Tumgik
#campionature
seoul-italybts · 1 year
Text
[✎ ITA 📻] Apple Music : SUGA | Agust D Radio Ep.2 - Road Trip | 25.04.23⠸
Tumblr media
🍎 Apple Music 🎵
SUGA | Agust D Radio
Episodio 2 : Road Trip
🔊 Audio  © verritaee | 🎶 Playlist
Benvenutə al secondo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’, io sono il vostro dj, SUGA dei BTS, qui su Apple Music. Ciao a tuttə, sono Suga e sono tornato per il mio secondo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’. Prima di iniziare ufficialmente, ci terrei a menzionare che è uscito l'album di Agust D, "D-DAY". Lo state ascoltando tuttə? Cosa dite? Ah, vi sta piacendo? Presto verrò a trovarvi attraverso il mio tour, e sono molto emozionato ed agitato.
Ragazzə, avete viaggiato molto? Avete fatto tanti viaggi? Viaggiare ha un che di rigenerante, ci fa sentire vivə.
Anche il mio documentario, "SUGA : Road to D-DAY" è stato rilasciato. Prima d'ora, non ero mai andato concretamente in vacanza, durante i nostri tour, ma ho potuto viaggiare grazie a questo documentario. Mentre ero in viaggio, ho riflettuto molto su tante cose disparate e ora vorrei condividere alcuni di quei pensieri con voi.
Quando pensiamo ai viaggi, ci vengono subito in mente certe canzoni, vero? Ad esempio, viaggiare in aereo non è sempre così facile... Il mio primo consiglio musicale è "First Class" di Jack Harlow.
♪ First class – Jack Harlow
State ascoltando SUGA e questa è ‘SUGA | Agust D Radio’ su Apple Music. "First Class" di Jack Harlow... questo brano usa un sample, giusto? Prima del rilascio di questa canzone, Jack Harlow era già considerato un rapper fantastico, ma "First Class" ha riconfermato e solidificato il suo status come uno dei migliori rapper di questa generazione. Ad ogni modo, "First Class" è perfetta per quando si viaggia.. in aereo.. liberə. Quando sono in viaggio di piacere, la maggior parte del tempo lo passo a dormire. Mi piace avere del tempo libero, senza troppe cose prefissate. Solitamente, quando si viaggia con qualcuno, c'è sempre chi dice "Dobbiamo fare questo, questo e quest'altro" e io sono il tipo di persona che sa adattarsi senza troppe lamentele, mi piace molto camminare e girare. In Corea c'è troppo inquinamento, ma in quei paesi dove non ci sono polveri sottili, potrei girare e visitare anche per diverse ore.
Quando viaggio, mi piace ascoltare musica con poco testo. Mi piace ascoltare gli/le artistə locali e camminare. Ad esempio, quando sono a LA, ascolto moltə artistə di LA mentre vado in giro in città, e penso "Anche questa persona/artista dev'essere passatə di qui", quella è l'atmosfera. D'accordo, se anche a voi piace viaggiare e visitare come faccio io, vi consiglio questa canzone. L'ho ascoltata molto mentre giravo per Shibuya: "Aruarian Dance" di Nujabes
♪ Aruarian dance – Nujabes
Benritrovatə con me, SUGA dei BTS! Questo è il secondo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’ su Apple Music. Quando ero più giovane, mi piaceva molto Nujabes. I suoi sample mi hanno dato sempre un sacco di ispirazione. Vi do sempre tanti consigli musicali, ma la musica di Nujabes la ascolto specificamente quando vado in Giappone. È molto bello ascoltarla quando è primavera ed il tempo è bello. Cosa ve ne pare delle tracce che vi sto consigliando per andare in viaggio?
I brani che uso come campionature sono perfetti per i viaggi perché sia la loro parte vocale che quella strumentale è davvero bella, e le canzoni [scritte usando quei sample], quindi, diventano davvero fantastiche.
L'aspetto più entusiasmante dei viaggi è che può succedere di tutto. Molte persone preferiscono restare nel proprio paese e fare dei viaggi on the road, persino io andavo spesso in campeggio. Solitamente non guido molto, ma quando viaggio, devo per forza. Trovo sia molto bello ammirare il panorama mentre si va in giro in macchina, e, pensando ai road trip, mi vengono in mente un paio di storie. Come ho già detto, di solito non mi piace molto guidare, ma quando mi ci metto, sto in giro anche per 3 o 4 ore e ne approfitto per schiarirmi la mente. Sono solito ascoltare la mia musica solo prima del rilascio. Per lo più, evito di ascoltarla, ma prima dell'uscita la ricontrollo spesso. Mentre sono in giro in macchina, mi è più facile notare ciò che può essere migliorato, quindi trovo sia un bel modo di revisionare la mia musica. È questo ciò che mi viene in mente, se penso ai viaggi in auto, e anche questa canzone. Se avete intenzione di andare a fare un giro in macchina, ascoltate questo brano: "People Pt.2 (feat. IU)" di Agust D
♪ People Pt.2 (feat. IU) – Agust D
E andiamo! Avete appena ascoltato "People Pt.2" di Agust D, e io sono SUGA dei BTS e sono tornato con un nuovo episodio di ‘SUGA | Agust D Radio’ su Apple Music.
Questa canzone è stata scritta appositamente per quando si va a fare giri in macchina. L'ho scritta pensando a quel tipo d'atmosfera. Per favore, ascoltatela molto! Abbiamo parlato tanto di viaggi, e ora è anche disponibile il documentario "SUGA : Road to D-DAY". Le telecamere mi hanno veramente seguito per tutta la durata del mio itinerario. Durante quelle riprese, ho scritto diverse canzoni. [Ad esempio] "Polar Night" e la 2a strofa di "Life Goes On". Non mi pare quegli estratti siano stati inclusi nel documentario, ma, in ogni caso, non ero nelle migliori condizioni emotive/mentali. Ad ogni modo, ascoltiamo "Life Goes On" di Agust D!
♪ Life Goes On – Agust D
State ascoltando ‘SUGA | Agust D Radio’ su Apple Music. Viaggiare è entusiasmante, vero? Questa canzone ha lo stesso effetto: "Viva la Vida" dei Coldplay. È uno dei loro maggiori successi, giusto? Quando sento gli archi iniziali, mi viene il batticuore. È davvero una canzone entusiasmante. Il testo è un po' solenne, forse, ma la musica è davvero vivace ed adatta per quando si è in viaggio. In realtà, non c'è alcuna canzone che sia concretamente solo da viaggio o sia così etichettata. C'è chi ascolta determinati brani solo quando viaggia, ma io sono solito ascoltare ciò che è in voga in quel momento. In passato, ascoltavo principalmente canzoni hip-hop, ma adesso ascolto un po' di tutto.
