#carro cerimoniale
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Il carro di Civita Giuliana
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#carro cerimoniale#Civita Giuliana#L’istante e l’eternità. Tra noi e gli Antichi#Museo Nazionale Romano#Pompei
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Pompei, negli scavi di Civita Giuliana ritrovato il tempietto di Ercole
Pompei (Napoli), negli scavi di Civita Giuliana ritrovato il tempietto di Ercole Nell’area di Civita Giuliana, a nord della città antica di Pompei, già agli inizi del Novecento era stata identificata una grande residenza detta Villa Imperiali. A partire dal 2017 e poi nel 2019 grazie a un protocollo d’intesa siglato con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, il Parco Archeologico di Pompei ha dato avvio a campagne di scavo che hanno permesso di arrestare il saccheggio sistematico che per anni ha interessato la villa e che hanno restituito nuovi dati e rinvenimenti eccezionali. Le indagini del 2023-'24 si sono concentrate lungo il tratto dell’attuale via di Civita Giuliana investigando per la prima volta un’area interposta tra i due settori già noti, quello residenziale a nord e il quartiere servile a sud, al fine di verificare l’attendibilità delle informazioni recuperate dalle indagini giudiziarie condotte dalla Procura di Torre Annunziata. Fra le importanti scoperte che hanno interessato la villa, di cui l’ultima la stanza dei carpentieri, emerge anche un sacello, un ambiente dedicato al culto religioso, collocato in un punto di cerniera tra il settore di servizio (con stalle e la stanza degli schiavi) a sud e il complesso residenziale a nord della villa. La rimozione della strada, avviata nell’agosto 2023, ha portato in luce- immediatamente al di sotto degli strati preparatori della via moderna, tra i 40 e i 50 cm di profondità dall’attuale quota stradale - pavimentazioni appartenenti al piano superiore del quartiere servile nonché il sacello con volta ad incannucciata dalla planimetria rettangolare, di cui sono noti alcuni esempi annessi alle ville del suburbio pompeiano, seppur non con la stessa monumentalità. Il sacello sembrerebbe corrispondere a quanto rilevato dagli inquirenti nel corso di investigazioni, nelle quali emergono riferimenti ad un “tempietto” intitolato ad Ercole, e ad affreschi raffiguranti le 12 fatiche di Ercole, di cui tuttavia non ci sono tracce al momento. L’ambiente è coperto con un tetto spiovente a falda unica, mentre la fronte esterna, completamente intonacata e dipinta di bianco, presenta un grande portale (2.65 x 2.75 m) ed è sormontata da una sorta di “timpano” a rilievo. Davanti alla enorme porta è presente una rampa con tracce di ruote, indizio del possibile uso nel corso dei rituali di un carro cerimoniale. Internamente l’ambiente è caratterizzato da una decorazione pittorica parietale in IV stile: il ciclo decorativo, prevedeva una sequenza su sfondo rosso di dodici pannelli a drappo giallo, mentre al centro della parete di fondo due pannelli che inquadravano un podio in muratura, verosimilmente di supporto per una statua. Poco distante corre lungo le pareti una banchina continua, in muratura rivestita di intonaco dipinto, di cui è evidente l’usura determinata dall’uso nel tempo, da parte dei partecipanti ai rituali. “Tutta l’area del Parco archeologico di Pompei è uno scrigno di tesori che ogni giorno rivela al mondo intero nuove storie e nuove identità - ha affermato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, al termine del sopralluogo svolto ieri alla Villa suburbana di Civita Giuliana - Il governo ha finanziato con l’ultima Legge di Bilancio nuovi scavi e, come confermato anche dal Direttore Gabriel Zuchtriegel, nel Parco di Pompei non c’erano così tanti scavi e tante attività per il rinvenimento di nuovi reperti dagli anni Cinquanta. È qualcosa di meraviglioso che può costituire anche una grande occasione di sviluppo socio-economico per tutto questo