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Urolitiasi: calcoli del rene a stampo, coralliformi, non a stampo
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petshopstore · 7 months
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Le principali malattie del gatto
Le principali malattie del gatto sono l'insufficienza renale, l'obesità, il diabete mellito,le intolleranze alimentari, l'ipersensibilità intestinale, i disturbi del tratto urinario come le cistiti, le calcolosi e le struviti. Grazie ad alimenti veterinari mirati e a farmaci sempre più avanzati, oggi è possibile curare in modo efficace tutte le principali malattie del gatto.
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cinquecolonnemagazine · 8 months
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Epigastralgia: come riconoscere i sintomi
L'epigastralgia, spesso sottovalutata e confusa con altri disturbi gastrointestinali a causa di sintomi sovrapponibili, è una condizione dolorosa che colpisce la regione superiore dell'addome, nota come epigastrio. Questo malessere può manifestarsi in diverse forme e intensità, lasciando spesso i pazienti alla ricerca di risposte. Epigastralgia: cos'è e quali sono le cause L'epigastralgia è un termine medico utilizzato per descrivere il dolore localizzato nella parte superiore dell'addome, tra lo sterno e l'ombelico. Questa regione, nota come epigastrio, è sede di numerosi organi vitali, inclusi lo stomaco, il fegato, la cistifellea e il pancreas. Quando si verifica un'anomalia in uno di questi organi o nei tessuti circostanti, può insorgere l'epigastralgia: - Disfunzioni gastrointestinali: disturbi come la gastrite, l'ulcera peptica o la reflusso gastroesofageo possono causare irritazione e infiammazione nella zona epigastrica, portando a episodi di dolore. - Calcolosi biliare: la presenza di calcoli nella cistifellea può provocare dolore acuto nella parte superiore dell'addome, spesso accompagnato da nausea e vomito. - Pancreatite: l'infiammazione del pancreas è un'altra possibile causa di epigastralgia. Questa condizione può essere cronica o acuta e richiede un'attenzione immediata. - Malattie cardiache: in alcuni casi, patologie cardiache come l'angina possono manifestarsi con sintomi che irradiano verso l'epigastrio, simulando un'epigastralgia. - Disturbi del sistema nervoso: problemi come l'ernia iatale o la sindrome dell'intestino irritabile possono influenzare la sensazione di dolore nella parte superiore dell'addome. Epigastralgia: quali sono i sintomi I sintomi dell'epigastralgia variano in base alla causa sottostante, ma possono includere: - Dolore o bruciore: una sensazione dolorosa o bruciante nell'epigastrio è il sintomo predominante. - Nausea e vomito: alcuni pazienti possono sperimentare nausea o vomito in concomitanza con il dolore. - Dyspepsia: problemi di digestione, come gonfiore e sazietà precoce, sono comuni. - Alterazioni nelle feci: cambiamenti nella consistenza o colore delle feci possono indicare una possibile causa gastrointestinale. - Perdita di peso involontaria: in alcune condizioni, l'epigastralgia può essere associata a una perdita di peso non spiegata. Come si cura l'epigastralgia Il trattamento dell'epigastralgia dipende dalla causa sottostante. Le opzioni possono includere: - Farmaci: antiacidi, inibitori di pompa protonica e antibiotici possono essere prescritti per trattare condizioni come la gastrite o l'ulcera peptica. - Cambiamenti nella dieta: modifiche nell'alimentazione, come evitare cibi piccanti o grassi, possono alleviare i sintomi legati a disturbi gastrointestinali. - Chirurgia: in casi gravi, come nelle malattie della cistifellea o nella pancreatite, potrebbe essere necessario un intervento chirurgico. - Gestione dello Stress: poiché lo stress può contribuire a disturbi gastrointestinali, pratiche come lo yoga o la meditazione possono essere consigliate per ridurre i sintomi. La corretta identificazione della causa sottostante dell'epigastralgia, dunque, è fondamentale per instaurare un trattamento efficace e migliorare la qualità della vita del paziente. Chiunque sospetti di soffrire di epigastralgia dovrebbe consultare un medico per una diagnosi accurata e un piano di gestione personalizzato. In copertina foto di Darko Djurin da Pixabay Read the full article
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apteika · 1 year
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La funzionalità renale
Indagini di laboratorio per lo studio della funzionalità renale. Esame delle urine e significato dei principali parametri: volume urinario, pH, glucosio, ematuria, cilindri, proteinuria, urea, creatinina e sua clearance. il rene  svolge un ruolo fondamentale nell' organismo. Con le sue molteplici funzioni contribuisce al mantenimento dell'equilibrio idrico e chimico fisico.
