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Poggibonsi, i Carabinieri individuano gli autori della rapina ad un esercizio commerciale.
Poggibonsi, i Carabinieri individuano gli autori della rapina ad un esercizio commerciale. I Carabinieri di Poggibonsi hanno scoperto gli autori di una rapina commessa il 24 febbraio scorso, in quel centro, ai danni di un negozio di ferramenta. All’ora di pranzo due uomini a bordo di un furgoncino di proprietà della ditta per cui lavoravano, si erano fermati davanti ad una ferramenta di Poggibonsi con lo scopo di introdursi nel negozio, ancora chiuso per la pausa pomeridiana. Dopo aver forzato ed essere entrati da una porta laterale, erano andati a colpo sicuro al registratore di cassa non sapendo che, nel retro bottega, c’era uno degli impiegati intento a consumare il pranzo. Il dipendente, attirato di rumori, aveva evidenziato molto coraggio ed aveva cercato di fermare i due malfattori, arrendendosi soltanto quando uno dei due aveva preso una mannaia da uno scaffale, minacciando di colpirlo. Così, sotto la minaccia dell’arma, i due rapinatori erano riusciti a guadagnarsi la fuga. Il commerciante aveva chiamato il 112 e, di lì a poco, era arrivata la pattuglia della Stazione Carabinieri di Poggibonsi che, fatti i primi accertamenti e acquisito le immagini del sistema di videosorveglianza, aveva lanciato l’allarme antirapina a tutti le pattuglie della zona attraverso la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Poggibonsi. È così che, essendo scattato il piano antirapina con l’attivazione di tutti i Comandi limitrofi, dopo circa tre ore, i due presunti rapinatori sono stati fermati dai Carabinieri di Pontedera nella provincia di Pisa. Grazie al lavoro di squadra e di collaborazione tra i reparti, l’operazione si è conclusa positivamente con il recupero della refurtiva. I due sospettati sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Siena per il reato di rapina impropria a mano armata.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Non ricordavo un sabato così noioso
#fatemi compagnia#la noia#noia#tanta noia#che noia#quarantena#coronavirus#compagnia pomeridiana#compagnia#sabatoalternativo#sabatoacasa#sabatopomeriggio
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Compagnia pomeridiana?
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Comunque oggi mentre rientravo dalla pisciata pomeridiana col cane (nel senso che vado a pisciare con lui, ci teniamo compagnia) una mia vicina di casa mi ha salutata dalle scale dicendo che le fa impressione non potermi più toccare e che questa cosa le manca.
Ora, io non ricordo di essere mai stata toccata, quindi questo aggiunge un dettaglio interessante alla storia: quando cazzo mi toccava questa? Ma poi al punto tale che evidentemente LE MANCA toccarmi, cioè era diventata una cosa abitudinaria a suo avviso. Io le volevo dire che non vivo più in questo palazzo da tempo, ma ho lasciato stare e le ho risposto “Torneremo a toccarci”, come se fosse una conversazione normale.
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[Dal diario cartaceo]
09.06.19 16:21
Parco "delle oche". Caldo torrido, fortunatamente ho trovato un posto all'ombra. Sono passato da N. per recuperare tabacco, filtri, cartine ed il mio cellulare che per sbadataggine, ieri al lago ho lasciato a S.
Avrei dovuto vedere D. ma era una giornata "no" per lui, in più la sua gamba non è messa bene.
Avendo con me soltanto un paio di monete, mi sono dovuto recare alla macchinetta per fare un dannatissimo biglietto, macchinetta a 18 minuti da qui, sotto il sole cocente. C'è più vita di quanto mi aspettassi, soprattutto di domenica al parco. Una coppia d'anziani é sdraiata all'ombra, su asciugamani, a farsi la penichella pomeridiana, qualche altra anziana signora si prende le panchine migliori, le oche scorrazzano qui e là liberamente. I senza tetto non mancano mai, stesso per i tossici che s'avvicinano a chiederti il famoso "euro per il treno".
Parecchi ragazzetti di diversa nazionalità giocano a pallone.
Ho mangiato tre fette di melone a pranzo, sto iniziando ad avvertire la fame assieme alla stanchezza.
Mi si è avvicinato un signore, una mezz'ora fa, subito dopo aver fatto il biglietto, chiedendomi una sigaretta. Ricordava molto il vecchio Charles dal modo di fare. Ha allungato la mano raccogliendo quasi un pugnetto intero di tabacco il bastardo, filtro e cartina. Penso mi abbia ringraziato almeno tre volte. Puzzava di vino ma non era fradicio, ubriaco ma non fastidiosamente, sulle sue ecco.
Qui invece, uno dei tossici ha appena chiesto al gruppetto di ragazzetti il pallone, calciandolo volutamente in direzione della coppia di anziani, mancandola. Non perdendosi d'animo, con i mocciosi sghignazzanti a godersi la scena, decide di ritentare, questa volta però prende entrambi in pieno. I due settantenni a quanto pare, decidono d'ignorare la pallonata senza battere ciglio e muovere un muscolo. L'uomo invece tira altre due pallonate in quella stessa direzione continuando ad esclamare "non si svegliano, eh!" seguito da un paio di bestemmie.
La situazione mi sta infastidendo.
Quarta pallonata: mi alzo e calcio il pallone in strada per poi andare alla fermata dell'autobus.
L'autobus in questione non ferma da me, opterò per quello delle 17:25.
Ho scelto una panchina questa volta, lontano da palloni e persone moleste. Questo parco mi ricorda l'infanzia. Abitavo qui un secolo fa, solo non ho memorie della casa, dei miei genitori assieme, del tempo passato.
Ci sono cigni intenti a lavarsi, altri invece sono infastiditi da delle bambine che con dei bastoncini, tentano di colpirli.
Necessito d'acqua ma quel punto del parco è decisamente troppo affollato per i miei gusti. Alle volte trovo assurdo come riesca a passare per "alieno", unicamente perché in mano stringo un cellulare ma un quadernetto nero. L'aria sta iniziando a farsi leggermente più respirabile; ho il piacere della sua compagnia. Sono certo d'avere una formica nella maglia. Dopo svariati tentativi inosservati di cacciarla fuori, sono arrivato a conclusione che nel 90% dei casi verrà a casa con me.
