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#collettivo inciampo
lamilanomagazine · 8 months
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Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione
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Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione Il 25 gennaio la Cerimonia delle Pietre di inciampo, con la partecipazione delle scuole. Verranno ricordati i cittadini Clara Sereni, Bruno Cagli, Alvaro Pietrucci e Lamberto Morbidelli. Il 27 gennaio alla Mole "La Banalità del Male", Spettacolo filosofico musicale di Popsophia. Quattro nuove pietre d'inciampo saranno sistemate in città in occasione della settima edizione della Giornata della Memoria. Le pietre si aggiungono alle 23 già collocate di fronte alle ultime abitazioni di cittadini anconetani deportati e uccisi nei Lager nazisti o deceduti durante la prigionia. La cerimonia, alla quale parteciperanno anche vari istituti scolastici, si terrà giovedì 25 gennaio a partire dalle 9 del mattino prima in via Volturno 31, di fronte all'abitazione di Bruno Cagli, e poi si muoverà verso gli altri tre siti individuati. In via Volturno sarà presente anche il Sindaco, Daniele Silvetti. La posa delle pietre, che che rientra nell'ambito del calendario di iniziative della Giornata della memoria, è stata promossa grazie al coordinamento del Comune di Ancona da Anpi Ancona, Anmig Marche, Comunità ebraica di Ancona e dall'Istituto storia Marche, che ha seguito il coordinamento con la Fondazione tedesca guidata da Gunther Demnig (l'artista che ha inventato il progetto "Pietre d'inciampo" ormai diffuso in tutta Europa). Ad essa hanno dato supporto istituzioni, associazioni e organizzazioni del territorio, studiosi anconetani e gli Istituti scolastici che interverranno, ossia ISTVAS, Liceo Artistico Mannucci e Liceo Rinaldini. Voce narrante della giornata sarà quella di Attilio Bevilacqua, lo storico anconetano che ha seguito la ricerca dedicate alle quattro persone che saranno ricordate, assassinate in quanto ebree (Clara Sereno e Bruno Cagli), antifasciste (Alvaro Pietrucci) e IMI, ossia Internati militari italiani in Germania (Lamberto Morbidelli). Sulla base delle ricerche effettuate le ultime abitazioni anconetane dei deportati furono le seguenti: Bruno Cagli in via Indipendenza 31, oggi via Volturno 31; Clara Sereno in corso Vittorio Emanuele 42, oggi corso Garibaldi 44; Alvaro Pietrucci, in corso Carlo Alberto 68 e Lamberto Morbidelli, in via Osteria Nuova, oggi via Esino 90. Si intitola La Banalità del Male ed è il nuovo spettacolo filosofico musicale realizzato da Popsophia in occasione della Giornata della Memoria e in programma il 27 gennaio alle ore 21,15 alla Mole di Ancona. Ricordare la Shoah attraverso il racconto che di essa è stato fatto dal cinema, dal film hollywoodiano più celebre Schindler's List di Steven Spielberg alla controstoria di Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino, passando per il successo internazionale de La vita è bella di Roberto Benigni. E dall'altro lato la filosofia che si è interrogata su quella "banalità del Male" che ha segnato il Novecento secondo la definizione di Hannah Arendt: Popsophia si misura con una nuova sfida, al di là della commemorazione per capire, con le lenti della filosofia, come il male assoluto dell'Olocausto è stato ed è raccontato della cultura visuale e dall'immaginario collettivo. È possibile ricordare ciò che non può e non deve essere dimenticato, senza cadere in rappresentazioni rassicuranti o banalizzanti? Un viaggio che scende negli abissi dell'animo umano, tra memoria e oblio con le canzoni che hanno segnato il nostro immaginario sull'olocausto e che saranno realizzate dalla band Factory: dal canto ebraico Gam Gam fino all'inconfondibile tema per violino e piano del film Schindler's List o a canzoni "manifesto" come "Dio è morto". Ad accompagnare Lucrezia Ercoli in questa narrazione intensa e complessa Andrea Minuz, docente di Storia del cinema e Teoria e analisi della sceneggiatura all'Università La Sapienza di Roma e autore di saggi e libri dedicati a Shoah e cinema tra cui "La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico". L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. La prenotazione verrà aperta sul sito tramite Eventbrite mercoledì 24 gennaio alle ore 10).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sguardimora · 4 years
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Primo incontro tra Collettivo Inciampo e la comunità di spettatori “pane quotidiano” in attesa della prova aperta di sabato 11 luglio alle ore 21.30. 
