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pier-carlo-universe · 1 day ago
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Rompi il silenzio: un impegno comune contro la violenza sulle donne. Ogni voce conta: prevenzione, educazione e azione per fermare un dramma globale
La violenza contro le donne è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo, un fenomeno che non conosce confini di età, cultura, religione o status economico.
La violenza contro le donne è una delle violazioni dei diritti umani più diffuse al mondo, un fenomeno che non conosce confini di età, cultura, religione o status economico. Secondo i dati delle Nazioni Unite, una donna su tre nel mondo subisce violenza fisica o sessuale almeno una volta nella vita. Un dramma che richiede una risposta forte e collettiva, basata su educazione, prevenzione e azioni…
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lamilanomagazine · 9 months ago
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Roma: adesca minori su piattaforma di gioco ottenendo video sessualmente espliciti in cambio di denaro. Arrestato 22enne per prostituzione minorile e violenza sessuale
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Roma: adesca minori su piattaforma di gioco ottenendo video sessualmente espliciti in cambio di denaro. Arrestato 22enne per prostituzione minorile e violenza sessuale. La Polizia Postale ha arrestato un cittadino bergamasco di 22 anni, indiziato di aver adescato due ragazzini minori di anni 14 attraverso una piattaforma di gioco online con lo scopo di ottenere video sessualmente espliciti, costringendoli con minaccia o dietro pagamento di somme di denaro. L’attività prende le mosse dalla denuncia sporta presso la Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Rieti dalla responsabile di una casa famiglia la quale riferiva che un ospite di 14 anni aveva ricevuto in chat materiale pedopornografico da uno sconosciuto e la richiesta di produrre video simili che lo ritraessero in atteggiamenti lascivi. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma emetteva prontamente un decreto di perquisizione informatica a carico dell’indagato, eseguita da personale della Sezione Operativa per la Sicurezza Cibernetica di Bergamo, all’esito della quale venivano rinvenuti elementi che riconducevano alla cospicua detenzione di materiale pedopornografico. Una più approfondita e meticolosa analisi dei dispositivi sequestrati rivelava un quadro complessivo decisamente più allarmante. Oltre ad un ingente quantitativo di materiale prettamente pedopornografico detenuto ed in alcuni casi posto in vendita, venivano rinvenute numerose chat con altri minori ai quali veniva richiesto di produrre foto e video a contenuto sessuale. L’uomo, dopo aver carpito la fiducia di un minore romano di 12 anni, proponendosi come un utente di giochi online, lo invitava a partecipare ad una diretta streaming a pagamento nella quale i due compivano atti di autoerotismo, ingaggiando una sorta di gara in una chat di gruppo. Inoltre, l’indagato, celandosi dietro un falso profilo di una giovane ragazza, costringeva lo stesso minore ad inviargli foto degli organi genitali, talvolta dietro minaccia della cancellazione di tutte le password di gioco, altre dietro promessa di invio di una ingente somma di denaro attraverso account PayPal. Gli elementi raccolti consentivano all’Autorità Giudiziaria di richiedere al Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Roma l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere. Si rappresenta ad ogni modo che il presente procedimento penale è ancora nella fase delle indagini preliminari e che il soggetto indagato deve ritenersi non colpevole sino alla condanna definitiva. I progressi nella tecnologia rendono i giochi on line sempre più coinvolgenti offrendo esperienze immersive e multiplayer, dando vita alla creazione di comunità virtuali sempre più spesso frequentate dai ragazzi. E’ proprio qui che i malintenzionati trovano terreno fertile per essere inseriti nei gruppi frequentati da minori fingendosi abili coetanei e assumendo il ruolo di leader. Il Pool “Antiviolenza” della Procura di Roma e la Polizia Postale - Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia online (C.N.C.P.O.) sono impegnati nel contrasto ai reati che vedono i minori come vittime di adescamento o abusi sessuali, spesso documentati da fotografie e video pedo-pornografici che i criminali successivamente vendono, divulgano, cedono o detengono utilizzando la rete e i social-network. Per una maggiore efficacia di tale azione di contrasto, assume particolare rilevanza un’opera di prevenzione e sensibilizzazione di genitori ed educatori che consenta di intercettare i tentativi di contattare e avvicinare i più piccoli con modalità particolarmente insidiose. La Polizia Postale è impegnata in numerose campagne di prevenzione per promuovere un uso consapevole degli strumenti informatici da parte dei ragazzi e invita le famiglie a monitorare con attenzione l’uso che questi fanno delle piattaforme di gioco e dei social network.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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delectablywaywardbeard-blog · 10 months ago
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Pari opportunità Regione critica toni in Consiglio Terni
“Le parole e i toni utilizzati nel dibattito del Consiglio comunale di Terni non corrispondono alla cultura della collettività Umbra tutta, laddove negli anni, con un costante lavoro di rete, sono state portate avanti campagne di sensibilizzazione, convegni, formazione, istituzioni di numeri di telefono di pronto intervento e aiuto, case rifugio, centri antiviolenza. Tutte azioni mirate a ridurre…
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telodogratis · 2 years ago
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Violenza su donne, Ercoli (Differenza Donna): 'campagna McDonald's importantissima'
Violenza su donne, Ercoli (Differenza Donna): ‘campagna McDonald’s importantissima’
Read More(Adnkronos) – “Noi pensiamo che siano importantissime campagne come quella di oggi di McDonald’s che ci aiuta a diffondere la conoscenza in tutta la società del 1522, il numero nazionale antiviolenza e stalking della Presidenza del Consiglio dei Ministri gestito da Differenza Donna. Oggi sappiamo con certezza, a livello scientifico, che l’importante non è dire alle donne di denunciare,…
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carmenvicinanza · 3 years ago
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Kim Bok-dong. Il simbolo delle comfort women
https://www.unadonnalgiorno.it/kim-bok-dong-il-simbolo-delle-200-mila-schiave-sessuali-dei-militari-giapponesi/
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Kim Bok-dong è stata la donna simbolo delle comfort women, le schiave sessuali cinesi e coreane della seconda guerra mondiale, che  lottano per essere riconosciute come vittime dell’esercito giapponese.
