#cane secco
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sto bene se sono me stesso, almeno io non faccio finta di essere depresso
#pensieri#Gemitaiz#fedez#cane secco#fuori luogo#aforismi#frasi belle#citazioni#frasi tumblr#quotes#frasi italiane#frasi vere#frasi sagge#frasi rap#frasi celebri
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report sul tonno
Viviamo immersi in questa forma di ideologia tipicamente occidentale che predica che c'è un posto per tutti, per tutti c'è un futuro, una casa, una macchina, un cane che ti aspetta in giardino, ma non è vero, è un modello commerciale, non è vero che c'è posto per tutti, una parte del mondo deve per forza lavorare per noi in condizioni miserrime, per ogni mulino bianco ci sono un'infinità di pozzi neri, e puoi benissimo vederlo da te cercando semplicemente su Google Map una qualsiasi factory vietnamita di inscatolamento del tonno segnata in minuscolo sul retro delle confezioni del discount, delle catapecchie con il tetto in lamierino ondulato che manco le favelas, poi noi ripuliamo il lavoro sporco dei vietnamiti con un packaging accattivante in linea con le direttive europee.
"Secondo Eurostat, il Vietnam è diventato il principale fornitore di tonno fresco, congelato e secco al di fuori dell'Unione Europea per l'Italia."
Non andate a fare indagini per conto vostro, meglio non sapere e farsi il segno della croce.
(anche una delle più note marche italiane lavora il tonno in loco in factories tailandesi, però poi ci mettono sopra la bandierina italiana per fare fessi i sovranisti)
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NON ANCHE NEI COMMENTI A CANE SECCO PER FAVORE
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Via, vattene via subito,
non perdere nemmeno
un minuto,
vattene via muto,
non lamentarti,
resta secco, non piangere
davanti a chi non sa raccogliere
le tue lacrime,
porta cibo a un cane affamato,
guarda in silenzio
il lavoro delle formiche.
Vattene via da chi
ti guarda per fischiare
il fuori gioco,
scappa dai giudici, dagli arbitri,
dai poliziotti
travestiti da poeti,
da sognatori,
vattene via assieme
alle tue paure,
porta il tuo tremore in faccia
al vento
di un paese che muore.
Franco Arminio
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Sto cane mi sta facendo impazzire, praticamente ci sto più dietro io che la padrona, ha pure sboccato in corridoio e giù di pulita con lo spazzolone penso 12 volte in 5 giorni, gli devo dare da bere perché la ciotola sta sempre a secco e poi si strozza da solo, idem per il cibo, la coinquilina mi aveva pure chiesto di portarlo giù IO ma qua stiamo scherzando, ma io non l’ho mai voluto un maremmano di 40 chili porcamadonna
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Sorpresa!
Sapete cos'è questo?
Visto così probabilmente non vi dice niente, ma forse qualcuno l'ha riconosciuto. È un parente prossimo di questo:
Ora sono sicuro che l'avete riconosciuto: è il "maschio" di una di quelle chiusure a clip che si trovano, ad esempio, nei cinturini del casco.
Ecco come appare "montato", al momento:
Ora capite il disagio? Mancano i denti di lato, quindi la clip non può chiudersi. Ora voi vi starete chiedendo: "Ma Firewalker, perché ci mostri questa chiusura rotta?"
Ebbene, ecco la storia. Come già raccontato, c'ho la spalla destra mezza sbrindellata (a proposito, aggiornamento: ho iniziato fisioterapia e onde d'urto, dovrei cavarmela con questo trattamento), così per uscire con Tata uso una cinta semi-elastica che mi permette di legarla alla vita, senza dover necessariamente usare il braccio (al momento credo ce la farei, ma preferisco rimanere a riposo, se posso).
Questa cinta ce l'abbiamo da quando è arrivata Tata, quindi... credo 4 anni, e l'abbiamo usata ogni volta che pioveva (uscire col guinzaglio e l'ombrello ci è subito sembrato improbabile). Da un mesetto la sto usando quotidianamente per via della spalla, due o tre volte al giorno.
