#crisi geopolitiche
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pier-carlo-universe · 15 days ago
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Nuovo piano UE: 50mila euro per le aziende agricole e 3 miliardi dalla BeiSostegni europei raddoppiati per modernizzare il settore primario e affrontare le sfide della sostenibilità
La Commissione Europea ha annunciato un significativo raddoppio della soglia dei sostegni previsti per le aziende agricole nell'ambito della Politica Agricola Comune (Pac).
La Commissione Europea ha annunciato un significativo raddoppio della soglia dei sostegni previsti per le aziende agricole nell’ambito della Politica Agricola Comune (Pac). Nel nuovo schema, ogni azienda agricola potrà ricevere fino a 50mila euro di aiuti diretti nell’arco di tre anni. Questa misura è stata pensata per contrastare le difficoltà economiche del settore primario, aggravate…
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anchesetuttinoino · 4 months ago
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DISCOTECA BILL GATES: «L'UMANITÀ HA DUE SCELTE: LA TERZA GUERRA MONDIALE O UN'ALTRA PANDEMIA»
Il miliardario sarcopenico eugenetico più odiato del pianeta terra avverte che nei prossimi anni l'umanità dovrà affrontare o una Terza Guerra Mondiale o un'altra pandemia mortale. In un'intervista con CNBC, Gates cita "molta instabilità" nel mondo, che potrebbe scatenare "una guerra importante". Ma anche se questo conflitto venisse evitato, "allora sì, ci sarà un'altra pandemia, molto probabilmente nei prossimi 25 anni".
Questi messaggi binari suonano come quelli del climatizzatore o dei contagiati e morti di draghiana memoria. Perché non dire che pure una guerra INSIEME a numerose pandemie è un fenomeno altrettanto probabile? Si tratta di triggers formulati per generare un temporaneo effetto di consenso, funzionano particolarmente bene con il bestiame.
Nonostante tutto la risposta molle alla pandemia deve aver indispettito non poco l'uomo più detestato del pianeta. Critico della risposta americana alla crisi, Gates ha infatti dichiarato:
«Il paese che il mondo si aspettava guidasse e fosse un modello non è stato all'altezza di tali aspettative. Sebbene alcune delle lezioni della pandemia siano state apprese, sono state molto meno di quanto mi sarei aspettato».
La delusione di Gates non è isolata; molti altri attivisti globali per la salute stanno spingendo il mondo occidentale per ottenere risposte migliori alle nuove epidemie.
Questo tema ricorrente è emerso anche durante la panfuffa, secondo il professor Paul Hunter dell'Università di East Anglia, esperto in epidemiologia delle malattie emergenti:
«Nell'Occidente ci interessiamo veramente solo a una malattia quando inizia a rappresentare una minaccia diretta per noi stessi. Il problema è che molte di queste malattie avrebbero potuto essere impedite, se i paesi sul campo avessero avuto le risorse necessarie».
Gates ha ribadito la speranza che gli enti sanitari comincino a pensare a lungo termine nei prossimi anni, aggiungendo:
«Stiamo ancora mettendo insieme le nostre idee su cosa abbiamo fatto bene e cosa non abbiamo fatto bene... Forse, nei prossimi cinque anni, miglioreremo. Ma finora la situazione è abbastanza deludente».
GLI STATI COME DELLE PARROCCHIE DI UN'UNICA, GRANDE CHIESA DEL MALE
Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sta veicolando questo messaggio dall'alto delle gerarchie. Quest'anno, l'OMS ha condiviso un avviso sulla diffusione del virus dell'influenza attraverso il bestiame, gli uccelli e gli esseri umani e ha esortato le nazioni a lavorare insieme per essere meglio preparate a fronteggiare una pandemia.
«C'è una certezza: ci sarà un'altra pandemia influenzale in futuro»
Lo ha dichiarato Nicola Lewis, direttrice del Worldwide Influenza Centre. Lewis ha aggiunto:
«Il mio messaggio alle comunità internazionali è che dobbiamo accantonare le nostre reticenze. Dobbiamo mettere da parte i nostri interessi parocchiali e ricordarci degli impatti e delle conseguenze devastanti di una pandemia globale causata da qualsiasi agente patogeno».