Kim Bok-dong era nata il 24 aprile 1926 in Corea del Sud. La sua famiglia era caduta in rovina con la morte del padre e lei aveva dovuto lasciare presto la scuola. Le era stato imposto di mettersi al servizio di una fabbrica militare per tre anni, pena l’accusa di tradimento se la famiglia non avesse acconsentito. Fecero firmare forzatamente un documento a sua madre, che non sapeva leggere. Aveva 14 anni quando fu trascinata via da casa per fare da schiava sessuale, tra il 1940 e il 1945,  ai soldati in Cina, Indonesia, Singapore, Hong Kong e Malesia. Costretta a fare sesso tutto il giorno in tutti i giorni, provò a suicidarsi, come altre giovani, ma la salvarono a furia di lavande gastriche che la mutilarono a vita. Tornata a casa, sette anni dopo, raccontò l’orrore vissuto soltanto a sua madre, che poco dopo morì per un attacco di cuore. Provò a vivere una vita ‘normale’, si sposò ma non riuscì ad avere figli a causa del suo apparato riproduttivo rimasto leso inesorabilmente. Trovò il coraggio di confessare ciò che aveva vissuto soltanto dopo la morte del marito.
All’inizio degli anni Novanta, fu una delle prime a testimoniare e raccontare le orribili esperienze vissute in tempo di guerra, in pubblico e in conferenze sui diritti umani in mezzo mondo.
Fervente femminista e attivista per i diritti umani, ha combattuto ardentemente contro le violenze sessuali, l’imperialismo e i diritti di lavoratori e lavoratrici.
Kim Bok-dong, leader e portavoce delle donne conforto, ha anche fondato il Butterfly Fund per sostenere e aiutare le donne vittime di violenza in ogni parte del pianeta. La farfalla è simbolica dell’uscita dal bozzolo a una vita più leggera perché costituita di verità e lotta per la dignità umana. Il fondo ha aiutato delle donne in Congo che, a loro volta, hanno creato dei centri antiviolenza e anche donne vietnamite che avevano subito lo stesso destino durante la guerra.
Con le sue lotta ha ottenuto dal governo giapponese le scuse formali, la correzione della storia nei libri scolastici per raccontare la verità sulle schiave e costrette a servigi sessuali non consenzienti.
Ha istituito l’appuntamento settimanale di protesta del mercoledì davanti all’ambasciata giapponese di Seoul, appuntamento al quale non è mai mancata in trenta anni. A poco a poco, tante donne rese schiave come lei hanno avuto il coraggio di parlare e si sono unite alle proteste e rivendicazioni.
Dal 1992 ha vissuto nella Casa della Condivisione, dove ha partecipato a un programma di arte terapia e da allora non ha mai smesso di dipingere, per raccontare, per liberarsi. le sue opere sono state incluse in varie campagne di sensibilizzazione e educazione.
Si è spenta il 28 gennaio a 92 anni a Seoul.
Donne conforto, è un eufemismo usato per definire le oltre 200 mila ragazze che, durante la Seconda Guerra Mondiale, furono forzate a servire come schiave sessuali dei militari giapponesi.
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forzaitaliatoscana · 4 years ago
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Ripani: Femminicidio, occorre rivoluzione culturale
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La deputata di Forza Italia Elisabetta Ripani: "Femminicidio, tremenda piaga sociale. Occorre rivoluzione culturale" A pochi giorni dalla ricorrenza del 25 novembre, che celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si registra l’ennesimo caso di femminicidio, stavolta in zona Capalbio nel grossetano. Un’emergenza drammatica che sta crescendo in modo esponenziale: in Italia una donna uccisa ogni 72 ore, una ogni 48 durante il periodo del lockdown; in Toscana 117 dal 2006 al 2019. Numeri che devono risvegliare le coscienze e non devono restare confinati al ricordo del 25 novembre. Il femminicidio e, in generale, la violenza sulle donne non devono essere avvertiti come un ‘fatto privato’ ma come una vera e propria piaga sociale che riguarda in modo trasversale l’intera collettività. Le importantissime campagne di sensibilizzazione, il prezioso lavoro dei centri antiviolenza e gli interventi di natura legislativa non bastano da soli per eliminare questo aberrante fenomeno. Serve un cambio radicale di mentalità: donne e uomini, famiglie, scuola e istituzioni hanno un ruolo di primo piano per cambiare quei paradigmi culturali in cui può annidarsi il germe della violenza, per educare al rispetto della vita e della libertà, per promuovere l’uguaglianza di genere contro ogni forma di discriminazione. Questo è un tema sui cui politicamente è vietato dividersi e su cui c’è ancora molto da lavorare. Ogni donna violentata fisicamente o psicolo Read the full article
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paoloxl · 5 years ago
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(via Roma, 23 novembre: Manifestazione nazionale contro la violenza maschile e di genere :: Il pane e le rose - classe capitale e partito)
Il prossimo 23 novembre la marea femminista e trans femminista tornerà a invadere le strade di Roma per manifestare contro la violenza di genere. La CUB Donne aderisce alla manifestazione organizzata da Non Una Di Meno perché siamo convint* che sia arrivato il momento di alzare il livello della lotta, non più semplice difesa dei diritti, ma rivendicazione e conflitto. In tutto il mondo le donne sono in lotta contro la recrudescenza dell’oppressione del potere capitalista, patriarcale, razzista e colonialista, dal Sud America al Medio Oriente, dall’Africa all’Europa, senza dimenticare le compagne Curde che stanno combattendo per la libertà e la democrazia, contro l’offensiva autoritaria del governo Turco. Crescono ovunque ideologie e partiti politici che, più o meno manifestamente, intendono riportare le donne tra le mura domestiche; l’ultimo esempio, in ordine di tempo, è quello della Spagna, in cui Vox, partito reazionario e apertamente antifemminista, è diventato il terzo nel paese. In Italia la discontinuità con il governo precedente è solo proclamata: il nuovo esecutivo non sembra intenzionato ad affrontare in maniera strutturale i temi che stanno minacciando la democrazia e la libertà di donne, omossessuali, LGBTQIPA+ e migranti. . Le donne continuano a morire, una ogni 72 ore, il più delle volte per mano del proprio partner; continuano le violenze e le discriminazioni contro i transessuali e gli omosessuali. I mezzi d’informazione riportano le notizie utilizzando un linguaggio completamente inadeguato, che tende a giustificare gli autori di violenza e rivittimizza le donne, reiterando pregiudizi e preconcetti. Questo linguaggio, che offende e reifica le donne, non può più essere tollerato! . Il Codice Rosso, tanto sbandierato dal governo giallo-verde, ha dimostrato