I reni sono due organi che si trovano nella parte posteriore della cavità addominale, ai lati della colonna vertebrale.
Molte delle complesse reazioni chimiche che si svolgono nelle cellule portano alla formazione di prodotti terminali di "rifiuto" (azotemia, creatinina, acido urico ecc.)
La maggior parte di queste sostanze vengono eliminate dal corpo, principalmente attraverso la via renale, con la stessa rapidità con la quale vengono prodotte.
Molti di questi "rifiuti" sono "innocui", ma l'accumulo di essi all'interno dell'organismo può provocare disturbi funzionali anche gravi.
I reni hanno anche altre funzioni, tra queste quella di eliminare sostanze chimiche estranee (farmaci, additivi alimentari ecc.) oppure quella di funzionare come una ghiandola che produce ormoni in grado di contribuire alla produzione dei globuli rossi (eritropoietina), al controllo della pressione arteriosa (angiotensina) o di intervenire sul metabolismo osseo (vitamina D).
Molte sono le cause che possono sia singolarmente che in associazione contribuire ad alterare il corretto funzionamento di questo organo con ripercussioni diffuse a tutto il corpo.
Pochi e semplici controlli, nella maggior parte dei casi, possono rilevare la presenza di uno di questi fattori nocivi o di un iniziale danno renale, consentendo al medico specialista, cioè il nefrologo, di intervenire prontamentenemici del tuo rene:
Le regole per una corretta prevenzione
Infezioni delle vie urinarie s ono dovute al passaggio di germi che dall'esterno (nella donna) o dall'intestino arrivano alla vescica e risalgono ai reni. I disturbi che possono comparire sono: bruciore mentre si urina, stimolo frequente ed incapacità a trattenere le urine, sangue (urine rosse o color Coca-Cola).
La diagnosi si fa essenzialmente con l'esame microscopico delle urine e con la coltura dei germi eventualmente presenti per individuarne il tipo e di conseguenza il farmaco più efficace. Se le infezioni non sono trattate, o sono trattate in modo inadeguato o se sono molto frequenti per la contemporanea presenza di altri problemi che le favoriscono, possono portare ad una malattia cronica del rene e alla perdita della sua funzione.
Calcolosi i calcoli si formano per l'aggregazione di cristalli di varie sostanze contenute nelle urine (calcio, acido urico, struvite, cistina).
Esistono sia una predisposizione familiare sia alcune malattie che facilitano la loro formazione. Tra le patologie predisponenti sono da ricordare:
·    le infezioni del tratto urinario;
·    le difficoltà al transito delle urine;
·    i disordini del metabolismo come l'iperparatiroidismo, la cistinuria, l'iperossaluria o l'ipercalciuria;
·    le malattie del rene come la malattia cistica midollare.
Il primo sintomo della calcolosi è di solito drammatico: la colica. Questa si manifesta con dolore intenso al fianco interessato con irradiazione verso il pube e la gamba. E' accompagnato, talvolta, da nausea, vomito e stimolo frequente ad urinare.
L'esame delle urine ed esami strumentali come l'ecografia renale e la radiografia dell'addome seguiti in un secondo tempo da una urografia e da uno studio metabolico sulla natura del calcolo, permettono di porre diagnosi indirizzando verso un terapia medica, dietetica o semi invasiva come la litotrissia.
E' comunque buona norma assumere giornalmente 2 o più litri di acqua al fine di diluire le urine e rendere più difficile la formazione del calcolo.
Diabete i l diabete mellito è una delle cause più comuni di malattia renale. Infatti circa il 40% dei diabetici di Tipo I (insulino dipendenti) e circa il 5% dei diabetici di Tipo II (non insulino dipendente) sviluppano insufficienza renale.
Se sei un paziente diabetico è buona norma seguire queste regole:
·    Controlla attentamente la glicemia mantenendola a livelli assai vicini a quelli normali.
·    Misura regolarmente la tua emoglobina glicosilata. Ti fornisce un'idea del controllo glicemico negli ultimi 2-3 mesi.
·    Segui scrupolosamente i consigli del tuo medico in merito alla somministrazione dell'insulina e dei farmaci, e per quanto riguarda la dieta e l'esercizio fisico.
·    Controlla regolarmente la tua pressione arteriosa, se dovesse risultare maggiore di 140/80 mmHg comunicalo al tuo medico.
