#come avere voglia di
Explore tagged Tumblr posts
Text
IL SEGRETO PER I NR 1 AL MONDO?
IL SEGRETO DEI NR 1 PER AVERE ENERGIA TOP DEL TOP E A COMANDO… Con questo audio mp3 DCS di autoipnosi Vera e Professionale, dal titolo: ENTUSIASMO H24 (ENERGIA TOP A COMANDO TUTTO IL GIORNO) ENTUSIASMO H24 (ENERGIA TOP A COMANDO TUTTI I GIORNI) – Metodo DCS tu guiderai la tua mente o la mente del tuo caro a trovare la soluzione al problema mentale e fisico che, magari, non ti fa vivere da…

View On WordPress
#abitudinidipendenzaipnosidcs drclaudiosaracinometododcs ipnosidcslosangeles ipnosi ipnosiregressivadcs ipnosiregressiva scritturaa#motivazione come avere voglia di fare voglia di fare crescita personale mentalità crescita spirituale imprenditore ipnosidcs drclau#come avere energia#come avere voglia di#come essere in piena forma#come essere motivati#come ricaricarsi#crescita personale#crescita spirituale#MOTIVAZIONE#motivazione personale
0 notes
Text
(FAQ sotto il Read More per comodità)
Eccoci qui, un nuovo anno, un nuovo Sanremo da archiviare, creato apposta per evitare di perdere tutto quando la Rai deciderà di cancellare i materiali da Raiplay.
Qui il masterpost di Sanremo 2024, qui il masterpost di Sanremo 2023, qui invece tutti i Sanremo passati dal 2022 al 2012 (con delle clip del 2001 e del 1987).
Il post rimarrà in aggiornamento fino a che ci sarà materiale disponibile. Il post è aggiornato e l'archivio del 2025 si può ritenere concluso. Se qualcuno nota che mi sono scordato di scaricare qualcosa mi contatti pure, così come se qualcuno nota che qualche link non funziona!
Carlo Conti annuncia i cantanti al TG
Primafestival
Conferenza Stampa (puntate intere, clip)
Sanremo Giovani 2024 (puntate intere, presentazioni, esibizioni e verdetti, videoclip)
Prima Serata (clip, esibizioni)
Seconda Serata (clip, esibizioni)
Terza Serata (clip, esibizioni)
Quarta Serata (clip, esibizioni)
Quinta Serata (clip, esibizioni)
Radio2 a Sanremo con Ema Stoccolma e Gino Castaldi (puntate intere, interviste)
DopoFestival (puntate intere, clip)
DomenicaIn (esibizioni, clip)
Dietrofestival
Extra (Le interviste; Indovina il Big; Conversazioni Sanremo Edition; Il libro delle domande di Sanremo; Sintesi della serata)
FAQ
Q: Perché manca [inserire un file mancante]? A: Ci sono diversi motivi: potrebbe non essere ancora stato postato su RaiPlay, potrei aver sbagliato a linkare la cartella (avvisami!) o potrei non aver avuto tempo di scaricarlo / caricarlo su Terabox. Per quanto riguarda le serate complete, essendo file molto pesanti, dovrei farmi l'account Premium, cosa che di solito faccio per un mese quando il Festival è finito, a cinque euro (comodo comodo). Q: Che programmi usi? A: JDownloader per scaricare in bulk, PastryLink per scaricare clip sparse, TeraBox per caricare i files da condividere Q: Perché lo fai? A: Ritengo che l'impossibilità di rivedere gli scorsi Festival rappresenti una grande perdita culturale. Ogni edizione è uno spaccato della società dell'epoca, capace di raccontare tendenze, gusti e cambiamenti che meritano di essere preservati come parte della nostra memoria collettiva. Sono contrario all'operato della Rai e il mio modo di protestare è rendere pubblico un lavoro che tento di fare da oltre dieci anni. Q: Ci guadagni? A: No, tutto gratis, ma se hai voglia di sostenere l'archivio puoi farlo qui.
#molto bene siamo avviati#ora che sono dottore parte 2 ho tutto il tempo del mondo per fare queste cosine che bello che bello#sanremo2025#sanremo 2025#festival di sanremo#sanremo festival#italian post#italian tag#l'archivio non si ferma l'archivio continua#l'archivio continua l'archivio non si ferma#italian posting#sanremo
87 notes
·
View notes
Text



