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Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro: un tributo alla sicurezza e alla memoria
Ogni anno, il secondo sabato di ottobre, l’Italia si ferma per commemorare la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, un momento di riflessione profonda e di sensibilizzazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ogni anno, il secondo sabato di ottobre, l’Italia si ferma per commemorare la Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul Lavoro, un momento di riflessione profonda e di sensibilizzazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Questa giornata rappresenta un’occasione cruciale per ricordare coloro che hanno perso la vita o sono rimasti gravemente feriti a causa di incidenti sul lavoro. È…
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Da tempo immemore a sinistra si creano degli alibi per giustificare scelte errate e fallimentari. La colpa è sempre degli altri o di chi ha guidato partiti e movimenti portandoli su posizioni sbagliate. Con la nascita di Italia Viva si è diffusa l'opinione che tutti i fautori del jobs act siano passati alla creatura Renziana, nel Pd per molti sarebbero rimasti solo uomini e donne di sinistra, disponibili a rimettere mano all'art 18, al jobs act, alla Fornero, pronti ad allargare le alleanze a quanto resta della sinistra che un tempo si definì radicale. E di fronte ai dati economici non certo incoraggianti si continua a ipotizzare tagli delle tasse come la soluzione migliore, ma anni di defiscalizzazione hanno forse determinato miglioramenti effettivi? Ma la realtà è invece ben diversa, e una intervista, a Il sole 24 Ore, dell'economista e senatore Tommaso Nannicini aiuta a confutare le credenze della sinistra facilona e senza memoria Per Nannicini il Jobs act va infatti completato e non abolito perché a detta sua ha avuto effetti positivi e andrebbe invece migliorato sulle politiche attive.
Citiamo testualmente da Il Sole 24 Ore:
«Il Jobs act è un cantiere aperto, va completato, altro che abolito. Alcuni elementi di quella riforma, come le tutele crescenti in caso di licenziamenti illegittimi, non ci sono praticamente più, dopo la pronuncia del 2018 della Corte costituzionale, adesso c’è un semplice meccanismo risarcitorio tornato alla discrezionalità del giudice. Altri elementi dobbiamo completarli senza tornare indietro, come nel caso degli ammortizzatori sociali, che vanno sì rafforzati ma col taglio universalistico del Jobs act, evitando quindi di ripristinare una cassa integrazione discrezionale, senza limiti temporali e solo per pochi.».
Nannicini, senatore Pd, rivendica il jobs act, la sua posizione è tutt'altro che isolata e fotografa una situazione surreale nella quale la Cgil cala le brache davanti al governo, ma allo stesso tempo giustifica la sua arrendevole politica con il fatto che, sempre con il Governo, i sindacati stiano discutendo di ammortizzatori sociali, legge sulla rappresentanza, pensioni e appunto il jobs act. E Landini, a proposito della Legge di Bilancio, ha avanzato qualche tiepida critica ma ribadendo che la manovra presentava "molte cose giuste" Dove sta allora la verità? Cerchiamo di capirla attraverso le parole del prof Nannicini (docente alla Bocconi) visto che parliamo di un autorevole economista
Innanzitutto la riforma degli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro rappresentano un problema reale alla base del quale c'è il rapporto tra Stato e imprese, tra pubblico e privato. In questi anni lo Stato è stato l'ammortizzatore sociale per coprire le scelte errate degli imprenditori, gli anni delle liberalizzazioni hanno spazzato via quel ruolo di controllore e di indirizzo dello Stato che invece in altri paesi è rimasto tale (Francia, Germania).
Ma questo rapporto subalterno al capitale non viene analizzato e rimesso in discussione dall'economista Pd, la sua unica preoccupazione è quella di rassicurare i lettori e gli industriali che non torneremo all'art 18 e alla reintegra in caso di licenziamento.
Allo stesso tempo il jobs act ha creato uno tsunami anche nelle tutele crescenti soprattutto dopo la Sentenza della Consulta che ha affidato al Giudice il compito di stabilire l'importo del risarcimento. E questa sentenza viene vista negativamente rispetto all'anzianità di servizio che nel jobs act dettava le mensilità di risarcimento
Nannicini non ha peli sulla lingua, per lui il jobs act è un successo e la reintegra in caso di licenziamento va applicata solo a casi veramente eccezionali, i cosiddetti casi discriminatori e gravi che in Giudizio poi quasi mai vengono dimostrati. Con il jobs act, per l'economista, i licenziamenti sarebbero diminuiti ma non ci sono dati a tale riguardo, di sicuro sono aumentati i casi nei quali si rinuncia perfino a intraprendere una causa nel timore di essere costretti a pagare le spese in Giudizio, ma ovviamente questo aspetto viene completamente tralasciato.
