#critica paranoica
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E il paranoico ricostruisce il mondo, non più splendido in verità, ma almeno tale da potere nuovamente vivere in esso. Lo ricostruisce con il lavoro del suo delirio. La formazione delirante che noi consideriamo il prodotto della malattia costituisce, in realtà, il tentativo di guarigione, la ricostruzione.
S. Freud
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13 de janeiro de 2019, domingo.
Querido Baekhyun,
Muitas coisas aconteceram nessa semana que estou na casa de mamãe Charmem e mamãe Jessy. Me tornei ainda mais próxima do Sérgio e, algumas vezes, até flertamos... Enfim, definitivamente irei dar uma chance e seja o que Deus quiser. Ele é realmente uma pessoa maravilhosa e por mais que me sinta insegura, eu adoro a companhia dele, de verdade.
Não quero magoá-lo por isso não quero que as coisas sejam tão rápidas, não podemos esquecer que posso acabar confundindo sentimentos mais profundos com carência, hm? Ele é realmente maravilhoso e se não der certo ao menos quero ser amiga dele. Enfim.
Agora estou um tanto chateada. Mamãe Charmem e sua irmã (Lia) conseguem ser tão ignorantes às vezes que me deixa triste. Eu juro que tento relevar na brincadeira, mas às vezes machuca, sabe?
Eu definitivamente não sei brincar e elas pegam um pouco pesado. A forma que mamãe Charmem falou comigo me deixou extremamente para baixo, parecia até que eu estava fazendo "drama", porém, tem horas que sinto que irei explodir.
O problema é que mamãe Charmem, na maioria das vezes, culpa o próximo e esquece que ela também pode errar. A forma que ela veio atrás de mim depois que Lia foi extremamente ignorante comigo (pela quinta vez no dia) foi pesado e desnecessário como ela me olhou. Parecia até que EU tinha feito algo de errado, quando eu fui a magoada da situação.
Me sinto insegura com o meu relacionamento com mamãe Charmem. Não sei se ela gosta da minha pessoa ou só da minha companhia e sinceramente, isso me frustra. Estou sempre aqui para ouvir todos os problemas de rp dela e, às vezes, conversamos sobre situações minhas. Só que o ponto, Baekhyun, é que ela impõe demais, ela critica demais e me põe para baixo demais (esse último a maior parte do tempo é de brincadeira, mas você sabe dos meus históricos com isso). Eu me sinto atacada e desconfortável, mas não sei como falar sobre.
Estou confusa e magoada, não quero ser assim porque sou insegura com tudo. Inclusive minhas amizades..
O que me irrita e me deixa paranoica é que ela pode realmente estar "chateada" com isso, mas mano, sou que tenho que me sentir magoada. É a segunda situação que irão reverter a dor assim? Não basta eu ter me fodido toda em novembro com a situação com Fernanda e Marcos (esse último me deu unfollow no Instagram e Fernanda está estranha), mas eles chega a ser absurdo.
Eu me fodi toda e literalmente fiquei sem andar por uma semana, tomei soro pela primeira vez, me perdi pela cidade enquanto estava sozinha e morrendo de dor. E mesmo com todos esses acontecimentos, fiquei de boa, contudo, eles pararam de falar comigo como se eu tivesse fodido com eles.
O que quero dizer é que essa situação se repete às vezes com mamãe Charmem. A maioria das vezes ela dá um jeito de reverter a situação e fazer com que eu me sinta culpada, eu sei, eu sei, pode parecer um relacionamento abusivo. Mas gosto tanto dela que prefiro ignorar toda a ignorância e falta de empatia e atenção de sua parte. Tudo isso machuca e nem chorar eu consigo agora que estou começando a ficar com sono.
Com amor e desapontamento,
Renata
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Ansia d'amore: come superarla
L'ansia d'amore potremmo definirlo un fenomeno democratico. Può colpire persone di qualsiasi età e genere. Non è legata esclusivamente a una specifica categoria di individui, ma può influire su coloro che sono in una relazione romantica o che hanno appena iniziato un nuovo rapporto. L'ansia d'amore può manifestarsi anche in singoli momenti della vita, come durante la fase di corteggiamento, di inizio di una relazione o durante periodi di incertezza o instabilità emotiva. Ansia d'amore: quando i sentimenti sono una preoccupazione A chi non è capitato di provare un intenso stato d'ansia e preoccupazione quando si è stati innamorati o coinvolti in una relazione amorosa? Questo tipo di ansia può avere diverse origini, come la paura del rifiuto, l'insicurezza nel rapporto o la paura di perdere la persona amata. Può manifestarsi attraverso sintomi come nervosismo, agitazione, pensieri ossessivi o ipervigilanza nella relazione. Se non gestita adeguatamente, può influenzare negativamente la qualità della vita e dei rapporti amorosi, e può richiedere l'assistenza di un professionista. Quali comportamenti mettiamo in atto quando abbiamo paura in amore? La paura in amore ha tanti modi per esprimersi che dipendono dal carattere del soggetto o dal suo vissuto. Proviamo ad analizzarne qualcuno: - Gelosia eccessiva e paranoica nei confronti del partner, con il timore costante che possa tradire o abbandonare - bisogno costante di rassicurazione da parte del partner sul fatto che lo ama e che non lo lascerà - dipendenza emotiva: c'è una tendenza a dipendere emotivamente dal partner, a cercarne l'approvazione e a sentirsi insicuro senza la sua presenza o supporto costante - chi soffre di ansia d'amore può evitare situazioni o luoghi che possono scatenare