#commercio e istituzioni
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Sala Gremita, all'unanimità Enzo Cirimele rieletto presidente dell'Associazione dei Commercianti del Cristo. A giorni la presentazione del direttivo. Alessandria
In una sala gremita , all’unanimità l’assemblea dei commercianti ha rieletto Enzo Cirimele presidente dell’ Associazione Attività e Commercio del Quartiere Cristo . Nei prossimi giorni sarà presentato il nuovo direttivo . Lungo applauso e complimenti da parte dei commercianti . Cirimele sarà in carica sino a febbraio 2027 .
In una sala gremita , all’unanimità l’assemblea dei commercianti ha rieletto Enzo Cirimele presidente dell’ Associazione Attività e Commercio del Quartiere Cristo . Nei prossimi giorni sarà presentato il nuovo direttivo . Lungo applauso e complimenti da parte dei commercianti . Cirimele sarà in carica sino a febbraio 2027 . Durante la serata è intervenuto il sindaco Giorgio Abonante .…
#Alessandria e sviluppo economico.#Alessandria eventi#Alessandria today#Associazione Commercianti Cristo#associazioni di quartiere#associazioni locali#associazionismo#Attività commerciali#Attività economiche#bilancio associativo#business di quartiere#centro commerciale naturale#commercio e istituzioni#Commercio Locale#crescita del territorio#direttivo commercianti#economia di prossimità#economia locale#elezione presidente#Enzo Cirimele#Eventi Alessandria#futuro del commercio#Google News#imprenditori di quartiere#imprenditori locali#iniziative commerciali#italianewsmedia.com#lavori Corso Acqui#Pier Carlo Lava#quartiere Cristo Alessandria
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ISRAELE IN CAMBIO DEL RITIRO DALLE ZONE OCCOPATE A GAZA RICEVETTE RIPETUTI ATTACCHI! *** 🇮🇱🇮🇱🇮🇱🇮🇱🇮🇱
GAZA: QUELLO CHE MOLTI NON VOGLIONO RICORDARE
Era piu' di 10 anni fa che le televisioni di tutto il mondo mostravano l'esercito israeliano trascinare via a forza i coloni irriducibili giù dai tetti di una sinagoga nella Striscia di Gaza, mentre Israele sradicava gli insediamenti, espelleva i suoi cittadini e ritirava il suo esercito, lasciando ogni centimetro di Gaza ai palestinesi. Non era rimasto un solo soldato, non un solo "colono", non un solo israeliano a Gaza. E non c'era nessun blocco. Anzi. Israele voleva che questo nuovo stato palestinese avesse successo.
Per aiutare l'economia di Gaza, Israele aveva dato ai palestinesi le sue 3.000 serre che producevano frutta e fiori per l'esportazione. Aveva aperto i valichi di frontiera e incoraggiato il commercio. L'idea era quella di stabilire il modello per due Stati che vivono pacificamente e produttivamente fianco a fianco. Nessuno sembra ricordare che, contemporaneamente con il ritiro da Gaza, Israele aveva smantellato anche quattro piccoli insediamenti nel nord della Giudea e Samaria, come chiaro segnale della volontà di Israele di lasciare anche la Cisgiordania e quindi giungere a una soluzione amichevole di due stati.
Questa non è storia antica. Questo è successo 19 anni fa. E come hanno reagito i palestinesi di Gaza alle concessioni degli israeliani, concessioni che nessun dominio precedente, né egiziano, né inglese, né turco, aveva mai dato loro: un territorio indipendente? In primo luogo, hanno demolito le serre. Poi hanno eletto Hamas. Poi, invece di costruire uno stato con le sue relative istituzioni politiche ed economiche, hanno impiegato buona parte di un decennio a trasformare Gaza in un’enorme base militare, piena zeppa di armi del terrorismo, missili sulla popolazione israeliana, tunnel del terrore per fare la guerra incessantemente contro Israele. Aerostati incendiari che hanno distrutto ettari ed ettari di foreste, campi agricoli e riserve naturali.
_Ed ora piangano su sé stessi!_
GAZA: WHAT MANY DON'T WANT TO REMEMBER***
It was more than 10 years ago that televisions around the world showed the Israeli army forcibly dragging diehard settlers off the roofs of a synagogue in the Gaza Strip, while Israel uprooted settlements, expelled its citizens and withdrew its army, leaving every inch of Gaza to the Palestinians.
