#costosa
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TOUR EIFFEL
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Chi è andata a passare un paio d'ore in libreria a svoltare un lunedì e a cercare regali? E chi si è innamorata di altri millemila libri? Santa pazienza *_*
Alla fine ne ho presi 4, oltre a quelli che ho già da parte, e tutti gli altri li ho salvati nel cuore (e nella memoria del telefono con le foto u_u) quello della cucina indiana mi sa che lo prenderò per una mia amica, se le piace c'è anche la versione della cucina cinese e thailandese mi pare.
Invece La fioraia di Sarajevo e Io parlo come un fiume, che ho preso per un'altra amica, sono della stessa casa editrice, la Orecchio Acerbo, che voglio tenere d'occhio in futuro perché mi sembra molto nelle mie corde ^_^
Noi siamo tempesta l'ho già preso e letto e amato molto, ma ho voluto metterlo nel gruppo per ricordarmi le alternative per i vari destinatari. A mio nipote, dopo il Diario da distruggere e Noi inarrestabili, ho preso Io dico No - Storie di eroica disobbedienza, perché da zia mi sento in dovere di fomentare la vena ribelle delle giovani generazioni u_u
Invece per le mie nipotine alcune scelte sarebbero troppo in anticipo e altre troppo in ritardo, quindi sono ancora indecisa... dovrò fare il grandissimo sacrificio di passare altre ore in libreria, mi sa, eh già già che sofferenza...
#books#regali di natale#per tutte le età#*_*#cose mie#note to self#quello di Tullet in realtà è una specie di biografia artistografia gigante ma non troppo costosa#prima o poi....
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Las 15 obras de ARTE más costosas del MUNDO
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"La traición costosa de Biden"
Apaciguar el mal ha demostrado ser históricamente costoso. La presidencia de Biden, o mejor expresado, el régimen Biden-Obama, ha superado a cualquier administración estadounidense anterior en el avance de las ideologías radicales y sus movimientos y en hacer del mundo un lugar más peligroso y menos libre. Enamorados del islamismo chií y de las propuestas de extrema izquierda, primero Barack…
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La Costosa Industria de la Moda - EP 1 | ESPAÑOL La Costosa Industria de la Moda - Episodio 1 - La industria mundial de la moda vende más de 100.000 millones de prendas al año, pero ¿a qué coste para nuestro planeta? Imran Amed, experto en moda, se embarca en un viaje para descubrir cómo la industria se está recalibrando para equilibrar beneficios y objetivos. En esta serie, conoce a las personas que están forjando el futuro de la moda a través de la revolución de la reventa, el metaverso y mucho más.
#YouTube#La Costosa Industria de la Moda - EP 1 | ESPAÑOL#LaCostosaIndustriaDeLaModa#ModaSostenible#ImranAmed#ImpactoAmbiental#EconomíaCircular#Reventa#Metaverso#ModaFuturista#DocumentalDeModa#ModaYPlaneta#ModaResponsable#ImranAmedModa#ContaminaciónTextil#ReducirReutilizarReciclar#ReventaDeRopa#MetaversoDeModa#ModaInnovadora#DocumentalSostenible#ModaYMedioAmbiente#ModaÉtica#ImranAmedDocumental#IndustriaTextil
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Il risiko geopolitico della costosa energia nucleare
Più costosa delle rinnovabili, l'energia nucleare offre ormai solo un vantaggio geopolitico. Sedici impianti sono in costruzione nel mondo e la Cina mira a diventare il primo produttore entro il 2030
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Pedro Friedeberg (Italian-Mexican,b. 1936)
Costosa pero inútil remodelación….., 2022
Mixed media on museum board
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Prima di morire a 40 anni di cancro allo stomaco, la designer e autrice di fama mondiale "Crisda Rodríguez" ha scritto:
1. Avevo l'auto più costosa del mondo nel mio garage, ma ora devo usare la sedia a rotelle.
2. Nella mia casa ci sono vestiti di ogni tipo di marca, scarpe e oggetti di valore, ma ora il mio corpo è avvolto in un piccolo panno fornito dall'ospedale.
3. ho un sacco di soldi in banca ma ora non ne sto traendo vantaggio.