Ebbene, questo cane qui, grosso meno di uno sgabello da pianoforte
oggi ha dato uno strattone violento e ha spezzato i denti che tenevano ancorato il guinzaglio alla cinta. Sentendosi libera, ha cominciato a correre in mezzo alla strada (in paese, non nel bosco), ma per fortuna conosco il mio cane. Tata è fifona e credo abbia avuto pessime esperienze prima di venire a vivere con noi, quindi ho pensato "devo spaventarla". Contrariamente a quando avrei dovuto fare con qualsiasi altro cane, tanto che se mi avesse visto un qualsiasi educatore cinofilo mi avrebbe preso per scemo, gli sono corso dietro e gli ho urlato un "FERMA!" secco. Lei si è girata, ha abbassato il sedere (non ha la coda, non può metterla tra le zampe), ha abbassato le orecchie e mi ha guardato spaventata - come volevo che facesse - aspettandosi un qualche tipo di punizione, evidentemente. Così ho rallentato, mi sono avvicinato e ho semplicemente raccolto il guinzaglio da terra (con la sinistra), continuando la passeggiata nel modo più tranquillo possibile.
Mi spiace averla spaventata, ma è un sollievo sapere che posso fermarla se serve.
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Un anno intero senza i vlog della settimana di Cane Secco che merda porco dio.
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Intervista a un suicida
L’anima, quello che diciamo l’anima e non è che una fitta di rimorso, lenta deplorazione sull’ombra dell’addio mi rimbrottò dall’argine.
Ero, come sempre, in ritardo e il funerale a mezza strada, la sua furia nera ben dentro il cuore del paese. Il posto: quello, non cambiato – con memoria di grilli e rane, di acquitrino e selva di campane sfatte - ora in polvere, in secco fango, ricettacolo di spettri di treni in manovra il pubblico macello discosto dal paese di quel tanto…
In che rapporto con l’eterno? Mi volsi per chiederlo alla detta anima, cosiddetta. Immobile, uniforme rispose per lei (per me) una siepe di fuoco crepitante lieve, come di vetro liquido indolore con dolore. Gettai nel riverbero il mio perché l’hai fatto? Ma non svettarono voci lingueggianti in fiamma, non la storia di un uomo: simulacri, e nemmeno, figure della vita.
La porta carraia, e là di colpo nasce la cosa atroce, la carretta degli arsi da lancia fiamme… rinvenni, pare, anni dopo nel grigiore di qui tra cassette di gerani, polvere o fango dove tutto sbiadiva, anche - potrei giurarlo, sorrideva nel fuoco – anche…e parlando onorato: “mia donna venne a me di Val di Pado” sicché (non quaglia con me – ripetendomi – non quagliamo acque lacustri e commoventi pioppi non papaveri e fiori di brughiera) ebbi un cane, anche troppo mi ci ero affezionato, tanto da distinguere tra i colpi del qui vicino mattatoio il colpo che me lo aveva finito. In quanto all’ammanco di cui facevano discorsi sul sasso o altrove puoi scriverlo come vuoi:
NON NELLE CASSE DEL COMUNE L’AMMANCO ERA NEL SUO CUORE
Decresceva alla vista, spariva per l’eterno. Era l’eterno stesso puerile, dei territori rosso su rosso, famelico sbadiglio della noia col suono della pioggia sui sagrati… Ma venti trent’anni fa lo stesso, il tempo di turbarsi tornare in pace gli steli se corre un motore la campagna, si passano la voce dell’evento ma non se ne curano, la sanno lunga le acque falsamente ora limpide tra questi oggi diritti regolari argini, lo spazio si copre di case popolari, di un altro segregato squallore dentro le forme del vuoto. …Pensare cosa può essere – voi che fate lamenti del cuore delle città sulle città senza cuore – cosa può essere un uomo in un paese, sotto il pennino dello scriba una pagina frusciante e dopo dentro una polvere di archivi nulla nessuno in nessun luogo mai.
