#cervogia
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giovanna-dark · 6 years ago
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Date della cervogia a chi sta per partorire e del vino a chi ha l'anima amareggiata; affinché bevano, dimentichino la loro miseria e non si ricordino più dei loro travagli.
Proverbi, 31, 6-7
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Together with the moon, saw a deer at dawn Cervo Insieme alla luna, ha visto un cervo all’alba #cervo #cervolesor #cervocalçados #cervovolante #cervotattoo #cervogia #portocervo #cervoligure #cervozermatt #cervol https://www.instagram.com/p/B2ZCL1fiKJ6/?igshid=1wmaucj9f1ynu
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ligaora · 6 years ago
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PE' CODESTA NOTTE REMEMBRA LI BENEFICI DE LA CERVOGIA: I) Le monne e li homini laidi più piacenti appariranno II) Lo tempore si dilata sine artefizi magici III) Se prodotta dalli trappisti est pure sancta IV) Disseta 'l corpore et anco lo spirto V) Bono remedio pella imsomnia VI) Bollita collo miele par'esser toccasana pella gola VII) Ottima colla succolenta carne de ratto VIII) Non è bevuta dalli saracini IX) Nigra o bionda o rubia va semper bene X) Mette alla prova li ladri et le spie #Cervogia #birra #bere #sanpatrizio #irlanda #17marzo #astemi #feudalesimoelibertà #medioevo https://www.instagram.com/p/BvGzvd4hqJt/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=julhcynhnsyo
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ladoratrice · 3 years ago
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Rispose allor Margutte: - A dirtel tosto,
io non credo più al nero ch’a l’azzurro,
ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto;
e credo alcuna volta anco nel burro,
nella cervogia, e quando io n’ho, nel mosto,
e molto più nell’aspro che il mangurro;
ma sopra tutto nel buon vino ho fede,
e credo che sia salvo chi gli crede;
e credo nella torta e nel tortello:
l’uno è la madre e l’altro è il suo figliuolo;
e ’l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.
E perch’io vorrei ber con un ghiacciuolo,
se Macometto il mosto vieta e biasima,
credo che sia il sogno o la fantasima;
Pulci, Il Morgante, XVIII, 115-116
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ribeiaex · 7 years ago
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Afinal hoje é Sexta-feira! 🍻🍺😁😉#ni02 #mestrecervejeiro #cervogia #goodbeer #cervejaartesanal #bebalocal #beer #bier #cerveja #biere #birra #bier #cerveza #starkol #instabeer #vidacomcerveja #geladadiferente #diariocervejeiro #cervejaedestinos #prosit #cervejaecomida #loversbeer #beerlover #prost #cheers #adorocerveja #bighead (em Mestre-Cervejeiro.com)
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hugotarcisio · 6 years ago
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Depois de um dia corrido a gente merece uma pra comemorar! Cervogia IPA 03 maravilhosa! (em Local Growler)
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colospaola · 6 years ago
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La piazza della Regione Lombardia a Milano sarà per quattro giorni la capitale della cultura birraia italiana, infatti, da giovedì 21 a domenica 24 giugno si terrà Birre d’Italia, un festival interamente dedicato alle birre artigianali italiane a cura di Lombardia Beer Fest.
Birre d’Italia è una rassegna aperta al pubblico in cui le istituzioni regionali, in collaborazione con l’Associazione Degustatori Birre Artigianali, trovano un punto d’incontro con i produttori e il grande pubblico per approfondire la conoscenza della cultura brassicola in Italia.
Ci sarà la musica con dj-set per tutta la durata della manifestazione, l’ingresso è gratuito, mentre per degustare, sarà necessario acquistare l’apposito bicchiere serigrafato provvisto di tacche da 20 e 40 cl. e i relativi gettoni per gli assaggi.
Il pubblico potrà inoltre partecipare gratuitamente ai laboratori dove si possono acquisire le nozioni per imparare ad apprezzare la birra artigianale e per arricchire il proprio bagaglio di storia e cultura sulla produzione della birra.