E' fin troppo facile parlare di riforma degli ammortizzatori sociali e della lotta alle false partite Iva e collaborazioni ma alla base di ogni iniziativa dovrebbe esserci un elemento di chiarezza: qual è il ruolo dello Stato verso i soggetti privati? Dopo l'ubriacatura liberista delle privatizzazioni si intende proseguire sulla stessa strada, magari giustificando ogni eventuale statalizzazione come concessione al Movimento 5 Stelle per la tenuta del Governo? Quali solo i sistemi di controllo delle imprese? La cosiddetta mano invisibile del Mercato continuerà a farla da padrona?
Tutti argomenti seri dei quali non si vuole parlare, meglio discutere allora di questioni generiche senza mai rimettere in discussione l'impianto liberista e le leggi liberticide in materia di lavoro e previdenza che hanno stravolto e deteriorato le nostre esistenze costruendo le basi di una società sempre meno solidale ed equa sulla quale poi la Lega costruisce la sua fortuna politica.
Su un punto siamo invece concordi con Nannicini: entriamo nel merito delle questioni ma partendo da un altro presupposto ossia quali interessi materiali vogliamo tutelare, se pensiamo dirimente chiudere definitivamente la pagina delle liberalizzazioni abrogando e riscrivendo tutte le leggi a favore dell'impresa che hanno alimentato la repressione nei luoghi di lavoro, i licenziamenti, gli utili agli azionisti a discapito di un loro reinvestimento. Ma probabilmente le nostre idee sono opposte a quelle del senatore prof di economia, e non solo le sue ma del Pd a cui continuano, dalla smemorata sinistra perbenista, a dare credenziali e atti di fiducia che alla luce di questa intervista sono decisamente mal riposti.
Redazione pisana di Lotta Continua
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La disperazione di un migrante, foto di Elisabetta Portoghese Deportati come le 'bestie': lacrime e rabbia al centro d'accoglienza di Castelnuovo di Porto Un nuovo sgombero sulla pelle di centinaia di disgraziati che ora finiranno in mezzo a una strada senza alcun sostegno. Come ricorda Luca Liverani sull'Avvenire: a marzo 2016 papa Francesco l'aveva scelto per la cerimonia della lavanda dei piedi del giovedì santo. Una struttura che in questi anni aveva raccolto riconoscimenti - dall'Acnur a Migrantes - per la qualità dell'accoglienza e i percorsi di integrazione. Ma ora il Cara di Castelnuovo di Porto, a pochi chilometri da Roma, chiude. Oltre la metà degli ospiti del Centro di accoglienza per richiedenti asilo - 305 su 535 - entro sabato saranno trasferiti a gruppi nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) di altre regioni. Anche sul Cara di Castelnuovo infatti cala la scure del Decreto sicurezza: presto tutti i profughi ospitati verranno portati via. Tranne qualche decina di titolari di permessi umanitari: finiranno direttamente sulla strada, perché per loro non è più prevista alcuna assistenza. Pesanti anche le conseguenze occupazionali per i 120 operatori, tutti a tempo indeterminato. I sindacati promettono battaglia. Sconcerto e indignazione del sindaco di Castelnuovo Riccardo Travaglini: spazzati anni di impegno e buon lavoro per l’accoglienza, cancellati posti di lavoro. Una decisione che sorprende tutti...«Anni di impegno e buon lavoro - dice il sindaco Travaglini - per un’accoglienza fatta di progetti educativi, inserimento scolastico, corsi ricreativi, iscrizioni alle associazioni sportive, collaborazioni volontarie e lavori socialmente utili. Il Comune l’aveva portata avanti insieme alla Prefettura». Il sindaco si sente defraudato: «Il modello d’integrazione funzionava: uno dei primi atti, dopo il grande caos di "mafia capitale", è stato la sottoscrizione di un protocollo d’intesa con la Prefettura per progetti culturali e di volontariato (museo di arte e mestieri, rassegne fotografiche, corsi di teatro), ma soprattutto per l’inserimento scolastico dei bambini, che da domani saranno costretti a lasciare aula, maestre e compagni senza sapere dove andranno e cosa li aspetta». E sottolinea che «la gestione non ha mai dimenticato l’aspetto della sicurezza, in collaborazione coi Carabinieri di Bracciano». «Da amministratore locale dico che il problema dell'Italia non sono i migranti - dice il sindaco di Castelnuovo di Porto - ma le problematiche diffuse ed endemiche che affrontiamo tutti i giorni: disoccupazione, corruzione, mafie, evasione fiscale, una giustizia