ansia, come eventi sociali o situazioni che possono portare a una separazione temporanea dal partner - ipervigilanza: c'è una costante sorveglianza dell'altro, prestando attenzione a ogni minimo segnale che possa indicare una minaccia per la relazione - spesso si può assistere a comportamenti di autosabotaggio, come atteggiamenti di critica costante verso se stessi o il partner, con il timore di non essere all'altezza o di rovinare la relazione - chi soffre di ansia d'amore può avere un bisogno eccessivo di controllare il partner, cercando di influenzare le sue decisioni o di limitare la sua libertà. In questo modo, però, l'amore diventa una gabbia e finisce per rovinare la vita della coppia che lo vive invece di migliorarla. Come superare la paura in amore La buona notizia è che da questa gabbia si può uscire, le catene si posso spezzare e ci si può aprire a una vita sentimentale più appagante. È un cammino lungo e impegnativo che alla fine, però, può portare a grandi gioie. Vediamo quali sono i passi da compiere: - Riconoscere e accettare questi sentimenti senza giudicarsi. In fondo una minima sensazione di ansia fa parte del processo di innamoramento. - Comunicare con il partner: spesso, l'ansia d'amore può derivare da una mancanza di comunicazione o da fraintendimenti. Aprire un dialogo onesto con il proprio partner riguardo ai propri sentimenti e alle proprie preoccupazioni può giovare. - Focalizzarsi sulle proprie qualità: pensare ai successi personali raggiunti anziché alle insicurezze nel rapporto. Essere gentili con con se stesso e ricordare che si merita amore e felicità. - Imparare a gestire lo stress: l'ansia d'amore può essere amplificata dallo stress generale nella vita. Identificare le fonti di stress e cercare modi salutari per ridurlo, come la meditazione, l'esercizio fisico o dedicando del tempo a hobby che rilassano è un'ottima scelta. - Lavorare sull'autostima: spesso, l'ansia d'amore può essere alimentata da una bassa autostima. Per risolvere questo problema può essere necessario l'aiuto di un professionista. - Imparare a fidarsi: l'ansia d'amore può essere causata da problemi di fiducia. Per superare il problema è necessario lasciare andare la necessità di avere un controllo totale sulla situazione. - Evitare le aspettative irrealistiche: spesso, l'ansia d'amore può essere alimentata da aspettative irrealistiche che mettiamo su noi stessi o sul nostro partner. Cercare, dunque, di essere realistici riguardo alle proprie aspettative ed essere paziente con te stesso e con il tuo partner. Se l'ansia d'amore sta causando problemi significativi nella vita o nelle relazioni, forse è arrivato il momento di cercare il supporto professionale di uno psicoterapeuta. In copertina foto di Ylanite Koppens da Pixabay Read the full article
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La fregnaccia paranoica dell''abolizione delle auto' che molti *si inventano* per fare polemica
Tweet di Lucio Malan, senatore e presidente del gruppo di un partito Quando si critica l’automobile o si propone qualche limitazione nell’uso urbano arriva spesso l’obiezione paradossale e paranoica conro un’ipotetica ‘abolizione dell’automobile’. Qui sopra un altissimo esempio istituzionale: Lucio Malan, senatore e capogruppo di un importante partito, critica il segretario di un altro partito…
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Vorrei essere un pò "meno" ma non ci riesco. Meno critica verso me stessa, meno paranoica, meno insicura e soprattutto meno sensibile ed eccessivamente sentimentalista e aver meno bisogno di essere continuamente rassicurata.
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Hola.
Soy una morra patética que sigue viviendo en casa de su madre y como el tìtulo lo dice ‘me urge salir del closet’ y usar esta cuarentena para escribir sobre como me siento, pero no sé como empezar.
Estos días de encierro han sido totalmente una travesía mental, desde el hecho de tener ansiedad, limpiar la casa en cada rincón y sea un área desinfectada, ponerme paranoica por pensar si tengo covid-19 o no, ver noticias para informarme o desinformarme, buscar si lo que leí es información es oficial o no, pero también, no ver tantas noticias porque, si no, no podré dormir bien porque la ansiedad o trauma estará presente; cuando sucede eso veo memes, videos de gatitos o perritos torpes y así alivianar la tensión y el miedo al caos social.
¿Escribo como un forma de terapia? Si, porque la sensación de tristeza, angustia, miedo, inseguridad van acrecentando cada día más. He hecho otras cosas para calmar estas sensaciones, por ejemplo, ocuparme de cualquier cosa ya sea darle un arreglito a la ropa rasgada, acomodarla por colores; crear una pasta de dientes con aceite de coco y bicarbonato; he aprendido a bordar, entre otras, hasta baje una aplicación para meditar y así poder estar tranquila por lo menos unos minutos.
Tengo novio (es una relación no muy común, poliamorosa para ser específicos), pero últimamente he tenido muchos celos e inseguridades con respecto a lo que siente por mi y también he sido alguien muy insoportable, no hay día que no le reclame algo, por ejemplo: que si ve una foto mía ¿por qué no me la chulea? ¿por qué no me contesta? ¿porque me deja en visto? y es que he sentido que yo soy quien lo tiene que buscar para tener afecto de su parte, pero esto, supongo que es muestra de la falta de afecto propio que me tengo.
