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Roma. Capranica Prenestina: Concerto di Capodanno 2025 al Tempio della Maddalena
Musica classica e tradizione con il Soprano Concetta Pepere e l’orchestra Artemus in un evento gratuito per tutta la comunità.
Musica classica e tradizione con il Soprano Concetta Pepere e l’orchestra Artemus in un evento gratuito per tutta la comunità. Un appuntamento imperdibile a Capranica Prenestina Il suggestivo Tempio della Maddalena, situato nel cuore di Capranica Prenestina (Roma), torna ad essere il fulcro della tradizione culturale locale con il consueto Concerto di Capodanno. L’evento, promosso da Don Davide…
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La mia mente è talmente affollata di pensieri che le lacrime premono per uscire. Ogni idea, ogni ricordo, ogni emozione si accavalla come onde in tempesta, sommergendo la quiete che tanto desidero. Il cuore batte irregolare, come un tamburo impazzito, mentre cerco invano un rifugio in cui nascondermi da questo turbine interiore. Il cielo sopra di me è grigio e pesante, rispecchia fedelmente il caos che ho dentro. Cammino senza meta per le strade familiari, ma oggi tutto appare diverso, distante. Gli alberi spogli tendono i loro rami scheletrici verso un orizzonte sfocato, e il vento freddo mi sferza il viso, portando con sé sussurri di memorie lontane. Vorrei poter fermare il tempo, trovare un angolo di silenzio dove poter ascoltare il battito dei miei pensieri, decifrarli, comprenderli. Ma essi si rincorrono, si sovrappongono, creando un groviglio inestricabile che mi opprime il petto. Ogni respiro è un atto di volontà, ogni passo un'impresa. Gli occhi mi bruciano, sento il peso delle parole non dette, dei sentimenti inespressi. Mi chiedo se sia normale sentirsi così persi, così sopraffatti dalla propria mente. Forse tutti indossano maschere, celando dietro sorrisi di circostanza il proprio tumulto interiore. Eppure, in questo momento, mi sento terribilmente solo. Un gatto nero attraversa la strada, mi fissa per un istante con occhi magnetici, poi scompare tra le ombre. Vorrei avere la sua leggerezza, la sua indifferenza. Invece, ogni dettaglio intorno a me sembra amplificare il mio stato d'animo. Il rumore del traffico è un ronzio lontano, le voci delle persone sono ovattate, come se fossi immerso in una bolla di vetro. Mi fermo davanti alla vetrina di una libreria. I titoli dei libri scorrono come flash davanti ai miei occhi: storie di vite vissute, di mondi immaginari, di speranze e dolori. Penso al potere delle parole, a come possano curare o ferire, e mi domando se scrivere potrebbe aiutarmi a dare un senso a ciò che provo. Decido di entrare. L'odore della carta stampata mi avvolge, familiare e rassicurante. Sfioro le copertine con delicatezza, come fossero oggetti fragili. In quel piccolo universo fatto di silenzi condivisi, sento finalmente un po' di pace. Forse, penso, non sono le lacrime la soluzione, ma la ricerca di qualcosa che dia voce al tumulto che ho dentro. Esco con un libro tra le mani e un lieve sorriso sulle labbra. Il cielo sembra essersi schiarito, un timido raggio di sole fa capolino tra le nuvole. Forse non posso fermare i pensieri, ma posso scegliere come affrontarli. E in quel momento, capisco che ogni tempesta, per quanto intensa, è destinata a placarsi.