4. La mia casa era come un castello, ma ora dormo su due letti in ospedale.
5. Dall'hotel a cinque stelle ad ora trascorrere il tempo in ospedale passando da clinica a clinica
6. Ho fatto autografi a centinaia di persone ma questa volta le cartelle mediche sono la mia firma.
7. Sono stato da sette barbieri per farmi i capelli, ma ora - non ho un capello in testa.
8. Con un jet privato posso volare ovunque, ma ora ho bisogno di due assistenti per arrivare al cancello dell'ospedale.
9. Anche se ci sono molti cibi, ora la mia dieta è di due compresse al giorno e qualche goccia di acqua salata la sera.
10. Questa casa, questa macchina, quest'aereo, questi mobili, questa banca, la fama e la gloria, nessuno di questi mi è utile. Niente di tutto questo mi rilassa. "Non c'è niente di reale tranne la morte. "
In fin dei conti la cosa più importante è la salute
Sii felice di quanto poco o tanto hai mentre sei in salute, avere un piatto da mangiare, un posto dove dormire è avere tutto.
NON TI MANCA NIENTE.
Vincent Giocoliere
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Mi sento in colpa... A volte penso che dovrei prestare più attenzione al peso... Che dovrei truccarmi di più... Dovrei prendere quella maschera per i capelli o quella crema effetto lifting che non ho mai osato prendere perché troppo costosa... Rifarmi il seno... Penso che dovrei diventare più bella... Dovrei essere più sexy... Che non sono abbastanza... Che forse è stata colpa mia... Non ho saputo legarlo abbastanza a me... Perché non ero abbastanza... Poi rinsavisco... E penso che anche le magre vengono tradite... Anche quelle con il corpo perfetto che si ammazzano 3 ore ogni giorno in palestra vengono lasciate... Anche quelle sempre truccate da sembrare bambole vengono deluse... Anche quelle con i capelli morbidi come seta vengono ingannate... Anche quelle con il seno di marmo vengono abbandonate... Vale la pena impegnarsi tanto per un uomo? Vale la pena rinunciare a quel pasticcino o a quel piatto di pasta per una persona? Bella o brutta che tu sia... Non hai la garanzia di essere amata... Non l'avrai mai... Rilassati e vivi la vita... Ama te stessa per come sei... Chi vuole esserci, ci sarà sempre... Chi se ne vuole andare... Chi non vuole restare... Non resterà... Per quanti sforzi tu possa fare, se ne andrà o ti ingannerà... Fatti forza e amati per quello che sei... Impara ad allontanare chiunque non ti meriti... Chiunque non ti trovi perfetta esattamente come sei... E con tutta la forza che hai... Impara a chiuderli fuori dalla tua porta per sempre..
~ Virginia ~
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El cumpleaños de Blas, parte 1
(Resucitando lentamente de mi letargo creativo)
Hoooola mis queridas, aquí os traigo algo diferente que se me ocurrió una febril noche. Espero os guste mucho y poder continuarla cuanto antes: como siempre, se admiten ideas.
El conejito hoy se divierte 🐇
💕SoftDom!Blas Polidori x female reader
❤️🔥+18 sexo explícito, dominación, deshumanización, sumisión, juegos con comida, intercambio de roles...
El cumpleaños de Blas
El primer cumpleaños que uno pasa con su pareja siempre viene acompañado de una sensación especial en la que uno quiere demostrarle todo el amor que es capaz de dar. Quieres que todo salga perfecto e incluso, impresionar.
Le habías comprado la remera de fútbol que tantas veces le habías visto ojear en su celular, sin animarse a añadirla al carrito.
Pero la verdad es que no lo sentías como suficiente. Blas te había insistido, semanas antes, cuando tú habías tratado de sonsacarle qué es lo que quería, en que realmente no deseaba nada, que ya lo tenía todo estando a tu lado, tan lindo él.
Los días previos, después de la frustración y nervios, decidiste que ibas a desistir en conseguirle más regalos comprados y optarías por esforzarte en que su día fuera lo más grato posible.