Vittorio Sereni
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Meglio il cibo umido o quello secco per il cane? La risposta non è quella che ti aspetti
#natura #animali #kodami – http://www.afnews.info segnala: La scelta tra cibo umido e secco per il cane dipende dalle specifiche esigenze del cane, dalla sua salute dentale, e anche dai suoi gusti. Non sempre, quindi, la scelta è facile… Trovi l’articolo completo, immagini e video su: Read More Kodami
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23.01.24
I.
Dovevo andare in aeroporto. Ho con me una borsa. Un borsone da viaggio per la precisione. Dell’esercito militare.
Prendendo l’autobus, metto il borsone nel vano apposito prima di salire. E si parte. La strada mi ə familiare. E anche l’aeroporto. Li ho già visti in un altro sogno ( Quello dove ero senza promozione. Infatti anche stavolta ero a secco, senza chiamate e messaggi).
Scendo. Non prendo la borsa, la dimentico. Il pullman parte e io entro in questo giardino bellissimo. Sembra quello di una università prestigiosa, e antica. Mi faccio strada su una scalinata che porta dentro ai gate. Ma è li che realizzo che mi manca la borsa. Mi giro. L’autobus è andato. Come si fa? Noto un braccialetto sul mio polso sinistro. È piccolo e di gomma. Ci sono due numeri separati da una linea. Nove… e qualcosa?
Comunque, questo affarino sembra essere la versione cinese e bambinesca di sotto marca di uno smartwatch. E in quando tale è in grado di fare chiamate. Molto bene dato che, appunto, sono senza promozione. Dunque uso questo affarino e vedo che l’unica cosa che posso fare è chiamare l’assistenza valigie. Deduco che sia un gadget proprio della compagnia del bus. Chiamo.
La prima chiamata mi risponde un signore. Deduco un “capo” del pullman. Sembra anziano o comunque un omaccione. Mi fa dire che pullman era, e come era la valigia. Descrivo. Mi fa che non trova niente e in caso farà sapere. Chiude.
Mi trovo in questa specie di labirintico pianerottolo di un hotel vuoto. E non mi do’ per vinta. Ho bisogno della mia valigia. Ci tengo, quel borsone lo rivoglio indietro. Come ho fatto a dimenticarmene. Insomma, afflitto da sto pensiero richiamo. E stavolta risponde una donna. Una signorina, forse una segretaria. Che appunto dice che non è stata trovata.
Sembra però che menta. Si sente come la voce di un uomo mentre parla, dietro, che le suggerisce le parole. Ipotizzo si l’uomo di prima. Magari ne parla per fottermi, magari si vuole tenere lui la borsa. Che ne so.
So che da lì partono venti sogni diversi alla ricerca di sta borsa. Non me li ricordo tutti bene sul momento quindi passiamo a uno degli ultimi frammenti
?.
Ero sulla salita delle scuole medie, quella della casa di Mario. (La sogno spesso sta cazzo di salita. Il perche non lo so. È una strada di passaggio. Non ha nulla di speciale. Forse questo simboleggia, il passaggio? Boh. Anyways) e ci sono due signore con due cani.
Un cane è piccolo e L’altro è grande, enorme. Entrambi sono in giro per la tipica passeggiata. Fanno i loro bisogni, una cacca. Il grande la fa per strada. Il piccolo nella boscaglia. Io proseguo lungo la discesa è svolto a destra.
Li dove nella vita reale non c’è molto. Una strada con as destra un tempio della madonna r un venditore di mangimi. Nel sogno c’è una piazzetta piena di sgherri e la strada semplicemente un vicolo cieco.
Chi sgherri sono appostati davanti questa torre dell’orologio. Io mi alzo una sciarpa e me la avvolgo, a mo’ di maschera. Gli sgherri che provano a mettersi in mezzo li rispondo in malo modo in dialetto, e loro si scansano. Arrivo alla porta e busso.
Apre questo signore che è il capo degli sgherri. Ma appena appena. Apre ma la porta è socchiusa e lui si nasconde dentro.