Pienso que estas inseguridades se fueron acrecentando cada vez mas por circunstancias que sucedieron en nuestra relación y por mis propios miedos. Hoy hice algo que me hace sentir mal, comentè una de las respuestas que hizo una de sus amigas a un estado que el puso en facebook; momentos seguido me preguntó del por qué puse un comentario como respuesta a la de ella, no supe que contestar, fue raro, me sentí fatal. La única verdad es que me dieron celos de ver que ella le comentara, le dije que se me hacia extraño que ella le comentara un estado de esa manera y sobre todo cuando ella no suele tener mucha interacción con él en redes, me dijo que yo ‘veo moros con trinchete’ y que no era la primera vez que pasa eso, y es que igual y tiene razón en cierta forma es que me siento insegura con toda mujer que se le acerca.
En casa solo vivo con mi madre y me siento muy extraña conviviendo con ella. Tenemos ideas muy contrarias, me pone de malas algunos comentarios y acciones que hace en casa, he tratado de platicar con ella de esto, de lo que siento y vivo, pero la verdad es que me aterra; las veces que me he abierto a ella se hace un momento muy complicado, se altera, me regaña por no estar bien y me reclama de las cosas materiales que tengo gracias a ella, critica mis ideales y siempre saca el tema de que ella todo lo sabe de que la trato mal y que soy una mala hija por no querer a mi padre (persona que no vive con nosotras (otra gran historia de caos emocional y psicológica)). Después de cada discusión no nos hablamos por horas o hasta el día siguiente, pero también sucede que de pronto me habla como si nada, como si nunca hubiéramos discutido y ella actúa como si no me afectara. A veces siento que vivo con una completa desconocida o que ella vive con una desconocida.
Soy feminista, soy bisexual, creo que se puede amar a màs de una personas de la misma intensidad como se ama a una. Mi familia no lo sabe.
A lo que ha leído puede ver que soy un caos.
Sinceramente siento que esto me va a destruir porque sé que no esta bien, no es sano para mi y para los demás. Y ciertamente siento que esto es inútil, un berrinche en donde me atormento con estas cosas, cuando en realidad hay gente que vive peores circunstancias en la vida, peores carencias...
¿Soy una tonta por estar asì?
Ya ni sé si el poliamor era una característica errónea que tenìa de mi misma y tampoco sé en que momento empece a generar tanta inseguridad hacia mi persona, recuerdo no era así.
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Da piccola credevo nell'amore all'improvviso. Sognavo qualcuno con cui condividere passioni e le piccole cose della vita che la rendono più bella. Sognavo una persona capace di tenermi testa ma anche di capirmi ed essere la mia motivazione, una persona che sappia starmi vicino e tirarmi su, che mi motivi a fare le cose sapendo che io mi metto molti limiti e sono la peggior critica per me stessa. Sognavo una persona dolce, dagli occhi buoni, con un sorriso contagioso, con un po' di pazzia dentro per permettermi di essere me stessa (anche se forse diversa dagli altri). Una persona con cui poter parlare di tutto senza filtri, con cui mangiare come degli schifi insieme, con cui dormire fino a tardi, con cui scherzare ma anche piangere se serve, con cui passare il tempo che scorre troppo veloce, con cui andare in bei posti e giderseli fino alla fine della giornata e magari anche la notte, una persona con cui osservare la natura, le stelle, la Luna, l'acqua, le montagne e le cascate, i tramonti sul mare e tutto ciò che di bello è rimasto. Una persona da stringere, coccolare, viziare, accudire. Una persona speciale come pochi🙈, una persona con cui vivere per davvero.
Con il tempo pensavo sempre di più che tutte queste cose fossero impossibili, solo cose da film o romanzi sdolcinati... Iniziavo a pensare che le mie fantasie fossero solo sogni di una bambina innamorata dell'amore che forse non esiste.
ma con te, sto iniziando a crederci ancora🙈❤
Non vorrei mai che fosse tutto perfetto, so di essere gelosa, paranoica e alcune volte pesante e testarda. Ma so anche di volere amarti immensamente. Non chiedermi perché lo stia dicendo qui, non lo so. Esistono tante forme d'amore. Non è detto che la cosa sia corrisposta ma ti amerei comunque, perché dire "Ti voglio bene" è riduttivo. Mi hanno insegnato che il ti voglio bene significa: tu hai un obbiettivo ed io voglio impegnarmi ad aiutarti a raggiungerlo per vederti felice. Ma dico che sia riduttivo perché non voglio stare a guardare la tua vita, sono egoista e mi piacerebbe farne parte. Tu già sei parte della mia.