Arrancaste el día previo yendo al mercado para conseguir los ingredientes necesarios para su plato favorito: pasta con pesto casero. También habías comprado unasfresas bastante costosas que bañarías en crema batidacomo postre.
Esa mañana despertaste antes que él, y no podías esperar a que él lo hiciera para poder felicitarle y mimarle.
Comenzaste a plantar una serie de suaves besos en su cuerpo, primero por su hombro, encontrando cada peca y lunar de su piel cálida, después por su cuello surcado por algunas venas y donde se movía, provocándote, su nuez de Adán al tragar.
Cuando empezaste a jugar con sus rizos y el pendiente de su oreja, Blas por fin comenzó a despertar y, desperezándose se giró hacia ti.
-Qué fue, mimosa?
-Feliz cumpleaños, mi amor…
A tu novio le costó un par de segundos procesar esa frase, no había recordado aún qué día era. Cuando lo hizo, te sonrió aún con los ojos cerrados.
Te abrazó y te acercó a él, como una criatura somnolienta. Siempre te sorprendió la elevada temperatura corporal que su piel emanaba, especialmente cuando dormía.
-Te doy el regalo que te compré luego, pero mientras tanto quiero que me pidas lo que quieras para que este día sea perfecto…-dijiste acariciando su mejilla.
-Café? – preguntó abriendo los ojos para después frotarlos con sus dedos.
-Ponémelo más difícil, amor…
Tu novio se rio y colocó sus manos a los lados de tu cara para besarte.
Lo que al principio era un simple beso cariñoso de “buenos días” no tardó en transformarse en una violenta y apasionada invasión de tu boca. No demoró tampoco en alcanzar uno de tus pechos para estrujar tu pezón entre sus dedos.
-Pero cielo… - suspiraste.
Él te mira pensativo, con una media sonrisa que no puede significar nada bueno.
Miedo me da, pensaste.
-Entonces… ¿puedo pedir lo que quiera?
-Sí…
-¿Lo que quiera, lo que quiera?
- Ya te dije que sí, dentro de los limites de la cordura y de la legalidad vigente sí – reíste mientras él besaba tu hombro- ¿qué es lo que quieres?
Blas guardó silencio unos segundos mientras estudiaba tus ojos, quizá intentando averiguar si lo que decías iba en serio. Al fin soltó lo que pensaba:
-Quiero tener acceso libre a tu cuerpo durante todo el día -dijo simplemente.
-Pero…si ya lo tienes siempre, no entiendo…
-No, no. Quiero poder usar tu cuerpo siempre que me venga en gana, sin restricciones, todas las veces que quiera.
Pudiste notar como el calor había subido a tus mejillas, aunque no sólo ahí. La humedad entre tus piernas comenzaba a manchar tu ropa interior; no sabías qué decir, simplemente le mirabas a los ojos, y jurabas que tu temperatura tenía que ser visible.
-Claro está, si es lo que quieres, no te estoy pidiendo abusar de ti por un día, amor -quiso aclarar tu novio- pienso que puede ser una experiencia… excitante para ambos.
-Dale…-aceptaste casi suspirando- la idea te había calentado sobremanera.
-Sí? – abrió un poco los ojos con sorpresa – bien, pues sólo queda trazar… un par de normas…-intercalaba sus palabras con besos y lamidas en tu cuello- ¿bien?
Tú le mirabas expectante, dispuesta a acatar casi cualquier orden que te quisiera imponer. Al fin y al cabo, normalmente eras tú la que dominaba las situaciones, decías cuando sí y cuando no, especialmente por el temperamento de Blas al que debías poner límites. El hecho de poder invertir roles, de alguna manera, era algo que ni siquiera se te había cruzado por la cabeza, pero que comenzaba a tomar una forma deliciosa en tu cabeza.
-Debes decírmelo si te encuentras mal o no quieres que haga algo con nuestra palabra de seguridad que es la misma de siempre.
-Okay…
-Y no puedes llevar ropa interior. De hecho, quiero que lleves ese vestido suelto que te pones por casa. Tampoco quiero que me cuestiones ni que te quejes de qué, cuándo ni cómo hago lo que quiera, salvo situaciones en las que necesites usar la palabra de seguridad, claro.
