#con grammatica
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fraternum-momentum · 1 year ago
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*points at u* italiana?
nop ma parlo italiano 👍 vengo dalle filippine
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givemeanorigami · 1 year ago
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Buongiorno a tutti tranne al sms truffa del 'ciao papà ho il telefono rotto', cascato malissimo perché non manderei di certo un sms da numero x di scrivermi a numero y, non cambio numero che mi ci sono voluti anni a impararlo, ero nell'altra stanza rispetto a mio padre e, soprattutto, non scrivo ciao papà dal 2004.
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occhietti · 7 months ago
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Tumblr media
Tutte le arti, anche il silenzio,
hanno una grammatica.
Ma prima bisogna sintonizzarsi
con il corpo, con il cuore, con lo sguardo.
- Marcel Marceau
Dimitri Finko photographer
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sayitaliano · 2 months ago
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Ciao sono nata in Italia ma il mio italiano fa comunque schifo è incomprensibile. Vorrei migliorare il mio lessico la scrittura e quando parlo ho problemi.
Come posso migliorare? Dovrei avere un tutor?
Ciao!
Da quello che hai scritto non mi sembra che tu abbia grossi problemi, anzi. Vivi sempre in Italia, giusto? Lo sai che noi stessi siamo i primi a non parlare correttamente la nostra lingua, a metterci dentro errori e via dicendo...
Quello che posso suggerirti è di provare a lavorare sulla punteggiatura quando scrivi, e anche quando parli: non ti ho ascoltata e non ti conosco, per cui non so se sia questo il problema, ma non preoccuparti se devi prenderti delle pause per pensare prima di esprimerti. Abbiamo preso la brutta abitudine di fare tutto di corsa, sembra che non abbiamo mai tempo per nulla, invece ne siamo pieni e finiamo anche con l'avanzarlo... Quindi davvero, non preoccuparti.
Per migliorare il lessico (ma anche il tuo parlato/scritto) leggi (dai giornali, ai libri, alle riviste, alle poesie... lo so a scuola ce ne fanno leggere molte, ma ce ne sono di più belle: cerca anche quelle straniere tradotte, prova a capirne le sfumature e cerca di capire se tu avresti usato parole differenti); se non ti piace leggere, guarda serie tv o film anche storici, o documentari (non tutti sono noiosi... prova con argomenti che sono di tuo interesse, anche video su youtube vanno bene). Se trovi parole complesse o sconosciute, cercane il significato sul dizionario e usale in un paio di frasi. Studia la grammatica anche se è noiosissima: diventa curiosa sul perché qualcuno abbia usato quelle parole, quella punteggiatura, quel tempo verbale invece che un altro. Trova gli errori dei giornalisti, per esempio: non per qualcosa, ma per ricordarti di ciò che sai tu. Da quello che ho capito con questo blog, a scuola non ci insegnano molte cose in maniera diretta, ma solo in maniera indiretta: le apprendiamo con la pratica, vivendo, interagendo con gli altri e aprendoci ai nostri errori, che, come detto, ci stanno. Italians are imperfect beings! :P. Ah, vale anche aprire il dizionario a caso e leggere le definizioni di un paio di parole ogni tanto, e provare ad usarle sia in alcune frasi di prova che mentre parli. La decisione finale è la tua, ma non credo che tu abbia bisogno di un tutor: credo che tu possa ancora concederti del tempo, no? Prova a scrivere un diario giornaliero, anche poche parole su quello che hai fatto o inventando storie di poche righe, magari appunto usando parole nuove. Tra un mese dimmi come va, se è cambiato qualcosa oppure no. E poi decidi. :)
Continua a provare ad esprimerti, non chiuderti. Non convincerti di non essere capace di fare qualcosa: questo è il blocco più grande che ci possa essere. Sei tu che ti controlli, e se ti convinci di qualcosa, sarà difficile non seguire quella tua convinzione inconsciamente. Le tue paure e insicurezze prenderanno il sopravvento e ti bloccherai, trovando solo conferme sulle tue incapacità. In poche parole, se ti convinci di non essere abbastanza brava a comunicare o di essere incomprensibile (specialmente se per qualsiasi motivo qualcuno te lo ha detto e tu hai iniziato a crederci), finirai davvero per esserlo perché l'ansia di voler comunicare al meglio ma non sapere come farlo (in realtà lo sai, ma magari hai smesso di fidarti di te), ti saboterà fino a farti balbettare o avere dubbi su qualsiasi cosa. Tante volte le persone si chiudono nelle loro paure, e nel chiudersi ci chiudono fuori a nostra volta. Non sempre hanno ragione però. Non aver paura di essere te stessa, di prenderti del tempo, di parlare a modo tuo con le tue sfumature. Chi vuole aspettarti ti aspetta comunque. Gli altri, lasciali andare. E datti tempo anche tu. ...Forse mi sono lasciata prendere dal momento qui, ti chiedo scusa se ho detto qualcosa che non dovevo o che non c'entra con la tua situazione. Ma succede che ciò che non va sul piano emotivo si rifletta sul piano comunicativo. Siamo esseri complessi...