territorio. Perciò è necessario continuare a puntare sulla cultura e sul valore delle esperienze che questo territorio può dare. In questa direzione c’è anche la vicenda dello Spolettificio di Torre Annunziata che è un’importante immobile ceduto al MiC dal Ministero della Difesa dove noi cercheremo di fare una grande area museale”. “Lo scavo del sacello, da un lato è sconcertante, perché ci fa vedere la spregiudicatezza con cui gli scavatori clandestini hanno operato, spogliando quasi tutte le pareti e l’interno della stanza – ha dichiarato il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel - Vedere questo luogo di culto, annesso al quartiere produttivo della villa, ridotto in queste condizioni, fa male, anche perché ci sono pochissimi confronti per questo genere di ambienti. Paradossalmente, però, al tempo stesso, è incoraggiante: lo Stato c’è, insieme alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri, il Ministero della Cultura sta recuperando un complesso di grandissima importanza. I rinvenimenti confermano quanto appurato dalla polizia giudiziaria e dalla Procura. Si tratta di uno scavo di tutela attiva e direi anche di giustizia, dopo anni di saccheggiamento. I prossimi passi saranno: continuazione degli scavi, proseguo degli espropri, abbattimento di edifici espropriati per il recupero del patrimonio archeologico e progettazione di una fruizione pubblica della villa: sarà un gioiello della Grande Pompei, che ci aiuterà a valorizzare meglio tutto il territorio della città antica. Ringrazio il Ministro Sangiuliano per il sostegno e per i fondi nella Legge di Bilancio per nuovi scavi a Pompei e in altri parchi nazionali, che ci permettono di continuare le indagini a Civita Giuliana. Oltre al Procuratore Fragliasso, vorrei anche ringraziare l'amministrazione comunale nella persona del sindaco Lo Sapio, perché gli scavi sotto la strada moderna, che hanno portato alla scoperta del sacello e della stanza del carpentiere, sono possibili solo grazie a una fattiva e quotidiana collaborazione tra enti che a Pompei sta portando a grandi risultati”. Le attività di indagine in corso a Civita Giuliana costituiscono il modello di uno scavo che è esempio di legalità e tutela e che diventa occasione di conoscenza e sviluppo della ricerca. L’obiettivo è continuare il programma degli espropri e l’abbattimento degli edifici già acquisiti e al contempo ampliare gli scavi al fine di chiarire gli ancora numerosi aspetti di Civita Giuliana sia a livello scientifico, sia in termini giuridici, e progettare. Fondamentale per il prosieguo delle attività sul territorio sarà la progettazione un sistema ampio di accessibilità e fruizione che metta in connessione questo sito nella rete della Grande Pompei. Su quest’ultimo punto è in corso una collaborazione con la Federico II e con il ReParch, Master Universitario di II livello in Restauro e Progetto per l’Archeologia. Gli ambienti indagati finora sono quelli dell’ampio quartiere produttivo e servile: - fra cui una stalla con i resti di equidi bardati, in cui è stato possibile realizzare il primo calco intero di cavallo; - un carro cerimoniale a quattro ruote, in legno e con elementi in ferro, con raffinate decorazioni in bronzo e argento, interpretato come pilentum, cioè un veicolo usato nel mondo romano dalle élites per cerimonie e in particolare per accompagnare la sposa nella nuova casa, esemplare unico nel suo genere al momento in Italia; - la cosiddetta stanza degli schiavi, un ambiente servile che, grazie allo stato di conservazione eccezionale e alla possibilità di realizzare calchi in gesso di letti e altri oggetti in materiali deperibili che hanno lasciato la loro impronta nella cinerite, offre uno spaccato rarissimo della realtà quotidiana degli schiavi che vivevano e lavoravano nella villa; - una seconda stanza degli schiavi, di cui è stato possibile eseguire il calco di buona parte degli arredi che restituisce, come in una foto in bianco e nero, una precisa immagine