Empito
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Ciao papà, è da tanto che non ti scrivo e ti chiedo scusa, nell'ultimo periodo ho dovuto affrontare moltissime cose, ma sappi che dai miei pensieri non esci mai. Ho provato ad indossare i tuoi vestiti ma mi stanno ancora troppo larghi, forse sarà sempre così, forse semplicemente non sono i tuoi vestiti che dovrei indossare ma i miei; qualcuno ha provato a farmelo capire, ma sono testarda, sai come sono fatta. Ebbene, ho continuato a fare le cose come penso le avresti fatte tu, ho continuato a mettere un piede davanti all'altro cercando di farlo nel migliore dei modi e ad ogni passo pensavo "mi vedi papà? Sei fiero di me?", non ricevo mai risposta ma in cuor mio spero sia così. Mi sono persa per un periodo, so che di questo non ne saresti stato contento. Mi ricordo il primo anno di superiori, avevo visto il mio "ex fidanzatino" da pochi giorni baciare una mia amica e rimasi a letto per giorni senza andare a scuola. Una sera ti sedesti sul mio letto e mi dicesti "non so cosa è successo, ma non è questo il modo di affrontare le cose; se tu non hai fatto nulla di sbagliato cammina a testa alta, se hai sbagliato, affronta la cosa di petto e chiedi scusa. Ma restare qui, non è una soluzione." Mi ricordo che piansi, però il giorno dopo tornai a scuola a testa alta. Ecco, io ogni giorno negli ultimi mesi ho sperato di sentire una parola di conforto da parte tua, ma il silenzio mi avvolgeva il cuore e quindi mi sono persa. Non sono guarita, però il mio cuore ha ripreso a battere ad un ritmo più lento, in pace. Ho commesso l'errore di mettere le mie fragilità in mani sbagliate; di nuovo? si, di nuovo. Cammino a testa alta, come hai detto tu, perché non sono stata io a sbagliare. Mi manchi tanto, mi chiedo come sarebbe se tu fossi ancora qui, se le cose fossero diverse oppure sempre così però con te presente. Ogni volta che mi siedo alla scrivania per studiare guardo la tua foto appesa al muro. "Lui vorrebbe davvero questo per te? Vorrebbe che tu avessi questa rabbia e questa voglia di giustizia? O vorrebbe che tu inseguissi solo i tuoi sogni?", me lo ha detto un amico quando ha capito che ero totalmente persa. Cosa voglio io? Volevo davvero tutto questo? Me lo chiedo da giorni, cercando di distinguere il tuo sogno dal mio; ma si sono fusi così tanto che non c'è più una linea di confine. Piango. Piango perché ho confidato questo dolore a persone che mi hanno lacerata, senza rimorsi. Piango perché nessuno ha mai compreso quanto sia profonda e intima questa ferita. Piango perché ho perso di vista chi sono e chi voglio diventare. Piango perché manca qualcosa, manchi tu. E mi mancano i piatti buoni che mi cucinavi, mi manca la tua risata per cose che io non trovavo divertenti, mi manca la tua colazione addobbata la mattina di Natale perché sapevi quanto mi rendesse felice, mi manca quando mi vedevi dormire e mi arrotolavi nelle coperte per non farmi sentire freddo, mi manca sentirmi al sicuro. Sembra una vita passata ed irrecuperabile. Sembra (perché ho paura di dire che lo è) una vita fa. Ti chiedo scusa se ti ho deluso, ti chiedo scusa se hai dovuto fare guerre per farmi capire le cose, ti chiedo scusa se non sono stata proprio quel tipo di figlia calma e silenziosa, ma se ho sempre sempre indossato armature e urlato. Le stesse armature che ora devo indossare per affrontare questo mondo. Ma grazie, per avermi insegnato che il perdono è fondamentale per allontanarsi da persone e situazioni che ci portano via ciò che siamo. Avrei voluto togliermi i polmoni e donarli a te per farti restare un po' di più, tu invece ti sei tolto il cuore per darlo a me ed io imparerò ad averne più cura. Grazie papà, perché sei stato e sei il mio papà.
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La mente può andare in centinaia di direzioni, ma su questo sentiero meraviglioso io cammino in pace. A ogni passo, soffia una gentile brezza. A ogni passo, sboccia un fiore.