There was not a single soldier left, not a single "settler", not a single Israeli in Gaza. And there was no blockade. On the contrary. Israel wanted this new Palestinian state to succeed. To help Gaza's economy, Israel had given the Palestinians its 3,000 greenhouses that produced fruit and flowers for export. It had opened border crossings and encouraged trade. The idea was to establish the model for two states living peacefully and productively side by side.
No one seems to remember that, at the same time as withdrawing from Gaza, Israel also dismantled four small settlements in northern Judea and Samaria, as a clear signal of Israel’s desire to also leave the West Bank and thus reach an amicable two-state solution.
This is not ancient history. This happened 19 years ago. And how did the Palestinians in Gaza react to the Israeli concessions, concessions that no previous ruler, neither Egyptian, nor British, nor Turkish, had ever given them: an independent territory? First, they demolished the greenhouses. Then they elected Hamas. Then, instead of building a state with its associated political and economic institutions, they spent the better part of a decade turning Gaza into a huge military base, packed with terrorist weapons, missiles targeting the Israeli population, terror tunnels to wage war incessantly against Israel. Incendiary balloons that destroyed hectares and hectares of forests, agricultural fields and nature reserves.
_And now let them cry over themselves!_
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Vomero: NO alla Ztl! Sì alla riapertura al traffico di piazza degli Artisti e di via Luca Giordano
Bisogna salvaguardare le attività produttive del quartiere collinare, a partire dal commercio Piazza degli Artisti: caos traffico ” In questi giorni viene nuovamente rispolverato un vecchio progetto che già fu al centro di un’aspra polemica che coinvolse istituzioni e cittadini fin dalla fine degli anni ’80, quando rivestivo la carica di presidente della Circoscrizione, vale a dire…
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#Arenella#Comitato Valori collinari#Gennaro Capodanno#Napoli#piazza degli Artisti#via Luca Giordano#via Scarlatti#Vomero#ZTL
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Le principali sfide per avviare un'impresa in Romania e come superarle
La Romania offre agli imprenditori stranieri interessanti opportunità di crescita, grazie alla sua posizione strategica, alla forza lavoro qualificata e allo status di membro dell’UE. Tuttavia, come ogni nuovo mercato, presenta le sue sfide. Imprenditori che vogliono aprire una società in Romania o considerando aprire una società all’estero devono essere pronti a superare gli ostacoli peculiari del contesto imprenditoriale rumeno. Questa guida delinea le principali sfide che potresti dover affrontare e le strategie pratiche per superarle, garantendo un percorso agevole verso il successo aziendale.
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Navigare tra burocrazia e procedure legali
Una delle sfide più comuni per gli imprenditori stranieri in Romania è affrontare la burocrazia. La registrazione di un'impresa prevede più passaggi, tra cui la prenotazione del nome della società, la redazione dell'atto costitutivo, l'ottenimento dei permessi e la registrazione presso il registro delle imprese. Il processo, sebbene semplice in teoria, può essere lungo e complicato a causa di linee guida poco chiare o ritardi procedurali.
Come superarlo:
Collabora con un consulente legale locale che comprenda le normative rumene e possa semplificare il processo di registrazione.
Utilizza piattaforme come Easy Balkans per assistere nelle attività amministrative e garantire la conformità.
Sfrutta le risorse online come il portale del registro delle imprese rumeno per tenere traccia dei passaggi e dei requisiti necessari.
Barriere linguistiche e differenze culturali
Sebbene l’inglese sia ampiamente parlato negli ambienti economici rumeni, gli imprenditori possono incontrare barriere linguistiche, soprattutto quando hanno a che fare con istituzioni governative o fornitori locali. Inoltre, le sfumature culturali nella comunicazione e nelle pratiche commerciali possono rappresentare una sfida.
Come superarlo:
Assumi un consulente o un traduttore bilingue per assisterti con documenti legali e negoziazioni.
Costruire partenariati locali per contribuire a colmare le lacune culturali e promuovere la fiducia nel mercato rumeno.
Prenditi del tempo per comprendere l'etichetta aziendale rumena, che enfatizza la fiducia, le relazioni a lungo termine e la comunicazione faccia a faccia.