♪ Viva la Vida – Coldplay
Solitamente, ascolto canzoni con poco testo. Viaggio senza una meta o scopo specifici. Cerco di viaggiare senza attirare troppo l'attenzione. Proprio per questo motivo, ascolto un sacco di musica e mi è sempre piaciuto molto ascoltare questa canzone, ancora adesso: "Sunflower" di Post Malone. È un brano che va bene in primavera. Se dovessi consigliare un'altra sua canzone, già che ci siamo, direi un altro dei suoi successi, "Circles". Forse qualcuno dirà, "Sei un musicista ma tutto ciò che ascolti sono grandi successi? Non hai proprio nient'altro [da consigliare]?"e la mia risposta è, "No, nient'altro". Io ascolto queste hit. Quando ero più giovane, ascoltavo musica molto più varia e cercavo sempre di parlare di brani poco conosciuti, come fanno molte persone, ma ora l'algoritmo funziona alla grande e non sono bravo a ricordare i titoli delle canzoni che ascolto. In passato ricordavo addirittura cose tipo, "Sì, è la canzone n. x in quest'album", ma ora mi basta attaccare Apple Music e ascoltare ciò che mi capita, a seconda della situazione. Ci sono addirittura delle playlist generate per contesti diversi, come per quando si va in vacanza o musica per quando si fa esercizio fisico. Viviamo in un'epoca in cui c'è sempre della musica di sottofondo, e credo non sia affatto male.
♪ Sunflower – Post Malone
♪ Circles – Post Malone
Ho ancora un paio di canzoni da consigliarvi. Ah, già, questa! A volte ci capita di visitare luoghi a noi poco conosciuti, paesi stranieri, e, in quelle occasioni, alcune persone si sentono più libere di fare ciò che non farebbero normalmente, perché sanno che tanto no c'è nessuno che le conosca. Questo è un brano che vorrei consigliare per quel tipo di persone e situazioni: "Humble" di Kendrick Lamar. Siate umili. Sedetevi. Per favore, state sedutə (*rif. al testo di "Humble")
♪ Humble – Kendrick Lamar
E, parlando di Kendrick Lamar, ci sarebbero anche altre canzoni che vorrei consigliarvi. Questa traccia è uscita più o meno in quel periodo, "N95" di Kendrick Lamar. Trovavo il video musicale di questo brano davvero interessante, mi è subito sembrato figo. Sia in "Humble" che in "N95" vedrete quanto è umile Kendrick Lamar. Chiaramente è un grandissimo rapper, ma ha anche un sacco di talento e sa descrivere bene ciò che vuol dire nei suoi testi. J-Hope ha collaborato con J. Cole hyung-nim, quindi non è da escludere che io, prima o poi, collabori con Kendrick Lamar, no? Non si sa mai. Mi piace un sacco Kendrick Lamar. Ad ogni modo, ascoltiamo "N95"
♪ N95 – Kendrick Lamar
Abbiamo parlato di vari tipi di canzoni da ascoltare quando si è in viaggio ma, sul serio, ascoltate ciò che più vi piace. Anche ascoltare ciò che consiglia l'algoritmo non è male, così come avere una vostra playlist personale dei brani preferiti. A volte non è facile consigliare della musica. Le canzoni che ascolto io sono molto varie a seconda della situazione. Quando guido, potrei benissimo ascoltare "Lose Yourself" di Eminem così come Kim Kwangseok... non ho vie di mezzo. Come ho detto prima, non guido spesso e quando vado in giro in macchina, rispetto attentamente il regolamento stradale. Se c'è da andare ai 50 km/h, io rispetto i 50. Se il limite di velocità è 100, allora starò sotto i 100. Credo sia per quello che non è esattamente facile consigliarvi cosa ascoltare quando guidate. Però, volendo suggerire qualcosa da ascoltare così, senza troppi pensieri, mentre siete alla guida, direi "Dior" di Pop Smoke
♪ Dior – Pop Smoke
Questa è una delle canzoni che mi vengono in mente, se penso a Pop Smoke. Forse dire che Pop Smoke è stato il primo ad usare il genere drill sarebbe un po' un'esagerazione, ma non c'è dubbio l'abbia fatto conoscere a molte persone. Se proprio volessimo addentrarci nella storia del drill, dovremmo risalire fino a Lex Luger. Da allora, questo genere musicale è molto cambiato. Ne esistono diversi tipi: il Chicago drill, il U.K drill, ma ormai le sfumature sono molto sottili.
♪ Kiss me more – Doja Cat
Questa è davvero una bella canzone, "Kiss me more" di Doja Cat. Wow, il testo è davvero piccante, Doja Cat.
Abbiamo parlato di diverse cose e non vedo l'ora di incontrarvi. I preparativi per il tour stanno proseguendo al meglio. Questa volta è tutto un po' diverso, più... tranquillo [*ben spalmato, non tutti gli impegni di seguito senza soste]. Il solo pensiero del tour, così vicino, e del fatto che potrò vedere tuttə voi mi rende molto felice. E il tour è andato sold out, vero? Un applauso! Sul serio, però, vorrei andare in più paesi e città, ma non c'era concretamente il tempo per tutti i posti che avrei voluto visitare. Ci verremo la prossima volta. E ci saranno anche altri tour, non solo il mio. Ovviamente faremo dei tour tutti quanti insieme e cerchiamo sempre di andare in più località possibili. Mi scuso per non esserci riuscito, questa volta. Ma aspettate e vedrete, vi prometto che accadrà. Attraverso questo tour, vi aspetterò come se stessimo viaggiando insieme. Non vedo l'ora.
Spero vi siate divertitə ad ascoltare quest'episodio. Il tema era il viaggio ed abbiamo anche parlato di "SUGA : Road to D-DAY". Nel documentario ci sono delle clip live e delle parti filmate all'aperto, che però non mi piacciono. Faceva troppo freddo. C'erano zero gradi. Ho fatto del mio meglio, ma avevo la lingua congelata. Durante il tour, spero potrò presentarvi una versione migliore di quelle live. Grazie per essere rimastə con me per tutta la durata di questo secondo episodio. Per favore, ascoltate il nuovo album di Agust D, "D-DAY". Ascoltatelo appena svegli/e e quando andate a dormire. Questa e tutte le altre canzoni che ho menzionate potete trovarle su una playlist dedicata, qui su Apple Music. L'ultima traccia che vi consiglio è "XO Tour Llif3" di Lil Uzi Vert. Ci vediamo presto!
♪ XO Tour Llif3 – Lil Uzi Vert
⠸ eng: © MINSUGAHQ | ita : © Seoul_ItalyBTS⠸ Twitter
5 notes · View notes
michelangelob · 2 months
Text
Bronzi di Riace: la nuova scoperta. Provenienti da Siracusa?