*nella residenza #Phoenicopteridae
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indiotismo · 4 years
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É deciso. Titubanza. Emozione. Panico. Amore. Bianco o Nero. Rimanere aspettando l'evoluzione viru..lenta su territorio della corona inglese o andare nella terra d'origine italiana contaminata in primo grado ? Tentativi cancellati, ma questo no. Parto da Londra per raggiungere le mie montagne trentine. Non una fuga, ma un bisogno ancestrale. Qui Ho Me. In London. Là ho Casa. In Trentino. Non é una vacanza. É un senso di richiamo, di sopravvivenza nell'emergenza. Ritorno al futuro o rivado nel passato? É un viaggio introspettivo questo. Lo so bene. Saluto la mia magica jungle che in pochi mesi mi ha offerto ciò che cercavo da sempre, con un arrivederci, a presto... chissà quando ? Con la fobia di non avere sufficienti ed efficienti precauzioni, ma ora non si cambia più idea, non ho nemmeno il tempo..al rifugio d'origine si torna costi quel che costi. Job in stanby insieme a tutto il resto, come l'anima d'altronde. Corro, mi inciampo, indosso la mascherina con filtro e i guanti, sguscio fuori dalla blue door che adoro, per non perdere l'Uber che mi sta aspettando fuori casa. Nella foga di non sapere ciò che sarà per tutti, per sempre. Salgo, andiamo verso casa dei miei amici. Escono mascherati, salgono in macchina e ci dirigiamo verso Heathrow l'aeroporto più trafficato d'Europa, settimo al mondo, un gigante “hangar” che trasporta più passeggeri internazionali di ogni altro aeroporto al mondo. Terminal 4. Arriviamo, il cielo é di un azzurro e sereno sorprendente. Cominciano i primi tiepidi accenni della bella stagione. Perché in UK c'é più sereno di quel che si pensi! L'aeroporto appare da subito deserto.. Tutti i check-in mummificati nel tempo, l'unico operativo é quello che ci attende, garantendo speriamo il rimpatrio. Ormai di sicuro c’è nulla. THE ITALIAN TRIP. Compiliamo la modulistica che ci consegnano per giustificare il nostro viaggio, sapendo che una volta arrivati dovremmo blindarci in casa isolati da tutto e tutti. Ci mettiamo in coda..distanziati.. Ognuno con la sua maschera che copre la faccia.. Il tutto fluisce rapidamente. Andiamo verso il gate. Siamo gli unici a poter volare. Ci sentiamo quasi fortunati. Non c'é attesa lunga e controlli a tappeto con i raggi X come al solito, passiamo. Zero intoppi. Sembra un gioco da ragazzi. Tutti i negozi firmati e tutti i duty free che un posto di queste dimensioni contiene mostrano saracinesche scese o vetrine svuotate, a parte uno che sembra simulare uno di quegli empori notturni aperti H24 che si trovano ai distributori di benzina nei film americani. Piccola sosta e via verso il miraggio dantesco. Ci chiamano a blocchi secondo le file numerate dell' aeromobile, ci puntano una piccola pistola in fronte per misurarci la temperatura.. sembra di essere deportati ma trattati al contrario. Con molta attenzione. Velocità. Ciò che però mi intoppa in modo smisurato, é il nodo in gola... Nell'intraprendere un viaggio che ci riporta dritti al punto di partenza. Un trip che droga anche l'animo meno sensibile. Emotivamente severo, senza sconti di pena. Nei reconditi spifferi umani del disagio collettivo. Il silenzio che caratterizza questo viaggio me lo ricorderò per sempre. La desolazione regna imperante, incoronandoci nell'ultimo anello della catena animale. L'unica compagnia che sostiene questo viaggio in un caso eccezionale del genere provenendo dall'estero é quella di bandiera, Alitalia. Enigmatica concezione, nel siglare i nostri desideri: ci sta donando le ali per tornare a casa. Ne siamo grati. Quasi orgogliosi, senza nazionalismi. Pura appartenenza alla nostra originale popolazione. Il personale di bordo é gentile, responsabile e accortissimo per ricevere ogni nostro bisogno di aiuto. Il clima é incredibilmente rasserenante, ci vogliono trasmettere tranquillità e fiducia. Al di là dei mezzi. We can do it, si sente dentro. Grazie grazie. Siamo seduti tutti a distanza di sicurezza.. Ci viene ripetuto dal comandante di indossare assolutamente la mascherina per tutta la durata del volo. Noi lo