Alla fine di tutto penso che ci siano semplicemente giorni in cui si è "predisposti" a sentirsi belli.
Si, insomma, quei giorni in cui non noti tutte quelle cose che altri giorni invece ti pesano; ci sono invece quei giorni in cui sembra che nulla vada bene, le braccia un po' cicciottelle, le gambe un po' cicciottelle, la pancia che magari non è piatta se non quando sei distesa
E stesso in questi giorni guardacaso neanche i capelli che tanto ami vengono bene, in nessuna maniera eh, e il viso?
Oddio però non ho un viso così brutto, eppure se non mi trucco almeno un po' non mi sento tanto a mio agio.. dovrei uscire con questo cerchio nero sotto agli occhi? Ma perché sembra sempre che ho i baffi pure dopo averli fatti? Mettiamo un po' di correttore qua e là e magari si toglie tutto
Vabbè però il correttore mica ti toglie l'insicurezza
Eppure guardandomi, eccomi qua, mica so così brutta? In fondo no, ma ho bisogno di essere "predisposta"
E nei giorni in cui sono predisposta semplicemente tutto quello che vedo scompare, e penso: ma forse sono solo io a vedere tutte queste cose? Queste piccolezze, ma chi è che le va a guardare? Eppure alcuni giorni pesano così tanto che dopo aver messo l'armadio sottosopra passa anche la voglia di prepararsi per bene per uscire
Eh ma poi tu già ti senti brutta, poi non ti vuoi manco preparare?
Chiaro, dopo mi sento ancora peggio
Ma quando mi sento bella invece mi preparo ancora meglio e mi sento ancora più bella
Allora come funziona?
In teoria dovrei semplicemente accettarmi e basta, certo mangiare sano, ma accettare questa corporatura
Ultimamente sono ingrassata di due kili e vabbè magari leggendo, se state ancora leggendo, penserete "e che sarà mai?" E in effetti è vero, non è tanto il numero sulla bilancia il problema, ma è il fatto che a vederli su di me dopo averne persi 10 pesa così tanto che non sembrano solo 2
A volte penso che la gente se sapesse quello che penso realmente di me penserebbe che sono solo stupida e che magari "c'è gente che vorrebbe averlo il corpo come il tuo"
Ma come si fa quando vorresti essere più magra, semplicemente più piccola in generale
Allora mi auguro in futuro di sentirmi più predisposta a sentirmi bella per un periodo di tempo abbastanza lungo da superare il tempo in cui non lo sono
416 notes
·
View notes
Text
aneddoto di un pazzo venerdì sera:
io e la mia amica leggiamo i tarocchi. quindi decidiamo che sia una buona idea leggerci le carte, dopo tutto le condizioni astrali c’erano.
le carte che mi sono uscite erano piene di simbologismi analoghi a Lilith.
le ho testualmente detto: “tu stai vedendo quello che stai leggendo, ed è giusto. Ma io vedo anche Lilith, e non so cosa voglia dirmi.”
questa mattina, apro a caso Instagram e trovo questo post, pubblicato da una pagina che oltretutto nemmeno seguo.

è incredibile e assurdo come si adatti perfettamente alle situazioni che sto vivendo. si adatta perfettamente anche alla lettura di ieri.
stavo lasciando, di nuovo, che la vita mi scivolasse dalle mani perdendone il controllo. nel satanismo, non avere controllo della propria vita è uno dei più grandi peccati che si possano commettere.
Lilith, tu stringi lo scettro e hai il dominio
Donaci il dominio e la realizzazione dei nostri sogni
#tumblr#lilith#satanism#satanic#satanist#satanismo#culto di lilith#figlie di lilith#divination#tarot reading
101 notes
·
View notes
Text
Prepotente e sfacciato

"Silvana, ti mando questo messaggio perché non ce la faccio più. Io penso, anzi: sono sicuro che tu segretamente nel letto ti tocchi pensando a me. Certo: fai la sostenuta, davanti agli altri che ballano sulla pista impegnati nella danza. Vieni a scuola di ballo due volte a settimana. T'accompagna tuo marito. Lui non balla, ma stranamente t'ha chiesto di vestirti sempre più provocante."

"Da quella prima volta, dalla sera in cui ha visto come ballavamo insieme, ma persino lui ha capito che ti desidero, che ti stringo come se volessi portarti a letto subito. E ha percepito che tu rispondi al mio corpo. Infatti, per ballare ormai, come partner per la lezione cerchi sempre e solo me. Anche se gli dici che ti sto sulle palle e che ti stringo troppo. Però quando arrivi, i tuoi occhi cercano immediatamente i miei. E per ballare i lenti, il tango, la kizomba, la milonga, non so perché ma mi porti sempre lontano da lui."

"Così da frapporre molte altre coppie tra noi e il suo sguardo. Da poco hai iniziato anche a respirarmi roca nell'orecchio. Mi sussurri che ti sto soffocando, però quella che si stringe… sei tu! Vuoi farmi morire di passione. Ti devo avere. Dimmi tu quando. Ti voglio. Così smetterai di toccarti sognando che io ti possieda e potremo darci al più grande e proibito dei piaceri. Non preoccuparti troppo di tuo marito: è chiarissimo ormai che lui desidera che io ti scopi. E anche tu non vedi l'ora: confessa."