<<Che vuoi>> mi fa scazzato
Io so che sto cercando la valigia. Ma li per li non so che cut scene mentale si trigghera e gli inizio a fare delle suppliche affinche mi ridia indietro… Un happy meal…. (Dio santo ma che cazzo)
E lui dice di no e che deve darlo s sua figlia. Allora io insisto e lo seguo dentro. Dicendogli che dentro quell’haooy meal c’è qualcosa che mi aveva dato mia madre. E che se lui consegnerà quell’happy meal alla figlia, consegnerà l’ultimo regalo che una donna morta ha lasciato per me a lei.
Lui scassato e disgustato si decide dicendomi di prendere solo sto regalo e lasciare il resto. Mi avvicina la scatola. Non c’è nulla. Cioè, c’è una patatina regular. Forse un panino. Dei fazzoletti. Un gioco. Ma… dove è quello che cercavo. Forse una collana? No?
Non lo so cOsa ho visto. O cosa c’era.
So che poi girandomi ho visto questa ragazza di forse 30 anni sdraiata su una branda senza sensi. Era lei la figlia dell’uomo. Era forse in coma?
E l’uomo mi fa di si. Che stava male. Me ne dispiaccio.
L’uomo le da l’happy meal. Io prendo uno skate a tema eso (wtf) li in giro e vado via alla ricerca di sta cazzo di borsa
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Il curioso fenomeno dell’estate indiana
Quando le foglie gialle, arancioni e rosso sangue cominciano a cadere nelle foreste del Nord America da settembre in poi, è il momento dell'estate indiana, noto per essere un periodo insolitamente secco e caldo accompagnato da cieli azzurri e luminosi. Si racconta che il fenomeno dell’Indian Summer prenda il suo nome dal fatto che questa era la principale stagione di caccia degli indiani d’America, dato che era l'ultima opportunità di raccogliere provviste per l'inverno. Il popolo irochese in una leggenda sull'estate indiana racconta che, ogni anno in autunno, due cacciatori e il loro cane inseguono un grande orso e, poiché l'orso ha poteri magici, fugge verso il cielo, ma i cacciatori e il loro cane lo seguono e lo uccidono, poi il sangue dell'animale cola sulla terra e colora di rosso le foglie degli aceri. Le costellazioni di questa caccia sono il Grande Carro, meglio conosciuto come l'Orsa Maggiore, e vicino a esso i due cacciatori e il loro cane, rappresentati dalle tre stelle del timone. Nella mitologia irochese, i colori dell'estate indiana hanno un significato speciale, infatti le foglie gialle simboleggiano i fuochi degli spiriti, mentre le foglie rosse sono intrise del sangue dell’orso, che i cacciatori hanno ucciso. Ma gli indiani raccontavano queste storie solo in inverno, dato che l'estate era riservata al lavoro e chi infrangeva questa legge veniva punito dagli spiriti invisibili della natura, noti come Jo-ga-oh. Un altro segno caratteristico di questa stagione sono i sottili fili che si possono osservare ovunque, dato che durante il giorno si sviluppano leggere correnti ascensionali sopra i terreni caldi, dove i giovani ragni si lasciano trasportare nell’aria per trovare nuovi territori e un buon posto per passare l’inverno. Dopo notti fresche, compaiono delle sottili gocce di rugiada che si depositano sui fili galleggianti e sulle ragnatele, scintillando nella luce brillante del mattino e assomigliando a dei capelli grigio-argento. Per molto tempo, si è pensato che questi fili d’argento ricordassero i capelli delle donne anziane, ma erano anche ritenute le ragnatele degli elfi o delle Norne. Nei paesi cristiani si diceva che i fili fossero fili del mantello della Beata Vergine Maria, che indossava durante la sua Ascensione. Per questo motivo, i fili di filatura erano anche chiamati capelli di Maria, filo di Maria, filato d’autunno, seta estiva o filato della Madonna e l’estate indiana come i conseguenza chiamata estate di Maria o estate del filo. Read the full article