C'è una coppietta, appena aldilà del piccolo stagno, avranno su per giù 15-16 anni. Mi sorprende piacevolmente: semplici, imbarazzati. Nulla a che vedere con la marmaglia d'oggi. Ogni tanto lei appoggia la testa sula sua spalla, il ragazzo sorride. Qualche abbraccio discreto ogni tanto, un timido bacio. Sembrano essere interessati a qualsiasi affermazione uno dei due faccia.
Sto iniziando a sentirmi a disagio, l'autobus è tra mezz'ora. Penso camminerò fino alle fermate precedenti, giusto per perdere tempo e non rimanere qui.
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compagnia pomeridiana? 🌸
#chat#compagnia#parlare#livechat#noia#domande anonime#anonimo#combattere la noia#ask me anything#compagnia pomeridiana
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Noia pomeridiana, chi mi tiene compagnia?
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Compagnia pomeridiana?🐿️
#frasi tumblr#amore#citazione#love#solitudine#ragazzo solo#ragazzo#cercasi compagnia#fatemi compagnia#compagnia#nuove compagnie#fatemi qualche domanda#fatemi una domanda#domande anonime#fatemi domande#domande#ask to tag#ask blog#send me asks#boy#cute#single
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Raga, qualcuno che vuole farmi compagnia?
Odio profondamente la domenica perché si trascina con sé la noia più totale.
Al cuoricino contatto io, altrimenti fate voi.
#fatemi compagnia#compagnia#nuove amicizie#send me anon#send me questions#send me asks#send me messages#messagges#messaggi#compagnia pomeridiana#compagnia notturna
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Iniziazione di ex collega vergine. Nello specifico (non sto ad elencare le motivazione Psicoanalitiche), vi voglio coinvolgere con la mia Storia realmente vissuta con una splendida DONNA MATURA ( intendo che con la mia non più giovane Collega con 22 anni di differenza con il sottoscritto), che per motivi di privacy chiameremo ANGELA .La conobbi in uno studio medico di un collega dopo una sostituzione comune e devo dire che sebbene poco curata, mi attizzava moltissimo malgrado non curatissima, ma comunque una vera Femmina , la classica cavalla , alta, bionda con capelli ricciuti, occhi azzurri, labbra carnose e leggermente in sovrappeso nei punti giusti, tanto che ricordo, che fui ipnotizzato in un primo momento dalla vista del suo culo sebbene fasciato da pantaloni; entrando in discorsi sempre più confidenziali una volta finita la serata di visite, ci intratenemmo a chiacchierare soli nello studio, e la mia sensibilità percepì i reali desideri di questa Donna, e più di una volta quella sera fui tentato di palparla, ma non conoscendo la reazione e un pò per non bruciare le tappe decisi di procrastinare ed aspettare un sua reazione o segnale in tempi diversi; mi colpiva il fatto, e mi intrigava come Donna seppure non bellissima , ma nemmeno da " buttare" ella confessò di non avere avuto mai rapporti sessuali, oltre a qualche flirt di gioventù, naufragato ,nel senso che mi parlò di un vecchio spasimante, che poi all' improvviso lasciò l' Italia per essere assunto in una compagnia di volo.Oltre questa parentesi,mi confidò che negli anni , non abbia mai avuto un compagno, un fidanzato, o quantomeno fosse stata sposata e senza prole , in poche parole tutta Casa e Chiesa. Successivamente scopriì che era vergine e dedita a masturbarsi ( di voglie ne aveva, eccome ne aveva....), ma mai avuto un reale rapporto sessuale completo a suo dire, e dagi sguardi e dai discorsi incentrati sulle sue remore e "Dighe" morali riuscìì a capire che ella era rimasta single, e di aver abbandonato l' idea del matrimonio per diversi motivi che le avevano raffoforzato l' idea di rimanere celibe; ( gli studi in Medicina, essere rimasta orfana di padre in giovane età, l' aver frequentato nel tempo libero ambienti " Cattolici" e aver frequentato uomini poco convinti, o sacerdoti, ed addirittura come amico del " cuore" un Gay dichiarato, come compagno di studi in Medicina e lo stesso, assiduo frequentatore della sua casa), motivi di delusioni e mancanza di veri uomini decisi, che avevano inciso notevolmente sulla decisione di dedicarsi solamente agli studi e successivamente al lavoro, ed alla anziana madre assistita durante le sue assenze lavorative da una badante Ucraina ; nessun uomo era riuscito a fare breccia, ad apprezzare le sue potenzialità, e un poco per la sua apparente negazione del maschio e molto derivante dal fatto che apparteneva ad una generazione un poco bigotta condita da frequentazioni da Uomini da Seminario o addirittura Gay , e sui suoi desideri reali e sulle sue aspirazioni Sessuali incominciai a capire che bastava fare un poco di breccia e si ....sarebbe aperta tutta! Ci�� avrebbe dovuto confermare la teoria, che le persone represse, nella fattispecie Donne, dalla morale Cattolica laica, fossero delle PORCELLE.... Le spiegai che essendo una Donna bella e appetibile avrebbe dovuto valorizzarsi nella sua femminilità.Il fatto che le piacessi come Uomo, era diventato palese, e in comune condividevamo non solo la professione, ma anche il fatto di essere entrambi figli unici. Le spiegai l' effetto che avrebbe avuto, se avesse incominciato ad " osare" , nel senso di incominciare ad essere più "femmina" con l' abbigliamento; le confidai che avrei perso la testa immaginarla per esempio in autoreggenti con delle calze a rete, tanto per incominciare ; nei suo occhioni azzurri si accese una luce diversa ed ella stessa mi guardava con occhi diversi.Mi ripromisi di contattarla per andare a trovare un giorno a casa sua,dove viveva con la madre anziana e la badante.Dopo qualche giorno presi appuntamento per un caffè a casa sua: l' accoglienza fù calorosa e già dalla porta mi si getto al collo abbracciandomi calorosamente.Tratti Nordici , belle labbra, un poco rassomigliante ala pornostar