#che posso ci fare. io che schifo pure i medici
Explore tagged Tumblr posts
Text
to which saint do i have to consecrate my soul to schedule a fucking breasts ultrasound in this country
#i tried booking one but the clinic said 15 july…… i’m working this summer i can’t#they all make me want to not cheek whatever it’s been going on#but i do have some breast pain and better safe than sorry#ma come li schifo nei morti loro che non ti rispondo quando ti rispondono ti rispondono male#vorrei farmi un’estate quieta. e l’anno scorso l’idrocefalea possibile operazione al cervello e quest’anno l’ecoseno. ma io so ipocondriaca#che posso ci fare. io che schifo pure i medici#ci vuole speciale delicatezza per un’ipocondriaca che non sopporta i medici e quindi ha solo paura ma non si controlla. quella volta che#si vuole controllare nessuno la caga. effettivamente#pippone megagalattico ma sto vicino alla finestra dove prende il mio telefono aspettando una chiamata dal centro. ‘mi manda un recapito#telefonico’ e po nun m chiamm c cazz m signific#mic#check**
0 notes
Text
TRINITY BLOOD
RAGE AGAINST THE MOONS
(Storia: Sunao Yoshida // Illustrazioni: Thores Shibamoto)
Vol.1 - From the Empire
WITCH HUNT - Capitolo 1
Traduzione italiana di jadarnr dai volumi inglesi editi da Tokyopop.
Sentitevi liberi di condividere, ma fatelo per piacere mantenendo i credits e il link al post originale 🙏
Grazie a @trinitybloodbr per il suo prezioso contributo alla revisione sul testo originale giapponese ✨
“Nome ed età?” Chiese Abel.
“Eris Wasmayer. Diciassette.”
“Diciassette? Ma ieri non ci avevi detto di averne diciotto?”
“Non si dovrebbe chiedere l’età ad una donna.”
“Eris, potresti essere seria per un momento?” Sospirò Abel, sollevando gli occhiali tondi simili a fondi di bottiglia e chiudendo il taccuino dove stava prendendo appunti.
“Ma è così noioso!” Si lamentò Eris, andandosi a sedere sul letto ed incrociando le gambe. Si voltò di lato spingendo fuori il labbro inferiore, mostrando al prete quanto era imbronciata.
Se non fosse stato per il suo comportamento capriccioso, sarebbe stata molto carina. Aveva la pelle chiara ed i capelli perfettamente tagliati a caschetto. Ma era terribilmente infantile. E con quei capelli corti e senza trucco dimostrava non più di quattordici anni.
Solo dieci giorni prima era incapace di parlare. Era rimasta così tanto shockata dall’incidente nel rifugio dei vampiri che avevano dovuto portarla in quel bunker per i trattamenti medici ed essere interrogata. Ma ora che si era ripresa, era impossibile farle prendere la situazione sul serio.
“Padre, sono chiusa in questo bunker da giorni ormai. Non ho nulla con cui distrarmi, né posso avere contatti col mondo esterno. E quando mi vieni a trovare, mi porti solo documenti e scartoffie. Quante altre volte ti devo raccontare la mia versione della storia?” Piagnucolò.
“Seriamente? È perché la cambi ogni volta. Mi piacerebbe essere più comprensivo, ma devi capire che ho un lavoro da svolgere. Devo fare rapporto al mio capo, e se il rapporto non è scritto correttamente, sarò io ad essere rimproverato.”
Eris fece un cenno di comprensione vedendo una traccia di terrore dietro gli occhiali del prete al solo pensiero di ciò che aveva appena detto.
“Essere un prete dev’essere difficile.”
“Lo è, devi credermi. Ascoltami: il mio capo può essere molto spaventoso. L’ultima volta che ho consegnato un rapporto in ritardo si stava limando le unghie e mi ha detto con una voce stranamente gentile: ‘Hai avuto molto da fare ultimamente Abel?’ Per un attimo ho pensato che mi avrebbe cavato gli occhi… ma non so perché ti sto raccontando tutto questo.”
“Ma no ma no, sfogati pure. Dopo ti sentirai meglio.” Lo provocò Eris.
“Sono io che faccio le domande qui. Puoi collaborare? Per favore?” La pregò.
Eris represse un sorriso quando vide l’espressione seria sul volto del prete. Adorava prenderlo in giro. Era sola al mondo, per cui il solo modo per avere un po’ di compagnia era far tornare Abel da lei.
“Ti faccio una proposta. Ti prometto che collaborerò. Ma solo se mi portate del cibo da fuori.”
“Non posso farti uscire. Non ancora.”
“Allora andate a comprarmi qualcosa. Fatelo e risponderò a tutte le vostre domande. Il cibo qui fa schifo. Vorrei mangiare qualcosa di più… umano.”
