#cattedrale di orvieto
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Il duomo di Orvieto (La basilica cattedrale di Santa Maria Assunta) è un esempio dell’architettura gotica.
The cathedral of Orvieto (The cathedral basilica of Santa Maria Assunta) is an example of Gothic architecture.
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Orvieto, Italy (by Giuseppe M)
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wgm-beautiful-world · 2 months ago
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Cattedrale di Orvieto - ITALIA
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londranotizie24 · 9 months ago
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Scarlato e Bonci, a Montepulciano il concerto per organo e coro unisce Italia e Uk
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Di Pietro Nigro Al 49° Cantiere internazionale d'Arte in Valdichiana Sense, Il compositore Dimitri Scarlato e l'organsta Riccardo Bonci in un concerto per organo accompagnato dal Selwyn College Choir (direttrice Sarah MacDonald) per “O Nata Lux”, omaggio alla musica corale ispirata alla “Luce” dal Rinascimento ai nostri giorni. Scarlato e Bonci a Montepulciano, un concerto per organo italiano e coro britannico ispirato alla Luce Fino al 28 luglio il 49° Cantiere Internazionale d’Arte, festival musicale che si svolge in Valdichiana Senese, principalmente a Montepulciano, sotto la nuova direzione artistica di Mariangela Vacatello e la direzione musicale di Michele Gamba, vede la costruzione di nuovi network tra musicisti provenienti da ogni dove, allo scopo sia di esibirsi per regalare la chance di ascoltare dell’ottima musica, sia di creare nuove conoscenze, nuove collaborazioni, o di creare nuovi “accordi” su cui lavorare. Sempre, naturalmente, insieme. Ed è anche qui che, nuovamente, Italia e Regno Unito si incontrano per creare insieme qualcosa di nuovo, di estremamente creativo, e allo stesso tempo rinsaldare amicizie, musicali e non, senza tempo. E’ il caso del Maestro Dimitri Scarlato e del Maestro Riccardo Bonci. L’uno compositore, direttore d’orchestra, insegnante al Royal College of Music di Londra, autore di colonne sonore per cinema e tv, based in London; l’altro organista titolare della Cattedrale di Orvieto, studi musicali londinesi, che ha vissuto e lavorato nel settore musicale britannico per ben diciassette anni. E, adesso, dopo aver condiviso l’esperienza importante della Messa composta da Scarlato per la Cattedrale di Orvieto dello scorso Maggio, commissionata ed eseguita da Bonci, i due si sono ritrovati proprio al Cantiere Internazionale d’Arte, lo scorso 13 luglio, a Sinalunga, in Valdichiana Senese, presso la Chiesa Collegiata di San Martino per “O Nata Lux”, un omaggio alla musica corale ispirata alla “Luce” dal Rinascimento ai nostri giorni. Un concerto per organo eseguito dal Maestro Bonci, accompagnato dal Selwyn Colleg e Choir, direttrice Sarah MacDonald.   Ci siamo fatti raccontare alcuni aspetti peculiari di questa esperienza proprio da loro due: Dimitri Scarlato e Riccardo Bonci. “Sinalunga – ci spiega Scarlato – è un paesino molto carino dove c’è una chiesa (la Collegiata di San Martino, n.d.r.) con un organo particolare, tipo italiano, ottocentesco, tradizionale, singola tastiera e piccola pedaliera, strumento importante, abbastanza grande, concepito e costruito per fare musica di stampo operistico, che andava tanto in quel periodo”. “Diversi compositori operistici dello stile di Donizetti e Bellini, Puccini, scrivevano musica per questo tipo di strumento”, spiega Bonci, che si è trovato quindi a suonare uno strumento raro e particolare, di una valenza storico-musicale davvero unica. “Per questo concerto – prosegue Scarlato - mi è stato commissionato un brano per solo organo, particolare perché a differenza della Messa nella Cattedrale di Orvieto che dava tantissime possibilità qui ci sono state limitazioni dettate dallo strumento, quindi è stato interessante creare qualcosa di un po' più contemporaneo, rispetto alla Messa che ha anche una funzione sociale, essendo cantata dai fedeli. In questo caso si è potuto spingere con una musica un po' più di ricerca, il brano si chiama ‘Ricercare’, in una forma molto comune nella tradizione organistica, dal Rinascimento in poi. Una forma che si basa sull’imitazione, ovvero c’è una frase musicale che poi viene imitata e sviluppata, senza essere troppo legata al concetto stesso di imitazione”. Bonci ha poi spiegato la scaletta della serata, basata su un’alternanza equilibrata “Tre-quattro brani col coro, tre-quattro brani con l’organo. Quest’anno poi cade il centenario della morte del compositore Giacomo Puccini, quindi a parte il brano di Dimitri il mio programma prevede tutto Puccini. Sono state ritrovate sue composizioni per organo, questo è un tipo di strumento che per quel repertorio va benissimo”. Oltre all’omaggio a Puccini e alla prima assoluta del brano di Scarlato, la serata si è snodata attraverso musiche di Thomas Tallis, Cecilia McDowall, Giovanni Pierluigi da Palestrina, Alexander Campkin, Robert White, John Rutter, Kerry Andrew, Eric Withacre, Tomas Luis da Victoria, Lucy Walker. ... Continua a leggere su
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edicoladelcarmine · 1 year ago
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CHIESE DEL TERRITORIO DEDICATE ALLA MADONNA DEL CARMINE
La Chiesa sussidiaria della Madonna del Carmine o Chiesa del Carmine è ubicata in Via Cassia nel Comune di Acquapendente (VT), procedendo lungo la strada regionale 2, meglio nota come via Cassia, in direzione di Viterbo. E' sotto la giurisdizione della Parrocchia di Santo Sepolcro. Orientata secondo l'asse che va da nord a sud, questo edificio di culto si erge isolato in mezzo a una delle zone industriali della comunità alto-laziale e si presenta estremamente ridotto in dimensioni. La storiografia inizia nel 1488, quando, con "breve" di Innocenzo VIII Cybo (1484-92) si autorizzano gli abitanti di Acquapendente a raccogliere offerte per erigere una cappella da dedicare al culto della Madonna, presso un sito in cui già esisteva una immagine della Vergine posta in un sacello molto frequentato dai fedeli. Successivamente, il 12/11/1517, la comunità di Acquapendente affida la cura della Chiesa ai Carmelitani. La consegna viene fatta al Padre "Jacobo de Averaria" delegato dei religiosi. Nel 1562, essendosi verificati dei disordini nel convento, la comunità di Acquapendente revoca la concessione ai padri carmelitani. Nel 1578, Papa Gregorio XIII,nato Ugo Boncompagni (1572-85), visita la Chiesa e il convento durante il suo viaggio verso Sforzesca. Il 09/10/1642, la comunità di Acquapendente viene saccheggiata dalle truppe di Odoardo Farnese (1612-46). Il 13/09/1644, Innocenzo X Pamphilj (1644-55), con la bolla “In supremo millantis Ecclesiae Throno”, trasferisce la sede episcopale dalla soppressa Castro ad Acquapendente, separando quest'ultima dalla diocesi di Orvieto e dichiarandola città e nel 1651, lo stesso Papa, sopprime il convento per dotare dei suoi beni alcuni canonicati della nuova cattedrale aquesiana. Nel 1748 il vescovo Bernardo Bernardi (1746-58) trasferisce nel convento il seminario con l'approvazione del Capitolo della Cattedrale. Nel 1815 la Chiesa e il Convento vengono demoliti per ordine del vescovo Florido Pierleoni (1802-29), perché minacciavano di crollare. Nel 1816 si erige una piccola struttura sempre dedicata alla Madonna del Carmine. Nel 1980 è stato adeguato il presbiterio con un intervento strutturale tenendo presente le nuove indicazioni. In particolare, si è realizzato un altare a isola su un piano rialzato di due gradini.