I "TIMORI" DI UNA GUERRA MONDIALE
Il Dr Morte Bill - che vale 157 miliardi di dollari secondo il Bloomberg Billionaires Index, quindi al netto degli ovvi fondi neri in suo possesso ed in sua gestione - non è l'unico nome influente a mettere in guardia da un potenziale conflitto globale.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha precedentemente affermato che le tensioni geopolitiche rappresentano la più grande minaccia per l'economia globale.
«Abbiamo già affrontato l'inflazione, abbiamo già affrontato i deficit, abbiamo già affrontato le recessioni e non abbiamo mai visto qualcosa del genere dall'epoca della Seconda Guerra Mondiale»
Lo ha riferito all'emittente indiana CNBC TV-18 lo scorso settembre riferendosi all'invasione della Russia in Ucraina.
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leparoledelmondo · 1 year ago
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COP28
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Siamo a un momento difficile per la diplomazia climatica. La crisi energetica ha indebolito i già fragili piani di transizione di molti paesi e le tensioni geopolitiche rendono ancora più difficile un dialogo indispensabile per la firma di accordi efficaci. A ciò si aggiunge il neo-presidente di COP28, la conferenza delle Nazioni Unite sul contrasto al riscaldamento globale che si terrà a Dubai dal 30 novembre al 14 dicembre.
Si chiama Sultan Ahmed Al Jaber, è emiro degli Emirati arabi, amministratore delegato della società di stato Abu Dhabi National Oil Company (Adnoc), in testa alla classifica delle aziende i cui piani di espansione sono incompatibili con il rispetto degli obiettivi climatici. Sotto Adoc, nella classifica dell’inadeguatezza ci sono giganti come Nationa Iranian Oil Company, Exxon Mobil, China National Petroleum Corporation, Chevron.
Il presidente Al Jaber sarà d’accordo nel mantenere gran parte delle risorse fossili del pianeta sotto terra evitando di emettere altra CO2?
(Fonte: Global Oil & Gas Exit List 2023 - Urgewelde - https://gogel.org/)
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kneedeepincynade · 2 years ago
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The dying empire is stealing whatever it can and terrorizing civilians populations whenever possible so it can pretend death isn't looming upon it,and of course the innocents are paying the price for it.
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⚠️ MAO NING: GLI STATI UNITI DOVREBBERO METTERE DA PARTE LE LORO OSSESSIONI GEOPOLITICHE E REVOCARE IMMEDIATAMENTE LE SANZIONI UNILATERALI ALLA SIRIA ⚠️
🇨🇳 Ieri, 8 febbraio, Mao Ning - Portavoce del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Popolare Cinese - ha riaffermato la posizione della Cina di forte sostegno alla Siria, dichiarando nuovamente che gli Stati Uniti dovrebbero rimuovere le sanzioni unilaterali che hanno inflitto alla Repubblica Araba di Siria per aprire le porte agli aiuti umanitari:
💬 "I devastanti terremoti - oltre ad anni di guerra e disordini - hanno lasciato la Siria in una terribile crisi umanitaria. [...] Gli USA sono da tempo impegnati nella Crisi Siriana. I suoi frequenti attacchi militari e le dure sanzioni che hanno inflitto hanno causato enormi perdite civili e sottratto i mezzi di sussistenza ai siriani" 🤬
💬 "Mentre parliamo, le truppe USA continuano ad occupare le principali regioni produttrici di petrolio della Siria. Hanno saccheggiato oltre l'80% della produzione petrolifera siriana e contrabbandato e bruciato le scorte di grano siriane. Tutto ciò ha peggiorato ulteriormente la crisi umanitaria della Siria" 💔
💬 "Sulla scia della catastrofe, gli USA dovrebbero mettere da parte le ossessioni geopolitiche e revocare immediatamente le sanzioni unilaterali alla Siria, per aprire le porte agli aiuti umanitari" 💞
🔎 Per chi volesse approfondire, può rifarsi a questi post del Collettivo Shaoshan:
🔺Wang Wenbin: "Se Nancy Pelosi ha davvero a cuore la democrazia e i diritti umani, dovrebbe visitare la Siria per esprimere pentimento per i civili innocenti assassinati dalle Forze Armate Statunitensi" 💬
🔺La Cina si schiera con la Siria contro gli Stati Uniti ⚔️
🔺Zhao Lijian: "Gli USA, col pretesto dei "diritti umani" e delle "armi di distruzione di massa" hanno perpetrato guerre e colpi di stato in quasi tutti i paesi del mondo" 🇺🇸
🔺Wang Wenbin: "Gli USA devono smettere di lanciare sanzioni unilaterali contro gli altri paesi" ❗️