"Antonio, ma... sei completamente impazzito? Solo perché metto minigonne plissè, calze velate e camicette di tulle trasparenti nere o bianche senza sotto il reggiseno, non vuol dire che tu mi piaccia e che voglia stimolare la tua libidine. Poi, sai che sono sposata e ho un bambino: non scordarlo. Certo, mio marito non mi tocca spesso. Anzi: è mesi che non mi sfiora. Oddio, ti sto facendo delle confidenze forse troppo intime… scusami!"

"Dovrei essere offesa dalle tue parole, però! Ma... insomma, per chi mi hai presa? Comunque, a dirla tutta, in fondo sono lusingata dalle tue attenzioni di maschio. Questo si, te lo confesso. Al massimo, ma solo per ringraziarti dell'attenzione e siccome non sono una persona maleducata, ti dico che possiamo prendere insieme un caffè. Solo un caffè rapido. Domani: nel primissimo pomeriggio, subito dopo mezzogiorno. Lui è al lavoro e il bimbo ancora all'asilo, dove mangia anche."

"Ma poi guarda che massimo alle due devo correre a prenderlo. Ti va bene? Capisco che ti fa piacere, perciò verrò vestita… da ballo. Indosserò anche scarpe tacco dodici. Così, dai: potrai finalmente vedermi in tutta la mia... prorompente femminilità! Ti piacerò ancor di più. Oh, Signore! Ma che mi fai dire... Però so anche che di sicuro non ne approfitterai, da gentiluomo quale sei. Ripeto: solo un caffè, ok? Allora, vengo a casa tua?"

"Si. Ti aspetto già da adesso. Ti mando l'indirizzo e preparerò il miglior caffè. Il miele ce lo metteranno i tuoi occhi. E la tua voce sarà la musica di sottofondo. Non vedo l'ora. Così domani sera i nostri balli saranno più armonici e fluidi, non credi?"

"Ah, ah: che scemo! Inizi a non starmi più così tanto sulle palle… Ci vediamo domani. Però… per favore non farne parola con nessuno: sai, potrei morire dall'imbarazzo. Una signora per bene che prende un caffè a casa di un separato più giovane… Potrebbero pensare chissà cosa…"
"Tranquilla. Sono un gentiluomo. Baci."
"Un bacio a te. A domani."

RDA
106 notes
·
View notes
Text

(Foto: chieflegsbumpsandkitty)
Domenica scorsa, subito dopo pranzo è venuta a trovarmi in convento a sorpresa la mia amica storica Antonella! Era la prima volta che ci vedevamo, dopo oltre vent'anni. Lei è sempre uguale: allegra, solare, positiva. Siamo andate a fare un giro in bici nella bellissima campagna circostante. Ero contentissima. Uscite dal portone carraio, ci godevamo il sole sul viso e l'amicizia ritrovata. Chiacchieravamo, scherzavamo. Un sacco di risate.

Non so quanto apposta l'abbia fatto: ben inoltrate nell'entroterra, s'è fermata improvvisamente perché doveva risalire e aggiustarsi una calza. Va detto che io ho preso i voti prima dei vent'anni. E non sono mai stata con un uomo. Ho avuto, con un forte senso di colpa che ha condizionato tutta la mia vita monacale, solo una storia di tre notti con una monaca più anziana di passaggio in convento per una settimana una quindicina d'anni fa. Storia perdonata dal padre confessore ed espiata a lungo in preghiera.

Invece, con Antonella da adolescenti c'è sempre stato un legame molto intimo. Si, confesso ciò che è successo: ci siamo amate. Ogni pomeriggio, mentre facevamo i compiti. I nostri corpi non avevano segreti a vicenda. Conoscevo e leccavo, baciavo ogni suo neo intimo. Sdoravo sentirla godere. Quindi oggi, vederla così: con la gonna alzata, m'ha tolto il respiro e per un attimo ho vacillato. Lei se n'è accorta: m'è venuta vicina, m'ha abbracciata, accarezzata e poi, spudorata puttana, m'ha alzato la veste e messo una mano nella passera.

Giuro che ho provato debolmente a fermarla... Ma sentire le sue dita frugarmi ovunque, le sue dita infilarsi nel mio corpo, mi piaceva davvero moltissimo. Ci siamo baciate. M'è sembrato così naturale! Spero che il Signore mi perdoni: ci siamo leccate seni e genitali a lungo e amate come facevamo da ragazze. Nascoste dai cespugli, sull'erba e disordinatamente. Mezzo svestite. M'ha fatta venire. L'ho sentita godere come un tempo. Da quel pomeriggio, sono intimamente divisa in due tra un forte complesso di colpa e una voglia pazzesca di farmela.
Si, sono veramente impazzita e la voglio. Tutta nuda e mia. La immagino solo così. Oggi lei è più bella, sensuale e calda di quando eravamo giovani: una donna matura in pieno rigoglio. Sono anche sacrilega, perché nella confessione giornaliera non dico ancora mai nulla di ciò che è accaduto e prendo la comunione come se niente fosse. Ho una mia idea: Dio non può condannare e ritenere peccato amare. Vedremo in seguito. Intanto, lei è qui in paese con il marito e i figli. Partirà tra una settimana.