della sala. Ci consente, ad esempio, di ipotizzare una gerarchia all’interno della servitù: mentre uno dei due letti trovati è della stessa fattura, estremamente semplice e senza materasso, di quelli della prima stanza citata sopra, l’altro è di un tipo più confortevole e costoso, noto in bibliografia come “letto a spalliera”. Nell’ambiente ci sono inoltre due piccoli armadi, conservati parzialmente come calchi, una serie di anfore e vasi di ceramica e diversi attrezzi, tra cui una zappa di ferro. - reperti mobili di vario genere e tipologia, fra cui stoviglie e coppe in ceramica comune e da fuoco, anfore, elementi decorativi del carro, bardature equine. - un’ulteriore stanza con gli attrezzi di un carpentiere. L’ambiente contiene un letto, ma anche attrezzi di lavoro e quello che sembra un telaio, forse di un altro letto, smontato: si riconoscono, inoltre, ceste, una lunga corda, pezzi di legno e una sega con lama, che sembra non tanto diversa dalle seghe tradizionali usate fino a poco tempo fa. Individuato persino un pezzo della corda, sempre come impronta nel sottosuolo, che la teneva sotto tensione Mentre dall’altro lato della strada è stato indagato il settore residenziale con affaccio panoramico sul golfo dove sono emersi: - ambienti eleganti, articolati intorno a un peristilio delimitato su due lati da un portico e caratterizzato sul terzo lato da un criptoportico; - i due scheletri di fuggiaschi, nei pressi del criptoportico, di cui è stato possibile eseguire il calco. Tutte queste nuove acquisizioni, analizzate e documentate grazie alle più avanzate tecnologie e metodologie di scavo archeologico, permettono di arricchire la conoscenza su aspetti della vita quotidiana poco documentati dalle fonti scritte e iconografiche, contribuendo a ricostruire un quadro sempre più completo sull’articolazione e sul funzionamento di uno dei numerosi complessi abitativi sparsi sul territorio pompeiano. L’eccezionalità e l’importanza storica di questo scavo dal punto di vista sia della tutela sia delle scoperte che, sempre più numerose emergono dagli scavi, ha inoltre reso necessaria un’esposizione organica presso l’Antiquarium di Boscoreale dei principali reperti emersi, tra cui i calchi delle vittime dell’eruzione e il carro cerimoniale, al fine di rendere tale contesto fruibile e conoscibile da parte del vasto pubblico.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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ARCHEOLOGIA / Pompei, ricostruito lo straordinario carro di Civita Giuliana; sarà esposto per la prima volta a Roma
#ARCHEOLOGIA / #Pompei, ricostruito lo straordinario #carro cerimoniale di #CivitaGiuliana; sarà esposto per la prima volta a #Roma Particolari e foto su @StorieArcheo @pompeii_sites
Il carro di Civita Giuliana completo nella sua ricostruzione (Foto ©Parco archeologico di Pompei) Nel 2019 a Civita Giuliana località a nord dell’antica città di Pompei, in una villa suburbana già in parte individuata e indagata agli inizi del ‘900 e tornata all’attenzione per gli scavi clandestini condotti da tombaroli, si avvia un’attività di scavo senza precedenti per la sua genesi e per le…
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#antica roma#Antichità#archeologia#carro di Civita Giuliana#Civita Giuliana#età romana#Museo Nazionale Romano#notizie#Parco Archeologico di Pompei#pompei#ricostruzione#Roma#scavi#scavi archeologici#Scavi di Pompei
