#ciclo femminile
Explore tagged Tumblr posts
Text
Assorbenti
Per la categoria cose d(i)a uomini affrontiamo il tema assorbenti… Per anni erano sconosciuti, ora , in maniera più mirata, sbarcano in televisione e in modalità strana… A dirla tutta, in realtà, per anni, l’immaginario generale ma in particolar modo maschile, si è affezionato all’idea del motto “[nome del prodotto]… e vai” oppure all’immagine che puntualmente a cena o a pranzo compariva della…
View On WordPress
0 notes
Text
MOMENTO LETTERARIO
Dal libro: L’amore dura tre anni di Frédéric Beigbeder
I messaggi sono una forma di tortura molto raffinata. Un giorno senza risposta, pensi a una tattica. Due giorni senza risposta, ti offendi. Tre giorni senza risposta... ti innamori.
Così alcune donne aspettano il Principe Azzurro, questo stupido concept pubblicitario generatore di donne deluse e future zitelle inacidite, mentre solo un uomo imperfetto potrebbe renderle felici.
Ma dovete sapere che ogni uomo dopo i trent'anni, ancora in vita, è un coglione.
Non si è mai soddisfatti: quando una ragazza ci piace, vogliamo innamorarcene; quando ne siamo innamorati, vogliamo baciarla; quando l'abbiamo baciata, vogliamo andarci a letto; quando ci siamo andati a letto, vogliamo vivere con lei in un appartamento ammobiliato; quando viviamo con lei in un appartamento ammobiliato, vogliamo sposarla; quando l'abbiamo sposata, incontriamo un'altra ragazza che ci piace. L'uomo è un animale insoddisfatto, esitante tra diverse frustrazioni. Se le donne volessero giocare d'astuzia, gli si negherebbero, per farsi correre dietro tutta la vita.
Nessuno vi avverte che l’amore dura tre anni. Vi si fa credere che è per la vita, mentre, chimicamente, l’amore scompare nell’arco di tre anni. L’ho letto in una rivista femminile: l’amore è una botta effimera di dopamina, noradrenalina, prolattina, luliberina e oxitocina.
La società vi inganna: vi vende il grande amore mentre è scientificamente provato che questi ormoni cessano di agire dopo tre anni. Del resto le statistiche parlano chiaro: una passione dura in media 317, 5 giorni e, a Parigi, due coppie su tre divorziano nei tre anni successivi alla cerimonia.
Perché tre anni e non due, o quattro, o seicento? Secondo me, questo conferma l’esistenza di quelle tre tappe che Stendhal, Barthes e Barbara Cartland hanno spesso distinto: Passione- tenerezza- noia, ciclo di tre stadi che durano ciascuno un anno, un triangolo sacro quanto la Santa Trinità.
Chi di voi ha letto questo libro del 1997, oppure visto la trasposizione cinematografica del 2011? Che giudizio date?
29 notes
·
View notes
Text
Deve per forza esistere una logica parallela, a me totalmente inaccessibile, che spieghi agevolmente e in maniera inequivocabile come una foto di quattro donne possa dimostrare l’assenza di cultura patriarcale. Avrei pensato che quattro donne, madre una dell’altra, dimostrassero invece solamente il naturale processo biologico di riproduzione che si perpetua da una generazione all'altra, tramite gravidanze portate avanti solo da donne. Una continuità di individui di sesso femminile fisiologicamente inevitabile. La presenza di madri, figlie, nonne e nipoti in una famiglia o in una foto, infatti, mi sembra semplicemente una testimonianza del ciclo vitale umano (e non solo umano): un fenomeno che trascende le costruzioni culturali e sociali.
Ma probabilmente viviamo in un Paese dove la semplice esistenza di madri, figlie, nonne e nipoti in una foto equivale a un manifesto contro il patriarcato, una prova schiacciante contro l'esistenza di ogni forma di disuguaglianza di genere. Un Paese dove qualunque posizione su un argomento complesso come la cultura patriarcale può essere sostenuta tramite un "parlo come padre", un "sono una donna, sono una madre, sono cristiana" oppure semplicemente pubblicando una qualsiasi foto di famiglia.
Stupido io a pensare che, semmai, sia un indizio dell'esatto contrario.
65 notes
·
View notes
Text
Le Coppie si dividono perché manca l’Amore.
E l’Amore non è Bisogno.
E’ piena condivisione dell’Unità interiore.
Non siamo stati amati. Perciò non sappiamo amare. E incolpiamo l’Altro di non riuscire a colmare i nostri vuoti. Di rompere il patto di “compensanzione” reciproca.
Le donne cercano disperatamente la protezione di un padre, gli uomini il grembo di una madre.
E quando questa illusione si scontra con la realtà, con la vertiginosa mancanza di adultità emozionale, il teatrino crolla. E ci si ritrova puntualmente soli, traditi, arrabbiati, delusi e reciprocamente asserragliati nelle ragioni e nei torti.
Chiediamo all’Altro di riparare il nostro bambino interiore, piangente e ferito. Chiediamo a chi ci sta accanto di frapporsi tra noi e il nostro Vuoto.