I birrifici presenti a Milano per Birre d’Italia saranno Agricola80 (Lombardia); Birrificio Artigianale La Buttiga (Emilia Romagna); Birrificio Oltre Mondo (Marche); Birrificio Artigianale Foglie d’Erba (Friuli Venezia Giulia); Birrone (Veneto); Birrificio Lambrate (Lombardia); Birra Turbacci (Lazio); Il Birrificio di Cagliari (Sardegna); Birrificio Svevo (Puglia); Birra Perugia (Umbria); San Gabriel (Veneto); The Brave – Birrificio Artigianale (Lombardia); Croce di Malto (Piemonte); Birrificio Valsugana (Trentino Alto Adige); Birrificio Birranova (Puglia).
Per i food truck di Birre d’Italia sono previsti Streeat®: La Vera Creperia, I Love Gnocco Fritto, Il Carrettino – Italian Street Food e Marchese On Wheels.
In Lombardia la birra ha da sempre un profondo legame con il territorio dell’Insubria, fin dai Celti, che ne fecero la loro bevanda preferita e furono i primi a introdurre le pietre riscaldate per la cottura dei cereali e inventarono le botti per un più lungo periodo di conservazione, aromatizzandola con anice, assenzio e altre erbe.
I Celti chiamavano la loro bevanda fermentata in diversi modi a secondo di cosa usavano, era denominata cervisia, cervogia, cerea, camun, alica, korma. Il tutto attestato da epigrafi e numerose fonti scritte con testimonianze di autori greci e romani come Posidonio, Strabone e Plinio e anche da ritrovamenti archeologici importanti come quello di Pombia (No), sulle rive del Ticino, in un’area che rientra nella cultura golasecchiana.
In località Quara, venne alla luce una tomba contenente, tra gli altri elementi, un bicchiere sul cui fondo era presente una sostanza organica di colore rossastro. Alle analisi effettuate presso il Museo Giovio di Como, risultò poi essere il residuo di una bevanda fermentata ottenuta da cereali, come orzo, ma anche avena, grano e, in quantità minima, segale contenente anche tracce di luppolo.
Un ritrovamento che attesta per la prima volta in ambito europeo l’utilizzo del luppolo, molto probabilmente raccolto allo stato selvatico, nella fabbricazione della birra. In base a queste scoperte nel 2007 all’università dell’Insubria e al Museo Giovio di Como, venne assegnato uno studio nazionale sull’antica birra, che ha portato benefici economici con l’istituzione di una borsa di studio biennale per studi sulla bevanda, dando poi una spinta importante allo sviluppo della birra artigianale e dei microbirrifici.
Una tradizione quella della birra, che esplose poi su larga scala con la rivoluzione industriale nell’800, quando sotto il Regno Lombardo-Veneto, i maestri birrai austro-boemi, furono invogliati ad aprire le loro fabbriche e laboratori in Insubria, grazie al facile approvvigionamento di acqua di qualità, all’aria buona, al facile reperimento di diversi cereali, ma anche grazie ai noti crotti e le “giazere” straordinari frigoriferi naturali per la maturazione e la conservazione della birra. Alcuni di quei birrifici hanno fatto veramente la storia e sono noti se non attivi ancora adesso, come Spluga a Chiavenna, Peroni di Vigevano e Poretti a Varese.
Particolare proprio la storia di Angelo Poretti da Vedano Olona, fondatore dell’omonimo birrificio, che viaggiò a metà dell’800 per Austria, Germania e Boemia, da cui tornò con una moglie Franziska Peterzilka e la voglia di produrre la bevanda, sfruttando le qualità dalla fonte della Valganna nota come “fontana degli ammalati”.
Una pagina importante è stata scritta dall’Università della Birra di Azzate, fondata nel 1997 ad opera del prof. Franco Re, giornalista ed esperto del settore birrario in tutte le sue sfaccettature.
La creazione della scuola fu un forte input per la divulgazione della birra artigianale e di tutti i birrifici e micro, attuali. Nel 2012 Re scomparve improvvisamente e pochi mesi dopo la sua creatura venne chiusa ma rivide la luce per mano dei suoi collaboratori con il nome di Unibirra a Calcinate del Pesce.
