentieri, è bello che nei Generations ripropongano i personaggi Transformers più famosi e favoriti, ma ogni tanto vedere qualche faccia nuova o di nicchia aiuta il senso di novità e bilancia il già visto, ed il caso del buon TASMANIA KID qui, personaggio apparso nel cartone animato giapponese Beast Wars 2, ma anche contemporaneamente uno dei tanti della linea di giocattoli di BW che non si vide in tv, col nome di SNARL.
La MODALITA' BESTIALE di DIAVOLO DELLA TASMANIA del Legacy ora ricorda decisamente di più la bestia reale, che il giocattolo originale pareva più una sorta di castoro piranha con la testa enorme, e non scomodiamo la versione cartoonesca che sembrava un incrocio fra un gatto e un cane. ^^'
Anche con la forma più realistica, però, a non essere fedele alla natura è la colorazione, con i T.D. che sono neri con una striscia bianca orizzontale sul petto, mentre il nostro deve piegarsi almeno cromaticamente al personaggio e quindi è color marrone ma con una striscia verticale da testa e coda nera, così come le spalle e cosce sono grigio scuro.
Se l'originale BW era ben snodato alle zampe anteriori mentre quelle posteriori potevano solo ruotare alle anche, beh, nel Legacy succede l'esatto opposto, a causa della trasformazione diversa fra i due modelli, così come il Core qui sarebbe idealmente in totale disguise non fosse per la finta mandibola scolpita sul petto.
Non scordiamoci però della gimmick a molla del Basic Beast Wars, con la possibilità di, ehm, sparare l'animale prememdo un pulsante sulla coda! ^^'''
E ovviamente la gimmick è assente nel Core, ma a parte l'effimerità di questa, la TRASFORMAZIONE di Snarl era quantomeno interessante, poichè, dopo aver aperto le parti laterali del corpo ( questa azione magari già vista in altri Basic mammiferi come Rattrap ), la testa della bestia si divideva in due diventando i due piedi del robot, ed ovviamente ribaltandosi verso indietro. La mandibola restante si abbassava a divenire il petto ( con tanto di decorazioni dei pettorali ed addominali sulla lingua!!! ^^'' ), mentre le zampe anteriori erano le braccia, e quelle posteriori si ripiegavano alla un po' nei pannelli.
Anche nel Core si apre il corpo lateralmente, ma stavolta vi restano attaccare le zampe anteriori, mentre anche qui la testa si divide e si proiettano le gambe all'infuori, con le zampe posteriori che si proiettano verso l'alto a divenire le braccia, aiutate dalla possibilità di sollevare un po' la "pelliccia" dell'animale.
Il ROBOT risultante è un'ottima rappresentazione del personaggio visto nei cartoni di BW2, anche se giocoforza non è stato possibile far sparire del tutto i due pannelli laterali sulla schiena, ma di sicuro qui sono meno ingrombranti che nel giocattolo originale.
I piedi magari non sono così grandi, ed ora come talloni si trova l'effettiva mandibola, ma il resto è davvero ben riportato, con le lunghe braccia ed ovviamente il torso con la falsa ma più accomodante mandibola decorativa. E non scordiamoci la testa, con le orecchie più in evidenza!
Il nostro ha balljoint su tutte le articolazioni, caviglie e polsi compresi, ma gli manca la rotazione del bacino a causa della trasformazione, vabbè.
L'arma è sempre la coda, ora non così esagerata come dimensioni, e si può sistemare nei fori sotto gli avambracci, o volendo essere impugnata come … spada ( ^^' ) per via della spina sulla canna, anche se nel caso di T.K. qui non rende bene avendo i fori per le armine dei Core nei palmi della mano! ^^''
Infine, una bella versione di un personaggio magari minore, ma che almeno va a far compagnia al povero Lio Convoy che sennò si sentiva solo soletto come unico BW 2, sempre nella speranza quindi che faranno altri Maximal di quel cartone, ma senza fretta, che personalmente prima vorrei vedere gli altri Biocombat occidentali visti in Tv. ^^
#transformers#hasbro#generations#tasmania kid#snarl#beast wars#biocombat#beast wars 2#maximal#legacy#united
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Quanto sono cromaticamente belli i miei vestiti stesi? Ovviamente gli unici capi del mio armadio a non essere neri.