I Bronzi di Riace potrebbero provenire da Siracusa: è questo ciò che sta emergendo dagli ultimi studi condotti da Madeddu e Cirrincione. I due studiosi, lavorando assieme a una nutrita equipe del dipartimento etneo, hanno potuto confrontare le caratteristiche geologiche delle terre adoperate sotto le saldature dei Bronzi di Riace pubblicate dall’Istituto Centrale del Restauro con le campionature…
0 notes
dariorigoniarte · 7 months
Text
Dune 2 è un capolavoro al pari se non più del primo. Direi fuor di dubbio il film dell’anno.
Non tanto per il genere ma per la metrica narrativa, per la sontuosa bravura degli attori, per le ambientazioni e la ritmica.
Una colonna sonora poderosa che supera le perplessità del primo Dune, ampliando e caratterizzandosi nelle campionature e nelle sonorità oltre che nella melodia, ormai matura.
Lessi il romanzo a 13 anni la prima volta restandone profondamente coinvolto, ovviamente favorito dall’età. Bisogna essere pazzi a quell’età a leggere un simile tomo.
Fui trascinato fin da subito dalla complessità narrativa percependone il potere e carattere formativo.
I precisi e fitti riferimenti e richiami alla cultura Phastun e araba tribale, l’esaltazione delle culture caucasiche e persiane.
Per ciò ho sempre ritenuto la Jihad l’ultima forma di resistenza del pensiero e la figura mitizzata del Fedahyn un baluardo della lotta fra l’idolatria imperialista e la vita stessa.
Emozionanti poi per me le sequenze girate sul memoriale di Brion.
Tutto il film rientra perfettamente, grazie alla visionarieta de regista Denis Villeneuve, sul filone modernista decadente di Antonioni con espliciti riferimenti iconografici e omaggi ai massimi architetti del 900: Scarpa, Lloyd, Zaha Hadid, Wright, Lovell, Lyoid.
199 minuti di assoluto piacere che ti lasciano una insaziabile voglia di rivederlo ancora e poi ancora.
Riferimenti che ho colto alla prima visione c’è ne sono molti incluso un omaggio a Sergio Leone e ad Apocalips Now con la cavalcata all’alba degli ornitopteri…è molto altro ancora.
Totale quindi l’abbandono della cifra stilistica Deco’ legata ai designer primo novecenteschi, a Henry Dreyfuss e Rennie Macintosh ampiamente usata nel Dune del 1984 di David Lynch.
Ora siamo passati a ambientazioni da colossal, nettamente più rigide e minimali ma rigorosamente monumentali e imperiali, a certificazione delle aspirazioni della pellicola.
Dalle tinte cupe e criptiche di Lynch alla sapiente caratterizzazione fotografica delle luci di Villeneuve.
Nel film l’aestetica delle astronavi e di tutta la tecnologia sfuggono come
Inutili, quasi prive di consistenza argomentativa rispetto al primo Dune, anonime e superflue nel dialogo stilistico. Siamo quindi agli estremi opposti delle altre saghe, dalla metrica alla narrativa estetica. Un abisso separa infatti la corrente dei fanta gamer, alla Guerre Stellari, da questa colta pellicola.
Unica eccezione, necessariamente legata alla pernicita’ del contesto, la ricopre la bellissima astronave imperiale dell’imperatore Padishah Shaddam Corrino IV, interpretato da Christopher Walken.
Una rigida sfera metallica, cromata, traslucente, perfetta nel suo rigore minimalista, divisa da un sottile e provocatoria cava verticale che richiama immediatamente la grandezza espressiva dell’artista Arnaldo Pomodoro.
L’eterna lotta fra bene e male esce finalmente dalla banalità, si stratifica e intreccia gradatamente nei ventri delle madri Bene Gesserit, a misura dello spettatore, guidandolo in un percorso di consapevolizzazione, anche del presente, sottile e potente. L’aristocrazia imperialista, le sue ordite trame fameliche e sanguinose, la sete di sostituirsi al divino fallirà, nel suo ordine di governo totale e pagano, liberando l’unica spiritualità destinata a vincere a prevalere, quella che unisce i popoli e non che li divide.
0 notes
micro961 · 2 years
Text
Moostroo - “Male”
La prima parte di un doppio album diviso tra bene e male
Tumblr media
 Guidati dal dualismo di fatidici tarocchi la band bergamasca torna con un progetto che cerca la responsabilità individuale nella dimensione sociale. «L’idea di svagare e “spensierarsi” con ciò che produciamo, ci fa orticaria. Quindi a questo giro diamo forma di carezze a schiaffi alla vita.» Moostroo. “Male” è solo un lato della medaglia, una condizione che non può esistere senza una controparte. Niente è male se non c’è un Bene con cui paragonarlo. Per questo l’album rappresenta la prima parte di un progetto che, affrontando il dualismo, si esprimerà con un secondo disco in uscita fra un anno. Ma i due lavori saranno sempre necessariamente legati l’uno all’altro.
«Abbiamo impostato il lavoro concentrandoci sul rapporto dialettico tra due poli opposti: caos e ordine e, senza entrare in approfondite disquisizioni filosofiche, abbiamo semplicemente rilevato quanto i due poli siano costitutivi della rappresentazione dell’uomo nel mondo in molteplici e pervasive forme, che tra l’altro abbiamo empiricamente sperimentato proprio nella produzione di questo nuovo materiale. Il risultato è un insieme di canzoni schierate su due fronti contrapposti, quasi conflittuali e quindi in relazione tra loro, che per didascalica comodità e chiarezza comunicativa pensiamo come “Bene” e “Male”.» Moostroo
Il disco arriva dopo cinque anni dall’ultima pubblicazione ed è nato con due diverse forme di lavorazione: “alla vecchia”, a partire da demo di chitarra e voce, e “al rovescio”, partendo da brevi suggestioni di jam registrate in sala prove nel periodo pre-pandemico, che hanno preso forma di canzone a posteriori e a cui il testo è stato cucito addosso. Il gruppo ha curato anche tutto il lavoro di post-produzione, introducendo una componente elettronica che è stata una nuova entusiasmante frontiera di ricerca. Franz è il regista della produzione artistica, oltre a dedicarsi alla registrazione e alla regia dell’editing e al mix. Dulco resta la penna del gruppo, dedicandosi a soppesare le parole e ad articolare la melodia, dotando i brani di un’anima e costruendo una narrazione da suggestioni autobiografiche verso immaginari interpretabili all’ascolto. Igor invece maneggia il necessario rinnovamento anche dell’approccio allo strumento, con l’introduzione di una batteria elettronica con campionature. Le suggestioni reciproche sono permanenti e contaminanti.