che non funziona e che non riesce a garantire la certezza della pena, la mancanza di risorse per mettere in sicurezza i territori». E conclude: «Auspico che la furia del governo nell'affrontare il fenomeno dell'immigrazione contagi anche questi altri fronti, eterne emergenze del nostro territorio e dell'Italia intera». ...l Cara lavorano dagli addetti alle pulizie ad assistenti sociali, psicologi, medici, mediatori linguistici, insegnanti. «Un dramma occupazionale, il decreto cancellerà almeno 10mila posti di lavoro in tutta Italia». Stima che arriva a 18 mila posti cancellati, secondo i calcoli della cooperativa InMigrazione che da anni si occupa del fenomenomigratorio. globalist
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CAMERA DI COMMERCIO VUOLE LA ROTTURA AL TAVOLO DELLE TRATTATIVE PER SALVARE IL POSTO DI LAVORO DEI DIPENDENTI DELLE AZIENDE SPECIALI
È emerso con chiarezza nel pomeriggio di martedì 25 u.s., durante il tavolo di trattative con UIL FLP e FISASCAT CISL che rappresentano tutti i lavoratori coinvolti in questa amara vicenda chge l'intento è di far pagare ai lavoratori di CESAN e LACHIMER, aziende speciali della Camera di Commercio di Foggia, responsabilità che nulla hanno a che vedere con il taglio di posti di lavoro.
Eppure i sindacati hanno cercato di comporre nella maniera più consona la vertenza, mettendo sul tavolo proposte e soluzioni ragionevoli, per risolvere la questione, e che puntualmente sono state rinviate al mittente.
Rimane quindi la considerazione amara che forse è volontà politica mettere fuori 25 lavoratori che fino ad ora hanno garantito tutte quelle attività che hanno contribuito negli ultimo 30 anno, a rendere lustro e utilità al sistema Camerale di Capitanata.
Perché è su questi numeri che si deve riflettere: 25 famiglie a rischio, a fronte di 30 anni di impegno profuso a favore di un territorio già provato e sofferente, per la mancanza di visione di una classe dirigente che con troppa superficialità scarica sui lavoratori ogni responsabilità, relativa ad un presunto recupero nell'ordine di circa 250.000 euro.
Numeri che fino allo scorso anno facevano gridare al miracolo della salvezza dei conti dell'Ente camerale (dicembre 2018), esaltando il raggiungimento del pareggio di bilancio annunciato con enfasi a mezzo stampa dall'allora Presidente Fabio Porreca, e che poi all'improvviso a meno di un anno di distanza, novembre 2019 mettevano in discussione la sostenibilità dei costi strutturali delle Aziende. Proprio Camera di Commercio in qualche atto di indirizzo politico assunto per l'anno 2020, confermava il ruolo operativo e strategico delle Aziende speciali, anche a fronte dell'avvenuto cambio di presidenza, che lasciava comunque invariata la costituzione degli organi di governance.
Delle due l'una: o prima si era stati visionari e troppo superficiali, o adesso qualcosa è sfuggito di mano. Un piano di riorganizzazione, ad esempio, chiesto a gran voce dai lavoratori e dalle rappresentanze sindacali durante ogni incontro formale e informale che pure è sin qui intercorso con la parte datoriale; piano che deve però passare in rassegna tutti gli elementi del sistema camerale foggiano, comprese le decisioni che sono urgenti e necessarie sulla destinazione della sede di Via Dante, abbandonata all'inesorabile degrado, sotto gli occhi di tutti, e che passa dalla decisioni assunte dalla Giunta camerale per la Segreteria Generale, non più tardi dello scorso agosto.
Passando poi dalle improvvise dimissioni di Porreca all'elezione di Damiano Gelsomino, agli inizi di gennaio 2020. senza tralasciare la recente vicenda del bando per l'affidamento di un incarico esterno per un avvocato giuslavorista, di emanazione dell'attuale Segretario Generale, che con una determinazione dirigenziale – poi ritirata, e che evidenziava tutte le anomalie e le imprecisioni di quella procedura pubblica; oltre alla incongruenza di una scelta che sembrava animata dalla necessità di affidare un incarico estero all'Ente per ridurre i costi di personale delle Aziende Speciali, a fronte del fatto che invece la Camera dispone di tale professionalità specifica, con un Ufficio legale strutturato al suo interno.
Ancora, nel dicembre 2019 Camera di Commercio affidava ad alcune associazioni datoriali risorse e attività fino ad allora di pertinenza esclusiva delle Aziende Speciali, per un importo complessivo di circa 70.000 euro.