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27 lug 2023 12:33
1. ALAIN, L'EBREO SCOPANTE! LA CARRIERA DI UN LIBERTINO SPECIALIZZATO NEL FAR FELICI (PER 15 MINUTI) LE MEJO CARAMPANE DE' NOANTRI - NESSUNO, DELLA CONVENTICOLA DEI DONGIOVANNI COLTI, SNOB E CHIC (ECO, GUGLIELMI, CACCIARI, ETC.) HA RISCOSSO PIÙ SUCCESSO DI COLUI CHE SPOSÒ MARGHERITA, LA FIGLIA DELL’AVVOCATO, PER ESSERE POI MESSO ALLA PORTA CON UNO STRATAGEMMA CHE SOLO LA PERFIDIA DEGLI AGNELLI POTEVA INVENTARSI 2. ALCUNE ALAIN-VICTIM: DALLA MARCHESA SANDRA VERUSIO A BENEDETTA FUMI EX PRINCIPESSA LANZA DI SCALEA, DA EMMA BINI, EX MOGLIE DI PHILIPPE LEROY, ALL’ANTIQUARIA ALESSANDRA DI CASTRO, DALLA ZARINA DI “VOGUE” FRANCA SOZZANI A ROSI GRECO, CHE RIUSCÌ NELL’IMPRESA DI PORTARLO ALL’ALTARE. L'UNICA A SFANCULARLO FU IRENE GHERGO, LA MADONNA DEI PARIOLI, CHE UN BEL GIORNO LO MISE ALLA PORTA CON UN SECCO "SEI NOIOSO…"
DAGOREPORT
A Roma, a un certo punto degli anni Settanta, sbocciò una moda intellettuale che, ancor oggi, attizza la scena dei salotti: il ”rimorchio culturale”.
Si tratta di una pratica che ”consiste nel puntare la preda e trafiggerla attraverso lunghi ragionamenti alti’” oppure ”tramite citazioni librarie” ma anche pose da sapientone, insensatezze profonde e concettose, pause studiate che diano al seduttore culturale la possibilità di spingere la preda a cadere più velocemente nella trappola.
Come maestri del ”rimorchio culturale”, nel corso del tempo, hanno fatto scintille il letterato Umberto Eco, il poeta Valentino Zeichen, l’ex direttore di Rai3 Angelo Guglielmi, il ”pensatore’’ Stefano Bonaga, il filosofo Massimo Cacciari.
Ma nessuno, della conventicola dei dongiovanni colti, snob e chic ha riscosso più successo di Alain Elkann, colui che sposò la figlia dell’Avvocato Agnelli, padre di John, Lapo e Ginevra.
Anche se la fine del matrimonio con Casa Agnelli non fu un episodio tra i più piacevoli per il bel tenebroso, figlio del capo rabbino di Francia. Margherita, dopo aver prodotto cotanta figliolanza, perse la testa per la carismatica bacchetta del fascinosissimo Claudio Abbado.
Ma Alain, di chiudere il rapporto con la rampolla dell’Avvocato, non riusciva a ficcarselo in testa. Fino a che, un bel giorno, di ritorno da un viaggio, l’irriducibile marito entrò in casa, aprì la porta della camera e al posto del letto coniugale si ritrovò davanti un pianoforte… Vero, falso, verosimile? Ah, saperlo… (Comunque, quando Margherita finalmente libera si scapicollò a Londra ritrovò l'amato Abbado già fidanzato con una violinista della sua orchestra...).
Il cuore farfallone di Alain Elkann ha sempre funzionato come una caldaia, specializzato però nella conquista di signore ben stagionate, immancabilmente sedotte e abbandonate dopo 15 minuti, e dopo aver ricevuto in dono la collezione completa dei suoi libri con uscita trimestrale e un vezzoso barboncino (da Elkann al cane, di solito è tutto quello che resta alle ex fiamme).