faremo per quindici ore consecutive. Compiliamo un nuovo modulo che ci viene consegnato e che servirà una volta giunti in Italia. Decollo. Dentro scoppio a piangere, fuori mi brillano gli occhi di sconosciuta paura e una lacrima mi sfugge andando ad infilarsi sotto la maschera. Intorno a me, scorgo altri sguardi intontiti, tristi, dispiaciuti, senza parole, ma non li posso vedere, hanno tutti la loro maschera, ovviamente. Possono sfogarsi senza timore. Li guardo al volo. Mi addormento in fretta. Ho in memoria notti e notti di risvegli e sonno turbolento. Ma qui ad alta quota, turbolenze non se ne sentono. Quasi il cielo, riesca a rassicurarti nelle sue seducenti sfumature che solo squarciandolo hai la fortuna di vedere. Esoterismo atmosferico. Che mi manda in trance ogni volta, mi culla la dormiveglia, mi fa stare in pace. Il dramma é epocale. Nessuno mai si sarebbe aspettato tanta impotenza da parte dell'uomo in un colpo solo. Catapultando in un mondo rovesciato, tutto nuovo. Con i valori ricontemplati, la ricchezza inutile, la forza titanica della natura, il tatto proibito. Alt. Destinazione Roma. L'unica tratta operativa per chi desidera davvero tornare a casa. Atterriamo a Fiumicino, mi commuovo di nuovo. L'onda amara di un'Italia al capolinea mi sale proprio nelle viscere. Dobbiamo fare scalo per salire a Milano. Una Lady a me particolarmente cara, messa disgraziatamente in ginocchio. Ci riaccodiamo, in una colonna che non ci permette di intravedere la fine. Due metri di distanza l'uno dall'altro. Trasgrediamo nel limite del possibile comunicandoci lo stretto necessario, mi scappa qualche battuta esorcizzando il momento sinistro ed inquietante. Si sente che siamo in Italia. Eccome. A Londra, nel Regno Unito in generale, il clima nefasto non si avverte.. Lockdown in vigore ma senza troppo scrupolo. Lo si sa. Anche se i punti nevralgici di turismo formicante appaiono ormai da settimane privi di calpestamento umano. Il comandante della polizia ci fa passare superando la fila infinita perché dobbiamo imbarcarci per Malpensa. Ci rimettono in fila, rapidamente, ci risparano il rilevatore di temperatura. Il poliziotto mi fa alcune domande scrutando il passaporto, raccomandandomi il periodo di quarantena obbligato una volta giunta a casa, nella residenza di famiglia. Quando mi guarda negli occhi, mi rassicura dicendomi: Buon rientro a casa Alessia. Come me l'avesse detto uno zio, un caro amico, io l'ho letta in modo intimo, italiano. Perché noi siamo così, incazzati con tutti più di tutti quando é routine, ma uniti e solidali più di tutti quando é emergenza. Vera. Mi ha fatto sentire meno sola in tutto questo trip emozionazionale. Ci imbarchiamo per Milano. Altro volo stesso trip. Tutto italiano. Dura il tempo di filmare, appuntare due cose e si atterrà nuovamente. L'aeroporto é drammaticamente vuoto.. Come ci si aspettava. Recuperiamo il bagaglio e via verso l'esterno. Usciamo come gatti randagi senza più controlli. Ormai hanno esaurito le necessarie misure cautelari. Siamo liberi. Illusione, ma l'aria pulita ci è utile a farcelo credere. Fuori ci attende un pulmino taxi, altro modulo, altro viaggio. Non credo sia mai successo dall'invenzione delle autostrade che sia trascorso un solo giorno di assenza totale di mezzi in circolazione come questi giorni. Asfalto, paracarro, guardrails, barriere del suono, cartelli..tutto costruito dall'uomo di cui non si vede nemmeno l'ombra. Passiamo le zone rosse. il tassista cortese e disponibile munito di tutte le protezioni, in sole due ore ci riporta nelle nostre bolle. Dalle quali siamo scappati, o semplicemente rimbalzati fuori un tempo senza tempo. Siamo fantasmi nella notte, arriviamo, ma dove siamo? Nella nostra Isola che non c'é. Finalmente o purtroppo, il dilemma resta. Una chimera invisibile si sta pappando il mondo, infinitamente piccola, subdola e dinamica. Non gli teniamo testa. Mutando i nostri sogni, i nostri sguardi, la nostra ragione. Regione. Per farci capire, in modo tanto brutale e sofferente quanto, come ci ha scalfito il Piccolo Principe in post adolescenza, che l'essenziale é invisibile agli occhi. Per tornare ad amare, a sentire, a comunicare. Nel rispetto dell'amico terrestre che ci ospita. Tradito per troppo tempo. Gli extra terrestri siamo noi, ora l'abbiamo capito. Al collasso economico o forse solo alla deriva di noi stessi, tocca restar fermi, ascoltar. Stop. A casa. Finalmente giunta, non abbraccio più. Non posso. Posso solo respirare, capire, assaporare. Sognando alla mia sweet HoMe presto di tornare. All’Italia. Quella che fu, che è e che sarà. 5 Aprile 2020 Un’Indiot in città