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⚠️ MAO NING: US SHOULD SET ASIDE ITS GEOPOLITICAL OBSESSIONS AND IMMEDIATELY REVOKE UNILATERAL SANCTIONS ON SYRIA ⚠️
🇨🇳 Yesterday, February 8, Mao Ning - Spokesman of the Ministry of Foreign Affairs of the People's Republic of China - reaffirmed China's position of strong support for Syria, again declaring that the United States should remove the unilateral sanctions it has inflicted on the Arab Republic of Syria to open the doors to humanitarian aid:
💬 "Devastating earthquakes - plus years of war and unrest - have left Syria in a dire humanitarian crisis. [...] The US has long been engaged in the Syrian Crisis. Its frequent military strikes and harsh sanctions have inflicted have caused huge civilian losses and taken away the livelihoods of the Syrians" 🤬
💬 “As we speak, US troops continue to occupy key oil-producing regions of Syria. They have looted over 80% of Syrian oil production and smuggled and burned Syrian grain stockpiles. All of this has further worsened the humanitarian crisis in the Syria" 💔
💬 "In the wake of the catastrophe, the US should put aside geopolitical obsessions and immediately lift unilateral sanctions on Syria, to open the door for humanitarian aid" 💞
🔎 For those who want to learn more, you can refer to these posts from the Shaoshan Collective:
🔺Wang Wenbin: "If Nancy Pelosi really cares about democracy and human rights, she should visit Syria to express repentance for the innocent civilians murdered by the US military" 💬
🔺China sides with Syria against the US ⚔️
🔺Zhao Lijian: "The US under the pretext of "human rights" and "weapons of mass destruction" has perpetrated wars and coups in almost every country in the world" 🇺🇸
🔺Wang Wenbin: "US must stop launching unilateral sanctions against other countries" ❗️
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antonellaxgeneration · 8 days ago
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Geopolitica dal 15 al 21 Dicembre 2024: Crisi e Opportunità
Questa rassegna  #Geopolitica dal 15 al 21 dicembre 2024, integrata con gli aggiornamenti su Africa, Medio Oriente, e questioni legali negli USA e in Germania, offre un quadro globale estremamente volatile. Dalle tensioni geopolitiche (Ucraina-Russia, Siria post-Assad) alle sfide economiche (crisi energetica europea, crescita cinese, startup africane), emerge un mondo in profonda trasformazione,…
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antonellanews · 8 days ago
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Geopolitica dal 15 al 21 Dicembre 2024: Crisi e Opportunità
Questa rassegna  #Geopolitica dal 15 al 21 dicembre 2024, integrata con gli aggiornamenti su Africa, Medio Oriente, e questioni legali negli USA e in Germania, offre un quadro globale estremamente volatile. Dalle tensioni geopolitiche (Ucraina-Russia, Siria post-Assad) alle sfide economiche (crisi energetica europea, crescita cinese, startup africane), emerge un mondo in profonda trasformazione,…
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questsphere-nexus · 1 month ago
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L'Europa e la guerra in Ucraina: tra speranze di Trump e la realtà geopolitica
Il pessimismo del ex ministro Kuleba, rilasciato dopo una serie di dichiarazioni in merito alle prospettive di pace, offre uno spunto di riflessione sulle dinamiche geopolitiche che stanno plasmando il conflitto in Ucraina. Secondo Kuleba, l'arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, previsto per il 20 gennaio, non rappresenterebbe la soluzione auspicata da molti, poiché il presidente russo Vladimir Putin non è interessato a negoziare, ma piuttosto a sfruttare la debolezza percepita dell'Occidente. Le sue parole non sono un monito, ma una constatazione: la guerra, per il momento, non sembra destinata a fermarsi.
Mentre l'Occidente si divide sulle risposte da dare a Mosca, il fronte ucraino continua a subire pressioni. Le affermazioni di Kuleba, già ministre degli Esteri ucraini, non sono una novità: da mesi denuncia l'insufficienza e la lentezza con cui gli alleati occidentali supportano l'Ucraina, soprattutto sotto il profilo degli armamenti. Il suo pessimismo non è solo un riflesso della situazione attuale, ma anche una riflessione sulle scelte strategiche del suo paese, intrappolato tra la necessità di difendersi e la mancanza di una via diplomatica credibile.