Ha già organizzato tutto lei: dopodomani pomeriggio mi verrà a prendere con la macchina. Ha prenotato in una pensioncina a circa trenta chilometri. La voglio leccare, baciare ovunque. E desidero che mi lecchi l'ano e la fica. Voglio venire ancora, con lei. Devo succhiare il suo seno, i suoi capezzoli meravigliosi di giovane madre. Ho bisogno di sentirla avere l'orgasmo dritta nella mia bocca. Finora ho sempre mortificato la mia carne. Ma sento che il bisogno del suo corpo dentro di me oggi è un fiume in piena. Non ragiono più. La desidero. Sarà mia solo per un pomeriggio e poi mai più. Giuro. Su Dio.
Aliantis

68 notes
·
View notes
Text

Aumentano, per mia enorme felicità, i momenti in cui io e Lilly siamo da soli, seduti sul divano o mangiando una torta insieme in una Bäckerei, e parliamo di quello che sentiamo, cosa ci rende felici, cosa ci rende tristi, cosa sogniamo, cosa temiamo, quei discorsi che tanto avrei voluto fare con una figlia, e che adesso non mi rendo conto manco io di come sia stato possibile che diventasse il mio presente.
Proprio l'altra sera, mentre eravamo immersi nei nostri discorsi, mi lancia una domanda complicatissima:
Sei il mio ultimo papà? O dovrò andare di nuovo via quando sarò grande?
Modulo sempre il mio comportamento con chi ho di fronte, perché gli adulti elaborano, quasi sempre la versione opposta a quella che avevi in mente, perché bisogna dimostrare di essere più intelligenti e furbi di chiunque, ma lei per fortuna non è una adulta, e le ho detto l'unica verità possibile, ovvero che se merito di essere suo padre non avrà alcun bisogno di andare via, sceglierà lei chi la rende felice, e potrà restare con me finché vorrà, e che spero sia quanto più a lungo possibile.
Caso voglia che questa domanda sia arrivata proprio la sera di quella giornata dove ho incontrato il suo vero padre, un ragazzo di circa 25 anni che ha avuto Lilly quando ne aveva 20, mi ha raccontato tutto quello che gli è successo negli ultimi 4 anni, non aveva la più pallida idea di cosa fare e ha preferito dimenticare quella scelta perché non si sentiva pronto. Dove mi ha stretto il cuore è stato quando mi ha raccontato di tutte le volte che Lilly cercava un suo abbraccio e lui si è girato dall'altra parte, oltre all'immagine pesante in sé da gestire è stata la prova del perché io ho impiegato tantissimo tempo a costruire la mia fiducia con lei, per mesi mi ha rifiutato, era come se fossi trasparente ai suoi occhi, nonostante tutti i miei sforzi di cercare un contatto con lei, quando il vero motivo era che aveva semplicemente perso fiducia in quello che per lei rappresentava l'idea di padre, e si era rassegnata all'idea di non averne uno, forse pensava di non meritarlo. Dico queste cose senza alcun giudizio verso questo ragazzo, ho il doppio dei suoi anni e sto imparando solo adesso cosa voglia dire prendersi cura in modo profondo di qualcuno, non oso nemmeno immaginare la sensazione di panico che possa aver provato all'epoca e che l'ha portato a scappare via, a non cercare più per tanto tempo un contatto con la propria figlia, al punto tale che non ha più ricordi di lui (sarà un casino organizzare il suo primo incontro), e che adesso che ha scelto di rivederla, a maggior ragione che la legge tedesca non gli perdona questo errore e non si torna più indietro, si rende davvero conto di cosa abbia perso.
E forse questa è l'unica cosa che mi rende diverso, non migliore, è che io di persone importanti nella mia vita ne ho perse, a ragione o a torto, per scelta o per caso, e mi ricordo di ognuna di queste, ognuna mi ha lasciato dentro una cicatrice, e la somma di tutte loro è il filo che mi lega a questa bimba di quasi 5 anni.
67 notes
·
View notes
Text
HO UN LINFOMA E FARÒ DEL MIO PEGGIO
Fra un mese compio 51 anni e pochi giorni fa ho scoperto di avere un Linfoma Non Hodgkin. È una patologia abbastanza aggressiva ma è stata presa in tempo. Ed è ben curabile, perché la scienza sta facendo passi da gigante nella cura dei linfomi.
Vivo a pochi passi di distanza da un ospedale all'avanguardia che mi ha preso in carico. Sotto molti aspetti, sono davvero fortunato e privilegiato rispetto a molte persone.
Quale sarà il mio atteggiamento di fronte alla malattia? Mi conosco bene e posso prevederlo, perché c'è una parola che lo definisce con precisione. È una parola significativa, addirittura emblematica, che riguarda il mio tasso di maschitudine alfa. Come potete intuire, non mi riferisco a "guerriero", quindi le metafore belliche possiamo tranquillamente metterle da parte.
La parola misteriosa è "mammoletta". Sì, sarò una mammoletta. Questo vuol dire che non vi darò lezioni filosofiche. Non diventerò un maestro di vita pronto a snocciolare grandi verità come "quello che non ci uccide ci rende più forti", "le sofferenze fanno parte dell'esistenza", "l'importante è apprezzare le piccole cose".
Sarò una mammoletta perché lo sono sempre stato, per esempio quando ho scoperto di avere una massa all'inguine. Era un rigonfiamento, duro come un sasso, grande come una pallina oblunga. La mia reazione? Due settimane senza far nulla. Mi sono detto: "Magari passa. Vuoi vedere che fra qualche giorno non ci sarà più? Non ho voglia di affrontare visite ed esami per un falso allarme. Odio gli ospedali".