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Camera tua un ammasso di libri di economia, matematica avanzata e statistica. Libri di romanzi letti e riletti fino allo sfinimento, pagine strappate, colorate, scarabocchiate. Appunti imprecisi, totalmente distanti dal tuo armadio cromaticamente perfetto.
Profumavi di argan e gin.
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La tranquillità che mi mette un panorama di edifici cromaticamente in equilibrio è impagabile. Potrei stare ore a fissarli, ma forse è solo il mio DOC che parla
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Sapete, non è necessario chiamarsi Leonardo.
Sì, il genio d'Anchiano.
Non è necessario essere lui perché non solo l'autore del manoscritto ereditato da Francesco Melzi intrise la dissertazione pittorica di scienza:
anche trattati di molto posteriori sembrano, in più d'un passo - disanime di chimica piuttosto che d'arte.
Da far girare la testa a profani come me.
E ciò, anche sui colori.
Intricate formule, convolute prassi.
Rimembravo questo dopo aver rimirato una finissima fotografia di Samuel Feron.
Difficile trovare nelle immagini di Samuel totale assenza di colore.
Gli succede, ma raramente.
Il colore - i colori - più spesso nelle sue opere sono sottilmente presenti.
Sì, sottilmente.
Quanta perizia, quanta sensibilità un pittore dovrebbe possedere per riprodurre le delicate nuances della battigia, dell'onda, dell'alto mare.
Samuel titola "Ice dance" questa sua fotografia.
Io aggiungo che qui la danza è non solo del ghiaccio ma anche dei colori.
L'azzurro del ghiaccio cinto da violacea tinta.
La terra di Siena che morbidamente vi confina.
Quel verde che occhieggia dentro il magenta.
Il turchese ch'aleggia e gioca nello scultoreo soggetto.
L'oro che balugina, cromaticamente virando verso la residua notte.
Quanti e complicati numeri, volgendo le tinte a matematica.
Sì, Leonardo lo sapeva.
Arte e scienza sono inscindibili.
Poeticamente scomponibili, epperò.
Ove suggestione mantualmente avvolge e supera calcolo.
All rights reserved
Claudio Trezzani
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DIA 11 DE MAIO DE 2024: ESTREIA DO FALSTAFF DE VERDI 2024 NO SÃO CARLOS E CEIA NO ROCCO : fui com os meus sobrinhos Luís e Tânia assistir à última opera encenada antes do fecho do S.Carlos para obras que irá durar até 2026. Foi uma nova produção de “FALSTAFF” com encenação de Jacopo Spirei, a partir de versão da Opera de Parma de 2017 . Falstaff é uma ópera cómica em três atos a última das 26 escritas por Verdi quando o compositor era octogenário O excelente libreto de Arrigo Boito é uma redução da peça The Merry Wives of Windsor com cenas de Henrique IV, Parte 1 e Parte 2, de William Shakespeare. Estreou com grande sucesso a 9 de fevereiro de 1893 no La Scala, em Milão .. O enredo gira em torno dos esforços frustrados e cómicos , do cavaleiro obeso Sir John Falstaff para seduzir duas mulheres casadas de forma a ter acesso à riqueza de seus maridos e remediar a sua falência .Boito retrata ainda os personagens Nannetta e Fenton: “como alguém que polvilha açúcar numa torta” , polvilha toda a comédia com esse amor feliz. Toda equipa do TNSC! Solistas, maestros, encenador, Coro, Orquestra ofereceram um espectáculo de equilibrado em todas as vertentes e de qualidade . Pietro Spagnoli um rossiniano agradou como Sir John Falstaff (mas a última vez a que assisti a esta opera foi em 2006 em Viena com o histórico Ambrógio Maestri no papel principal…)No elenco um merecido destaque para os cantores nacionais - Alice Ford (a soprano, Dora Rodrigues) , Meg Page (a meio-soprano, Cátia Moreso). As Mrs. Quickly (a meio-soprano Maria Luísa de Freitas), , Ford (o barítono, André Baleiro), , a jovem Nannetta (a soprano, Rita Marques), Dr. Cajus (o tenor, Marco Alves dos Santos),.““Da mesma forma que a última ópera de Rossini, Guillaume Tell, abriu caminho para o romantismo, Falstaff inaugurou um novo modernismo musical”. Verdi constrói um novo colorido orquestral, harmonizando cromaticamente melodias diatónicas, diluindo fronteiras entre recitativo, árias, duetos e números de conjunto que permaneciam esquemas fixos na ópera italiana. Mas não abdica da tradição, mantendo um centro tonal estável e usando estruturas convencionais como a forma sonata ou a célebre fuga no número final “Tutto nel mondo è burla” . Antes tinha tido um feliz encontro com a soprano Raquel Alão e depois terminei a noite ceando no ROCCO .um tornedo Rossini a convite dos meus sobrinhos .