Non siamo in grado di "accontentarci" di un compagno o di una compagna. Pretendiamo un “risarcimento danni”.
Il Femminile si sente ricattato dall’immaturità del Maschile, che spesso diviene prepotente e capriccioso, e il Maschile si sente allontanato dal Femminile, svalorizzato e rifiutato, messo in secondo piano rispetto ai figli, perpetrando il circolo vizioso delle Ferite abbandoniche.
I figli si sentono colpevoli, non voluti, di peso, maturando essi stessi ferite insanabili d’amor perduto.
Un “gioco al massacro”. Tutti si guardano indietro per tentare di recuperare i “pezzi perduti”. Nessuno si spinge in avanti, nessuno si accorge di distruggere con la propria immaturità la generazione successiva. In un ciclo senza fine di Disamore e Mancanza.
E’ per questo che le Coppie Sacre sono rare. Rarissime. Poche centinaia al momento. Poiché rari sono coloro che hanno guarito e risolto con sufficiente amorevolezza la propria Ferita incarnazionale dell'Origine.
Le guerre, i lutti irrisolti, le perdite economiche, i massacri, le violenze, i ricatti emotivi, sono frutto di questa reiterata e folle mancanza di maturità emozionale e spirituale.
Siamo poveri e miseri. O perlomeno è questo quello che ci hanno fatto credere.
Ma tutto può cambiare.
Siamo immersi in un Tempo unico e prezioso di destrutturazione e di crescita, di responsabilità, di conoscenza approfondita dei nostri schemi irrisolti, delle nostre credenze illusorie sull’Amore.
“Amare se stessi” non è un “mito”. Prendersi cura delle proprie emozioni non è uno “slogan pubblicitario”e non è la “moda del momento”. L’autonomia emotiva e la cura di se stessi sono l’unica medicina efficace per questa società malata, asservita e completamente allo sbando.
Si riparte da Noi.
Solo da Noi.
Da quanto siamo disposti a metterci in gioco nel processo di Guarigione.
Da quanto siamo in grado di entrare nelle nostre oscure cantine impolverate e costellate di scheletri del Passato.
Non possiamo passare da una Relazione all’altra a caccia di "madri e padri surrogati".
Queste storie inizialmente così idilliache e perfette, anestetizzano per un po’ la Ferita, nascondono la Verità di chi siamo veramente per un tempo limitato, ma l’innamoramento finisce in fretta. E la doccia fredda della Realtà non tarda a sopraggiungere. Il Principe si trasforma in un ranocchio e la Principessa nella matrigna senza scrupoli.
Questo è il momento di affrontare. Di maturare. Di risollevarci dal Buio della nostra Incoscienza.
Non è tardi. Non lo è mai stato. Per nessuno.
Ma ci vuole tanta volontà, tanto investimento, tanta ricerca e ascolto interiore.
Siamo chiamati ad investire tutto ciò che abbiamo sul nostro potenziale emotivo, sulla nostra generatività, sul nostro ampio ventaglio di Doni e Talenti.
Non è sufficiente "comprendere".
Non sarà l’intelligenza o qualsiasi altra capacità di elaborazione mentale a guarire le fratture del nostro Campo Energetico.
Qui entra in gioco il “Cuore”.
Qui si entra nel "Dolore più profondo e oscuro". Quello che sbatte i piedi di fronte all’ingiustizia di non essere stato amato, visto, rispettato e accolto veramente. Quello che ci toglie il respiro e il sonno. Quello che condanna l’Altro per non essere mai all’altezza del nostro vuoto d’Amore. Quello che pretende un “risarcimento genitoriale”. Quello che vede nella Relazione il “nemico affettivo” da punire, da sconfiggere o da sfruttare. Quello che trema nello specchiarsi davanti a se stesso e alla propria fragilità emozionale.
Nell’Odio c’è Amore negato.
Nella Violenza c’è disperata Mancanza Affettiva.
Nel Dolore c’è il Vuoto di Senso.
Ma nella Guarigione Interiore c’è Vita.
Quella Vita che meritiamo di riconquistare.
Quella Vita che per intere generazioni si è persa, smarrita, dimenticata di Se stessa.
Lo sappiamo oramai: nessuno salverà nessuno.
Ma tutti possiamo salvare noi stessi.
Ed è solo accogliendo e ricomponendo i nostri Cuori spezzati che scopriremo quanto sia meraviglioso sperimentare l’Adultità nelle Relazioni. Quel senso di piena Libertà e Autonomia di esistere, di manifestare, di condividere, di accrescere l'abbondanza reciproca.
L’Amore non pone sul piedistallo l’Altro, non lo distorce, non lo obbliga a stare dentro ad un ruolo che non gli compete. Non sana le Ferite. Non è lì per surrogare una mancanza. Non è Padre e non è Madre.
C’è stato un tempo per l’Infanzia ed uno per l’Adolescenza. Un tempo per essere amati e uno per la ribellione. Un tempo che se anche non ha “funzionato”, non è più recuperabile.
Ma possiamo crearne uno nuovo. Reale e consapevole. Senza toglierci più nulla, senza elemosinare o pretendere “favole a lieto fine”. Un tempo reale, concreto. Rispettoso di noi stessi. E dell’Altro.