tutta la sua insufficienza e inefficacia, dal momento che non stanzia nemmeno un euro in più nella prevenzione e nella repressione della violenza di genere. È l’ennesima dimostrazione dell’inutilità dell’inasprimento delle pene, poiché la violenza di genere non è un evento emergenziale, ma un fatto sistemico e strutturale che deve essere affrontato in modo radicale, attraverso la formazione del personale dei servizi sanitari e delle forze dell’ordine e il finanziamento dei centri antiviolenza.. . Dopo oltre 40 anni dall’approvazione della legge 194, la diffusione dell’obiezione di coscienza impedisce di fatto l’esercizio del diritto di aborto e il ricorso alla pillola abortiva, criminalizzando le donne che vi fanno ricorso. . Il DDL Pillon sembra definitivamente accantonato, ma nei tribunali si continua a fare ricorso alla PAS (Sindrome da alienazione parentale) nelle cause di divorzio, per allontanare i figli dalla madre: uno strumento ritorsivo contro le donne che hanno iniziato percorsi di liberazione dalla violenza. . L’indipendenza economica è condizione indispensabile per l’autonomia e la liberazione dalla violenza e dallo sfruttamento, tuttavia il lavoro è sempre più precario e mal retribuito; migliaia sono le donne che sono costrette a licenziarsi dopo la nascita di un figlio, perché non riescono a conciliare la vita lavorativa e quella familiare; il part time involontario è sempre più diffuso; in media le donne guadagnano il 23% in meno degli uomini, a fronte dello stesso impegno lavorativo. Il lavoro riproduttivo, gratuito, continua a gravare in massima parte sulle spalle delle donne ed è un sostitutivo del welfare. . Gli spazi femministi e trans femministi, come Lucha y Siesta e la Casa Internazionale delle Donne, sono sotto attacco in tutto il paese, i consultori ricevono sempre meno finanziamenti e le città sono sempre più militarizzate, in nome di una ideologia securitaria che limita i diritti di tutti. Lottiamo per la moltiplicazione degli spazi femministi e trans femministi, la riappropriazione degli spazi cittadini, perché la vera sicurezza si ottiene con la presenza sui territori, l’accoglienza e la condivisione delle esperienze. . Vogliamo unire la nostra voce a quanti lottano per la difesa dell’ambiente, non solo i grandi movimenti globali, ma anche le pratiche locali e territoriali, contro il sistema capitalistico e patriarcale che ha depredato le risorse ambientali, sfruttato i territori, avvelenato l’aria e l’acqua. La crisi ecologica che stiamo vivendo pesa particolarmente sulle donne, che in molte zone del mondo, rappresentano la maggioranza della forza lavoro delle campagne e costituiscono l’80% dei rifugiati climatici. Il 23 novembre saremo in piazza ancora una volta, con le compagne di NUDM, per dare corpo e gambe alle nostre rivendicazioni, perché vogliamo rovesciare il sistema patriarcale e capitalista che opprime e sfrutta le persone e l’ambiente. La marea femminista ha rotto gli argini e vuole diventare rivolta! Sabato 23 novembre, ore 14,00 Piazza della Repubblica Roma
Cub Donne
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italianaradio · 5 years ago
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MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/monasterace-lo-sportello-antiviolenza-condanna-quanto-accaduto-a-locri-la-notte-del-6-gennaio/
MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio
MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio
MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio Lente Locale
R. & P.
“Abbiamo appreso con sgomento la notizia che nella notte del 6 gennaio scorso, a Locri (RC) a pochi kilometri da Monasterace, dove pochi mesi fa è sorto lo Sportello Antiviolenza Comunale>> si è consumato il tentativo del compagno, di uccidere una giovane donna, con lui convivente da poco meno di 24 ore! Manifestiamo vicinanza alla donna, fortunatamente sopravvissuta e condanniamo il vile gesto. Di genere si muore!”.
Una frase, questa, che racchiude il senso profondo della triste realtà in cui viviamo, donne uccise o aggredite  barbaramente da colui che diceva di amarle e di proteggerle. Da qui la necessità delle campagne di sensibilizzazione e di divulgazione contro ogni forma di violenza, di cui lo Sportello Antiviolenza di Monasterace si fa portavoce sul territorio anche in collaborazione e in rete con le Istituzioni, Forze dell’ordine con le altre associazioni.
Questo quanto condiviso dalla  dott.ssa Sandra Marzano e dall’avv. Jessica Tassone, referenti dello Sportello Antiviolenza del Comune di Monasterace.
MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio Lente Locale
MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio Lente Locale
R. & P. “Abbiamo appreso con sgomento la notizia che nella notte del 6 gennaio scorso, a Locri (RC) a pochi kilometri da Monasterace, dove pochi mesi fa è sorto lo Sportello Antiviolenza Comunale>> si è consumato il tentativo del compagno, di uccidere una giovane donna, con lui convivente da poco meno di 24 ore! […]
MONASTERACE Lo Sportello Antiviolenza condanna quanto accaduto a Locri la notte del 6 gennaio Lente Locale
Francesca Cusumano
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pier-carlo-universe · 1 day ago
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Orange the World: la Provincia di Alessandria si tinge di arancione per dire no alla violenza sulle donne
Un’iniziativa globale che coinvolge 26 istituzioni locali nel decennale della campagna contro la violenza di genere
Un’iniziativa globale che coinvolge 26 istituzioni locali nel decennale della campagna contro la violenza di genere Ogni 11 minuti, una donna nel mondo è vittima di femminicidio, spesso per mano di un partner o di un familiare. Per contrastare questa emergenza globale, il programma “Orange the World”, nato nel 2014 sotto l’egida delle Nazioni Unite, si propone di sensibilizzare le comunità e le…
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lamilanomagazine · 1 year ago
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Verona, lo sport scende in campo contro la violenza di genere
