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impegnarci per migliorare l'ambiente il primo passo è quello di cercare di capire quali tra le azioni che possiamo intraprendere siano quelle con un maggiore impatto in modo da non trovarci a perdere energie, tempo e risorse in azioni prive di un impatto reale. E tutto questo lo fa in maniera semplice e chiara, alla portata di tutti. Lo definirei un modo finalmente razionale e consapevole di impegnarsi nell'ambientalismo in mezzo a centinaia di slogan troppo spesso altisonanti (https://short.staipa.it/ak6g6). E ce ne è davvero bisogno.
#Libri#Ambientalismo#Co2#Divulgazionescientifica#EntropyForLife#GiacomoMoroMauretto#globalwarming#Recensioni#Sepiantounalberopossomangiareunabistecca
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che cos'è la cuccia per una cane La cuccia è il luogo privato del cane nel quale può riposare in tutta tranquillità senza essere disturbato. La cuccia si può dividere in diverse categorie e a seconda dell'utilizzo variano le sue caratteristiche. Cuccia da interno: solitamente vengono realizzate in tessuto imbottito, assomigliano a cuscini di varie misure e forme, con o senza bordi di contenimento, alcune possono essere dei veri e propri divanetti con materassi in memory foam e tessuti traspiranti, il materiale varia a seconda della pesantezza dai tessuti invernali a quelli estivi. Cuccia da esterno: vengono realizzate con materiali che resistono alle intemperie, sono un riparo dal sole e dalla pioggia in giornate in cui il clima permette di stare fuori anche se il tempo è incerto, anche se vendute come coibentate, le cucce da esterno non proteggono il cane dal freddo, dal vento e dall'umidità tanto da poterlo lasciare dormire costantemente fuori casa. Le cucce che in commercio vengono vendute come coibentate in realtà sono costruite con materiali che spesso si usano per coibentare in edilizia ma non hanno le specifiche idonee a mantenere una temperatura, un grado di umidità e di insonorizzazione differente da quello esterno. In conclusione, non esistono in commercio in Italia cucce con queste specifiche quindi i cani dovrebbero utilizzare le cucce da esterno solo per proteggersi, per tempi brevi, dal sole o da una pioggerellina. Questo tipo di cuccia deve essere usata prettamente per il riposo momentaneo e sporadico del cane all'aria aperta, ma il nostro amico deve avere a disposizione una cuccia dentro casa con la possibilità di usufruirne liberamente a suo piacere. L'articolo continua nel blog: http://design4pet.blogspot.com/2020/05/che-cose-la-cuccia-per-una-cane.html #design4pet #petdesigner #petdesign #cuccia #kennel #cane #dog #dogs #benessereanimale https://www.instagram.com/p/B_wniFeIjax/?igshid=17laz0fs9ii3n
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Chabasite e la protezione da freddo
Come riscontrato in altre sperimentazioni, l’acqua strutturale presente nella chabasite (10%), in grado di entrare e uscire in base al cambio di temperatura, determina un processo esotermico in grado di “coibentare” le strutture Vegetali che sono a contatto con la zeolitite.
Ciò determina come evidenziato in diverse piante (pomodoro, vite, cactus, succulente, cavolo, piante da frutto), che le…
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La mia casa? E’ fatta di carciofi. E pomodori. E funghi. E riso!
E’ possibile creare una filiera virtuosa che sfrutti prodotti agricoli no-food (non destinati all’uso alimentare) e scarti delle aziende e delle industrie agroalimentari per creare materiali sostenibili per la bioedilizia e il design? Si parla molto del legno, sono ormai note le potenzialità della paglia e della canapa, ma in pochi sanno che anche gli scarti dei carciofi, dei pomodori e dei funghi potrebbero costituire una grande risorsa!
Dal micelio dei funghi, le radici, si può ottenere un ottimo isolante termico ignifugo per coibentare le strutture. E siccome la Natura è circolare, questo materiale offre le sue performance migliori a contatto con pareti in legno.