Un Tempo dove diventa umiliante e dissacrante continuare a palleggiarsi le Ferite.
Un Tempo di Padri e Madri consapevoli e integri, amorevoli e coraggiosi.
Chi davvero ambisce alla pienezza di Vita e di Amore, raccolga il proprio “zaino” da terra, lo liberi dalle aspettative, dai rimpianti, dalle illusioni, dai drammi irrisolti. Si rivesta della Forza, della Compassione e della Verità e segua la potente Onda della Grande Trasformazione.
Abbandoni le recriminazioni, le scuse, le egoiche pretese di approvazione e riconoscimento e impugni la Spada.
Si affidi totalmente all’Anima e si prepari a riconquistare la propria integrità, la propria indipendenza, la Terra e l’eredità degli Avi. Si abbandoni con Fede e Fiducia alle Fiamme del proprio Fuoco Interiore.
Siamo qui per la Vita, e la Vita è qui per noi.
Con infinito affetto, Mirtilla Esmeralda.
13 notes
·
View notes
Text
Perfetti per l'estate
Come di consueto, proponiamo agli affezionati lettori delle biblioteche milanesi la nostra rubrica di consigli di lettura, perfetti per l’estate!
Fonte: Pexels
La recente ristampa de Al paradiso delle signore di Zola è una ghiotta occasione per leggere un romanzo avvincente, tomo XI del ciclo dei Rougon-Macquart: un feuilleton di gran classe per gli appassionati di moda, scritto da un maestro nell’arte della descrizione (il tema è simile a quello de Il ventre di Parigi, ma concentrato sull’abbigliamento), “che esplora lucidamente l’universo femminile”, spaziando per tutti gli strati sociali della Parigi di metà Ottocento. Una lettura che analizza la nascita di un fenomeno moderno tuttora in espansione: il grande magazzino, oggi diventato centro commerciale (come in Il denaro si descriveva la bolla finanziaria del 1860, profetica di quelle dei nostri tempi). Non erano necessarie le parole di Gide (e di molti altri critici citati nella preziosa prefazione di Mario Lunetta) per rivalutare questo capolavoro. Iperbolico, lussureggiante, immaginifico.
A questo romanzo è vagamente ispirata la serie televisiva italiana trasmessa da Rai 1 dal 2015, ora diventata una vera e propria soap, ma ambientata tra gli anni cinquanta e sessanta a Milano, dove esistette davvero un negozio chiamato “Paradiso delle signore”.
Ironico (di un’ironia antifrastica), divertente, scorrevolissimo, Di chi è la colpa? fu pubblicato nel 1947 ed è l’unico romanzo dello scrittore russo Aleksandr Ivanoviĉ Herzen. Dimenticatevi Tolstoj e Dostoevskij, il suo stile ricorda piuttosto il Gogol’ fantasioso e stravagante dei racconti. Citiamo dalla prefazione di questa recente ristampa: «È strano che questo straordinario scrittore, in vita celebre personalità europea, stimato amico di Michelet, Mazzini, Garibaldi e Victor Hugo, a lungo venerato nel suo paese non solo come rivoluzionario, ma come uno dei più grandi uomini di lettere, sia tuttora poco più di un nome in Occidente. Il piacere che si ricava dalla sua lettura … rende ciò una strana e ingiustificata perdita». Sottoscriviamo in pieno.
È già in testa a tutte le classifiche la nuova avventura, attesa da ben sei anni dopo Il morso della reclusa, dell’ispettore Adamsberg, creato dall’abile penna della scrittrice francese Fred Vargas, questa volta in trasferta nella selvaggia Bretagna, il regno di Asterix e dei menhir. Sulla pietra è il decimo resoconto della serie dell’improbabile ispettore e le profonde conoscenze storiche dell’autrice si dispiegano felicemente in questo noir ricco di misteri e di legami con il passato.
Appena ripubblicato da Edizioni Capricorno nella collana Capolavori Ritrovati, L’altare del passato di Guido Gozzano ci consente di scoprire, se ancora non l’abbiamo fatto, la prosa del poeta di “Non amo che le rose che non colsi. Non amo che le cose che potevano essere e non sono state”. In questi undici racconti “riaffiorano tutti i temi cari al poeta - la malinconia, il rimpianto per il tempo che passa, i ricordi ingialliti, l’esitazione amorosa, l’indulgenza verso gli oggetti inutili”.
A cento anni dalla nascita dell’autore (New Orleans 1924 - Bel Air 1984) Garzanti ha appena ripubblicato Bare intagliate a mano: cronaca vera di un delitto americano (presente anche nella raccolta Musica per camaleonti), sorta di reportage esposto in forma narrativa di Truman Capote. Non potevamo aspettarci niente di meno dallo scrittore che, dieci anni prima della pubblicazione di questo giallo, in Sangue freddo (da cui nel 2005 è stato tratto un film con la strepitosa partecipazione di Philip Seymour Hoffman) aveva romanzato un fatto di cronaca che nell’America del 1959 aveva destato grande scalpore: lo sterminio di un’intera famiglia per un bottino di pochi dollari.