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Gli eventi per celebrare la memoria storica dei tragici fatti della Seconda Guerra Mondiale
Gli eventi per celebrare la memoria storica dei tragici fatti della Seconda Guerra Mondiale
Alessandria News Il primo appuntamento sabato 14 gennaioal Salone Tartara con lo spettacolo “No – Storia di un internato militare” a cura del Collettivo Teatrale. Lunedì 16 verranno posizionate due Pietre d’Inciampo in memoria di Riccardo e Roberto Fiz, casalesi morti dopo la deportazione nel campo di concentramento di Auschwitz
AlessandriaNews.it http://ift.tt/2iILF9l
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sguardimora · 4 years
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29/06/2020 - 13/07/2020 #PHOENICOPTERIDAE
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Inizia oggi la residenza creativa per la ricerca e la composizione del nuovo spettacolo di COLLETTIVO INCIAMPO PHOENICOPTERIDAE - La verità del fenicottero, progetto selezionato da Chiamata Pubblica Di nuovo ERetici | percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico. Lo stato e le aspettative dei giovani artisti under 30 dell’Emilia-Romagna – prima edizione
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sguardimora · 4 years
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Alcune immagini dalla residenza creativa di Collettivo Inciampo. Domani alle 21.30 prova aperta, anticipata dall’inaugurazione della mostra di Roberto Dal Maso “Richiami Materici”.
PHOENICOPTERIDAE – La verità del fenicottero | Collettivo Inciampo
prova aperta al termine della residenza ingresso a contributo libero – prenotazione obbligatoria* a seguire incontro con la compagnia a cura di Francesca Giuliani
drammaturgia e regia Collettivo Inciampo (Marzio Badalí, Francesca Di Fazio, Fabiola Fidanza, Gianmarco Marabini)
con il supporto di L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna
progetto selezionato da Chiamata Pubblica Di nuovo ERetici | percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico Lo stato e le aspettative dei giovani artisti under 30 dell’Emilia-Romagna – prima edizione
Se scrivo la storia prima di aver trovato il titolo, essa generalmente abortisce. Ci vuole un titolo, perché il titolo è quella specie di bandiera verso la quale ci si dirige; l’obiettivo da raggiungere è quello di spiegare il titolo. Jean Giono
Lucy ha trovato il titolo perfetto eppure non ha abbastanza immaginazione per scrivere una storia che sia all’altezza delle sue aspettative. Eva, terrorizzata dall’idea di un’imminente guerra nucleare, vede in chiunque una potenziale spia sovietica. All’apparenza non hanno nulla in comune eppure c’è qualcosa che lega a loro insaputa queste due donne: entrambe nascondono un segreto. Sotto il segno del grande question mark che ha tormentato l’America dei primi Anni ’50, e della paranoica domanda sollevata dal maccartismo – is this tomorrow? – due vicine di casa affrontano, sullo sfondo della paura rossa che tormenta l’intero paese, una personalissima caccia alle streghe che le costringerà, dopo la prima menzogna, a una realtà fittizia più vera del vero. Ogni essere vivente scambia con il mondo che lo circonda le informazioni necessarie alla sua sopravvivenza. È questa la ragione per cui la comunicazione è un carattere imprescindibile della vita: senza di essa, anche gli organismi più semplici non avrebbero la possibilità di mantenere il delicatissimo equilibrio che rappresenta la vita stessa. Ma esiste davvero una comunicazione scevra dalla manipolazione? O è proprio la comunicazione a creare quella che noi chiamiamo realtà? È questo il domani che ci riserva il futuro? Ma soprattutto perché un fenicottero?