Thich Nhat Hanh
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Il pane dell'anima
Anche se lo ignorano, moltitudini di uomini e di donne vivono inappagate e tristi in cerca di una soddisfazione duratura, che, non realizzeranno mai. Sempre di più frustrate e stanche, corrono inconsapevoli verso il precipizio. E pensare, che basterebbe aprire il cuore e riconoscere Gesù come salvatore, per trovare cosi quella pace che in un altro modo sarà difficile se non impossibile trovare. Egli è a "portata di mano" è distante una sola preghiera o un solo Si. È, il cibo spirituale di cui hai bisogno per vivere una vita non più facile ma migliore. Lui è il pane della vita e senza di lui non sarai mai sazio, nè soddisfatto nè appagato. Il pane è sempre stato un alimento semplice ma indispensabile ed insostituibile. Al contempo, è stato essenziale, per il sostentamento della vita materiale dell'uomo di ogni epoca. La Parola di Dio è il pane, è il sano nutrimento necessario e sufficiente per l'anima. L'affermazione di Cristo, presenta una preziosissima possibilità per tutti gli uomini, di alimentare quindi la vita spirituale dell'anima per mezzo della sua Parola. Tutto sta, nel capire che lo spirito senza la carne può stare ma la stessa carne senza lo spirito prima o poi si spegne, invecchia e muore. Il Signore, si è preso il peso e l'intero fardello, della tua tristezza e dei tuoi peccati per rendere felice te, al di là di tutto ciò che vedi di ciò che ti circonda, di ciò che vivi.
Non ascoltare chi ti pone limiti o divieti, non dar loro orecchi, sappi che sarai libero/a di seguire e continuare il tuo cammino come meglio ti piace e ti soddisfa, sarai tu stesso/a spontaneamente, naturalmente, a trovare i tuoi confini in tutti i lati della tua nuova vita d'amore, sia umano e anche spirituale. Sarai un peccatore e rimarrai quello/a che sei finchè un giorno ti renderai conto di non volere più alcune cose e ne desidererai altre, ma da salvato/a per grazia e non per opere e, grazie al pane che hai mangiato e di cui ti sei nutrito/a.
#signoreiosonotuasalvami #eccoseisalva
lan ✍️
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L 'asino disse alla tigre :
′′ L' erba è blu ".
La tigre rispose: ′′ No, l'erba è verde”.
La discussione si è riscaldata e i due hanno deciso di ricorrere al leone, il re della Giungla.
Già prima di arrivare alla radura della foresta, dove il leone era seduto sul suo trono, l'asino cominciò a gridare:
′′ Vostra Altezza, non è vero che l'erba è blu
Il leone rispose: ′′ Vero, l'erba è blu ".
L 'asino si è affrettato e ha continuato:
′′ La tigre non è d'accordo con me e mi dà fastidio, per favore, puniscilo ".
Il re allora dichiarò: ′′ La tigre sarà punita con 4 anni di silenzio ".
L 'asino saltò allegramente e proseguì il suo cammino, contento e ripetendo:
′′ L ' erba è blu "...
′′ La tigre ha accettato la sua punizione per 4 anni, ma prima ha chiesto al leone ":
′′ Sua Maestà, perché mi ha punito?, dopo tutto, l'erba è verde ".
Il leone rispose: ′′ In realtà l'erba è verde ".
La tigre chiese: ′′ Allora perché mi punisci?"
Il leone rispose: ′′ Questo non ha nulla a che vedere con la domanda se l'erba è blu o verde. La punizione è dovuta al fatto che non è possibile che una creatura coraggiosa e intelligente come te perda tempo a litigare con un asino, e soprattutto venga a disturbare me con questa domanda ".
Mai perdere tempo in discussioni che non hanno senso... Ci sono persone che non hanno la capacità di comprendere concetti semplici e altre che sono accecate dall'ego e l'unica cosa che desiderano è avere ragione.
La pace e la tranquillità valgono di più.
Morale:
non perdete tempo a discutere con gli "asini"!
dal web
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"Non importa quanti anni ho”.
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( dis.by Paz)
Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma,
ma con l’intento di continuare a crescere.
Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita
e le illusioni diventano speranza.
Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata,
ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa.
E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero,
perché i miei desideri avverati,
le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo.
Che importa se compio venti, quaranta o sessant’anni!
Quel che importa è l’età che sento.
Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure.
Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa!
Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento.
(José Saramago)
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La leggenda dell’albero della vita
Un bel giorno, un giovane ragazzo, mentre camminava, vide un albero, completamente isolato. Ripensò allora a ciò che aveva appreso lungo il suo cammino, ovvero che esisteva una connessione tra lui e il resto del mondo, e che per questo doveva essere in grado di comunicare anche con gli alberi.
Decise allora di rivolgersi proprio a quell’albero che se ne stava solitario su quel campo. Gli si avvicinò, e cominciò a parlargli, chiedendogli il permesso di avvicinarsi ancor di più, per condividere con lui il proprio campo di energia.
L’albero acconsentì con gioia. “Sono venuto a condividere le mie esperienze con te”, gli disse. “Vuoi vedere quello che ho visto nella mia vita?” “Certo, sono felice di questo dono.”
Il corpo del ragazzo si avvicinò e abbracciò l’albero. Non appena a suo agio, il ragazzo iniziò a portare alla sua mente tutte le immagini più amate nella sua vita. Il mare e le onde, le montagne e la neve, gli estesi campi che attraversano i paesi, le grandi città affollate da persone che corrono frettolose verso nessun luogo, gli animali liberi e quelli in cattività, i libri, la televisione. Il giovane mostrò all’albero i suoi percorsi di vita ed esperienze, accompagnate da intensi sentimenti, come amore, odio, paura, speranza, amicizia, condivisione e solitudine.
Improvvisamente il ragazzo si sentì in colpa: stava mostrando all’albero tutto ciò che è in grado di muoversi, di poter vedere altri paesaggi, altre parti del pianeta, mentre invece l’albero non poteva spostarsi da quel punto della terra, costretto a rimanere nel mezzo di un campo vuoto.
“Oh, mi dispiace albero, non volevo renderti triste!” “Triste? Oh, piccolo uomo, l’unico modo che ho di sperimentare la tristezza è attraverso i vostri sentimenti. Tutto ciò che hai condiviso con me, quello che hai visto e sentito con il cuore, non era affatto nuovo per me. Le mie radici sono nella terra e i miei rami nel cielo, il mondo non è un mistero, né lo sono i suoi mari e monti, le sue valli e i suoi cieli.
Le persone hanno pensieri e pensano molto. E grazie a questi pensieri, noi riusciamo a sentire. Noi sentiamo tutto ciò che viene da un uomo o un animale, da un vegetale o dal cielo. Piccolo uomo, tu hai bisogno di viaggiare per vedere il mondo, noi abbiamo bisogno di toccare solo la brezza. Quello che non si vede, in realtà esiste Tutto ciò che esiste, esiste ovunque. Non abbiamo bisogno di andare da nessuna parte per essere ovunque. Noi alberi siamo benedetti. Vai in pace giovane uomo e vieni da noi, se ti senti solo di nuovo”.
Il ragazzo, in soggezione, si scostò di qualche metro dall’albero. Quello che avrebbe dovuto rattristare l’albero in verità aveva reso triste lui. Quello che non conosceva prima, il bisogno di poter credere, la necessità di toccare, annusare, parlare, sentire … improvvisamente si rese conto che tutto quello che pensava di aver raggiunto, di fatto già esisteva nella natura di tutte le cose. Essere connessi non è un obiettivo da raggiungere, è sufficiente ricordare la natura di ognuno. L’albero della vita è uno dei simboli cabalistici più antichi ed importanti.