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Verona, lo sport scende in campo contro la violenza di genere. «Cosa stiamo facendo per cambiare le sorti della violenza maschile sulle donne, per arginare il fenomeno tragico e radicato della violenza di genere, questa terribile piaga della nostra società che trova radice in una cultura patriarcale di prevaricazione, di coercizione, di sopruso e di annullamento dell’altro - dove l'altro è la donna, e che riguarda ciascuno e ciascuna di noi? È in atto uno profondo cambiamento della società, che deve essere seguito dal cambiamento dell’alfabeto e del linguaggio delle relazioni tra uomini e donne, un cambiamento che è epocale e l’efferatezza degli eventi di violenza che accadono quasi quotidianamente, come quello che ha riguardato la giovanissima Giulia Cecchettin, dimostra che i giovani uomini non hanno gli strumenti per comprendere e accettare la conquistata libertà delle donne di autodeterminarsi, l’identità complessa delle donne e il valore della loro differenza. E se anche noi adulti stentiamo a capire il cambiamento della società in tal senso dobbiamo informarci e formarci, noi adulti come i più giovani, noi adulti anche per aiutare i più giovani. Questo vuol dire ‘riguarda anche te’, vuol dire che il fenomeno della violenza maschile sulle donne riguarda e deve impegnare ciascuno di noi, individualmente e come parte della comunità». Con queste parole ieri la vicesindaca e assessora alla Parità di genere Barbara Bissoli ha introdotto la presentazione di un importante progetto per sensibilizzare cittadini e cittadine sulla violenza di genere attraverso le sport, considerato come importante strumento per trasmettere i valori del rispetto dell’altro e delle differenze di genere. Le principali società sportive veronesi hanno infatti aderito così alla campagna di sensibilizzazione promossa dal Comune in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, con una serie di iniziative sul campo in occasione dei prossimi incontri e non solo. In programma diverse aste benefiche a favore del Centro comunale Antiviolenza Petra e della Casa della Giovane, ma anche campagne social realizzate dagli atleti e dalle atlete, incontri nelle scuole e percorsi di formazione per gli istruttori sportivi. Una rete che trova la sua forza nell’impegno profuso dall’Amministrazione per coinvolgere più soggetti possibili nella battaglia contro la violenza di genere e che, al fianco della vicesindaca Barbara Bissoli, vede l’impegno della consigliera comunale con delega alle Pari opportunità Beatrice Verzè, che ha chiamato a raccolta il mondo sportivo veronese coinvolgendolo nel progetto del Comune riguarda anche te. Tutte le società hanno risposto presente. Un si non solo all’iniziativa legato al 25 novembre ma anche alla presa di coscienza che è necessario avviare un percorso di dialogo e formazione dei ragazzi che educhi al rispetto dell’altro e della sua libertà. Cosa succedere nei campi di calcio, pallavolo e basket veronesi nel prossimo fine settimana? Tutti i giocatori e le giocatrici indosseranno sia in allenamento che in partita una Patch dedicata con lo slogan “Riguarda anche te”. Accadrà in occasione di Hellas Verona-Lecce del 27 novembre, il  26 novembre in occasione del Match tra Hellas verona Women e Tavagnacco, sempre il 26 novembre nella partita tra Verona Volley e Perugia; sabato 2 dicembre, in occasione dell'incontro di campionato tra Virtus Verona e la Triestina. Tutte le magliette saranno poi oggetto di aste benefiche organizzate dalle società sportive il cui ricavato sarà devoluto a enti e associazioni del territorio che si occupano di violenza di genere.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Macerata: sottoscritto il Protocollo d’intesa per aiutare le donne vittime di violenza, arriva la “Valigia di salvataggio”
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Macerata: sottoscritto il Protocollo d’intesa per aiutare le donne vittime di violenza, arriva la “Valigia di salvataggio”. In occasione della Giornata Internazionale della Donna, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per il sostegno e la promozione di azioni condivise finalizzate alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della violenza di genere nell’Auditorium della Biblioteca Mozzi Borgetti. Il documento nasce grazie al progetto “Valigia di salvataggio” dell’associazione “I diritti civili nel 2020 - Salvabebè/Salvamamme”, e ha come obiettivi quelli di rafforzare e ampliare la rete di soggetti impegnati nel contrasto della violenza di genere sostenendo la donna nel percorso di uscita dalla violenza, di instaurare un rapporto di sistematica collaborazione per informare la popolazione in merito all’esistenza del progetto e delle modalità per accedervi e in ultimo promuovere campagne di informazione e sensibilizzazione. L’Associazione Salvamamme fornirà, ai Centri Antiviolenza del territorio della provincia, un kit per le prime necessità, anche dei minori eventualmente presenti, in caso di allontanamento urgente dalle mura domestiche e successivo collocamento in struttura protetta. Ed è proprio nell’ottica di intervenire sempre prima, sempre più tempestivamente che si vuol dare un segnale di “salvataggio” che vada insieme e oltre l’intervento di polizia per violenza tra le mura domestiche. La “Valigia di Salvataggio” è nata per fare fronte alle richieste di aiuto delle vittime di violenza che scelgono di allontanarsi rapidamente da una casa che può diventare una trappola mortale e che, al momento della fuga, non hanno il tempo né il modo di portare con sé oggetti personali. I primi giorni di allontanamento, infatti, costituiscono un momento critico, una zona rossa all’interno della quale la donna è confusa, spesso terrorizzata, può subire pressioni esterne, minacce e quindi è essenziale che abbia un primo aiuto tempestivo, che la metta al sicuro fino più a indirizzarla verso strutture adeguate. A loro, che non devono “tornare indietro” viene consegnata una valigia che, oltre ai di beni di prima necessità, prevede, a seconda dei casi, servizi di accoglienza, sostegno psicologico e legale e quanto necessario, accompagnandole alla presa in carico. Ogni valigia, composta per taglie e in base alla stagione contiene biancheria intima, un paio di scarpe e di pantofole, maglie, pantaloni, vestiti, guanti e cappello, capospalla e prodotti per l’igiene personale. Ampia la platea dei sottoscrittori del protocollo formata dalla Polizia di Stato - Questura di Macerata nella persona del Questore Vincenzo Trombadore, il Comune di Macerata – Assessorato alle Politiche sociali e Pari opportunità con il vice sindaco e assessore Francesca D’Alessandro, l’Ambito territoriale sociale n. 15 con la dirigente Carla Scarponi, la Provincia di Macerata con il consigliere delegato alle Pari opportunità Laura Sestili e l’associazione “Salvabebè/Salvamamme” con il direttore Katia Pacelli. Presenti anche il vice questore della Polizia di Stato e dirigente della Divisione anticrimine della Questura di Macerata Patrizia Peroni, Sabrina De Padova presidente del Consiglio delle donne di Macerata, Valentina Ugolinelli vice presidente della Commissione Pari opportunità della Regione Marche Marika Marinsalti, che sarà la corrispondente per il nostro territorio dell’associazione “Salvabèbè/Salvamamme”, ed Emanuele Panunti entrambi per di Banca Macerata Rugby e Massimiliano Bizzozzero Fiamme Oro Rugby, testimonial dell’associazione. “Ancora una volta il lavoro in rete, tra partner istituzionali e non, è fondamentale – ha detto il Questore Vincenzo Trombadore - perché è proprio l’approccio integrato è quello che consente alle donne che vivono in situazioni di difficoltà di sentire che intorno le Istituzioni lavorano assieme ed in un’unica direzione: riuscire a fare quadrato contro la violenza, nell’esclusivo interesse delle vittime” “Con la firma di questo protocollo intendiamo proseguire nel percorso intrapreso per essere al fianco delle donne vittime di violenza. attraverso un lavoro collegiale e trasversale che interessi tutto il nostro territorio - ha affermato il vice sindaco e assessore alle Politiche sociali e Pari opportunità Francesca D’Alessandro -. Ognuno per la propria competenza, si collabora alla costruzione di una rete solida, come recitano le finalità del protocollo, in grado di affrontare i fenomeni dello stalking, della violenza e del maltrattamento. Il sostegno alle donne nel loro percorso di uscita dalla violenza passa anche per la tempestività delle azioni da intraprendere. Per tale motivo bisogna agire con la massina celerità, fornendo risposte in grado di assistere e proteggere le donne in momenti particolarmente delicati della propria storia personale. Prevedere la presenza dell’associazione ‘Salvabebè/Salvamamme’ nel nostro territorio, è pertanto un’azione concreta condivisa con il Centro antiviolenza, per essere sempre di più parte attiva in questa battaglia da intraprendere per proteggere le donne maltrattate.”... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Sassari, continuano le iniziative contro la violenza di genere
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Sassari, continuano le iniziative contro la violenza di genere. Il Comune di Sassari, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza di genere, ha organizzato e patrocinato una serie di iniziative per tenere alta l’attenzione sul tema. Tutto il programma si inserisce nel percorso "Non solo un giorno" iniziato nel 2019. Il 25 novembre sono previsti due incontri per affrontare diversi aspetti del drammatico fenomeno. La mattina, alle 11, si riunirà a Palazzo Ducale il Consiglio comunale in seduta solenne. Interverranno ospiti autorevoli, che quotidianamente lavorano in prima linea contro la violenza di genere e al fianco delle vittime. L’incontro andrà in streaming e sarà poi caricato integralmente nel sito del comune di Sassari. Il pomeriggio, dalle 15.30, nella sala Langiu del Comando di via Carlo Felice, si terrà il convegno "Linguaggio, discriminazione e violenza”, organizzato dalla cooperativa sociale Porta Aperta in qualità di ente gestore del servizio antiviolenza Progetto Aurora per il PLUS di Sassari. L’evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Sassari, l’Università e il Centro interdisciplinare di Ateneo A.R.G.IN.O. Filo conduttore del convegno è il linguaggio come veicolo di stereotipi di genere, connessi a comportamenti discriminatori e violenti. Saranno presenti anche insegnanti, alunne e alunni dell’Istituto Comprensivo Monte Rosello Basso che hanno svolto un percorso laboratoriale con Progetto Aurora. Proseguono anche le due campagne informative contro la violenza di genere, già avviate nelle scorse settimane. La Polizia locale continua gli incontri nelle scuole superiori per parlare di codice rosso e revenge porn e da tempo è presente negli spazi offerti gratuitamente dal centro commerciale Porte di Sassari con materiale informativo sul tema. Il 25 novembre sarà nella galleria, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20, con personale altamente qualificato pronto a cogliere anche il minimo accenno di richiesta d’aiuto, che saprà poi gestire col più attento riserbo. Gli agenti indosseranno magliette con una grafica particolarmente forte e di impatto, distribuiranno rose alle donne e a chiunque daranno materiale informativo per sensibilizzare e confrontarsi con cittadine e cittadini sul tema del codice rosso, violenza di genere e revenge porn, che purtroppo riscontra un aumento sensibile sia delle vittime sia degli autori, anche in età adolescenziale. Sarà anche presentato il progetto "#Iononcondivido" che ha coinvolto studentesse e studenti dei licei e delle scuole superiori di Sassari. Il 27 dalle 10 alle 11, il 28 dalle 15 alle 16 e il 30 dalle 17 alle 19, negli stessi spazi sarà presente un’educatrice della cooperativa Porta Aperta, che gestisce il progetto Aurora. Negli stand informativi, fortemente voluti e coordinati dal Comune di Sassari, sono date tutte le informazioni sul centro antiviolenza, che fornisce un supporto gratuito alle donne che subiscono violenza, maltrattamenti e stalking. Inoltre, in piazza Moretti, alle 16,30 del 25 novembre, le commissarie della Commissione Pari Opportunità porteranno dei fiori sulla panchina dedicata a Monica Moretti. Sarà presente la compagnia Arabesque che invita i partecipanti a portare qualcosa di rosso. L'attrice Lella Cucca leggerà poesie di Maria Antonietta Macciocu. Grazie a Engie, che ha proposto e organizzato completamente l’iniziativa, Palazzo Ducale sarà illuminato di rosso il 25 novembre, per la campagna “La violenza sulle donne è #Insostenibile”. La facciata sarà colorata di rosso da mezzanotte all’alba e dalle 17 a fine giornata. Infine sabato 26 in viale Trento sarà colorata di rosso una panchina, diventando così non solo un simbolo della lotta contro la violenza, ma anche uno strumento di pubblica utilità dal momento che sulla stessa panchina verrà apposta una targhetta con i contatti email e telefonici di Scarpetta Rossa Aps, strutturata per aiutare le donne che subiscono violenze e maltrattamenti. L’iniziativa, patrocinata dal Comune, è promossa dal Gruppo Abbi con l’insegna Tuttigiorni, che ha aderito alla campagna “Non solo un simbolo” dell’associazione Scarpetta Rossa aps. La panchina sarà inaugurata in una diretta live streaming il 26 novembre alle 15 in contemporanea con tutti gli altri Comuni italiani aderenti.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Sassari, il Comune contro la violenza di genere