Dagli scarti del carciofo, di cui si consuma principalmente il cuore gettando via a volte anche il 70/80% del vegetale, si possono ricavare fibre che mischiate a bioresine danno vita a un materiale simile alla “vetroresina” ma di origine completamente vegetale. Ad oggi non avrebbe ancora la stessa resistenza della vetroresina tradizionale (fatta di resina e fibra di vetro) ma la ricerca in questo settore sta facendo molti progressi.
Similmente dagli scarti della lavorazione del pomodoro, bucce, semi e pomodori non utilizzabili per il consumo umano (mediamente il 5% del totale lavorato), si potrebbero ottenere bioplastiche da utilizzare, ad esempio, nelle automobili, come materiale da costruzione secondario (canaline, supporti, staffe) o come risorsa per l’arredamento interno (vasi e ciotole). Si tratterebbe di un settore molto interessante per l’Italia, che è leader in Europa nella lavorazione del pomodoro e solo seconda a livello mondiale.
Conoscete la famosa lampada da comodino Miss Sissi di Philippe Starck? Ne è stata creata una versione in biopolimero Minerv PHA ottenuto dagli scarti della lavorazione delle barbabietole da zucchero. E’ completamente biodegradabile sia in terra che in acqua.
E avrete sicuramente già sentito parlare del MaterBi, che si ottiene dagli scarti del mais: è proprio sulle bioplastiche e polimeri ottenibili dal mais che si concentra gran parte del lavoro di ricerca e sviluppo.
Addirittura dall’odiosa ortica si può ottenere un materiale composito 100% biodegradabile con proprietà simili alla fibra di carbonio e di vetro. Durante la sua coltivazione l’ortica è anche in grado di depurare terreni inquinati.
Un altro esempio è la pula di riso, una pellicola che ricopre i chicchi di riso quando sono sulla pianta ma che in fase di lavorazione costituisce uno scarto. Dalla pula di riso si può ottenere un isolante termico biologico e un particolare tipo di cemento sostenibile. La lolla, o pula di riso, è infatti ricca di ossido di silicio, fondamentale nella preparazione del calcestruzzo.
Le vinacce: scarto della lavorazione del vino (12% sul totale di uva pigiata) possono diventare combustibile per centrali termoelettriche ma anche un colorante naturale per pareti, arredi, tessuti, filati, carta. L’Acido Tartarico Naturale, presente in molti frutti e in quantità notevoli nell’uva, può essere utilizzato nel settore dei gessi e dei cementi come ritardante di presa e nel settore ceramico come fluidificante.
Il bambù: dal legno materiali per l’edilizia, dalle fibre filati, tessuti e carta, dalle foglie prodotti alimentari e cosmetici, dagli scarti biomassa. Del bambù non si butta via niente e infatti, insieme alla canapa, viene chiamato “il maiale vegetale”. La pianta del bambù cresce velocemente, è un materiale flessibile e resistente (lo chiamano anche l’acciaio verde), può essere usato per i pavimenti, per gli arredamenti esterni, per fare pilastri, travi, pannelli lamellari.
Visto che l’abbiamo citata parliamo della canapa, la fibra naturale più resistente al mondo! In edilizia può essere usata per l’isolamento termico, per farne blocchi da costruzione (mischiata con la calce) e pannelli rigidi per la fabbricazione di mobili. La canapa si usa anche nel settore alimentare, nell’industria cosmetica, come biomassa e come carburante. Da non dimenticare l’uso terapeutico.
Mai sentito parlare della fibra di latte? Si ricava dalla caseina, la principale proteina del latte, con la quale si può ottenere una fibra artificiale molto simile alla lana, morbida e impalpabile al tatto, ottima per arredi, filati e addirittura carta.
E dell’amido? Dall’amido del mais lavorato si ottiene il Mater Bi, già citato, mentre forse pochi conoscono il polimero PLA, una plastica vegetale che si ottiene dall’amido estratto dal granoturco. Può essere utilizzata per fare oggetti per la casa e pannelli per l’edilizia.