Questo mio atteggiamento nasce anche da un'idea completamente sbagliata e irrazionale: la paura che gli esami possano creare malattie dal nulla. In pratica una zona oscura del mio cervello ragiona (si fa per dire) più o meno così: sei perfettamente sano, fai l'esame e ti trovano qualcosa. Lo so, non c'è niente di logico in questa convinzione, ma la mia mente non è mai stata fatta di pura logica.
Per quasi due settimane ho cercato di non pensarci anche perché ero in preda all'imbarazzo. Tra tutti i posti, proprio all'inguine doveva capitarmi? Ma la massa non ha dato cenni di sparizione e alla fine mi sono attivato.
Ho riscritto cinquanta volte il messaggio su WhatsApp prima di inviarlo alla mia dottoressa per fissare una visita, perché ogni volta il testo mi sembrava una molestia sessuale: "Buona sera, dottoressa, ho questa massa dura all'inguine e vorrei chiederle un appuntamento per mostrargliela". "Buona sera, dottoressa, ho un rigonfiamento...". Dopo un numero incalcolabile di tentativi, ho trovato le parole giuste e ho scritto un messaggio asettico, inequivocabilmente sanitario, con un perfetto stile burocratico ospedaliero.
Sono stato una mammoletta nei tre mesi e mezzo necessari per giungere alla diagnosi.
Sono stato una mammoletta nel giorno della TAC con mezzo di contrasto. Quella mattina sono giunto all'ospedale in autobus, dopo una notte insonne. Alla fermata ho controllato la cartella che conteneva i documenti. C'erano referti di ecografie, pareri medici e soprattutto l'impegnativa da presentare per svolgere l'esame. Ho controllato perché sono una persona molto precisa, di quelle che tornano indietro mille volte per verificare di aver chiuso il gas. "Non manca nulla", mi sono detto. Ho rimesso i documenti nella borsa. Ho raccolto le forze, mi sono alzato dalla panchina e ho raggiunto l'accettazione dell'ospedale. Senza la borsa. Vi lascio immaginare questa sequenza di eventi: imprecazione, insulti molto pesanti rivolti contro me stesso, corsa a perdifiato verso la fermata. La borsa era ancora lì. Nessuno me l'aveva fregata.
Per fortuna scelgo solo borse brutte.
Sono stato una mammoletta in occasione della PET, che ha rispettato un copione simile a quello della TAC. Venivo da una notte insonne e non ero in grado di comprendere istruzioni elementari, perché la mia intelligenza svanisce quando affronto esami medici. Mi chiedevano di porgere il braccio sinistro e porgevo il destro. Mi chiedevano il nome e recitavo il codice fiscale.
Sono stato una mammoletta quando mi hanno comunicato il risultato della biopsia. Per un considerevole lasso di tempo non ci ho capito nulla. La mia coscienza era come una trasmittente che passava una musica di pianoforte triste sentita mille volte in TV: quella che certi telegiornali usano per le notizie strappalacrime.
Ora guardo al futuro e la mia ambizione non ha limiti: raggiungerò nuove vette nel campo del mammolettismo. So di essere fortunato per molti motivi: l'ematologo, un tipo simpatico, mi ha rassicurato. Le terapie esistono e sono molto efficaci.
Ma mi lamenterò tantissimo, perché non voglio correre il rischio di essere considerato una persona ammirevole da qualcuno. Non lo ero, non lo sono e non lo sarò mai. Rivendico il diritto di essere fragile e fifone. Lasciatemi libero di essere una mammoletta. Per citare un motto di Anarchik, il mio piano è questo: farò del mio peggio.
[L'Ideota]
130 notes
·
View notes
Text
Essere donna vuol dire non essere mai abbastanza belle, brave, casalinghe, mai abbastanza vogliose di cazzo, servili, gentili, dover sempre avere il sorriso mentre si viene prosciugate di ogni energia perché abbiamo trentamila standard da rispettare: dobbiamo essere studiose e acculturate, lavoratrici impeccabili, cuoche, inservienti, caretaker compassionevoli senza che nemmeno ci venga chiesto e dio non voglia che non si possa fare l'amore per un giorno altrimenti il mondo come lo conosciamo potrebbe crollare
E anche facendo tutto questo non possiamo essere così stupide da aspettarci di non essere pugnalate al cuore
73 notes
·
View notes
Text
CHI SONO GLI OVER 50?
Sono gli adolescenti e i ragazzi degli anni '70 e '80.
Sono quelli che uscivano in motorino
d'inverno senza casco perche non era
obbligatorio e con i capelli bagnati
e arrivavano con le stalattiti
di ghiaccio in testa.
Sono quelli che si incontravano
al "solito posto" perché nessuno aveva soldi per entrare al bar...quelli che andavano minimo
in due in motorino dopo aver messo insieme le monete per fare miscela.
Sono quelli che la cosa più importante
era trovarsi per la voglia di stare in compagnia... quelli che si scambiavano
i dischi preferiti...quelli che durante le vacanze
estive si cercavano un lavoretto per non chiedere soldi ai genitori.
Sono quelli dell'autostop
per sentirsi liberi.
Sono gli sciami di ragazzi allegri e spensierati come oggi non se ne
vedono più in giro.
Sono quelli che: "O tutti o nessuno".
Erano altri tempi ma per chi li ha vissuti
non li dimenticherà mai....
-Dal Web