La questione dei combattenti stranieri, che si schierano sotto le bandiere ucraine come membri della Legione Internazionale, merita un'attenzione particolare. Se da un lato si fa appello ai "buoni" contro i "cattivi", dall'altro la presenza di forze straniere tra le fila dell'esercito di Kiev non viene trattata con la stessa retorica. La narrativa mediatica tende a dipingere i combattenti russi come mercenari privi di valori morali, mentre quelli ucraini sono presentati come difensori della libertà. Eppure, la realtà è ben più sfumata. Tra i combattenti ucraini ci sono anche soldati provenienti da paesi come gli Stati Uniti, i paesi baltici e il Sud America, ma la loro presenza viene minimizzata o giustificata come una lotta contro l'aggressore russo.
Questo doppio standard, che tra l'altro vede l'Europa divisa tra il sostegno a Kiev e le preoccupazioni per le proprie capacità economiche, riflette una contraddizione più profonda. Se l'Occidente si sforza di mantenere una facciata unita, dietro le quinte si fa sempre più strada la consapevolezza che le risorse europee non sono infinite e che la guerra sta erodendo rapidamente i fondi già risicati. Non è un caso che Mark Leonard, del European Council, abbia recentemente sollevato il timore che il conflitto possa portare a un inasprimento delle politiche interne, con le economie europee già sotto pressione dalla crisi del costo della vita e dalle difficoltà post-pandemia.
Intanto, l'Europa sembra trovarsi in una posizione di attesa. Mentre il governo di Kiev continua a chiedere aiuto, le capitali europee appaiono divise su come reagire in caso di una possibile vittoria di Trump. Il suo discorso di riduzione dell'intervento americano in Ucraina e la promessa di porre fine al conflitto sembrano mettere sotto pressione i leader europei, che, da un lato, temono un ridimensionamento dell'aiuto da parte degli Stati Uniti e, dall'altro, non sanno come reagire qualora le promesse di Trump dovessero concretizzarsi. La posizione europea diventa ancora più precaria se si considera che le risorse per l'armamento provengono in gran parte dagli Stati Uniti, facendo così aumentare la dipendenza dell'Europa da Washington.
La questione che si pone è quindi questa: come reagirà l'Europa se dovesse trovarsi senza l'appoggio americano? Gli attuali segnali non sono promettenti. L'iniziativa diplomatica sembra essersi fermata e la posizione della leadership europea, che continua a dichiararsi pronta a sostenere Kiev, potrebbe rivelarsi insostenibile nel lungo termine. Le contraddizioni interne alla politica europea e le divergenze tra i vari Stati membri mettono in luce la mancanza di una strategia unitaria, mentre la guerra in Ucraina continua a determinare l'agenda internazionale.
In questo scenario, il futuro della guerra in Ucraina sembra essere appeso a un filo sottile. Le dichiarazioni di Kuleba, che descrivono un fronte sempre più fragile e un possibile collasso della resistenza ucraina, non sono solo una previsione pessimistica, ma un segno della crescente difficoltà di mantenere un fronte unito, sia all'interno dell'Ucraina che tra gli alleati. In assenza di un cambiamento radicale, la guerra rischia di continuare ad evolversi in modo imprevedibile, con ripercussioni sempre più gravi per tutta l'Europa.
✍️ Giulia A.