Per saperne di più: https://edicoladelcarmine.suasa.it/Acquapendente.html
Per aggiungere informazioni: [email protected]
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fotografoinviaggio · 1 year ago
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Il Duomo di Orvieto e le imperdibili opera d'arte
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Il Duomo di Orvieto, conosciuto anche come la Cattedrale di Santa Maria Assunta, rappresenta una delle più straordinarie realizzazioni architettoniche e artistiche dell'intero panorama italiano, un vero e proprio gioiello incastonato nel cuore dell'Umbria. Questa magnifica cattedrale, che domina la città di Orvieto da una posizione elevata, è un esempio preminente di architettura gotica in Italia, ma con una fusione di elementi che vanno oltre un singolo stile, rendendola unica nel suo genere.
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Storia e Costruzione La costruzione del Duomo di Orvieto iniziò nel 1290, voluta dal Papa Niccolò IV allo scopo di offrire una degna dimora terrena al Corporale del miracolo di Bolsena, e si protrasse per circa tre secoli. La leggenda narra che durante una messa a Bolsena, un sacerdote dubitante della reale presenza di Cristo nell'Eucaristia vide sgorgare sangue dall'ostia, macchiando il corporale. Questo evento miracoloso fu il motore che spinse la costruzione di una cattedrale che potesse ospitare tale reliquia sacra.
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Architettura L'architettura del Duomo di Orvieto è un compendio di stili che si sono succeduti e integrati nel corso dei secoli, con un predominio del gotico che si fonde con elementi romanici e rinascimentali. La facciata, un capolavoro di mosaici, sculture e bassorilievi, è un libro aperto sulla fede cristiana, illustrando storie dell'Antico e del Nuovo Testamento. Particolarmente notevole è il grande rosone, che irradia luce e bellezza all'interno della cattedrale.
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Interno All'interno, il Duomo di Orvieto si presenta con una navata centrale imponente, fiancheggiata da cappelle laterali ricche di opere d'arte. La più importante è la Cappella di San Brizio.
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La cappella di San Brizio La Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto è una delle opere più straordinarie e affascinanti del Rinascimento italiano. La cappella è nota per i suoi affreschi eccezionali e per la sua bellezza architettonica.
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La cappella fu commissionata nel XV secolo dal vescovo di Orvieto, monsignor Giovanni di Andrea, che desiderava creare uno spazio sacro dedicato al culto di San Brizio, il santo patrono della città. L'incarico di decorare la cappella fu affidato a due dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, Luca Signorelli e Fra Angelico.
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Gli affreschi della cappella rappresentano scene della fine del mondo, del Giudizio Universale e dell'Apocalisse, con una maestria e una profondità emotiva che lasciano senza fiato. Le figure sono dipinte con una precisione e un realismo straordinari, e i colori sono vibranti e intensi. Ogni dettaglio è curato con estrema precisione, creando un'atmosfera di sacralità e misticismo che avvolge il visitatore
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  Ma non sono solo gli affreschi a rendere la Cappella di San Brizio così straordinaria. L'architettura della cappella è anch'essa di una bellezza senza tempo, con le sue volte a crociera e le sue colonne slanciate che si innalzano verso il cielo. L'intero spazio è pervaso da una luce dorata che filtra attraverso le finestre gotiche, creando un'atmosfera di magia e incanto.
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La Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto è un luogo che va visitato almeno una volta nella vita, per ammirare la grandezza dell'arte rinascimentale e per lasciarsi trasportare dalla bellezza e dalla spiritualità di questo luogo straordinario. Chiunque abbia la fortuna di visitare questa cappella non potrà che rimanere affascinato e rapito dalla sua bellezza e dalla sua potenza emotiva.
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Importanza Culturale Il Duomo di Orvieto non è soltanto una meraviglia architettonica e artistica; è anche un simbolo della fede e della storia del popolo italiano. La sua costruzione, che ha coinvolto generazioni di artisti, artigiani e fedeli, testimonia la profonda spiritualità e il senso di comunità che hanno caratterizzato l'Italia medievale e rinascimentale. Oggi, il Duomo continua ad essere un luogo di culto attivo, oltre ad attrarre visitatori da tutto il mondo, affascinati dalla sua bellezza e dalla sua storia.