Alcune Alain-victim: dalla marchesa Sandra Verusio a Benedetta Fumi ex principessa Lanza di Scalea, dall’ex moglie di Philippe Leroy, Emma Bini all’antiquaria Alessandra Di Castro, dalla vedova di Egon, Diane Fustenberg, alla salottista Giovanna Deodato, dalla zarina di “Vogue” Franca Sozzani a Rosi Greco, che riuscì nell’impresa di portarlo all’altare. L'unica a sfancularlo fu Irene Ghergo, la Madonnina dei Parioli, che un bel giorno lo mise alla porta con un definitivo "Quanto sei noioso…".
Dotato di lingua sciolta, l’aria ispirata e un’eleganza su misura Caraceni, magari un po’ stropicciato dagli anni, sempre con l’ascella ripiena di libri. Tutto il contrario di un pappagallo da strada.
Ma per il ”rimorchio culturale”, la “maschera” conta poco. Anzi, a volte rischia l’effetto contrario. Il vero grimaldello per l’incanto è cerebrale: contano più le sinapsi dell’appariscenza. Lo capii bene tanti anni fa durante una festa in casa tampinando, come uno 007, il bel tenebroso Alain alle prese con una fascinosa e matura signora, separata da poco da un noto attore.
Approfittando della calca, mi attaccai alle spalle di Alain e captai così la prima regola: parlare con un filo di voce, un volume bassissimo che costringe il volto di lei ad avvicinarsi agli occhi del conquistador. Peggio di una bestemmia, qualsiasi apprezzamento fisico, Alain accende il fuoco dei sensi sospirando frasi del tipo: ‘’Volevo dirti che hai un talento naturale… un’emotività lontana… devi trasformare la tua fragilità…’’.
E qui sussurra la prima citazione assassina. ‘’Secondo Holderlin, "L’uomo è un dio quando sogna e un pezzente quando riflette…". Ecco l’affondo: hai una Moleskine sul comodino? al mattino trascrivi i tuoi sogni, le fantasticherie del dormiveglia, gli incubi che attanagliano la tua anima… e poi mi scrivi una lettera. Io ti risponderò. Perché sento che possiedi un talento letterario… la tua anima è forte…”.
Nessun prosaico appuntamento carnale da arrapato, al massimo un dannunziano "Sembri uscita da un quadro di Boldini....", ma installare in lei l’idea di essere una Virginia Woolf ancora da scoprire, fino al colpo finale: l’impegno a intrecciare una corrispondenza di amorosi sensi, alla maniera del Laclos di “Relazioni pericolose”. Dalle lettere al letto, il passo è breve.
Ecco: per le donne abituate a sentirsi dire “quando se magna?... che stai a fa’, lo yoga?... sabato, scopiamo?’’, il rimorchio culturale, soprattutto il più fasullo, è il più irresistibile afrodisiaco. E nella dura tenzone della seduzione, gli alainelkann vinceranno sempre perché sanno che il punto “G” è nella testa. Chi lo cerca più in basso non è un Alain…
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Ragusa, controlli antidroga: 2 le denunce e più di 300g di stupefacenti sequestrati.