L’intero progetto è accompagnato visivamente dalla pubblicazione di carte di tarocchi, disegnate da Lucrezia Fontana in arte Aizer, ognuna delle quali si lega a uno dei brani in uscita. I Moostroo sono Dulco Mazzoleni (voce e chitarra classica distorta), Francesco Pontiggia (basso e basso a due corde) e Igor Malvestiti (batteria essenziale ed elettronica). Il suono che ne viene fuori è a tratti grezzo e poderoso senza diventare muscolare e grottesco e a tratti aereo e onirico, spesso denso di passionalità.
 Track by track
https://direzione816.wixsite.com/biografiedcod/trackmoostroo
 Il trio MOOSTROO conta vent'anni sui palchi fuori e dentro le province d'Italia (hanno suonato anche in Argentina, Francia, Spagna, Slovenia, Kosovo) come parte dei Jabberwocky, storica patchanka band di buskers orobici. Indole di strada ironica e beffarda, ma pronta a fare a botte con la serietà dei temi cantati e un centinaio di concerti alle spalle. I concerti arrivano subito e con essi anche un primo EP a nome Dulco Klo Charm. Il cambio di nome coincide con la lavorazione del primo vero disco. Si tratta dell’omonimo “MOOSTROO” pubblicato nel 2014, rigorosamente autoprodotto (“come un autocomplotto” ama dire la band), si avvale della produzione di Stefano Gipponi de Le Capre A Sonagli, il quale insieme al trio ha scelto un suono assai prossimo alla realtà, con pochissima post-produzione e alcune fantasmagorie. Il disco racconta la deformità morale ed esistenziale della provincia e di chi la vive. Nel 2016 autoproducono il secondo disco, “Musica per adulti”. Un disco denso d'amore viscerale, uno sguardo trapassato sull’eterna contemporaneità della relazione sentimentale, particolarmente concentrato su una certa carnalità finalizzata al godimento, tutto il resto è un rigurgito del male del mondo che il MOOSTROO canta per esorcizzarsi. In continuità con il precedente disco, emerge una certa mostruosità sentimentale: quella a distanza ravvicinata. La musica è energica, quadrata e scolpita con dedizione, articolata equilibrando i tre strumenti in modo minimale, dinamico e vibrante con scatti di nervi. Al disco partecipano Leonardo Gatti al violoncello, Giuseppe Falco alla chitarra di Ostinato Amore e Luca Barachetti che canta in Usura, di cui è anche autore del testo. La regia della produzione artistica è di Francesco Pontiggia. Il trio si occupa anche di produrre i propri videoclip. “METEORA” ha riscosso importanti riconoscimenti nel circuito internazionale dei video di animazione.
 Etichetta: Do INK Yourself
 Soundcloud: https://soundcloud.com/moostroo-moostroo
Bandcamp: http://moostroo.bandcamp.com
Instagram: https://www.instagram.com/moostroo
Facebook: http://www.facebook.com/moostrooband
YouTube: https://www.youtube.com/c/MOOSTROOOORTSOOM
 l’altoparlante - comunicazione musicale
www.laltoparlante.it
0 notes
chez-mimich · 3 years
Text
CHRIS PITSIOKOS & MULHOUSE ENSEMBLE
Il jazz è meraviglioso soprattutto quando ci si prepara ad ascoltare qualcosa che poi si rivela essere qualcos’altro. È accaduto anche sabato sera, allo Spazio Nòva di Novara, in occasione del concerto di “Chris Pitsiokos & Mulhouse Ensemble”nell’ambito della stagione invernale di Novara Jazz. Se in un ensemble coabitano strumenti come la chitarra classica e la ghironda, e il gruppo fa riferimento ad una città piantata dentro il cuore dell’Europa, ci si aspetterebbe di ascoltare un jazz “folkeggiante” (stai a vedere che ho inventato un termine nuovo). E invece no, o forse un po’ sì è un po’ no, certo è che, chi vedendo una ghironda, ha pensato di trovarsi immerso in un mondo fatto di elfi ed unicorni, forse è rimasto un po’ deluso, ma chi frequenta la scena del jazz contemporaneo e di ricerca, sa bene che questa ricerca è ormai andata molto oltre quello che si poteva immaginare. Ma si sa che la ricerca si auto-riproduce all’infinito e i traguardi non sono mai visibili, né ben definiti e comunque, e qui sta il bello, non si raggiungono mai. Ecco allora che invece dei boschi incantati si viene catapultati in uno studio della “Scuola di Darmstadt”. Scherzi a parte, al primo ascolto, qualche evocazione folk i magnifici musicisti del “Chris Pitsiokos & Mulhouse Ensemble” lo hanno data, facendola però vorticare subito in un enorme acceleratore di particelle musicali che ha trasformato la primigenia materia in un caleidoscopio di suoni di difficile classificazione (per fortuna), ma certamente segnati da una spiccata ricerca dissonante ed elettronica. Il gruppo, che porta il nome della città dove nel 2020 si è formato l’ensemble, ha incantato per il multiforme colorismo sonoro e per le atmosfere caratterizzate da un jazz di ricerca con “spot” su assonanze decisamente folk. Il bello è però che questo folk non si sa da dove arrivi, molti passaggi soprattutto quelli della chitarra di Nicolas Ingras e della ghironda di Morgan Creze hanno una denotazione folk, ma non una connotazione geografica o etnica precisa. Ed è in questo che risiede l’assoluta originalità di questo Ensemble che, ricordiamolo, è composto da musicisti provenienti da quattro paesi: dagli USA Chris Pitsiokos al sax contralto, dalla Francia Baptiste Defremont al
synth, Morgan Creze alla ghironda, Nicolas Ingrand alla chitarra preparata, Camille Dianoux alle campionature e all’elettronica, Romane Rosser al pianoforte e voce, Siham Maidon al vibrafono, dalla Svizzera Martin Hess al contrabbasso e dall’Italia Nicola Arata alla batteria.
Una mescolanza ormai indispensabile nel jazz, musica di popoli e di idee in movimento. Nel bellissimo concerto di sabato sera, c’è stato spazio per molte altre suggestioni oltre a quelle già citate, che vanno dall’apporto del piano preparato e allo “spechless” asemantico di Romane Rosser, alla batteria assai poco tradizionale di Nicola Arata (che di ricerca, anche sul campo, se ne intende parecchio), al mutevole vibrafono nordico e temperato di Siham Maidon e, naturalmente, al collante dell’intero ensemble, il sax di Chris Pitsiokos che sembra essere il discreto trait-d’union tra le varie individualità e il filo conduttore di un “set” a tratti fluente, ma anche ricco di asperità sonore e che alterna momenti delicati e vagamente melodici a sperimentazioni ardite. Dire quale posto occupino le differenti nazionalità, risulta essere difficile, o per meglio dire arbitrario, perché ormai le contaminazioni hanno contaminato tutto il contaminabile e il jazz, ma anche le arti visive se mi è concessa una riflessione, è la materia stessa di questa contaminazione. Quel che c’è di bello è che dopo il processo contaminatorio, è rimasta la musica, quella di gran qualità ascoltata sabato sera, musica che non annulla le differenze, ma le amalgama rendendo il processo compositivo ed esecutivo ancora più ricco. Ed è molto importante, ancora di più nei tempi tormentati che stiamo vivendo, comprendere che l’insieme è sempre di più della somma delle parti.