3. Understanding Taxation and Compliance
La Romania ha un’aliquota forfettaria dell’imposta sulle società relativamente bassa, pari al 16%, ma il sistema fiscale può comunque essere complesso per i nuovi arrivati. La presentazione della dichiarazione IVA, la gestione delle imposte sui salari e il rispetto dei contributi sociali richiedono un'attenzione particolare per garantire che non sorgano complicazioni legali.
Come superarlo:
Consulta un consulente fiscale locale per comprendere il quadro fiscale rumeno e garantire il rispetto delle scadenze di rendicontazione.
Utilizza un software di contabilità su misura per le normative fiscali rumene per semplificare i processi.
Acquisisci familiarità con le imposte chiave come l'IVA (19%) e i contributi sui salari per i dipendenti per evitare costi imprevisti.
Lacune infrastrutturali
Sebbene le infrastrutture della Romania siano migliorate in modo significativo negli ultimi anni, alcuni settori sono ancora indietro, in particolare nei trasporti e nella logistica. Le aree rurali possono trovarsi ad affrontare problemi di connettività stradale o di accesso incoerente a Internet, che possono incidere sull’efficienza della catena di approvvigionamento o sulle operazioni di commercio elettronico.
Come superarlo:
Concentrarsi sulle città principali come Bucarest, Cluj-Napoca e Timișoara, dove le infrastrutture sono più sviluppate.
Collabora con fornitori logistici affidabili con esperienza nell’affrontare le sfide regionali della Romania.
Utilizza la tecnologia per gestire le operazioni remote, garantendo interruzioni minime nella comunicazione o nei servizi di consegna.
Accesso al finanziamento
L’accesso al capitale può essere difficile per le startup, soprattutto per gli imprenditori stranieri che non hanno familiarità con il sistema finanziario rumeno. Le banche possono richiedere una solida storia creditizia in Romania o garanzie specifiche per concedere prestiti.
Come superarlo:
Esplora le sovvenzioni pubbliche e i programmi di finanziamento dell'UE disponibili per le imprese aprire una società in Romania, come Start-Up Nation o Innovation Norvegia.
Cerca investitori privati o società di venture capital specializzate in mercati emergenti come la Romania.
Unisciti agli acceleratori o agli incubatori di imprese locali per ottenere tutoraggio e supporto finanziario.
Trovare e trattenere i talenti
La Romania vanta una forza lavoro qualificata, in particolare nei settori IT e ingegneria, ma la concorrenza per i migliori talenti può essere feroce. Anche trattenere i dipendenti può rappresentare una sfida a causa degli elevati tassi di turnover in alcuni settori.
Come superarlo:
Offrire salari e benefit competitivi per attrarre i migliori talenti.
Focalizzare lo sviluppo professionale fornendo opportunità di formazione e crescita per i dipendenti.
Utilizza piattaforme online e agenzie di reclutamento per raggiungere un bacino più ampio di candidati.
Incertezza politica e normativa
Sebbene la Romania abbia fatto passi da gigante nella creazione di un contesto imprenditoriale stabile, occasionali cambiamenti politici possono comportare adeguamenti normativi che influiscono sugli investitori stranieri.
Come superarlo:
Rimani informato sui cambiamenti legislativi e su come potrebbero influire sulla tua attività.
Collaborare con le camere di commercio locali o le associazioni imprenditoriali per aggiornamenti sugli sviluppi politici ed economici.
Collabora con un team legale locale per garantire che la tua azienda rimanga conforme anche in caso di modifiche normative.
Costruire reti locali
Stabilire forti legami in Romania è essenziale per il successo, ma può essere difficile per gli imprenditori stranieri che non hanno familiarità con il mercato locale. Il networking è vitale per creare fiducia e garantire partnership.
Come superarlo:
Partecipa a eventi di settore, esposizioni e fiere per incontrare potenziali partner e clienti.
Unisciti a organizzazioni locali come la Camera di commercio rumena o a consigli d'impresa stranieri come AmCham Romania.
Utilizza piattaforme come Easy Balkans per entrare in contatto con esperti e imprenditori locali.
Conclusion
Aprire una società in Romania comporta la sua parte di sfide, ma questi ostacoli sono gestibili con il giusto approccio. Collaborando con esperti locali, rimanendo informati sulle normative e sfruttando l’ecosistema di startup solidale della Romania, gli imprenditori stranieri possono affrontare con successo le complessità di aprire una società all’estero.