Tra i birrifici insubri che meritano una menzione quello del Bi-du nato nel 2002 a Rodero,  ora in quel di Olgiate Comasco. L’Orso Verde di Cesare Gualdoni a Busto Arsizio, fondato nel 2004, il Doppio Malto a Erba.
Programma
Giovedì 21 giugno (orari di apertura: 18.00-01.00)
Ore 20.00-21.00: Fermentazioni e panificazioni antiche nel mondo della birra, corso a cura del birrificio Turbacci
Ore 21.20-22.00: degustazioni gratuite
Venerdì 22 giugno (orari di apertura: 12.00-01.00)
Ore 20.00-21.00: Indian Pale Ale – American Pale Ale, corso a cura dei birrifici La Buttiga e Lambrate
Ore 21.20-22.00: degustazioni gratuite
Sabato 23 giugno (orari di apertura: 12.00-01.00)
Ore 20.00-21.00: La memoria olfattivo emotiva, corso a cura di Leila Bencharnia e Filippo Valla
Ore 21.20-22.00: degustazioni gratuite
Domenica 24 giugno (orari di apertura: 12.00-24.00)
Ore 20.00: premiazioni delle categorie Miglior Birrificio Italiano, Miglior Birrificio sperimentale e Miglior Birrificio eletto dal pubblico.
Birre d’Italia 2018 La piazza della Regione Lombardia a Milano sarà per quattro giorni la capitale della cultura birraia italiana, infatti, da giovedì …
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mitietoni · 7 years ago
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You are the move you make
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cannabeanoide · 10 years ago
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Non ci pensare più #cervogia #cerveza #bigben #birra #ale #alé
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finesettimanait-blog · 12 years ago
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http://www.finesettimana.it/scopri-italia/eventi/toscana/cervogia-fest-2012-146311 Durerà fino a domenica 30 settembre l Festival itinerante della birra Cervogia Fest 2012, a Serravalle Pistoiese, provincia di Pistoia
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laviadelpetrolio · 12 years ago
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Aurevoir Monsieur Polo
La visione si sgrana, pixel troppo grandi per restituire un'immagine nitida. Il caldo scioglie la materia, come in un quadro di Dalì. L'occhio interiore diventa strabico, la messa a fuoco non funziona. Ciò che resta è caos. Quel che conta: la vertigine. Permettete che il narratore si conceda un'ulteriore scorreria linguistica, plastica, cromatica, immaginifica, a volo di falco, neanche fosse Icaro col padre Dedalo, mentre in fuga sorvolano il labirinto del Minotauro. Ecco la lista finale, la vertigine ultima, il pulpito astrale in cui il narratore vuole trascinare lo smarrito lettore. Immaginate le visioni evocate da questa lista, conservatene i colori, gli odori, i miti, le forme, le ombre, e quando avrete finito respirate a fondo. Avrete visto più cose che in un lungo viaggio.
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Ecco ciò che rimane da dire delle avventure di Marco il veneziano. E lo diremo di corsa, col fiato trattenuto nei polmoni, con gli occhi pieni di lacrime per il gran vento. E poi, sarà tutto finito. Per prima cosa: le spezie, le pietre, i frutti, i tessuti. Rabarbaro, zenzero, pepe, sale bianco, sale nero, ambra, corallo, cannella, garofano, seta, cotone, perle, turbitto, incenso, sandalo, indaco, zucchero, galanga, zafferano, aglio, canfora, noce moscata, verzino, noci d'India, vino di riso, aloe, ebano, datteri, latte, rubini, zaffiri, topazi, ametiste, diamanti, granate, oro, argento. Gli animali: galline, balene, struzzi, grifoni, giraffe, elefanti, leoni, cavalli, asini, orsi, volpi, cammelli, montoni, cervi, unicorni, scimmie, ercolini, vai, serpenti giganti, papioni, pesci, buoi, zibellini, ermellini. Infine: le stranezze. Nella provincia di Gaindu gli uomini lasciano ai forestieri la propria moglie per tre giorni, e finché questo è in casa lascia appeso all'ingresso un cappello, così il marito non torna. “Dopo aver preso il suo piacere il mercante sale a