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Ho sognato un profumo, Bianco latte dei Giardini di Toscana
Devo sapere che odore haa
Ricordando questo sogno nei minimi dettagli mi sorprendo di quanto la mia mente prenda ciò che è reale, come un ricordo e lo trasporti sotto un’altra forma nell’onirico.
Un biglietto lasciato nella buca delle lettere su un lavoro in un centro benessere, ti ho detto “sarà un lavoro in cui si vende a porta a porta”
Per i mercatini di Natale, vedere quelle essenze in quelle boccette, così esteticamente belle, ordinate in maniera cromaticamente perfetta.
L’unica cosa che non ritrovo della realtà in questo sogno e la sensazione di avere in mano la situazione e il saper dire “questo non è abbastanza per me.”
l’esitazione l’ho vissuta davanti a quello studio di pittura, ho fatto avanti e indietro davanti quella porta due o tre volte, imbarazzante.
C’era tanta esitazione, ripensamenti, senza alcun disagio,
decidevo io e mi prendevo tutto il tempo necessario per farlo
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28 nov 2023 15:28
IL PATRIARCATO, IN BARBA ALLA REALTA' – "LA VERITA’": "DA AMMANITI A CREPET FINO A RECALCATI, GLI ESPERTI DICONO CHE LE VIOLENZE NASCONO DAL NARCISISMO, NON DALLA DITTATURA DEGLI UOMINI MA LE VESTALI TURBOFEMMINISTE DI CASA NOSTRA NON LI ASCOLTANO: L’IDEOLOGIA LE RENDE SORDE ALLE EVIDENZE DELLA SCIENZA" – LO PSICANALISTA RISE’: “COME SI FA A VEDERE IL PATRIARCATO IN UNO CHE..." -
Maurizio Caverzan per “la Verità” - Estratti
Stavolta il mantra «ce lo dice la scienza» non vale. Sembrava un dogma, tassativo e inconfutabile, avendoci accompagnato nelle ultime campagne comportamentali, nelle recenti ubriacature collettive, dalla pandemia al riscaldamento globale. Del resto, la scienza, medica o ecologica che sia, ha il compito di «supportare» il magistero del momento, si tratti della vaccinazione e delle restrizioni planetarie, dell’invasione buona delle auto elettriche o di «efficientare» le abitazioni. E invece no. Per la violenza contro le donne e i femminicidi il dogma si è sgretolato.
(...)
Da quando si scandagliano i fondali socio-psicologici dell’atroce assassinio della povera Giulia Cecchettin, i competenti della materia si esprimono a una sola voce: «Il patriarcato non c’entra».
Proprio questo era il titolo dell’intervento di Massimo Ammaniti, uno dei maggiori psicoanalisti italiani, ospitato venerdì con qualche imbarazzo da Repubblica. Le violenze e le sopraffazioni maschili «non nascono oggi dal potere patriarcale, che le usava per legittimare la sua supremazia», scrive nascosto nelle pagine interne Ammaniti, «originano piuttosto dalla debolezza e dalla fragilità degli uomini, che sentendosi impotenti e impauriti per essere sopravanzati affettivamente e socialmente dalle donne, reagiscono con rabbia e odio».
Stessa sorte capita due giorni dopo al più cool degli psicanalisti, Massimo Recalcati che alla giornalista di Repubblica che gli chiede se il crimine di Filippo Turetta sia «retaggio del patriarcato» o se sia più corretto parlare di «ferita narcisistica», risponde: «Il mito del nostro tempo è quello del successo individuale. Si tratta di un nuovo imperativo che rende impossibile l’esperienza del fallimento. Subire il rifiuto di una ragazza significa riconoscere i propri limiti [ …]. Per questo a volte il ricorso alla violenza sostituisce la dolorosa constatazione della propria insufficienza».