L’economia in crescita, la forza lavoro qualificata e l’accesso al mercato dell’UE rendono la Romania una destinazione promettente per imprenditori ambiziosi. Con la preparazione e le giuste risorse, la tua attività in Romania può prosperare, sbloccando nuove opportunità in uno dei mercati più dinamici d’Europa.
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Oscar dell’Innovazione, premio ANGI: a Roma il gotha delle istituzioni e delle imprese italiane
(Adnkronos) – Si è tenuta oggi a Roma la 7ª Edizione del Premio Nazionale ANGI – Oscar dell’Innovazione, presso la storica Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano, nella Camera di Commercio. L’evento, organizzato dall’Associazione Nazionale Giovani Innovatori, è stato un importante momento di celebrazione dell’eccellenza italiana nel mondo dell’innovazione, con l’assegnazione di oltre 30 premi.…
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era ora !
Angelo Vassallo, gli arresti 14 anni dopo.
2 carabinieri avrebbero avuto un ruolo chiave nel depistaggio delle indagini che partirono subito dopo l'omicidio. Fabio Cagnazzo - che appartiene ad una dinastia di ufficiali dei carabinieri, il padre Domenico aveva arrestato Enzo Tortora - per un breve periodo ha avuto una relazione con la figlia di Vassallo, Giusy. Cioffi, invece, che nel 2006 aveva avuto un encomio solenne per l'arresto di di 19 spacciatori tra Caivano, Acerra, Casalnuovo e Carinaro, era finito in carcere nell’aprile del 2018 per traffico di stupefacenti aggravato dalle finalità mafiose. I due militari si conoscevano bene da tempo, perché avevano lavorato insieme al nucleo operativo di Castello di Cisterna: Cagnazzo lo guidava e Cioffi era il suo braccio destro.
L'assassinio
Vassallo fu ucciso perché aveva scoperto che nel comune cilentano, soprattutto d'estate, si era sviluppato un consistente spaccio di droga - in particolare cocaina - che aveva la sua base proprio nella zona della movida. La cocaina veniva rifornita da Ridosso e anche alcune persone del posto facevano parte della rete di pusher. La pressione di Vassallo sulle forze di polizia e sulle istituzioni, per debellare questo giro di droga, era diventata elevata. A tal punto che il 5 settembre, una domenica sera, il sindaco di Pollica fu ucciso con nove colpi di pistola mentre stava rientrando a casa.
Gli atti dell'Antimafia.
A marzo dello scorso anno, la Commissione Antimafia aveva desecretato alcuni atti sull'omicidio Vassallo. Documenti che avevano ulteriormente chiarito cosa stava avvenendo, nei mesi precedenti all'omicidio del sindaco pescatore, nel comune cilentano. Vassallo «si era lamentato più volte con la locale Stazione dei Carabinieri chiedendo interventi risolutivi per il diffondersi del commercio e del consumo degli stupefacenti nella zona e forse la sua attenzione al problema era accentuata dalla circostanza che il fidanzato dell’epoca della figlia Giusy, Francesco Avallone, era coinvolto in queste attività illecite».
Le accuse al "brasiliano"
Dalle testimonianze di familiari e conoscenti di Vassallo, era anche emerso che tra il sindaco e Avallone non correvano buoni rapporti. Anche se, proprio per volere di Angelo Vassallo che tentava in vario modo di integrarlo, Avallone lavorava nell’enoteca familiare. Inoltre, tra gli amici o comunque conoscenti di Avallone ci sarebbe stato Bruno Humberto Damiani, detto "il brasiliano", «soggetto che, coinvolto in indagini per vicende di droga - è precisato negli atti dell'Antimafia - era stato indicato in una nota di servizio redatta dal tenente colonnello Fabio Cagnazzo, immediatamente dopo l’omicidio del sindaco Vassallo, tra i possibili mandanti del delitto». Damiani fu estradato dalla Colombia e ascoltato più volte dagli inquirenti. Ma si è sempre professato innocente.