Non posso prometterti nulla, ma se mi accetterai così farò il possibile per farti stare bene❤
#pensieri#spensieratezza#nofilters#emotions#parole all'anima#flusso di coscienza#best of me#sogni#sognibelli#aspirazioni
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Se resignou a assentir com a cabeça na falta de algo relevante a ser adicionado, lhe era um alívio ver ainda restava um pouco de preocupação com a família no cerne de Drizella, vinha temendo nos últimos tempos a queda por inteiro de sua família. Sequer gostava de pensar muito o que Francis pensaria se as visse no momento atual, a decepção que havia se tornado a memória do falecido marido, essa era uma imagem dolorosa demais a ela de reconhecer. O rosto se contorceu em uma leve careta ao ouvir o termo irmã feia da Cinderela, sempre havia odiado aquele termo, especialmente por que remetia as criticas duras que Cédric um dia feito a suas filhas enquanto exaltava a perfeição de Ella. ❝Acredito que conseguirá isso, ainda que aconselharia maior cuidado nas inimizades arranjadas.❞ Não era uma critica, mas um conselho de que sem havia vivido o suficiente entre intrigas para saber não só fazer boas alianças, mas também os malefícios de uma inimizade errada. Ainda que não fosse negar o quão exaustivo fosse pensar em todos os pormenores, estar sempre ativamente pensando em como se beneficiar a cada conversa e o que poderia ganhar ou perder. Reconhecia que havia se tornado um tanto paranoica com os anos. ❝Talvez eu também devesse fazer uso de algumas sessões com o Coelho.❞ Admitiu mesmo que um tanto a contra gosto, não gostava da ideia de fragilidade com um desconhecido. Mas começava a pensar que talvez fosse o único caminho parar melhorar suas relações de maneira genuína. ❝Eu lembro que houve uma noite que você acordou seu pai apenas para que fizessem cupcakes, quando cheguei na cozinha estava tudo coberto de farinha... ❞ O comentário foi feito acompanhado de um sorriso genuíno que era pouco visto na face da mais velha, mas aparecia quase que de maneira inevitável quando se recordava de Francis. Por vezes, pensava que tivesse falhado em falar tão pouco do marido para as filhas, mas nunca soube lidar com o luto muito bem e isso sempre transpareceu em suas interações. ❝Não sei se você apreciaria o sentimentalismo, mas eu poderia lhe contar mais sobre seu pai em algum outro momento se for do seu desejo.❞
A fala roubou sua atenção, e ao perceber que a mãe parecia sincera no que dizia, focou-se no que ela estava falando pela primeira vez. Temia ser indesejada pela mulher, a única a qual possuía admiração sem qualquer tipo de interesse velado. Drizella precisava admitir ser uma das pessoas mais oportunistas que conhecia, porém, seus sentimentos pela Tremaine eram os mais puros possíveis. E estes não eram tão legítimos apenas por se tratar de sua mãe, mas sim porque acreditava conhecê-la bem o bastante para se afeiçoar. "Aceito que qualquer pessoa tenha essa visão de mim, menos você." Chegou aquela conclusão apenas naquele momento. E por mais que as palavras saíssem se sua boca sem muito entusiasmo, carregavam um teor de verdade quase nunca alcançado. Drizella não se importava com mais ninguém que não fosse membro de sua família. "Não quero ser melhor do que ninguém, mamãe. Apenas quero ser alguém além da irmã feia da Cinderela. Quero ser mais do que a mulher de alguém, ou a filha de alguém. E não me importo a mínima de conquistar inimizades se for para eu conseguir isso. Não é pedir muito, ou é?" Sabia que sua reputação não era boa, e talvez não se esforçasse o mínimo para que se tornasse. Drizella tinha uma personalidade difícil demais, jamais pediria que alguém tentasse compreendê-la. Era difícil até mesmo para si. "Talvez eu ainda precise ir muitas sessões com o Coelho pra conseguir aceitar isso sem questionar. Alguém se importar comigo me parece irreal. Mas obrigada por dizer, já é um grande avanço para nós." Ergueu o olhar quando se sentiu sentimental o bastante para considerar chorar. Era ridículo que estivesse ficando tão mole! "E obrigada pelo cupcake. Era mesmo o meu favorito quando eu era criança."
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intendevo l'intimità di mangiare ed entrare in relazione col cibo, con i rumori, col silenzio, con i sapori. mangiare di per sé è abbastanza, così come leggere, perché farlo con la Tv? non è una critica ma uno spunto per riflettere. se non sappiamo stare soli con noi, con il nostro cibo, i rumori, il silenzio di un riposo, di una lettura, come pretendiamo di creare intimità con gli altri se già con noi stessi siamo a disagio? Una riflessione anche per me in primis. Grazie di esserti esposta.
Guarda, parli con una che quando è in casa è principalmente sola sia durante i pasti che nei momenti liberi. Fondamentalmente ho bisogno della solitudine, sarà che mi ci sono abituata pian piano, non so. Io stessa non riesco a stare in ambienti troppo rumorosi e affollati perché poi mi agito e/o divento paranoica e preferisco starmene nella pace di un ambiente domestico. In questo caso però, credo siano anche il contesto e tutte le cose che mi passano per la testa, il silenzio mi sta pesando e vorrei qualcosa che lo sovrastasse. Sarà anche colpa mia perché non mi apro, non faccio domande o non provo a conoscere mia madre e il compagno, ma che ci posso fare se non mi viene di farlo.
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Tizia critica ferocemente no vax paranoica ma comprende la scelta di una no vax vegana che sceglie di contagiare il prossimo nell'eventualità che ci lasci le pinne per non salvare nessun patuffolo soffice e tenero.
Ciarliamo di sanità mentale qua e là sui social e poi siamo più cortesi con chi ritiene che la vita umana valga meno rispetto a quella animale? Sappiamo però che nell’era dei social valgono più i duemilla cuoricini a cinguettio per indignazione invece che sottolineare le scemenze politicamente corrette.
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Gesù, maestro di contemplazione
Nella seguente dispensa degli “Insegnamenti settimanali” vorrei condividere con voi alcuni estratti da “Viaggio verso il Cuore”.
Questo libro si basa su conferenze tenute da vari autori nel corso “Radici del Misticismo Cristiano”, che è stato tenuto per quattro anni come corso annuale di 30 sessioni settimanali da Shankar e da me, sotto il patrocinio della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana, nel Centro di Meditazione Cristiana di Londra. L’obiettivo del “Viaggio verso il Cuore”, come anche del corso, è di introdurre i meditanti della nostra tradizione e altri interessati alla Mistica Cristiana alla ricca corrente che fluisce nei secoli, utilizzando alcuni insegnanti spirituali come pietre miliari lungo il percorso. Leggere il libro è caldamente consigliato per fare un viaggio di scoperta spirituale; non è semplicemente una raccolta di informazioni, quanto invece un processo di crescita che avviene tramite l’essere a contatto con la saggezza di questi insegnanti. Spero che questi estratti vi stimolino l’appetito alla lettura dell’intero libro.