Concetti chiari, quelli espressi da «uno dei più lucidi e autorevoli indagatori dell’animo umano», come recita la presentazione della collana di opere che il quotidiano sta testé pubblicando, ma che forse avrebbero cromaticamente stonato sotto l’«Onda fucsia», il titolo d’apertura del giornale che illustrava la manifestazione anti-patriarcato di sabato. Bel paradosso per un luminare, la scarsa visibilità. Non l’unico, nelle interpretazioni che si dibattono su questa tragica vicenda. Basta citare quello «nordico», così chiamato dal rapporto dell’Onu che non si capacita di come «nonostante siano leader mondiali in termini di uguaglianza di genere», i Paesi del Nord Europa presentano «tassi di violenza da partner intimo contro le donne sostanzialmente più alti della media Ue».
Impossibile rassegnarsi, per le vestali turbofemministe di casa nostra. Impossibile accettare anche lo scenario prospettato dal filosofo Massimo Cacciari sulla Stampa: «La famiglia patriarcale è già defunta con la famiglia borghese, dove proprio la “patriarcalità” si sfascia in mille forme di incomunicabilità».
Tornando nell’alveo della psicologia, la materia che aiuta a riconoscere il pericolo di far coincidere il vivere con un rapporto amoroso, intervistato dal Corriere della Sera, il terapeuta dell’età giovanile Gustavo Pietropolli Charmet osserva che questo sortilegio trasforma il compagno in uno stalker.
Quando si concretizza l’abbandono, «viene fuori non solo rabbia o malinconia, ma la disperazione di chi si sente definitivamente perduto. E, ai suoi occhi, la responsabile di ciò è la persona che aveva fatto il sortilegio e poi l’ha rotto». Pietropolli Charmet è solo l’ultima delle voci che contesta il ritornello sul patriarcato.
Al Sussidiario.net Paolo Crepet, autore di Prendetevi la luna (Mondadori), aveva detto: «La teoria per cui non c’è da fidarsi perché noi maschi, siamo dei precursori delle violenze, se non degli assassini, mi sembra una teoria nazista: i nazisti ragionavano così, ovvero secondo genetica». Ancora più definitivo, lo psicanalista Claudio Risé sul nostro giornale: «Come si fa a vedere il patriarcato in un poveretto che fa un delitto confuso e pieno di errori, e finisce in un’autostrada senza benzina? Lui è un povero assassino, ma le autorità e i comunicatori che lo scambiano per un esempio di patriarcato non sanno di cosa parlano». Già, le autorità e i comunicatori. Può succedere che, a volte, l’ideologia li renda sordi ai contributi della scienza. A volte.
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EKINEX - IL SISTEMA A MODULI KEYSTONE
Il sistema keystone di Ekinex prevede una serie di componenti da assemblare per comporre il kit di tastiera smart a parete preferito. Il kit è composto da moduli con aggancio Keystone compatibili per le serie civili Ekinex. Prevede un ampia gamma di dispositivi per integrare impianti di rete, impianti multimediali ed impianti d’antenna. Le coperture frontali possono essere declinate nei vari colori disponibili, grazie ad uno speciale processo di verniciatura che consente di abbinarle cromaticamente agli altri dispositivi a parete. Vanno completati con una placca quadrata, doppia o tripla con finestra da 55 x 55 mm, in grado di ospitare uno o più moduli. Le placche sono disponibili in materiale plastico, in numerose varianti di colore e finitura. I tappi di plastica sono disponibili per coprire gli spazi non utilizzati.
Fornitura
Telai adattatori, placche e cornici sono disponibili per il montaggio su scatole da incasso rotonde o quadrate con fori di fissaggio a interasse 60 mm, oppure su scatole da incasso rotonde abbinabili ad dispositivi con interasse pari a 71 mm.