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Sassari, il Comune contro la violenza di genere.   Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale contro la violenza di genere. Per l’occasione il Comune di Sassari anche quest’anno ha organizzato e patrocinato una serie di iniziative, tra cui stand informativi, convegni e il Consiglio comunale riunito in seduta solenne. Già dalle scorse settimane sono partite due importanti campagne contro la violenza di genere. La Polizia locale continua gli incontri nelle scuole superiori per parlare di codice rosso e revenge porn, e da tempo è presente negli spazi offerti gratuitamente dal centro commerciale Porte di Sassari con materiale informativo sul tema. Il 25 novembre sarà nella galleria mattina, pomeriggio e sera, con personale altamente qualificato pronto a cogliere anche il minimo accenno di richiesta d’aiuto, che saprà poi gestire col più attento riserbo. Gli agenti indosseranno magliette con una grafica particolarmente forte e di impatto, distribuiranno rose alle donne e a chiunque daranno materiale informativo per sensibilizzare e confrontarsi con cittadine e cittadini sul tema del codice rosso, violenza di genere e revenge porn, che purtroppo riscontra un aumento sensibile sia delle vittime sia degli autori, anche in età adolescenziale. Sarà anche presentato il progetto "#IONONCONDIVIDO" che ha coinvolto studentesse e studenti dei licei e delle scuole superiori di Sassari. Il 22 novembre, dalle 14.30 alle 15.30, il 27 dalle 10.00 alle 11.00, il 28 dalle 15.00 alle 16.00 e il 30 dalle 17.00 alle 19.00, negli stessi spazi sarà presente Alessandra Ricci, educatrice nella Casa di accoglienza per donne vittime di violenza, della cooperativa Porta Aperta, che gestisce il progetto Aurora. Negli stand informativi, fortemente voluti e coordinati dal Comune di Sassari, sono date tutte le informazioni sul centro antiviolenza, che fornisce un supporto gratuito alle donne che subiscono violenza, maltrattamenti e stalking. I contatti di Progetto Aurora sono: sede del Centro Antiviolenza in via dei Mille 61, aperto dal lunedì al giovedì dalle 9.00 alle 13.00, il venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e il pomeriggio il martedì dalle 15.00 alle 18.00. Per informazioni e appuntamenti è possibile chiamare lo 079 21 03 11, il numero verde 800 042 248 (è possibile lasciare un messaggio e si verrà richiamate), oppure scrivere a [email protected]. Il 22 novembre, alle 15.30, è inoltre prevista una conferenza, organizzata dalla commissione Pari Opportunità del Comune insieme all’Università di Sassari e all’Unione forense per la tutela dei diritti umani. L’incontro, nell’aula magna dell’Università, ricorda le vittime di maltrattamenti, abusi e femminicidi e punta a combattere le discriminazioni e le disuguaglianze di genere. Si tratta di un confronto tra ospiti autorevoli, per riflettere e proporre strumenti di contrasto alla violenza. Il 25 novembre, oltre agli stand della Polizia locale, ci sarà un Consiglio comunale riunito in seduta solenne e il pomeriggio un convegno dal titolo "Linguaggio, discriminazione e violenza", organizzato da Porta Aperta nell'ambito delle attività di sensibilizzazione sulla violenza nei confronti delle donne, svolte da Progetto Aurora che la cooperativa ha in gestione per il Plus di Sassari. Inoltre, in piazza Moretti, alle 16.30 le commissarie della Commissione Pari Opportunità porteranno dei fiori sulla panchina dedicata a Monica Moretti, divenuta il simbolo a Sassari per ricordare tutte le donne uccise violentemente. Sarà presente la compagnia Arabesque diretta da Maria Grazia Deliperi che inviterà i partecipanti a portare un nastro o qualcosa di rosso. L'attrice di prosa Lella Cucca leggerà alcune poesie di Maria Antonietta Macciocu.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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lamilanomagazine · 2 years ago
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Frosinone, un progetto contro la violenza di genere
Frosinone, un progetto contro la violenza di genere. La scoperta della declinazione al femminile della città nell'ambito di un progetto più ampio dedicato alla prevenzione e al contrasto della violenza di genere, per l'empowerment delle donne e promozione delle pari opportunità: si presenta così "A spasso per la città... Alla scoperta della toponomastica femminile", l'iniziativa promossa dal Comune di Frosinone su indirizzo dell'assessore alle politiche sociali Fabio Tagliaferri. «Raggiungere l'uguaglianza di genere non è solo un obiettivo importante in sé e per sé, ma anche un requisito per raggiungere l'Agenda 2030 e un futuro sostenibile per tutti – ha dichiarato il sindaco di Frosinone Riccardo Mastrangeli –. L’iniziativa promossa dal Comune mediante l'assessorato di Fabio Tagliaferri intende, inoltre, sensibilizzare anche sulle attività di contrasto alla violenza di genere, una tematica che troppo spesso è al centro di terribili eventi di cronaca. La violenza rappresenta il lato patologico del rapporto tra uomo e donna: una relazione, intesa nella sua normale fisiologia, deve invece comprendere crescita, condivisione, fiducia, rispetto, che costituiscono valori diametralmente opposti a qualsiasi degenerazione o abuso».  «Il Comune di Frosinone – ha dichiarato l'assessore Tagliaferri – intende realizzare, tutto l'anno, attività di sensibilizzazione sulla pari dignità e sul rispetto tra uomo e donna, insieme a campagne informative ad hoc volte a proporre modelli positivi nelle relazioni tra uomo e donna. In particolare, per "A spasso per la città... Alla scoperta della toponomastica femminile", l'amministrazione ha richiesto un contributo regionale, da aggiungersi al cofinanziamento comunale, per portare avanti il progetto in collaborazione con enti del terzo settore, dotati di specifici requisiti e iscritti negli appositi albi. La proposta progettuale, dunque, è stata predisposta in collaborazione con i due organismi che gestiscono i centri antiviolenza ubicati sul territorio dell'Ente e precisamente l'associazione Auser e la cooperativa Diaconia. "A spasso per la città... Alla scoperta della toponomastica femminile" – ha concluso l'assessore Tagliaferri - prevede, dunque, attività di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, recupero del valore storico femminile attraverso ricerca, raccolta e catalogazione di carte antiche e toponomastica del nostro territorio, al fine di recuperare il valore storico delle donne attraverso l'intitolazione di luoghi pubblici. L'amministrazione, infatti, intitolerà un istituto scolastico a una donna vittima della violenza di genere e, nello stesso istituto, sarà realizzato un murale sul tema».... Read the full article
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paoloxl · 7 years ago
