Tumgik
#contipubblici
scienza-magia · 2 years
Text
Debito pubblico Italiano verso la sostenibilità economica
Il “miracolo” del debito pubblico italiano, non accadeva dal 1983. Eterna fonte di preoccupazione, il debito pubblico italiano l'anno scorso ha ricevuto un "miracolo" inatteso dopo quasi quaranta anni. Il debito pubblico italiano toglie il sonno da una trentina di anni a questa parte a tutti i numerosi governi che si sono succeduti. Può essere di destra, di sinistra, di sopra o di sotto, ma chiunque entri a Palazzo Chigi si ritrova a gestire una situazione fiscale sempre delicata. I numeri parlano da soli. L’anno scorso, pur in calo, il rapporto tra debito e PIL dovrebbe essersi attestato sopra il 146%. Due anni prima, sfiorava il 156%. La media europea giace sotto il 95%. Siamo e restiamo un’anomalia tra i paesi avanzati di Nord America e Vecchio Continente. Peggio di noi fanno solo Giappone e Grecia, ma con il primo a non accusare alcun problema di sostenibilità, malgrado un rapporto sopra il 260%, grazie alla fortissima fiducia di cui gode sui mercati. Atene, invece, è andata a gambe per aria oltre una decina di anni fa con esiti sociali, economici e finanziari disastrosi. Impatto pandemia su conti pubblici
Tumblr media
Il debito italiano è sempre stato considerato sostenibile, semmai politicamente un tema scottante per le ristrettezze fiscali che produce. Esistono vari indicatori utilizzati da economisti e governi per valutare la sostenibilità di un debito. Uno di questi consiste nel comparare il tasso di interesse implicito con la crescita nominale del PIL. Il ragionamento è questo: se il costo del debito risulta superiore/inferiore alla crescita dell’economia, siamo dinnanzi a una tendenza non sostenibile/sostenibile nel medio-lungo termine. A proposito, cos’è il tasso d’interesse implicito? Il rapporto tra spesa per interessi e debito italiano. Esso ci fornisce la misura dell’effettivo costo del secondo. Dovete sapere che dalla metà degli anni Ottanta, con l’unica eccezione del 1988, l’Italia ha avuto sempre un tasso d’interesse implicito superiore alla crescita del PIL nominale (crescita reale + inflazione/deflatore). Ed è stato così fino al 2021, anno in cui le sorti si ribaltano: la differenza tra i due dati esita un risultato negativo di quasi il 5%. Come mai? Il balzo della crescita del PIL dopo il crollo in pandemia ha superato di gran lunga la spesa per interessi, che rapportata allo stock del debito italiano era stata del 2,4%. Nel 2020, però, si era raggiunto il record del 10,4%, frutto di una decrescita del PIL nominale dell’8% e di un tasso implicito del 2,4%. Debito italiano tornato sostenibile? Nel 2022, l’andamento favorevole si è replicato. In attesa dei dati ufficiali, il PIL nominale avrebbe sfiorato il +7% e il tasso d’interesse implicito sarebbe stato del 2,7%. Anche l’anno scorso, dunque, la differenza tra i due dati è stata profondamente negativa. La sostenibilità del debito italiano ne sta uscendo rafforzata e non diminuita, come spesso abbiamo la sensazione a seguito di errate analisi riportate dalla stampa. Abbiamo effettuato altri calcoli, stavolta prendendo come riferimenti il tasso implicito e il deflatore del PIL. Quest’ultimo segnala l’aumento dei prezzi sul mercato domestico e che incide sulla crescita nominale del PIL. Si differenzia dall’inflazione propriamente detta, in quanto esclude i prezzi di beni e servizi importati. Abbiamo ottenuto che per la prima volta dal 1984, il tasso implicito è risultato inferiore al deflatore del PIL nel 2022. Nel dettaglio, 2,7% contro 3%. Nel 2021, il tasso implicito reale era risultato positivo dell’1,9%, nel 2020 dell’1,25%, ecc. Addirittura, nel 1993 raggiunse il record dell’8,1%. Già quest’anno, tuttavia, potrebbe accadere che il tasso implicito reale si azzeri o torni positivo nel caso in cui la crescita dell’economia si spegnesse o andassimo in recessione. Ad ogni modo, se l’inflazione dopo la pandemia tornasse a surriscaldarsi intorno al target BCE del 2% e la stessa crescita del PIL italiano risalisse su valori almeno superiori all’1%, nei prossimi anni avremo una differenza negativa tra tasso implicito e variazione del PIL nominale. In altre parole, il debito italiano tornerà dopo diversi decenni ad essere percepito sostenibile dai mercati finanziari. Read the full article
0 notes
matteobaudone · 5 years
Text
14 luglio 2019: Un'altra correzione dei conti pubblici significa troppa spesa?
14 luglio 2019: Un’altra correzione dei conti pubblici significa troppa spesa?