Laurence Freeman inizia il volume riportandoci al fondamento della preghiera contemplativa cristiana, Gesù. Lo fa non esplorando passi specifici della Scrittura, come è stato fatto nel passato, ma sottolineando che è il modo di insegnare di Gesù e il suo modo di essere a mostrarcelo come maestro di contemplazione.
Laurence inizia le sue riflessioni con la storia di Maria e Marta: “Gesù viene a visitare Marta e Maria, due sorelle, due sue amiche. Marta, che rappresenta la vita attiva, gli da il benvenuto in casa mentre Maria, che rappresenta la vita contemplativa si siede ai suoi piedi per ascoltare la sua parola. Il testo dice che lei si siede e sta lì. Marta invece viene distratta dai molti lavori e ne esce come una specie di terrorista domestica che esplode in rimostranze con Gesù: “Signore, non vedi che mia sorella mi ha lasciata da sola a servire? Dille di aiutarmi!”.
Marta è chiaramente la star o l’anti-eroina di questa storia. Il lettore medio si identifica e simpatizza con lei. Chi a volte non ha provato quello che prova lei? Non è di umore piacevole, ma non viene condannata da Gesù – o dal narratore o dal lettore – perché è così chiaramente in uno stato di sofferenza, isolata, arrabbiata, paranoica, oberata, piena di sentimenti di abbandono. Il suo ego si è dolorosamente gonfiato e vede tutto in relazione a se stessa. Se dovessimo dare alla Marta tuttofare un lavoro in più nel suo riposo celeste sarebbe quello di essere la santa patrona dello stress, del quale mostra tutti i sintomi classici. Eppure, al di là della auto-drammatizzazione sta solo cercando di preparare un buon pranzo, di essere ospitale. Perché non chiede direttamente a Maria di aiutarla? Perché dà la colpa a Gesù e diventa la sola discepola nei vangeli a dirgli cosa fare? Queste sono domande che, ad un livello di lettura, ci rendono la storia istruttiva, offrendoci lumi sul suo significato morale. Come ci aiuta la storia a capire il nostro comportamento? Eppure, ad un livello spirituale più profondo non ci stiamo occupando di psicologia ma della vera natura della nostra umanità. Le due sorelle rappresentano non solo due tipi di personalità, ma le due metà del nostro animo umano. Questo è implicito nel modo in cui Gesù risponde a Marta. Con calma e in modo amichevole spiega a Marta, prima di tutto, che ha un po’ perso il contatto con se stessa. Pronuncia due volte il suo nome per riportarla al presente. In questo modo, si spera, Marta comincia ad imparare ad ascoltarlo come Maria stava facendo. “Marta, Marta, tu ti affanni e ti preoccupi di troppe cose,” le dice. Gesù non sta addossandole colpe, ma le sta offrendo una diagnosi del suo problema, mostrandole quanto si sia alienata dalla sua altra metà, da sua sorella. Le dice che ha accumulato un grado di stress non più gestibile nel suo darsi da fare mentre “una cosa sola è necessaria”. Non dà una definizione di questa unica cosa. Ma certamente “l’unica cosa” è essere uno, il reintegrare il sé diviso le cui fratture interne l’hanno condotta alla rabbia e alla violenza.
Nelle parole successive, difende la dimensione contemplativa della vita che regolarmente viene messa sotto attacco dal lato attivista del sé diviso perché ritenuta inutile, non produttiva ed egoista. Questa unità originale dell’anima, l’equilibrio e l’armonia tra azione e contemplazione decide dell’intero disegno e tono della vita. Senza di essa ogni aspetto della vita è frammentato. In termini religiosi, teologia, preghiera e adorazione sono tutte danneggiate da divisioni interne. La fede stessa, senza la dimensione contemplativa, in ultimo degenera in ideologia o conformità sociale.
In termini più generali, la psiche umana collassa nell’unilateralità, squilibrio e disarmonia. Questo è il motivo per cui Gesù dice qualcosa che può essere male interpretato come una dura critica di Marta: “Maria ha scelto la parte migliore e nessuno gliela porterà via.” In realtà, sta dicendo che l’essere viene prima del fare e la qualità del nostro essere determina la qualità ed efficacia di tutte le nostre azioni. Non sappiamo come Marta abbia risposto. Alza le braccia in disperazione e se ne va sbattendo la porta, o improvvisamente si calma e fa quello che avrebbe dovuto fare prima, ovvero chiedere a Maria di aiutarla? Sarebbe il test del lavoro di Maria. Se lei dovesse rispondere “No, sto contemplando, lasciami in pace”, mostrerebbe che il suo lavoro è inautentico. Se saltasse in piedi per aiutarla, la sua altra metà sarebbe in armonia. L’errore di Marta, fatto da culture e religioni come anche da individui, è il non essersi ricordata che anche Maria stava lavorando. Noi siamo sia Marta che Maria. Il nostro squilibrio è rappresentato qui da Marta che lo mostra come problema universale. L’unica cosa necessaria è di portare le due metà della nostra anima di nuovo in relazione di amicizia e in equilibrio. Ci sono molti modi con cui possiamo farlo. La cosa più importante ovviamente è recuperare il lavoro che Maria sta facendo – Marta ha dimenticato il valore della non-azione di Maria: anche se Maria sembra non fare nulla, sta lavorando, ascoltando, ponendo attenzione e restando tranquilla.