L’albero stabilisce la comunicazione fra i tre livelli dell’universo: la terra, tramite le sueradici; la superficie, tramite il tronco, ed il cielo, attraverso i propri rami. L’albero è quindi l’epicentro del mondo, che stabilisce la relazione tra terra e cielo. L’albero della vita sorge da un insieme che simboleggia la madre terra, dalla quale nasce la vita
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Ho l’età in cui le cose si osservano con più calma, ma con l’intento di continuare a crescere. Ho gli anni in cui si cominciano ad accarezzare i sogni con le dita e le illusioni diventano speranza. Ho gli anni in cui l’amore, a volte, è una folle vampata, ansiosa di consumarsi nel fuoco di una passione attesa. E altre volte, è un angolo di pace, come un tramonto sulla spiaggia.
Quanti anni ho, io? Non ho bisogno di segnarli con un numero, perché i miei desideri avverati, le lacrime versate lungo il cammino al vedere le mie illusioni infrante valgono molto più di questo. Che importa se compio venti, quaranta o sessant'anni! Quel che importa è l’età che sento. Ho gli anni che mi servono per vivere libero e senza paure. Per continuare senza timore il mio cammino, perché porto con me l’esperienza acquisita e la forza dei miei sogni.
Quanti anni ho, io? A chi importa! Ho gli anni che servono per abbandonare la paura e fare ciò che voglio e sento…♠️🔥
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Come un cane sbandato
in cerca di pace
ho girato il mondo.
Molti cuori
hanno accompagnato
a tratti il mio cammino.
Quasi questa mia malinconia
fosse una calamita
e i miei occhi uno specchio
in cui ritrovarsi.
Non ho molto da lasciarvi
amici cari
qualche fotografia
qualche poesia...
L’eredità di un sognatore
cascato in un mondo che fatica a capire.
MILANO 2020
Giovanni Gastel
Muore un poeta
Un fotografo
Una persona meravigliosa
Un Uomo sensibile e gentile.
Profondamente increduli e addolorati.
Oltre la parola Fine
In ricordo di una Grande Persona ❤
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NON SI DISCUTE CON GLI ASINI
L’asino disse alla tigre: “L’erba è blu”. La tigre rispose: “No, l’erba è verde.” La discussione si animò, così i due animali decisero di ricorrere al leone, il re della giungla. Già prima di arrivare alla foresta, dove il leone era seduto sul suo trono, l’asino cominciò a gridare: ′′Vostra Altezza, non è vero che l’erba è verde.” Il leone rispose: ′′Vero, l’erba è blu.” L’asino continuò: “La tigre non è d’accordo con me e mi dà fastidio; per favore, puniscila.” Il re allora dichiarò: ′′La tigre sarà punita con 4 anni di silenzio.” L’asino saltò allegramente e proseguì contento il suo cammino, ripetendo: “L’erba è blu.” La tigre accettò la punizione per 4 anni, ma prima chiese al leone: “Sua Maestà, perché mi ha punito? Dopo tutto, l’erba è verde.” Il leone rispose: ′′In realtà, l’erba è verde.” La tigre chiese: ′′Allora perché mi punisci?” Il leone rispose: ′′Questo non ha nulla a che vedere con la domanda se l’erba è blu o verde. La punizione è dovuta al fatto che non è possibile che una creatura coraggiosa e intelligente come te perda tempo a litigare con un asino, e soprattutto che venga a disturbare me con questa domanda.” MORALE. Mai perdere tempo in discussioni che non hanno senso. Ci sono persone che non hanno la capacità di comprendere concetti semplici e altre che sono accecate dall’ego, e l’unica cosa che desiderano è avere ragione. La pace e la tranquillità valgono molto di più. Dunque, non perdete tempo a discutere con gli asini.
Esopo
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“pigeon lady” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Nel mezzo della piazza, dove il selciato antico fa da cornice al verde cittadino, una signora avanzava con passo misurato. La sua figura era avvolta da abiti scuri e il vento mattutino sollevava delicatamente i pochi capelli che uscivano da un cappello di lana grigio.
Aveva in mano un sacchetto di pane raffermo, e ogni tanto, mentre camminava, strappava piccoli pezzi e li gettava sul suolo. I piccioni, che sembravano aspettarla, si avvicinavano rapidamente, formando una danza aerea di ali e piume. Le piccole creature erano la sua unica compagnia in quella piazza, dove la vita si svolgeva al ritmo lento delle giornate domenicali.