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Pompei scopre la stanza di una famiglia di schiavi ben conservata Il team di archeologi che lavora dal 2017 ha scoperto una piccola stanza, in cui vivevano alcuni schiavi, forse una famiglia con un bambino, che si occupavano della manutenzione della villa dei suoi proprietari, ha riferito sabato il ministero della Cultura italiano. La stanza aveva una piccola finestra in alto e mancava di decorazioni alle pareti. Il ritrovamento è avvenuto nell'area del comune di Civita Giuliana, situato a nord di Pompei e che ha già portato alla luce nei mesi scorsi altri ritrovamenti, come un carro cerimoniale quasi intatto o una stalla con i resti di tre cavalli. Questa modesta stanza, in cui si possono vedere resti di vasi e altri oggetti, e ritrovati "in uno stato di conservazione eccezionale", arricchirà "ancora di più la conoscenza della vita quotidiana degli antichi pompeiani" e specificamente di una parte del società, del cui stile di vita si sa poco, ha affermato in una nota il ministro della Cultura Dario Franceschini. Tre brandine di legno e una cassapanca, anch'essa in legno, sono state ritrovate con oggetti metallici e tessuti che gli archeologi ritengono possano far parte di finimenti per cavalli. Due letti sono lunghi circa 1,70 metri, mentre l'altro è solo di 1,40 metri, quindi gli esperti deducono che potrebbe essere un bambino. Al di sotto erano custoditi oggetti personali, come anfore portaoggetti, brocche in ceramica e vaso da notte. "Oltre a fungere da camera da letto per un gruppo di schiavi, forse una piccola famiglia come suggerirebbe la culla a misura di bambino, l'ambiente fungeva da ripostiglio, come testimoniano otto anfore raggruppate negli angoli lasciati liberi per questo scopo" ha spiegato il ministero italiano. Civita Giuliana, che dal 2017 conta archeologi sul territorio. Per anni è stata oggetto di sistematico saccheggio e parte del patrimonio archeologico è andato perduto a causa delle gallerie scavate dai tombaroli che hanno causato un danno complessivo stimato in quasi 2 milioni di euro in tutta la cittadina, secondo i calcoli del ministero italiano. EL PAIS
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2022/02/05
En el jardín de un restaurante encontramos una vagoneta con la que se transportaba la sal desde las salinas hasta la estación de tren para llevarla a toda España. También un templete ceremonial y una estatua de Buda.
In the garden of a restaurant we found a wagon with which the salt was transported from the salt flats to the train station to take it to all of Spain. Also a ceremonial temple and a statue of Buddha.
Google Translation into Portuguese:
No jardim de um restaurante encontramos um vagão com o qual o sal era transportado das salinas até a estação de trem para levá-lo a toda a Espanha. Também um templo cerimonial e uma estátua de Buda.
Google translation into Italian:
Nel giardino di un ristorante abbiamo trovato un carro con il quale il sale veniva trasportato dalle saline alla stazione ferroviaria per portarlo in tutta la Spagna. Anche un tempio cerimoniale e una statua di Buddha.
Google Translation into French:
Dans le jardin d'un restaurant, nous avons trouvé un chariot avec lequel le sel était transporté des salines à la gare pour l'emmener dans toute l'Espagne. Aussi un temple cérémoniel et une statue de Bouddha.
Google Translation into Arabic:
في حديقة أحد المطاعم وجدنا عربة نقل الملح من الملح إلى المحطة لنقله إلى جميع أنحاء إسبانيا. أيضا معبد احتفالي وتمثال بوذا.
Google Translation into German:
Im Garten eines Restaurants fanden wir einen Karren, mit dem das Salz von der Saline zum Bahnhof transportiert wurde, um es durch ganz Spanien zu bringen. Auch ein zeremonieller Tempel und eine Buddha-Statue.
Google Translation into Hebrew:
בגינה של מסעדה מצאנו עגלה המשמשת להובלת המלח ממפעל המלח לתחנת הרכבת כדי לקחת אותו בכל ספרד. כמו כן מקדש טקסי ופסל בודהה.
Google Translation into Hindi:
एक रेस्तरां के बगीचे में हमें एक गाड़ी मिली जो नमक को नमक के काम से रेलवे स्टेशन तक ले जाने के लिए पूरे स्पेन में ले जाती थी। एक औपचारिक मंदिर और एक बुद्ध प्रतिमा भी।
Google Translation into Russian:
В саду ресторана мы нашли тележку, на которой перевозили соль из солеварни на вокзал, чтобы развозить ее по всей Испании. Также церемониальный храм и статуя Будды.
Google Translation into Japanese:
レストランの庭で、塩を製塩所から駅に運び、スペイン全土に運ぶために使用されるカートを見つけました。 また、儀式用の神殿と仏像。
Google Translation into Korean:
식당 정원에서 우리는 소금 공장에서 기차역까지 소금을 운반하여 스페인 전역으로 운반하는 데 사용되는 카트를 발견했습니다. 또한 의식 사원과 불상.