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Ancora in piazza a un anno di distanza dalla marea femminista. La rete Non una di Meno ha prodotto un piano femminista di contrasto alla violenza maschile, si è organizzata capillarmente in decine e decine di nodi, ha vissuto delle lotte che hanno attraversato lo sciopero transfemminista globale dell'8 marzo. Un anno in cui la violenza mediatica e istituzionale nei confronti è balzata alle cronache anche grazie a una rinnovata capacità di ribellarsi e lottare per una giustizia sociale e di genere contro il dominio patriarcale strutturale nella società. Sabato scenderà in piazza la “forza di migliaia di donne, trans e queer unite che si riconoscono nel #Metoo, Anche Io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme”. Pubblichiamo di seguito l'appello integrale dal sito della rete.     Siamo la marea che ha attraversato le strade di Roma lo scorso 26 novembre.Siamo le stesse che l’8 marzo hanno costruito il primo sciopero globale insieme alle donne di tutto il mondo, dalla Polonia all’Argentina, dagli Stati Uniti alla Turchia, dalla Spagna al Brasile. Il prossimo 25 novembre inonderemo di nuovo le strade di Roma, per lanciare un messaggio chiaro: non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza maschile e di genere in tutte le sue forme. In un anno di mobilitazioni, campagne, assemblee nazionali e tematiche, mettendo in rete esperienze e saperi femministi, abbiamo scritto un Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, uno strumento di lotta e di rivendicazione, un documento di proposta e di azione che porteremo in piazza a Roma il 25 novembre. Un documento politico femminista che considera la violenza maschile e di genere come fenomeno strutturale e sistemico, che non può essere affrontato aumentando le pene dei reati o con approcci emergenziali ma a partire dall’esperienza dei centri antiviolenza e del movimento femminista. Per contrastare la violenza maschile e di genere nella sua complessità, non vogliamo più polizia nelle strade e nemmeno assistenza, ma autonomia, libertà e giustizia sociale! Combattere la violenza maschile e di genere significa mettere in discussione la cultura e i rapporti sociali che la sostengono. Non abbiamo bisogno di tutori o guardiani, non siamo vittime e non ce la siamo cercata. Lottiamo per un cambiamento strutturale, a partire dalla scuola, dal lavoro, dalla salute, dall’amministrazione della giustizia e dai media, pretendiamo il rispetto dei nostri percorsi di libertà e autodeterminazione e della nostra indipendenza. Per questo reclamiamo i mezzi e le risorse per autodeterminarci e scegliere sulle nostre vite. Il Piano è il nostro programma di lotta contro la violenza patriarcale e capitalistica. Non ci fermeremo di fronte agli stupri e femminicidi quotidiani. Non ci fermeremo fino a quando non otterremo la libertà dalla violenza sessista che viviamo nei posti di lavoro, dalle molestie, dalle discriminazioni e dagli abusi di potere, ma anche quella quotidiana dello sfruttamento e della precarietà. Non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza che viviamo quando i tagli di bilancio programmati dai governi nazionali ed europei impoveriscono le nostre vite e attaccano i centri antiviolenza e la loro autonomia. Non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza sui social media e dei giornali, che ci colpevolizzano o vittimizzano silenziandoci. Non ci fermeremo finché non saremo libere dalla violenza del razzismo istituzionale e dei confini, finché gli stupri saranno strumentalizzati per giustificare il razzismo in nome delle donne. Non ci fermeremo finché non saranno abolite le misure istituzionali che di fatto espongono le donne migranti a quotidiane violenze nei campi profughi, come gli accordi bilaterali con Libia e Turchia, e che aggrediscono migranti, prostitute e donne trans in nome di un inaccettabile “decoro”, come le leggi Minniti. Inonderemo lo spazio pubblico per affermare la determinazione delle nostre rivendicazioni, delle nostre pratiche quotidiane di cambiamento, mutualismo e solidarietà: la forza di migliaia di donne, trans e queer unite che si riconoscono nel #Metoo, Anche Io, per trasformarlo in #WeToogether, Noi Insieme. Saremo nelle strade a lottare per la nostra autonomia. Vogliamo libertà di movimento nelle città e attraverso i confini, il potere di decidere delle nostre vite negli ospedali e nei tribunali, di scegliere il nostro destino fuori da ruoli che ci vengono imposti. Vogliamo un reddito di autodeterminazione, un salario minimo europeo, welfare e diritti, per essere libere di scegliere sui nostri corpi e le nostre vite. Non ci fermeremo: abbiamo un Piano!
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paoloxl · 8 years ago
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Pubblichiamo l'appello di Non una di meno per una giornata di sciopero delle donne l'8 marzo. Dopo la grande manifestazione del 26 novembre a Roma contro la violenza maschile sulle donne, nel corso di un'assemblea nazionale (Bologna 4 e 5 febbraio) si discuteranno pratiche e forme dello sciopero, che si terrà in Italia ed in tanti altri Paesi del mondo. L’8 marzo è una giornata di lotta, non un’occasione per locali, ristoranti e fiorai di far girare l’economia. Prende vita dagli scioperi delle operaie che dai primi del Novecento in tutto il mondo animarono le lotte per i loro diritti violati di persone e lavoratrici. Ricordiamo Il primo, quello delle camiciaie di New York nel 1909, poi lo sciopero e la rivolta delle operaie di Pietrogrado, l’8 marzo del 1917, perché senza donne non c’è rivoluzione possibile! Niente fiori e cioccolatini, dunque: non abbiamo niente da festeggiare, abbiamo tutto da cambiare! Dopo le straordinarie giornate di mobilitazione che hanno visto milioni di donne nelle piazze di tutto il mondo, dalla Polonia, all’Italia, alla Germania, alla Turchia, dal Brasile all’Argentina, il prossimo 8 marzo sarà l’occasione per riprenderci questa giornata di lotta: sarà SCIOPERO GLOBALE DELLE DONNE. Lanciato dalle donne argentine, ha raccolto l’adesione di oltre 22 paesi al grido di “Se le nostre vite non valgono, non produciamo”. Differenti luoghi e contesti, analoga condizione di subalternità e violenza per le donne: NI UNA MENOS, allora, non una di meno in piazza, la chiamata rimbalza ai quattro angoli del pianeta: Uniamoci per continuare a lottare! L’8 marzo sciopereremo anche in Italia. Una giornata in cui sperimentare/praticare forme di blocco della produzione e della riproduzione sociale, reinventando lo sciopero come vera e propria pratica femminista a partire dalle forme specifiche di violenza, discriminazione e sfruttamento che viviamo quotidianamente, 24 ore al giorno, in ogni ambito della vita, che sia pubblico o privato. Constatiamo ogni giorno quanto la violenza sia fenomeno strutturale delle nostre società, strumento di controllo delle nostre vite e quanto condizioni ogni ambito della nostra esistenza: in famiglia, al lavoro, a scuola, negli ospedali, in