Accessori
Per il completamento sono disponibili i seguenti accessori da ordinare separatamente: - cornice quadrata e doppia versione Form o Flank - placca quadrata, doppia e tripla con finestra da 55 x 55 mm - adattatore in materiale plastico
Funzioni / Caratteristiche
- Uso: interno - Protezione IP: IP20 - Materiale del corpo: Plastica
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As 5 Melhores Plantas Para Ter Dentro de Casa
Torne as divisões da casa mais harmoniosas, naturais e bonitas com as plantas mais adequadas a espaços interiores e com menos exigências de manutenção. Hoje vamos falar de plantas ideais para ter e manter dentro de casa, cuja companhia e impacto visual alteram profundamente o ambiente da divisão em que são colocadas. O que diferencia este tipo de plantas das plantas de exterior é o facto de exigirem uma manutenção muito pouco intensiva e um baixo consumo de água e necessidade de luz natural e um tamanho adequado às dimensões das casas, tornando-as perfeitas para este tipo de uso. As plantas de interiores dão uma nova vida e atmosfera aos diferentes espaços e divisões da casa, tornando-os mais suaves, alegres e naturais, com cada planta a assumir um toque decorativo muito próprio. Num escritório ou numa sala, onde se pode trabalhar ou apostar em casinos online, encontrando os melhores bónus no site , qualquer uma das seguintes plantas é uma boa opção.
Aqui deixamos o nosso top-5, sempre discutível, das melhores plantas para ter dentro de casa:
Cactos: Escolha óbvia para número 1 desta lista, os cactos são plantas que exigem muito poucos recursos hídricos e ainda menos cuidados, fazendo delas uma das preferidas dos iniciantes do mundo das plantas. É também uma planta esteticamente muito agradável e versátil, que pode remeter para decorações tão diferentes quanto as de inspiração árabe, mexicana ou boho chic. Costela-de-Adão: Num caso curioso, esta planta, outrora esquecida, foi recuperada nos últimos anos para a ribalta e para o top das mais vendidas em todo o mundo. Culpados? De acordo com Tony Sloterman, proprietário do site Casinobonusesfinder.com e consultor da página Portugal Bonuses Finder, foram o Pinterest e o Instagram, bem como as influenciadoras de moda e de decoração, que têm recuperado esta planta para decoração de setups, sessões de fotografia e das suas casas. Como planta de origem tropical, tem apetência por zonas de meia-luz, húmidas e quentes, emprestando um toque exótico e selvagem à divisão onde se encontram. Espada-de-São-Jorge: A Espada-de-São-Jorge é um clássico de sempre da decoração de interiores. Falamos de uma herbácea perene, que exige, para se manter, poucos cuidados além de uma rega mensal e de alguma luminosidade, sendo altamente resistente a secas. Além de ser uma planta cromaticamente muito marcante, é também considerada pelas suas propriedades purificadoras, ao promover a absorção de algumas substâncias menos saudáveis presentes no ar. Clorofito: Também conhecida por Planta-Aranha, pelas suas múltiplas folhas que se assemelham a patas de aranha, a Clorofito é uma planta ideal para ter em casa por necessitar de muito poucos cuidados quanto à sua rega e à exposição solar. São provenientes da África do Sul, altamente resistentes aos diversos tipos de condições que podem encontrar dentro das diversas casas, não são tóxicas para humanos nem para animais e purificam o ar, ao criarem oxigénio e absorverem dióxido e monóxido de carbono. E, sobretudo, dão um ar arrojado e selvagem à divisão. Palmeira-Areca: Outro caso de uma planta promovida pelas plataformas e influenciadoras digitais, a Palmeira-Areca é uma palmeira em ponto pequeno, que cabendo dentro de um vaso, traz toda a imagética das palmeiras para dentro de casa. Novamente, e como todas as plantas que aqui tratámos, exige muito pouca manutenção, com pouca água e sem necessidade de luz direta, também regula os níveis de oxigénio e de humidade do ar e empresta um look de selva tropical à divisão. Read the full article
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Nome: Arabella Clementine Meridiem.
Idade: 24 anos.
Ocupação: Fada.
Orientação: Bisexual.
Verse: Descendentes.
Filiação: Fada Madrinha.
Origem: Quebec, Canadá.
FC: Sydney Sweeney.
Insp: Tahani ( The Good Place ), Sharpay Evans ( High School Musical ).
Status: Fechada.
pinterest
bon·da·de; sf: 1. Qualidade de quem tem traços psicológicos e morais que o induzem a praticar o bem; benevolência.