Ragusa, controlli antidroga: 2 le denunce e più di 300g di stupefacenti sequestrati. I Carabinieri della Compagnia di Ragusa in concorso con i Carabinieri del Nucleo Cinofili di Nicolosi, nel corso della serata dello scorso lunedì hanno eseguito pianificati servizi di controllo del territorio tesi a prevenire i fenomeni di spaccio di sostanze stupefacenti e della guida in stato di ebrezza, che hanno portato al deferimento in stato di libertà di 2 persone e al sequestro di un grande quantitativo di stupefacente. Un ventottenne veniva notato nel centro storico poiché camminava con fare guardingo: fermato su strada, veniva trovato in possesso di una dose di circa 0,20 g di cocaina. Interrogato su dove avesse reperito la sostanza, confessava agli operanti di averla acquistata da un uomo residente poco distante da Piazza Carmine. I militari quindi, dopo aver espletato le formalità del caso, si recavano presso l’abitazione indicatagli dall’assuntore, ove vi si trovava un trentenne ristretto agli arresti domiciliari. L’uomo controllato anch’egli dai Carabinieri veniva trovato in possesso di una dose di hashish e di strumenti per il confezionamento dello stupefacente ben celati all’interno del piano cottura della cucina. Inoltre, in bella vista sul tavolo da pranzo gli operanti rinvenivano un machete di ben 45 cm di lama e un pugnale tattico di circa 35 cm, verosimilmente utilizzati per intimorire gli acquirenti di stupefacente. Il trentenne veniva quindi denunciato per spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di armi e tutto quanto rinvenuto veniva posto sotto sequestro. Un cinquantanovenne di origine marocchina a bordo di una berlina guidava nel centro cittadino in modo discontinuo e pericoloso. Veniva prontamente fermato dalla gazzella che dopo aver identificato la regolarità dei documenti lo sottoponeva al test dell’etilometro. Il test restituiva esito positiva misurando un tasso alcolemico di ben 1,9 g/l, ampiamente sopra il limite di 0,5 g/l stabilito dalla legge. I carabinieri quindi hanno proceduto al ritiro della patente, al sequestro del veicolo e al deferimento per guida in stato di ebrezza alcolica. Nell’arco della stessa serata, inoltre, i controlli dei militari dell’Arma, coadiuvati dall’unità cinofili, hanno permesso di sequestrare una rilevante quantità di stupefacenti. Durante il controllo nei pressi di Corso Mazzini di Ragusa Ibla il cane segnalava un muretto di pietra a secco: celati in una cavità all’interno del muro, dietro una pietra ben incastonata, gli operanti hanno rinvenuto due involucri, il primo contenete circa 100 g di marijuana, il secondo ben due panetti da 100g di hashish. Lo stupefacente, sequestrato dai Carabinieri, destinato sicuramente al taglio, avrebbe consentito di ricavare migliaia di dosi da vendere al dettaglio ed immettere nelle strade di Ragusa.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Bilanciamento cibo umido e secco per Labrador
Buonasera, ho un Labrador di un anno. Vorrei iniziare a dare l’umido. Per ora mangia solo secco: 450 gr al giorno divisi in due porzioni. Come posso introdurre l’umido bilanciando al meglio? Il cane pesa circa 33 kg.
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Bovaro delle Fiandre , il cane mastodontico e forte
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Bovaro delle Fiandre , il cane mastodontico e forte
Il Bovaro delle Fiandre è una razza di cane nota per la sua forza, le sue dimensioni imponenti e il suo pelo folto e morbido. Ecco alcune caratteristiche nel dettaglio del Bovaro delle Fiandre:
Dimensioni: Il Bovaro delle Fiandre è una razza di cane di grossa taglia con un’altezza media di 26-28 pollici e un peso di circa 100-130 libbre.
Pelo: Il pelo del Bovaro delle Fiandre è molto folto e morbido, con una lunghezza media di 4-6 pollici. La razza è nota per la sua molteplice acconciatura, che richiede molte cure per mantenere la sua lunghezza e la sua morbidezza.
Personalità: Il Bovaro delle Fiandre è un cane affettuoso e devoto, con una personalità amichevole e docile. Questa razza di cane è molto protettiva nei confronti della sua famiglia umana e di solito è molto leale e affettuosa con i suoi proprietari.
Attività fisica: Il Bovaro delle Fiandre ha bisogno di molte attività fisiche per mantenere la sua salute e il suo benessere. Questa razza di cane è molto attiva e ha bisogno di molte passeggiate quotidiane, corse e altre attività fisiche per rimanere in forma e felice.
Addestramento: Il Bovaro delle Fiandre è una razza intelligente e risponde bene all’addestramento. Tuttavia, questa razza di cane può essere testarda e necessita di un addestramento fermo ma gentile per sviluppare il massimo potenziale.
Crescita: Il Bovaro delle Fiandre cresce rapidamente e raggiunge la maturità fisica a circa 12-18 mesi di età. La razza di solito vive tra i 8 e i 10 anni.