Google Translation into Chinese:
在一家餐馆的花园里,我们发��了一辆手推车,用来将盐从盐场运到火车站,以便将它带到西班牙各地。 还有一座仪式寺庙和一座佛像。
Google Translation into Persian:
در باغ یک رستوران گاری را پیدا کردیم که برای حمل نمک از کارخانه نمک به ایستگاه قطار استفاده می شد تا آن را در سراسر اسپانیا ببرد. همچنین یک معبد تشریفاتی و یک مجسمه بودا.
Google Translation into Ukrainian:
У саду ресторану ми знайшли візок, яким перевозили сіль із солеварні на залізничний вокзал, щоб перевезти її по всій Іспанії. Також церемоніальний храм і статуя Будди.
#SanPedroDelPinatar #Murcia #España #Spain #Restaurant #Wagon #Salt #Transport #Temple #Buda #Sculpture
#Travel #Beauty #CoupleGoals #PositiveVibes #PlushieCommunity #Maharashtra #ペンギン
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Gli archeologi trovano a Pompei un carro cerimoniale intatto
Gli archeologi trovano a Pompei un carro cerimoniale intatto
Una vista di una biga, con i suoi elementi in ferro, decorazioni in bronzo e resti di legno mineralizzati, che è stata trovata a Civita Giuliana, a nord di Pompei. I funzionari del sito archeologico di Pompei, vicino a Napoli, sabato 27 febbraio 2021, hanno annunciato la prima scoperta in assoluto di una biga cerimoniale intatta, una delle diverse importanti scoperte fatte nella stessa area fuori…
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Pompei: lo scavo di Civita Giuliana porta alla luce un carro cerimoniale
Pompei: lo scavo di Civita Giuliana porta alla luce un carro cerimoniale
Il ministro della cultura Dario Franceschini continua a stupire. Appena riconfermato nel nuovo governo Draghi, eccolo baciato dalla fortuna con una nuova scoperta a nord di Pompei. Ha fatto a tempo ad annunciare l’incarico di un giovane direttore come Zuchtriegel per il Parco Archeologico e gli Dei pompeiani si sono manifestati grati a quanti operano con dedizione per la cultura italiana e in…
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The grave’s a fine and private place,/ But none, I think, do there embrace
Alla sua amante ritrosa
Se il tempo e il mondo fossero sufficienti,
Per me, Signora, non sarebbe reato questa vostra ritrosia.
Staremmo seduti a pensare verso quale strada incamminarci
E a come trascorrere il nostro lungo giorno d’amore.
Voi sulla riva del Gange scoprireste dei rubini,
Ed io andrei a lamentarmi lungo la corrente Dell’Humber.
Vorrei avervi amata
Dieci anni prima del Diluvio
E Voi, se vi garbasse, potreste rifiutarmi
Fino alla conversione degli Ebrei.
Il mio amore crescerebbe come un vegetale,
Più di ogni altro impero, e in modo assai più lento.
Per elogiare i vostri occhi e contemplare
La vostra fronte se ne andrebbero cento anni,
Duecento per adorare ogni vostro seno,
E trentamila per adorare tutto il resto.
Per elogiare ogni vostra parte ci vorrebbe un’intera epoca,
E quella più recente per mostrare il vostro cuore,
Perché Voi, Signora, di un tale cerimoniale siete certo degna,
Ed io a minor prezzo non vorrei amarvi!
Io odo tuttavia continuamente alle mie spalle
Il carro alato del Tempo incalzare velocemente;
E laggiù, dinanzi a noi, si stendono
I deserti dell’immensa Eternità.
Della vostra bellezza non si troverà più alcuna traccia,
Né sulla vostra lapide di marmo si potrà più udire
Il mio canto riecheggiare: allora i vermi attenteranno
Alla verginità che avete così a lungo preservato;
Il vostro Onore, ormai antiquato, sarà mutato in polvere,
e tutta la mia lussuria in cenere!
Certo la tomba è un luogo intimo e bello,
Ma dubito che lì qualcuno voglia fare all’amore.