Tumblr media
1 note · View note
carol-agostini · 3 years
Photo
Tumblr media
🥰Questa è una delle campionature più soddisfacenti ed emozionanti che ho ricevuto nel 2020 da Francesco De Stefano, una realtà dal sapore d'Irpinia con tutte le sue caratteristiche mediterranee. 🥰Vini di grande complessità organolettica, sensoriale, vini che intrigano palato e anime, vini che inebriano il naso e la mente. 🇬🇧 This is one of the most satisfying and exciting samples I received in 2020 from Francesco De Stefano, a reality with the flavor of Irpinia with all its Mediterranean characteristics. Wines of great organoleptic complexity, sensorial, wines that intrigue palate and soul, wines that intoxicate the nose and mind. . . #life #lifestyle #carolagostini #foodandwineangels #selfie #dayoff #daughters #igers #instacool #followme #unfollow #beyonce #hotel #winelover #winetasting #wine #friends #blog #italia #girl #drinkporn #drink (presso Irpinia) https://www.instagram.com/p/CS_L_poNXrK/?utm_medium=tumblr
1 note · View note
marcocardelli · 3 years
Photo
Tumblr media
25 campionature in questo che oltre ad essere una pietra miliare nel mondo della musica non solo house, assurge con una cover iconica, lo smile di watchmen fumetto dc, a simbolo di tutta la produzione acid house. La collaborazione con i Bitmap Brothers, leggendari game designer nel mondo pc game, nella colonna sonora del computer game Xenon 2 Megablast regala a questo appunto il sottotitolo. Irrefrenabile, incontenibile, una scarica nitro di Fast and Furious⚡️⚡️ . . 💥 . . 🔥 . . #musica #budapest #cancion #mujer #music #sica #love #rock #musician #rap #arte #instagram #live #singer #hiphop #like #guitar #instagood #amor #musically #song #instamusic #dj #trap #art #brasil #follow #marcocardelli (presso Ascoli, Marche, Italy) https://www.instagram.com/p/CRf9fUZhTri/?utm_medium=tumblr
1 note · View note
giuseppe-d-addato · 4 years
Link
Giuseppe D’Addato I lavori saranno eseguiti utilizzando manodopera specializzata nella conservazione dei beni architettonici, con l’ausilio di materiali specifici, tesi alla salvaguardia dell’autenticità storicamente determinata in tutte le sue stratificazioni. La scelta dei colori delle facciate, da realizzare con latte di calce spenta e coloranti con terre naturali minerali, sarà concordata con i funzionari tecnici della Soprintendenza ABAP, in corso d’opera e dopo un’attenta analisi stratigrafica delle pitture esistenti e opportune campionature e prove di laboratorio.
Tumblr media
Il progetto, curato dallo stesso Provveditorato con la collaborazione della Soprintendenza ABAP e del Comune di Napoli, entra così nella fase finale che porterà a far risplendere i bellissimi prospetti neoclassici dell’architetto toscano Antonio Niccolini.
La durata dei lavori prevista dal contratto di appalto sarà di 156 giorni, naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna, in tempo per l’apertura della stagione lirica 2019. L’importo dei lavori di 1° stralcio è di €. 800.000 – cui si farà fronte con il finanziamento previsto dai Fondi Sviluppo e Coesione (ex C.I.P.E.) – e riguarda i prospetti su via San Carlo, compreso il porticato d’ingresso. Il Provveditore alle OO.PP. Giuseppe D’Addato dichiara: “L’intervento è di rilevanza notevole ed è stato volto in primis alla sicurezza per la pubblica incolumità, oltre alla restituzione del grande valore storico, artistico e monumentale dell’edificio patrimonio Unesco. I lavori consistono nel delicato restauro conservativo dei prospetti in stile neoclassico. Con l’occasione verrà rimossa la rete di protezione installata, posta a causa dei numerosi distacchi d’intonaci”.
2 notes · View notes
cinziacreazioni · 7 years
Photo
Tumblr media
#campionature ❤ #bomboniere #comunione #cresina #battesimo #bimbi #matrimonio #nozze #cinziacreazioni #weddingday #strass #natale2017 #confetti #dolce #food #sweet #ballerina #fata #fantastico #alberi #albero #vita #famiglia
0 notes
Text
Mimaki, presentato il nuovo plotter da taglio CF22-1225
Mimaki, presentato il nuovo plotter da taglio CF22-1225
Presentata la soluzione chiavi in mano che rende la produzione di campioni, insegne e cartellonistica più rapida, facile e redditizia, in combinazione con la stampante flatbed JFX200-2513 e il software ArtiosCAD
Milano, 27 ottobre 2017 – Mimaki, leader globale nella produzione di stampanti inkjet di grande formato e sistemi da taglio, ha presentato il nuovo plotterda taglio in pianoCF22-1225 che…
View On WordPress
0 notes
fashionbooksmilano · 5 years
Photo
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Alighiero Boetti  Per filo e per segno
A cura di Laura Cherubini in collaborazione con Maria Federica Chiola
Sagep, Genova 2018, 208 pagine, ISBN  978-8863735444
euro 35,00
email if you want to buy [email protected]
Palazzo Mazzetti di Asti 17 marzo- 15 luglio 2018.
Questo volume si snoda, per campionature, su un doppio binario, percorre una doppia strada all'interno della variegata opera di Alighiero e Boetti. La strada maestra del ricamo e quella altrettanto importante, parallela e quasi speculare della biro. "Quel che la biro rappresenta (rappresentava) per un occidentale, per un afghano è il ricamo, che come una memoria sovraindividuale reca in sé parti della biografia collettiva" ha scritto Jean Christophe Amman, sottile interprete del lavoro di Alighiero Boetti. Si tratta di un concetto che Boetti aveva espresso più volte, ma che Amman mette a fuoco nell'aspetto principale: l'essere ambedue espressioni di memoria collettiva, media attraverso cui un'intera comunità parla. L'aspetto dell'anonimato era fondamentale per l'operazione di Alighiero. È il concetto che rende possibile il suo ruolo di regista, di centrale creativa, sulla base del principio di delega alla manualità altrui. Le mani che intessono gli umili fili di cotone colorato e che vergano i tratti della più povera delle penne infondono all'opera energie che vanno a moltiplicare in modo esponenziale l'energia dell'artista che viene restituita a tutti noi liberandosi nel tempo.