Marina Lotar, anche se per il resto era il tipo di donna che non si valutava, e il sex appeal che permeava in lei ,era come sotto ad un coperchio di una pentola pronto ad esplodere.Vestita in Tuta ginnica, apprezzavo le sue rotondità, in quanto il sovrappeso la rendeva più attrente e maiala....I nostri discorsi erano sempre più spinti, presi da un eccitazione che abbracciava entrambi.Ad un certo punto, forse" poco" involontariamente, mi mise la mano sul pacco dei pantaloni che nel frattempo era cresciuto un pochino; di questo gesto compresi che era maliziosa ed eccitata e non mancai un palpeggiamento del sedere nel momento di prepararmi il caffè per valutarne la reazione che chiaramente fù positiva in quanto non si oppose e probabilmente la eccitava ancora di più..Le proposi di incominciare a valorizzarsi e ad essere più femminile e a quanto pare, di femminilità ne serbava parecchia visto che nel proseguio,incominciò a curare i capelli rendendoli lisci con la piastra,a smaltare le unghie,e a curare il suo corpo per troppo tempo mortificato oltre a indossare calze a rete con autoreggenti, velate, perizomini a ragno, e body mozzafiato.Optammo quindi per un primo incontro esterno e le proposi ,per l' uscita in auto di indossare autoreggenti per valutare meglio il potenziale delle sue gambe, mentre estasiata aspettava si notava la sua eccitazione fisica e mentale.Nella nostra prima uscita, lei si presentò in gonna, ed essendo ancora in fase di sperimentazione, a colpo d' occhio dall' esterno non sembrava palese la trasformazione radicale che si manifestò di seguito. Ci appartammo per quella occasione dentro l' auto su una spiaggia sul litorale, e lì dopo aversi limonato, la invitai a scoprire le coscie e a sollevare la gonna; meravigliosamente indossava un reggicalze con calze a rete mi pare e una mutandina fucsia che metteva in evidenza un figone imperiale e cespuglioso di colore biondo rossiccio; incominciai a ficcare le dita nella figa per saggiare la consistenza, e le proposi di reclinare il seggiolino in quanto intendevo praticarle un cunilingus, che da lì a poco la lascio fradicia, con lei mugolante come una vacca, lasciando colare un fluido che per quanto avidamente cercai di bere , colò copiosamente sul sedile lato passeggero.....era estasiata; avevo innes**to in lei la miccia che nel seguito si rivelò una bomba al tritolo.Assistevo col passare dei giorni ad una vera e propria trasformazione, di questa donna che incominciava a sfoggiare quella femminilità da tempo repressa. In una uscita pomeridiana di qualche settimana dopo, la portai nel villino di campagna dei miei genitori abitato all' epoca solo in estate;l' abbigliamento di Angela diventava sempre più arrapante; con una gonna al ginocchio, magliettina, calze a rete autoreggenti e stivali, e perizomino; selvaggiamente incominciai a metterle le mani nella figa appena giunti nella cucina della casa di campagna, e lì messa a pecorina con un cazzo a mille che si induriva solo a toccarla, la penetrai in figa; la cosa che mi stupì, che pur essendo vergine, non notai sangue o resistenza alla penetrazione; infatti per un pò nutrivo dei dubbi sulla sua verginità o almeno su quello che mi aveva detto e pensai che i casi fossero 2 o meglio 3. Può darsi che nella masturbazione avesse perso la chiusura dell' Imene? O ppure data la lassità dei tessuti può darsi che l' Imene si fosse atrofizzato o quanto meglio avesse avuto qualche rapporto sessuale , e lei non cosciente avesse perso l' itegrità dell' imene. In ogni caso non me ne fregava nulla ed ero deciso di fare tutta mia quella vaccona.Sempre a pecora sul tavolo accennai una penetrazione anale che a lei sembrava il preludio di qualcosa di piacevole. Ricordo che disse " E questa cosa è? " E' la penetrazione anale cara, " oggi te lo ho solo appoggiato poi pian piano lo faremo entrare tutto". Dal tavolo passammo sul letto, e dopo averla scopata ancora in figa, non seppi res****re e al momento che provai a farmelo succhiare le ejaculai sul viso unq quantità enorme di sperma, e la sua esclamazione felice fu: " ORA MI HAI BATTEZZATA!!!!" Oramai eravamo in un vortice di passione e lussuria; gli sms scambiati a sfondo erotico e piccante, erano incentrati sull' abbigliamento con cui ella si sarebbe fatta trovare, e anche sulle istruzioni di come avesse dovuto imparare a farmi i pompini o come avremmo giocato, con degli oggetti comperati da me in un sexy shop., (comperai un bifallo di silicone figa/culo, delle palline cinesi e un vibratorino a pile .Aver rotto il ghiaccio, significava che molti pomeriggi , negli orari in cui la badante usciva , e poi anche con lei, con noi presente chiusi nello studio , erano diventati di fuoco.Già varcata la porta di casa sua, mi baciava appassionatamente, e le mie mani si insinuavano tra l' elastico della tuta ginnica che indossava per casa, e da lì nell' elastico degli slip,incominciavo a palparla il culo, con una vera e propria ossessione, le mie dita penetravano il buco del culo, diventato l' oggetto principale dei miei desideri.Intenta a prepararmi il caffè, l' assaltavo di spalle, infilando la mano negli slip, e sovente introducevo un dito o due nel buco del culo; nella frenesia un giorno mi procurai un portasigaro ovale di alluminio, che le infilai a secco a mò di stantuffo.Dopo il caffè sigaretta e via, il preludio era che chiusi in cucina ci appartavamo in una veranda , separati dalla cucina solo da una porta a soffietto, e lei abbassati pantaloni della tuta e slip, si piegava a 90° per permettermi la penetrazione anale; bello in in invermo ma in estate il caldo soffocante ci faceva spostare successivamente in salotto, dove denudatasi della tuta, e imponendomi di togliermi i pantaloni , si appoggiava sulla scrivania, mentre con le sue mani si allargava le chiappe per spalancare ancora più