In bocca al lupo!
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libriaco · 9 months ago
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Quando la lingua fa male
Quel malessere improvviso Lo hanno sperimentato un po’ tutti quel fastidio che si prova ascoltando o leggendo un errore di grammatica da matita blu. È un disagio che suscita una sensazione tra il disgusto e l’imbarazzo ed è ancora più viscerale quando l’errore (il più gettonato è un congiuntivo sbagliato) è commesso da un politico che si suppone, in Parlamento, rappresenti l’Italia intera. Qualcuno lo ha anche studiato questo malessere improvviso (assomiglia tanto al disagio provato quando si sente stridere il gesso sulla lavagna) che cresce subito dopo aver ascoltato un «che io vadi» o qualcosa di simile. Due professori dell’Università di Birmingham, in Inghilterra, Dagmar Divjak, docente di linguistica cognitiva e Peter Milin, professore di psicologia del linguaggio, hanno scoperto che il nostro organismo entra in «modalità stress» quando si ascoltano errori di grammatica, mettendo in luce una nuova dimensione nell’intricata relazione tra fisiologia e cognizione. Il fastidio, dunque, si ripercuote anche su un parametro organico [...]
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canesenzafissadimora · 3 months ago
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Socrate diceva:
"L'abuso del linguaggio induce il male nell'anima". Non si riferiva alla grammatica.
Abusare del linguaggio significa usarlo come fanno i politici e gli inserzionisti, a scopo di lucro, senza assumersi la responsabilità del significato delle parole. Il linguaggio usato come strumento per acquisire potere o fare soldi è malefico: esso mente. Il linguaggio usato come fine a sé stesso, per cantare una poesia o raccontare una storia, tende alla verità. Uno scrittore è una persona che si preoccupa del significato delle parole, di ciò che esse comunicano e di come lo fanno. Gli scrittori sanno che le parole sono il loro percorso verso la verità e la libertà, e quindi le usano con cura, riflessione, timore e gioia. Usare bene le parole rafforza la loro anima. Narratori e poeti trascorrono la vita a imparare quell'abilità e l'arte di usare bene le parole. E le loro parole rendono l'animo dei loro lettori più forte, luminoso e profondo.
Ursula K. Le Guin
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schizografia · 6 months ago
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Il toro di Pasifae e la tecnica
Nel mito di Pasifae, la donna che si fa costruire da Dedalo una vacca artificiale per potersi accoppiare con un toro, è lecito vedere un paradigma della tecnologia. La tecnica appare in questa prospettiva come il dispositivo attraverso cui l’uomo cerca di raggiungere – o di raggiungere nuovamente – l’animalità. Ma proprio questo è il rischio che l’umanità sta oggi correndo attraverso l’ipertrofia tecnologica. L’intelligenza artificiale, alla quale la tecnica sembra voler affidare il suo esito estremo, cerca di produrre un’intelligenza che, come l’istinto animale, funzioni per così dire da sola, senza l’intervento di un soggetto pensante. Essa è la vacca dedalica attraverso la quale l’intelligenza umana crede di potersi felicemente accoppiare all’istinto del toro, diventando o ridiventando animale. E non sorprende che da questa unione nasca un essere mostruoso, col corpo umano e il capo taurino, il Minotauro, che viene rinchiuso in un labirinto e nutrito di carne umana.