cavallo e riprende la sua via. Allora moglie e marito cominciano a burlarlo” perché il mercante ha lasciato in dono dei tessuti mentre in cambio – secondo i due sposi – non ha ricevuto nulla. Nella provincia di Zardandan, invece, quando la moglie partorisce è l'uomo che tiene con sé il bambino e “rimane a letto per quaranta giorni alzandosi solo se è necessario. (…) I mariti fanno così perché dicono che la donna ha molto faticato a portare il bambino nel ventre e non deve più faticare per quaranta giorni”. Sentite invece cosa fanno nella provincia di Caugiu: “La popolazione, uomini e donne, ha la pelle dipinta, porta cioè sul capo pitture fatte con aghi raffiguranti leoni e draghi in tal maniera che sono incancellabili (…): stimano questa pittura o tatuaggio cosa molto nobile e bella e chi è più dipinto si distingue sugli altri”. E le castissime donne della città di Tandinfu? “Perché resti intatta la loro verginità, procedono nel camminare con tanta soavità che un piede non va mai più di un dito avanti all'altro, perché spesso accade che la natura di una vergine si allarga se ella si muove scompostamente”. Sempre meglio delle donne di Zanghibar, che “sono molto brutte: hanno la bocca larga, occhi sporgenti, naso prominente; hanno le mammelle grosse quattro volte quanto quelle delle altre donne e potrebbero gettarsele dietro le spalle. Sono brutte davvero”.
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Passiamo al regno di Fugiu, dove “mangiano brutte cose e persino carne umana purché sia di un uomo che non è morto di malattia; ma se si tratta di un uomo ucciso da un colpo d'arma se lo mangiano e dicono che è carne buonissima”. A Giava si possono ammirare i leggendari unicorni, con “un corno in fronte molto grosso e nero; e vi dirò che egli non si difende con quel corno ma si serve della lingua tutta spinosa e dei ginocchi. La sua testa somiglia a quella del porco selvatico (…), è molto brutto da vedersi e non somiglia affatto all'idea che ne abbiamo noi”. Da lì il famoso detto “prender rinoceronti per unicorni”... Ma sentite come sono gli abitanti dell'isola di Angaman, prima di dirvi stupefatti: “hanno la testa come quella di un cane, occhi e denti da cane e somigliano davvero a grossi mastini. Sono gente crudelissima, mangiano uomini, tutti quelli che possono prendere purché non siano dei loro”. In India, nella provincia di Maabar, “si fa severissima giustizia degli assassini, dei ladri e di tutti quelli che fanno qualche misfatto. E quanto ai debiti, sentite quanto sia ordinato e stabilito. Quando c'è un debitore che continua a differire con promesse da un giorno all'altro il pagamento del suo debito più volte richiesto dal creditore, se costui riesce a fare in modo da potergli disegnare un circolo intorno, quel debitore non può più uscire dal circolo se prima non ha pagato il creditore o se almeno non gli ha dato solida garanzia di pagarlo il giorno stesso: e se avesse la temerità di uscire dal circolo, senza aver pagato o dato garanzia, sarebbe punito con la pena capitale”. Ma allora quello di Banca Mediolanum si era ispirato alle usanze del Maabar? Possibile... Meravigliati? Solo perché ancora non sapete come raccolgono i diamanti nel regno di Muftili: “ci sono grandi e profonde gole dalle pareti così a picco che non si possono scalare in nessun modo. Ed ecco come fanno i cercatori: prendono molti pezzi di carne sanguinolenta e li scagliano in quei profondi burroni; e nella carne che cade con forza si conficcano non pochi diamanti. In queste montagne vive una razza di aquile bianche cacciatrici di serpenti; quando le aquile vedono la carne in fondo ai burroni volano a prenderla e la portano sulle vette, e gli uomini che le sorvegliano le vedono posarsi e divorare la carne e cercano di raggiungere i luoghi dove sono. Le aquile fuggono altrove abbandonando la carne, impaurite dall'arrivo degli uomini; ed essi prendono la carne e vi trovano conficcati dentro i diamanti”.