Anche questo thriller, per quanto incredibile possa sembrare la sua progettazione (e poi realizzazione), si ispira alla realtà, raccontata in forma di dialogo tra l’autore e l’investigatore incaricato delle indagini. Uno stile assolutamente inimitabile.
Ambientato in una Milano semideserta di metà agosto (il cadavere di una donna annegata viene recuperato nel Lambro) Le conseguenze del male di Gian Andrea Cerone è ormai un best seller. Avevamo già proposto questo autore nel post natalizio (I libri della renna) per un racconto contenuto nell’antologia Un lungo capodanno in noir, la cui protagonista, Marisa Bonacina, era la moglie del commissario Mandelli, che invece campeggia in questo thriller estivo da leggere tutto d’un fiato. Il numero di donne trovate annegate è decisamente troppo alto perché si tratti sempre di suicidi e, contestualmente, il commissario, costretto a interrompere le ferie, si trova a fare i conti con il passato. Un duplice percorso di indagine guidato da una scrittura che attanaglia l’attenzione del lettore per non abbandonarla più.
Il Saggiatore ha appena ripubblicato una raccolta dei racconti di un autore ingiustamente dimenticato, Guido Morselli, intitolata Gli ultimi eroi. “Gli ultimi eroi raccoglie per la prima volta tutti i racconti di Guido Morselli, narrazioni in cui, come solo nelle sue opere più alte, la sua invenzione si libera, dando vita a realtà alternative e a commoventi ritratti umani: da un Mussolini che si trasforma per amore in leader democratico all’incontro fra Pio XII e uno Stalin che vuole sostituirlo con un sosia; dall’ultima grottesca resistenza di un gruppo di soldati nazisti fuggiti da un manicomio a un comico tentativo di far finanziare agli americani l’Unità d’Italia. Fantasmagorie proiettate sul muro da una lanterna magica, la cui luce ci permette di osservare per una volta, una volta ancora, l’abbacinante talento di un maestro nascosto”. Da non perdere.
Se ancora non l’avete letto, vi consigliamo Zipper e suo padre, uno dei migliori romanzi di Joseph Roth. Ambientato durante gli anni della Grande guerra e della repubblica di Weimar, è incentrato sul tema universale dei rapporti familiari e questo ne fa un’opera sempre attuale. Dal padre frustrato che maltratta e umilia la moglie e il figlio primogenito, al protagonista (amico del narratore, rappresentato dallo scrittore stesso) Arnold che, dopo la partecipazione al conflitto, si isola diventando angolista, neologismo che indica la sua volontà di stare in disparte in qualsiasi circostanza sociale, la famiglia Zipper rappresenta il simbolo dei danni provocati dalla guerra. Il risultato è la formazione di una generazione di indifferenti (per citare le parole dell’autore), proprio come li descriveranno Gramsci, nell’articolo Odio gli indifferenti, e Moravia, nel suo capolavoro. Si gusta ogni singola pagina.
#emile zola#herzen alexandr ivanovic#fred vargas#guido gozzano#truman capote#gian andrea cerone#guido morselli#joseph roth#antonio gramsci#alberto moravia#philip seymour hoffman
14 notes
·
View notes
Text
Ci sono cose che fanno parte del vivere con delle ragazze, che si imparano nel tempo. Una di queste è il modo in cui è più corretto rapportarmi a loro quando hanno il ciclo. Non è stato facile e non lo è ancora, ma di sicuro da quando abito qui ho capito molte cose.
Appena ero arrivato a vivere qua, non sapevo praticamente nulla su mestruazioni e ciclo, se non qualcosa di vaghissimo. Avevo sempre vissuto da figlio unico con i miei genitori, con pochissimi contatti con ragazze, anche a scuola. Le cose dell'intimità femminile erano un universo parallelo con cui non ero mai entrato in contatto.
Quindi, quando ero arrivato qua, è stato un po' un passare dal nulla a tutto. Loro, abutuate a vivere tra sole ragazze, ne parlavano apertamente, le sentivo dire "ho il ciclo", o "questo mese non mi è ancora venuto", o "questa volta ce l'ho abbondante", tra loro, e a volte anche con me.
Io da questi loro discorsi i primissimi giorni non capivo bene, poi iniziavo a comprendere, e poi pian piano ho capito molte più cose, anche di tipo più profondo, sopratutto su che cosa significa questo per loro, sulle loro difficoltà in quei giorni, si ciò di cui possono avere più bisogno, a volte un aiuto, a volte che riordino la casa al posto loro, a volte che compro un dolce, a volte più silenzio da parte mia.
Non è sempre facile capire, e in realtà sto ancora imparando. Loro mi aiutano spiegandomi meglio certe cose, parlandomene apertamente, dicendomi non solo quando hanno il ciclo ma anche come si sentono in quei giorni. Io in quei casi faccio loro poche domande, ma le ascolto, perché ho capito che è meglio così, in quei momenti così intimi e delicati.
Per questo, anche se ho da imparare ancora, di sicuro, anche grazie a loro, a come sono sincere nel parlarmi di queste cose anche quando per loro sono molto intime, ho fatto molti passi avanti nel gestire questa situazione.