By Laura Todisco
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È morto Gianni Battistoni, un pezzo di storia del commercio romano
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Con Gianni Battistoni si chiude un'epoca di stile ed eleganza, il suo negozio in via Condotti era un punto di riferimento per la città di Roma, un salotto per chi cercava capi raffinati e griffati. "La sua boutique era un salotto per alcuni rappresentanti delle istituzioni e politici che si riunivano a pochi passi da piazza di Spagna, non solo per parlare di abiti, ma anche per discutere e confrontarsi per prendere decisioni importanti per il Paese" sostiene Stefano Dominella, presidente della maison Gattinoni. "Come presidente dell'Associazione Via Condotti - prosegue Dominella - aveva fatto moltissimo per la città di Roma e soprattutto per quella storica via a cui aveva dato lustro con iniziative che promuovevano sempre con intelligenza, curiosità e garbo il nostro made in Italy". Anche Alessandro Onorato, Assessore allo Sport, Turismo, Moda e Grandi Eventi di Roma Capitale, ha voluto ricordare Gianni Battistoni. "Provo profondo dolore - ha dichiarato - per la scomparsa di Gianni Battistoni, un caro amico con il quale negli ultimi anni ho condiviso il percorso di impegno civico. È stato un indiscusso protagonista dell’imprenditoria romana. Ha dimostrato un amore infinito verso la nostra città: l’ha vista cambiare dai tempi della Dolce Vita a oggi e ne è rimasto sempre innamorato. È stato un’eccellenza italiana, che ha reso grande l’immagine di Roma in tutto il mondo, tanto che la celebre maison Battistoni viene anche portata ad esempio nel film americano 'Il talento di Mr Ripley'. Roma ha il dovere di custodire e di tramandare la sua eredità: a Gianni renderemo il giusto omaggio della città. Un grande abbraccio alla famiglia". "Ci lascia un rappresentante della nostra città, adorava Roma, ma soprattutto la sua via Condotti. E' stato uno straordinario presidente dell'Associazione via Condotti che ha saputo sempre gestire impartendo consigli e suggerimenti. A Gianni Battistoni devo la 'nomina' alla guida dell'Associazione Via Borgognona. Da lui ho imparato molto, soprattutto la passione per Roma. Una città unica al mondo, non da difendere, ma semplicemente da rispettare", ha dichiarato Anna Fendi. "La morte di Gianni Battistoni è una notizia molto triste per Roma" dice il sindaco della Capitale Roberto Gualtieri. "Ci mancheranno il suo innato spirito imprenditoriale, il suo amore per la città e il tenace impegno civile per la difesa e il decoro del centro storico. L’abbraccio mio personale e di tutta l’amministrazione va alla famiglia e ai suoi cari". Il cordoglio dei residenti del centro La scomparsa di Gianni Battistoni, dice Viviana Piccirilli Di Capua, dell'Associazione Abitanti Centro Storico Roma, "lascia un vuoto nel cuore di Roma". "Uno degli ultimi rappresentanti di un commercio che ormai sta scomparendo. Guidato dall'amore per la città, è stato un uomo molto determinato nel condurre le sue battaglie per salvaguardare il decoro del centro storico. Avevamo visioni diverse ma miravano allo stesso obiettivo: il bene di Roma". "Voci diverse, ma strade parallele: entrambi abbiamo cercato, sollecitando gli amministratori a fare sempre meglio, di dare il nostro contributo per rendere più decorosa questa nostra città", conclude. Read the full article
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Gli italiani riscoprono il piacere dello shopping di prossimità?