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dominousworld · 1 month ago
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Ucraina e Israele con la doppia narrazione: la guerra ‘necessaria’ e il ‘diritto’ alla vendetta
Ucraina e Israele con la doppia narrazione: la guerra ‘necessaria’ e il ‘diritto’ alla vendetta
di Marquez 23 Ottobre 2024 La doppia narrazione occidentale su Ucraina e Israele, due tra le più gravi crisi mondiali in corso, rivela contraddizioni profonde e dinamiche geopolitiche complesse, legate in parte alla scadenza delle elezioni presidenziali americane del 2024. Ucraina e Israele, aspettando le elezioni USA, avanti con le narrazioni epiche La narrazione prevalente in Occidente è…
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forzaitaliatoscana · 2 months ago
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Bergamini: No all'odio nelle manifestazioni delle piazze
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La vicesegretario nazionale di Forza Italia e responsabile esteri del partito azzurro Deborah Bergamini: "Politica sia unita nella condanna unanime a manifestazioni di odio"  Nel quadro delle recenti manifestazioni studentesche che hanno visto episodi di violenza e odio, l'On. Deborah Bergamini, responsabile Esteri e Vice Segretario Nazionale di Forza Italia, ha rilasciato una dichiarazione forte e chiara contro tali atti. "Non possiamo, non dobbiamo rassegnarci all'odio e alla violenza evocati e praticati da chi appartiene alle generazioni più giovani," afferma Bergamini. Durante le proteste a Milano e Torino, si sono verificati atti di vandalismo come immagini di esponenti di governo imbrattate con vernice rossa, manichini appesi, e aggressioni alle forze dell'ordine. Bergamini esprime la sua totale solidarietà ai bersagli di queste azioni, includendo il Presidente Meloni, Annamaria Bernini, Giuseppe Valditara, Matteo Salvini, il Presidente di Confindustria Orsini, e tutto il personale in divisa che ha dovuto affrontare tali violenze. Estende la sua solidarietà anche a Elly Schlein, sottolineando l'importanza dell'unità politica di fronte a tali episodi. "Da tempo si è accesa una spia preoccupante su quanto le crisi geopolitiche facciano da detonatore per piazze antidemocratiche e pericolose," continua Bergamini. Ella richiama l'attenzione sulla necessità di separare il dissenso legittimo dall'odio, promuovendo un impegno collettivo per affermare il senso pieno della libertà. "Chi è responsabile di questi gesti deve essere isolato e punito," dichiara con fermezza, evidenziando l'importanza di intervenire prima che la situazione degeneri ulteriormente. La sfida di promuovere un dibattito pubblico libero dall'odio è una responsabilità che Bergamini vede come impellente. La Toscana, come tutta l'Italia, è chiamata a riflettere su questi eventi, promuovendo valori di rispetto, dialogo e civile confronto, valori che Forza Italia si impegna a difendere e promuovere in ogni contesto. Edoardo Fabbri Nitti Forza Italia - Coordinamento Regione Toscana Follow @FI_ToscanaTweet to @FI_Toscana
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notiziariofinanziario · 3 months ago
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Azioni Stellantis: analisi tecnica e strategie operative
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Cautela sui mercati azionari europei. Il focus degli investitori è rivolto sia alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente che alla prossime decisioni della banche centrali in tema di tassi di interesse. In questo contesto il FTSE Mib dovrebbe aprire le contrattazioni nei pressi dei 34.750 punti, avvicinandosi ai 34.800 punti sopra i quali dovremmo avere ulteriori allunghi in direzione delle forti resistenze poste sui 35.000 punti. Al contrario segnali di debolezza arriverebbero invece con la violazione dei forti supporti e minimi delle ultime ottave posti sulla soglia dei 33.000 punti. Tra i titoli da seguire nella prima seduta della settimana a Piazza Affari troviamo Stellantis, con il Gruppo autmomotive che ha tagliato la guidance sull'anno in corso. Andiamo a scoprire le novità in merito. Stellantis: taglia guidance sul margine operativo adjusted Dopo i segnali di allarme arrivati nelle ultime settimane dai maggiori Gruppi automobilistici mondiali, che hanno rivisto al ribasso l'outook sull'anno in corso, un ulteriore conferma della crisi in atto sul settore arriva da Stellantis che in queste ore ha tagliato la guidance sul 2024. A distanza di due mesi dalla presentazione dei dati del secondo trimestre, la società guidata da Carlos Tavares ha rivisto al ribasso le previsioni sul margine operativo adjiusted da una crescita vista in precedenza in doppia cifra ad un range atteso tra il 5,5%-7%. Inoltre il free cash flow dovrebbe attestarsi tra i -5miliardi di euro e i -10 miliardi di euro, rispetto al precedente dato