#contaminanti ambientali
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Cosa resta di un esplosivo nell’ambiente?
ESP version ENG version Le esplosioni, che siano legate a guerre o esercitazioni militari, non lasciano solo distruzione, gli esplosivi hanno infatti anche impatti ambientali significativi e persistenti. Tra questi, il TNT (2,4,6-trinitrotoluene) è stato per anni uno dei più utilizzati, ma l’Agenzia per la Protezione Ambientale degli Stati Uniti lo ha classificato come cancerogeno di gruppo C (possibile per l’uomo) e altamente tossico per piante, animali e microrganismi. Il TNT si accumula nel suolo, nelle piante e non si degrada facilmente, rendendolo un problema nei siti contaminati. I costi per la bonifica di queste aree, negli Stati Uniti, si stimano tra 16 e 165 miliardi di dollari.
Per ridurre questi rischi, si è introdotto il 2,4-dinitroanisolo (DNAN), una molecola usata nelle munizioni insensibili, progettate per esplodere solo in condizioni precise, rendendole più sicure da maneggiare. Tuttavia, il DNAN non è ancora stato studiato a fondo per comprenderne il potenziale impatto ambientale e tossico. Per tale ragione, un gruppo di ricerca dell’Università di York ha analizzato i suoi effetti su Arabidopsis thaliana, un modello vegetale da laboratorio, poiché le piante assorbono contaminanti dal suolo e, essendo alla base della catena alimentare, possono trasferirli lungo agli animali.
I ricercatori hanno ipotizzato che il DNAN, avendo una struttura chimica simile al TNT, potesse provocare effetti tossici analoghi legandosi ad un medesimo enzima, proteina che accelera reazioni chimiche nelle cellule, in particolare alla monodeidroascorbato reduttasi 6 (MDHAR6). Questo enzima trasforma il TNT in radicali liberi, molecole instabili che reagiscono continuamente all’interno delle cellule producendo composti chimici che danneggiano membrane cellulari, mitocondri e DNA.
Per verificare la tossicità del DNAN, piante di A. thaliana sono state esposte a concentrazioni crescenti di DNAN e TNT, simulando i livelli presenti nei siti contaminati. I risultati hanno mostrato che il TNT è più tossico a concentrazioni elevate, ma si degrada nel suolo in circa 24 ore. Al contrario, il DNAN rimane attivo più a lungo, accumulandosi nelle piante e nel terreno, con effetti cronici. Inoltre, il DNAN reagisce con l’enzima MDHAR6, attivando un ciclo chimico dannoso che consuma energia cellulare e produce composti tossici. Per dimostrare il ruolo di questo enzima, i ricercatori hanno fatto crescere piante geneticamente modificate prive di MDHAR6 in terreni contaminati da DNAN e hanno osservato che crescevano meglio rispetto a quelle normali, confermando che l’enzima è una delle principali cause della tossicità.
Un altro risultato riguarda la mobilità del DNAN nella pianta. Mentre il TNT si accumula soprattutto nelle radici, dove viene detossificato, ovvero trasformato in composti più sicuri, il DNAN si distribuisce anche nei germogli e nelle foglie, rendendolo accessibile agli erbivori e potenzialmente trasmissibile lungo la catena alimentare. Inoltre, gli enzimi delle piante sembrano avere una scarsa capacità di detossificare il DNAN, che quindi persiste per periodi più lunghi rispetto al TNT, aumentando i rischi per l’ambiente.
I risultati di questo studio evidenziano che, mentre il TNT provoca una tossicità acuta localizzata nelle radici, il DNAN, con la sua mobilità e persistenza, rappresenta un rischio ambientale maggiore. Sebbene sia considerato più sicuro a livello militare, i suoi effetti cronici potrebbero aggravare i problemi già noti per il TNT. È essenziale sviluppare strategie di bonifica efficaci per evitare che il DNAN diventi un nuovo capitolo nella storia dell’inquinamento da esplosivi.
A Presto e Buona Scienza!
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Gruppo Tecnoter: il tuo partner in efficienza e innovazione
Il Gruppo Tecnoter si distingue come leader nel settore delle soluzioni per la pulizia industriale e delle attrezzature idrauliche, rendendolo un'opzione ideale per le aziende che desiderano migliorare la propria efficienza operativa. Con un focus su lavaruote automatici e basi lavanti, Tecnoter semplifica il compito, spesso gravoso, di mantenere puliti veicoli e attrezzature. Questi sistemi innovativi non solo fanno risparmiare tempo, ma aiutano anche a mantenere la conformità alle normative ambientali riducendo al minimo la diffusione di sporco e contaminanti. Progettate con una tecnologia all'avanguardia, queste lavatrici automatiche forniscono una pulizia profonda con il minimo sforzo, rendendole essenziali per settori come l'edilizia, la logistica e l'agricoltura, dove la pulizia è fondamentale. lavaruote
Oltre alle soluzioni di pulizia, Tecnoter si distingue nella produzione di kit idraulici studiati appositamente per gli escavatori. Questi kit sono progettati per ottimizzare prestazioni e affidabilità, garantendo il funzionamento dei macchinari alla massima efficienza. I sistemi idraulici sono realizzati con materiali di alta qualità, che migliorano la durata e riducono i costi di manutenzione nel tempo. Fornendo soluzioni personalizzate che soddisfano le esigenze specifiche degli escavatori, Tecnoter consente agli operatori di affrontare compiti impegnativi con sicurezza, aumentando in definitiva la produttività nei cantieri. lavaggio ruote
Inoltre, l'impegno di Tecnoter per l'innovazione si estende alla sua gamma di generatori di corrente e compressori d'aria. Questi prodotti sono progettati per offrire prestazioni elevate, rendendoli indispensabili sia per applicazioni industriali che commerciali. Che tu abbia bisogno di una fonte di alimentazione affidabile per una località remota o di un compressore d'aria efficiente per vari utensili pneumatici, Tecnoter offre soluzioni in grado di resistere a requisiti rigorosi. sistema lavaruote
Inoltre, i magneti idraulici dell'azienda sono progettati per movimentare materiali pesanti in modo sicuro ed efficace, dimostrando la versatilità di Tecnoter in diversi settori. Integrando la tecnologia avanzata con un design user-friendly, Tecnoter Group garantisce che i clienti ricevano apparecchiature che non solo soddisfano le loro aspettative, ma le superano. lava ruote trasportabile
In un mondo in cui l'efficienza e l'affidabilità sono fondamentali, il Gruppo Tecnoter continua a dedicarsi a fornire prodotti eccezionali che migliorano la produttività e semplificano le operazioni. Per chi cerca soluzioni di altissimo livello nel campo delle attrezzature idrauliche e per la pulizia, Tecnoter rappresenta l'apice della qualità e delle prestazioni.