Penna e filo -da qui il titolo per filo e per segno– come conduttori e protagonisti di una poetica fatta di indagine sull’eterno e conflittuale rapporto tra cultura occidentale ed orientale.
Un “dialogo corale” tra le due patrie dell’artista, quella nativa -l’Italia- e quella adottiva, del cuore -l’Afghanistan-, che si snoda tra le opere a penna biro su cartoncino e i ricami: mappe, frasi e pensieri riferiti al tempo, la vera “materia dell’opera” secondo Boetti, che era solito dirsi ladro del tempo dei suoi artigiani.
orders to:     [email protected]
ordini a:        [email protected]
twitter:@fashionbooksmi
instagram:         fashionbooksmilano
                        designbooksmilano
tumblr:               fashionbooksmilano
                        designbooksmilano
3 notes · View notes
46xyfoto · 5 years
Text
Millimetri a Belgrave Square
mario piazza / 10 febbraio 2019
L’invito dell’Istituto di cultura italiano per una conferenza sulla grafica editoriale capitava in un momento pieno di fatiche e apprensioni. A questo si aggiungeva il freddo di gennaio. Certo il cortese invito non poteva essere disatteso, ma sempre più nel mio animo nasceva l’impossibile desiderio di soddisfarlo come se si potesse andare da una stanza all’altra della propria casa. Un possente fremito di domesticità. Il sollievo di conoscere ogni piccolo dettaglio, il conforto di appoggiare lo sguardo su cose da sempre conosciute.
Un desiderio inattuabile. A meno di farne un progetto. Darsi una durata breve, la minima possibile. Di giungere alla meta e muoversi solo a piedi in un perimetro urbano definito e da addomesticare. In poco tempo impadronirsi dello spazio. È un po’ il compito del fare grafica. Entrare in altri mondi, altre storie e cercare di vestirle, di farle sentire comode e all’altezza per mostrarsi uniche. E qui conta anche la pazienza dell’ascolto e una certa dose di maniacale disciplina ordinatrice. Scrivere bene e scrivere con bellezza.
Il particolare conta. È la forma mentis del grafico, si accanisce e affascina per minuzie che nessuno vede, ma che per lui fanno la differenza. È un esercizio di sguardi, che si devono tradurre in segni. Molti anni fa, preso da questa febbre, avevo entusiasmato degli assistenti a un rilievo millimetrico degli ambienti del mio studio. Un appartamento luminoso, in una casa vezzosa degli anni trenta, ma molto trascurata nella manutenzione. Agli ambienti delabré, si era aggiunta la tessitura dei materiali depositati. Una sorta di Merzbau, con modesti fini estetici, a meno che non piacciano magazzini cartacei generati da indemoniati bricoleur. Così per qualche settimana, nei tempi morti del lavoro, fu fotografato lo studio per campionature di pochi centimetri. Non l’insieme, ma il particolare del particolare. Le tazze sporche di caffè, gli interruttori con fogge antiquate (tondi con la scritta «LUCE» per non sbagliare), la ruggine sulle manopole dei termosifoni in ghisa, la polvere fra i tasti del mac. Foto su foto a montare un mosaico che documentava e fermava le stratificazioni dei progetti. Un po’ come ne L’uomo nell’Olocene di Max Frisch. Un prendere appunti e rendersi conto di molto altro. Una diagnosi geologica del nostro lavoro.
Ecco mi prefiggevo di trasformare Belgrade Square nel set di un altro mio esperimento. Come andare in una città e chiudersi in una casa e non uscirne mai. Visitarla, senza visitarla. M i l l i m e t r i c a m e n t e. E così ho fatto.
Qui la casa era una piazza, con un giardino al centro. Una piazza nella piazza. Vegetale, ma con tanto di recinzione. da percorrere dal centro verso l'esterno. Così ho iniziato a percorrere, con calma, il perimetro recintato del giardino. È un giardino, dicono, privato. È il giardino delle proprietà che si affacciano sulla piazza. Chissà se è un'idea dell'architetto neoclassico George Basevi o del secondo marchese di Westminster, Richard Grosvenor, proprietario delle aree o dell'imprenditore edile Thomas Cubitt. Il primo ha un busto in bronzo, del secondo una scultura del padre sir Robert Grosvenor, primo marchese di Westminster, seduto con i fidati cani, il terzo una targa sull'edificio da lui costruito e abitato.
La cancellata è regolare, non troppo alta, tinta di scuro. La corona di alberi ed arbusti non lascia trapelare com'è il giardino al suo interno. E così poi scopro che c'è pure un campo da tennis. Questo giardino mi inquieta, se non fosse per  la sua impeccabile manutenzione neoclassica. Si resta un po' perplessi, come da piccoli: “guardare, non toccare”. È lì, ma distante. E il fatto di non avere angoli retti, ma stondati, inganna e solo a posteriori comprendo che è più vicino al quadrato, che al rettangolo. È distante e disorienta.
Attorno a corona del giardino ci sono dei parcheggi  a “pettine”. Se fossero tutti occupati, dall'alto con un drone vedremmo il verde con una cornice di oggetti metallici. Pietre preziose? No, molti sono furgoni, le auto quasi tutte stanno vicine agli edifici. Furgoni dei lavoratori edili, che incontro e seguo. Parlano lingue straniere. Mi viene alla mente un vecchio film del 1982, Moonlighting di Jerzy Skolimowski. Terribile e fantastico, con Jeremy Iron e tre muratori polacchi. Sarà ancora così, per tenere così linde le lussuose dimore rifinite in stucco bianco, che si affacciano sulla piazza. La cartolina del realismo capitalista. Quel bianco e quel verde che ingenerano questa stasi, questa quiete e tranquillità nel cuore di Londra. La leggera e pulviscolare pioggia amplifica il senso di torpore. Anche le auto, pare non facciano rumore. Questi edifici, pieni di modanature, colonne, timpani, capitelli e bandiere, ai miei occhi sembrano non essere abitati, se non fosse per qualche bagliore offerto dai grandi finestroni. Camminando incontro più muratori e manovali, che ambasciatori, diplomatici, funzionari, addetti stampa, impiegati. Ci saranno ingressi nascosti, più riservati e appartati. Però oltre ai furgoni, c'è qualche Ferrari e Jaguar. Quindi devono essere abitati. I numeri civici sono perfetti, sono composti in Baskerville, quello che in Italia, nei libri, usa Adelphi. Fu una scelta precisa, distintiva, quasi un manifesto rispetto all'Einaudi, che lasciavano e che usava il Garamond. Ad ogni modo queste cifre sono di grande eleganza, hanno quel tocco di incipriatura, che va nozze col candore e il disegno delle facciate. Il dato eccentrico in questa piazza sono le bandiere, non i pennoni con i pomoli dorati, solo le bandiere. Le stoffe variegate che ondeggiano o ammutoliscono. Svaniscono come i volti delle persone in un veloce ripasso della mia esplorazione su Street View, che cancella (dogmatismo dell'algoritmo) pure i volti delle statue.