Nella tecnica – questa è la tesi che intendiamo suggerire – in questione è in realtà la relazione fra l’umano e l’animale. L’antropogenesi, il diventar umano del primate homo, non è, infatti, un evento compiuto un volta per tutte in un certo momento della cronologia: è un processo tuttora in corso, in cui l’uomo non cessa di diventare umano e, insieme, di restare animale. E se la natura umana è così difficile da definire, ciò è appunto perché essa ha la forma di un’articolazione fra due elementi eterogenei e, tuttavia, strettamente intrecciati. La loro assidua implicazione è ciò che chiamiamo storia, nella quale sono coinvolti fin dall’inizio tutti i saperi dell’Occidente, dalla filosofia alla grammatica, dalla logica alla scienza e, oggi, alla cibernetica e all’informatica.
La natura umana – è bene non dimenticarlo – non è un dato che possa mai essere acquisito o fissato normativamente secondo il proprio arbitrio: essa si dà piuttosto in una prassi storica, che –in quanto deve distinguere e articolare insieme, dentro e fuori dell’uomo, il vivente e il parlante, l’umano e l’animale – non può che essere incessantemente attuata e ogni volta differita e aggiornata. Ciò significa che in essa è in gioco un problema essenzialmente politico, in cui ne va della decisione di ciò che è umano e di ciò che non lo è. Il luogo dell’uomo è in questo scarto e in questa tensione tra l’umano e l’animale, il linguaggio e la vita, la natura e la storia. E se, come Pasifae, egli dimentica la propria dimora vitale e cerca di appiattire l’uno sull’altro gli estremi fra i quali deve restare teso, non potrà che generare dei mostri e, con essi, imprigionarsi in un labirinto senza via d’uscita.
8 luglio 2024
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mr-vision · 2 months ago
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ciao
ho provato a imparare l'italiano per un po' ma duolingo non è molto utile quindi sono qui
ho avuto una amica che ha imparato l'inglese solo usando tumblr e twitter quindi proverò a parlare solo in italiano
farò molti errori, soprattutto con la grammatica, perché è confuso e sono un po' stupido
l'aiuto o la correzione sono apprezzati :)
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abatelunare · 4 months ago
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Di cose nuove imparate
Apro la posta. Nella cartella dell'antispam c'è una mail. Un palese tentativo di truffa. Perché il mittente figura essere Netflix. Con cui mai ho avuto - né avrò - a che fare. L'oggetto è Il tuo abbonamento è stato terminato. Non sapevo che oltre alla grammatica si potessero uccidere anche gli abbonamenti. Ho imparato qualcosa di nuovo.
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prisonerinthedark · 2 years ago
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La grammatica Italiana ci insegna che un periodo finisce sempre con il punto. Quindi metteteli 'sti punti a 'sti cazzo de periodi. Poi andate a capo. Ricominciate.
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drunkwhenimadethis · 7 months ago
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Ok… prima vado a letto voglio praticare il mio Italiano perché non mai faccio pratica salvo in class ogni giovedì. Non ho tempo per guardare i film o perfino ascoltare la musica. Sono impegnato. Ugh. Ho avuto un giorno lungo, ho fatto le cose che ho dovuto fare, non posso dormire invece guardo il sito di Sephora 🙈 alle due mattina. Sto pensando troppo a quest’ora e mangio molto il popcorn ;) con succo di mirtillo (ho avuto bisogno di cercare su Google quella parola….mirtillo…..)…Amo l’estate generalmente ma in Toronto sembra strana, non lo so come dire, ma l’aria è come zuppo, è pesante….Devo fare un po’ di shopping per vestiti nuovi….non solo vestiti anche, forse trucci e profumo e libri e voglio nuovo bagaglio… qualcosa carina e rosa. Vorrei un copertina per il mio passport per quando vado in viaggiare. È quasi tempo. I desideri piccoli della donna semplice. Hehehe questo era facile perché ho scelto le parole che so. Ignorate la grammatica sono livello A3, una bambinaaaaa
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sayitaliano · 4 months ago
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Ciao!
Sono una studentessa spagnola che ha 10 giorni per imparare l'italiano prima di partire per l'eramus. Avete qualche raccomandazione per buoni libri di grammatica online e gratuiti? (ho già iniziato a studiare e sto ascoltando i podcast, ma ho bisogno di qualcosa di intensivo hahaha)
Ciao!
Tutte le risorse di cui sono a conoscenza per studiare la lingua italiana sono nel masterpost delle risorse qui (libri anche per studiare, etc). Invece la grammatica la trovi qui. In generale ti suggerisco questo post (i vari vocabulary/words list che trovi su @sayitalianohome possono aiutarti nel capire e nello scrivere parole simili tra loro per esempio)!