-Me parece correcto – no sabías qué te pasaba, pero te sentías increíblemente dócil.
Después de una ducha juntos en la que hubo caricias y besos, pero nada más, preparaste un desayuno sencillo, no querías que Blas perdiese el apetito antes del almuerzo. A pesar del vestido, te sentías casi completamente desnuda por no llevar ropa interior.
Él se sentó a la mesa con el torso desnudo, luciendo su piercing en el pezón. Llevaba sus habituales pantalones cortos deportivos con rayas a los lados, y, muy presumiblemente, nada más debajo.
Mientras tomaba su café, tú estabas untando una pequeña tostadita con una mermelada casera de fresa que habías elaborado hace unos días. Te sobresaltó la mano de Blas metiéndose en tu escote para abarcar completamente tu pecho izquierdo y comenzar a amasarlo y jugar con él caprichosamente. Ni siquiera te estaba mirando, simplemente ojeaba su móvil, probablemente leyendo las novedades deportivas.
Entendiste que no era un farol: iba a utilizar tu cuerpo como si de una muñeca con vida se tratase; le pintó tener tu teta en la mano y así lo hizo, simplemente.
Tú comenzaste a suspirar y dejaste el trozo de pan sobre el plato, el placer estaba nublando tus pensamientos. Sin embargo, Blas paró para volver a coger su taza y beber de ella. No retomó el contacto, y eso te decepcionó un poco, pero recordaste la directriz que te había dado: nada de quejarse ni cuestionar.
Cuando el desayuno acabó, tu novio se encargó de lavar los platos y tazas, y también algún traste de la noche anterior, mientras tú doblabas ropa que habías quitado del tendedero.
Miraste la hora en la pantalla de tu móvil: 12:30.
Más vale que me ponga cuanto antes con el almuerzo, pensaste.
Cuando llegaste a la cocina, Blas ya se había ido, probablemente estaría jugando a sus emuladores de juegos antiguos en la televisión. Había dejado todo reluciente, sin embargo, decidiste limpiar un poco más concienzudamente la mesada, ya que ahí ibas a amasar la pasta fresca.
Aunque era una receta que conocías de memoria, tu inseguridad siempre te obligaba a mirar las cantidades, sólo por si acaso.
Con las manos ya enharinadas, comenzaste a trabajar la masa, que estaba bastante húmeda por la yema de huevo y el aceite de oliva que le habías agregado.
Intentabas bajar la pantalla para comprobar por decimoquinta vez un detalle de la elaboración, pero la harina en tus dedos impedía que la pantalla de tu móvil reaccionase. Justo antes de que pudieras limpiar tus manos con un paño húmedo, Blas apareció por detrás de ti, cubriéndote con su figura, y, con un gesto sutil, pero claro en sus intenciones colocó una mano en tu abdomen y presionó, dándote a entender que quería que te inclinases ligeramente sobre la encimera, separando tu cuerpo del mueble. Sin previo aviso ni mediar palabra, se colocó detrás de ti, haciendo que tu culo quedase apoyado en sus caderas; lo que implicaba que él flexionase las rodillas para poder estar a tu altura. Era vergonzoso cómo no hizo falta ningún tipo de lubricante – ni siquiera su saliva – para que pudiese penetrarte sin preámbulos. Estabas totalmente húmeda y caliente.
No pudiste evitar soltar un gemido mientas te agarrabas a la masa de harina como si tu vida dependiera de ello, apretándola y deformándola para no gritar. Estabais junto a la ventana abierta de vuestra pequeña cocina y tus vecinos podrían escuchar todo. A Blas no pareció importarle cuando embistió con todas sus fuerzas dentro de ti, llevando un ritmo rápido e inusual. Estaba preocupándose sólo por su propio placer, dando estocadas más cortas, menos profundas a ratos, y otras más lentas, casi inmóviles, en las que movía su miembro haciéndolo palpitar, volviéndote completamente loca.
Muy pronto, sus manos afianzaron su agarre en tus caderas, casi provocándote dolor, y notaste un movimiento inconfundible en tu interior. Blas se corrió en lo más profundo de ti, muy quieto, soltando gemidos roncos. Una vez lo hizo, salió de ti lentamente y te dio un beso en la mejilla.