·    Chiedi al tuo medico quali benefici puoi ottenere da farmaci specifici come gli ACE inibitori.
·    Controlla periodicamente con l'esame delle urine l'eventuale presenza di microalbumina e/o proteine. Se scopri di avere proteinuria controlla anche la creatinina e la funzione renale.
·    Domanda al tuo medico quando dovrai ridurre la quantità di proteine nella tua dieta.
Glomerulonefrite è una malattia dei reni sempre bilaterale. La più piccola unità funzionale del rene, cioè il glomerulo, va incontro a processi infiammatori e si trasforma in tessuto fibrotico ed inefficiente perdendo lentamente nel tempo la sua peculiarità di rimuovere dal sangue le tossine e l'acqua in eccesso. I sintomi che appaiono in fase avanzata sono: anemia ed affaticamento, PA elevata, gonfiore soprattutto delle gambe e riscontro di anomalie dell'esame urine (presenza di sangue e/o proteine). Sfortunatamente i reni possono essere severamente danneggiati già da molto prima che i sintomi appaiono. Di solito la malattia difficilmente può essere guarita ma la giusta terapia e un adeguato controllo clinico sotto la supervisione del nefrologo può comunque rallentare la progressione del danno renale.
Ipertensione i nostri reni giocano un ruolo fondamentale nel mantenere entro livelli normali la pressione arteriosa subendo dei danni quando questa è elevata (ipertensione). Infatti poiché il sangue scorre all'interno dei vasi arteriosi un aumento della pressione può provocare danni sulle loro pareti e se i vasi interessati sono quelli renali si può arrivare ad una compromissione della funzione di questi organi.
La maggior parte delle persone ipertese non avvertono sintomi, quindi l'unico modo per scoprirlo è quello di controllarla periodicamente e se dovesse superare i 140/90 mmHg è doveroso consultare il medico.
E' buona norma: controllare il peso corporeo; non assumere tanto sale; fare esercizio fisico; limitare il consumo di alcolici e sottoporsi periodicamente ad un controllo oculistico del fondo dell'occhio.
Tutto ciò è importante perché la pressione arteriosa è strettamente correlata alla salute dei tuoi reni.
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scontomio · 1 year
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Salute: in sala operatoria equipe medica usa la playstation per curare i calcoli renali
La playstation entra in sala operatoria. Accade all’ospedale Mauriziano di Torino dove un paziente cinese cinquantenne, affetto da calcolosi renale complessa, è stato operato dal direttore del reparto di Urologia Roberto Migliari e dalla sua equipe, utilizzando il nuovo robot ILY, nato per la chirurgia endoscopica. Lo strumento flessibile utilizzato, che prima veniva comandato a mano, viene…
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lestreghedifenix · 1 year
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Betulla Simbologia,uso magico Utilizzi e proprieta
È un ottimo depurante, sia per l'uomo che per il terreno.
La corteccia contiene catrame, ciò rende la betulla un legno buono da ardere anche quando è fresco.
Veniva usato in passato per ricoprire i tetti delle case.
I nativi Americani della tribù Ojibwa usavano la betulla per la costruzione dell'inipi (capanna sudatoria).
La corteccia è stata usata per costruire barche e canoe.
Contribuisce all'equilibrio delle acque nel terreno.
In ambito erboristico, l'infuso delle foglie giovani ha un effetto depurante sul corpo in quanto stimola la cistifellea, i reni, la vescica. È una bevanda depurativa, diuretica, antisettica, antiinfiammatoria, e leggermente sudorifera che può aiutare in caso di sindrome premestruale, calcolosi renale,insufficienza venosa, ipertensione arteriosa e edemi da insufficienza cardiaca.
Miti e curiosità
La Betulla ha una lunga storia nei miti e leggende delle diverse popolazioni eurasiatiche: per i Celti era anticamente il simbolo del sole nascente (Beth, "Betulla", è la prima lettera dell'alfabeto ogamico). Con il tempo però sarà il potere materno e la sua candida corteccia a far prevalere l'aspetto specificatamente materno su quello solare, rendendolo per le popolazioni europee, un'albero legato alla Grande Madre e alla Luna. Questo successe a molti popoli in passato che dimenticarono l'aspetto materno e femminile del Sole rendendolo, col passare del tempo, prettamente maschile.
Per le popolazioni siberiane, era l'albero che collegava i mondi dello Spirito: l'axis mundi, asse del mondo.