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Microbioma, ambiente e salute: uno studio della Federico II
Microbioma, ambiente e salute: la nuova frontiera del benessere. Il microbioma è interprete fondamentale nell'interazione ambiente-salute e costituisce un ulteriore parametro nello sviluppo di modelli di valutazione del rischio. Lo dimostra uno studio condotto dal Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno e pubblicato sulla rivista internazionale Nature Communications. Il microbioma intestinale Il corpo umano è abitato da miliardi di batteri che costituiscono una inesauribile fonte di potenziali attività per il nostro organismo. In particolare, il microbioma intestinale viene a contatto, metabolizza e trasforma tutta una serie di composti chimici che possono avere diverse origini (ad esempio nutrienti, farmaci, contaminanti ambientali). Tuttavia, il modo in cui i microrganismi intestinali rispondono all'esposizione all'inquinamento ambientale è stato ancora poco esplorato. La Campania è stata attenzionata negli ultimi 15 anni per le vicende legate alla "Terra dei Fuochi" e all'inquinamento ambientale relativo a particolari aree della Regione. Per tale problematica la Regione Campania ha promosso e finanziato, nel corso degli anni, diversi interventi, tra cui il Piano Integrato Campania Trasparente (https://www.campaniatrasparente.it), uno studio innovativo e pionieristico che prevede il monitoraggio dei suoli, delle acque, dei prodotti agro-alimentari ed il biomonitoraggio sulla popolazione residente mediante la conduzione dello Studio di Esposizione nella Popolazione Suscettibile (SPES - http://spes.campaniatrasparente.it). Obiettivi L'obiettivo di SPES, promosso dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno in collaborazione con l'IRCCS G. Pascale di Napoli, è valutare la relazione tra inquinanti ambientali (Metalli pesanti, IPA, PCB, Diossine, ecc) e salute in Campania, misurando in maniera sistematica i biomarcatori di esposizione, di effetto o danno nei fluidi biologici, al fine di verificare eventuali differenze di rischio e/o di salute fra residenti nelle diverse aree territoriali campane. In uno studio recentemente pubblicato sulla rivista internazionale Nature Communications (https://rdcu.be/dI6BG), preso in considerazione un sottogruppo di 359 soggetti della coorte SPES, per valutare l'impatto dell'esposizione all'inquinamento sulla composizione del microbioma intestinale e sulle sue potenziali funzioni. La ricerca, condotta dal Dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Napoli Federico II e dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, evidenzia come in soggetti provenienti da aree a diverso impatto ambientale si osservi un diverso incremento nell'intestino dei geni microbici legati alla degradazione e/o alla resistenza agli inquinanti. Metalli pesanti In particolare, l'esposizione ai metalli pesanti promuove anche nel microbioma intestinale lo sviluppo di antibiotico-resistenza. Infatti, in letteratura, è riportato che la resistenza ai metalli e quella agli antibiotici sono fenomeni spesso correlati, in quanto i geni coinvolti sono gli stessi o sono localizzati in punti vicini del genoma microbico. Questo studio rappresenta soprattutto una ulteriore evidenza dell'affascinante processo di co-evoluzione del microbioma intestinale con l'uomo. I nostri microrganismi si adattano alle condizioni ambientali a cui siamo esposti e i contaminanti ambientali spingono le nostre popolazioni microbiche ad attrezzarsi per degradarli. Sarebbe interessante sfruttare queste capacità dei microrganismi per promuovere meccanismi di adattamento dell'uomo a situazioni di rischio ambientale. Danilo Ercolini, Direttore del Dipartimento di Agraria e Responsabile Scientifico della Task Force di Ateneo per gli Studi sul Microbioma dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Batteri e microbioma Lo studio del microbioma rappresenta soprattutto un innovativo approccio nell'ambito delle correlazioni ambiente, cibo, salute. L'alterazione di questi batteri, che costituiscono il 3% del corpo umano, risulta responsabile di varie malattie tra cui obesità, patologie croniche degenerative e immunitarie. Studiare i fattori che influenzano la composizione di oltre 10.000 specie di batteri che ospitiamo, ci porta a sviluppare nuove strategie di profilassi e terapeutiche dichiara il Direttore Generale dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno, Antonio Limone. Lo studio è svolto nell'ambito del progetto Linking environmental pollution and gut microbiota in individuals living in contaminated settlements, finanziato dal Ministero della Salute (Ricerca Finalizzata 2016 - Linea Giovani Ricercatori - GR-2016-02362975), la cui responsabile scientifico è Francesca De Filippis, ora professore associato di Microbiologia al Dipartimento di Agraria. Foto di Arek Socha da Pixabay Read the full article
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Cosa sta uccidendo il pesce sega in via di estinzione in Florida? Pesci a spirale nelle acque della Florida: una minaccia per il pesce sega Le segnalazioni di strani comportamenti dei pesci nelle acque della Florida hanno messo in allerta gli scienziati. Pesci che nuotano in cerchi stretti o a testa in giù, tra cui il pesce sega in via di estinzione, stanno suscitando preoccupazione nelle comunità di conservazione. Incontri di esperti e indagini per salvare il pesce sega Il biologo Ross Boucek del Bonefish & Tarpon Trust ha coordinato sforzi con agenzie statali e università per comprendere le cause di questo comportamento anomalo. Le ipotesi vanno da parassiti a contaminanti ambientali,