O come la vicenda del bando per la selezione di un Dirigente, che sembrava essere una necessità impellente fino all'autunno 2019 e poi, in prossimità della definizione dei bilanci di previsione, veniva revocato. O ancora, i 300.000 euro che la Corte dei Conti imponeva di iscrivere a bilancio, a seguito di sentenza sulla vicenda dello stipendio d'oro dei dirigenti apicali Di Mauro e Santoro, oggi in quiescenza, per il recupero realizzato dall'Ente delle somme percepite dagli stessi. Cifra che a tutt'oggi non è stata iscritta nel bilancio di previsione dell'Ente. Perché? Volontà? Mancanza? Calcolo?
Sembra che con i conti si abbia qualche difficoltà. Ma non a far quadrare, che pure sarebbe ovvio e facile con queste premesse e con qualche attenzione necessaria, ma proprio in sede di redazione dei documenti contabili e finanziari. E con gli atti di disposizione dell'Ente.
L'elenco, già corposo, potrebbe continuare, citando ad esempio le collaborazioni affidate in questo periodo ad alcune Agenzie di sistema camerale nazionale, per attivare servizi digitali, anch'essi già erogati dalle Aziende Speciali.
Se crisi c'è questa deve essere evidenziata non solo con le cifre che oltretutto allo stato dei fatti sono esposte con un avanzo di gestione di circa 100.00 euro, ma anche con comportamenti coerenti con tale presunto stato.
E invece incoerenti sono le scelte fin qui esposte. Che danno il senso di un Ente che non vive una situazione di crisi, ma che assume atti di indirizzo e disposizione che fanno presumere una solidità che poi si smonta solo in fase di esposizione dei bilanci, sulle voci che riguardano, guarda caso, proprio le Aziende Speciali.
La Camera di Commercio è un ente pubblico, vale la pena sottolinearlo anche in questa sede, che per la propria attività si è dotato, già dal 1987 di 2 Aziende Speciali, CESAN e LACHIMER, bracci strumentali della casa madre che non hanno autonomia funzionale né finanziaria, oltre a mancare di personalità giuridica, per cui dipendono necessariamente dalla madre camerale, alle quali la governance camerale attribuiva funzioni di supporto al sistema locale, con indirizzi specifici e specialistici – internalizzazione, digitalizzazione, marketing territoriale, turismo, formazione manageriale, comunicazione, analisi chimico merceologiche, qualità e sicurezza, analisi sui materiali da costruzione.
La Aziende Speciali, gestiscono inoltre tutta la partita dei progetti nazionali e regionali di sistema camerale, o almeno fin qui così è stato per precisa volontà dell'Ente consolidata nel corso di un trentennio, compresi quelli attivati con i fondi ricavati dall'aumento del 20% del diritto camerale che le imprese sono tenute a corrispondere ogni anno. Gestiscono inoltre 4 progetti a valere sui programmi INTERREG dell'UE, per un valore complessivo di circa 600.000 euro che sono stati portati in Camera di Commercio dalle Aziende Speciali e riversati nelle casse dell'Ente. Insomma il valore di tutte quelle attività che fino ad oggi sono state il fiore all'occhiello della Camera di Commercio, determinando uno sviluppo reso in servizi al tessuto economico della nostra provincia e alle nostre imprese. Valore che a numeri fatti coincide si con i costi del personale, ma che quel personale “speciale” riversa con il proprio lavoro in interventi economici sul territorio.
È scandaloso che a farne le spese siano i lavoratori.
“Con grande senso di responsabilità il sindacato ha cercato di mettere la stabilità occupazionale come punto cardine di un accordo che da subito ha avuto momenti di forte contrapposizione, dove abbiamo nostro malgrado perso tempo con una parte datoriale che ha, come unica finalità, la riduzione di personale ad ogni costo e forse anche in modo discrezionale, visto che ad oggi non abbiamo ancora ricevuto un'apertura a considerare la questione nella complessità che si addice ad una manovra di questo tipo, magari a fronte di un piano razionale e ragionevole per arrivare ad una soluzione condivisa e calibrata” esprimono i sindacati congiunti.
Insomma un pasticciaccio che si ingarbuglia sempre di più e che evidenzia una sola cosa: un cambio di rotta improvviso e ingiustificato con l'unico obiettivo di sacrificare professionalità, conoscenze, esperienze, valore umano, in barba a 25 persone che rischiano di rimanere a casa e per un malgoverno che come al solito sacrifica solo chi ha lavorato sempre con impegno e dedizione.
Le sigle sindacali congiunte auspicano che in un breve lasos di tempo si riesca a trovare una definitiva soluzione.