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COLLETTIVO INCIAMPO nasce nel 2019 da un caso e da una necessità, ed è un singolare collettivo di dramaturg. Lo sguardo dei suoi componenti si pone per inclinazione naturale nel punto in cui la nuova drammaturgia incontra il linguaggio performativo della scena. Necessità è quella di porsi costantemente l’interrogativo sul senso di ciò su cui si lavora, tenendo sempre l’attenzione puntata alla realtà complessa in cui siamo immersi. Marzio Badalì, Francesca Di Fazio, Fabiola Fidanza, Luca Gadler e Gianmarco Marabini, cinque singolari individui dalla formazione molto composita, si incontrano nel 2018 al corso di perfezionamento Dramaturg Internazionale della Scuola di teatro Iolanda Gazzerro di ERT – Emilia Romagna Teatro Fondazione. Terminato il percorso di formazione, decidono di creare il collettivo, facendo confluire le loro diverse conoscenze in un laboratorio di idee teatrali e performative. A luglio 2019 vincono “Di nuovo ERetici”, percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico sostenuto da L’arboreto – Teatro Dimora e da La Corte Ospitale – Teatro Herberia con il progetto Phoenicopteridae, La verità del fenicottero.
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sguardimora · 5 years
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05/09/2019 - 12/09/2019 #Collettivo Inciampo
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Proseguirà fino al 12 settembre la residenza creativa per la ricerca e la produzione del nuovo spettacolo di Collettivo Inciampo. Questo al Teatro Dimora è il I° periodo di residenza per il progetto selezionato dalla Chiamata Pubblica Di nuovo ERetici | percorso biennale (2019-2020) di accoglienza, sostegno e accompagnamento critico - lo stato e le aspettative dei giovani artisti under 30 dell’Emilia-Romagna.
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sguardimora · 4 years
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da Il fenicottero: Vita segreta di Ignazio Silone
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Aspettando la prova aperta di questa sera Phoenicopteridae - la verità del fenicottero di Collettivo Inciampo. Alle 21:30 al Teatro Dimora di Mondaino.
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sguardimora · 5 years
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Collettivo Inciampo al lavoro con Elena Di Gioia per la prima residenza del bando Nuovi ERetici incontra gli spettatori del progetto “Pane Quotidiano”. 
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Che cos’è l’inganno? Alcune riflessioni a margine di un incontro con la comunità.
*L’arte di creare la realtà
*Esserne vittima mi fa paura, ma è una pratica della mia libertà
*Narrazione parallela che crea l’illusione di un’altra realtà
L’intreccio tra l’inganno e la Storia mi fa paura
*E’ multiforme
*Una storia vera che nel momento in cui viene svelata del suo meccanismo si tramuta in inganno
*La bugia sta all’inganno come la tattica sta alla strategia
*I supermercati sono dei grandi inganni
*Il gioco d’azzardo è un inganno legalizzato
*La bolla di realtà che un inganno crea spesso, pur sapendolo, si ha paura di romperla
Come ci poniamo al mondo esterno?
Chi siamo?