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Parte da Viareggio la campagna nazionale di Marevivo “BlueFishers”, nata per combattere l’inquinamento marino da polistirolo, coinvolgendo i pescatori della piccola pesca artigianale nella sostituzione delle cassette di polistirolo con quelle riutilizzabili e riciclabili. La prima azione pilota, presentata in conferenza stampa questa mattina, verrà realizzata nella località versiliana con il contributo della Tuscany Environment Foundation, in collaborazione con la Cittadella della Pesca e la Delegazione Regionale Marevivo Toscana. La campagna, che intende promuovere un modello di filiera in linea con le normative europee sull’economia circolare, prevede il coinvolgimento di cinquantotto imbarcazioni che saranno dotate di oltre 2.300 cassette riutilizzabili e riciclabili, prodotte da DuWo - azienda leader nel settore - e già in uso in diverse marinerie italiane. Una volta concluso il loro ciclo di utilizzo, le cassette potranno essere riciclate e trasformate in altre cassette o manufatti, dando loro nuova vita. Oltre a ridurre l’impiego del polistirolo per il pescato, la campagna punta a sensibilizzare sull’importanza di adottare buone pratiche ambientali, valorizzando anche il ruolo di “sentinelle del mare” che hanno i pescatori. Ogni anno in Italia sono oltre cinquanta milioni le cassette monouso di polistirolo espanso (EPS) utilizzate per il trasporto e la vendita della merce ittica, pari a circa quattordicimila tonnellate. A causa della sua dispersione incontrollata, dovuta all’abbandono volontario o involontario, ma anche alla fragilità del materiale stesso e al bassissimo tasso di riciclo dopo l’utilizzo, il polistirolo rappresenta uno dei rifiuti maggiormente presenti in mare, in spiaggia e lungo le coste. Inoltre, secondo una recente ricerca del Dipartimento di Scienza, della Vita e dell’Ambiente dell’Università Politecnica delle Marche è, tra i rifiuti plastici analizzati, il polimero in grado di assorbire e veicolare il maggior numero di contaminanti metallici. Con questo progetto, Marevivo intende rivolgersi anche ai decisori per sottolineare l’importanza di promuovere leggi che arrivino a vietare le cassette di polistirolo usa e getta utilizzate nel comparto ittico. Attualmente non risultano normative europee vincolanti che vietino in modo esplicito l'utilizzo del polistirolo in questo settore. Anche a livello nazionale la situazione non è regolamentata e le decisioni al riguardo dipendono unicamente dalla sensibilità dei soggetti coinvolti, come associazioni civili, cooperative di pescatori e istituzioni locali. «Marevivo si batte da quasi quarant’anni contro l’inquinamento marino da plastica. Con questa campagna vogliamo, ancora una volta, richiamare l’attenzione di opinione pubblica, Istituzioni e mondo imprenditoriale sul fatto che proprio l’uomo, che con le sue azioni mette a rischio quotidianamente la salute del mare, può essere la soluzione», ha dichiarato Laura Gentile, Coordinatrice nazionale del progetto per la Fondazione ambientalista. «Sapendo, quindi, che ogni rifiuto che finisce in mare disinnesca il processo prezioso legato all’economia circolare, dobbiamo perseguire modelli virtuosi e sostenibili coinvolgendo tutti gli attori preposti, soprattutto in quei settori che, come la pesca, dal mare traggono la loro ragion d’essere». Presenti alla conferenza stampa, oltre ai rappresentanti di Marevivo, Stefania Saccardi (Vice Presidente Regione Toscana e Assessore all’Agro-alimentare, caccia e pesca), Giorgio Del Ghingaro (Sindaco di Viareggio), Alessandra Malfatti (Presidente Cittadella della Pesca), Riccardo Mastini (Direttore Tuscany Environment Foundation), C.F. Silvia Brini (Comandante Capitaneria di Porto di Viareggio), e Alfonso Raiola (Responsabile commerciale DuWo). «In qualità di Delegata Marevivo in Toscana sono orgogliosa di fare da madrina alla nascita di una buona pratica che porterà grandi benefici all'ambiente e permetterà ai pescatori di essere protagonisti di una piccola,
ma importantissima rivoluzione», ha annunciato Marina Gridelli (Delegata Marevivo Toscana). «Il mare è senza dubbio l’ecosistema che sta subendo i maggiori danni a causa dell’attività antropica ed è essenziale adottare migliori pratiche nel settore della pesca per ridurre l’inquinamento. Con il sostegno a Marevivo, la Tuscany Environment Foundation vuole segnalare la propria sensibilità su questo tema e investire in progetti di conservazione ambientale in Versilia, zona fondamentale per intraprendere progetti che coniughino nuove opportunità commerciali con la sostenibilità ambientale», ha dichiarato Riccardo Mastini (Direttore Tuscany Environment Foundation). «L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ci ricorda che “non c’è futuro per chi non si preoccupa del bene comune". Noi abbiamo fatto nostro questo principio, concentrandoci su due dei diciassette obiettivi dell’Agenda: (I) costruire infrastrutture resilienti, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione; e (II) conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine. A piccoli passi, cerchiamo di perseguire un approccio responsabile alle nostre attività quotidiane che riduca costantemente l’impronta ambientale di tutta la catena, partendo dall’utilizzo delle materie prime. Da sempre, il pesce viaggia in cassette monouso che ne garantiscono la freschezza e l’igiene ma che, al contempo, alimentano la dispersione nell’ambiente del polistirolo. Oggi, grazie a Marevivo e Tuscany Foundation, siamo in grado di iniziare un percorso virtuoso che ci permetterà di ridurre drasticamente la presenza della plastica nella nostra filiera», queste le parole di Alessandra Malfatti (Presidente Cittadella della Pesca). «Un progetto importante, in linea con la nostra Amministrazione che da sempre è attenta all’ambiente, al riuso e soprattutto alla riduzione del rifiuto. Viareggio è stato uno dei primi Comuni a organizzare eventi plastic-free, Carnevale compreso: una complessa macchina organizzativa che ha messo al bando la plastica coinvolgendo in questo anche i privati e predisponendo un servizio di raccolta rifiuti imponente con addetti incaricati e isole ecologiche presidiate. Penso poi alle spiagge plastic-free, progetto di ambito regionale, al quale abbiamo subito aderito. Il mare per la nostra città non è una risorsa: Viareggio sul mare è nata e di mare vive da sempre. Lo sanno bene i nostri pescatori, la cui flotta è stata coinvolta in questo progetto: gente che fa un lavoro non facile, e che a maggior ragione ringrazio per l’attenzione che da sempre mettono per la tutela delle acque e l’impegno ulteriore che a loro viene richiesto», ha dichiarato Giorgio Del Ghingaro, Sindaco di Viareggio. «Il progetto DuWo nasce con l'obiettivo di realizzare un cambio culturale, dal perdere al rendere, e di dare un contributo concreto all’ecosistema e una dignità socio-economica agli attori della filiera ittica. Il packaging progettato da DuWo intende dare valore aggiunto alla piccola pesca. Garantendo la certezza igienica, grazie alla tracciabilità delle casse con un microchip RFID inserito in ogni cassetta, il progetto DuWo è stato accreditato presso la UE Mission come progetto Salva Oceani», ha concluso Alfonso Raiola, Responsabile commerciale.