Mentre l’umidore della giovinezza si stende
Adesso sulla vostra pelle, come rugiada del mattino,
Mentre la vostra anima desiderosa
Traspira da ogni poro con fiamme sollecite,
Divertiamoci adesso finché possiamo,
E come uccelli predatori amorosi divoriamo
Il nostro tempo velocemente, anziché starcene
A languire nella morsa delle sue lente mascelle.
Avvolgiamo, dunque, in una sola sfera
Ogni nostra energia e ogni nostra dolcezza;
Dissipiamo i nostri piaceri, varcando con furiosa lotta
I cancelli di ferro della vita; e in questo modo, anche se
Non potremo obbligare il nostro sole a fermarsi,
Potremo tuttavia obbligarlo a correre.
Liriche d'amore, poesie metafisiche, pastorali e celebrative di Andrew Marvell
( Durante il Rinascimento inglese la figura di Crono -cioè Saturno- veniva spesso rappresentata con la falce in mano alla guida di un carro, ed era erroneamente identificata con quella di Kronos, ovvero il Tempo logico e sequenziale. Nei libri degli emblemi il Tempo veniva rappresentato come un orologio dotato di ali.)
( The youthful glew sits on thy skin like morning dew: Glew: E’ il termine che ha creato più problemi interpretativi nella lettura di questo passo. In alcuni manoscritti del Seicento e in parecchie edizioni moderne“glew”/“glue” è stato sostituito da “hew”/“hue” (“colore”, “tinta”): in particolare il curatore del Folio del 1681, H. M. Margoliouth (Op. cit., 1927), P. Legouis (Op. cit., 1928), H. Macdonald (Op. cit., 1952) e G. de F. Lord (Op. cit., 1968) hanno adottato “hew”, mentre F. Kermode (Op. cit., 1967) e K. Walker (Op. cit., 1990) hanno preferito “hue”. Nel MS. Bod. 12 e nell’edizione di E. S. Donno appare scritto “gleu”, che letteralmente vuol dire “colla”, “gomma”, “liquido adesivo”, “sostanza appiccicosa”. E. S. Donno, adottando nella sua edizione la parola “glue” al posto di “glew”, spiega così la scelta fatta (p. 235): “Moreover, the sense of ‘youthful glue’ is entirely consonant with the theme of the poem as the following quotation makes clear: ‘Life is nothing else but as it were a glue, which in man fasteneth the soul and body together’ (William Baldwin, Moral Philosophy, 1547)”. R. Wilcher (1985) ha fatto osservare però che la parola “glue” equivaleva in realtà per Marvell a “glew”, una forma dialettale (di origine medievale) ancora in circolazione nel nord dell’Inghilterra ai tempi del poeta, che corrispondeva al nostro moderno “glow”/”glew” (cioè“illuminare”/“bagliore, luminescenza”). “Glow” deriva dal middle English “glouen”, dall’old English “glōwan”,e ha come suoi equivalenti nel vecchio-alto tedesco “gluoen”, nell’antico norvegese “glōa” e nell’islandese “glōra”, che significa appunto “to sparkle”-
Se concepito come equivalente di “glow”, il termine “glew” può assumere nel contesto della poesia, oltre al significato di “luminescenza”, “bagliore”, anche quello di “sudore, ardore, sensazione di calore”, implicando quindi una connotazione di tipo sessuale. Anche J. Milton nel Comus (1634), per descrivere l’attrazione fisica del protagonista per la sua donna, usa un sinonimo (“gums of glutinous heat”, v. 916). La forma corretta del testo originale dovrebbe quindi essere presumibilmente “glew”, associata a “dew”. Il senso della frase doveva essere, secondo le intenzioni del poeta, che il sudore stava alla pelle come la rugiada all’erba. L’editore del Folionon colse il senso di questa immagine e, pensando a un errore di trascrizione, cercò quindi di creare con la parola “hew”un’immagine diversa, e di comparare le gote rosee della donna con il cielo rosa dell’alba. Sits on thy skin: Nel MS. Bod. 12 “stickes on your Cheeke”)
( Transpires at every pore with instant fires: Questa frase richiama alla memoria il passo di una poesia di R. Crashaw del 1652: “with wider pores / Inlarge thy flaming-brested Lovers / More freely transpire, / That impatient Fire / The Heart that hides Thee hardly covers” )
https://www.laquerciafiorita.it/
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FOTO: © MIBACT
COMO – Per la prima volta in mostra, reperti archeologici di grande importanza storica, esito della ricerca condotta a Como negli ultimi dieci anni, vengono esposti nella suggestiva Chiesa di San Pietro in Atrio, dal 30 settembre al 10 novembre.