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Oltre 355 mila visitatori per il Duomo di Orvieto nel 2023
Sono stati oltre 355 mila le persone che nel 2023 hanno visitato il Duomo di Orvieto. Un numero che segna un record assoluto di accessi alla Cattedrale e ai musei dell’Opera del Duomo, superando in modo consistente anche i dati registrati negli anni precedenti la pandemia.     Rispetto al 2022 si è registrato un aumento del 16%. Nel 2019 il conteggio degli accessi aveva sfiorato i 340mila…
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umbriasud · 2 years ago
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Auto: ad Orvieto si corre "La Castellana", regina delle gare in salita
Il favorito Simone Faggioli Nella serata di venerdì 13 ottobre, con la sfilata dei finalisti del Trofeo Italiano Velocità Montagna sulla prestigiosa passerella di Piazza Duomo, ha preso avvio a Orvieto, ai piedi della cattedrale tra le più famose al mondol, a 50^ Cronoscalata della Castellana, che ora attende il primo semaforo verde dell’esclusivo weekend che per la terza edizione consecutiva…
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atisundaridarshanparadise · 2 years ago
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Cattedrale di Santa Maria Assunta, Orvieto, Unbria, Italy
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autolesionistra · 2 years ago
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Di turismo e misticismo
Premessa
Quando il secondogenito aveva due anni e mezzo siamo entrati in una chiesupola montana di 35 m² (ad esser larghi). Era la prima volta che entrava in una chiesa; mentre ci guardavamo intorno abbiamo sentito canticchiare “tanti auguli attè, tanti auguli attè” e ci siamo voltati giusto in tempo per vederlo soffiare sulle candele votive spegnendone una mezza dozzina davanti agli occhi inorriditi di una vecchina devota. Già dalla prima volta, portarlo in chiesa regala sempre qualche perla inaspettata.
Prima parte
Un inedito quanto gradito interesse del piccolo per gli affreschi del (meraviglioso) palazzo Farnese di Caprarola è culminato con l’arrivo alla stanza degli angeli, nella quale siamo stati sommersi di domande tecnico-teologiche su gerarchie e poteri angelici a cui eravamo tutto sommato impreparati. Dopo un momento di silenzio che ci aveva illusi di averla sfangata, se n’è uscito con “ma sono più forti, gli angeli, i jedi o i pokemon d’acqua?”. La royal rumble culturale che non ti aspetti. Il dibattito ha tenuto banco per tutta la visita ai giardini esterni del palazzo (che sono grandini) senza arrivare ad una vera conclusione, spodestato solo alla vista di una fontana piena di lenticchie d’acqua che ha fortunatamente spostato il focus su “sembra prato, ma è acqua!”.
Seconda parte
Nel duomo di Orvieto la (meravigliosa) cappella di San Brizio ha inevitabilmente riacceso un certo interesse per angeli e dintorni. È stato particolarmente complicato spiegare il concetto di giudizio universale “ma perché gli angeli suonano la tromba?” “per annunciare la fine del mondo” “vuoi dire la fine dell’inferno, sono angeli” “no no, quella del mondo” “perché fanno finire il mondo? ma allora sono cattivi!” e così via.
Di nuovo, un attimo di quiete è stato mal interpretato come conclusione del dibattito teologico, e mentre girellavamo nei sotterranei della cattedrale è arrivato a bruciapelo un “Ma dio esiste?” una signora che stava passando a distanza d’orecchio si ferma, ci guarda e fa “Domanda impegnativa! Quasi resto per sentire la risposta.”
La mia consorte non si scompone e inizia a rispondere che alcune persone ci credono, altre no, proseguendo con un excursus sulla pacifica convivenza di credenze molto più positivista di quello che sarei stato in grado di trasmettere io. Il fatto che l’esistenza di un essere divino possa essere oggetto di dibattito scuote dal torpore il pragmatico primogenito (fanciullo di poche parole prevalentemente a causa della logorrea del fratello) che in maniera molto  tranchant-razionalista commenta “ma scusa, se una cosa esiste in qualche modo si vede e uno lo sa che esiste” inconsciamente citandomi uno dei momenti migliori di Tim Minchin e guadagnando la stima imperitura dal su’ babbo.
Non ricordo più come ma dopo qualche tempo il discorso si sposta sui reperti storici del museo del duomo e (inevitabilmente) cade sui pokemon e il piccolo decide di precisare che “i pokemon sono gli antenati dei dinosauri”. Commetto il grossolano errore di mettere in dubbio la veridicità storica di questa affermazione. Il piccolo s’incazza, ma di brutto. “Voi avete detto che se uno crede in dio va bene anche se voi non ci credete e io non devo credere che i pokemon siano gli antenati dei dinosauri! Ma se io ci voglio credere?” Attimi di smarrimento. Il ragionamento non fa una grinza. Valuto brevemente se tirare fuori la teiera di Russel. Desisto. I dinosauri da programma ministeriale si fanno in terza elementare, abbiamo ancora un annetto e mezzo prima di fare figure di merda con le maestre. “Ok, se questo è quello che vuoi credere, va bene”
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ilprincipedeimelograni · 3 years ago
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Albero di Iesse, cappella degli Illustrissimi, Duomo di Napoli, 1315 c., Napoli, Campania, Italy (foto di Maurizio Goretti)
Lello da Orvieto pittore italiano (Orvieto, ... – ...; fl. 1315-1340) è stato un pittore e mosaicista italiano, attivo tra Napoli e il Lazio nella prima metà del XIV secolo.
A Napoli, nel solco di uno schietto cavallinismo, secondo la maggior parte della critica, Lello eseguì il dipinto murale con l'Albero di Jesse nel duomo (cappella degli Illustrissimi, già di S. Paolo), commissionato dall'arcivescovo Umberto d'Ormont tra il 1314 (conclusione dei lavori di ampliamento della chiesa) e il 1320 (data di morte del prelato).
biografia:
-sua formazione, avvenuta senza dubbio nell'orbita cavalliniana.
-lo stile di Lello da Orvieto è caratterizzato da un colore compatto, mai squillante, che conferisce alle figure l'impressione di viva plasticità
-a Napoli, dove è attestato intorno all'inizio del quinto decennio nell'affresco dinastico in S. Chiara - in cui si palesa chiaramente l'influsso giottesco - raffigurante il Redentore in trono 
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Lello è menzionato nel mosaico della Cattedrale di Santa Maria Assunta a Napoli, raffigurante la Madonna in trono tra i santi Gennaro e Restituta datato 1322 (o 1313) e firmato Lellus de Urb(evetere).