La paglia: grande punto di forza della paglia nell’edilizia è la sua straordinaria capacità di legarsi con calce, argilla, legno e paglia. Contrariamente a quanto si possa pensare la paglia non teme muffe né parassiti e compattata in balle si presta molto bene all’autocostruzione.
Le informazioni presenti in questo articolo sono tratte dallo straordinario lavoro sulla Agritettura (Agricoltura e Architettura) realizzato dall’Ordine degli Architetti di Firenze in collaborazione con l’Ordine dei Dottori Agronomi e Dottori Forestali. Il loro slogan è “Nutrire il cantiere” che riprende lo slogan “Nutrire il Pianeta” di Expo 2015.
In copertina: Fotomontaggio di Armando Tondo 2018
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La coibentazione dei tubi del riscaldamento: come fare l'isolamento per evitare la dispersione di calore http://www.ecoblog.it/post/9335/coibentare-i-tubi-del-riscaldamento-per-evitare-la-dispersione-del-calore
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ASCOLI – L’Azienda informa i cittadini che, in previsione dell’abbassamento delle temperature, il rischio di gelate si fa più alto e anche le tubature o il contatore dell’impianto idrico delle nostre case potrebbero subire danni. Per questo CIIP spa raccomanda a tutti i suoi Clienti di adottare alcuni accorgimenti che, in alcuni casi, salverebbero l’impianto di casa da guasti improvvisi o spiacevoli contrattempi, oltre che evitare spese per aggiustare i tubi o disgelare il contatore. Difatti, come si legge nell’art. 21 comma 6 del Regolamento del Servizio Idrico Integrato, L’Utente dovrà adottare nella stagione invernale adeguati provvedimenti, quali la posa di materiale isolante a protezione del contatore e delle tubazioni, affinché il gelo non provochi danni alla conduttura di presa se fuori terra, agli apparecchi relativi ed all’apparecchio di misura. Le eventuali operazioni di disgelo, ove possibile, sono in genere eseguite dal Gestore; possono essere eseguite dall’Utente, se autorizzato dal Gestore stesso. In ogni caso sono a carico dell’Utente le spese per il disgelo, per le riparazioni ed eventuali sostituzioni, come pure il compenso per l’acqua che può essere andata dispersa.
La CIIP spa fornisce quindi alcuni consigli per prevenire e ridurre il rischio del congelamento dei contatori:
sarebbe necessario coibentare i contatori e le tubazioni con materiali isolanti (lana di vetro, gomma piuma, ecc.);
nelle giornate più fredde, si consiglia di far fluire dal rubinetto più lontano dal contatore poche gocce d’acqua nelle ore notturne, durante le quali il consumo è assente, senza però lasciar scorrere una portata eccessiva di acqua per evitare consumi elevati;
se il contatore si è congelato, non bisogna riscaldarlo con fiamma viva e neppure le derivazioni, soprattutto se sono in plastica (semmai, usare un flusso di aria calda come quello emesso da un asciugacapelli);
se a causa del gelo il contatore si rompe, bisogna evitare di manomettere lo stesso o le tubazioni a monte. La prima cosa da fare è chiamare la CIIP spa al Servizio Clienti 800-216172, che manderà il proprio personale specializzato per la riparazione;
di segnalare eventuali anomalie riscontrate in abitazioni disabitate i cui contatori potrebbero essere rotti e perdere acqua incidendo sulla disponibilità idrica della zona;
di verificare il contatore presso proprie abitazioni in cui non si è residenti.
Si raccomanda altresì di dare tempestiva comunicazione all’Azienda di eventuali rotture alle tubazioni che versano acqua lungo la sede stradale, al fine di evitare pericoli per pedoni e automezzi a causa delle gelate. Tutte le segnalazioni di cui sopra o le varie informazioni devono essere effettuate al Numero Verde Clienti 800-216172 attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 8:30 alle ore 18:30 per la segnalazione guasti e dal Lunedì al Sabato dalle ore 8:30 alle ore 13,30 per i servizi amministrativi, oppure al Numero di Pronto Intervento 800-457457 attivo 24 ore su 24 tutti i giorni.
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