L’articolata rassegna “Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio” organizzata congiuntamente dalla Soprintendenza Archeologica e dai Musei Civici di Como, accanto alla panoramica sugli ultimi ritrovamenti, illustra le novità scientifiche sulle più antiche fasi di popolamento, sviluppatosi nel corso del primo millennio avanti Cristo, e mette in risalto il valore e il significato del ricco patrimonio archeologico comasco precedente alla fondazione della colonia romana.
Guttus ornitomorfo, dal corredo della Tomba 3, Grandate, 2011 © MIBACT
Urne cinerarie e vasi per offerte dalle forme inconsuete, ornamenti in bronzo, ferro, ambra, pasta vitrea, elementi dell’abbigliamento, amuleti, simboli di status delle antiche popolazioni e preziosissime armi riferibili alla cultura protostorica detta “di Golasecca” caratterizzano il percorso espositivo, accompagnato da fotografie e disegni ricostruttivi, video e immagini 3D, che forniscono, grazie alle nuove tecnologie, informazioni approfondite finalizzate a coinvolgere un vasto pubblico.
I temi principali della mostra sono i corredi funerari della prima età del Ferro provenienti dagli scavi di S. Fermo della Battaglia, via per Mornago (2006) e di Grandate, emersi nel 2011 durante la costruzione della nuova Pedemontana; l’enigmatica area religiosa/monumentale del Nuovo Ospedale Sant’Anna (scavi 2007), risalente al VI secolo a.C., costituita da un grande circolo del diametro di 70 m, delimitato da un doppio recinto di pietre con piattaforma centrale ad emiciclo e setti radiali in materiali litici e terre diverse, di difficile interpretazione funzionale; un ripostiglio sacro dell’Età del Ferro rinvenuto sul Monte San Zeno in Val d’Intelvi; i più recenti dati archeobiologici sul clima, la vegetazione, l’alimentazione umana in età protostorica; e infine i risultati della nuova ricerca condotta sul Carro cerimoniale del V secolo a.C. della Ca’ Morta dal prof. Bruno Chaume dell’Università della Borgogna, Direttore del programma Vix et son Environnement, che ha messo in evidenza una stretta parentela con i coevi carri di ambito culturale hallstattiano, rinvenuti nel Centro Europa.
Vaso a tre bracci con tre coppe, dal corredo della Tomba 3, Grandate, 2011 © MIBACT
Questi ultimi ritrovamenti contribuiscono ad accrescere il ricco patrimonio archeologico del centro protostorico che ha preceduto la fondazione di Como, le cui origini risalgono al I millennio a.C. Infatti, prima della città romana, i rilievi attorno alla città attuale vedono l’insediamento di villaggi e gruppi di abitazioni: diversi reperti e resti di tombe ne conservano la testimonianza. Nei secoli successivi, in particolare il VI e il V a.C., l’abitato raggiunge la sua massima espansione e ricchezza, concentrandosi soprattutto lungo il versante meridionale della Spina Verde, il parco regionale che si estende sulla fascia collinare a nord-ovest di Como. Fondamentale per lo sviluppo del nucleo abitativo è il suo ruolo di centro di contatto e scambi tra la Pianura Padana, stabilmente occupata dagli Etruschi, e il mondo celtico e quello hallstattiano (dalla cittadina di Hallstatt, nei pressi di Salisburgo) del Centro Europa.