Va da sé che si metteranno in atto tutte le azioni necessarie a proclamare lo stato di agitazione dei lavoratori seguito da sit in di protesta fino ad arrivare a giornate di sciopero.
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ASCOLI PICENO Le Organizzazioni Sindacali Cgil-Cisl-Uil di Ascoli Piceno hanno incontrato la Restart per una informativa sullo stato di avanzamento del Progetto di bonifica e riqualificazione urbana “Ascoli21”, alla luce del Protocollo di intesa firmato nel 2011.
In rappresentanza delle Organizzazioni Sindacali erano presenti Barbara Nicolai e Romolo Rossi per la CGIL, Maria Teresa Ferretti, Antonio Angelini e Andrea Migliori per la CISL, mentre per la società Restart Srl erano presenti il presidente Francesco Gaspari, il consigliere delegato Alfredo Sperandio e l’azionista di maggioranza Battista Faraotti.
Dopo i diversi “tavoli di concertazione” che sono stati tenuti negli anni, in vista dell’avvio dei lavori di bonifica, le Organizzazioni Sindacali hanno voluto confrontarsi direttamente con la proprietà, sulle tematiche di sviluppo e sugli obiettivi occupazionali che erano e restano al centro del Protocollo di intenti firmato con la Restart.
Dopo una prima informativa del presidente Gaspari sullo stato dell’arte, con particolare riferimento alla Convenzione da stipulare entro breve con il Comune di Ascoli Piceno, a seguito della definizione di tutte le procedure amministrative urbanistiche ed ambientali, si è passati ad approfondire, con uno scambio di opinioni e valutazioni, gli aspetti inerenti lo sviluppo occupazionale diretto ed indiretto della iniziativa.
Sono stati affrontati quindi i temi del Polo Scientifico Tecnologico e Culturale, cuore del progetto di bonifica e riconversione dell’area ed elemento strategico di sviluppo del territorio. In particolare è stata presentata la nuova collocazione in ambito della Zona Industriale, con il recupero di uno degli edifici della ex Haemonetics. Una opzione, già sottoposta da Restart al Comune di Ascoli Piceno, che offrirebbe immediatamente, alla comunità degli aspiranti imprenditori ed alle start up una possibilità di insediamento, con spazi idonei alle diverse tipologie di impresa, dalla start up digitale alla impresa più tradizionale e imprese manufatturiere tecnologicamente avanzate.
Una opzione, che ha trovato le organizzazioni sindacali favorevoli in ragione sia della immediatezza della disponibilità della struttura, che per il riuso di un edificio industriale dismesso, ed hanno evidenziato come la realizzazione del Polo Scientifico Tecnologico e Culturale debba rispondere anche ad una visione più ampia: quella di offrire servizi avanzati ad imprese esistenti nel territorio in termini di accrescimento delle potenzialità esistenti favorendo sinergie tra iniziative private e collaborazioni con istituzioni pubbliche, culturali e di ricerca.
In merito alla ipotesi di gestione, che dovrebbe essere affidata ad una Fondazione senza scopi di lucro con finalità definite e vincolanti per gestire al meglio gli obiettivi di formazione di imprenditori, promozione di nuove imprese e attività di supporto tramite servizi innovativi, le Organizzazioni Sindacali ritengono fondamentale il coinvolgimento e la partecipazione fattiva, fin dalla sua istituzione, con le modalità che si riterranno più opportune, di tutti gli attori del territorio che stipularono il protocollo d’intesa del 2011 e quindi, oltre alle OOSS e la Resart SRL, anche la Regione Marche, la Provincia di Ascoli Piceno, il Comune di Ascoli Piceno e la Confindustria di Ascoli Piceno.
Ulteriore ragionamento è stato quindi avviato in ragione del “replacement” degli ex dipendenti Sgl Carbon, previsto dal protocollo del 2011, in concomitanza con l’avvio delle operazioni di bonifica che seguiranno la prima fase di “decommissioning” di tutte le strutture fuori terra.
A proposito delle opportunità di perseguire l’obiettivo di rioccupazione delle maestranze ex Sgl Carbon, le parti si sono confrontate sugli aspetti di competenze necessarie e sulla formazione specifica, per svolgere le attività previste. La Restart ha comunicato di avere promosso, inoltre, l’avvio di una start up denominata Terrenuove srl, la quale ha programmato un importante piano di investimenti per l’acquisto dei macchinari e delle strumentazioni necessarie, per gestire la bonifica, con l’obiettivo di avviare una nuova attività industriale che continui anche dopo, consentendo una occupazione di circa 20 unità nelle diverse funzioni.