Dopo aver circumnavigato un paio di volte la piazza, iniziai un'ispezione limitrofa anche incoraggiata dal desiderio di mangiare qualcosa. Nell'atmosfera sospesa del luogo, dove non c'era nulla che potesse assomigliare a un bar mi domandavo dove andassero a mangiare le squadre di manovali dei cantieri. La cosa più semplice fu seguirne uno. Mi portò all'Old English Coffee House, un minuscolo esercizio, in una vietta, Montrose Pl., sul retro dell'Istituto. Minuscolo e frequentatissimo. Lontano dagli standard commerciali, emanava un clima di autenticità. Si confermò come l'oasi nel deserto. Cibi semplici, senza tante storie. E un interrotto flusso, che garantiva comunque una pace. Efficienza british, ma anche una certa bonarietà da vecchia osteria. Oltre ai muratori, era una tappa per il take away dei tassisti.
Un via vai sostenuto. Insomma la storia nella storia. La mia cucina in Belgrave Square. Mi ricordava la minuscola trattoria in cui andavo ai tempi dell'università. Due locali, gestiti da una coppia omosessuale, uno in cucina, l'altro per servire. Stessa efficienza, stesso clima. E nella semplicità un tocco di passione: il gâteaux maison. Al ritorno a casa ho voluto vedere se c'era in rete l'Old English Coffee House. Trovai qualche conferma: “delizioso piccolo caffè. Buon cibo a prezzi bassi per la zona. Perfetto per autisti, operai o agenti segreti”; “quasi tutto il personale è piuttosto scortese”; “un po' piccolo”; “posti a sedere molto stretti”; “il luogo più sporco qui intorno, incredibile il cibo fa schifo e il servizio è ancora peggio”; “The best cafe in London”. Provai un certo entusiasmo, per il mio fiuto e per la geode di Montrose Pl.
Entrai all'istituto per la conferenza, andai nell'ufficio di Nicola e mi accolse una fantastica veduta di Venezia dipinta da Henry Morley (1869-1937).
Ero a casa.
1 note · View note
chez-mimich · 4 years
Text
TUUUMULTUM!
Mentre lo scorso agosto visitavo la mostra “Tuuumultum! Campionature tra arte, musica e rumore dalle collezioni del MART, allestita Casa d’arte futurista Depero a Rovereto, avevo avuto una premonizione, beh forse premonizione è un po’ troppo biblico, diciamo un pensiero funesto. Avrei avuto molto tempo per scrivere questo post in un lockdown prossimo futuro. Purtroppo così è stato e allora eccomi qui a raccontarvi di questa bella ed originale mostra, un itinerario sinestesico e dialogico, tra arti visive e produzione “rumoristica” del Novecento che si snoda a partire dalle origini della musica futurista, legata ai nomi di Luigi Russolo e di Francesco Balilla Petrella, e arriva fino agli Einstürzende Neubauten e ai Throbbing Gristle, passando per “ronzatori” e “crepitatori” futuristi. Un apparato di spartiti, fotografie, manifesti ,oggetti e scritti sull’altra musica. Tante le presenze significative anche tra la musica extra-colta, come Bernard Heidsieck, John Cage, Pierre Boulez, Karlheinz Stockhausen, ma anche la poesia sonora e naturalmente il jazz, anche quello italiano, ben rappresentato dalle locandine dei concerti nei locali milanesi storici, quali l’Arethusa, il Santa Tecla, il Mocambo. Un apparato iconografico quasi esaustivo: ancora locandine del Teatro Dal Verme, che nel 1914 proponeva il “Gran Concerto Futurista d’Intonarumori”,o il libriccino di Luigi Russolo intitolato “L’arte dei rumori” e poi ancora locandine di mostre d’arte famose come “Chopin, partiture per 15 pianoforti” del maggio 1979 alla Rotonda della Besana di Milano o la partitura-monstre di Sylvano Bussotti di “La passion selon Sade” e via via fino alla musica più popolare con i manifesti del Festival del Proletariato Giovanile al Parco Lambro di Milano, dove la musica sperimentale ebbe una parte importante a partire dal magnifico concerto degli “Area” di Demetrio Stratos. Immancabili alcune icone delle musiche delle avanguardie (volutamente al plurale), come i Velvet Underground, con il loro “flexi-disc” allegato al volumone “Andy Warhol’s Index Box”, o come l’affiche di Janis Joplin, allegato a “Oz Magazine”. E poi le copertine di “Re Nudo”, di “Frigidaire” e tante altre pubblicazioni-culto che in quegli anni ho avuto la fortuna di acquistare e leggere. La mostra è stata curata da Nicoletta Boschiero e da Duccio Dogheria ed è accompagnata da un raffinato ed esaustivo catalogo che ho divorato con voracità, senza aspettare il prossimo lockdown...
Tumblr media Tumblr media
5 notes · View notes
carol-agostini · 4 years
Text
IL MIO LAVORO
Tumblr media
Ci sono altri vini che mi devono arrivare???
BUONGIORNO A TUTTI RICORDATEVI IN SEQUENZA:
Tutti i vini che mi arrivano vengono messi in deposito attrezzato, controllo umidità e temperatura, catalogati, si apre una scheda di anagrafica per ogni singola cantina/azienda, all'interno un fascicolo per ogni etichetta di appartenenza.
Creato il faldone per ogni cantina/azienda si procede.Degusto tutti i vostri prodotti.Compilo scheda organolettica e commerciale che io stessa ho creato.
Leggo la vostra storia e tipologia produttiva aziendale.
Tiro le somme su quanto assaggiato e letto facendo un  REPORT CON LE CONSIDERAZIONI FINALI( MARKETING,POSIZIONAMENTO MERCATI, PACKAGING E RESA/QUALITÀ).
SCRIVO SU TESTATE DI SETTORE O RADIO E DIVULGO MEDIATICAMENTE i vostri vini.