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sguardimora · 5 years
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Collettivo Inciampo al lavoro per la prima residenza del bando Nuovi ERetici
Il progetto
Che cos’è un inganno? Memoria alterata, narrazione, incongruenze temporali, sostituzioni, omissioni. La prima favola che ci raccontano prima di andare a dormire narra di superamenti e lieto fine. Ma che cosa succede se, come in Armida e la realtà (da Le ombre Bianche di Ennio Flaiano) alle favole vengono sostituiti i fatti di cronaca? Nel tentativo di riempire i vuoti con immagini e situazioni ciascuno di noi mente parlando di sé,avvicinandosi sempre di più alla rappresentazione del proprio io. Partendo da questa specie di inclinazione naturale, il meccanismo dell’autofinzione ci spinge a considerare l’inganno come un atto deliberato anche laddove la memoria è ben stabile. Già Brodskij scriveva: «La vera storia della coscienza comincia con la prima bugia. La mia prima bugia ebbe a che fare con la mia identità. Niente male come inizio». Nel racconto Meno di uno l’autore narra di quando, all’età di sette anni, parlando con l’impiegata di una biblioteca pubblica per la quale doveva compilare un modulo di iscrizione, dichiara di non conoscere la sua nazionalità. È questa la sua prima bugia. O meglio la prima di cui ha ricordo. Ma anche questa potrebbe essere una menzogna. Lo scrittore racconta che, compiuti i quindici anni, abbandona gli studi per andare a lavorare in fabbrica. L’azione che lo muove è un autoinganno: racconta a se stesso, fino a convincersene, che la sua famiglia ha bisogno del suo lavoro, ma anche questo non è vero. «Era quasi una bugia, ma così sembrava meglio, e ormai avevo imparato ad amare le bugie proprio per questa “quasità” che rende più netti i contorni della verità: dopotutto, la verità finisce dove cominciano le bugie». Talvolta l’inganno può assumere un’accezione positiva, si fa espressione di libertà, desiderio di dominio dell’uomo sul proprio destino; spesso però questo dominio travalica le frontiere del privato per arrivare al pubblico. Non si tratta più di narrarsi in una maniera diversa da quel che si è ma di plasmare la narrazione altrui nel momento in cui questa entra in contatto con le propaggini del nostro inganno. Oggi più che mai diventa difficile riconoscere il reale dal fittizio, laddove l’inganno si è evoluto ed è diventato anch’esso social: manipolazione dell’informazione, impossibilità di raccontare la realtà, creazione virtuale di se stessi. Come ci si comporta quando la realtà pare più falsa e fantasiosa di una menzogna? O quando una bugia viene scambiata per realtà e su di essa ci si costruisce la propria immagine, la propria fama o la propria storia? E qual è la posizione del teatro, luogo precipuo dell’inganno, in questa nuova era e prospettiva? Attraverso lo studio ponderato di una vasta bibliografia e l’utilizzo sperimentale dei nuovi media e delle nuove tecnologie si tenterà di condurre lo spettatore nei meandri di un’interrogazione che lo investe in prima persona e che invita all’esercizio del dubbio prima di tutto verso se stessi.
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sguardimora · 4 years
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Oggi pomeriggio il gruppo di spettatori che ha aderito al progetto “pane quotidiano” incontrerà Collettivo Inciampo. In attesa dell’incontro, rileggendo la presentazione del progetto PHOENICOPTERIDAE - La verità del fenicottero dove la compagnia spiega quello che accadrà durante la residenza a Mondaino
A partire dal concetto di autofinzione testeremo la drammaturgia intessuta durante i mesi che vanno da ottobre a marzo, per definire una struttura drammaturgica che indaghi l’elemento dell’inganno all’interno dell’autobiografia. Come sostiene Sergio Blanco, ogni persona può mettere in atto un processo di creazione che coinvolge la collettività. Lavoreremo su un’attualità documentaria profondamente ispirata alla realtà in cui viviamo, alle condizioni ambientali e lavorative in cui ci troviamo ma, al tempo stesso, provando a dare un valore aggiunto a quanto viene raccontato. Organizzeremo e daremo forma all’azione fuorviante delle parole, delle immagini e dei gesti con l’intento di mettere in atto un processo di inganno che investa il pubblico, 
mi tornano in mente le avvertenze che Walter Siti rivolge ai suoi lettori all’inizio di “Troppi Paradisi”. 
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