Desde que o mundo conhece o conceito de bondade, é impossível o tratarmos em apenas uma definição; para alguns, a bondade significa ser útil à alguém em necessidade, sem esperar nada em troca e tendo como única recompensa necessária ver o bem estar da outra pessoa, seja ela velha conhecida ou alguém que você acabou de esbarrar com na fila do supermercado. E bem, de todos os contos mais conhecidos, uma das figuras associadas a bondade e magia é claramente a Fada Madrinha. Digo, nada mais altruísta do que tirar uma garota pobre e sofrida da lama e colocar ela em um lindo castelo repleto de beleza, riqueza, e realeza, certo? Se perguntarem a própria Cinderella, ela certamente vai lembrar da melhor pessoa que ela já conheceu na vida, e pode passar horas --- dias até! --- fazendo um diálogo de como ela não seria nada sem sua querida Fada Madrinha; ela nem precisou contar isso pra gente, mas assim, todos nós sabemos, não é? A gente te poupou dessa, Cinderela, não precisa sair do seu novíssimo e lindo castelo para falar; viu? Até nisso a Fada Madrinha e sua família é extremamente altruísta. Não precisa agradecer.
Sendo a mais jovem dos gêmeos da Fada Madrinha, é possível dizer que Arabella sempre esteve confortável demais com sua vida e seu posto. A grande e luxuosa mansão oferecia-lhe todas as regalias que a magia ilimitada poderia prover, e seu conto era conhecido o suficiente para que estivesse a salvo de qualquer possibilidade de esquecimento --- afinal, que quem esqueceria da verdadeira pessoa que tornou o conto da Cinderella realmente relevante?! Meu bem, estamos falando da designer do icônico vestido azul e do sapatinho de cristal que conseguiu ficar lindíssimo e extremamente confortável. Cinderella? Pff, apenas nosso manequim favorito que acabou casada com o príncipe rico e gato. De nada! A verdade é que Arabella Meridiem tinha prioridades e preocupações muito claras e concretas: se cada um dos seus fios dourados estariam devidamente hidratados, se seus sapatos estavam exatamente dentro da moda de outono, e se seu guarda roupa estava cromaticamente organizado e combinando --- se houvesse qualquer peça laranja, ela haveria de jogar fora imediatamente! Ser uma boa pessoa? Ora, isso era com sua querida mamãe. O trabalho estava feito, a população afora estava perfeitamente bem, obrigada, e tudo o que realmente importava estava do lado Azul de Mítica.
Contudo, a medida que Arabella crescia, algo de peculiar foi notado em seu desenvolvimento; quando haviam alcançado certa idade, todas as suas colegas já estavam desenvolvendo os seus respectivos poderes: voavam, controlavam o fogo e a água e até mesmo podiam desaparecer no ar! Contudo, a pequena Meridiem não conseguia produzir nem mesmo um fiapo de magia, mesmo se já devesse estar aprendendo a dominar seus poderes há tempos. Obviamente, tentava esconder essa falha ao máximo dos seus colegas, alegando que não utilizava seus poderes simplesmente porque não queria. Mas quando ficou escancarado que havia algo de errado, Arabella bateu o pé e disse que perguntaria a sua querida mãe sobre o ocorrido --- modéstia a parte, mas assim, a Fada Madrinha talvez seja a que mais sabe sobre a vida de todos, e esse é um poder que Ara realmente quer ter quando fosse mais velha, principalmente para poder finalmente saber ao certo o que se passou com o Britney Spears em 2007; ela contou que acabou tomando algumas poções, mas Arabella ainda acha essa história muito mal contada! Mas enfim, mamãe não gosta muito de falar sobre isso. Agora, voltando ao assunto, nem mesmo ela sabia o que estava acontecendo que a pequena Ara que não conseguia produzir nem alguns brilhinhos de magia. Uma grande tragédia, sabemos. Contudo, depois de longos dois segundos, Fada Madrinha consultou toda a biblioteca sobre a magia de Mítica, e finalmente descobriu a resposta para os problemas da filha.