Nonostante la solitudine apparente, la signora non sembrava affatto sola. Ogni volta che un piccione si posava sul palmo della sua mano per prendere un pezzo di pane, i suoi occhi si illuminavano di un calore e di un affetto che pochi avrebbero potuto comprendere.
Un giovane con una macchina fotografica in mano, seduto su una panchina poco distante, la osservava. Avrebbe potuto essere il narratore di questa scena, un osservatore esterno di quella semplice bellezza che permeava l'aria. Ma come spesso accadeva in questi momenti, non c'era bisogno di parole o di immagini per catturare l'essenza di ciò che stava accadendo.
La signora continuò a nutrire i piccioni, e ogni gesto sembrava essere un rituale, un modo per connettersi con il mondo che la circondava. Per un momento, la piazza, con i suoi rumori e le sue persone, scomparve. Restò solo lei, i piccioni e quel pane raffermo che diventava simbolo di un amore incondizionato e di una cura silenziosa.
Poi, con l'ultima briciola gettata, la signora si fermò e si voltò verso il giovane fotografo. I loro sguardi si incrociarono per un istante, e in quel breve momento, entrambi compresero che avevano condiviso qualcosa di speciale. Poi, con un sorriso sereno, la signora proseguì il suo cammino, lasciando dietro di sé un'atmosfera di pace e di semplicità che avrebbe persistito per tutto il resto della giornata.
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Mi trovo sommerso da un mare di pensieri, circondato da vuoti che risuonano e mancanze che pesano sull'anima. Tutto sembra esagerato, immenso, mentre io mi sento piccolo, quasi invisibile. Il mondo intorno a me corre veloce, colori troppo vividi sfuggono al mio sguardo confuso. Ogni suono è assordante, ogni luce abbagliante, e io cerco rifugio nell'ombra. Cammino tra le strade affollate della città, eppure mi sento solo. Volti sconosciuti passano accanto a me, indifferenti, mentre il mio cuore implora una connessione. Le parole si affollano nella mente, ma sulla lingua restano mute. Vorrei gridare, ma la voce si spegne in un sussurro. Gli spazi vuoti dentro di me echeggiano di ricordi lontani, di sogni non realizzati, di promesse infrante. Le mancanze sono come cicatrici, segni indelebili che raccontano storie di ciò che poteva essere. Mi chiedo se riuscirò mai a colmare questi abissi, se troverò la forza di risalire in superficie. Eppure, nel profondo, una piccola scintilla resiste. Forse è speranza, o forse semplice ostinazione. Un desiderio silenzioso di trovare un senso, di riempire il vuoto con qualcosa di vero. Mi aggrappo a quella luce tenue, lasciandomi guidare attraverso il labirinto delle emozioni. La notte avanza, il cielo si tinge di stelle, e nel silenzio ritrovo un po' di pace. Respiro profondamente, lasciando che l'aria fresca riempia i polmoni. Forse non sono così poco come penso. Forse, nella mia fragilità, c'è una forza che ancora non conosco. Decido di fare un passo avanti, anche se piccolo. Di tendere una mano, di alzare lo sguardo. Di accettare che il troppo intorno a me non deve necessariamente schiacciarmi, ma può ispirarmi. Che le mancanze possono diventare spazi da colmare con nuove esperienze, nuovi affetti. Il cammino è lungo, ma ogni viaggio inizia con un singolo passo. E così, con il cuore ancora pesante ma lo sguardo un po' più luminoso, mi incammino verso l'alba di un nuovo giorno, pronto a scoprire ciò che mi attende oltre l'orizzonte.