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Farfalline e insetti nella pasta : come evitare che succeda
Nuovo post pubblicato su https://wdonna.it/farfalline-e-insetti-nella-pasta-come-evitare-che-succeda/116507?utm_source=TR&utm_medium=Tumblr&utm_campaign=116507
Farfalline e insetti nella pasta : come evitare che succeda

Ultimamente c’è un allarme da parte di molte famiglie perchè nella dispensa di casa, dove conservano la pasta, si trovano diversi animaletti. Stiamo parlando di moscerini e farfalline che riescono anche a bucare la plastica dei pacchi chiusi di pasta.
Ma come mai ci sono?
I microorganismi presenti nella pasta derivano dalle uova depositate da insetti parassiti dei cereali, i quali, in condizioni ambientali favorevoli, attraversano un ciclo di sviluppo che li porta prima allo stadio di larva, noti come “vermetti”, e successivamente all’età adulta, manifestandosi come farfalline. Uno dei parassiti più comuni in questo contesto è il Tenebrio molitor, un minuscolo coleottero il cui ciclo vitale prevede che le femmine depongano fino a 600 uova. Queste, sotto condizioni ambientali ottimali, completano il loro sviluppo in un paio di settimane. L’Unione Europea ha riconosciuto l’innocuità del Tenebrio molitor registrandolo come “novel food” (nuovo alimento), consentendone il consumo.
Le farfalline visibili sono in realtà piccoli lepidotteri comunemente chiamati “tarme” della farina o “tignole”. Le loro uova si raggruppano formando piccole ragnatele e, a seconda delle condizioni ambientali come temperatura e umidità, subiscono una metamorfosi che le porta dalla fase larvale a quella di insetto adulto nel corso di un periodo variabile. Non va dimenticato il “punteruolo” della pasta, un minuscolo curculionide lungo 2-3 mm, dotato di elitre ma incapace di volare. Il suo sviluppo segue un percorso simile a quello degli altri insetti menzionati.
Come contaminano la pasta
Gli insetti “contaminanti” possono facilmente infiltrarsi nei granai, nei silos e nei veicoli utilizzati per il trasporto dei cereali, dove depongono le loro uova. Durante le fasi successive di lavorazione, come la macinazione a temperatura ambiente, le uova mantengono la loro vitalità e possono persistere nelle farine, rilevabili solo attraverso accurati esami microscopici. Sebbene l’utilizzo di insetticidi potrebbe teoricamente eliminare questa presenza, il rischio residuo nelle farine supera notevolmente i potenziali benefici.
I cereali e le relative farine vengono generalmente sottoposti a processi di cottura che superano i 100 °C prima del consumo. A tali temperature elevate, le uova vengono completamente distrutte, eliminando qualsiasi possibilità di sviluppo in larve o insetti. Tuttavia, la situazione cambia nella produzione della pasta, dove le temperature raggiunte durante la lavorazione sono relativamente moderate e raramente superano i 75 °C. In queste condizioni, esiste il rischio che alcune uova possano sopravvivere. Pertanto, se la pasta non viene conservata correttamente, ad esempio in ambienti umidi con temperature intorno ai 30 °C, le uova hanno la possibilità di svilupparsi, dando origine a larve e insetti adulti e contaminando il prodotto finale.
Poiché questi insetti parassiti sono diffusi ovunque, è possibile trovarli anche nelle nostre abitazioni, con il rischio che depongano le uova sugli alimenti non adeguatamente protetti. Ciò potrebbe innescare la contaminazione e il successivo sviluppo degli insetti se le condizioni ambientali sono favorevoli.
Come evitarli
Per evitare di trovare farfalline nella pasta e prevenire la contaminazione da insetti, puoi adottare alcune pratiche igieniche e di conservazione. Ecco alcuni suggerimenti:
Conservazione adeguata:
Conserva la pasta in contenitori ermetici o sacchetti richiudibili. Assicurati che siano sigillati correttamente per evitare l’accesso degli insetti.
Temperatura e umidità:
Conserva la pasta in un ambiente fresco e asciutto. Le farfalline tendono a proliferare in ambienti caldi e umidi, quindi mantenere un ambiente più fresco e secco può ridurre il rischio di contaminazione.
Ispezione visiva:
Prima di utilizzare la pasta, controlla visivamente il prodotto per individuare eventuali segni di farfalline, larve o uova. Se noti qualcosa di sospetto, scarta il prodotto.
Utilizzo rapido:
Cerca di consumare la pasta il più rapidamente possibile dopo l’apertura del pacchetto. Questo riduce il tempo in cui gli insetti potrebbero avere la possibilità di deporre uova o svilupparsi.
Pulizia e igiene:
Mantieni puliti gli armadi e la dispensa. Rimuovi briciole e residui alimentari che potrebbero attrarre gli insetti. Pulisci regolarmente gli scaffali e gli spazi di conservazione.
Repellenti naturali:
Puoi considerare l’uso di repellenti naturali, come foglie di alloro o sacchetti di chiodi di garofano, che possono contribuire a tenere lontani gli insetti.
Congelamento:
Se hai spazio disponibile, conserva la pasta nel congelatore. Il freddo può uccidere eventuali uova o larve presenti.
Acquisto consapevole:
Acquista la pasta da fornitori affidabili e verifica la data di scadenza del prodotto prima dell’acquisto.