Se qualcuno dei miei followers vuole suggerire qualcosa di specifico, si faccia pure avanti nei commenti o mandi un ask!
Mi sembri già a un ottimo livello comunque, non mi preoccuperei troppo della grammatica fossi in te (non la conosciamo così bene nemmeno noi... sicuro non la pretendiamo perfetta dagli stranieri)! Continua a scrivere (qualsiasi cosa), pensare/parlare con te stessa o altri e ad ascoltare musica/podcast/film/serie tv (ciò che preferisci) in italiano giusto per sfizio e andrai alla grande ;)
P.S. L'unica cosa che posso dirti è: dammi pure del tu! Come mi hai scritto "ciao" usa pure il verbo "hai *tu*" e non "avete *voi*" (a meno che tu non volessi rivolgerti a tutti gli italiani e studenti che leggeranno la tua domanda! In questo caso, tutto perfetto! in caso contrario il "voi" non si usa più molto nel linguaggio formale, al massimo si dà del "lei" -ma troverai tutto nei link che ti ho messo sopra). Voglio darti lo stesso suggerimento che darei alla me che stava "studiacchiando" spagnolo un po' di anni fa: i verbi sono il vero problema, non li lasciare da parte (cosa che ho fatto purtroppo, e ne pago le "conseguenze" ora ahaha -nulla di grave ovvio, ma li devo rivedere tutti ogni santa volta). Suerte!
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libriaco · 7 months ago
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Ma dove vai se la grammatica non ce l'hai?
È necessària la grammàtica? C’è chi risponde sì e chi risponde no. Omero scrisse l’Ilìade, pare, senza grammàtica. Dante quando scrisse la Divina Commèdia non pensava alla grammàtica, però l’aveva studiata con molta diligenza. Alessandro Manzoni che usò ne I Promessi Sposi una lìngua così schietta, era minuzioso osservatore delle cose della lìngua e della grammàtica. Noi avvertiamo il caldo e il freddo anche senza termòmetro; però è bene averlo in casa; e così noi possiamo scrìvere e parlare anche senza grammàtica; però è bene che essa vi sia.
A. Panzini, Grammatica italiana [1933], Palermo, Sellerio, 1999
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canesenzafissadimora · 4 months ago
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In Sicilia quando non sei proprio convinto dici “ora poi lo facciamo...” oppure ad una domanda rispondi contemporaneamente “sì, no...”
Noi siciliani abbiamo una percezione del tempo molto particolare, ad esempio quello che hai fatto il giorno prima diventa passato remoto, come fossero trascorsi secoli... oppure quando stai uscendo di casa, rassicuri tutti affermando “sto tornando”, anche se il tuo rientro sarà dopo un paio d'ore.
Per noi il condizionale è quasi inutile, infatti lo sostituiamo direttamente con il congiuntivo, tipo “se putissi, u facissi”. Abbiamo anche il “potere” di far diventare transitivi i verbi intransitivi, infatti noi usciamo la macchina, saliamo la spesa, usciamo i soldi... Poi a noi piace molto utilizzare gli spostamenti “salire e scendere” in modi molto fantasiosi, infatti noi “scendiamo giù a Natale” e “saliamo dopo le feste”, anche il caffè “è salito” e la pasta si cala.
Qui, in Sicilia, le macchine camminano come avessero gambe, e non vengono guidate ma “portate”.
Spesso utilizziamo una sola parola per indicare più oggetti, ad esempio non c'è differenza tra tovaglia, asciugamano, tovaglietta, strofinaccio, per noi è solo tovaglia, e basta. Se vogliamo dire ad un amico di venire a trovarci, gli diciamo di “avvicinare”, che è meno formale e più amichevole.
Riusciamo anche a trasformare un luogo in un modo di fare, ad esempio il cortile diventa curtigghiu, ovvero spettegolare, anche se quest'ultimo non rende molto l'idea.