“Andata.” Rispose il prete.
In effetti il cibo lì faceva abbastanza schifo. Lo sapeva. Era insipido come le pareti di quel bunker. Era uno scambio semplice. E comunque sempre meglio che subire lo sguardo crudele attraverso il monocolo del suo capo.
“Cosa vorresti? Ti faccio portare quello che vuoi.” Disse allegramente.
“Voglio un Gateau Chocolat e dei Marron Glace.” Disse senza un attimo di esitazione.
“D’accordo. Gateau Chocolat e Marron Glace.”
Il prete stava giá uscendo dalla stanza, ma si fermó improvvisamente. Con un gesto cauto, come se stesse maneggiando una bomba, tirò fuori il portafoglio e lo esaminò con attenzione.
“Si può sapere che c’è?”
“Che ne diresti invece di una brioche appena sfornata?”
La ragazzina tirò un cuscino addosso al prete e si buttò a pancia in su sul letto, guardando il soffitto.
“Quanto sei inutile. Va bene, prendi quello che ti pare!”
“Fantastico! Allora vado subito.” Abel fece per aprire la porta.
WHAM!
La porta si spalancò improvvisamente e andò a colpire Abel dritto sul naso. Il colpo lo stese più velocemente di un pugno in faccia. Si afferrò il naso stringendo gli occhi pieni di lacrime.
“Ciao Tres.” Farfuglió.
“Padre Nightroad, ma che stai facendo.” Replicò Tres, guardandolo con il bel volto inespressivo. Nonostante fosse di bassa statura era ben proporzionato ed i vestiti che portava sembrava che gli fossero stati cuciti addosso, ma era sempre circondato da un alone di odore di polvere da sparo.
“La tua mamma non ti ha insegnato a bussare prima di entrare nella stanza di una ragazza?”. Chiese Abel.
“Negativo. Non c’è tempo.” Rispose Tres. Muovendosi in modo meccanico, Padre Tres buttò un plico di fogli sul letto.
“Mi ha contattato Sorella Kate. Abbiamo un nuovo posto per la ragazzina. Gli ordini sono di farle liberare la stanza immediatamente.”
“Un posto nuovo?” Chiese preoccupato Abel, ancora rannicchiato per terra e con un fazzoletto infilato su per una narice sanguinante. Eris è al centro di di diverse cospirazioni. In questo momento, solo dei pazzi si offrirebbero di ospitarla.
“Sarà il Convento di Santa Rachele a Roma ad ospitarla. Sorella Kate è dovuta passare tramite suoi contatti personali per ottenerlo.” Lo informò Tres.
Abel annuí. “Allora siamo in debito con lei. Il Convento di Santa Rachele ha delle ottime strutture, e lo staff è al top. Sempre che Eris non preferisca rimanere a Marsiglia.”
Guardò preoccupato la ragazzina, che rimaneva in silenzio mordicchiandosi il mignolo, pensierosa. Il luogo in cui si era rifugiata non esisteva più e non aveva nessun famigliare su cui contare. Non aveva molte altre scelte…
“A me non importa. Quando partiremo per Roma?” Chiese Eris.
“Questa notte.” Rispose Tres.
“Stanotte?” Abel era incredulo.
Non era tranquillo nel far muovere Eris— non senza avere il tempo di organizzare un’adeguata sicurezza. Se i vampiri la volevano morta, un’uscita affrettata avrebbe solo fatto il loro gioco.
“Una suora del Convento vi incontrerà alla Stazione Centrale questa sera. Padre Nightroad, sarai responsabile di scortarla fin lì.” Continuò Tres.
“E tu dove sarai?” Chiese Abel.
“Ho un interrogatorio in ospedale.” Tres si girò per lasciare la stanza, ma si fermò per guardare indietro verso Abel. “Il vampiro che abbiamo catturato al rifugio si è rigenerato abbastanza da rispondere alle nostre domande. Continuerò lì le mie indagini.”
Eris osservò il prete impettito uscire dalla stanza. “Non mi piace.” Dichiarò. “Non é stato per niente gentile con te.”
“Pensa solo al lavoro.” Rispose Abel. “Ed in effetti almeno lui ha del lavoro che lo aspetta. Mentre le mie indagini sono in un punto morto.”
Abel ripensò a quanto aveva appena detto. La pista delle sue indagini era quasi inesistente, ma c’era sempre qualcosa su cui si poteva lavorare. Ed a volte le piste più sottili portavano a casi più importanti. Ripassò le sue annotazioni e lo svolgersi degli eventi. Era stato confermato che il dirottatore della Tristan, il Duca Alfredo era salito a bordo della nave allo Scalo Aeroportuale di Marsiglia. Faceva parte dei Fleur du Mal, un gruppo di vampiri dalle idee radicali che vivevano nelle campagne. Erano un piccolo gruppo di fanatici disorganizzati, non avrebbero mai potuto da soli mettere in piedi un attacco terroristico su larga scala. Il rifugio dei Fleur du Mal era poi stato distrutto in un’orribile carneficina, dove lui e Tres avevano trovato Eris. Lei era l’unico collegamento con il dirottamento… che non fosse un cadavere. Ci doveva essere qualcosa che mancava.