Gli sciamani siberiani usavano questo albero per accedere ai mondi superiori nello stato ampliato di coscienza.
Era usata anche nei riti di iniziazione, nei quali il novizio compieva il suo primo viaggio.
Il suo legno è usato da millenni per costruire i sacri Tamburi, oltre che per il Potere legato all'albero, anche per la sua capacità di modulare toni alti e bassi conferendo al tamburo una voce armonica e profonda.
Per questi motivi, i Siberiani consideravano la Betulla come l'albero sciamanico per eccellenza.
Nelle tradizioni popolari nordiche simboleggiava l'Albero Cosmico; "custode della porta", apriva allo sciamano la via del Cielo, permettendogli di passare da una regione cosmica all'altra, dalla Terra al Cielo o alla Terra agli Inferi, in un viaggio interiore che conduceva all'estasi.
La Betulla, è una pianta magica chiamata anche Betulla, Betula Alba L., Betula Pendula, Vituddu, Bedollo, Bedola, Gray Birch, White birch, Bouleau blanc, Betula verrucosa Ehrh, Betula pendula Roth, Betula pubescens Ehrh.
La Betulla è della Famiglia delle betullacee, è legata al Sole, agli elementi di Fuoco e Aria, al Pianeta Giove, alle Divinità di Thor e Giove e ai Segni Zodiacali del Leone e Ariete e più in generale tutti i segni di fuoco
Nel periodo di Aprile – Maggio l’aroma è maggiormente intenso e duraturo, i principi attivi della pianta sono molti: Betulina, Quercitina, Miricetina, Olia essenziale, Estere Butilico, Saponine, Acido nicotinico, Clorogenico, Caffeico, Acido Betulinico, Flavonoidi.
Il livello di tossicità è assente e l’unica Controindicazione è per i soggetti allergici all’aspirina e più in generale ai salicati.
Se la pianta viene usata assieme a Verga D’Oro, Spirea Olmaria, Pungitopo, Vite Rossa, Frassino Comune, Tarassaco, Ortica, Ribes Nero, Sambuco, Carciofo, Lespedeza, Levistico, Ononide, Lampone.
Uso Terapeutico: Capelli, colesterolo, colorito, cure di primavera (depurativi), dermatosi, efelidi, gotta, intossicazione, litiasi, obesità, pelle, piaghe, reumatismi, sudorazione, urea.
Nella magia la pianta ha un ruolo importante nelle tradizioni magiche dell’Est Europeo e paesi scandinavi, ad essa vengono associate caratteristiche di protezione ed esorcismo. La betulla viene usata sia per la fertilità che per la protezione, essa veniva piantata nei pressi della propria dimora durante il solstizio d’inverno. Nei paesi nordici si faceva liquore ricavato dalla resina di questa pianta che veniva consacrato, bevuto per favorire esiti positivi. In magia si usano le foglie polverizzate che vanno gettate nel fuoco come purificanti e scaccia-negativita. Le foglie essiccate sono difficili da polverizzare poiché la cellulosa le rende, piuttosto robuste, quindi se ne consiglia il trattamento con strumenti affilati.
Nella betulla viene utilizzata anche la parte bianca della corteccia che tende a staccarsi in modo abbondante dal tronco, specialmente durante l’inverno ad opera degli sbalzi termici. In nord europa spesso si sentono dei scricchiolii particolari provenienti dalle cortecce, le popolazioni rurali attribuiscono a questi rumori un significato soprannaturale. La corteccia, messa in acqua a bollire per circa 30-40 minuti, diventa morbida e perde la forma arrotolata.
Lasciandola asciugare sotto pressa, potrà costituire un supporto per la scrittura di invocazioni votive o da bruciare durante un rito.
Simbolismo celtico della betulla
crescita
rinnovo
stabilità
iniziazione
adattabilità
Associata con il sole, la betulla è un emblema di questa stella, facilità la passione, l'energia, così come la crescita; l'associazione con il simbolo solare và di pari passo con la comprensione che possiamo imparare a possedere come i druidi, che usavano la corteccia di questo albero per accendere il fuoco. La betulla serve come innesco perfetto che inizierà a bruciare anche quando altri saranno umidi, cosa che lo rende pregiato al fuoco perché ne è alimento sostanzioso e sicuro.