L’incontro è terminato con l’impegno reciproco a lavorare su questi obiettivi per un prossimo incontro, con la Restart che ha tenuto a ribadire il proprio impegno di responsabilità e coerenza con la comunità locale, della quale il gruppo imprenditoriale è espressione.
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I 30 anni di professione del Dott.Rag.Mirco Comparini. Felicitazioni !
01.07.1988 – 01.07.2018. Il Dott.Rag. Mirco Comparini festegggia il trentennale della propria carriera professionale
Dott.Rag.Mirco Comparini
Sono trascorsi ben 30 anni dalla data di ufficiale iscrizione all’Albo dei Commercialisti ed Esperti Contabili del Dott.Rag.Mirco Comparini. Infatti, è il primo luglio 1988 la data che certifica il “debutto” nell’Albo dei Ragionieri Commercialisti di Livorno, diventato successivamente Albo dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Livorno. Aggiungendo il periodo di “pratica professionale” (tirocinio) da seguire per ottenere i requisiti necessari al sostenimento dell’esame di abilitazione, iniziata a fine 1984, il percorso professionale del Dott.Rag.M.Comparini passa a oltre 33 anni di operatività nel settore e di conseguente acquisizione di esperienza concretizzata e consolidata anche con le numerose attività e ruoli svolti. Nel formulare le più sentite felicitazioni e nell’esprimere i più sinceri auguri per una proficua prosecuzione della carriera professionale in corso integrandola con ulteriori successi, riportiamo una sintesi del curriculum professionale.
Classe 1963. Sposato e padre di due figli. Diploma di Ragionere e Perito Commerciale. Laurea in Scienze Economiche presso Università degli Studi G.Marconi di Roma con Tesi di Laurea in materia di franchising dal titolo “Franchising: un importante e delicato “strumento” per la nascita, lo sviluppo e la crescita delle imprese”.
Iscritto all’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (ODCEC) di Livorno, esercita la professione di Ragioniere Commercialista e Revisore Legale dal 1988. Sin dagli inzi della carriera svolge la propria professione in collaborazione e poi in associazione professionale con il coniuge Rag.M.Rosaria Russo (Consulente del Lavoro dal 1989) con la quale condivide anche il ruolo di Professionista Associato Fondatore dello Studio Comparini & Russo (1990).
Perito e Consulente Tecnico del Tribunale di Livorno. Già Mediatore presso l’Organismo di Mediazione dei DCEC di Livorno fino al 2016 e già iscritto all’Albo dei Mediatori Creditizi, all’Elenco Arbitri e Conciliatori c/o la CCIAA di Livorno e presso la Consob.
Giornalista Pubblicista iscritto all’Ordine Giornalisti della Toscana dal 2012 e, oltre a diverse collaborazioni editoriali attuate sin dall’anno 2000, dal 2008 collabora stabilmente con la rivista mensile specializzata AZ Franchising per la quale ha firmato decine e decine di articoli. In tale veste cura anche un blog specializzato sul tema franchising e reti commerciali e un altro come “opinionista” su vari temi di attualità locale e nazionale. Molto attivo sui social, tali blog sono collegati ai vari profili con i quali riesce a divulgare capillarmente i contenuti di tali blog.
Tra il 1991 ed il 2004, ha assunto numerosi ruoli ed incarichi, inclusi quelli di rappresentanza legale con ruolo di Presidente, all’interno degli organismi istituzionali e associativi della propria Categoria professionale, sia a livello locale, che regionale e nazionale producendo numerosi documenti di valore per la propria Categoria. Preme citare:
Componente Commissione Studi del Collegio dei Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa di Livorno nel 1990 e nel 1991.
Docente incaricato alla formazione dei praticanti del Collegio dei Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa di Livorno nel 1990 e nel 1991.
Consigliere del Sindacato Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa di Livorno per il triennio 1993-1996.
Promotore e fondatore, nel 1992, della squadra di calcio della categoria.
Componente della Commissione Relazioni Politiche del Consiglio Nazionale Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa per il triennio 1994-1997.
Presidente del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa di Livorno per il triennio 1996-1999, con mandato rimesso nel settembre 1998.
Presidente della Federazione Toscana dei Sindacati Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa per il biennio 2002-2004.
Presidente della Commissione Rapporti tra Centro Assistenza Fiscale Cgn e Sindacato Nazionale Ragionieri Commercialisti ed Economisti d’Impresa dal 2004 al 2006.
A seguito degli incarichi svolti, ha svolto ruoli di autore e/o relatore per la predisposizione/presentazione dei seguenti elaborati:
“Analisi del fenomeno “abusivismo” nelle attività economico-contabili-fiscali” (1996), su incarico del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti di Livorno.