La storia ci mostra Gesù come maestro di contemplazione che capisce e vuole comunicare quanto la completezza sia equilibrio santo e integrazione. Gesù ha insegnato questo, non solo con le parole, ma con l’esempio. Specialmente nel vangelo di Luca, lo vediamo fermare di frequente il ritmo veloce della sua vita, la sua predicazione, la sua opera di guaritore e di viaggiatore, ritirandosi in luoghi tranquilli per pregare da solo o con pochi discepoli. (Luca 6,12; 9,18; 22,39). Se non ci fosse stata una armonia tra ciò che insegnava e ciò che faceva, il suo insegnamento sarebbe mancato di autorevolezza. L’identità cristiana dipende direttamente da questa autorità”.
Kim Natarja
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☼▹▸▹ QUESTIONÁRIO DE DESENVOL. GELES HATHAWAY. 22. MUTANT IN LEARNING.
ORIGENS E FAMÍLIA
Nome: Geles Ann Hathaway
Apelido: Normalmente as pessoas a chamam pelo nome, já perdeu as contas de tantos apelidos ridículos e hilários que as pessoas tentaram criar diminuindo seu nome, que convenhamos ele já é pequeno, missão impossível.
Motivo de ter esse nome: Se ela perguntasse a sua mãe o motivo seria este: ‘’ Eu gostei do nome e o que coloquei, esse é o significado ‘’.
Aniversário: 28 de agosto 1993, uma virginiana legitima.
Idade: 22 anos.
Gênero: Feminino
Local de nascimento: Califórnia, Los Angeles.
Locais que morou desde então: Nova York, Chicago, Las Vegas, New Orleans.
Número de irmãos: Filha única, um detalhe que odeia.
Relacionamento com a família (próximo? distante?): Bem próximos.
Trauma de infância: Quase ter se afogado em uma das mais lindas praias da Califórnia, felizmente ela conseguiu superar esse trauma. Lógico, ser especializada em água também ajuda. Agora Geles e o mar são bem amigos.
FÍSICO
Altura: 1,61.
Peso: Sempre acaba se esquecendo logo após a pesagem mensal.
Aspecto corporal: Eu diria saudável.
Nacionalidade: Americana.
Deficiências (físicas ou mentais, incluindo doenças mentais): Nenhuma, graças a Afrodite.
Compleição (sardas, acne, tom da pele, marcas de nascimento): Sua melanina é bem sensível, só adquire marcas quando passa muito tempo sob o sol. Então tem que tomar um cuidado extra, não que ela se lembre muito disso.
Formato facial: Que tipo de pergunta é essa? É só olhar para o rosto, duh
Características faciais distintivas: Seus olhos.
Cor do cabelo: Loiro.
Penteado habitual: Gosta sempre de variar, mas o de sempre é solto, nunca para um lado só, uma de suas manias é mexer constantemente no cabelo.
Cor do olho: Azuis, as vezes esverdeados, a luz ajuda bastante na variação.
Óculos? Lentes de contato?: Óculos apenas quando ela quer ter um acessório diferenciado.
Estilo de vestimenta/traje(s) típico(s): Varia de acordo com o humor, no melhor estilo praiana good vibes, clichê eu sei.
Estilo de sapatos típico: Tênis para atividades e treinamentos, saltos em festas, sapatos casuais para eventos casuais.
Saúde (essa pessoa está frequentemente doente? ou é muito resistente?): Esse provavelmente é um carma de sí, ficar doente é quase que parte dela.
Higiene (usa maquiagem? toma banho diariamente? veste apenas roupas limpas? faz suas sobrancelhas?): Muito higiênica, muito devido a seu signo, mas não aguenta ficar suja mais de 4 horas. Banhos em dias, maquiagem faz parte de si, nunca repete a roupa mais de uma vez, frequentemente, tenta deixa-la sempre bem feita.
Jóias? Tatuagens? Piercings?: Ama usar e abusar de joias, sempre com muitos anéis, brincos, múltiplos colares. Único piercing em si são os da orelha. Nenhuma tatuagem, mas pretende.
Sotaque: Americano.
Maneirismos/hábitos físicos ímpares (rói unhas, gesticula, bate os pés quando agitado/a): Mexer no cabelo, mexer em seus piercings da orelha ou em seu anel presente de Afrodite.
Atlético?: Sim
INTELECTO
Nível de alto estima: Alta.
Dons/Talentos: Dança.
Defeitos/falhas: Muito critica, problematizadora, paranoica, teimosa.
Estilo de fala (fala alto, resmunga, articulado, etc.): Normal.
Pensa mais com o lado direito ou esquerdo do cérebro?*: esquerdo
Artístico?: Muito.
Austero?: Não muito
Faz decisões se baseando mais nos sentimentos ou na razão?: Ambos, mas tende a ir pela razão.
Filosofia de vida: Be your kind of beautiful.
Cauteloso ou ousado?: Ousada.
Mais sensível sobre/vulnerável a: Falhas, erros, imperfeições.
Otimista ou pessimista?: Otimista.
Extrovertido ou introvertido?: Extrovertida.
RELACIONAMENTOS
Status de relacionamento atual: Solteira
Orientação sexual: Hétero
Relacionamentos passados: -
Razões primárias para terminar com as pessoas: Exigir demais dos parceiros, querer a perfeição em tudo, controlar o relacionamento.