C'è un vento di cambiamento che sta soffiando nel mondo del retail italiano? Dopo anni di e-commerce dilagante e grandi superfici commerciali, gli italiani sembrano aver riscoperto il piacere dello shopping di prossimità. Sempre più consumatori, infatti, preferiscono fare acquisti nei negozi di quartiere, nei piccoli market e nelle botteghe artigiane. Ma quali sono le ragioni di questo ritorno alle origini? I vantaggi dei negozi di prossimità - Comodità e praticità: Non c'è bisogno di perdere tempo in lunghe code o a cercare parcheggio. I negozi di prossimità sono spesso a due passi da casa, permettendo di fare la spesa o acquistare un piccolo oggetto in pochi minuti. - Relazioni umane: Nei negozi di quartiere si instaurano spesso rapporti di fiducia e familiarità con i negozianti, creando un'atmosfera più accogliente e personalizzata rispetto ai grandi centri commerciali. - Supporto all'economia locale: Scegliendo i negozi di prossimità si contribuisce a sostenere l'economia locale e a valorizzare il commercio di vicinato. - Qualità e freschezza: Molti negozi di prossimità offrono prodotti di qualità, spesso a chilometro zero, garantendo la freschezza e la genuinità degli alimenti. - Sostenibilità: Limitando gli spostamenti in auto e scegliendo prodotti locali si contribuisce a ridurre l'impatto ambientale. I dati confermano la tendenza? Numerose ricerche e sondaggi confermano questa crescente preferenza degli italiani per i negozi di prossimità. Secondo un'indagine di Confcommercio, la maggior parte degli italiani ritiene che questi esercizi commerciali rafforzino la comunità, aumentino il senso di sicurezza e facciano crescere il valore delle abitazioni. I fattori che influenzano la scelta Diverse sono le ragioni che spingono i consumatori a preferire i negozi di prossimità: - Pandemia: L'emergenza sanitaria ha accelerato questo processo, spingendo molti a limitare gli spostamenti e a cercare alternative più sicure ai grandi centri commerciali. - Digitalizzazione: Anche l'e-commerce ha svolto un ruolo importante, abituando i consumatori alla comodità degli acquisti online. Tuttavia, molti hanno sentito la mancanza del contatto umano e della possibilità di toccare con mano i prodotti. - Attenzione alla qualità e alla sostenibilità: Sempre più consumatori sono attenti alla qualità dei prodotti e all'impatto ambientale delle loro scelte. I negozi di prossimità, spesso a conduzione familiare, offrono prodotti di nicchia e a chilometro zero, rispondendo a queste esigenze. Il futuro dei negozi di prossimità Il futuro dei negozi di prossimità sembra promettente. Tuttavia, per consolidare questa tendenza, è necessario che questi esercizi commerciali si adattino alle nuove sfide del mercato, investendo in servizi innovativi e sulla digitalizzazione. Allo stesso tempo, le istituzioni locali dovrebbero sostenere il commercio di vicinato attraverso politiche mirate. Il ritorno al negozio di prossimità rappresenta una tendenza positiva, che può contribuire a rivitalizzare i centri storici, a rafforzare il tessuto sociale e a promuovere uno sviluppo economico più sostenibile. Foto di Pexels da Pixabay Read the full article
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Finanziamenti eCommerce Simest
SIMEST è la società del Gruppo CDP che dal 1991 sostiene la crescita delle imprese italiane attraverso l’internazionalizzazione della loro attività. Azionisti sono Cassa Depositi e Prestiti, che la controlla al 76%, e un nutrito gruppo di banche italiane e associazioni imprenditoriali.
SIMEST affianca l’impresa per tutto il ciclo di espansione all’estero, dalla prima valutazione di apertura verso un nuovo mercato, all’espansione attraverso investimenti diretti. Opera attraverso finanziamenti per l’internazionalizzazione, il supporto del credito alle esportazioni e la partecipazione al capitale di imprese.
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A chi è dedicato
A tutte le imprese, e in particolare alle Micro, Piccole e Medie Imprese.
E’ destinato alla realizzazione di un progetto di investimento digitale per:
la creazione di una piattaforma e-commerce propria oppure
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l’accesso ad una piattaforma di terzi (market place) con la creazione di un proprio spazio/store
Come funziona
Durata del finanziamento: 4 anni, di cui 2 di pre-ammortamento.
Importo massimo finanziabile:
Fino a € 500.000 e comunque non superiore al 20% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci depositati dall’impresa per una Piattaforma propria o per una Piattaforma di terzi
Importo minimo pari a € 10.000
Quota massima a fondo perduto: fino al 10% dell’importo dell’Intervento Agevolativo richiesto e comunque fino a un massimo di € 100.000,00 che è riconosciuto quale incentivazione alle Imprese Richiedenti in presenza dei requisiti, come da documentazione di riferimento (Circolare operativa 6/394/2023) disponibile in calce.
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A chi è dedicato
Alle sole PMI italiane, costituite in forma di società di capitali e che abbiano depositato presso il Registro imprese almeno due bilanci relativi a due esercizi completi.
Come funziona
Finanziamento a tasso agevolato in regime “de minimis” con co-finanziamento a fondo perduto in regime di Temporary Framework destinato alla realizzazione di un progetto di investimento digitale per la creazione o miglioramento di una piattaforma e-commerce di proprietà (dedicata) o l’accesso ad una piattaforma di terzi (market place) per la commercializzazione di beni o servizi prodotti in Italia o con marchio italiano.