Seguendo questi consigli, puoi ridurre significativamente il rischio di trovare farfalline nella pasta e mantenere il tuo approvvigionamento alimentare al sicuro da contaminazioni indesiderate.
I Pericoli
A parte la normale repulsione, non sussistono rischi significativi associati al consumo di pasta o prodotti da forno eventualmente contaminati. Tuttavia, è importante notare che alcune persone possono essere allergiche ai parassiti, con conseguenti danni che spesso risultano lievi e passano inosservati. La presenza di uova o insetti potrebbe causare disagi anche a coloro che seguono una dieta vegetariana o vegana, rifiutando il consumo di qualsiasi alimento che contenga anche tracce di tessuti animali.
Vale la pena notare che in diverse parti del mondo il consumo di insetti di dimensioni maggiori è una pratica alimentare comune, e l’Unione Europea stessa ne autorizza l’utilizzo. In Italia, in particolare in Sardegna, esiste un formaggio noto come “casu martzu” (la cui legalità è oggetto di discussione) che contiene larve di mosche ed è apprezzato localmente.
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Il monitoraggio dei parametri in una vasca di acque reflue è fondamentale per garantire un trattamento efficiente delle acque e il rispetto delle normative ambientali. La vasca di acque reflue è spesso una parte integrante di un impianto di trattamento delle acque reflue ed è utilizzata per rimuovere contaminanti e impurità prima del rilascio delle acque trattate nell'ambiente o nel sistema di drenaggio. Ecco alcuni dei parametri chiave che vengono comunemente monitorati in una vasca di acque reflue:
Parametro di pH: Il pH dell'acqua è un parametro critico poiché influisce sulla solubilità dei contaminanti e sulla performance di molti processi di trattamento. Il monitoraggio del pH consente di regolare il trattamento chimico per raggiungere valori ottimali di pH.
Parametri di solidi sospesi: Il monitoraggio dei solidi sospesi, inclusi i solidi sospesi totali (SST) e i solidi sospesi volatili (SSV), aiuta a valutare l'efficacia della sedimentazione e della chiarificazione nella rimozione dei solidi dall'acqua.
Parametro di concentrazione di inquinanti: È importante misurare la concentrazione di specifici inquinanti come COD (Chemical Oxygen Demand), BOD (Biochemical Oxygen Demand), nutrienti (nitrati e fosfati), metalli pesanti e altri contaminanti specifici in base alle normative locali.
Parametro di turbidità: La turbidità misura la chiarezza dell'acqua ed è utile per valutare l'efficacia del processo di chiarificazione e per monitorare la presenza di solidi in sospensione.
Parametro di temperatura: La temperatura dell'acqua può influenzare le reazioni chimiche e biologiche nei processi di trattamento, quindi il monitoraggio della temperatura è importante per mantenere condizioni ottimali.
Continua a leggere l'articolo su: scapolan.blogspot.com
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Contaminanti ambientali e sistema immunitario
Contaminanti ambientali e sistema immunitario
Attività industriali, gas di scarico e pesticidi sono solo alcuni degli inquinanti che contaminano l’ambiente in cui viviamo. Possiamo entrare in contatto con essi attraverso oggetti, aria, acqua e cibo, e una volta all’interno del nostro organismo potrebbero causare effetti tossici. (more…)

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Agenda 2030: Punto 6 - Acqua pulita e Igiene

L'acqua pulita e l'igiene sono due aspetti cruciali per la salute e il benessere dell'umanità. Tuttavia, molte persone in tutto il mondo non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura o a servizi igienici adeguati. Questo è un grave problema che deve essere affrontato urgentemente per garantire la salute e il benessere di tutte le persone. L'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) ha incluso l'accesso all'acqua potabile e all'igiene tra gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell'Agenda 2030. Questi obiettivi sono stati stabiliti nel 2015 con l'obiettivo di risolvere i problemi sociali, ambientali ed economici più urgenti del nostro tempo. L'Obiettivo 6 dell'Agenda 2030 si concentra sull'accesso all'acqua potabile e all'igiene. Il suo obiettivo è garantire che tutti abbiano accesso a fonti di acqua potabile sicura e servizi igienici adeguati entro il 2030. Questo obiettivo è essenziale per garantire la salute delle persone, ridurre la povertà e promuovere la sostenibilità ambientale. Secondo i dati delle Nazioni Unite, circa 2,2 miliardi di persone nel mondo non hanno accesso a servizi igienici adeguati. Ciò significa che non hanno accesso a bagni, docce o servizi igienici adeguati. Inoltre, circa 785 milioni di persone non hanno accesso a fonti di acqua potabile sicura. Ciò significa che devono bere acqua contaminata, che può causare malattie e persino la morte. L'acqua contaminata è una delle principali cause di malattia e morte nel mondo. Può contenere batteri, virus, parassiti e sostanze chimiche dannose che possono causare malattie come la diarrea, la febbre tifoide, il colera e l'epatite. Queste malattie possono essere fatali, specialmente per i bambini e le persone con un sistema immunitario debole. L'accesso all'acqua potabile sicura è quindi essenziale per garantire la salute delle persone. Ciò significa che l'acqua deve essere trattata e disinfettata per rimuovere i contaminanti e renderla sicura da bere. Questo può essere fatto attraverso una serie di tecniche di trattamento dell'acqua, tra cui la clorazione, la filtrazione e l'ozonizzazione. Inoltre, i servizi igienici adeguati sono essenziali per prevenire la diffusione di malattie e mantenere un ambiente igienico e salutare. Ciò significa che le persone devono avere accesso a bagni, docce e servizi igienici adeguati. I servizi igienici adeguati sono