Estória do primeiro beijo (se ainda não aconteceu, como quer que seja?): Não tem uma grande historia, foi em sua primeira festa sem adultos por perto, em um aniversario de uma amiga. Único detalhe relevante se considerar é que ela deu o primeiro passo.
É uma pessoa sociável? (popular, solitário, alguns amigos próximos, faz amigos e então os abandona): Sim, bem sociável, tende a se soltar mais entre amigos.
Fica mais confortável perto de (pessoa): (PLOT)
Amigo mais antigo: (PLOT)
Como acha que os outros o/a veem?: Divertida, louca, engraçada.
Como eles na verdade o/a veem?: Não depende da sua resposta.
SEGREDOS
Fobias: Aranhas.
Objetivos de vida: Ser bem sucedida em tudo aquilo que for fazer.
Sonhos: Viajar o mundo, encontrar uma pessoa e formar uma família, ter uma carreira bem sucedida.
Maiores medos: Perder as pessoas que ama, falhar naquilo de mais importante para ela.
Sente mais vergonha de: errar na frente das pessoas.
Coisa mais embaraçosa que já aconteceu com ele/ela: Ela já perdeu as contas.
Compulsões: Se manter arrumada, quarto organizado, nada fora do lugar.
Obsessões: Viciada em organização, obcecada pelo mar e tudo o que lhe envolve.
Hobbies secretos: Escrever, lutar sozinha.
Habilidade secreta:
O que mais que mudar em sua vida atual: Progredir em relação a seus poderes, controla-los melhor, ter uma pessoa junto de sí, esta cansada de ser solteira, adquirir mais conhecimento, viajar mais.
O que mais quer mudar em sua aparência: Atualmente nada.
DETALHES/PECULIARIDADES
Rotina diária: Exercícios, estudos, matar aulas, se arrumar, essas coisas.
Notívago ou madrugador?: Notivago.
Tem sono leve ou pesado?: Leve.
Comida preferida: Pizza.
Comida que menos gosta: Peixe.
Livro preferido: Nunca consegue se decidir, livros como Harry Potter, Percy Jackson, sagas em gerais são os favoritos.
Livro que menos gosta: Os que envolve matemáticas, físicas, cálculos em geral.
Filme preferido: Não sabe dizer.
Filme que menos gosta: -
Música preferida: Bem eclética, não consegue escolher apenas uma.
Música que menos gosta: Rock, rap.
Café ou chá?: Chá.
Canhoto/a ou destro/a?: Destra.
Cor preferida: Azul, verde, em vários tons.
“Boca suja” (desbocado/a)?: Debochada.
Fuma? Bebe? Usa drogas?: Não fuma, bebe mais do que deveria, não usa drogas.
Maior arrependimento: Vários, mas leva todos como ensinamentos.
Animais de estimação?: Já teve alguns, mas atualmente não tem.
*Essa pergunta de lado esquerdo ou direito é relacionada a uma teoria que diz que pessoa que pensam mais com o lado esquerdo são mais lógicas, analíticas e objetivas, enquanto as que pensam mais com o lado direito são mais intuitivas, pensativas e subjetivas.
#questionário de desenvolvimento.#musing.#quest: 001#roubei o quest pois amei#ainda não editei a pagina da bio#então vcs podem saber mais dela por aqui
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Violência sexual contra crianças e adolescentes (parte 2)
Diferentemente do artigo anterior e homônimo, o texto VIOLÊNCIA SEXUAL CONTRA CRIANÇAS E ADOLESCENTES, de Maria Regina Fay de Azambuja, Maria Helena Mariante Ferreira [et al.], trata também do depoimento sem dano (DSD) e acrescenta a figura do advogado do diabo: a violência branda e o quadro mental paranoico no processo penal.
Critica a prática do DSD, taxando de modismo democrático, apresentando como resultado um jogo de cartas marcadas em que o procedimento do contraditório perde-se em relações pontuadas pelas performances de profissionais que se apresentam como intérpretes e tradutores do discurso infantil, onde se prefere assumir a postura de um ator jurídico do bem.
As iniciativas para evitar a revitimização são muitas, sendo apontados três principais objetivos narrados por José Antônio Daltoé Cezar: redução do dano durante a produção de prova; garantia de direitos da criança/adolescente, proteção e prevenção de seus direitos; melhora na produção da prova.
Cita-se parte da dissertação de mestrado em Ciência sociais da PUC/RS, Luciane Potter Bittencort, em que demonstra a dificuldade de comunicação no processo por falta de conhecimentos específicos sobre o abuso sexual de crianças e adolescentes.
O trabalho demonstra o sentido da recusa democrática à prática do DSD. Dessacraliza o mito da criança pura, como se ela fosse um sujeito sem desejo e que sempre seja sinônimo da verdade, falando da ira fanática dos defensores do DSD.
Aponta-se para o chamado mito da verdade, onde há o perigo da manipulação por adultos incapazes de perceber o real significado da articulação linguística do enunciado pela criança, submetida ao DSD, para que se evitem enganos no campo do processo penal.
Por outro lado, alerta-se para a existência de uma matriz inquisitória e paranoica, existindo uma postura paranoica na gestão da prova, sendo que o juiz inquisidor guarda características paranoicas por excelência.
No campo jurídico brasileiro, os magistrados têm a verdadeira missão de extirpar o mal da terra. Afirma-se que o que há de novo no DSD é a terceirização do lugar do inquisidor para profissionais de outras áreas, na sanha de se condenar até por serem iludidos sobre o lugar e a função do Direito penal em uma Democracia. Chega de impunidade. O que a justiça precisa fazer é combater o bom combate na sua área de atuação.