Probabilmente si. Ma andiamo con ordine. Si parte dal fatto che il governo italiano e lo Stato italiano debbano spendere dei soldi. Per qualsivoglia motivo, ma devono spendere. Il punto successivo è vedere dove quei soldi vanno a finire. Cioè effettivamente quei soldi in che tasche vadano. Principalmente sono soldi che vanno alle regioni per finanziare le spese che loro stesse devono sostenere e…
View On WordPress
0 notes
cristian-randieri · 6 years
Text
Tweeted
Agenzia_Ansa "#Tria: 'Niente #manovra correttiva nel 2018, aumentare gli #investimenti'. Ma l'#Ecofin: per l'#Italia correzione da 5 miliardi #contipubblici https://t.co/nadaBbopWe" - Via C_Randieri
— Cristian Randieri (@C_Randieri) July 14, 2018
1 note · View note
scienza-magia · 2 years
Text
Deroghe al Patto di Stabilità per il rientro del debito di Stato
Ecco come cambia il Patto di Stabilità in Europa. E per l'Italia il risultato è agrodolce. Piani di rientro dal debito diversificati a seconda degli Stati. Sanzioni più frequenti (compreso il rischio di perdere i soldi del Pnrr). Il patto di Stabilità nella Ue è al momento sospeso, ma tornerà in vigore a partire dal 2024. Non sarà più lo stesso, però. Le regole non saranno più le stesse per tutti. Restano le soglie del 60% del rapporto debito/Pil e del 3% per il deficit ma ogni Stato avrà un proprio piano dedicato per la riduzione del debito, su un percorso dai quattro ai sette anni. È stata eliminata la regola del ventesimo (ossia la riduzione ogni anno del ventesimo del debito sopra il 60%); sono state semplificate le regole (non ci saranno più matrici o valutazioni annuali della Commissione ma ci sarà un singolo indicatore della spesa netta); le sanzioni saranno più lievi per renderle più applicabili (e verranno applicate più spesso). In caso di mancata riduzione del debito si rischierà anche di perdere i fondi europei, compresi quelli del Recovery. Resta in vigore la clausola generale di salvaguardia che ha permesso di sospendere le regole del Patto durante la pandemia di Covid-19 (fino a fine 2023).
Tumblr media
Infine non è stata introdotta la "golden rule" per escludere gli investimenti per il green e il digitale dalle maglie del debito. Sono questi gli assi degli orientamenti presentati dalla Commissione europea per riformare il Patto di stabilità e crescita. L’esecutivo europeo ha deciso di adottare il modello del Next Generation Eu anche per la riduzione del debito. In sostanza gli Stati saranno tenuti a presentare dei Piani (sulla falsariga dei Pnrr) per la riduzione del debito. La prima distinzione riguarderà la situazione debitoria attuale: Stati con debito sostanziale, quelli con debito moderato e infine quelli con poco debito. I Paesi con debito sostanziale (per semplificazione quelli oltre il 90% del debito ma non sarà unico elemento di classificazione) avranno quattro anni per un percorso di riduzione dell’indebitamento (che potrà essere esteso a sette anni). Gli Stati con debito moderati avranno invece tre anni di tempo. In ogni caso tutti dovranno attenersi alla soglia del 3% del deficit. Nella pratica, ogni Stato con debito sopra il 60% del Pil deve presentare un piano strutturale di debito a medio termine da sottoporre alla valutazione della Commissione e all’approvazione del Consiglio. Il percorso di aggiustamento di bilancio sarà fissato in termini di spesa primaria netta, vale a dire la spesa al netto delle misure discrezionali in materia di entrate ed esclusa la spesa per interessi e la spesa ciclica per la disoccupazione. Per gli Stati membri identificati con squilibri macroeconomici, i piani devono includere anche riforme e investimenti per correggere gli squilibri individuati. La presentazione del piano viene preceduta da un approfondito dialogo tecnico con la Commissione. La Commissione valuta quindi il piano in modo integrato, tenendo conto delle interazioni tra la traiettoria di bilancio, le riforme e gli investimenti. La valutazione avviene sulla base di un quadro comune dell’Ue e di metodologie trasparenti, conservando la possibilità di cercare informazioni aggiuntive o richiedere un piano rivisto. In seguito, il piano viene adottato dal Consiglio sulla base di una valutazione positiva della Commissione. Il Consiglio può adottare il piano o raccomandare allo Stato membro di ripresentare un piano modificato. La Commissione controllerà costantemente l’attuazione dei piani. Gli Stati membri presenteranno relazioni annuali sullo stato di avanzamento per facilitare un monitoraggio efficace e garantire la trasparenza. Se il piano non dovesse essere messo in atto, scatteranno le sanzioni. La procedura per i deficit eccessivi viene mantenuta, mentre la procedura per il debito eccessivo viene rafforzata. La procedura scatterà anche quando uno Stato membro con un debito superiore al 60% del Pil si discosta dal percorso di spesa concordato. La Commissione ricorrerà anche a sanzioni finanziarie più efficaci riducendone gli importi e ci saranno sanzioni reputazionali più forti. Non solo. La condizionalità macroeconomica per i fondi strutturali e per il Pnrr sarà applicata in uno spirito simile, vale a dire che i finanziamenti dell’Ue potrebbero essere sospesi anche quando gli Stati membri non hanno adottato misure efficaci per correggere il loro deficit eccessivo. Resta in vigore la clausola di salvaguardia generale (che ha permesso di sospendere le regole del Patto di stabilità fino al 2024) e viene introdotta una clausola specifica per la sospensione dei piani nazionali di riduzione del debito che però dovrà rispondere a criteri molto rigidi per l’applicazione. La procedura legislativa. La Commissione vorrebbe raggiungere un accordo sulla proposta in temi rapida per ottenere un’approvazione prima dei processi di bilancio degli Stati membri per il 2024. Read the full article
0 notes
mr-agj · 9 years
Link
0 notes