quelli che impediscono la diffusione di malattie attraverso il contatto con le feci. Ciò significa che i servizi igienici devono essere costruiti in modo tale da impedire il contatto diretto con le feci. L'accesso all'acqua potabile sicura e ai servizi igienici adeguati è particolarmente importante nelle comunità più povere e vulnerabili. In molte di queste comunità, l'acqua contaminata e la mancanza di servizi igienici adeguati sono problemi comuni che possono causare malattie e morte. Inoltre, la mancanza di servizi igienici adeguati può avere un impatto significativo sulla dignità umana e sulla sicurezza delle donne e delle ragazze, che spesso sono costrette a defecare all'aperto. Affrontare questi problemi richiede un approccio integrato che coinvolge governi, organizzazioni non governative e il settore privato. Ciò significa che è necessario investire in infrastrutture per il trattamento dell'acqua e la costruzione di servizi igienici adeguati. Inoltre, è importante educare le persone sull'importanza dell'acqua potabile sicura e dei servizi igienici adeguati e promuovere comportamenti igienici sani. L'acqua pulita e l'igiene sono importanti non solo per la salute umana, ma anche per la sostenibilità ambientale. La scarsità di acqua pulita è un problema sempre più grave in molte parti del mondo, e la gestione sostenibile delle risorse idriche è essenziale per garantire che ci sia abbastanza acqua per tutte le persone e per gli altri usi importanti come l'agricoltura e l'industria. La gestione sostenibile delle risorse idriche richiede una combinazione di tecniche di conservazione dell'acqua, utilizzo efficiente dell'acqua e protezione degli ecosistemi acquatici. Ciò significa che è importante promuovere pratiche agricole sostenibili che riducano il consumo di acqua, come l'irrigazione a goccia e la coltivazione di piante resistenti alla siccità. È anche importante proteggere le aree umide e le foreste, che sono importanti habitat per la fauna selvatica e aiutano a mantenere la qualità dell'acqua. In sintesi, l'acqua pulita e l'igiene sono due aspetti cruciali per la salute umana e la sostenibilità ambientale. L'accesso all'acqua potabile sicura e ai servizi igienici adeguati è essenziale per garantire la salute delle persone e ridurre la povertà. Inoltre, la gestione sostenibile delle risorse idriche è essenziale per garantire che ci sia abbastanza acqua per tutte le persone e per gli altri usi importanti come l'agricoltura e l'industria. Per affrontare questi problemi, è necessario un approccio integrato che coinvolga governi, organizzazioni non governative e il settore privato. Read the full article
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Gruppo Tecnoter: Leader nell'innovazione in attrezzature e soluzioni industriali
Il Gruppo Tecnoter è riconosciuto per le sue soluzioni all'avanguardia nel settore industriale, offrendo una gamma di prodotti di alta qualità progettati per migliorare l'efficienza operativa e la produttività. Con sede in Italia, Tecnoter è specializzata in lavaruote automatiche e basi di lavaggio, strumenti essenziali per mantenere ambienti di lavoro puliti ed efficienti. Questi sistemi sono particolarmente preziosi nei settori in cui la pulizia dei veicoli è fondamentale, come i cantieri edili e gli impianti di produzione. I lavaruote automatici sono progettati per resistere ai rigori di un uso intensivo, garantendo che i veicoli lascino i luoghi di lavoro puliti e privi di contaminanti, contribuendo a mantenere la sicurezza e il rispetto delle normative ambientali. lavaruote
Oltre ai propri sistemi di lavaggio, Tecnoter Group offre una selezione di generatori di corrente avanzati dotati di motori idraulici. Questi generatori sono progettati per garantire affidabilità e prestazioni, fornendo una fonte di alimentazione affidabile per varie applicazioni. Che si tratti di edilizia, uso industriale o backup di emergenza, i generatori di corrente Tecnoter sono progettati per soddisfare le esigenti esigenze delle operazioni moderne. A complemento dei generatori, Tecnoter produce anche compressori d'aria ad alte prestazioni che forniscono una pressione dell'aria costante ed efficiente, essenziale per un'ampia gamma di attività industriali. lavaggio ruote
Altro settore di specializzazione di Tecnoter sono i kit idraulici per escavatori. Questi kit sono progettati per ottimizzare la funzionalità degli escavatori, migliorandone le prestazioni e la versatilità in vari compiti. Anche i magneti idraulici e altre soluzioni innovative fanno parte della linea di prodotti Tecnoter, fornendo strumenti potenti ed efficienti per la movimentazione dei materiali e altre applicazioni specializzate. sistema lavaruote
L'impegno del Gruppo Tecnoter per la qualità e l'innovazione è evidente nella sua variegata offerta di prodotti. Puntando su tecnologia avanzata e design robusto, Tecnoter garantisce che le sue apparecchiature soddisfino i più elevati standard di prestazioni e durata. Per le aziende che cercano soluzioni affidabili ed efficaci nei settori del lavaggio ruote, della produzione di energia e dei sistemi oleodinamici, Tecnoter Group si distingue come opzione leader.
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In laboratorio abbiamo delle new entry: le Hep G2. Sono cellule epatiche su cui andremo a valutare l'influenza di alcuni contaminanti ambientali sull'insorgenza tumorale.
Bastano queste cosine per farmi felice.
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Il 60% delle acque Italiane sono chimicamente inquinate

Dagli antibiotici ai pesticidi: ecco la chimica che inquina il 60% delle acque italiane. Anche microplastiche e creme solari: tante le sostanze e i composti chimici di quotidiano utilizzo che inquinano i corpi idrici. Un dossier di Legambiente fotografa l'inquinamento industriale.