55 notes
·
View notes
Text
Il 25 novembre 1960, nella Repubblica Dominicana, furono uccise tre attiviste politiche, le sorelle Mirabal (Patria, Minerva e Maria Teresa), successivamente chiamate anche Las Mariposas (Le Farfalle), per ordine del dittatore Rafael Leónidas Trujillo. Quel giorno le sorelle Mirabal, mentre si recavano a far visita ai loro mariti in prigione, furono bloccate sulla strada da agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto nelle vicinanze furono stuprate, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate, per poi essere gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente.

Nel 1981, nel primo incontro femminista latinoamericano e caraibico svoltosi a Bogotà, in Colombia, venne deciso di celebrare il 25 novembre come la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, in memoria delle sorelle Mirabal.
Nel 1991 il Center for Global Leadership of Women (CWGL) avviò la Campagna dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere, proponendo attività dal 25 novembre al 10 dicembre nel ricordo, la discussione e la promozione di campagne per i diritti umani.
Nel 1993 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato la Dichiarazione per l'eliminazione della violenza contro le donne ufficializzando la data scelta dalle attiviste latinoamericane.
Penso non ci possano essere polemiche di alcun tipo nel credere che sia diritto di ogni donna non avere paura di essere seguita per strada, di subire attenzioni indesiderate, di essere pagata lo stesso per le stesse mansioni di un uomo, per essere considerata uguale se voglia o meno una famiglia, se vuole amare chi vuole. E non c'è nessuno dubbio che non può essere negoziato il fatto che c'è un delitto da combattere che avviene contro le donne in quanto donne, nella distorta mentalità di chi sosteneva di volerle bene.
Tutto il resto si può discutere (sui termini, sui tempi, sui modi). Ma quella parte no.

58 notes
·
View notes
Text

«Perché non puoi stare da solo senza Yoko?».
John Lennon: «Posso farlo, ma non ne ho voglia. Non esiste un motivo sulla faccia della terra per cui io debba stare senza lei. Niente è più importante del nostro rapporto, proprio niente. E adoriamo stare insieme tutto il tempo. Entrambi potremmo sopravvivere separati, ma per quale motivo? Non ho intenzione di sacrificare l’amore, un amore vero, per qualche puttana del cazzo, o per un amico, o per affari, perché poi alla fine la notte ti ritrovi solo. Nessuno di noi due vuole finire così. Nessuno di tutti noi. E non puoi riempirti il letto di groupie, non funziona così. Non voglio essere un playboy da strapazzo. Come ho detto in qualche canzone, ne ho passate di ogni tipo, e nulla funziona meglio che avere qualcuno che ami e che ti abbraccia».
Jhon and Yoko. Manhattan New York.
38 notes
·
View notes
Text
fare sesso senza sentimento è una cosa molto naturale. Ne parlavo ieri con un amica, lei non è d'accordo e ho chiesto di spiegarmi il perchè.
Secondo lei fare sesso senza sentimento non appaga, dopo averlo fatto si sento un pò vuota e usata, rimane con l'ansia del dopo "mi richiama, sarà piaciuta? lo rifaremo ? insomma un vero incubo.
Per me è diverso, io sento il bisogno di fare sesso, mi piace mi diverte, mi scarica. Ci sono giorni in cui mi sveglio proprio con la voglia di farlo, ora che sono single la voglia è aumentata con gli anni ho preso più coscienza di quello che voglio e che mi piace senza aver più vergogna di chiedere.
Non è essere una puttana o egoista ne tanto meno senza cuore, tenendo presente di essere uscita raramente con uomini sposati, perciò si per me fare sesso è come quando ho voglia di un gelato o una pizza ..........Direi il sesso è un piacere di cui non vergognarsi