Grande vaso in bronzo (stamnos) con coperchio, cinerario della Tomba del Carro della Ca’ Morta, V sec. a.C. © MIBACT
Carro cerimoniale protostorico, V sec. a.C. Rinvenuto a Lazzago nel 1928, esposto al Museo Archeologico di Como © MIBACT
Spada in ferro dal corredo della Tomba 2, Grandate, 2011 © MIBACT
L’ininterrotto stanziamento delle popolazioni nella medesima area fino ai giorni nostri, unito all’intensificarsi delle attività edilizie del secondo dopoguerra, ha nascosto o cancellato segni dell’insediamento antico. Tuttavia, l’attività di tutela svolta dalla Soprintendenza Archeologica in sinergia con le Amministrazioni Comunali, consente di recuperare sempre nuove testimonianze del passato della città e dei suoi abitanti, garantendone la salvaguardia.
La ricerca scientifica – che di recente si è avvalsa della collaborazione con importanti centri di studio internazionali, quali il CNRS (Centre National de la Recherche Scientifique) e le Università di Berlino e di Mainz – permette ora di porre in risalto il ruolo della civiltà di Golasecca (cultura preromana che si sviluppa nel I millennio a.C. nel territorio della Lombardia occidentale, Piemonte Orientale, Canton Ticino, che deriva dalla località di Golasecca, sulla sponda varesina del fiume Ticino) nel quadro delle relazioni con le coeve civiltà mediterranee e mitteleuropee.
La mostra è inoltre un invito a visitare i beni archeologici presenti in città e nei dintorni: il Museo Civico cittadino, dove sono conservati l’originale del Carro celtico e i reperti dei passati rinvenimenti nella necropoli della Ca’ Morta, il Parco della Spina Verde, il Circolo dell’Ospedale di S. Anna e infine, per l’epoca romana, l’area delle Terme di Viale Lecco e Porta Pretoria.
Tomba 16 del Nuovo Ospedale sant’Anna di Como, in corso di scavo © MIBACT
Corredo Tomba 1, Nuovo Ospedale sant’Anna di Como, VI sec a.C Urna cineraria troncoconica in ceramica, grande coppa su piede, boccale, fibule e altri elementi di ornamento in bronzo, due perle in pasta vitrea © MIBACT
Il progetto scientifico è stato redatto da Lucia Mordeglia, Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le Province di Como, Lecco, Monza-Brianza, Pavia, Sondrio, Varese, Marina Uboldi, Musei Civici di Como,Stefania Jorio, già Soprintendenza Archeologia della Lombardia, con la collaborazione di Marta Rapi, Docente di Preistoria e Protostoria, Università degli Studi di Milano, Mauro Rottoli, Laboratorio di Archeobiologia dei Musei Civici di Como e Mimosa Ravaglia, Archeologa, Como.
Accompagna la mostra un catalogo con testi di Lucia Mordeglia, Stefania Jorio, Mimosa Ravaglia, Bruno Chaume, Marina Uboldi, Mauro Rottoli, edito da Società Archeologica Comense.
Veduta generale del cantiere di scavo in occasione della costruzione del Nuovo Ospedale sant’Anna di Como, 2007 © MIBACT
Il grande “circolo” cultuale del Nuovo Ospedale sant’Anna di Como, in corso di scavo, 2007 © MIBACT
Il grande “circolo” cultuale del Nuovo Ospedale sant’Anna di Como, in corso di scavo, 2007 © MIBACT
INFORMAZIONI
Prima di Como. Nuove scoperte archeologiche dal territorio
A cura di Lucia Mordeglia e Marina Uboldi
Sede Chiesa di S. Pietro in Atrio, via Odescalchi, Como
Date 30 settembre – 10 novembre 2017
Orari martedì – venerdì, ore 15-18; sabato e domenica, ore 10-18; lunedì chiuso
Ingresso gratuito
Visite guidate per le scuole solo su prenotazione: martedì e giovedì, ore 10-12
Per prenotazioni: Società Archeologica Comense, Piazza Medaglie d’Oro 6 – 22100 Como
Tel. 031 269022 – [email protected]
Informazioni: Tel. 031.252550
#MOSTRE / “PRIMA DI #COMO. NUOVE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE DAL TERRITORIO” #archeologia FOTO: © MIBACT COMO - Per la prima volta in mostra, reperti archeologici di grande importanza storica, esito della ricerca condotta a Como negli ultimi dieci anni, vengono esposti nella suggestiva…
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