Gli vengono attribuiti anche gli affreschi:
Albero di Iesse, nella cappella degli Illustrissimi nel Duomo di Napoli, 1315 c.
Redentore e santi, nella sala capitolare delle Clarisse nel complesso di Santa Chiara a Napoli, 1320-1340 c.
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Non si conoscono la data e il luogo di nascita di questo pittore e mosaicista, attivo tra Napoli e il Lazio nella prima metà del XIV secolo. La prova della sua esistenza e i suoi stessi dati anagrafici sono forniti solo dalla frammentaria sottoscrizione che corre lungo il margine inferiore del mosaico con S. Maria del Principioin trono tra i ss. Gennaro e Restituta in S. Restituta a Napoli, datato 1322, la cui decifrazione è stata ed è piuttosto controversa. All'ipotesi di Rolfs, che propendeva per un'improbabile origine veneta dell'artista, e alla ormai tradizionale interpretazione proposta da Bologna (1969, p. 129) il quale, leggendo "de Urbev" parte della firma, voleva Lello nativo di Orvieto, se ne affianca un'altra secondo la quale quello stesso brano potrebbe essere inteso più verosimilmente come "de Urbe", recuperando così l'origine romana di Lello., già avanzata da Morisani, e l'ambito della sua formazione, avvenuta senza dubbio nell'orbita cavalliniana. Intorno alla personalità dell'artista, ricostruita da Bologna (1969) e arricchita successivamente da altri contributi, è stato riunito, grazie ai soli confronti stilistici, un catalogo di opere, soggetto a continue variazioni attributive. Gli inizi della carriera artistica di Lello sono stati rintracciati ipoteticamente in un altarolo portatile del Museo Correr di Venezia (ibid.; critico, Boskovits, 1983) e proprio a Roma, ma ancora con dubbio, nella rovinata Dormitio Virginis di S. Saba; quest'opera mostra alcuni stilemi tipici dell'artista, ritrovabili in opere napoletane, nonostante il pessimo stato di conservazione suggerisca cautela nella valutazione (Romano, 1992, p. 113). Si è ipotizzato che Lello fosse nella città partenopea già dal 1314: ciò tuttavia sulla base dell'ipotesi di una sua origine orvietana e della generica documentazione attestante come Ramo di Paganello si procacciasse maestranze di mosaicisti a Orvieto per la corte angioina. A Napoli, nel solco di uno schietto cavallinismo, secondo la maggior parte della critica, Lello eseguì il dipinto murale con l'Albero di Jesse nel duomo (cappella degli Illustrissimi, già di S. Paolo), commissionato dall'arcivescovo Umberto d'Ormont tra il 1314 (conclusione dei lavori di ampliamento della chiesa) e il 1320 (data di morte del prelato). Nella Madonna già Centurione Scotto (oggi Bergamo, Galleria Lorenzelli), volta nella direzione di un recupero della cristianità dei primi tempi, si è individuata un'altra opera del pittore, identificata con la tavola della Vergine per l'altare della cappella di patronato dell'arcivescovo, in duomo (Leone de Castris, Arte di corte…, p. 267; Bologna, 1988). Diversi brani pittorici di S. Maria Donnaregina Vecchia (in controfacciata, lungo la navata, sull'arco absidale e nel coro), eseguiti entro il secondo decennio del XIV secolo, sono risultati accostabili ad alcune figure dell'Albero di Jesse: si è proposta così una strettissima somiglianza di mano, ma non l'identificazione con il "discusso" Lello (Paone); alla stessa maestranza, ove può riconoscersi perlomeno l'individualità di un maestro, sono stati attribuiti gli Apostoli seduti con lo strumento del martirio e il libro, dipinti nell'area superstite dell'antica basilica di S. Restituta (parete adiacente all'ingresso del battistero) e le miniature di alcuni manoscritti, quali quelli prodotti nello scriptorium dell'abbazia di Cava (Cava de' Tirreni, Biblioteca dell'abbazia, Mss., 25-26, del 1320 circa; Londra, British Museum, Add. Mss., 31032, collocabile tra il 1323 e il 1325: Paone). Nel catalogo dell'artista è stato inserito anche il Ritratto di Umberto d'Ormont (Napoli, arcivescovato), che portava la data 1320 (attribuito a Cavallini da Boskovits, 1983, p. 308, e da Tartuferi, pp. 44, 47). Un'autografia lelliana è stata inoltre ipotizzata nelle parti più antiche del mosaico del catino absidale di sinistra del duomo di Salerno, dove è rappresentata una Gloria di angeli (Leone de Castris, Arte di corte…, p. 270 n. 6).