“Ipotesi di riforma per una regolamentazione delle attività e delle professioni economiche e contabili” (1998) , su incarico del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti di Livorno.
“Ipotesi di riforma dei visti di conformità” (1998), su incarico del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti di Livorno.
“Analisi delle competenze della professione economico-contabile in Europa” (1998-1999), su incarico del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti di Livorno.
“Analisi dell’accesso alla professione economico-contabile in Francia” (1999), su incarico del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti di Livorno.
“Il Codice Etico dei Ragionieri Commercialisti” (2007), su incarico del Sindacato Provinciale Ragionieri Commercialisti di Livorno.
Attualmente è Componente del Comitato Scientifico dell’Associazione Nazionale Commercialisti
Numerosi gli incarichi professionali per società e enti terzi tra i quali spicca il ruolo di Presidente del Collegio dei Revisori Contabili del Consorzio di Bonifica delle Colline Livornesi dal 2002 al 2014.
In contemporanea allo svolgimento delle tradizionali attività professionali tipicamenti attinenti la professione di Commercialista, da 25 anni la consulenza e l’assistenza al franchising costituiscono proprie specializzazioni professionali con attività svolte per la progettazione, la predisposizione e l’avvio di nuove reti, per l’analisi di nuove affiliazioni svolte anche per noti marchi nazionali ed internazionali, per interventi contrattuali, gestionali ed operativi e per la gestione di specifiche problematiche derivanti dai tipici rapporti affiliati/affilianti. Tale specializzazione lo ha posizionato tra i più noti e apprezzati professionisti della materia in Italia, apprezzamento derivante dall’aver applicato metodologie altamente professionali ad integrazione di quelle ordinariamente attuate in progetti aziendali per tale settore.
Molto numerosi anche gli incarichi come docente e relatore in corsi di formazione, master, convegni e seminari, sia in materia di franchising, che per altre materie tecniche attinenti alla professione.
Oltre ad essere autore di numerosi interventi editoriali, ha redatto e prodotto numerose dispense di aggiornamento professionale e dispense e testi ufficiali per corsi specialistici e ha moderato numerose tavole rotonde in occasioni di eventi di aggiornamento professionale.
Con il coniuge, già professionista associato in Studio Comparini & Russo, è anche Socio Fondatore e Amministratore della Professional Group SRL (1998), per la quale cura direttamente la Divisione “Franchising Analysis”, e della Società Comparini & Russo SRL (2004).
Promotore e Fondatore di IREF Italia (2012), ha assunto il ruolo di Presidente Nazionale da marzo 2012, anno di costituzione, a luglio 2018.
Auditor presso Bureau Veritas per la certificazione delle reti commerciali “IREF Italia/Bureau Veritas”, ha curato in esclusiva la predispozione e l’adattamento della versione italiana (dalla francese) del relativo disciplinare/protocollo.
Insignito nel 2013 con “Diploma d’Onore” a firma del Ministero del Commercio Estero francese, dal Presidente delle Camere di Commercio di Francia e dal Presidente e dal V.Presidente di Federation IREF e successivamente assegnatario di altri Riconoscimenti Speciali, sempre in Francia a cura di Federation IREF.
Primo ideatore e primo redattore del testo base della proposta di riforma di legge per il settore del franchising e delle reti commerciali seguita dalla elaborazione e dalla promozione congiunta di IREF Italia, AZ Franchising e ANCommercialisti, presentata nel 2014.
Dal 2014 al 2015 (dimesso) è stato Amministratore Unico della società Farma.Li. srlu, società di proprietà pubblica che gestisce la rete delle Farmacie Comunali della Città di Livorno.
Sotto il profilo personale, è appassionato di psicologia sin dal 1982 (19 anni), da quando partecipò ad un corso di “psicologia di vendita”, assolutamente avveneristico per quel periodo. Questa passione, nel frattempo integrata da altre conoscenze, lo accompagna ancora oggi e risulta essere uno strumento di utilità generale nei rapporti interpersonali ed risulta utile anche in ambito professionale, soprattutto in ambito di trattative e mediazioni.
Dal 1992 ha maturato anche la passione per la politica seguendo le vicende che si sono intercorse da tale importante anno e operando attivamente in specifici contesti.
Appassionato di musica, dal 2016 ha fondato il duo di chitarre acustico, strumento che ha iniziato a suonare all’età di circa 10 anni.
AUGURI MIRCO COMPARINI !!!
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ADELITA HUSNI-BEY Frangente/Breaker al Museo del Novecento a Milano (AllaDisco x Art)
Museo del Novecento e Fondazione Furla presentano Adelita Husni-Bey, artista italo-libica che per il terzo appuntamento di Furla Series #01 - Time after Time, Space after Space presenta Frangente/Breaker, una performance in tre atti che si snoda lungo un percorso all’interno e all’esterno degli spazi museali.