48 notes
·
View notes
Text
Violata, finalmente

Ada s'era sposata molto giovane, con un uomo di venti anni più anziano, dai modi gentili e molto colto. Dedito ai suoi studi e immerso nel suo lavoro. Presto egli aveva cessato di rivolgerle le dovute attenzioni. E le nascite dei due figli avevano infine mortificato la sua femminilità e fatto assopire i suoi desideri.

Dovendo rifare il bagno, era stato dato l'incarico a un artigiano del vicino paese. Il marito le aveva dato carta bianca e un opportuno budget di spesa. Per cui, al mattino, portati i figli a scuola, assieme a lui aveva iniziato ad andare in giro per scegliere i vari componenti: doccia, sanitari, rubinetteria, piastrelle, colle varie, mobiletti etc.

S'era quasi subito sorpresa a vestirsi, profumarsi, truccarsi e infine attenderlo con trepidazione. L'uomo non le era indifferente: qualche anno più di lei, sui trentacinque e molto solido. Capelli ricci e arguto, schietto, allegro. Per lei egli rappresentava un raggio di pura luce nella nebbia degli ultimi anni. Sempre cortese, con lei, ma a suo modo comunque pieno di mistero.

Le aveva infine confessato di essere separato e di essere stato deluso e molto amareggiato per i ripetuti tradimenti della moglie. Cresceva in Ada la voglia insopprimibile di averlo, mentre capiva chiaramente di avere vicino ogni giorno un uomo affascinante e soprattutto pieno di desiderio per lei. Avrebbe voluto amarla, questo le era ormai evidente, ma Bruno non voleva far passare a un altro uomo ciò che aveva passato lui.

Glielo aveva fatto capire chiaramente. Ma se una donna vuole un uomo, alla fine se lo prende. Punto. Una mattina lei finse di essere ancora in preparazione e lo accolse avvolta da un telo da bagno che appena le copriva il seno. A vederla così l'uomo ebbe un tuffo al cuore e un'insolita affluenza di sangue in zona pelvica. Lo pregò di accompagnarla in camera da letto, che avrebbe finito in cinque minuti.

Entrati che furono, lei spudoratamente si tolse l'asciugamano, salì sul letto completamente nuda e rossa in viso; bellissima, irresistibile. Si mise in ginocchio con i gomiti sulle lenzuola e natiche all'aria, pensando: “Jericho ora dovrà crollare.” E si: l'uomo la prese senza più esitazioni. La possedette e lei finalmente godette nell'essere trattata come ogni donna desidera.

Le sussurrava parole oscene e irripetibili ma dolci all'orecchio, mentre la penetrava inaspettatamente dove lei non avrebbe neppure osato pensare di chiedere al marito, per non essere considerata una donnaccia. E la teneva ora per le spalle ora per i capelli, strattonandola gentilmente al ritmo dei colpi. Le sborrò a lungo una prima volta nel culo e dopo un po' ancora una volta nella fica. Un'estasi, per una donna a lungo trascurata. Che ebbe orgasmi dolci e intensi. Si rividero anche dopo che il bagno fu sistemato e lei godeva sempre molto nell'essere strapazzata, violata e fatta sua, sua, sua seppure in pieno peccato.

Gli succhiava l'uccello sino a sfinirlo, si faceva mangiare l'albicocca sino a godere e lo inondava di nettare, cosa che lui gradiva molto. Non sta bene, non si fa: una signora rispettabile non dovrebbe fare queste cose. Ma più si sentiva in colpa, più lo desiderava e lo cercava. La vita ti pone davanti curve, situazioni difficili. Ma anche gioie incredibili, magari ben nascoste dietro una frustrazione, un dolore o un lungo periodo di speranze perdute. E te le devi prendere, le tue gioie: anche se questo comportasse la inevitabile e continua sofferenza sia del peccatore che del tradito. Chissenefrega.