Il fiume Seveso (foto: Mauro Lunardi, via Wikimedia Commons) Nei giorni del lockdown abbiamo visto le acque più limpide, dai fiumi alla Laguna. Ma cosa c'è che le inquina? E con quali impatti su salute e ambiente? Il dossier di Legambiente dal titolo "H2O – la chimica che inquina l’acqua" (qui il .pdf) fa il punto sulle sostanze inquinanti immesse nei corpi idrici, con numeri, dati e un focus dedicato alle sostanze emergenti: tra queste fitofarmaci, farmaci a uso umano e veterinario, pesticidi di nuova generazione, microplastiche. Sono 46 le storie raccolte a testimonianza della contaminazione. Lo sversamento incontrollato In Italia circa il 60% dei fiumi e dei laghi non è in buono stato e molti di quelli che lo sono non vengono protetti adeguatamente. Su dati del registro E-PRTR (European Pollutant Release and Transfer Register), l’associazione ambientalista calcola inoltre che dal 2007 al 2017 gli impianti industriali abbiano immesso, secondo le dichiarazioni fornite dalle stesse aziende, ben 5.622 tonnellate di sostanze chimiche nei corpi idrici. Acque inquinate d'Italia: il dossier di Legambiente Alla vigilia della Giornata mondiale dell’Ambiente, l’associazione ricorda che la corretta gestione e la cura della risorsa idrica devono essere una priorità del Paese insieme alle bonifiche e al rafforzamento della Direttiva Quadro Acque per mantenere gli obiettivi, senza nuovi slittamenti e sotto la revisione degli Stati membri. E

lancia un appello al Governo, affinché una parte considerevole dei mille miliardi di euro stanziati dall’Ue per le politiche ambientali e climatiche finanzi il Green New Deal italiano per favorire il recupero dei ritardi infrastrutturali, l’adeguamento ed efficientamento degli impianti di depurazione e della rete fognaria e acquedottistica, gli interventi di riduzione del rischio idrogeologico. "Per anni utilizzati come discariche dove smaltire i reflui delle lavorazioni industriali, i nostri fiumi, laghi, acque marino-costiere e falde sotterranee sono stati contaminati da scarichi inquinanti: ma oggi, alle minacce di ieri se ne aggiungono di diverse e non meno insidiose". L'obiettivo, in questa Fase 2 che vede ripartire la gran parte delle attività, è imporre una ripartenza diversa. A cominciare delle industrie che continuano a perseguire metodi e attività incompatibili con la tutela dell’ambiente e delle risorse idriche in particolare, come dimostrano casi ancora aperti quali gli sversamenti illeciti nel fiume Sarno, in Campania, il più inquinato d’Europa, o quello del bacino padano, area di maggiore utilizzo europeo di antibiotici negli allevamenti, i cui residui si ritrovano nelle acque. I laghi dei veleni alle pendici del Vesuvio: il videoreportage sull'inquinamento del Sarno "La riapertura delle attività produttive – commenta Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – ci ha restituito in diverse situazioni anche la riattivazione di scarichi inquinanti nelle acque. Un fenomeno che ha un impatto notevole su corpi idrici in molti casi già compromessi da decenni di inquinamento e oggi minacciati anche dalla presenza dei nuovi 'contaminanti emergenti', un rischio per la salute, oltre che per l’ambiente. Di certo non può essere il lockdown la misura per restituirci acque limpide, ma ora che abbiamo tutti visto come sia possibile ritornare ad avere fiumi e laghi puliti, occorre puntare sulle giuste politiche e misure a livello nazionale fin da questa fase di ripartenza".

"Servono un sistema di controllo e monitoraggio sempre più accurato e uniforme su tutto il territorio nazionale e un’azione di denuncia degli scarichi illegali. - prosegue Zampetti - Per questo abbiamo deciso di iniziare a raccogliere le segnalazioni sugli scarichi inquinanti da parte delle persone che continueranno ad essere sentinelle sul territorio. Le storie che abbiamo raccolto in questo dossier ben ci raccontano le pratiche legali e illegali che tutt’oggi continuano ad avvelenare acque, persone e territori. Condotte che non sono più tollerabili, specie in settori che dovrebbero essere protagonisti di una nuova fase di transizione ecologica”. La Direttiva Acque e gli obiettivi mancati "Il raggiungimento di una buona qualità ecologica e chimica dei corpi idrici in Europa, che la Direttiva Quadro Acque (2000/60/CE) aveva fissato al 2015, non è più procrastinabile – dichiara Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente –– Diverse le cause del mancato conseguimento dei risultati, tra cui gli scarsi finanziamenti erogati, un’attuazione troppo lenta della direttiva da parte degli Stati membri e un’insufficiente integrazione degli obiettivi ambientali nelle politiche settoriali. L’Italia, da questo punto di vista, è in forte ritardo. La piena attuazione della Direttiva Acque, peraltro, è fondamentale per contrastare i cambiamenti climatici: serve a migliorare lo stato ecologico dei corpi idrici, restituire spazio ai fiumi, mitigare il rischio alluvioni ed evitare alterazioni dei corridoi fluviali rispettando la naturalità. Per una ripartenza post-Covid, occorre che anche le aziende facciano la loro parte”. L'effetto cocktail

L’Ue ha individuato inoltre 45 sostanze prioritarie che rappresentano un "rischio significativo per l’ambiente acquatico o proveniente dall’ambiente acquatico" che gli Stati membri sono tenuti a monitorare: per lo più nelle nostre acque se ne individuano due famiglie, sostanze organiche e metalli pesanti, immesse tramite i processi produttivi o gli impianti di depurazione delle aree urbane. Non meno impattanti, ma considerati emergenti, sono invece le migliaia di contaminanti cui Legambiente dedica un capitolo a parte: inquinanti dai potenziali effetti avversi su salute e ambiente stimati in oltre 2.700 in commercio, in gran parte non regolamentati. Tra questi, fitofarmaci, farmaci a uso umano e veterinario, pesticidi di nuova generazione, additivi plastici industriali, prodotti per la cura personale, nuovi ritardanti di fiamma e microplastiche. Sostanze magari presenti nelle acque in piccole concentrazioni, ma che interagendo per molto tempo possono creare un 'effetto cocktail'. Allarme pesticidi

Sono 130 mila all’anno, invece, le tonnellate di pesticidi usate nella filiera agricola italiana: secondo l’Ispra, quantità significative di principi attivi e metaboliti di questi fitofarmaci si ritrovano in acque superficiali (67%) e sotterranee (33%), evidenziando la correlazione fra chimica nelle filiere tradizionali e impatti negativi sul sistema idrico, come sostenuto da sempre anche da Legambiente. Altro rischio sanitario deriva dai contaminanti nelle attività agrozootecniche: una ricerca pubblicata da The Lancet nel 2018 rivela che in Italia avviene un terzo delle 33 mila morti annue nell’Ue da infezioni da Amr (agenti resistenti agli antimicrobici). Nel 2019 l’Agenzia Europea del Farmaco ha evidenziato un uso di antibiotici sproporzionato nei nostri allevamenti: 1.070 tonnellate all’anno, il 16% dei consumi Ue, con il bacino padano area di maggiore utilizzo europeo.