Se parliamo in questo modo non vuol dire che siamo ignoranti e arretrati, dietro ogni parola o espressione che utilizziamo si nascondono le nostre origini, la nostra storia. Ad esempio "tumazzu, carusu, cammisa", sono parole greche (vedi tumassu, kouros, poucamiso); "carrubo" deriva dall'arabo “harrub”, così come le parole "cassata e giuggiulena". "Accattari", deriva dal normanno “acater” (da cui il francese “acheter”), oppure "arrieri" (da darriere). Dal catalano abbiamo preso in prestito le parole “abbuccari” (da abocar),"accupari" (da acubar), "cascia" (da caixa) ecc... Questi sono solo alcuni esempi, in realtà sono migliaia i vocaboli presi in prestito dalle altre lingue.
Essere orgogliosi delle proprie radici però non significa chiudersi e rifiutarsi di conoscere la grammatica italiana, ritenendo snob "quelli del nord" quando ci correggono. Anzi, utilizzare il proprio dialetto (più che dialetto è una lingua a tutti gli effetti) con consapevolezza, può soltanto arricchire.
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kyda · 1 year ago
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mi ha fatto morire dalle risate oggi il professore di letteratura che fa: dovete sapere come si dice giunco in russo!!! GIUNCO? IO SONO SEDUTA DAVANTI AL COMPUTER A DECIFRARE VENTI PAGINE WORD DI GRAMMATICA DA SEI ORE, HO CENATO RIPETENDO I GRUPPI DI VERBI RIFLESSIVI TRANSITIVI INTRANSITIVI ATTIVI PASSIVI CON I PREFISSI I SUFFISSI I CONFISSI E I CASI N1-N6 E QUALE VA USATO QUANDO E CON QUALE VERBO E IN BASE A CHE COSA E DEVO SAPERE COME SI DICE G I U N C O IN RUSSO????
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schizografia · 2 months ago
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Popoli che hanno perduto la lingua
Che ne è oggi dei popoli europei? Ciò che non possiamo oggi non vedere è lo spettacolo del loro perdersi e smemorarsi nella lingua in cui si erano un tempo trovati. Le modalità di questo smarrimento variano per ogni popolo: gli anglosassoni hanno già compiuto l’intero cammino verso un linguaggio puramente strumentale e obiettivante – il basic English, in cui ci si possono solo scambiare messaggi sempre più simili ad algoritmi – e i tedeschi sembrano avviati per la stessa via; i francesi, malgrado il loro culto della lingua nazionale e forse anzi per questo, perduti nel rapporto quasi normativo fra il parlante e la grammatica; gli italiani, furbescamente insediati in quel bilinguismo che era la loro ricchezza e che si trasforma ovunque in un gergo insensato. E, se gli ebrei sono o almeno erano parte della cultura europea, è bene ricordare le parole di Scholem di fronte alla secolarizzazione operata dal sionismo di una lingua sacra in una lingua nazionale: «Noi viviamo nella nostra lingua come dei ciechi che camminano sull’orlo di un abisso… Questa lingua è gravida di catastrofi… verrà il giorno in cui essa si rivolterà contro coloro che la parlano».
In ogni caso, quel che è avvenuto è la perdita del rapporto poetico con la lingua e la sua sostituzione con un rapporto strumentale in cui colui che crede di usare la lingua ne è invece senza avvedersene usato. E dal momento che il linguaggio è la forma stessa dell’antropogenesi, del diventare umano del vivente homo, è la stessa umanità dell’uomo che appare oggi minacciata.
Decisivo è però che quanto più un popolo si smarrisce nella sua lingua, che gli diviene in qualche modo estranea o troppo familiare, tanto meno è possibile pensare in quella lingua. Per questo vediamo oggi i governi dei popoli europei, divenuti incapaci di pensare, imprigionarsi in una menzogna di cui non riescono a venire a capo. Una menzogna di cui il mentitore non è consapevole è in realtà semplicemente una impossibilità di pensare, l’incapacità di interrompere almeno per un istante il rapporto puramente strumentale con la propria parola. E se gli uomini nella loro lingua non possono più pensare, non ci si dovrà stupire se si sentiranno obbligati a trasferire il pensiero all’intelligenza artificiale.
Va da sé che questo smarrimento dei popoli nel linguaggio che era la loro dimora vitale ha innanzitutto un significato politico. L’Europa non uscirà dal vicolo cieco in cui si sta chiudendo se prima non ritroverà un rapporto poetico e pensante con le sue parole. Solo a questo prezzo una politica europea – che oggi non esiste – diventerà eventualmente possibile.
Giorgio Agamben, 11 ottobre 2024
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