RDA
60 notes
·
View notes
Text
mi sento strana.
i miei coetanei sono in giro perennemente a fare serata, oppure stanno la maggior parte del loro tempo libero in compagnia di amici, escono, e insomma stare da soli sembra non essere un'opzione. invece per me è normalità tornare dal lavoro e stare a casa, non avere impegni il venerdì o sabato sera, non avere amici da incontrare, cose da fare, o persone con cui stare.
vorrei trovare anche solo una persona come me, con le mie stesse abitudini, con la mia stessa voglia di non avere a che fare con la qualunque solo per un po' di compagnia, perché in fondo mi sento spesso da sola e a volte penso sia meglio essere come tutti, ma quando effettivamente mi affaccio là fuori, mi viene solo voglia di starmene per conto mio. sarà che sono tutti la fotocopia dell'altro, nessuno per cui valga la pena anche solo lontanamente condividere i miei spazi. chissà se incontrerò mai qualcuno che mi farà cambiare idea.
90 notes
·
View notes
Note
Domanda sul "posto" dei cani.
Leggevo quanto hai scritto sull'attivismo quando arrivo all'esempio che hai fatto: "Faccio un esempio: il cane non deve dormire sul letto perché deve stare al "suo posto" altrimenti diventa dominante e poi vi mangerà nel piatto. (fallacia logica, indovinate quale?)".
Avendo conosciuto negli ultimi anni diversi allevatori, educatori e addestratori, ho notato che non c'è una posizione univoca su quali sarebbero i posti usati dagli umani che dovrebbero o no essere condivisi con i cani.
In particolare mi è sembrato di capire che c'è una certa ostilità, da parte di chi addestra cani ed è un po' più avanti con gli anni, verso il condividere il divano o il letto adducendo come motivazione una lotta di potere o, come scritto da te con quello che mi sembra sarcasmo, "ci mangerà nel piatto".
Personalmente ritengo il non condividere certi spazi come il divano una perdita di buone occasioni per stare vicini, coccolarsi e più in generale essere un branco basato sulla voglia/bisogno di essere insieme ma mi rendo conto che il mio è un pensiero dato unicamente dall'affetto che provo per Joe (il mio cane) e Sam (il cane di mia sorella).
Mi chiedevo se veramente esista per la scienza cinofila "il posto del cane" o se è una concezione nata dal bisogno di certe persone di una gerarchia, di sentirsi padroni del cane e non compagni di vita.
Tu che ne pensi?
Ciao @biggestluca
ma che bella domanda!
@kon-igi ti saprà sicuramente dire cosa sto urlando in questo momento dopo aver letto la tua domanda, qui agevolo un suggerimento.
Intanto stabiliamo che non esiste un posto adatto al cane che non sia vicino a noi e più vicino è, più il cane avrà modo di rilassarsi completamente solo grazie al contatto fisico.
Dopotutto siamo entrambi mammiferi sociali.
Se ci sono problemi come aggressività e protezione della cuccia si lavora su quei problemi e li si risolvono, dormire insieme è un'attività che comporta limitazioni e rispetto reciproci e bisogna saperlo fare.
Se lo ricordo faccio una foto di un setter che mi dorme sul petto (ma sta imparando che non è necessario) e in quel caso gli dobbiamo insegnare che non è il modo più efficace di riposare assieme.
Se vuoi approfondire puoi leggere questo ma le nuove ricerche in etologia stanno smantellando tutta la teoria del capobranco come la intendevamo (e purtroppo alcuni ancora la intendono).
Purtroppo un cambiamento di paradigma scientifico, soprattutto di questa portata, che promuove gli animali da semplici macchine biologiche a esseri dotati di coscienza perché, in modo equivalente al nostro, "sentono" il mondo a livello emotivo, è un passaggio che alcuni non riescono o si rifiutano di fare per il peso delle responsabilità che dovrebbero assumersi per le loro azioni passate.
E con alcuni sto parlando anche di me e tutto quello che sto facendo da allora è per rimediare al dolore che ho inferto inutilmente.
In generale quando senti parlare di "dominanza", "capobranco" intesi in mdo autoritario piuttosto che come "base sicura" di riferimento sei di fronte a un residuato di un mondo che non sparirà mai troppo presto ma che non ha nessun fdondamento scientifico se non i testi di 50/100 anni fa e capirete che da allora la scienza di passi avanti ne ha fatti diversi.
La prossima volta che ti diranno cose del genere (il cane non può salire sul divano) chiedi come mai e ascolta con attenzione le motivazioni: è un ottimo esercizio per imparare a riconoscere le fallacie logiche.
Infine per chi non vuole che il cane salga sul divano o sul letto perché non li vuole sporcare (punto di vista assolutamente legittimo) può trovare un compromesso usando una copertina su cui fare "ancoraggio" e insegnarli a starci sopra in modo da non rischiare di imbrattare magari tutto di fango.
Se avete dubbi, chiedete pure, ho un sacco di peccati da scontare.
E ricordate sempre il decalogo di Vaira, il punto 3 se non ricordo male recita così:
Tu non sei il capobranco.
Al massimo il suo migliore amico e mentore.
Qui la gif di quando @kon-igi venne a trovarmi la prima volta.
30 notes
·
View notes