oscenamente il buco del culo, divenuto oramai fonte del mio piacere e del suo, visto che si definiva la mia Geisha. La rimproveravo di non sapermo spompinare così, un pomeriggio, nell' attesa che uscisse l' ennesimo caffè, mi si inginocchia davanti, mi abbassa slip e pantaloni, e mi tira un pompino d' assaggio magistrale con bevuta incorporata; lei soddisfattissima del piacere procuratomi, esordisce con espressione da troia che non potrò mai scordare: " Mhh sono bagnatissima, vado in bagno a togliermi gli slip che sono fradici, ma che li rimetto a fare? , tanto!!!!!""""Di sovente chiusi nello studio, le mostravo dei film porno scaricati da Internet , a scopo di eccitarla e istruirla, anche se già in cucina, dopo la sigaretta aveva preso l' abitudine di slacciarmi la cintura dei pantaloni e abbassatomi gli slip incominciava ad indurilo con i suoi pompini salivosi. Una mattina decidemmo di passare in un Albergo a Pompei, e giorni prima la istruisco su come deve prepararsi.Nel frattempo lei mi premette che una volta in camera indosserà una catsuit da infarto che aveva precedentemente acquistato a Napoli.Lè dò istruzioni dettagliate, e le ordino di introdurre le palline cinesi acquistate al sexy shop qualche mese prima. Giunse all'a appuntamento truccata e vestita come una Troia da marciapiede; con il viso stravolto, nei chilometri da Salerno a Pompei a causa dei continui orgasmi vaginali che le palline cinesi le avrebbero provocato per tutto il tragitto.Giunti infatti in una piazzola antistante l' albergo, le introduco una mano negli slip, e mi accorgo che è fradicia, inquanto le palline cinesi ad ogni movimento l' avranno stimolata provocandogli circa tre o quattro orgasmi.Giunti in camera, il tempo di cambiarsi e mi ritrovo un troione, e lì ci dò di brutto in culo, figa e bocca. In un altra occasione deciso ad abituarla alle doppie penetrazioni, prima di passare a prenderla mi procuro due cetrioloni di 24 cm. di lunghezza e5 di circonferenza; a pecora dopo averle insalivato il buco del culo e la figa le ficco il cetriolone più grosso in culo e l' altro in figa; lei gode e geme come un ossessa, e mi dice " fai quello che vuoi con me!!!"" Era proprio quello che volevo.... I pomeriggi in casa erano comuque diventati la regola.... Figurarsi noi in Cucina, e la madre anziana e badante in salotto.....con una mano mi fiondavo attraverso la tuta con le mie dita nelle sue mutandine , e le penetravo culo e fica a forbice mentre lei di spalle continua a preparare sto caffè; fica bagnatissima mhhh....Altro che caffè, mi trascina sul balconcino coperto della cucina,chiudiamo la porta a soffietto che ci divideva mentre io abbassonadogli la tutina,la dispongo a pecora.....leccatina al figone peloso che era immenso e bello ,con un clitoride che sembrava un chiodo, due labbra vaginali a ventosa, e dopo scopriro che non era l' unica prerogativa che ella possedeva.Il mio Cazzo di Marmo fuori dagli slip e voilà, "Come è grosso"! esclama lei ... Sembravo un minatore che scopriva una miniera vergine.... Introduco in Vagina morbida come burro.Di un fatto è certo, lei godeva ,godeva e ,godeva, e così decisi che sarebbe stato il mezzo delle mie aspirazioni viziose, verso una Donna che ribolliva chissà da quanto tempo.....Il Culo e le Tette saranno state belle, ma il l culo in quella donna meritava una profonda ispezione......Sembrava una Pornostar navigata.... Che spettacolo! Ogni volta che rivedo le foto è Tachicardia.Passa il tempo e ella si fà sempre più spigliata e acconsensiente ad ubbidire alle richieste del suo Padrone Sessuale.Incomincia ad acquistare intimo da far impallidire una pornostar,e nelle foghe dei nostri incontri diviene sempre più maiala , Il Culo di Angela sembrava oramai il traforo del Frejus....Così abituata, che oramai, il rapporto iniziava quasi sempre con la penetrazione anale, e quando stanca, chiedeva di accoglierlo in bocca!!!! Dal Culo alla bocca..... Le mie leccate al suo figone cespuglioso erano colate di gelatina e umori che mi rimanevano impresse per giorni in viso per via del suo acre odore.Che Porcella, una così non la troverò mai più!!!La cosa che più mi eccita a distanza di anni, è la voracità di questa donna che passava dal cazzo stantuffato nel culo, alla bocca, in un turbinio di emozione furiosa da ninfa e satiro. L' unica elemento che la disturbava era il mio fidanzamento( della DONNA che sarebbe diventata poi moglie!!!!!), dovuto alla gelosia; gelosia che proverebbe da chiunque donna dell' universo che si concedesse totalmente anima e corpo ad un unico uomo non peraltro altro essendo stata mai con un uomo, che possa aver avuto nessuno tipo di rapporto prima che incontrasse mè fù l' elemento di cui ella si era legata a me in una dipendenza psico-fisica senza precedenti,rafforzato poi dall fatto appunto radicalmente morigerata per quanto riguarda i rapporti con gli uomini, senza nulla togliere che ella probabilmente si masturbava .Era proprio la classica zozzona affamata,visto che nessun uomo avrebbe mai impegnato o ella probabilmente, non avrebbe mai pensato di essere scoperta per le sue non più tanto platoniche amorose fantasie da idealismi finalizzati al matrimonio, ma per l' istinto del sesso e della pulsione che negli esseri umani è fisiologico.;il senso del possesso pervade quando l' Eros raggiunge alti livelli!!! E' inevitabile come fù inevitabile il mio matrimonio che s**tenò in lei la causa della nostra avvenuta separazione.Graduale ma era diventata possessiva al pari di quel che si concedeva.Era comunque diventata una pigliacazzo a briglie sciolte.Particolare ricordi di episodi degni di essere inseriti nelle scene di un film.Le inculate con Angelika erano all' ordine del giorno,tanto che oramai il suo culo era completamente alla mia stregua e pure lei aveva sviluppato un gusto per la penetrazione anale