Importo massimo finanziabile:
Per una piattaforma propria: fino a € 300.000 e comunque non superiore al 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa
Per una piattaforma di terzi: fino a € 200.000 e comunque non superiore al 15% dei ricavi medi risultanti dagli ultimi due bilanci approvati e depositati dall’impresa
Importo minimo pari a € 10.000
Quota massima a fondo perduto: fino al 40% per le imprese del Sud, fino al 25% per le restanti PMI. La quota di co-finanziamento a fondo perduto è concessa in ogni caso nei limiti dell’importo massimo complessivo di agevolazione in regime di Temporary Framework per impresa.
Durata del finanziamento: 4 anni, di cui 1 di pre-ammortamento.
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Fonti Simest
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Mobilità sostenibile, a Roma evento per la capitale
Sostenibilità, sviluppo industriale e transizione energetica. Saranno questi i temi al centro del Festival del Sarà – Dialoghi sul futuro, che si svolgerà giovedì 14 marzo, dalle 9.30 in piazza di Pietra, nella Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano della Camera di Commercio di Roma. “Mobilità Sostenibile. Obiettivo Capitale. Istituzioni, imprese e università riflettono sul futuro delle città…
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A&T: la fiera delle tecnologie 4.0
È stata presentata presso il Grattacielo della Regione Piemonte la diciottesima edizione della fiera A&T, che si terrà a Torino (Oval Lingotto, via Mattè Trucco 70) dal 14 al 16 febbraio 2024. Questo ente è infatti tra i principali partner sostenitori, insieme alla Camera di Commercio, al Politecnico e all’Università di Torino, tra le istituzioni pubbliche. Continue reading A&T: la fiera delle…
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Presidente Brasile in Egitto ed Etiopia tra il 14-18/2
Il presidente del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva, si recherà in Egitto ed Etiopia subito dopo il Carnevale, tra il 14 e il 18 febbraio, per rafforzare l’agenda internazionale del Paese con i Paesi africani. La lotta alla disuguaglianza e alla fame, la transizione energetica e il cambiamento climatico, la riforma delle istituzioni internazionali, oltre all’espansione del commercio tra…
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Filiere Federvini, 20 miliardi di euro di valore aggiunto per il Paese
Oltre 2.300 imprese (38.000 considerando anche quelle agricole di trasformazione), 21,5 miliardi di euro di fatturato diretto, 10 miliardi di euro di export: sono alcuni dei valori che emergono dallo Studio di Filiera, per i settori Vini, Spiriti e Aceti, realizzato da Nomisma per Federvini epresentato oggi presso la Camera dei Deputati. Altrettanto rilevanti i valori sotto il profilo occupazionale: a fronte di 81 mila lavoratori direttamente occupati dalle imprese dei tre settori, grazie ad un effetto moltiplicatore pari a 5,8, se ne attivano oltre 460 mila nell’intero sistema economico nazionale che corrispondono a quasi il 2% del numero complessivo di lavoratori in Italia. “Questo studio mette in luce la dimensione straordinaria raggiunta, nel complesso, dalle filiere che rappresentiamo, le quali assumono un rilievo strategico per il sistema economico italiano con un valore aggiunto superiore ai venti miliardi di euro all’anno e un export che movimenta dieci miliardi di euro. Comparti meritevoli della massima considerazione e del più attento supporto istituzionale, costituiti da imprese impegnate ogni giorno nel valorizzareprodotti di qualità, frutto del lavoro e della dedizione di imprese sane e dinamiche” ha commentato Micaela Pallini,Presidente di Federvini. “I produttori di vini, spiriti e aceti esprimono un patrimonio di cultura, di storia, di economia e di lavoro che produce benessere per le comunità locali e che, investendo in innovazione, sostenibilità e ricerca, contribuisce alla crescita del nostro Paese e a far sì che lo stile di vita italiano sia così apprezzato nel mondo.” “Impreseche ancora oggi sono molto esposte a incertezze di natura geopolitica, normativa, commerciale, inflattiva. La difesa di questo patrimonio del Made in Italy, con la sua storia, cultura e reputazione, è una responsabilità tanto degli imprenditori, con le loro organizzazioni di rappresentanza, quanto delle istituzioni” ha concluso Pallini. La fotografia evidenzia il rilievo strategico che le “filiere Federvini” giocano per il Sistema Paese