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Diseño y control
¡Hola amiga!
Espero estés muy bien y la cruda ya haya pasado, jajaja.
Como siempre comenzamos hablando del tiempo, de lo rápido que pasa y de cómo no sabemos qué vamos a hacer, decidí iniciar con un video. Ejemplifica perfecto cómo siento que pasan las semanas de rápido. Y creo que el video crea una sensación de frustración respecto al tiempo, justo la frustración que siento al ver las semanas pasar, sin cambios en mis actividades cotidianas.
youtube
Retomando tu pregunta sobre si es malo o no “evangelizar” a la sociedad, yo pienso que sí es malo. Creo que es una forma de no respetar la cultura de la población, los pensamientos, la libertad. La palabra “evangelizar” implica imponer una manera de pensar y ver la vida sin tomar en cuenta la opinión de la otra persona. Sin embargo, concuerdo contigo en que el diseño siempre busca persuadir a las personas para que consuman o utilicen lo que se diseña y produce. Los beneficios elementos diferenciadores de cada producto, sin importar cual sea, siempre buscan atraer al público. Si tomamos en cuenta eso, pienso que no somos tan poderosos como diseñadores para “evangelizar” por medio del diseño. Siempre vamos a competir con una gama de productos infinitos que están al alcance del consumidor/usuario.
Sinceramente, para mí la clase del martes pasado no fue mi favorita. No estoy de acuerdo con muchas de las cosas que se comentaron en clase. El texto de Octavio Paz me pareció muy interesante y hasta cierto punto divertido. Yo en lo personal no soy una persona que hable con groserías y pienso que una mujer “chingona” no es aquella que blasfema a diestra y siniestra para llamar la atención. Sinceramente me dan un poco de pena que se crean “chingonas” por hablar así. Creo que lo que te define como persona (hombre, mujer o simplemente individuo) no es tu manera de hablar o de vestirte, sino la congruencia que hay en tus actos. Obviamente lo que proyectamos al exterior es lo que pretendemos que aprecien los demás, pero personalmente me fijo más en la constancia de las personas, en su congruencia, en su práctica personal. Es muy fácil farolear y crear impresiones erróneas, pero muy difícil mantener la palabra. Esto engloba lo que mencionas sobre el machismo y el feminismo. Como dices, nos quejamos de que nos tratan como menos, pero no actuamos conforme a nuestras propias quejas.
En cuanto a la clase del jueves, me pareció muy interesante la vida de Michel Foucault. Me llamó mucho la atención que nació un año después que mi abuela y ella cumple 94 años este año. Es increíble como dependiendo de nuestras condiciones de vida, el país, la familia, en resumen, nuestro contexto podemos tener vidas tan diferentes.
Te voy a contar que una de las pocas cosas que en verdad me da fobia es la sensación de ser observada todo el tiempo. Me pone paranoica literal. Para que te des una idea, me siento como en la película de The Resident o la de Los ojos de Julia. Justo la clase del jueves me recordó mucho eso, tanto que hace un par de noches soñé una mezcla entre esas dos películas, horrible.
Es justo el concepto de panóptico. Donde te observan, pero tú no puedes observar de regreso. Es esa sensación de represión de la que habla Foucault. El control invisible que menciona, se ejerce sobre las personas en las sociedades actuales. Una hipervigilancia llevada a cabo por todos hacia todos. Pienso que en la actualidad el medio de “evangelización” por excelencia son las redes sociales, ahí se censura, se critica y se castiga al que piensa diferente. Se vigila día y noche qué hacen y qué no hacen los demás. Si entra en la limitación de pensamiento a la que estamos acostumbrados es aplaudido y si sobrepasa el estándar es eliminado. Pienso que la mayor parte del tiempo caemos en este juego sin pensar en ello. Sólo estamos siguiendo lo que hacen los demás y a su vez nos adormecemos porque inconscientemente nos sentimos vigilando a quienes nos vigilan.
Si hiciéramos una lista de cosas que fomentan la pérdida de la dignidad humana, la dominación/represión como te la explique en el párrafo anterior y lo que mencionas sobre la “innovación” que reemplaza trabajos humanos son dos de los aspectos que mencionaría. Creo que, en nuestro afán por conseguir placeres inmediatos, nos olvidamos de lo que es una vida digna, de luchar por nosotros mismos y de colaborar como sociedad hacia algo positivo y no denigrante. Estamos adormecidos, pero lo peor es que buscamos seguir así.
Pienso que el poder del diseño lo decidimos nosotros. Está en nuestras manos dignificar la vida de las personas que nos rodean, que trabajan con nosotros y que aportan a cada diseño que hacemos. Creo que es aquí donde recae la responsabilidad del diseño, no en si alguien le va a encontrar un segundo, tercer o quinto uso a nuestros diseños, sino en respetar y promover una vida digna, de respeto y convivencia.
Espero tu respuesta.
¡Te quiero!
Andrea Bravo.
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Mensaje de Texto - Martes 9/5 - Sana y Noora
NOORA: ¿Cual es tu pensamiento en que el aniversario nº 80 de la pareja real esta siendo cubierto solo para que “Statoil” pueda empezar a trabajar en Lofoten mientras hablamos?
SANA: No estaria sorprendida.
NOORA: Okaay. Eso fue una prueba. Estas siendo paranoica.
SANA: Ja-Ja. Tomare la critica. Sara esta bien.
NOORA: ¿Quizas no es una psicopata dictadora como pensabas?
SANA: Lol
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