senza precedenti.I nostri giochi erano conditi non solo dalle sue misè provocanti che avrebbero fatto ingrifare chiunque, ma non mancavano mai il bifallo di gomma e un vibratore a pile, divenuto troppo piccolo oramai per lei.All' occorrenza lei stessa al mercato ortofrutticolo, si muniva di carote, ritenute a sue avviso piacevoli nel corso della scopata,quando appunto di bocca pigliava cazzo, e gli altri buchi ravanati da qualche bel carotone.Oltre al fatto che qualsiasi cosa le ordinassi, lei eseguiva.....Le chiedevo di presentarsi talvolta agli appuntamenti o alle mie visite a casa sua in modo troiesco.Spesso senza mutande, o magari con collant aperti a strappo nelle zone calde, e da sotto senza slip.Era diventata non sò come spiegare, senza freni, tanto che è nella mia mente, una mia visita a casa sua, negli ultimi periodi di frequentazione, che devo dire malgrado a distanza sono ancora abbastanza perplesso.....Era un periodo in cui l' anziana madre era allettata per un post intervento che da lì a poco avrebbe fatto sì che la Signora Mamma di Angelika lasciasse il mondo dei viventi.Era appunto allettata e cateterizzata, e malgrado ciò, una mia visita a casa sua uno di quelle mattine mi lasciò di stucco.Dopo che intorno alle 1000 del mattino circa salii a casa sua , la Signora Mamma di Angelika a letto attorniata dalla badante, dalla vicina di casa, tutti intenti a cercare di riposizionare il catetere che spesso nè fuorisciva, ad un certo tratto vedo uscire Angelika dalla sua stanza -studio,in baby doll a spalline cortissimo, scarpe a pantofola con tacco a spillo capelli ricci e occhiali da vista; era praticamete un look da troia, capisco che intendeva eccitare mè, ma così conciata fui colto da imbarazzo dato gli astanti, quando,nell' atto di posizionare il catetere, io davanto l' uscio della stanza, Angelika si inginocchia sul letto dell' anziana madre nell' atto appunto di inserire il catetere, e porgendomi la visione del suo culo da vacca messa così a pecorina da farmi eccitare sotto i pantaloni.Terminata la manovra, e compiaciuta dal fatto di avermi inebetito da qualla sua provocazione, ci chiudemmo nel suo studio, e dopo avermi baciato appasionatamente, chiesi se avesse voluto stendersi per essere scopata in figa, invece lei pretese di essere inculata a fondo con lei appoggiata sulla sua scrivania, opponendosi ad qualsiasi tentativo di penetrazione vaginale, in quel momento mi chiedeva di essere inculata .Ed ora sublime quel culo, bello, grosso, accogliente, umido, caldo,era un piacere senza limiti farla appoggiare su quella sua scrivania a pecorina, e con gli umori di figa che le inumidivano il culo, e le sue sbocchinate voraci, dove si impegnava ad insalivare il mio cazzo fino alle palle....Era stupendo sentire i suoi gemiti di dolore e piacere, e ancor più da porca ella stessa divaricava talvolta,con le mani, le chiappe per rendere più profonda la penetrazione che ne seguiva. Di sovente però,,i nostri rapporti iniziavano con le mie leccate di figa,leccate così intense, che sbrodolava umori prima acquosi e poi a gelatina, mormorando spesso, che io ero il diavolo e che lei oramai era dipendente da quel piacere.Anche quando non potevamo incontrarci, ella si eccitava telefonicamente e più di una volta, le ordinavo di ficcarsi una mano in figa e almeno due dita nel culo.Che Porcella, mamma mia !!!! Le ho fatto di tutto, con collant strappati e senza mutande, io ordinavo e lei si faceva trovare. Completini con perizomini ridottissimi, con una bocca che mi spompava con soddisfazione, ricambiando le slinguate alla figa , dove lei oscenamente mi chiamava diavolo tentatore.....Oramai aveva assunto anche nell' aspetto un' aria da Puttana; mi confidò, che una mattina ella aspettava in auto che aprisse l' ambulatorio dell' Aereoporto dove prestava servizio, ed uno sconosciuto in un furgone le si affiancò per chiderle se avesse tempo? " Sai disse mi hanno preso per una Puttana....!!!!!", bhè in effetti un viso da troia mancata l' aveva, ed ora probabilmente emanava quel fascino che le Donne acquisiscono dopo essere state liberalizzate. Scopavamo anche in auto; e in una occassione lei mestruata, fù presa a pecorina sul sedile dell' auto su un posto in collina.Il culo di Angela era diventato elastico e il cazzo la sondva con foja, termnando con degli orgasmi che mi facevano accasciare senza forza sulle sue spalle quando presa a pecora. I suoi pompini erano diventati da vera esperta; succhiava il cazzo come un gelato, insalivando e riempendosi le gote come un frutto del piacere. Acquistava sempre nuovi completini Lingerie, sempre più piccanti da troia, body, calze, capelli stirati a piastra o ricci naturali.Unghie smaltate, pelle idratata, molto diversa da come l' avevo conosciuta. Se mi riceveva in Casa di sovente si copriva con una tuta ginnica e da sotto abbigliata come una troia. Se uscivamo,si preparava con calze a rete e stivali, magliette aderenti, con da sotto perizomi talvolta troppo stretti per via del suo giro vita; ciò rendeva quel figone uno spettacolo eccezionale alla vista e al tatto e al cazzo......Altro che Monaca; da allora non si sarebbe più confessata dal prete....La sogno ancora anche se ci sentiamo telefonicamente.
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1 ott 2020 08:30
"ALBERTO SORDI? ERA UN MASCHILISTA" - PAOLA COMIN, ADDETTA STAMPA DI 'ALBERTONE', AI “LUNATICI” DI RAI RADIO2: "PENSAVA CHE IL REGNO DI UNA DONNA FOSSE LA CASA, MA AMAVA LE DONNE E LE RISPETTAVA. OVUNQUE FOSSIMO, DOVEVA FARE LA PENNICHELLA POMERIDIANA. HA RINUNCIATO A CONTRATTI MILIARDARI PUR DI NON FARE PUBBLICITA'. NON SI E' MAI SPOSATO PERCHE' DICEVA CHE LE TENTAZIONI NEL SUO MESTIERE ERANO TROPPE. A MAURIZIO COSTANZO DISSE CHE IL 'COSTANZO SHOW' SAREBBE STATO UN FLOP. NON ERA TIRCHIO, MA PARSIMONIOSO. PRIMA DI MORIRE MI DISSE..."