I rapporti di potere, le dinamiche relazionali e la pedagogia sono tematiche centrali nella ricerca di Adelita Husni-Bey che si declina in vari media e spesso si avvale di collaborazioni multidisciplinari. Basandosi su un’idea partecipativa di performance, l’artista organizza articolate situazioni laboratoriali, indagando il rapporto tra dimensione individuale e collettiva.
Frangente/Breaker è una performance in tre atti che mette insieme un intervento site-specific, la rielaborazione in chiave performativa di un lavoro sonoro del 2013 e un’azione pubblica del 2011 per creare un unico momento di riflessione sull’autorità, sull’idea di barriera e di confine, sul concetto di nazionalismo e la percezione dell’altro.
Il primo atto, Cementarmato (2018), è una performance di natura partecipativa che coinvolge il pubblico attivando una sua interazione con la collezione del museo. Invitando gli spettatori all’osservazione e alla lettura di una selezione di opere esposte, l’artista declina il suo interesse per la pedagogia anarco-collettivista e per il teatro, coinvolgendoli in un esercizio di immaginazione ispirato al Teatro dell’Oppresso.
Il secondo atto intitolato Sull’Esilio (2018) riflette in modo complesso sulle idee di patria, radicamento e lavoro. Basato su un’opera sonora realizzata da Husni-Bey nel 2013, la performance coinvolge alcuni residenti del centro di accoglienza per migranti presso l’ex-caserma Montello di Milano: tre coppie composte da un insegnante di italiano e da una persona recentemente migrata in Italia, leggono una serie di testi scritti da esiliati. Durante la lettura affiora il rapporto tra l’insegnante, che rappresenta il paese “d’accoglienza”, e la persona “esiliata” che chiede supporto nella lettura. Gli autori dei testi includono figure storiche quali lo scrittore palestinese Samih al-Qasim, l’agitatrice anarchica Emma Goldman e il poeta elegiaco Ovidio, attraversando così epoche e territori diversi.
Il terzo e ultimo atto, intitolato Azione per una Catena Umana (2011), prende spunto dalla costruzione dei muri anti-inondazione e vede protagonisti due gruppi di performer che lottano per la realizzazione della propria barriera di protezione, senza mai riuscire nel loro intento.
Ispirata in parte al saggio Reflections on Exile (2002) in cui Edward W. Said afferma che “tra il nazionalismo e l’altro c’è la proscrizione - il ‘fuori’, dove chi non è benvenuto viene dimenticato. Questo è il pericoloso territorio della non-appartenenza”, Frangente/Breaker – termine dal molteplice significato che indica sia un’onda che la sua estensione, sia una barriera che una situazione difficile o una circostanza rischiosa – è un percorso all’interno delle dinamiche sociali e politiche che regolano la nostra relazione con l’“altro”, un invito a riflettere sulle nozioni di nazione, comunità e dislocamento all’interno del complesso scenario della contemporaneità.
Adelita Husni-Bey. Frangente/Breaker è il terzo appuntamento di Furla Series #01 - Time after Time, Space after Space, un programma dedicato alla performance che, attraverso cinque focus su altrettanti artisti di generazioni e provenienze differenti, presenta una pluralità di approcci a questa forma espressiva.
La programmazione, iniziata nell’autunno 2017 con i due eventi dedicati a Simone Forti e ad Alexandra Bachzetsis, prevede altri due appuntamenti con Paulina Olowska (6 marzo 2018) e Christian Marclay (13-14 aprile 2018).
Si ringraziano Zona 8 Solidale e il gruppo di teatro migranti Macao per la partecipazione alla performance. Zona 8 Solidale è una rete composta da associazioni, partiti, sindacati e singole persone con l’obiettivo di costruire un modello di accoglienza aperto e favorire lo scambio di esperienze dentro e fuori la caserma Montello di Milano, centro di accoglienza temporaneo per circa 270 richiedenti asilo, recentemente smantellato. Zona 8 Solidale si è opposta allo sradicamento dei residenti della Montello dal loro contesto lavorativo, sociale e culturale adottivo.
Adelita Husni-Bey. Frangente/Breaker
17 e 18 gennaio 2018
ore 19.00
Museo del Novecento, Milano
Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria, fino a esaurimento posti Le prenotazioni verranno aperte mercoledì 10 gennaio Registrazioni a questo link https://www.eventbrite.it/d/italy--milan/furla-series-#01/?crt=regular&sort=best
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