5 notes
·
View notes
Text
Spesso, nella nostra esistenza, siamo abituati a percepire la dualità come una costante lotta tra opposti inconciliabili. E non ci rendiamo conto di quanto questa apparente contraddizione possa essere un'opportunità straordinaria per comprendere la profondità dell'integrazione e della collaborazione. In un mondo che ci spinge continuamente a scegliere tra estremi, la vita ci invita a esplorare la ricchezza che risiede nella loro coesistenza.
Il buio ci permette di attenuare la luce e riposare, la luce ci permette di avanzare nella scoperta oltre le ombre. Il maschile ci permette, con la sua propensione all'azione e alla razionalità, di muoverci dall'interno verso l'esterno. Il femminile, con la sua connessione emotiva, invece permette il viaggio di ritorno. L'amore consente di espanderci, l'odio di difendere noi stessi e ciò che amiamo.
La vita non è una linea retta, ma un percorso circolare in continua evoluzione. E per non rimanere intrappolati in un ciclo ripetitivo, dobbiamo abbracciare non solo la dualità, ma anche la coerenza intrinseca che la caratterizza. Questo significa che l'intensità della nostra gioia sarà proporzionale all'intensità della nostra tristezza. Che più forte ameremo e più forte odieremo ciò che minaccia ciò che amiamo. Che più la luce illuminerà il nostro cammino, più percepiremo il buio ovunque lo incontreremo.
La trascendenza della dualità sta proprio in questo, nell'essere consapevoli che ci si arricchirà solo accettando entrambe le facce di un'unica moneta. Anzi, potremmo dire che la nostra vita è come una collezione di monete, ognuna con le sue due facce.
Ognuna di queste monete rappresenta un'esperienza, un evento, una relazione. La nostra sfida è quella di raccogliere tutte queste monete, accettandole nella loro interezza. Apprezzandone, di volta in volta, il loro "peso", le loro caratteristiche intrinseche, che ci permettono di distinguerle le une dalle altre e anche, o soprattutto, l'energia che è stata necessaria per ottenerle. Solo così potremo costruire un tesoro completo e ricco di significato.
E quelle esperienze che ci possono sembrare preziose, ma in realtà si rivelano essere "monete false”? Non credo esistano. Sono sicura, invece, che molto spesso lasciamo che monete casuali ci cadano in tasca senza accorgercene e che sono il risultato di scelte fatte senza consapevolezza, di opportunità perse per pigrizia o paura. Monete spendibili che non sappiamo di possedere. O, peggio, che abbiamo perso da un buco nella tasca.
Ma come distinguere le opportunità autentiche da quelle illusorie? Imparando a lasciarci guidare dalla corrente, senza però abbandonarci al caso. Se è la vita a determinare il letto del fiume, noi abbiamo il compito di ricordare la nostra sorgente e la nostra destinazione: il mare di valori verso cui vogliamo dirigerci. Il mio mare è l’Amore in tutte le sue declinazioni e tutte le mie scelte sono orientate a raggiungerlo. E il vostro, qual è?
Questo blog è il mio piccolo angolo creativo. Ogni parola e ogni immagine presente in questo post è frutto della mia immaginazione. Se ti piace qualcosa, condividi il link, non copiare.
#tumblr#blog#newpost#conosci te stesso#spiritualità#meditazione#consapevolezza#anima#misticismo#riflessioni#pensieri#citazioni#filosofia#psicologia#introspezione#attivismo#sociale#giustizia#uguaglianza#dirittiumani#arte#creatività#pittura#musica#scrittura#poesia#digital art#universo#fiamme gemelle#fiammegemelle
5 notes
·
View notes
Text
Quale donna non si è mai imbarazzata almeno una volta nel dire a qualcuno di avere le mestruazioni? Tanti i modi di dire: “ho le mie cose“, “sono indisposta“, “sono in quei giorni“. E quante volte, invece, è capitato agli uomini di arrossire al solo sentir nominare la parola mestruazioni o assorbenti?
Ciò è dovuto al senso di vergogna ed inadeguatezza che con gli anni è stato associato a questo fenomeno fisiologico e non certo sovrannaturale.
Considerare le mestruazioni alla stregua di un “disturbo” ha origini antiche ed è un modo di pensare più radicato di quanto si creda.
Le religioni in questo hanno fatto la loro parte: nei secoli hanno avvalorato la tesi secondo cui le donne sono “colpevoli” di avere le mestruazioni. Sono immonde, impure e fragili. Sulla base di alcuni testi sacri è stata concepita l’idea della debolezza della donna, basata appunto sul fatto di avere le mestruazioni per sette giorni al mese.
In molte culture e religioni questo periodo biologicamente naturale viene usato per stigmatizzare la donna condannandola all’isolamento e alla vergogna.
La legge ebraica proibisce letteralmente qualsiasi contatto fisico tra uomini e donne durante i giorni delle mestruazioni. Questo in particolare tra marito e moglie. Sono due i temi che ricorrono più spesso in relazione alle mestruazioni: uno è quello dell’isolamento a cui le donne vengono destinate, quasi come fosse una punizione per qualcosa che non possono controllare; un altro è quello della sessualità, in quanto agli uomini viene severamente proibito di giacere accanto alla propria moglie durante i famosi sette giorni e di avere rapporti sessuali, in quanto il solo contatto fisico potrebbe renderli impuri. Ci troviamo ancora una volta alla riduzione della donna a puro oggetto del desiderio sessuale dell’uomo.