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E i russi, che combinano nelle loro gelide terre? “Essi hanno un certo vino fatto di miele e panìco, gradevolissimo, chiamato cervogia e di questa cervogia fanno grandi bevute”. Poteva forse mancare la birra da questo racconto meraviglioso? Ma soprattutto sentite cosa succede quando fanno una delle loro grandi bevute, dette straviza: “si fanno prestare denari, dando in pegno persino i figli, da qualche mercante forestiero (…) e così vendono i figli per fare quelle bevute. Le signore poi (...) hanno questa usanza: quando hanno voglia di orinare non escono dalla taverna, ma le loro donzelle portano grandi spugne e con molta destrezza senza farsi vedere da nessuno le mettono sotto le signore. Una donzella finge di discorrere con la padrona mentre l'altra le mette la spugna sotto”. E sentite cosa successe una volta in seguito a una di queste straviza: due sposi tornavano a casa un po' brilli e la moglie si dovette fermare per strada a orinare. Così si accucciò, ma “i peli della donna si congelarono e si attaccarono con le erbe del terreno; e dal gran dolore la poveretta non si poteva muovere e gridava al soccorso. Allora il marito, che era molto ubriaco, tutto impietosito si chinò sulla donna e soffiando col fiato caldo cercò di far liquefare il ghiaccio: invece l'umidità del fiato diventò ghiaccio e i peli della barba si attaccarono insieme ai peli della donna. Anche lui, intanto, per il troppo dolore non si poteva muovere e restava piegato su di lei. Fu necessario che venisse qualcuno a rompere tutto quel ghiaccio se vollero partire di là”. La lista termina, come sempre, con un senso di vertigine, fiato corto, sinapsi neuronali collassate come treni accartocciati sulle rotaie dopo lo schianto. Oltre: il nulla. Meglio: la notte perenne. “C'è una provincia chiamata Oscurità perché difatti vi regna l'oscurità; non vi appare mai il sole, né la luna, né le stelle, ma sempre vi fa quel buio che da noi abbiamo di prima sera”. Messer Polo ci ha condotto agli angoli del mondo. Ora lasciamolo riposare in pace e godiamoci il nulla alla fine del tutto, il riposo al termine del viaggio, il buio dopo la luce accecante.
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ladoratrice · 2 years ago
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115 Rispose allor Margutte: - A dirtel tosto,
io non credo più al nero ch’a l’azzurro,
ma nel cappone, o lesso o vuogli arrosto;
e credo alcuna volta anco nel burro,
nella cervogia, e quando io n’ho, nel mosto,
e molto più nell’aspro che il mangurro;
ma sopra tutto nel buon vino ho fede,
e credo che sia salvo chi gli crede;
116 e credo nella torta e nel tortello:
l’uno è la madre e l’altro è il suo figliuolo;
e ’l vero paternostro è il fegatello,
e posson esser tre, due ed un solo,
e diriva dal fegato almen quello.
E perch’io vorrei ber con un ghiacciuolo,
se Macometto il mosto vieta e biasima,
credo che sia il sogno o la fantasima;
117 ed Apollin debbe essere il farnetico,
e Trivigante forse la tregenda.
La fede è fatta come fa il solletico:
per discrezion mi credo che tu intenda.
Or tu potresti dir ch’io fussi eretico:
acciò che invan parola non ci spenda,
vedrai che la mia schiatta non traligna
e ch’io non son terren da porvi vigna.
118 Questa fede è come l’uom se l’arreca.
Vuoi tu veder che fede sia la mia?,
che nato son d’una monaca greca
e d’un papasso in Bursia, là in Turchia.
E nel principio sonar la ribeca
mi dilettai, perch’avea fantasia
cantar di Troia e d’Ettore e d’Achille,
non una volta già, ma mille e mille.
Pulci, Il Morgante
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ribeiaex · 7 years ago
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Hoje é dia de Cervogia! 🍺🍻 #mestrecervejeiro #cervogia #cervejaartesanal #beer #cerveja #goodbeer #instabeer #ipabeer #vidacomcerveja #beerpassionbrasil #geladadiferente #diariocervejeiro #cervejinhadodia #loversbeer #beerlover #prost #cheers #breja_do_dia #adorocerveja #horadabreja #biere #birra #bier #cerveza #starkol #bierebelge #tudodebom (em Loja Mestre-Cervejeiro.com Sorocaba)
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