Secondo la ricostruzione critica del corpus delle opere, con l'avanzare del terzo decennio Lello dovette lasciare Napoli per recarsi in terra pontificia. Nel 1324 si trovava ad Anagni, dove, nella cripta del duomo, eseguiva il murale con S. Pietro d'Anagni fra due sante e l'anno successivo la tavola della Madonna del presbitero Raynaldo, raffigurato ai piedi della Vergine con il Bambino (oggi nel Museo della cattedrale). L'attribuzione al Lello dei due dipinti anagnini, accolta dalla maggior parte degli studiosi (Bologna, 1969; Leone de Castris, Arte di corte…, p. 267; Musella Guida; Romano, 1989, p. 251; Id., 1992, pp. 114, 169 s.; Tomei, 1996, p. 27), è stata da altri negata a favore di un'autografia cavalliniana (Boskovits, 1979; Id., 1983, p. 311; Tartuferi). A Roma Lello potrebbe aver eseguito, a partire dal 1325, i mosaici della facciata di S. Paolo fuori le Mura (Gandolfo, p. 335; Romano, 1992, p. 114; ma si vedano le obiezioni avanzate da Tomei, 2000, p. 142), ora molto restaurati, ricollocati sul retro dell'arco di Galla Placidia e sull'arco absidale della basilica. Probabilmente in quel torno di anni Lello poté realizzare le Storie di s. Benedetto in S. Agnese fuori le Mura (staccate e conservate, ridotte in pannelli, presso la Pinacoteca Vaticana), con l'aiuto di qualche collaboratore (Romano, 1989, p. 251; Strinati, 2000, p. 159). La sua attività romana è ancora individuabile nelle piccole tavole di schietto gusto angioino con S. Ludovico di Tolosa e S. Antonio Abate in S. Francesco a Ripa, nella cella del santo. Lo stile di Lello, caratterizzato da un colore compatto, mai squillante, che conferisce alle figure l'impressione di viva plasticità, è stato rintracciato inoltre nel mal conservato brano pittorico rappresentante la Crocifissione nella chiesa di S. Biagio a Tivoli (distaccato dalle pareti durante i restauri del 1887 e oggi collocato nel retrocoro: Romano, 1989, p. 251; Id., 1992, pp. 174 s.). Sembra dunque che, a partire dal 1324 circa e per i successivi anni, Lello abbia lavorato in territorio laziale, per poi far ritorno a Napoli, dove è attestato intorno all'inizio del quinto decennio nell'affresco dinastico in S. Chiara - in cui si palesa chiaramente l'influsso giottesco - raffigurante il Redentore in trono affiancato da un lato dalla Vergine, ai cui piedi sono Roberto d'Angiò e il figlio Carlo duca di Calabria (Bologna, 1969), da s. Ludovico di Tolosa e da s. Chiara, e dall'altro da s. Giovanni Evangelista, ai cui piedi appaiono la regina Sancia e la principessa Giovanna, da s. Francesco e da s. Antonio. L'identificazione di Carlo duca di Calabria, morto nel 1328, è stata messa in discussione; e sembra più plausibile la proposta di riconoscere nel personaggio inginocchiato presso la Vergine Andrea d'Ungheria, sposo di Giovanna, la quale appare con la corona, che non compare sul capo del consorte, a ribadire la sua sovranità e a protezione dalle pretese del marito. Andrea e Giovanna si sposarono nel 1342, anno in cui potrebbe essere stato eseguito il dipinto (Abbate, p. 37). Non è noto quando Lello morì: il problematico catalogo delle sue opere, al momento basato - come si è detto - unicamente sui dati stilistici, non oltrepassa il quinto decennio del secolo.
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azzurracomeme · 5 years ago
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Lezione del 19/05/2020
AUTORE: Arnolfo di Cambio e Lorenzo Maitani
NOME: Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta
DATA: 1290-1251
LUOGO: Orvieto
CONTESTO ORIGINALE: La chiesa fu costruita per volere di Papa Niccolò IV.
SCELTE TECNICHE E STILISTICHE: La facciata è decorata da 6 cuspidi e robusti contrafforti trasformati poi in guglie slanciate e sezioni mosaicate. All'interno dell'edificio vi è un utilizzo meno massiccio dell'arco a tutto sesto, rispetto agli stilemi gotici. La pianta infatti, di forma longitudinale, è coperta da capriate in legno.
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heyitsararts · 5 years ago
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DUOMO DI ORVIETO
Nome🌹: Basilica Cattedrale di Santa Maria Assunta
Data🌹: 1290-1591
Luogo🌹: Orvieto
Autore🌹: Arnolfo di Cambio e Lorenzo Maitani
Contesto originale🌹: La costruzione della Chiesa fu avviata nel 1290 per volere del papa Niccolò IV. I lavori si protassero per moltissimo tempo, poiché negli anni si succedettero tanti diverso architetti.
Scelte stilistiche🌹: La facciata del Duomo di Orvieto si presenta armoniosa ed equilibrata: ha quattro contrafforti verticali a fasci, terminanti ciascuno con una guglia e dividono la facciata in tre settori. Ha uno schema molto semplice, con sei grandi cuspidi sistemati con ordine geometrico, i robusti contrafforti trasformati in guglie slanciate. Abbiamo anche la presenza di un rosone a opera di Andrea di Cione che realizzò anche le due cuspidi laterali che si trovano alla stessa altezza. I mosaici sono realizzati sia nel XIV secolo che nel XV e anche nel XVI secolo. Inoltre abbiamo quattro statue di bronzo che simboleggiano i quattro evangelisti. La pianta è di tipo basilicale: il corpo longitudinale ha tre navate ampie e luminose, coperte da un soffitto di capriate di legno
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wgm-beautiful-world · 2 years ago
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ORVIETO CATHEDRAL
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neapolis-neapolis · 6 years ago
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Lello da Orvieto, Albero di Jesse (1315-20), Cappella degli Illustrissimi, Cattedrale di Santa Maria Assunta, Napoli.