che era visto positivo. Questo riflette il minor risultato operativo adjusted atteso così come l`impatto del capitale circolante temporaneamente più alto nella seconda parte dell'anno in corso. Ricordiamo che Stellantis aveva chiuso il secondo trimestre del 2024 con un utile netto in forte calo del 48% a 5,75 miliardi di euro e ricavi in discesa del 14% a 85 miliardi di euro. Su questi numeri avevano impattato la contrazione del mercato Nord americano del 16,5%, di quello europeo del 14% ma in particolar modo dell'area asiatica che aveva registrato un deciso calo del 47%. Azioni Stellantis: analisi tecnica e strategie operative Andiamo ora a vedere cosa attendersi dall'azione in Borsa per le prossime giornate. E' stata una settimana all'insegna del rimbalzo quella appena passata per il titolo Stellantis che, con un guadagno dell'8%, a chiuso le contrattazioni in area 14,55 euro. Il movimento delle ultime sedute ha avuto il merito di allontanare i prezzi dai minimi di periodo, ma non ha però modificato il trend primario che rimane confermato al ribasso. Dal punto di vista operativo sarà solo con il superamento dei massimi degli ultimi due mesi situati sulla soglia dei 15 euro, nei cui pressi troviamo sia l'indicatore daily del Supertrend che la media mobile a 50 giorni, che si avrebbe un segnale di forza da parte dell'azione con un primo obiettivo sui 15,70-15,80 euro e a seguire i 16,70-16,80 euro. Nel caso in cui l'azione avesse la forza di lasciarsi alle spalle queste aree resistenziali, dovrebbe proseguire il rimbalzo fin verso i 18,09 euro, dove verrebbe chiuso il gap-down lasciato aperto lo scorso 25 luglio 2024, in occasione dei deludenti dati del secondo trimestre comunicati dalla società. Al contrario la discesa delle quotazioni sotto i 14 euro dovrebbero aprire la strada a nuove vendite, con un primo obiettivo i minimi di periodo situati nei pressi dei 13,45-13,40 euro. Nel caso in cui anche questi ultimi supporti dovessero essere violati, non solo si avrebbe un ulteriore indebolimento del quadro grafico ma aumenterebbero le possibilità di vedere il titolo Stellantis sui minimi di ottobre del 2022 situati sui 12 euro. Read the full article
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pneusnews · 5 months ago
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Logistica, secondo gli esperti il meteo estremo è il maggior nemico per la supply chain nel 2024: ecco i 5 consigli per affrontare i disagi legati al climate change
Le crisi geopolitiche che hanno colpito il Pianeta, alcune in zone nevralgiche per il commercio come l’area del Canale di Suez, non sono gli unici fattori che rischiano di mettere in pericolo il settore della logistica. Fanno sempre più paura il cambiamento climatico e le condizioni metereologiche estreme che ne derivano. Il rapporto annuale sui rischi per il 2024 di Everstream Analytics,…
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newsnoshonline · 10 months ago
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Taiwan sta costruendo una rete satellitare senza Elon Musk Taiwan sfida Elon Musk: una rete satellitare alternativa a Starlink A Taiwan, il governo sta attuando un progetto ambizioso: costruire una rete satellitare indipendente da Starlink, il servizio gestito da SpaceX di Elon Musk. Questo tentativo unico potrebbe rivoluzionare il settore delle comunicazioni satellitari. Resistere a una crisi: la sfida di Taiwan Le autorità taiwanesi sono consapevoli della necessità di poter resistere a situazioni di emergenza, date le minacce geopolitiche a cui l’isola è esposta. La vicinanza con la Cina e i continui attacchi informatici rendono urgente per Taiwan avere una propria infrastruttura di comunicazione resiliente. Vulnerabilità e necessità di
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cinquecolonnemagazine · 10 months ago
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Due anni di guerra in Ucraina: una ferita profonda in Europa
Sono passati due anni da quando il cielo dell'Ucraina è stato illuminato dai bagliori delle bombe russe, dando inizio a una guerra che ha sconvolto l'Europa e il mondo intero. Un'invasione che ha causato una scia di dolore e distruzione, con migliaia di morti, feriti e profughi. Un bilancio tragico nei due anni di guerra in Ucraina Le stime parlano di oltre 300.000 vittime tra i soldati, e di milioni di civili costretti a fuggire dalle proprie case. Città come Mariupol e Kharkiv sono state rase al suolo, mentre il Donbass è diventato un teatro di guerra incessante. La guerra ha avuto un impatto devastante anche sull'economia ucraina, con il crollo del PIL e la paralisi di interi settori produttivi. Le ragioni del conflitto Le radici della guerra in Ucraina sono complesse e affondano le loro radici nella storia e nella geopolitica della regione. L'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014 e il sostegno di