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Da I Lunatici Radio2 https://www.raiplayradio.it/programmi/ilunatici/
Paola Comin, storica collaboratrice di Alberto Sordi, è intervenuta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta dal lunedì al venerdì dalla mezzanotte alle sei del mattino.
La Comin è stata l'addetta stampa di Alberto Sordi per molti anni e sull'Alberto nazionale ha dichiarato: "Il rapporto di Sordi con la notte? Buono, poteva fare tardi se la compagnia era piacevole e la serata era divertente. Poteva andare avanti a oltranza, a parte le nottate di lavoro. Lui però aveva una regola alla quale non poteva soprassedere, quella della pennica pomeridiana.
Si chiudeva in camera, anche se eravamo in giro per il mondo, a casa sua o in albergo, veniva che venissero chiuse tutte le persiane, e doveva fare il suo riposino, completamente al buio. Si metteva il pigiama e andava a dormire, se entrava la luce gli dava fastidio. Quando girava dormiva nel camper o in camerino, mangiava velocemente e poi si faceva mezzora, quaranta minuti di riposino. Altrimenti non riusciva a reggere la giornata".
Altri aneddoti su Sordi: "Si svegliava presto, vedeva 'Unomattina'. La prima volta che l'ho incontrato? Mi ero preparata tutto, lui era un mito, sciolse tutto alla prima stretta di mano, alla prima occhiata, ci siamo dati subito del tu. Aveva una serie di collaboratori e due grandi amici, Piero Piccioni e Rodolfo Sonodo. Con tutti i collaboratori aveva un rapporto di grandissimo affetto e di grande rispetto. Devo essere sincera, era un maschilista, figlio della sua generazione. Ma aveva un grande amore e rispetto per le donne.
Era maschilista perché sosteneva che il regno della donna fosse la casa, pensava che solo a casa la donna potesse essere realizzata. La sua villa a Roma, aperta al pubblico il 16 settembre e visitabile fino al 31 gennaio, era meravigliosa, quella casa è stata acquistata da lui, con i suoi guadagni, ma è stato il regno delle sorelle, Aurelia era la regina di quella casa. A casa lui era rimasto il figlio più piccolo, il fratello attore, aveva verso le sorelle un rispetto, quasi una sottomissione, direi commovente".
Ancora Paola Comin: "Sordi disse a Costanzo che il Maurizio Costanzo Show sarebbe stato un flop. Pensava che stare seduti in un teatro davanti al pubblico non avrebbe funzionato. Poi è andato ospite tante volte. Per la sua generazione star seduto davanti al pubblico non andava bene.
Aveva un rispetto totale e assoluto per il pubblico. Ha rifiutato contratti miliardari per la pubblicità, diceva che non sarebbe stato corretto nei confronti della gente, era consapevole che tutto quello che aveva lo doveva all'amore della gente. Pensava che poi il pubblico non lo avrebbe più rispettato. Per Alberto Sordi era assolutamente impossibile fare una passeggiata in giro per Roma. Una volta andammo vicino a Piazza del Parlamento, da un ottico, immediatamente lo riconobbero, volevano gli autografi, non c'erano ancora i selfie. Lui non camminava mai per Roma, non era possibile".
Sui rimpianti di Alberto Sordi: "Non ne aveva. Gliel'ho chiesto parecchie volte, lui ha scelto con tutto se stesso di fare questa professione. Si è dedicato al lavoro e al pubblico, diceva che si se si fosse sposato non avrebbe potuto essere un buon marito, diceva che c'erano troppe tentazioni nel suo lavoro. E aggiungeva che se avesse avuto un figlio, lui avrebbe voluto educarlo. Ma come avrebbe fatto se doveva stare fuori per mesi a girare dei film? I suoi film erano i suoi figli"
Sulla leggenda legata all'essere tirchio: "Conosceva il valore dei soldi, era parsimonioso, ma anche molto generoso. Faceva beneficenza, ma in modo anonimo e silenzioso. Viveva in una villa, con sette persone di servizio. Non si faceva mancare nulla. Cosa mi disse prima di morire? 'Non ti preoccupare, sta arrivando la bella stagione e io starò meglio'".