Bovaro delle Fiandre costo
Il costo di un Bovaro delle Fiandre può variare in base a diversi fattori, come la provenienza, la qualità della genealogia, la qualità delle cure e il livello di addestramento. In generale, il prezzo per un Bovaro delle Fiandre può oscillare tra i 1.000 e i 2.500 dollari.
È importante notare che questo prezzo include solo il costo del cane stesso. Ci sono molte altre spese associate alla proprietà di un Bovaro delle Fiandre, come il cibo, l’alloggio, le cure mediche, l’addestramento e gli accessori.
Prima di acquistare un Bovaro delle Fiandre, è importante considerare non solo il costo del cane stesso, ma anche le spese future associate alla sua cura e alla sua attività fisica. È sempre meglio fare una ricerca approfondita e parlare con altri proprietari di Bovaro delle Fiandre per determinare se questa razza di cane è adatta al proprio stile di vita e al proprio budget.
Bavaro delle fiande cosa mangia
Il Bovaro delle Fiandre dovrebbe seguire una dieta equilibrata e bilanciata per mantenere la sua salute e il suo benessere. Questa razza di cane ha bisogno di una dieta ricca di proteine per sostenere la sua muscolatura robusta, e di grassi per mantenere la sua pelle e il suo pelo in buone condizioni.
Il Bovaro delle Fiandre può essere nutrito con una dieta a base di cibo secco o umido, o con una combinazione dei due. Il cibo secco è generalmente più conveniente e dura più a lungo, mentre il cibo umido è più appetibile e può fornire una fonte supplementare di umidità per il cane.
Indipendentemente dalla scelta della dieta, è importante scegliere un cibo di qualità per garantire che il Bovaro delle Fiandre riceva tutti i nutrienti di cui ha bisogno. È sempre meglio parlare con il veterinario per determinare le esigenze nutrizionali specifiche del proprio cane e per scegliere il tipo di cibo più adatto.
È anche importante monitorare la quantità di cibo che si dà al Bovaro delle Fiandre e regolare la quantità in base al suo livello di attività e al suo peso. Sovralimentare questa razza di cane può portare a problemi di salute come l’obesità.
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Il parrucchiere del giardino
Dovete sapere che dove abito c'è un piccolo giardino condominiale, sarà grande circa 100 m², e ci cresce l'erba. L'anno scorso, io e il mio vicino (le due persone che si occupano del giardino siamo noi) abbiamo provato a piantare un alberello che lui aveva in un vaso, con scarsi risultati: nessuno dei due aveva voglia di annaffiare costantemente la povera pianta e, come previsto, è morta. È rimasto questo zeppo di legno verticale alto un metro, secco, a ricordare il nostro tentativo fallito, per più o meno un anno.
Qualche mese fa il vicino mi dice "dai, togliamo 'sto coso che è brutto". Ok, ci mettiamo lì, scaviamo, togliamo l'alberello, richiudiamo il buco che, ovviamente, ora è un buco coperto di terra senza erba.
Il mio vicino ha due cani, di cui uno è un Lupo Cecoslovacco, a cui piace scavare. La conseguenza è ovvia: quel buco viene costantemente riscavato e la terra è costantemente in giro, e questo succede praticamente ogni volta che il vicino si scorda di controllare il cane lasciato anche solo per pochi minuti in giardino.
A un certo punto lo incontro e mi fa: "certo che quel buco è proprio brutto". E io, con calma, rispondo: "sì, vero, ma come è cresciuta l'erba dalle altre parti, crescerà pure lì, sempre che Damon [il CLC] non scavi".
Giorni fa lo vedo che si occupa del giardino: è primavera e l'erba comincia a crescere, così col decespugliatore comincia a fare un po' di taglio. Mi chiede il rastrello, pensavo volesse pulire il giardino dall'erba tagliata, e glielo do.
Dopo un po' ci parlo e mi dice "quel buco è brutto, e Damon continua a scavarci dentro. Ora ci ho messo un po' di erba tagliata sopra, almeno così sembra tutto più omogeneo"
Signore e signori: abbiamo un giardino col riporto.
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