Anche il Cristianesimo si è servito delle mestruazioni per creare disuguaglianze e impedire alle donne di occupare posizioni autorevoli. Ci sono molti tabù all’interno della Chiesa che escludono le donne dall’assumere posizioni di una certa importanza all’interno della gerarchia ecclesiastica. Ciò accade perché anche nella Bibbia viene affermato che le donne sono impure, soprattutto durante il loro ciclo mestruale.
L’Induismo ha costruito negli anni una figura della donna “inquinata” e un’idea delle mestruazioni come una maledizione che bisogna combattere con l’isolamento. Il ciclo infatti viene visto come un evento privato che la donna deve vivere da sola. In molti Paesi e culture esse vengono isolate nelle cosiddette “menstrual hut” (capanne mestruali), che si trovano per lo più in luoghi isolati e senza accesso a servizi igienici.
Se una pratica così dannosa è però anche ben radicata in una cultura, cosa bisogna fare? In che modo si può attuare un cambiamento nel modo di percepire le mestruazioni?
L’istruzione è il primo elemento chiave su cui bisogna lavorare: la salute della donna non deve essere un tabù, ma deve essere spiegata nelle scuole così che le ragazze non vengano sorprese dall’arrivo del primo ciclo.
È ciò che è successo in Etiopia, dove Sara Eklund, madre etiope e padre americano, ha fondato il primo marchio africano di coppette mestruali per aiutare le donne, sia dal punto di vista economico che igienico-sanitario: “Noble cup”, coppette eco-sostenibili.
L’imprenditrice del Corno d’Africa non si è limitata a questo: alla creazione e distribuzione delle coppette alle ragazze e donne etiopi, accompagna una serie di incontri educativi sulla biologia femminile e le mestruazioni.
Smettere di considerare le mestruazioni un tabù e garantire l’accesso ai prodotti necessari è il primo passo per liberare le donne dallo stigma che le accompagna. Non stiamo infatti parlando di “affari da donna” bensì di qualcosa di più grande che riguarda tutte e tutti e che dovrebbe essere considerato un diritto imprescindibile.
#luposolitario00🐺#napoli#il ragazzo di napoli#mestruazioni#parità dei sessi#diritti umani#diritti#diritti di genere#femminismo💙#femminismo
5 notes
·
View notes
Text
Oltre la violenza: Convegno Azzurro Donna Forza Italia
Convegno Azzurro Donna Forza Italia a Firenze a Palazzo Vecchio: "Oltre la violenza: l’educazione finanziaria come strumento di autonomia", il 22 novembre dalle 16.30 in Sala Macconi Prosegue con l’evento di venerdì 22 novembre, che si svolgerà in Sala Macconi, alle ore 16,30, il ciclo di incontri, organizzato da Azzurro Donna, iniziato lo scorso marzo, dedicato al contrasto contro la violenza economica. L’incontro, organizzato e moderato dalla responsabile di Azzurro Donna Firenze, Elena Ceroni, con la collaborazione del Gruppo Consiliare, vedrà l’intervento della coordinatrice nazionale di AD, Onorevole Catia Polidori, delle Onorevoli toscane Erika Mazzetti e Chiara Tenerini, della Dott.ssa Benedetta Lami, formatrice finanziaria AIF e del Capo Dipartimento Istruzione Regionale Toscana, Dott.ssa Rita Pieri. Il convegno nasce dopo una prima riflessione sulla consapevolezza dello status attuale delle donne e sulla forma di violazione dei diritti umani e di discriminazione consistente in tutte quelle condotte dirette a limitare o a negare l’indipendenza economica della donna e a comprometterne l’autosufficienza. Dopo un evento dedicato all’imprenditoria femminile e all’individuazione di buone pratiche finalizzate al raggiungimento del benessere economico delle donne, questo incontro formativo sarà dedicato al l’educazione finanziaria. Ad aprire i lavori la Coordinatrice Regionale di Azzurro Donna Toscana Marianna Baldi, il Coordinatore Regionale FI Marco Stella, Il consigliere comunale FI Alberto Locchi e la coordinatrice Comunale di Forza Italia Firenze Maria Grazia Internò.
Azzurro Donna Forza Italia Follow @FI_Toscana
Read the full article
0 notes
Text
Autore: Calisto, Piazza da Lodi (Notizie dal 1514 - morto 1561) Titolo: Decollazione di Giovanni Battista Catalogo: 919 Supporto: Pannello, 119 x 92 cm Provenienza: Venezia, convento dei Santi Giovanni e Paolo; Vienna, Museo Hof (1816-1919); nel museo dal 1919.