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freedomtripitaly · 5 years ago
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Vivendo a Roma per me l’Umbria è un po’ come il buen retiro, quando ho voglia di staccare con tutto, di immergermi nella natura me ne vado in Umbria. Questa terra è davvero intima ed introspettiva, non a caso è stata la patria di molti eremiti e di un uomo meraviglioso come Francesco d’Assisi. È una regione piena di valli, di fiumi e montagne, io consiglio di visitarla lentamente, scegliendo un posto dove dormire e poi esplorare i dintorni prossimi, senza spingersi troppo lontano, a volte lo stupore è nelle piccole cose. Vi suggerisco dei mini itinerari in diverse zone della regione che vi permettano di raggiungere i vari paesini in uno spazio temporale massimo di un ora e mezza. Mini Itinerari per un weekend in Umbria: La Val Nerina: una zona meravigliosa, molto in ombra rispetto ai luoghi famosi dell’Umbria, ma che regala attimi magici. Il Nera è un fiume molto nervoso, che segna delle valli profonde e anguste. Questa zona è perfetta per gli amanti della natura, infatti vi consiglio di andare a passeggiare nel Parco Fluviale del Nera, ovviamente di fermarvi alla Cascata delle Marmore, non solo per ammirare la cascata più grande del paese, ma se il tempo lo consente, per provare a fare rafting e river walking. Il paesaggio in questa zona è incredibile, mentre attraversavo le rapite mi sembrava di essere in Costa Rica non a due ore da Roma! Il Lago di Piediluco, si trova a poca distanza, è un ottimo luogo per rilassarsi ed entrare in contatto con sé stessi. Uno dei miei borghi preferiti della zona è Narni che oltre alle sue stradine medioevali ha un tesoro nascosto in Narni Sotterranea, con resti di ogni epoca della zona, da quella romana a quella medioevale, passando per le prigioni della Inquisizione. C’è una parte davvero molto toccante in cui si possono visitare delle celle e leggere chiaramente i messaggi dei prigionieri. Poco distante si trova anche il paesino di Amelia, dove ci sono dei palazzi davvero importanti per la storia dell’arte italiana, come Palazzo dei Frattini che rappresentò uno studio architettonico per il più famoso Palazzo Farnese a Roma. Collevalenza è un centro molto importante specialmente se siete cattolici, ospita il grande santuario di Madre Speranza, una delle figure più belle tra le donne beate del nostro secolo. Assisi Gubbio e dintorni Molte persone che vanno in Umbria per visitare le terre di San Francesco si limitano ad una sorta di pellegrinaggio sulla vita del Santo. Assodato che i percorsi francescani sono bellissimi e meritano sempre una visita sia che voi siate o meno credenti perché l’aspetto artistico e culturale sono fortissimi ed inoltre a parer mio questi luoghi sono carichi di un’energia fortissima che avvolge chiunque vi metta piede. Allontanandosi dai percorsi francescani vi consiglio di fare un salto a Trevi che è un borgo davvero meraviglioso, che conserva quasi tutte le costruzioni in pietra. Attenti alle vostre ginocchia perché buona parte del paesino è davvero in pendenza. Bevagna è uno dei borghi più curati dell’Umbria con balconcini pieni di fiori durante tutto l’anno, come molti dei paesini umbri ha un’architettura medioevale, non perdetevi il Palazzo dei Consoli, la chiesa di San Silvestro e quella di San Michele, anche la piazza antistante la chiesa è davvero bella. Se volete fare un salto nel passato a Bevagna le ultime due domeniche di giugno si celebra il Mercato delle Gaite, ossia una rievocazione storica medioevale curata in ogni suo aspetto. Poco distante troviamo Spello, anche esso inserito nei borghi più belli d’Italia. Questo paesino è avvolto dalle mura augustee ed infatti troviamo diverse imponenti porte per entrarvi come la Porta Consolare, risalente all’epoca romana, la Porta Venere con le torri di Properzio che si datano in età augustea. L’importanza di questo paesino è da datarsi prevalentemente all’epoca romana infatti all’interno del Palazzo Comunale c’è anche un museo molto interessante con dei manoscritti e resti davvero unici. Dell’epoca medioevale restano Palazzo Urbani, la Cappella Tega e la famosa Collegiata di Santa Maria Maggiore che ospita dei bellissimi affreschi del Pinturicchio, nella cappella Baglioni dedicati ai signori del tempo. Perugia e il Lago Trasimeno Se non siete mai stati a Perugia vi consiglio di farlo quanto prima, la città è davvero carina, molto curata, con una forte presenza di giovani dovuta all’università. Ancora oggi riprende la costruzione decisa dagli Etruschi più di 3000 anni fa e il centro storico è posizionato su di una acropoli raggiungibile con un teleferico. Tra i luoghi che non potete perdervi c’è sicuramente la Fontana Maggiore, famosa per le sue enormi vasche di marmo e i bassorilievi e l’Arco Etrusco, uno dei monumenti più grandi rimasto di quest’epoca, creato con blocchi enormi di marmo travertino. Testimonianza della forte presenza dello stato del Vaticano è la Rocca Paolina, che con la riunificazione d’Italia fu in parte abbattuta ed ora costituisce una testimonianza molto particolare perché è stata fusa e inglobata in altri monumenti cittadini. Per esplorare i dintorni di Perugia vi consiglio di fare un salto a Corciano, un bellissimo paesino tutto in pietra, che ospita tra l’altro alcuni dei miei ristoranti preferiti, l’unica cosa che non ho mai capito è come mai non ci sia mai nessuno per le strade! Diciamo che risulta super fotogenico. Se siete amanti delle ceramiche artigianali non potete perdervi Deruta, dove ancora oggi ci sono dei magnifici artigiani. Non potete perdervi la Chiesa della Madonna del Bagno, un luogo unico al mondo, al suo interno ci sono centinaia di ex voto dipinti su ceramica, come dei piccoli quadri che ritraggono la grazia ricevuta, è davvero un’opera insolita e unica. Una giornata potete dedicarla all’esplorazione del Lago Trasimeno, magari con un bel pranzetto a base di pesce di lago, oltre che bellissime passeggiate è possibile prendere un traghetto per visitare l’Isola Maggiore. Todi e Spoleto Spoleto è un luogo meraviglioso in ogni stagione, se capitate d’estate non perdetevi il Festival dei Due Mondi. Sicuramente il suo magnifico duomo è l’elemento che più la caratterizza la città e non solo per la sua magnifica facciata risalente all’anno 1000, ma anche per gli imperdibili affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi. È incredibile pensare che in una cittadina così piccola ci siano così tante chiese, ma data la sua posizione strategica Spoleto fu conquistata da molti popoli e ognuno volle lasciare un segno, una cosa che non tutti sanno è