-Gracias, nena. – dijo simplemente, lo cual a ti te pareció casi cómico dado lo que acaba de suceder.
Tal como vino se fue, sin mediar más palabra y regresó a lo que estuviera haciendo en la sala, dejándote a ti con las piernas temblorosas, aún agarrada a la masa de harina. Pequeñas gotas gotearon desde tu centro hasta el suelo- pues todavía tenías las piernas bien abiertas- como si se te hubiera derramado parte de la nata que aún no habías batido.
Con una sensación de incredulidad, cogiste un pedazo de papel de cocina y te limpiaste entre las piernas, y después el suelo.
¿Así iba a ser todo el día?
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Te costó concentrarte más de lo que te gustaría reconocer, pero por fin, hiciste los ravioles rellenos de setas y preparaste el pesto casero con algunas hojas de la única planta de albahaca que te había sobrevivido en tu vida.
También montaste la nata con unas varillas eléctricas y lavaste las fresas en anticipación.
Cuando comenzasteis a comer, Blas te felicitó por el excelente trabajo que habías hecho cocinando la pasta fresca en su punto justo y lo delicioso que estaba el pesto genovés.
Era extraña la sensación de orgullo y validación que te estaban provocando sus palabras. Blas te solía halagar, pero en el rol que habías adoptado hoy, sus cumplidos sabían de otra manera.
Al pasar al postre, serviste las fresas en un bowl y la nata en otro.
Blas te indicó que te sentaras en su regazo para comer.
No tuviste que recordar la directriz de no objetar, te sentaste automáticamente en su muslo. Él rodeó tu cintura con un brazo y tomó una de las fresas entre sus dedos; después mojó la punta con bastante nata, cuidando que no se derramara en el mantel. Te la ofreció colocándola delante de tus labios, pero antes de que pudieras morder dijo:
-Chupá.
Tú obedeciste; sin abrir mucho la boca, sacaste la lengua y comenzaste a lamer la nata poco a poco de la superficie de la fresa.
En un acto de rebeldía, le diste una pequeña lamida a su dedo pulgar, que sostenía la fruta.
-Querés más? -dijo con una voz algo más profunda
Tú asentiste. Cuando volvió a recoger la crema con la pequeña fruta, tú adelantaste un poco tu cabeza para evitar que ésta cayese, ya que, al estar menos fría, iba perdiendo firmeza. Succionaste con avidez la dulce nata, sin poder evitarlo, un poco de saliva humectando la comisura de tus labios y los dedos de tu novio.
Blas se removió en su asiento y alineó su erección con el centro de tu humedad, que parecía querer tentarlo. Cualquiera diría que te había cogido brutalmente hacía escasos cuarenta minutos. Querías más. Pero hoy no se trataba de ti, y tenías la sensación de que a lo largo del día ibas a tener más en tu plato de lo que podrías comer, así que decidiste no iniciar.
-Vamos a cambiar – te sacó de tus pensamientos repentinamente.
-Eh?
-Sentáte en mi silla – indicó levantándose. Después arrastró otra para sentarse él enfrentado a ti. Con esos pantalones de deporte había poco que se dejara a la imaginación. La longitud del miembro de Blas siempre te sorprendía, la vieras una o mil veces, por no hablar de su grosor.
Tú lo mirabas expectante, pero cuando acercó su silla para encajarte entre sus piernas y tomó el bol de nata, no tuviste mucha duda de lo que pretendía hacer.
-Vestido fuera – ordenó simplemente. En realidad, si el vestido iba fuera, toda tu ropa iba fuera, porque no llevabas nada más. Obedeciste.
Con la pequeña cucharita que habías traído, aún sin usar, comenzó a dejar pequeñas cantidades de la crema batida sobre tus pechos y sobre tu cuello. Tu temperatura corporal estaba causando que ésta se derritiese y formase largas y sinuosas carreras blancas a lo largo de tu piel, que él fue lamiendo.
Se concentró, obviamente, en tus pezones mientras masajeaba el resto del seno.