Vejamos, pelo que mesmo a Fada Madrinha foi conhecida? Oh, sim! Ajudar a vida de outras pessoas a ser mais fácil --- geralmente, pessoas passando por terríveis maus tratos dentro de uma casa a qual ela deveria fazer parte. Quem em sã consciência deixaria alguém com apenas um modelito de trabalho durante a vida toda? Uh, Grizelda e Ana Estácia realmente eram más! O trabalho da fada foi dar um baile, roupas novas e um príncipe gato para ela, que é basicamente as únicas coisas que alguém precisa para viver com o mínimo de decência --- mas para resumo da ópera, a Madrinha era bondosa. Fazia algo não cobrando preços, mas sim, para ajudar o alheio ao máximo que podia e faze-los genuinamente felizes; e segundo os livros e feitiços, não era exatamente esse o caminho que Arabella estava tomando --- vejamos, em dezoito anos, ela nunca repreendeu uma amiga que disse que tatuaria o nome do namorado no tornozelo, nunca fez uma magia que fosse ajudar a tirar os crocs dos pés de alguns dos seus colegas e nem mesmo interferiu quando um colega da Anilem usou uma calça saruel! Ou seja, era conhecida por ser boa… Mas não havia praticado qualquer ato de bondade até então. Por isso, seus poderes estavam travados, e a única forma de ativá-los genuinamente, era se ela realizasse uma atitude realmente boa; mas não boa para que as consequências para ela fossem positivas --- haveriam de vim da pura bondade do seu coração.
E a partir desse dia, algo havia se tornado realmente mais importante para Arabella do que seus sapatos e o espelho: o bem estar da humanidade. Amar ao próximo como a si mesmo, como já dizia a pensadora contemporânea Madonna, e ajudar as pessoas a se encaixar e se sentirem melhores consigo mesma. Havia finalmente descoberto sua vocação! E a levaria para a vida não no egocêntrico intuito de conseguir seus poderes da devida forma, mas sim, de tornar o mundo um lugar melhor para a vivência de todos aqui presentes, onde podemos espalhar o poder do carinho, compreensão, e principalmente, do amor!
៹ ❪ · PODER!
Feitiçaria: Graças a experimentos utilizando os seus próprios poderes, Fada Madrinha conseguiu uma forma de recuperar parcialmente os poderes dos filhos: eles poderiam praticar feitiçaria apenas se estivessem utilizando um par específico de sapatos --- não que eles sejam feios, mas não combinam com todas as roupas! A magia é capaz de animar objetos ou alterar a realidade psicológica de alguém. Geralmente, são mais poderosos quando feitos com a varinha, mas também é possível com o movimento das mãos e a força do pensamento.
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SWOOP ( Core ) Generations LEGACY EVOLUTION
I Dinobots Core di Legacy Evolution sono un'idea carina per sfruttare personaggi iconici in questa classe, ma proprio per colpa di questa mostrano generalmente qualche limite… ma non questo SWOOP, nel suo contesto davvero eccelso e soprendente!
Il ROBOT infatti si presenta benissimo con un design ovviamente fedelissimo ma sopratutto equilibrato, e sopratutto snodatissimo, con balljoint su testa, spalle, gomiti ed anche, e la possibilità di ruotare le gambe sotto di queste e di piegare le ginocchia, così come le ali si piegano a metà e si sbattono alla base: quasi nella media dei Core normali, insomma, fatto salvo che questo è pure un combiner!
Con le ali in plastica grigio chiaro, il torso dorato al centro e blu ai lati, la testa rossa con faccia argento e pure le strisce ai lati delle gambe, è un peccato che le cosce non fossero pure loro grigio chiaro ( ironicamente lo sono le gambe però ridipinte frontalmente di grigio … ), sennò sarebbe stato pure perfetto cromaticamente!
Ma già così è parecchia roba, con tanto di scultura ben dettagliata e, quasi dimenticavo!, pure la rotazione del bacino! A differenza dei precedenti colleghi, le armi non sono parte della modalità alternativa ma sono gli iconici missili sotto le ali, che possono anche essere impugnate dal nostro, ma hanno una forma strana dato che unite diverranno il pugno del gestalt Volcanicus, ma su questo poi ci torniamo.
La TRASFORMAZIONE è quella classicissima col muso del sauro che si alza dal torso e va a coprire la testa, le braccia semplicemente aderiscono al corpo e le ginocchia si ripiegano all'indietro, con le ali che si dispiegano.