che la Chiesa di San Salvatore, di fattura longobarda, fa parte di un patrimonio dell’UNESCO diffuso che si chiama appunto i Longobardi in Italia. Io sono sempre stata affascinata dal Ponte delle Torri risalente all’epoca romana, è fatto tutto in travertino e si trova un po’ sotto il livello odierno della città, per me è un ottimo punto panoramico dove rilassarsi e magari meditare. Molto vicino da Spoleto si trova Monteleone di Spoleto paesino importantissimo perché nei primi del ‘900 un contadino mentre zappava l’orto scoprì la più grande biga d’oro etrusca mai rinvenuta al giorno d’oggi. Purtroppo fu immediatamente venduta, in maniera poco lecita, al Metropolinan Museum di NYC. Negli ultimi anni ci si sta molto impegnando per riportarla in patria, ma al momento consiglio una visita al museo di Monteleone per scoprire di più sulla storia di questo inestimabile reperto. Non perdetevi una visita a Todi, città propriamente medioevale, oltre le bellissime chiese e le piazze spaziosi, vi consiglio di vedere il Palazzo dei Priori dove spesso fanno delle interessanti mostre fotografiche. Todi rappresenta un perfetto esempio di una città risalente all’epoca dei Liberi Comuni, un tuffo nei nostri libri di storia delle superiori. Poco più a valle della città si trova una chiesa che personalmente amo molto la Chiesa della Consolazione, ha uno stile molto più cinquecentesco e si pensa venga da un progetto del Bramante, è molto diversa dal resto della cittadina ed è immersa nella natura, il colpo d’occhio è bellissimo. Orvieto: questa bellissima città si trova proprio al confine con la Sabina, il suo centro storico è meraviglioso, in stampo completamente medioevale, le tre cose che consiglio di vedere assolutamente sono: il Duomo, Orvieto sotterranea, che si può visitare solo con una visita guidata, ma è senza dubbio incredibile, ti fa tornare indietro nei secoli in un’epoca molto più oscura e il Pozzo di San Patrizio, uno dei luoghi più fotogenici della città. Scendere nel pozzo fa quasi girare la testa, è come una chiocciola che penetra nel terreno, come una vite, i gradini sono molto bassi e larghi in modo da rendere il cammino più facile. Se vi resta tempo allungatevi a Città della Pieve, un borgo interamente costruito in mattoni a vista e domina la Val di Chiana, la vista è spettacolare da qualsiasi punto vi troviate, le costruzioni religiose danno esempio della bellissima arte romanica, la cattedrale ospita anche dei quadri del Perugino. Molto interessante è il Convento di San Francesco, la storia narra che nel 1280 un gruppo di francescani comprò un oratorio appartenente a dei monaci benedettini per farci un convengo molto modesto e una chiesa buia accanto, nei secoli la chiesa è stata modificata varie volte adeguandosi agli stili che sono successi, mentre dell’antico convento resta solo un muro con delle piccolissime finestre in corrispondenza delle celle dei frati. Spero che i miei suggerimenti sull’Umbria vi siano piaciuti, mi raccomando non tornate a casa senza aver mangiato e magari comprato, un piatto di pici al tartufo nero e una grigliata di maiale, si dice che il maiale sia l’alimento che non può mancare in nessuna tavola umbra. https://ift.tt/2C7n1L1 Quattro itinerari per un weekend di relax in Umbria Vivendo a Roma per me l’Umbria è un po’ come il buen retiro, quando ho voglia di staccare con tutto, di immergermi nella natura me ne vado in Umbria. Questa terra è davvero intima ed introspettiva, non a caso è stata la patria di molti eremiti e di un uomo meraviglioso come Francesco d’Assisi. È una regione piena di valli, di fiumi e montagne, io consiglio di visitarla lentamente, scegliendo un posto dove dormire e poi esplorare i dintorni prossimi, senza spingersi troppo lontano, a volte lo stupore è nelle piccole cose. Vi suggerisco dei mini itinerari in diverse zone della regione che vi permettano di raggiungere i vari paesini in uno spazio temporale massimo di un ora e mezza. Mini Itinerari per un weekend in Umbria: La Val Nerina: una zona meravigliosa, molto in ombra rispetto ai luoghi famosi dell’Umbria, ma che regala attimi magici. Il Nera è un fiume molto nervoso, che segna delle valli profonde e anguste. Questa zona è perfetta per gli amanti della natura, infatti vi consiglio di andare a passeggiare nel Parco Fluviale del Nera, ovviamente di fermarvi alla Cascata delle Marmore, non solo per ammirare la cascata più grande del paese, ma se il tempo lo consente, per provare a fare rafting e river walking. Il paesaggio in questa zona è incredibile, mentre attraversavo le rapite mi sembrava di essere in Costa Rica non a due ore da Roma! Il Lago di Piediluco, si trova a poca distanza, è un ottimo luogo per rilassarsi ed entrare in contatto con sé stessi. Uno dei miei borghi preferiti della zona è Narni che oltre alle sue stradine medioevali ha un tesoro nascosto in Narni Sotterranea, con resti di ogni epoca della zona, da quella romana a quella medioevale, passando per le prigioni della Inquisizione. C’è una parte davvero molto toccante in cui si possono visitare delle celle e leggere chiaramente i messaggi dei prigionieri. Poco distante si trova anche il paesino di Amelia, dove ci sono dei palazzi davvero importanti per la storia dell’arte italiana, come Palazzo dei Frattini che rappresentò uno studio architettonico per il più famoso Palazzo Farnese a Roma. Collevalenza è un centro molto importante specialmente se siete cattolici, ospita il grande santuario di Madre Speranza, una delle figure più belle tra le donne beate del nostro secolo. Assisi Gubbio e dintorni Molte persone che vanno in Umbria per visitare le terre di San Francesco si limitano ad una sorta di pellegrinaggio sulla vita del Santo. Assodato che i percorsi francescani sono bellissimi e meritano sempre una visita sia che voi siate o meno credenti perché l’aspetto artistico e culturale sono fortissimi ed inoltre a parer mio questi luoghi sono carichi di un’energia fortissima che avvolge chiunque vi metta piede. Allontanandosi dai percorsi francescani vi consiglio di fare un salto a Trevi che è un borgo davvero meraviglioso, che conserva quasi tutte le costruzioni in pietra. Attenti alle vostre ginocchia perché buona parte del paesino è davvero in pendenza. Bevagna è uno dei borghi più curati dell’Umbria con balconcini pieni di fiori durante tutto l’anno, come molti dei paesini umbri ha un’architettura medioevale, non perdetevi il Palazzo dei Consoli, la chiesa di San Silvestro e quella di San Michele, anche la piazza antistante la chiesa è davvero bella. Se volete fare un salto nel passato a Bevagna le ultime due domeniche di giugno si celebra il Mercato delle Gaite, ossia