Fijación oral, pensaste, como tantas otras veces en las que le habías molestado con eso.
Estabas perdida en el placer que la lengua lenta y caliente de Blas te estaba proporcionando. Habías echado la cabeza hacia atrás y cerrado los ojos hace rato; tus manos, aferradas a los bordes de tu asiento para resistir.
Cuando volviste un poco en ti y miraste hacia abajo, pudiste ver como tu novio había sacado su pija de sus pantalones cortos y se masturbaba despreocupadamente; de hecho, parecería más bien que se la estaba masajeando.
Unas cuantas gotas de la crema habían ido escurriéndose hasta tu centro, pero no eran suficientes. Blas, en un estado totalmente hedonista, cogió un poco del dulce y lo pasó por el exterior de tus labios, acariciando deliciosamente tu clítoris. No esperabas que fuera a introducir sus largos dedos tan manchados, pero lo hizo, haciéndote gritar y apretarlos con tu interior. Blas comenzó a lamer el delicioso postre que tenías entre las piernas con el hambre de un condenado. Tus piernas, lo más abiertas posible.
No pudiste evitar tener uno de los orgasmos más intensos de tu vida.
Le voy a arrancar los dedos, atinaste a pensar. Las oleadas de placer en forma de contracciones no parecían terminarse, provocándote gritar desesperada y abrir los ojos con incredulidad.
Esto debió ser una visión celestial para tu chico, que con un gruñido profundo y casi animal se incorporó y, mientras seguía bombeando su miembro en su derecha, se posicionó ante ti. Con el índice y el pulgar de su otra mano presionó en tus mejillas para que abrieras la boca.
No te lo pidió, pero también sacaste la lengua.
-Más nata, gatita -jadeó desesperado por llegar – tomá, tomá….
Fue entonces cuando empezó a disparar todo su semen en tu boquita que aún sabía un poco a nata. Tragaste todo mirándole a los ojos, volviéndolo, si cabe, aún más loco.
Con un pulgar, limpió la comisura de tus labios enrojecidos la mezcla de saliva, crema y su excitación.
-Pinta otra ducha, ¿no?
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Las ilusiones son ciertamente placeres costosos; pero la destrucción de las ilusiones es aún más costosa.
(Nietzsche)
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Il produttore svedese di pile per auto si ritrova con 6 miliardi di debiti. Fallito per mancanza di richieste e per i costi troppo alti. Non ho parole... Ma il perché credo oramai sia chiaro ai più. ---------------------------------------
Non poteva accadere diversamente davanti alle condizioni particolari dei mercati. La Cina è proprietaria di giacimenti o contratti sulle Terre Rare, Litio, Cobalto, Grafite, le componenti essenziali per la produzione delle batterie e delle componenti elettriche per auto (motori). Elabora e produce facendo affidamento su fonti energetiche affidabili ed a basso costo (carbone, soprattutto, poi gas e nucleare), con una tassazione favorevole ed a condizioni di mercato agevolate.
In Europa, direi in tutto l'Occidente, si pensa all'ipocrisia ambientale a base di Carbon Tax, energie rinnovabili, lotta ai combustibili fossili, con tassazioni soffocanti per la produzione e la carenza pressoché totale di materie prime o contratti di estrazione. Importando le materie prime dalla Cina, in un contesto Occidentale sfavorevole per l'energia elettrica, la produzione diventa costosa al limite del proibitivo, e davanti al crollo dell'automotive elettrico, la scarsità di domanda rende inaccettabile la produzione. Si fallisce, è la norma e normalità. Non lo si comprenderà mai! Oltretutto, la competizione non può giocarsi su mercati vincolati e vincolanti, i dazi giocano a sfavore, e se aggiungiamo che la tecnologia elettrica nell'automotive si diffonde lentamente e solo grazie alle incredibili sovvenzioni, dirette o indirette, ecco che il castello di sabbia non può che crollare; lo farebbe davanti ad un alito di vento, figuriamoci davanti alla tempesta perfetta. Fernando Arnò.
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Pole Position (Formula 1 x lectora)
Resumen: la cena de disculpa hizo que la relación entre Lando y Tania mejorara. Pero mientras la mujer sentía una gran felicidad por tener a su idolo como amigo, Lando tenía una idea algo alejada de eso.