sotto il profilo economico. I tre settori generano difatti sul territorio nazionale un valore aggiunto, inclusivo anche delle componenti indirette e indotte, pari a 20,5 miliardi di euro, corrispondenti a circa l’1,5% del PIL nazionale. Di questi, 4,9 miliardi sono riconducibili all’effetto diretto (attribuibile alle imprese dei comparti attraverso la propria attività di produzione), 9 miliardi sono imputabili all’effetto indiretto (prodotto dai diversi fornitori attivati e dalla domanda generata a loro volta dai fornitori) e 6,6 miliardi all’effetto indotto, ovvero quello generato dall’incremento di reddito percepito da tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel processo economico. “Grazie alle proprie attività di produzione e agli approvvigionamenti di materie prime e servizi - spesso di provenienza locale - le imprese delle ‘filiere Federvini’ rivestono un ruolo economico di primissimo piano per il nostro Paese, attivando valore in molteplici settori economici, dall’agricoltura alla logistica, passando dal commercio al dettaglio all’Horeca e al settore immobiliare. Ogni euro di valore aggiunto direttamente generato dalle imprese dei settori Vini, Spiriti e Aceti crea ben 4,2 euro nell’intera economia nazionale grazie agli impatti indiretti e indotti su altre filiere del made in Italy” ha dichiarato Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria Retail e Servizi di Nomisma. “La continuità del contributo strategico che le ‘filiere Federvini’ forniscono al Sistema Paese è però messa a dura prova dalle sfide legate all’incerto scenario macro-economico e geopolitico internazionale. Basti pensare alla recente crisi del Mar Rosso oppure all’indagine antidumping sui distillati europei da parte della Cina, aspetti che potrebbero incidere in maniera importante anche sull’export italiano, il fiore all’occhiello delle ‘filiere Federvini’.” Il valore strategico delle esportazioni In termini di export, i comparti di vino, spiriti e aceti italianiricoprono un rilievo importantissimo, non solo in merito all’incidenza sulle vendite oltre frontiera del food&beverage (19%) ma soprattutto per il contributo positivo alla bilancia commerciale agroalimentare: 8,4 miliardi di euro di saldo commerciale aggregato netto, l’apporto più alto tra i prodotti italiani del F&B. Il nostro Paese è oggi il primo esportatore mondiale a valore di aceti, con una quota sull’export globale del 37%, nonché di vermut (34%), il secondo di vini fermi imbottigliati (22%) e liquori (14%). Nel complesso, negli ultimi dieci anni l’Italia ha conosciuto una crescita del valore sui mercati esteri di oltre il 76%. Sostenibilità e cura del territorio Oltre il 90% delle imprese dei tre comparti intervistate ha sostenuto negli ultimi tre anni investimenti, oltre che per l’acquisto di beni strumentali, anche a sostegno della sostenibilità ambientale (packaging sostenibili, riduzione dei consumi di acqua, produzione dell’energia rinnovabile) e sociale (attività culturali, selezione dei fornitori locali, iniziative umanitarie), della formazione del personale e della ricerca e sviluppo per nuovi prodotti. “Questo ruolo attivo verso la sostenibilità trova conferma nell’85% della popolazione italiana che ritiene come le imprese di vini, spiriti ed aceti contribuiscano positivamente allo sviluppo economico dei territori nei quali sono insediate oltre che al rafforzamento dell’immagine del Made in Italy all’estero. Una reputazione che, per 7 italiani su 10, deriva anche dal contributo positivo dato dai vigneti nella tutela del paesaggio italiano, nel salvaguardare le aree rurali prevenendo l’erosione dei suoli e nel favorire il turismo” ha sottolineato Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma. Il focus sulla produzione di spiriti in Piemonte e Veneto La ricerca condotta da Nomisma ha incluso anche un approfondimento sulla dimensione e la performance delle imprese attive nel settore spiriti in due regioni storicamente vocate alla distillazione quali Piemonte e Veneto. Rilevantissimo il peso del Piemonte, le cui imprese attive nel comparto spiriti garantiscono direttamente oltre un terzo del fatturato nazionale di settore (1,7 miliardi di euro nel 2022) e il 31% della forza lavoro (1.956 occupati). Le aziende venete hanno invece prodotto un fatturato di 450 milioni di euro (il 9% del totale nazionale) occupando 670 persone (l’11% del totale). Read the full article
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