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All’inizio era il nulla. D O decise che non si poteva avere tutto quello spazio e lasciarlo vuoto, era un vero spreco, si rischiava l’esproprio proletario. Dapprima fu il caos. Si guardò intorno e mormorò: “Bella minchiata, ora mi tocca ripulire” Si mise di buzzo buono e in sette giorni, D O riordinò e disegnò nel bianco latteo del nulla, sette righe che generarono sei spazi (sette giorni per disegnare sette righe? Dritte spero). Si accorse di aver saltato il week end e stizzito, cancellò due righe come memorandum. Nacque così il pentagramma, una sorta di pentapartito, ma che funziona. Quando si alzò dal divano, dopo la pennichella pomeridiana, diede un’occhiata al suo operato. Cominciò a saltellare da una riga all’altra, fermandosi ora in uno spazio ora in un altro. Si divertì così, per cinque, dieci minuti al massimo, ma poi si accorse di quanto fosse monotono tutto quel ciondolare senza scopo. Si senti solo e vuoto. Si depresse. Abusò di alcool, marjuana, hascisc, cocaina e eroina, ma a nulla valse quel suo girovagare di allucinazione in allucinazione. Nella disperazione più nera arrivò persino a considerare i fiori di Bach e la cromoterapia. Niente non ne veniva a capo. Pensò e ripensò, pensò e ripensò, quando ad un tratto, una folgorazione: “Non sarà che per ovviare al problema della solitudine io debba trovare compagnia?” (quando si dice: il genio) D O si mise alla scrivania e iniziò a fare delle prove: “Hmmm così non va… no così no… ma vahh… ma che merdata… PHUAA!!!… ma porc… se vabbeh, quadrato…” Un altra illuminazione gli permise di capire che, prendendo se stesso come esempio di base e applicando delle piccole variazioni, sarebbe stato semplice plasmare qualcuno con cui far bisboccia e… arricchire la sua esistenza certo. D O si fece un selfie e creò a sua immagine e somiglianza sette creature, dando origine alla Compagnia del Pentagramma (abbreviato: Note, non chiedete perché, mistero della fede) e diede un nome ad ognuna di loro. La prima la chiamò in suo onore, Do (ma tutto attaccato) la seconda Re, la terza Mi, la quarta Fa, la quinta Sol, la sesta La e l’ultima Si (la coincidenza nei numeri: sette sono i peccati capitali e sette le virtù e sette le piaghe d’Egitto e sette i mari e sette sono i nani). Ad ognuna di loro assegnò un alloggio, riga o spazio che fosse e visto che rimanevano uno spazio e una riga vuote, la sua lungimiranza snocciolò così, per non saper ne leggere ne scrivere, il secondo estratto. Mi secondo estratto e Fa secondo estratto. Bona li!!! E mo’? Mah!!! Ognuno dal suo balconcino guardava gli altri e poi intorno e intorno non è che ci fosse molto da vedere, bianco a perdita d’occhio, non c’era iterazione. Un sorriso imbarazzato, un colpetto di tosse, occhi pensierosi rivolti al… su. D O doveva pensare a qualcosa (era sfinito, si stava rompendo i coglioni di tutto sto pensamento). Mumble, mumble, mumble, mumble, muginava e rimuginava ma non riusciva a venire a capo di quel momento d’impasse. Gli venne in mente di tutto: da una bella riunione di condominio al bingo, ma nulla sembrava la cosa giusta per quella compagnia. “Basta, mi sono rotto e ho il mal di testa, forgerò qualcuno che si prenda la briga di creare per me, voglio riposare e non fare più un cazzo!!!” Così D O decise di dar vita a una creatura al di sopra delle parti e che pensasse per lui: impastò gli ingredienti di cui era in possesso e partorì, senza dolore, l’Omino di Zenzero (prima lezione nei corsi di animazione in 3D), aggiunse una folta e lunga capigliatura, un abito improponibile e due mani fornite di dita, rimirò la sua creatura e disse: “Ecco qui, ho creato il Musicista.” (Azz…) Dapprima fu il Batterista, un tipo di musicista primordiale, tera tera!!! Il Batterista, guardò la Compagnia del Pentagramma, si grattò la testa, non ci capì un cazzo e la mise da parte (prendi l’arte…), prese la prima cosa che gli capitò in mano (due bastoncini di legno) e cominciò a pestare su qualsiasi cosa gli capitasse a tiro, dai bicchieri della coca cola ai porta tovaglioli, dai cuscini del salotto alla batteria di pentole antiaderenti della mamma (creatura mitologica e santa, inventrice, tra l’altro, dei tappi per le orecchie). Il Batterista era si primitivo, ma non del tutto stupido e si costruì un set ben organizzato sul quale battere con i suoi legnetti. Cominciò con lo scuoiare bestie di tutti i tipi e inventò il tamburo e così andò fino a quando non intervennero gli animalisti vegani e dovette ripiegare su pelli sintetiche. La fantasia certo non mancava a questo prototipo, da qualsiasi oggetto poteva estrarne l’anima sonora che gli permetteva di giocare con il tempo. Le cose andarono bene per lui fino al giorno in cui arrivarono la Paiste e la Tama e le lacune di questo primate lo portarono quasi all’estinzione. Quella progenie si chiuse in una comunità omologata e standardizzata, perdendo smalto e identità; incrociandosi solo tra consanguinei, diventò malaticcia e pallida… scazzò insomma, tanto che qualcuno pensò e provò a sostituirli con l’elettronica. La Compagnia del Pentagramma, va da se, non era per nulla contenta di essere stata messa da parte senza mezzi termini e cominciò a lamentarsi vigorosamente, così D O, nello scontento generale, creò: Mozart. Diede lui dei tasti bianchi e dei tasti neri e poi disse: “Potrai usare tutti i tasti bianchi che vuoi ma non toccare i tasti neri se non vorrai saggiare la mia ira” Mozart, che già da piccolo era un ragazzino sveglio, pose a D O una D Omanda: “Perchè o Grandissimo tu mi dici ciò? Perché tu mi dai anche i tasti neri e poi mi ordini di non usarli? Avresti fatto prima a non mettermeli davanti agli occhi, non ti pare?” D O visibilmente irritato per essere stato colto in fallo, replicò: “Io ho parlato, questa è la mia volontà e chi sei tu per fare domande a un D O?” E Mozart insolente: “ Dovresti saperlo, mi hai creato tu con questo caratterino, non è che adesso devi fare quello caduto dal pero.” Proferì queste parole sgranocchiando una bella mela rossa con lo sguardo di sfida classico del bambino prodigio. D O a questo punto, incazzato come una mina, pronunciò frasi forti: “BASTA, fai il cazzo che ti pare, ti concederò il libero arbitrio, ma poi non venirmi a dire che non ti avevo avvertito.” E così Mozart rimase solo con i suoi tasti bianchi, gli intoccabili, tasti neri e un serpente arrotolato al suo fianco che il medico locale aveva consigliato come pet terapy. Le sue dita cominciarono a saltellare sui bianconi, prima timidamente, poi con sempre più baldanza fino a che non raggiunse la