Empito
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"Come il vento porta le nostre preghiere per la terra e tutta la vita, che il rispetto e l'amore illuminino il nostro cammino. Possano i nostri cuori essere pieni di compassione per gli altri e per noi stessi. Possa la pace aumentare sulla Terra. Che tutto cominci da me..." Preghiera tibetana **************************** "As wind carries our prayers for earth and all life, may respect and love light our way. May our hearts be filled with compassion for others and for ourselves. May peace increase on Earth. May it begin with me..." Tibetan prayer
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- E come egli si avvicinava, vide la città e pianse su di essa, dicendo: "Oh, se tu, proprio tu, avessi riconosciuto, almeno in questa tua giornata, le cose necessarie alla tua pace! Ma ora esse sono nascoste agli occhi tuoi. Poichè verranno sopra di te dei giorni in cui i nemici ti circonderanno di trincee, e ti accerchieranno e ti assedieranno da ogni parte. E abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te, e non lasceranno dentro te pietra su pietra perchè tu, non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata". (Lu. 19:41-44)
- E dopo duemila e più anni, ancora oggi è cosi, perchè l'uomo non ha riconosciuto Dio in Gesù, anzi si, ma soltanto a parole e non con il cuore.
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Ci sono due Gerusalemme, una celeste, e una terrestre. Fisica e spirituale.
"Ombelico del mondo"
Dieci misura di bellezza, sono state date al mondo, di queste nove misure sono state date a Gerusalemme. Dieci misure di sofferenze sono state date al mondo e di queste nove sono state date a Gerusalemme. Bellezzaedolore.
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Quando da Nazaret giunsi a Gerusalemme e ancora prima di raggiungere Betlemme durante il mio primo cammino in "Terra Santa" scrissi sul mio diario testuali parole, "In Terra Santa, (Gerusalemme) devi solo arrivarci per capire provare e sentire. Tu, non devi fare altro che camminare e respirare, perchè è l'aria che provvede a tutto!! Un'aria intrisa di amore e di sofferenza, di storia e di misticismo, di grande passione e di sacrificio, di abbandono di ribellione di religiosità e salvezza. Di guerra e di pace, di vita e di morte. "È satura dello Spirito di Dio".
lan 📷✍️
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NON SI DISCUTE CON GLI ASINI L'asino disse alla tigre: - "L'erba è blu." La tigre rispose: - "No, l'erba è verde." La discussione si accese e i due decisero di sottoporla ad arbitrato, e per questo si accordarono davanti al leone, il re della giungla. Ancor prima di raggiungere la radura nella foresta, dove il leone era seduto sul suo trono, l'asino cominciò a gridare: - "Vostra Altezza di lui, è vero che l'erba è blu?" Il leone ha risposto: - "Giusto, l'erba è blu." L'asino si affrettò e continuò: - "La tigre non è d'accordo con me e mi contraddice e mi infastidisce, per favore punitela." Il re allora dichiarò: - "La tigre sarà punita con 5 anni di silenzio." L'asino saltò felice e continuò il suo cammino, felice e ripetendo: - "L'erba è blu" ... La tigre accettò la sua punizione, ma prima chiese al leone: - "Sua Maestà di lui, perché mi ha punito? Dopo tutto, l'erba è verde." Il leone ha risposto: - "In realtà, l'erba è verde." La tigre chiese: - "Allora perché mi stai punendo?" Il leone ha risposto: - "Questo non ha nulla a che fare con la questione se l'erba è blu o verde. La punizione è dovuta al fatto che non è possibile per una creatura coraggiosa e intelligente come te perdere tempo a discutere con un asino, e poi venire per infastidirmi con quella domanda." La peggiore perdita di tempo è litigare con lo sciocco e il fanatico che non si preoccupa della verità o della realtà, ma solo della vittoria delle sue convinzioni e illusioni. Non perdere mai tempo in discussioni che non hanno senso... Ci sono persone che, non importa quante prove e prove presentiamo, non sono in grado di capire, e altre sono accecate dall'ego, dall'odio e dal risentimento, e l'unica cosa che vogliono è avere ragione anche se non lo sono. Quando l'ignoranza urla, l'intelligenza tace. La tua pace e tranquillità valgono di più.
Autore Sconosciuto
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