Il PTEROSAURO non è splendido come il suo robot, ma si difende bene, sempre per essere un Core, anche se ha le gambone sulla schiena o le braccia in bella vista sotto le ali: piegando un po' la testa ha senso che stia in piedi sulle zampine, volendo, anche se il muso stesso sotto è giocoforza scarno e vuoto, ma visti gli altri colleghi dinosauri finora è passabile / nella media, e sempre con in mente l'ottimo robot di prima.
E come dicevo sopra, gli accessori laser diventano i missili iconici del G1, anche se non sarebbero parti del dinosauro stesso, ma vabbè, alla fine anche nei cartoni era dipinto così e quindi va benissimo questa soluzione.
Infatti tali accessori, come accennato sopra, diventano praticamente il pugno del gestalt VOLCANICUS, da attaccare ai piedi del nostro, dato che per diventare braccio del combiner dal pterosauro bisogna stendere le gambe e ruotare il bacino, tirando fuori un perno dal torso che si aggancia al foro apposito del torso del robot composito.
Manco il BRACCIO DESTRO sarebbe così perfettone, diciamo, un po' scarno e con l'avambraccio decentrato, e pure il pugno praticamente appoggiato a questo, però come stazza non è male, relativamente al torso, ed è carino con le ali come decorazioni e la testa del sauro che guarda verso l'alto.
Per quanto come solo braccio sia intercambiabile, il pugno è scolpito per essere speicficatamente quello destro, cosa che rimanda non a caso alla posizione del Dinoforce Yokuryu di Dinoking, laddove invece la versione occidentale di Wildfly diventava il braccio sinistro di Monstructor, ed è da poco trapelato ciò che girava nell'aria quando hanno mostrato questi Core Dinobot, ovvero che uscirà un'esclusiva coi colori giapponesi di Volcanicus in Dinoking.
( Fra l'altro le due punte laser sul pugno ricordano quella unica nei pugni del G1 Monstructor / Dinoking, non a caso )
Come posabilità, infine, grazie al perno di aggancio il braccio si alza frontalmente e lateralmente, il gomito ruota e volendo si piega, anche se il pugno sarebbe rivolto verso l'interno, ma va bene dai.
Infine, magari con questa configurazione si è potuto giocare facile, ma il risultato è innegabilmente davvero buono, cosa che lo rende un prodotto dignitosissimo da esser comprato e collezionato anche senza per forza voler combinarlo con il resto della squadra, il che per un combiner ciò è sempre motivo di vanto.
-Bio ufficiale codice QR:
https://legacy.transformers.com/code/LXH9trUe
#transformers#generations#hasbro#autobot#autorobot#swoop#dinobot#dinorobot#reptilo#core#legacy#evolution#combiner#gestalt#volcanicus#recensione#review
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Un dialogo intermitente. Sonidos ambientales que se superponen y no dejan oir una limpia conversacion. Cada uno vive en un color cromaticamente cercanos. La fina linea del parabrisas no les deja vivir en el mismo plano.
Al cambiar el eje eleva la tension y el teleobjetivo duda unos segundos dejandola a ella sola hasta encuadrarles juntos y cuando por fin, la division cromatica desaparece y se igualan en tono y podemos verles juntos, cerca, apunto de ser casi uno, un coche decide inoportunamente quemarles los rostros con los faros. Un fundido fantasmagorico les hace desvanecerse.
Intermitencias
Lola
Fassbinder
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C.R.O.M.Ā.T.I.C.A.M.Ê.N.T.E. 🌹 _ #cromaticamente #rosa #postiinstagrammabili #vistapontevecchio #pranzoconvista #lungarnocollectionhotelsretreatsvillas #lungarnocollection (presso LUNGARNO COLLECTION Hotels Retreats Villas) https://www.instagram.com/p/CQ9GRIqrqVY/?utm_medium=tumblr
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quando io morirò non chiedo commenti provvisti di emoji cimiteriali cromaticamente disarmoniche, io chiedo solo di contrattare con i curatori dei vari aforismari online, quelli lì che riportano le frasi-più-belle (??secondo quali parametri?) degli scrittori, dicevo, contrattare con quei signori per fare inserire gli aforismi recenti che manterrò integri sul mio profilo Instagram, e non gli aforismi osceni che ho scritto a 15 anni D:
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