La mappa dei casi italiani di acque inquinate non è affatto rassicurante. Il dossier fotografa casi che da decenni aspettano bonifiche e riqualificazioni. Partendo da Porto Marghera in Veneto, primo sito nazionale da bonificare individuato nel 1998, passando per la Sardegna con il forte inquinamento da metalli pesanti nella zona industriale di Portoscuso e quello da sostanze organiche, solventi clorurati e idrocarburi nella zona industriale di Porto Torres, per arrivare in Sicilia, a Milazzo, Gela, Augusta Priolo e Melilli, devastate dalle industrie del petrolchimico. In mezzo, tanti altri siti d’interesse Nazionale: dalla laguna di Grado e Marano in Friuli alla Caffaro di Brescia in Lombardia; dai siti toscani di Piombino, Livorno e Orbetello a quelli marchigiani di Falconara Marittima; dalla Valle del Sacco nel Lazio ai siti pugliesi di Brindisi, Taranto e Manfredonia. Tutte aree dove IPA, PCB, metalli pesanti, diossine, pesticidi e idrocarburi hanno portato a problemi sanitari oltre che ambientali. E ancora, la Campania, con l’inquinamento del fiume Sarno e delle falde del Solofra, e la Terra dei Fuochi; la contaminazione del lago Alaco in Calabria, quella delle acque potabili dei comuni metapontini in Basilicata, del lago d’Orta in Piemonte o dell’acquifero del Parco Nazionale del Gran Sasso, in Abruzzo, dove Legambiente è parte civile nel procedimento penale in corso. L'emergenza Pfas

Sono solo alcune delle decine di casi segnalati nel dossier, che si avvale dell’apporto dei circoli locali e regionali di Legambiente. Come per il focus sui pesticidi e sul glifosato in Emilia Romagna. O, ancora, per gli approfondimenti sull'inquinamento da Pfas (composti chimici che rendono le superfici trattate impermeabili ad acqua, sporco e olio), con i casi della provincia d’Alessandria, dove è in fase di autorizzazione un progetto che prevede l’utilizzo di una nuova sostanza (cC604) dagli effetti potenzialmente dannosi in un’area in cui “l’eccesso di ricoveri e di mortalità è segnalato da anni”; del Veneto dove l’inquinamento da Pfas è storicamente dovuto allo scarico di un’industria chimica e interessa le province di Vicenza, Verona e Padova, minacciando la salute di 300 mila persone; della Lombardia, dove l’Arpa ha rilevato Pfas in tutti i bacini della pianura. Le proposte di Legambiente Oltre all’appello al Governo, l’associazione ambientalista rilancia alcune sue proposte. Secondo Legambiente, le microplastiche devono rientrare tra i criteri di valutazione del buono stato delle acque interne. Serve, inoltre, dare spazio all’innovazione tecnologica e ridurre drasticamente l’uso di sostanze di sintesi pericolose in agricoltura. Per farlo occorre approvare i decreti attuativi della Legge 132/2016 che ha istituito il Sistema Nazionale a rete per la Protezione Ambientale (Snpa), consentendo di potenziare, uniformare e migliorare i controlli sul territorio incidendo sulla prevenzione dall’inquinamento. Read the full article
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Salve Kon, Ho 20 anni e da piccolo feci tutti i vaccini obbligatori del tempo, con tanto di richiamo. Parlandone ieri con mia madre che si è ascoltata il discorso di Wakefield e del prof. S. Montanari, ho scoperto che quando feci io i vaccini, essi erano "puri", mentre ora sono "inquinati" da metalli pesanti. O almeno è ciò che afferma lei. È vero che fino a 20 anni fa erano "puliti"? Effettivamente, l'utilizzo di certi metalli pesanti, che effetti negativi possono avere sul nostro corpo?
Chiariamo.
Semmai, genericamente, una volta la tecnica di produzione e di conservazione dei vaccini non giovava della tecnologia che abbiamo a disposizione adesso e quindi era più probabile che ci fossero tracce maggiori di conservanti e/o antibiotici ma di METALLI PESANTI, così come ne viene intesa la tossicità, non ce ne sono mai stati.
(Nella letteratura scientifica vengono normalmente considerati metalli pesanti i seguenti elementi: alluminio, ferro, argento, bario, berillio, cadmio, cobalto, cromo, manganese, mercurio, molibdeno, nichel, piombo, rame, stagno, titanio, tallio, vanadio, zinco, ed alcuni metalloidi con proprietà simili a quelle dei metalli pesanti, quali l’arsenico, il bismuto ed il selenio. All'interno dei metalli pesanti si distinguono i metalli indispensabili per gli organismi viventi, con potenziale tossicità, vale a dire: ferro, cobalto, cromo, rame, manganese, molibdeno, selenio, zinco; dai metalli ritenuti prevalentemente tossici: alluminio, arsenico, berillio, cadmio, mercurio, nichel e piombo [X])
Il fraintendimento è nato in seguito alla presenza del conservante Tiomersale (Thimerosal per gli inglesi) un derivato organico (etilmercurio) del mercurio (metilmercurio), quello tossico dei termometri e che si trova nel pesce che mangi una volta a settimana. Il poco tiomersale che conservava i vaccini era un composto organico che quindi veniva escreto in pochi giorni senza che ne rimasse traccia. Era, perché in seguito alle pressioni della comunità antivaxxer e per paura di denunce da milioni di dollari, adesso non è più utilizzato.
Per farti un esempio di come funziona l’esposizione ad agenti tossici/contaminanti, potrei inghiottire tranquillamente un cucchiaino di mercurio e incipriarmi il naso con dell’Eternit sbriciolato SENZA AVERE ALCUN TIPO DI PROBLEMA perché il danno di queste sostanze sta nell’accumulo per frequente e duratura esposizione non nel singolo episodio di contaminazione (o presunta contaminazione, nel caso del tiomersale).
Non il termometro rotto ma vapori di mercurio aspirati in ambito professionale, non il vaccino ma il pesce di grandi dimensioni (tonno, pesce spada) consumato abitualmente, non passare vicino a una tettoia in Eternit ma produrne la polvere per l’impasto di manufatti, non fondere un soldatino di piombo ma lavorare senza maschere di protezione in produzioni che ne fanno uso.
Mi sembra ridicoli che ci si focalizzi sui vaccini (dove di fatto NON sono presenti) e si glissi sulle contaminazioni ambientali del cibo e delle falde acquifere.
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