Abel tirò di nuovo fuori il suo taccuino.
“Dunque, non abbiamo molto tempo, quindi vediamo di finire questo rapporto. Per prima cosa, dimmi quanti anni hai…”
#abel nightroad#trinity blood#sunao yoshida#rage against the moons#trinity blood novels#traduzione italiana#tres iqus#eriswasmayer#thores shibamoto
7 notes
·
View notes
Text
Scritto Domingo 21/08/2022 h 18 circas
Giornata a dir poco raccapricciante… 21 agosto o quel che è …penso solo sia l’inizio della fine…Tra un po’ giuro racconto ma sono ancora sfatto dall’accaduto anche perché ho davvero volato dalla paura, fifa come ieri notte ormai mai nella vita…
Sembra veramente che tutto qui stia andando a rotoli, a questo punto anche il mio futuro… l’unica cosa bella successa e che ho conosciuto un ragazzo che (allora Premetto che il discorso sarà sicuramente incasinato perché io i discorsi non li so fare però vabbè spero capiate qualcosa per chi leggerà) anyway
Praticamente io sapevo già il nome e il posto dove andare semmai avessi dovuto chiamare un centro di recupero, perché tempo fa me lo indicarono un paio di miei amici in aiuto in quel momento. Ultimamente non sto niente bene mi sto lasciando un bel po’ andare perché ho paure e ansie dovute all’inizio di questa cosa chiamata schizzofrenia e come se non bastasse crisi e attacchi di panico sono all’ordine ogni due tre giorni se nn peggio, sincero non so come mai sarà anche un po’ la preoccupazione è la paura di perdere le uniche persone che ho vicine non so potrebbe credo…anche più grave di tante volte che mi è già capitato quindi ho deciso una volta per tutte diciamo di prendere il toro per le corna e tagliargli la testa, metafora per dire Che voglio iniziare a vivere meglio, migliorare me stesso e poter così far star bene chi mi è vicino e lo vuole veramente perché non voglio cadere di nuovo nel tunnel di merda in cui ero prima, e ora di rialzarsi con l’ aiuto di persone competenti per poter tornare a vivere tranquillizzarmi, penso che il miglioramento si vedrà da che inizierò a lavorarci e non ho mai avuto giuro piu voglia di combattere che ora.
Domani andrò in questo posto a chiedere per i colloqui/ incontri che ci saranno da fare nel coso del tempo E tra l’altro ho scoperto pure che ci sono medici affiliati a questa associazione che fa proprio al caso mio. C’è pure un bar etto accanto dove si trovano spesso tutti prima dei colloqui ma bu poi vedrò e nada dicevo questo ragazzo qui che dicevo(nn i miei amici eh)mi aggiungerà pure al gruppo whatsapp così nn ho problemi poi magari a chiedere numeri di telefono mail ecc
È na cosa buona oggi l’abbiamo fatta yess…… intanto però rimane ieri sera.. che non so s ho voglia di raccontare perché ho ancora il cuore in gola ripensandoci..tra che ho perso il mio futuro sembrerebbe in un pugno di briciole o che ci è voluto poco che non ci rimanessi secco la cosa fa al quanto paura e schifo allo stesso tempo……. Valà lo dico dopo un ora che avevo scritto il resto ma vabb
Sono stato derubato, si rapinato.. se po di come ve pare ma i soldi da parte che avevo per studiare non li ho proprio piu , grazie a du zingari incrociati per caso, che sicuro mi pedinavano da che li ho visti all’epoca di cristo in pullman dopo che sono sceso ho lasciato il mio amico e mi sono diretto verso l’altra fermata hanno avuto il tempo di ponderare e architettare l’infamata nel mentre, lattacco a sangue freddo chiamatelo come volete solo mi son gelato alla presenza dell’uno paratosi dinanzi a me è l’altro sotto la mia canotta con un coltello a farfalla che se solo mi fossi mosso con un braccio o na ruota per scappare mi avrebbe aperto la vita . Si effettivamente ero molto vicino alla zona piu sghenga della mia città ma non essendoci mai stato e avendo un conoscente anche che vive lì e nn gli è mai successo nulla nn ci ho pensato di chiamare qualcuno per fingermi occupato o andare alla fermata dopo o correre all’arrivo di ciò che ho raccontato all’inizio era tutto vuoto e come mio solito che giro tutta Torino senza pensarci ho fatto li, potevo si girarmi e correre via in sedia ma nn so che fine ci sarebbe stata comunque perché erano due ragazzi alti magri e molto tosti