SE I VINI RAGGIUNGONO 88 PUNTI LI INSERIAMO IN CARTE DEI VINI, altrimenti rimangono archiviati in attesa di essere presentati ad altre piattaforme commerciali, buyer, advisor, o chi di settore, ristoratori e chef, winebar ed enoteche.Su richiesta da parte di chi conosce il mio operato e livello di selezione, suggerisco le cantine/aziende degustate e archiviate.su richiesta se qualche operatore commerciale di qualsiasi entità mi chiede nuove aziende da selezionare e commercializzare io passo la mia anagrafica senza chiedere nulla in cambio, creando networking.
QUANDO INVIATE la campionatura necessito di:
2 Bottiglie per tipologia.brochure cartacea + SCHEDE TECNICHE VINI ( STATE SERENI, non vi chiedo le analisi di laboratorio ).
Preceduta da mail con collegamenti vari siti o materiale vario sull'azienda e prodotti.
Presentazione telefonica, voglio sentire la vostra passione produttiva nella vostra VOCE.
GRAZIE INFINITE!!!!
Aggiungo quando mandate in giro le campionature, accertatevi di avere a che fare con persone QUALIFICATE!!!
BUON LAVORO A CHI LO MERITA VERAMENTE!!!
LE MIE TEMPISTICHE NON SONO A BREVE TERMINE!!!!!
Carol Agostini
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
orsopetomane · 2 years
Video
youtube
https://bookabook.it/libro/le-vite-concentriche-pablo-fortuna/
Ho un rapporto strano con la musica.
Quando scrivo, solitamente cerco di evitare qualunque elemento “di disturbo”: niente alcool né sigarette (lo stereotipo dell’artista bohémien non fa per me), niente video, messaggi o telefonate; e, nella maggior parte dei casi, niente musica. Per me la musica è una suggestione che può esercitare al meglio la sua influenza solo quando la canzone di turno è finita: paradossalmente, il ricordo del brano ha su di me un ascendente maggiore rispetto al brano in sé; forse perché è distorto dalla fantasia, o forse perché non sono le note a detenere quel particolare potere, ma la risposta emotiva che producono una volta sedimentate, fermentate e stagionate. Dei testi, salvo rare evenienze, m’importa veramente poco. Non che la curiosità di approfondire non s’affacci, ma – e credo la mia sia un’opinione abbastanza popolare – nessun componimento poetico vanterà mai una capacità di sconvolgere e rapire pari a quella di una composizione musicale, quantunque “corrotta” e adulterata dalle parole.
Vi sono, però, delle eccezioni di rilievo. Come non citare il “chaos language” della cantante Emi Evans che, in tandem con l’immenso Keiichi Okabe, ha dato vita a un linguaggio meravigliosamente bastardo in grado di assommare francese, russo, tedesco e molti altri idiomi, ricavandone una parlata che è essa stessa musica? E che dire di quei gruppi focalizzati quasi esclusivamente sulla parte strumentale (Juno Reactor in primis), versatili al punto da conservare il proprio peculiarissimo sound anche lavorando a produzioni animate – specificamente, i corti dello Studio 4°C? Ampliando l’area d’indagine, trovo che le sperimentazioni acustiche dei videogiochi abbiano molto da offrire, in quanto condividono il focus strutturale delle colonne sonore cinematografiche e la carica eversiva tipica delle opere indipendenti. Ulteriori spunti abbondano nei generi che fanno ampio uso di campionature, talvolta del tutto scollegate dalla categoria d’appartenenza: ad esempio, l’ipnotico lo-fi (parente dello shoegaze); o, per chi apprezza ascolti più brutali, l’industrial.
Tutti questi elementi hanno contribuito a intessere il tappeto sonoro su cui poggia “Le vite concentriche di Pablo e Fortuna”, definendone – per adoperare due termini anglosassoni – l’ambience e il mood. Ma all’inizio del post ho affermato che, quando scrivo, non ascolto musica “nella maggior parte dei casi”. Perciò concludo pescando una canzone a caso dalla mia playlist e v’invito a visitare, qualora vi incuriosisse, la pagina del romanzo: https://bookabook.it/libro/le-vite-concentriche-pablo-fortuna/
Potete preordinarlo col 30% di sconto inserendo la parola FORTUNA nell’apposito campo. L’offerta scade domani!
0 notes
giuseppe-d-addato · 4 years
Link
Appuntamento atteso quello di stamane che ha visto la consegna dei lavori al Raggruppamento Temporaneo di Imprese di Roma G.E.R. srl (capogruppo) – S.E.I. 1983 di De Monte Maria Gabriella & C. snc, vincitore dell’appalto, da parte dell’ufficio di direzione dei lavori del Provveditorato stesso. L’intervento di restauro delle facciate neoclassiche sarà di tipo rigorosamente conservativo, sotto la sorveglianza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. I lavori saranno eseguiti utilizzando manodopera specializzata nella conservazione dei beni architettonici, con l’ausilio di materiali specifici, tesi alla salvaguardia dell’autenticità storicamente determinata in tutte le sue stratificazioni. La scelta dei colori delle facciate, da realizzare con latte di calce spenta e coloranti con terre naturali minerali, sarà concordata con i funzionari tecnici della Soprintendenza ABAP, in corso d’opera e dopo un’attenta analisi stratigrafica delle pitture esistenti e opportune campionature e prove di laboratorio.
Tumblr media
Il progetto, curato dallo stesso Provveditorato con la collaborazione della Soprintendenza ABAP e del Comune di Napoli, entra così nella fase finale che porterà a far risplendere i bellissimi prospetti neoclassici dell’architetto toscano Antonio Niccolini. La durata dei lavori prevista dal contratto di appalto sarà di 156 giorni, naturali e consecutivi dalla data del verbale di consegna, in tempo per l’apertura della stagione lirica 2019. L’importo dei lavori di 1° stralcio è di €. 800.000 – cui si farà fronte con il finanziamento previsto dai Fondi Sviluppo e Coesione (ex C.I.P.E.) – e riguarda i prospetti su via San Carlo, compreso il porticato d’ingresso. Il Provveditore alle OO.PP. Giuseppe D’Addato dichiara: “L’intervento è di rilevanza notevole ed è stato volto in primis alla sicurezza per la pubblica incolumità, oltre alla restituzione del grande valore storico, artistico e monumentale dell’edificio patrimonio Unesco. I lavori consistono nel delicato restauro conservativo dei prospetti in stile neoclassico. Con l’occasione verrà rimossa la rete di protezione installata, posta a causa dei numerosi distacchi d’intonaci”.
http://www.provincia.isernia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2265:riunione-con-vice-ministro-giancarlo-cancelleri-co-ministero-infrastrutture-su-problematica-viadotto-sente&catid=22:avvisi&Itemid=49
 https://www.wattpad.com/story/214811285-giuseppe-d-addato
 https://www.paginebianche.it/D/Giuseppe-D'addato.html
 https://www.youtube.com/watch?v=5uaeCe1EezQ
1 note · View note