Mosca ai separatisti del Donbass hanno alimentato le tensioni tra i due Paesi. L'allargamento della NATO verso est e l'aspirazione dell'Ucraina a unirsi all'Unione Europea sono stati visti da Putin come una minaccia alla sicurezza della Russia. Cosa ha fatto la comunità internazionale? La comunità internazionale ha reagito all'invasione russa con una serie di sanzioni economiche e finanziarie. L'Unione Europea e gli Stati Uniti hanno fornito all'Ucraina armi e sostegno militare. Tuttavia, gli sforzi diplomatici per trovare una soluzione al conflitto non hanno ancora portato a un risultato positivo. Le prospettive per il futuro Il futuro dell'Ucraina è incerto. La guerra potrebbe continuare ancora per molto tempo, con un esito che rimane imprevedibile. La speranza è che si possa trovare una soluzione pacifica che garantisca la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. Le conseguenze per l'Europa La guerra in Ucraina ha avuto un impatto profondo sull'Europa. Ha riacceso la paura della guerra e ha messo in discussione la sicurezza del continente. Ha inoltre evidenziato la necessità di rafforzare la difesa comune europea e di ripensare le relazioni con la Russia. Un monito per il futuro La guerra in Ucraina è un monito per il futuro. Ci ricorda che la pace non è mai scontata e che la democrazia e la libertà vanno difese con coraggio e determinazione. Il 24 febbraio 2024 è una data che rimarrà impressa nella memoria collettiva come un giorno di dolore e di speranza. La speranza che la guerra finisca presto e che l'Ucraina possa ricostruire il suo futuro in pace e libertà. Oltre al bilancio tragico e alle implicazioni geopolitiche, la guerra in Ucraina ha avuto un impatto significativo su diversi aspetti della vita quotidiana: - Crisi energetica: L'invasione russa ha sconvolto i mercati energetici globali, con un aumento del prezzo del gas e del petrolio che ha avuto ripercussioni su famiglie e imprese in tutto il mondo. - Crisi alimentare: L'Ucraina è uno dei principali esportatori di grano e altri prodotti alimentari. La guerra ha causato una diminuzione della produzione e delle esportazioni, con il rischio di una crisi alimentare globale. - Crisi dei rifugiati: La guerra ha generato la più grande crisi di rifugiati in Europa dalla Seconda Guerra Mondiale. Milioni di ucraini sono stati costretti a fuggire dalle proprie case e cercare rifugio nei Paesi vicini. Foto di Joachim Schnürle da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 11 months ago
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Tajani: «Dobbiamo mettere le aziende italiane in grado di competere alla pari, in ogni situazione, con quelle degli altri Paesi»
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Tajani: «Dobbiamo mettere le aziende italiane in grado di competere alla pari, in ogni situazione, con quelle degli altri Paesi». Il vicepremier e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, ha presieduto oggi in videoconferenza i lavori della prima riunione dei Ministri del Commercio dei Paesi G7, assistito dal Sottosegretario agli Esteri Maria Tripodi. I partner G7 hanno discusso dell'impatto delle tensioni geopolitiche internazionali - a partire dalle crisi in Ucraina e a Gaza fino a quella più recente nel Mar Rosso con gli attacchi degli Houthi - sul commercio internazionale, con effetti sugli approvvigionamenti energetici, sulla componentistica e sulle risorse minerarie, come anche sulla sicurezza alimentare, in particolare in Africa. I Ministri hanno confermato il loro impegno a garantire un commercio internazionale il più possibile in grado di resistere a queste tensioni geopolitiche e a tutelare le aziende. «L’Italia, con le sue oltre 4 milioni di piccole e medie imprese, un export che contribuisce quasi al 40% del prodotto interno loro, è in prima linea su questi temi. Dobbiamo mettere le nostre aziende in grado di competere alla pari, in ogni situazione, con quelle degli altri Paesi», ha commentato il Ministro Tajani. «Molte le questioni affrontate oggi con i miei omologhi G7, dai sussidi industriali al commercio elettronico». La riunione G7 ha consentito un coordinamento in vista della tredicesima Conferenza Ministeriale dell'Organizzazione Mondiale del Commercio di Abu Dhabi, con l'obiettivo di contrastare le distorsioni nel commercio internazionale provocate dall'intervento degli Stati nell'economia e di promuovere scambi commerciali più sostenibili e equi. Temi che verranno approfonditi nella seconda Ministeriale dei Ministri del Commercio del G7, che il vicepremier Tajani presiederà in presenza a Reggio Calabria nel mese di luglio.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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antonellaxgeneration · 16 days ago
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antonellanews · 16 days ago
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