~ Capitulo anterior Capítulo siguiente ~
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~ XVIII ~
—¿Te da miedo?—
—¿Crees que moriremos ahogados o comidos por el tiburón de ahí?—
Tania miraba divertida como Lando mantenia la mirada en el enorme acuario que los rodeaba.
—Primero, eso es un delfín... Y segundo. Moririamos por la misma presión del agua, o aplastados por un pedazo de vidrio. Porque esta cosa tiene que ser suuper gruesa.—
—Que reconfortante.—
... ¿Escuchas ese crujido?—
—¡No! ¡No hagas eso!—Lando rió nervioso, y la chica no pudo evitar reírse con ganas.
—Tú elegiste venir ¿No lo viste antes o qué?—
—No entré hasta aquí, no vi esto... Pero bueno, te gusta. Asi que vamos arriesgarnos a morir solo por eso.—revisó el menú—. ¿Ya sabes qué vas a pedir?—
—Una hamburguesa.—Lando la miró.
—¿Segura?—
—¿Qué tiene de malo?—
Es un restaurante bueno, tiene cosas más buenas y costosas para pedir.
—... ¿Las chicas que sacas a pasear suelen pedir lo más caro de la carta? Pobrecito.—dejó el menú en la mesa—. Quiero la hamburguesa. Para el apartado de reseñas en Instagram.—
—Oh, cierto... Pero no esta Kimi.—
Además de subir historias analizando lugares que visitaban como si fueran potenciales refugios antizombies, Tania y Kimi solían comer hamburguesas y valorarlas con estrellas. Era una tontería, pero era de esos hábitos que solían disfrutar juntos.
—Pero estás tú, asi que tendré otra opinión.—Lando sonrió.
—Bien, pediré una también.—
~¿Cuánto, Lando?~El chico mostraba cinco dedos a la cámara antes de darle otra mordida a la hamburguesa~. Pensé que no te gustaría, esta hecha de salmón.~
—Es un tonto, mira su cara.—Carlos reía apenas, mirando la historia de su amiga.
—Ella se enojó conmigo por tu culpa.—Charles se sentó a su lado, ignorando lo que Carlos le mostraba.
—No creo... o tal vez sí, mira. Me escribió un mensaje apenas gané. "Felicidades, querido. Te lo digo en español para que lo entiendas. Te quiero Carlitos". Corazoncito rojo y corazoncito negro.—
—No lo dije de forma despectiva.—
—Asi se sintió, igual el ofendido debería ser yo, no ella...—
Charles miró las publicaciones de la chica, parecía estar divirtiéndose con Norris. No le gustó nada. Era evidente que Lando seguía interesado en ella, que quería algo más. Y Charles no podía simplemente rendirse.
—Esta bueno ¿No?—Lando miró a la chica, que probaba su helado y asentía enseguida.
Después de dejar el restaurante, el par se dedicó a caminar por una de las calles paralelas a la principal. Puede que no fuera tan concurrida como la calle de los hoteles, pero aún se veían bastantes personas. Algunas se acercaban a pedir autógrafos, nada intrusivo. Era agradable. Uno que otro argentino reconocía a Tania, quien se sorprendía por la presencia de tanta gente de sus tierras en Las Vegas.
—Es algo increíble. Vienen apoyando a Franco desde que llegó a la Formula 1. incluso con lo delicado que está todo en Argentina, hacen el esfuerzo de seguirlo a donde sea para apoyarlo.—
—Harán lo mismo por ti, eso seguro.—Lando caminaba a su lado pensativo—. Es lindo, pero luego se siente una gran presión sobre tus hombros... No puedes fallarles, decepcionarlos.—
Tania lo miró, y entonces recordó algo que quería preguntarle desde temprano.