una rievocazione storica medioevale curata in ogni suo aspetto. Poco distante troviamo Spello, anche esso inserito nei borghi più belli d’Italia. Questo paesino è avvolto dalle mura augustee ed infatti troviamo diverse imponenti porte per entrarvi come la Porta Consolare, risalente all’epoca romana, la Porta Venere con le torri di Properzio che si datano in età augustea. L’importanza di questo paesino è da datarsi prevalentemente all’epoca romana infatti all’interno del Palazzo Comunale c’è anche un museo molto interessante con dei manoscritti e resti davvero unici. Dell’epoca medioevale restano Palazzo Urbani, la Cappella Tega e la famosa Collegiata di Santa Maria Maggiore che ospita dei bellissimi affreschi del Pinturicchio, nella cappella Baglioni dedicati ai signori del tempo. Perugia e il Lago Trasimeno Se non siete mai stati a Perugia vi consiglio di farlo quanto prima, la città è davvero carina, molto curata, con una forte presenza di giovani dovuta all’università. Ancora oggi riprende la costruzione decisa dagli Etruschi più di 3000 anni fa e il centro storico è posizionato su di una acropoli raggiungibile con un teleferico. Tra i luoghi che non potete perdervi c’è sicuramente la Fontana Maggiore, famosa per le sue enormi vasche di marmo e i bassorilievi e l’Arco Etrusco, uno dei monumenti più grandi rimasto di quest’epoca, creato con blocchi enormi di marmo travertino. Testimonianza della forte presenza dello stato del Vaticano è la Rocca Paolina, che con la riunificazione d’Italia fu in parte abbattuta ed ora costituisce una testimonianza molto particolare perché è stata fusa e inglobata in altri monumenti cittadini. Per esplorare i dintorni di Perugia vi consiglio di fare un salto a Corciano, un bellissimo paesino tutto in pietra, che ospita tra l’altro alcuni dei miei ristoranti preferiti, l’unica cosa che non ho mai capito è come mai non ci sia mai nessuno per le strade! Diciamo che risulta super fotogenico. Se siete amanti delle ceramiche artigianali non potete perdervi Deruta, dove ancora oggi ci sono dei magnifici artigiani. Non potete perdervi la Chiesa della Madonna del Bagno, un luogo unico al mondo, al suo interno ci sono centinaia di ex voto dipinti su ceramica, come dei piccoli quadri che ritraggono la grazia ricevuta, è davvero un’opera insolita e unica. Una giornata potete dedicarla all’esplorazione del Lago Trasimeno, magari con un bel pranzetto a base di pesce di lago, oltre che bellissime passeggiate è possibile prendere un traghetto per visitare l’Isola Maggiore. Todi e Spoleto Spoleto è un luogo meraviglioso in ogni stagione, se capitate d’estate non perdetevi il Festival dei Due Mondi. Sicuramente il suo magnifico duomo è l’elemento che più la caratterizza la città e non solo per la sua magnifica facciata risalente all’anno 1000, ma anche per gli imperdibili affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi. È incredibile pensare che in una cittadina così piccola ci siano così tante chiese, ma data la sua posizione strategica Spoleto fu conquistata da molti popoli e ognuno volle lasciare un segno, una cosa che non tutti sanno è che la Chiesa di San Salvatore, di fattura longobarda, fa parte di un patrimonio dell’UNESCO diffuso che si chiama appunto i Longobardi in Italia. Io sono sempre stata affascinata dal Ponte delle Torri risalente all’epoca romana, è fatto tutto in travertino e si trova un po’ sotto il livello odierno della città, per me è un ottimo punto panoramico dove rilassarsi e magari meditare. Molto vicino da Spoleto si trova Monteleone di Spoleto paesino importantissimo perché nei primi del ‘900 un contadino mentre zappava l’orto scoprì la più grande biga d’oro etrusca mai rinvenuta al giorno d’oggi. Purtroppo fu immediatamente venduta, in maniera poco lecita, al Metropolinan Museum di NYC. Negli ultimi anni ci si sta molto impegnando per riportarla in patria, ma al momento consiglio una visita al museo di Monteleone per scoprire di più sulla storia di questo inestimabile reperto. Non perdetevi una visita a Todi, città propriamente medioevale, oltre le bellissime chiese e le piazze spaziosi, vi consiglio di vedere il Palazzo dei Priori dove spesso fanno delle interessanti mostre fotografiche. Todi rappresenta un perfetto esempio di una città risalente all’epoca dei Liberi Comuni, un tuffo nei nostri libri di storia delle superiori. Poco più a valle della città si trova una chiesa che personalmente amo molto la Chiesa della Consolazione, ha uno stile molto più cinquecentesco e si pensa venga da un progetto del Bramante, è molto diversa dal resto della cittadina ed è immersa nella natura, il colpo d’occhio è bellissimo. Orvieto: questa bellissima città si trova proprio al confine con la Sabina, il suo centro storico è meraviglioso, in stampo completamente medioevale, le tre cose che consiglio di vedere assolutamente sono: il Duomo, Orvieto sotterranea, che si può visitare solo con una visita guidata, ma è senza dubbio incredibile, ti fa tornare indietro nei secoli in un’epoca molto più oscura e il Pozzo di San Patrizio, uno dei luoghi più fotogenici della città. Scendere nel pozzo fa quasi girare la testa, è come una chiocciola che penetra nel terreno, come una vite, i gradini sono molto bassi e larghi in modo da rendere il cammino più facile. Se vi resta tempo allungatevi a Città della Pieve, un borgo interamente costruito in mattoni a vista e domina la Val di Chiana, la vista è spettacolare da qualsiasi punto vi troviate, le costruzioni religiose danno esempio della bellissima arte romanica, la cattedrale ospita anche dei quadri del Perugino. Molto interessante è il Convento di San Francesco, la storia narra che nel 1280 un gruppo di francescani comprò un oratorio appartenente a dei monaci benedettini per farci un convengo molto modesto e una chiesa buia accanto, nei secoli la chiesa è stata modificata varie volte adeguandosi agli stili che sono successi, mentre dell’antico convento resta solo un muro con delle piccolissime finestre in corrispondenza delle celle dei frati. Spero che i miei suggerimenti sull’Umbria vi siano piaciuti, mi raccomando non tornate a casa senza aver mangiato e magari comprato, un piatto di pici al tartufo nero e una grigliata di maiale, si dice che il maiale sia l’alimento che non può mancare in nessuna tavola umbra. Quattro itinerari per scoprire al meglio l’Umbria in autunno e non solo, una regione con molti tesori nascosti e una grande spiritualità
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poporano · 6 years ago
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Interno cattedrale di Orvieto
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