non penso l’avrei vinta quindi nulla. Menomale che posso raccontarlo, denuncerò ? Senz’altro ma oggi ho dormito fino a super tardi avevo poi ansia paura ancora e mi sono fermato per ore sul balcone in preda a qualsiasi santo mi avesse voluto salvare in quel momento. Ho pensato che per recuperare un po’ di soldi potessi vendere il mio pc mezzo rotto magari per chi è interessato a pezzi di ricambio o il mio Apple Watch che essendo recente posso ancora guadagnarci… non saranno mai abbastanza come i soldi che ho perso ma almeno ci riprovo e alla prossima pensione cercherò di spendere giusto affitto, bollette e spese così da rifarmi il gruzzolo anche se ormai settembre è arrivato e non so se sono in tempo o se possono rateizzammo la retta scolastico se glielo chiedo… chissà spero sennò arrangerò come ho sempre fatto facendo altro oltre agli incontri di supporto magari sport in agonismo o cose cosi o corsi.. vedrò il da farsi mentre cerco di rimediarmi anche una sana patente entro ottobre bye Leo
0 notes
Text
A breve è quasi un anno dalla scoperta del cancro. Che dire? C'è poco da dire, rimarrà sempre un momento di grande tristezza e sconforto quando si ripensa a quel periodo. Nulla servirà a farti stare meglio dopo la diagnosi, al momento della pronuncia delle parole:"carcinoma mammario maligno", ti si gela il sangue, ti si ferma il cuore sobbalzando dal petto e gli occhi si gonfiano di lacrime.
Pensi al perché a te e non a quello stronzo che non sopporti.
La verità è che pensiamo tutti di essere immortali, poi non appena ti diagnosticano una malattia grave, iniziamo a pensare che non abbiamo fatto abbastanza nella nostra vita, che dovremmo occupare meglio il nostro tempo, che effettivamente ci sono cose molto più importanti che avere la borsa griffata.
Tutto cambia, è vero; sei in trappola con i tuoi pensieri, la paura avvolge ogni tua giornata, il sonno passa, continui a piangere perché non sai come affrontare una situazione del genere.
Mi aspettavo tutto a 27 anni, tranne che questo; ho sempre erroneamente pensato che almeno il cancro al seno fosse un problema di persone più anziane, ma non sapevo che invece aggredisce sempre più persone giovani e addirittura anche uomini;
L'unica cosa da fare è lottare, accettare le cure da affrontare e tenere duro.. finché si può... Ovvio; Non mi interessa molto il risultato finale, so solo che la mia intenzione è quella di qualsiasi altro essere umano.
Il viaggio che sembra interminabile, tra risonanze, biopsie, ecografie, chemioterapie ecc... Passa. Perché tutto passa.
Ma quanto cazzo hai paura che lo stronzo ritorni? Quanta ansia hai per tutto questo?
Sono sensazioni incomprensibili per gli altri, a volte pensi di non essere creduta per tutti gli effetti collaterali della cura, ti diranno"tanto tu sei forte", "vedrai che passerà", "dopo l'intervento passa tutto". Sapete cosa vi dico? Che non passa niente, la paura rimane e l'ansia pure.
Solo chi l'ha passato lo capirà, io vi capisco uno ad uno, i pazienti oncologici hanno la mia piena comprensione su tutto. Fa tutto schifo, ma devo essere sincera, nello schifo, ho conosciuto persone meravigliose tra medici e pazienti... Mai vista così tanta bella umanità in un unico reparto! Le persone più dolci e gentili mi hanno accompagnato in questo duro percorso che ancora continua, perché le chemio ora dovrò farle una volta al mese, ma pur sempre chemio sono..... Nulla da stupirsi se mi esce ancora sangue dal naso e ho ancora sintomi poco carini, fa parte del pacchetto.
Ed è assolutamente normale se vi sentiate un po' giù come me ogni tanto, sappiate che la tristezza è un'emozione normale, l'importante è riconoscerla, lasciarla sfogare e riprendere da dove si è lasciati con tutta la forza e la buona volontà che avete.
Dopo un anno, affronto la malattia da 28enne innanzitutto😜, inoltre mi sento molto più esperta in materia, e posso dire che il mio cammino prosegue verso la fine della cura, ci vorranno anni è vero, voi lo sapete meglio di me, ma ne vale pur sempre la pena per il dono della vita, che ne dite? ❣️
#ilvoltodelcancro #malatooncologico #pensieripositivi #parole #cancroalseno #ʀɪɴᴀsᴄɪᴛᴀ
0 notes