Il dipinto, proveniente dal convento dei Santi Giovanni e Paolo e divenuto demanio dopo le repressioni napoleoniche, arrivò alle Gallerie nel 1919 dopo un lungo soggiorno a Vienna (dal 1816). Il pannello firmato e datato sul retro "BENEVENTUS/ BRUNELLUS IUSSIT FIERI/ ANNO. 1526 / CALIXTO, LAUDEN, F." Risulta essere "una delle più ispirate ricostruzioni dell'evento evangelico" compiute da Calisto Piazza, che più volte nel corso della sua vita ritornò sull'episodio biblico (Novasconi 1971). È un'opera della giovinezza matura di Callisto la cui arte, come quella di Dosso, Pordenone, Palma e Romanino, "è d'un solo fumo che si levò dalle ceneri violacee del funerale di Giorgione" (Longhi).
A differenza delle altre versioni della Decapitazione del pittore lodigiano, sono poche le figure di passanti che popolano il secondo piano del dipinto. Il collo mozzato del Battista, da cui sgorga sangue a torrenti, è posto macabramente in primo piano, mentre la testa, dal volto sereno e apononica, sta per essere deposta sul vassoio d'argento cesellato tenuto da Salomé, la mandante la decapitazione. La bellezza femminile e fragile della giovane si scontra con il corpo muscoloso del carnefice alla sua sinistra.
Curiosamente si può notare che in questa tavola sono presenti alcuni modelli che verranno poi inseriti nel ciclo dedicato alle storie di San Giovanni Battista nel santuario dell'Incoronazione di Lodi: è il caso del Vecchio in dialogo con il ritornando il re Erode negli episodi della Predicazione e del Banchetto e delle due Salomè con un volto delicatamente modellato in cui risalta il naso appuntito.
Informazioni e immagini dal sito del museo Gallerie dell'Accademia di Venezia.
1 note
·
View note
Text
Italia a Tavola: Viaggio culinario al femminile: Morelli dà voce alle chef per i 30 anni di Pomiroeu
0 notes
Text
Esploriamo i segreti della salute femminile!
In questo podcast il cofondatore e direttore del Dipartimento di Ricerca e Innovazione di Hifas da Terra, il Dr. Esteban Sinde Stompel, spiega come i funghi medicinali possano giocare un ruolo cruciale nella regolazione ormonale femminile.
Scopri come questi organismi possano aiutare a:
• Promuovere l’equilibrio ormonale
• Ridurre i sintomi della menopausa e del ciclo mestruale
• Migliorare la salute generale
https://www.erboristeriarcobaleno.it/micoterapia-linea.../
#micoterapia#salute_ormonale_femminile#erboristeria_arcobaleno_schio
0 notes
Text
Che poi forse a guardarmi bene dentro sono io quella che non è pronta per questo amore.
Ho sempre pensato fossi tu a scappare e ora mi rendo conto di quanto io stavo scappando da me stessa.
Da quelle parti di me così misteriose e profonde che vedevo in te e riconoscevo come tue.
Non volevo vedere che fossero mie. Che fossi io.
Ciò che ho amato e odiato di te e ciò che amo e odio di me.
Ora lo riconosco e riconosco che il mio percorso ha avuto senso solo senza di te.
Ora vedo con lucidità tutto il cammino fatto per arrivare a me. E tutto è accaduto grazie alla tua assenza.
Non avrebbe potuto accadere altrimenti. Il tuo silenzio ha smosso la mia forza, i tuoi muri il mio coraggio, le tue fughe le mie doti.
Mi hai dato di più da quando sei lontano che in tutto il tempo che abbiamo passato accanto.
E sai che c'è? Che ora mi vedo bellissima. Ora vedo il potere del mio femminile. Ora sento la forza creatrice dell'utero e del mio ciclo.
Ora sento davvero la connessione con il tutto.
E questo grazie alla tua lontananza.
Ora comprendo e tutto si fa chiaro.
Ho pensato fossi tu a scappare ma ero io che in ero pronta. Perché il mio viaggio doveva compiersi altrove e credo anche il tuo.
Ho la sensazione che tu mi stia aspettando. Ti vedo seduto con la braccia incrociate ad osservare il mio percorso e ti sento ridere perché vedi come ho girato intorno per tanto tempo senza avere una direzione.
Ridi perché ti ho cercato tanto e tu sei sempre stato lì.
Aspettavi me, aspettavi che mi ritrovassi.
Aspettavi che comprendessi quanto meravigliosa è potente sono. Perché tu lo sapevi, tu l'hai sempre saputo.
E ora ti chiedo di avere ancora un po' di pazienza.
Perché ci sto prendendo gusto a stare con me stessa. Perché ora mi sto amando e ora sto scoprendo il mio valore.
Sorridi amore mio. Ridi pure di me e di tutti i viaggi che ho fatto per cercarti mentre tu eri lì...sei sempre stato lì.
Arrivo..aspettami.