tribunale, sui giornali, per la strada, … per questo il prossimo 8 marzo ci asterremo da ogni attività produttiva e riproduttiva che ci riguardi. Sarà uno sciopero in cui riaffermare la nostra forza a partire dalla nostra sottrazione: una giornata senza di noi. Resteremo al sole delle piazze a goderci la primavera che arriva anche per noi a dispetto di chi ci uccide per “troppo amore”, di chi, quando siamo vittime di stupro, processa prima le donne e i loro comportamenti; di chi “esporta democrazia” in nostro nome e poi alza muri tra noi e la nostra libertà. Di chi scrive leggi sui nostri corpi; di chi ci lascia morire di obiezione di coscienza. Di chi ci ricatta con le dimissioni in bianco perché abbiamo figli o forse li avremo; Di chi ci offre stipendi comunque più bassi degli uomini a parità di mansioni, … Dopo la grande manifestazione del 26 e l’assemblea partecipatissima del 27 novembre a Roma, ci riuniremo in un terzo appuntamento nazionale, il 4 e il 5 febbraio a Bologna, in cui riprenderemo la stesura del Piano femminista contro la violenza. Un piano scritto dal basso, dal vissuto delle donne, dall’esperienza dei centri antiviolenza femministi, dalle condizioni materiali e dalle necessità primarie per costruire concretamente percorsi di fuoriuscita dalla violenza. Discuteremo delle forme e delle pratiche dello sciopero. Le forme tradizionali del lavoro e della lotta si combineranno con la trasformazione del lavoro contemporaneo – precario, intermittente, frammentato – e con il lavoro domestico e di cura, invisibile e quotidiano, ancora appannaggio quasi esclusivo delle donne, ancora sottopagato e gratuito. Sarà uno sciopero dai ruoli imposti dal genere in cui mettere in crisi un modello produttivo e sociale che, contemporaneamente, discrimina e mette a profitto le differenze. A cento anni dall’8 marzo 1917, torneremo in strada in tutto il mondo, a protestare e a scioperare contro la guerra che ogni giorno subiamo sui nostri corpi: la violenza, fisica, psicologica, culturale, economica. Se le nostre vite non valgono, allora ci fermiamo! A COSA SERVE LO SCIOPERO: Lo sciopero è in primo luogo una forma di lotta che si fonda sul blocco della produzione e sull’astensione dal lavoro con l’obiettivo di produrre un danno economico e di rendere tangibile il ruolo del lavoro nella produzione. mutuiamo lo sciopero come pratica fondamentale per segnalare la nostra sottrazione da una società violenta nei confronti delle donne: per questo lo sciopero sarà articolato sulle 24 ore e riguarderà ogni nostra attività, produttiva e riproduttiva, ogni ambito, pubblico o privato, in cui discriminazione, sfruttamento e violenza su ognuna di noi si riaffermano. Se delle nostre vite si può disporre (fino a provocarne la morte) perché ritenute di poco valore, vi sfidiamo a vivere, produrre, organizzare le vostre vite senza di noi. Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo. Uno sciopero per ribaltare i rapporti di forza, per mettere al centro le nostre rivendicazioni, la necessità di trasformare relazioni, rapporti sociali e narrazioni. In casa, a scuola, sui luoghi di lavoro, nelle istituzioni. Uno sciopero che ha nel piano femminista antiviolenza la sua piattaforma e il suo programma di lotta e di trasformazione scritto dal basso. COME SCIOPERARE L’8 MARZO: Non esiste una sola forma di sciopero da sperimentare l’8 marzo. Esistono condizioni di lavoro e di vita molto diverse. Lo sciopero coinvolgerà lavoratrici dipendenti, precarie, autonome, intermittenti, disoccupate, studentesse, casalinghe. Indipendentemente dal nostro profilo, siamo coinvolte in molteplici attività produttive e riproduttive che sfruttano le nostre capacità e ribadiscono la nostra subalternità. Per praticare concretamente il blocco delle attività produttive e riproduttive, elenchiamo solo alcune possibilità: l’astensione dal lavoro, lo sciopero bianco, lo sciopero del consumo, l’adesione simbolica, lo sciopero digitale, il picchetto, … Lo sciopero si rivolge principalmente alle donne, ma ha più forza se innesca un supporto mutualistico con gli altri lavoratori, le reti relazionali e sociali, chi assume come prioritaria questa lotta. Vogliamo trovare soluzioni condivise e collettive come è avvenuto in Polonia in cui molti uomini, mariti, compagni, padri, fidanzati, fratelli, nonni, amici, hanno svolto un lavoro di supplenza nello svolgimento di attività normalmente svolte dalle donne. Le assemblee cittadine di Non Una di Meno e i tavoli di lavoro tematici, territoriali e nazionali, saranno il luogo privilegiato in cui costruire e immaginare le forme dello sciopero a partire dalle vertenze, dalle specificità del territorio e dalle reti attivate, attraverso iniziative pubbliche di confronto e di approfondimento in avvicinamento all’8 marzo. Sarà comunque utile immaginare strumenti che facilitino lo scambio di idee e proposte, la costruzione di immaginario, utilizzando il blog e campagne social. L’assemblea nazionale del 4-5 febbraio a Bologna sarà l’occasione per definire e consolidare il piano politico e il coordinamento delle iniziative dell’8 marzo. L’obiettivo è andare oltre l’evocazione e il simbolico e praticare concretamente il blocco delle attività produttive e riproduttive da parte del maggiore numero possibile di persone. Abbiamo fatto appello ai sindacati per la convocazione di uno sciopero generale per l’8 marzo così da permettere la possibilità di adesione al più ampio numero di lavoratrici dipendenti e a chi gode del diritto di scioperare. Se sei precaria e non ti è garantito il diritto di scioperare, puoi chiedere un permesso (per esempio per andare a donare il sangue) e astenerti dal lavorare. Per chi lavora in nero o in modo saltuario si possono organizzare iniziative di sostegno materiale e casse di mutuo soccorso. Grande ruolo potranno avere i centri antiviolenza in quella giornata organizzando iniziative e rilanciando il piano femminista contro la violenza a partire dall’esperienza e le competenze di chi opera in questo settore. La pratica del picchetto può essere utilizzata per un doppio scopo: bloccare gli accessi per bloccare la produzione; praticare presidi di denuncia contro persone, narrazioni e comportamenti violente, svilenti e dannose per le donne (reparti a alta densità di obiettori di coscienza, luoghi di lavoro, testate giornalistiche, …) sul modello dell’escrache argentino. Per consentire anche a chi non può scioperare in altro modo, rilanciamo cortei o manifestazioni, diurne o serali, in tutte le città per riprenderci la notte e lo spazio pubblico, per fare marea e conquistare visibilità pubblica e protagonismo in ogni città. Non Una Di Meno – Roma
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