più totale padronanza del mezzo, mezz’ora dopo. A quel punto le sue mani volavano senza freni e si sa, in un volo senza freni capita di perdere il controllo. I suoi polpastrelli cominciarono a sfiorare i tasti neri senza pigiarli, con leggere carezze, come a stuzzicare la pelle di una giovane donna; il gesto atto ad eccitare lei, si ritorce contro e gli ormoni frizzano come una pepsi appena versata. Sfiora oggi che ti sfiora domani, una delle dita più eccitata delle altre, profanò una delle vergini nere. Apocalisse!!! D O, inverecondo, esplose la sua rabbia scaturendo una sbrodolata di simboli da non raccappezzarcisi più. Chiavi, battute, frazioni di tempo, piano pianissimo, forte fortissimo e poi diesis e bemolle e staccato, saltellante, legato, terzinato… ma va in mona vai!!! E per qualcuno non ce n’era abbastanza e dal tumulto sorse il Chitarrista Rock. Larsen, tapping, wah wah e distorto e forzato e nitrito di cavallo e chi più ne ha più ne metta e poi il Bassista con lo slap, razza meno evoluta del sopracitato, causa un deficit alla nascita (un raggio spazio/temporale più limitato rispetto all’esacorde), una meno pronunciata mania di protagonismo ma una forte propensione all’assurgere, anche ricorrendo a correzioni della propria naturale fisionomia (lifting), per sedere fianco a fianco con la razza superiore. Il condominio della Compagnia del Pentagramma si animò e cominciò ad interagire. E conversazione fu! Dal chiacchiericcio nacque Schoenberg e una dissonanza gergale incomprensibile e confusionaria, che poi venne adottata come lingua ufficiale dalla classe politica. Poi arrivò Stravinsky che regolò le cose facendo coesistere conversazioni diverse regolandone le altezze, la metropoli. Bach, in tutto questo trambusto, cercava di fuggire al pari di Berlusconi che con il suo sassofono prendeva qualsiasi nave salpasse. Bach trovò la fuga Berlusconi no, ma ci andò vicino. D O era furioso e così mise sulle teste dei musicisti una maledizione: la povertà (in realtà erano due, ci fu anche quella della mamma che diceva:”mai con un musicista”, ma non funzionò un granché). Da questa piaga monetaria nacque il musicista jazz, vizioso, sporco con i denti neri cariati dal fumo, piegato su se stesso che nuotava in uno stagno nero e fangoso rotolandosi come una zoccola nella melma e come in ogni stagno che si rispetti, un re ranocchio, che mischiò le carte in tavola e da pappone, diventò colui che portò l’esperanto (l’idioma del futuro genere umano, mai sentito parlare da nessuno tranne forse da me, in versione maccheronica, quando cerco di farmi capire da un nord europeo e in versione spiccia, in Waterworld) a Babele, un certo Miles Davis. Dal nulla D O aveva creato un universo smisurato e bizzarro, dai confini troppo ampi, per essere controllati da uno che si alzava tardi e passava la giornata sul divano a grattarsi. La cosa gli sfuggì di mano e per una distrazione fatale, l’orda barbarica che si era avvicinata alle mura senza essere notata, fece breccia; i Cantanti si rovesciarono all’interno dell’universo di D O, come un travaso di bile. La Compagnia del Pentagramma perse il suo ruolo di protagonista e al suo posto salì sul podio lo specchio, che giorno dopo giorno attraverso la sua lucida vanità accrebbe la forza di quell’etnia fino a trasformarli in front man, coloro per i quali strapparsi i capelli e le mutandine: i belli e impossibili. Da Orietta Berti a Sergio Endrigo, dalla brunetta dei Ricchi e Poveri a Toto Cutugno, dal baffo dei Ricchi e Poveri a Pupo spuntarono come funghi dopo un acquazzone, alimentando il potere di Narciso, il loro dio. L’universo di D O vacillò orrendamente, la Sua immensa galassia si era troppo avvicinata ad un buco nero e rischiava di essere risucchiata. D O con uno sforzo enorme, dato che si era di molto inchiattito, alzò il culo dal divano, richiamò a se tutte le forze e scagliò il suo esercito all’attacco contro quell’infezione emorragica . Lo scontro di questi due super poteri generò Allevi e la sua “O generosa” (colonna sonora e portante della nostra serie A, che uno si chiede come abbiano fatto a giocare al calcio fino ad oggi, senza quell’inno sornione) e tutto fu Fine.
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Ensemble "Il Mondo della Luna" NICCOLO' PICCINNI ABC Armonie Baresi Cosmopolite
Ensemble “Il Mondo della Luna” NICCOLO’ PICCINNI ABC Armonie Baresi Cosmopolite
“AltraDanza studio” diretta da Domenico Iannone coreografo e direttore artistico della Compagnia AltraDanza e l’ensemble “Il Mondo della Luna” diretta da Grazia Bonasìa, musicista, compositore e direttore d’orchestra, sabato 14 settembre 2019, alle h. 18:00, ospiti del Circolo Canottieri Barion a Bari, Molo S.Nicola 5, in una pomeridiana tra appassionati delle arti musicali e teatrali,…
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A volte, siamo la nostra migliore compagnia. A volte, siamo la miglior mano che possa stringerci l'altra. L'occhio destro che guarda con contenimento l'altro occhio. La spalla sinistra ci fa appoggiare mentre scendono le nostre lacrime. Dentro ad una notte, la nostra notte, di cicale e civette, corteccia sul cuore incisa da punte di stilografiche intinte nell'inchiostro di memorie sacre che giocano a rincorrersi nel chiostro dell'anima immensa. Regredire. Protendere. Li conto tutti i miei passi, andirivieni di logiche illogiche, baci del passato, carezze accennate, occhi negli occhi, il tuo sguardo che devia dal mio, il mio che ti fissa la schiena. Soliloqui psicotici. Cuore zigano. Incenerisco come tabacco aspirato dalla bocca del tumulto nostalgico. Senza scarpe, a toccare l'umidità fradicia di pioggia pomeridiana che inonda le narici, violentandole con gli odori zuppi di questa terra. Espiare tra le ortiche, cibarmi di bacche, aggrovigliarmi tra le radici, ché salda sono in questa mia vita ed alle mie radici faccio ritorno dopo le nuvole di passaggio. Sono un arciere che punta alla luna, bella questa sera, disco gigante sfiorato dalla puntina di vecchie radio anni '60, con l'inconfondibile click che preannuncia la musica che presto si diffonderà, rendendosi complice di un invito a ballare nelle balere estive, sussurri come preghiere di vangeli profani, consumati, poi, in squallidi hotel... ché finisce tutto così. Sono già viandante che si ferma in osterie di fortuna alla ricerca d'occasioni di tradimento. Sono il mio stesso inganno, figlia di ricordi e gravida di sogni.
Susanna Casciani
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Salvatemi da questa domenica immersa nei libri.
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