—... Tú no corriste con todas tus ganas hoy ¿Verdad?—Lando la miró—. No lo sentí asi.—
—Solo quería que terminara.—se sinceró—. Esto del campeonato me estaba destruyendo mentalmente... lo lamento, debe ser decepcionante escuchar que tu ídolo cedió.—
—En realidad me preocupa tu cabecita. Tu salud esta por encima de todo, Lando.—le sonrió—. Sé lo que la ansiedad y las inseguridades pueden hacerle a la cabeza. He batallado con esas malditas por años, pero últimamente ya no las sufro... Tanto.—
—¿Y cómo lo haces?—
—Cuando estoy acostada en mi cuarto, en la oscuridad... Cierro los ojos y hablo conmigo misma.—Lando la miraba con atención—. "Sé que tienes miedo, todo esto es nuevo, hay mil formas de arruinarlo... Pero llegamos hasta aquí a puro esfuerzo y dedicación... Derrumbaste cada barrera impuesta. Y eso es increíble. Siente orgullo de eso...—Tania le sonrió—. Ése es mi discurso automotivador.—
—... ¿Y el pánico por lo que vendrá después?—
—No pienses en lo que vendrá, piensa en lo que harás antes. No pienses en ser campeón, piensa en dar una buena carrera, en no perder el control del auto... Preocúpate por el ahora, lo que viene después es asunto del Lando del mañana.—Lando lo meditó en silencio. No entendía del todo lo que la mujer le decía, pero se hacía una idea. Y creía que podría ayudarlo—. Ahora ya perdimos el campeonato de pilotos, pero el de constructores aún está ahi.—
—¿"Perdimos"?—
—Soy tu fan, estoy contigo.—le dio un empujoncito—. Y puede que McLaren no sea mi escudería favorita, pero es la tuya, asi que la apoyaré.—Lando la miró divertido.
—¿Cómo que no te gusta McLaren pero yo si?—
—Una cosa es el piloto, otra es la escudería.—soltó con obviedad—. A donde sea que vayas, seguirás siendo mi favorito. Eso no cambiará.—
—¿Y cuál es tu favorita?—
—Ferrari.—
—Porqué no me sorprende...—rodó los ojos divertido—. ¿Crees que podrían ganarnos?—
—¿Después de esa mini batalla pasivo agresiva de Charles y Carlos? No sé, veo quiebres.—lo tomó de las mejillas con una mano, amenazándolo con el helado—. Asi que corre bien y no vuelvas a bajar cambios.—Lando rió entre dientes, asintiendo enseguida.
Tania no estaría en Qatar.
Mary le pidió que volviera a Michigan, tenían cuestiones del auto y sponsors que debían charlar. La joven se deprimió, la emocionaba acompañar a Franco en la tierra que los vio ser campeones del mundo, pero tenía obligaciones.
Asi que el lunes por la noche, la joven ya estaba camino a casa.
Grande fue su decepción al ver lo que pasó con Franco y Ocon.
Y ni mencionar su frustración con lo de Lando.
#español#x lectora#formula 1#lando norris#charles leclerc#formula uno#franco colapinto#formula 1 x lectora#formula x reader#formula one
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Doublet, 1580-1620
Linen, silk
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Jubón ,1580-1620
Lino, seda
Museo del Traje-CIPE, CE001037
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«En la segunda mitad del siglo XVI se impuso en toda Europa el modo de vestir español que tendía a aprisionar el cuerpo, al reducir al mínimo la movilidad y al mantener la cabeza erguida. El jubón, prenda de hechura difícil y costosa realizada por gremios especializados, vestía a hombres y a mujeres dotándolos de un empaque que armonizaba con la fama de altaneros y orgullosos de los españoles».
In the second half of the 16th century, the Spanish dress code was imposed troughout Europe, which tended to imprison the body by reducing movility to the minimum and keeping the head upright. The doublet, a difficult to made and expensive garment crafted by specialized gilds, served men and women by confering them a solemnity that went along with their haughty and proud fame.
No fueron solos. Mujeres en la conquista y colonización de América. Madrid (m): Ministerio de Defensa, 2012. 55; 93, nº 53.
#doublet#jubón#renaissance#16th century#siglo xvi#fashion history#costume history#fashion#indumentaria#museo del traje#dress#spanish fashion
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Commission by shining.cat_art on Instagram-!
¿Un anillo a juego? Esas cosas son costosas, mejor una pulsera juego para ambos. <3
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