Monica Grando
Amore Quantico
3 notes
·
View notes
Text
youtube
conversazione con chat gpt:
traduzione
The Future's Void • 2013
Satellites
Testo di "Satellites" di EMA
Apri i satelliti, apri i satelliti
Apri i satelliti, apri i satelliti
Apri i satelliti, apri i satelliti
Apri i satelliti, apri i satelliti
Lei è così femminile in questo grande spazio
Non riesco a leggerli, ha lasciato dei sogni
Apri i satelliti, apri i satelliti
Apri i satelliti, apri i satelliti
Sì, sì, mentre i pensieri si uniscono alla notte
Spingerò gli occhi luminosi verso il cielo
Posso vederli, due, tre, quattro, cinquemila di loro
E ricordo quando il mondo era diviso
Da un muro di cemento e un cubo di ferro
Li porto ancora nello spazio e non torniamo, oh, che spreco
Apri i satelliti, apri i satelliti
Apri i satelliti, apri i satelliti
Apri i satelliti, apri i satelliti
Non stanno uscendo così bene
Ho un incantesimo tutto nuovo
Non stanno uscendo così bene
io: parlami del significato di questo brano.
gpt:
"**Satellites**" di EMA è un brano del 2013 che appare nell'album *The Future's Void*. Il tema principale della canzone ruota attorno alla tecnologia, alla sorveglianza e al senso di alienazione nell'era digitale.
Il termine "satelliti" è usato simbolicamente per rappresentare l'idea di essere osservati e monitorati da lontano. I satelliti, da un punto di vista fisico, sono strumenti tecnologici che orbitano nello spazio e sorvegliano la Terra, ma nel contesto della canzone, sembrano richiamare il controllo e la mancanza di privacy, temi legati alla sorveglianza digitale. EMA canta ripetutamente "open the satellites", un invito che può essere interpretato come un'azione di rivelazione o svelamento, forse per mostrare la realtà di come le persone siano costantemente monitorate o sotto controllo.
La canzone si riferisce anche alla divisione del mondo, evocando immagini di muri di cemento e cubi di ferro, probabilmente un'allusione alla Guerra Fredda e al Muro di Berlino, simboli fisici di divisione e controllo, in contrasto con la sorveglianza digitale, più invisibile ma onnipresente.
L'atmosfera del brano è distopica e riflette la preoccupazione per l'invadenza della tecnologia nelle vite umane, suggerendo un futuro in cui si perde il controllo della propria privacy e individualità. Il riferimento alla "grande magia" e agli incantesimi potrebbe rappresentare il desiderio di trovare una via d'uscita o una soluzione a questo sistema opprimente, anche se non sembra riuscire a spezzare davvero il ciclo.
In definitiva, "Satellites" esplora il senso di impotenza di fronte a un mondo iperconnesso ma alienante, dove il progresso tecnologico porta con sé un prezzo elevato in termini di libertà personale e autonomia.
0 notes
Text
La confidenza con le mie coinquiline è arrivata col tempo, gradualmente, senza che quasi lo si notasse di giorno in giorno. Però è cresciuta davvero tanto nel tempo, e me ne rendo conto se penso a piccoli dettagli.
Cioè, in verità c'è stato un tipo di confidenza che c'è stato da subito, che è ciò che mi ha stupito ed emozionato in modo dirompente quando ero appena arrivato nell'appartamento: il fatto che le compagne di casa fin da subito si mostrassero tranquillamente in pigiama, in accappatoio, a volte in mutande, davanti a me, che girassero sempre a piedi scalzi (e non hanno mai smesso), che già dai primi giorni hanno mostrato di non avere problemi di distanza, per esempi sedendosi nel divano attaccate a me.
Poi c'è un altro tipo di confidenza che invece non c'era all'inizio ed è cresciuto pian piano col tempo, fatto più di discorsi, di parlarmi delle loro timidezze e ansie, anche sul loro corpo. Per esempio, ho capito che qualcoa cambiava la prima volta che Annarita mi ha chiesto "sono troppo magra", facendomi capire che per lei era un problema serio e la mia parola era importante, oppure quando Veronica mi ha chiesto "ho le tette troppo grandi?", per non parlare di Violetta che da un certo momento in poi ha iniziato a parlarmi con serenità di quando ha il ciclo, e da lì ho capito molte cose che prima non capivo sul mondo femminile. Quando poi mi ha chiesto di comprarle gli assorbenti, ho capito che eravamo arrivati ad un altro livello.
Questa confidenza fatta di apertura relativamente sia alle loro ansie che ai loro corpi, ho capito che è rara, perché mi sembra a volte neanche le ragazze fidanzate ne parlano con i loro fidanzati. Invece, le mie compagne di casa con me davvero non si fanno problemi. Sanno che sono maschio, sanno che sono eterosesuale, ma ho quasi l'impressione (anzi, una volta Violetta me lo ha proprio detto chiaramente) che per loro è più facile confidarsi con me che con altre ragazze.
Io tutto questo lo accolgo assai volentieri, diciamo che devo solo cercare di tenere a bada le mie emozioni e i miei ormoni quando parlando con loro la questione va a finire in modo molto esplicito sui loro corpi, ma anche questo sto imparando a gestirlo, devo dire.
3 notes
·
View notes
Text
Sapevi che i lamponi sono dei veri supereroi per la nostra salute? ♀️♂️
Ricchi di antiossidanti, vitamine e fibre, questi piccoli frutti rossi ci aiutano a rafforzare il sistema immunitario, migliorare la digestione e contrastare i radicali liberi. E non solo!
Il lampone è un alleato prezioso per le donne, in particolare durante il ciclo mestruale e la menopausa.
0 notes