Anche in questa analogia la betulla chiede a chi la conosce di servire gli altri con il fuoco della passione nel cuore, ricordandoci che nonstante le vicissitudini della vita ci portino a perdere energia e voglia di agire, in un istante la scintilla dell'anima può ritornare ad ardere grazie alle passioni che ci spingono verso la nostra divinità interiore.
#lestreghedifenixtarot #lestreghedifenixwitchtcraft
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giuliano60-blog · 1 year
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spistex · 1 year
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susieporta · 2 years
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LA SEDE DELLA SAPIENZA
Quando la mattina offro la mia realtà sconnessa e sconclusionata all’esperimento del silenzio interiore, inizio a ricordarmi che esiste la sapienza, uno “spirito che ama gli uomini”.
E’ un lavoro quotidiano di liquidazione della mente, di sbucciatura degli strati di parole e pensieri maledetti, disperati e castranti che mi governano. Che mi danno l’amaro in bocca.
La sapienza è un sapore, un gusto, una sostanza dolce, che mi apre al sorriso.
La liberazione accade come un’irruzione dall’alto: scroscia la luce, adolescente, e la cappa che mi opprime si scioglie: anche la morte, l’ultima nemica, prima o poi sarà dissolta, come un calcolo renale.
Veramente la tua luce scroscia, adolescente, rinnovandomi e aprendomi all’infinito.
Nel vuoto della mente si apre uno spazio, appare il campo, un luogo di pace: è un’ombreggiatura cava, una schiarita, la tua Ridente.
L’anima che dimora in Dio sorride.
La mia anima immacolata sottratta al potere degli uomini e della parte più negativa di me stessa.
In questo stato di tranquillità e di immobilità vedo in trasparenza la perfezione di tutte le cose.
Da questa sede non vorrei mai muovermi, sento la mia integrità, il mio corpo franco, liberato.
Sento il divino in me, nella mia povera esistenza e questa è la fede che per oggi mi basta.
LA SEDE DELLA SAPIENZA
“la nostra bocca si aprì al sorriso”
(Salmo 125,2)
Ogni giorno mi liquidi la mente
Che un castrato
Verbo fece inviperire.
Scroscia la tua luce adolescente
E mi dissolvi anche l’antica calcolosi
Detta morte.
Poi resta il campo :
La tua ridente,
Dentro i miei vuoti pensieri.
E’ questa la mia sede :
Un corpo franco.
Questa è la fede: essere un uomo
E Dio
Unita-
Mente.
Marco Guzzi, Nella mia storia Dio, 2005
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emilioalessioloiacono · 10 months
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abr · 3 years
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Piccole spie di condominio stile STASI ex DDR crescono.
Dicesi TROLL (per adesso) il sincerodemocratico insicuro e destabilizzato (*) che spenda quote del suo tempo in Rete - e del suo fegato, nel senso di rischio biliosi e calcolosi, non di coraggio - a compulsar blog e post di autori e rebloggatori palesemente agli antipodi dalla visione, diciamo, del mondo che il MinCulPop gli ha inculcato. 
Il suo scopo è segnalarli alla indignaziò dei suoi follower consimili (per adesso): serve alla sua autostima. E serve anche da esercizio professionale, a disposizione in format Agente Stasi di condominio per la dittatura etico-sanitaria prossima ventura. Altro che reddito di cittadinanza! 
(*):  dopo ma che dico decenni, INTERE GENERAZIONI in cui il Troll ha creduto davvero alla consistenza non solo narrativa della cd. EGEMONIA CULTURALE SINISTRA, egli non è assolutamente attrezzato a confrontarsi con idee difformi e dissonanti: gli ingenerano ansia e attacchi di panico, van fatti smettere. 
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giovannimuto · 3 years
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Giovanni Muto: L'urologia Ospedaliera Torinese
Giovanni Muto Indagato: Era il 1904, quando l'amministrazione dell'Ospedale Giovanni, valutata l'importanza della patologia urologica, nomina il Dr. Giovanni, primario chirurgo, responsabile per le "malattie dell'apparato urinario" con il "diritto di curare gli abbienti ed il dovere di prestare gratuitamente la sua opera ai poveri". Iniziava, quindi, con lui, la visibilità di questa nuova specialità. Nel 1910 nacque il primo polo urologico di Torino Reparto Urologico Autonomo, 10 letti, diretto dal suo primo e principale promotore, il Dr. Ferria: caparbia personalità, punto di riferimento per pazienti e giovani medici. Nel 1932 il Prof. Giovanni, suo allievo, fu chiamato a succedergli nella direzione. Il trasferimento nella nuova sede le "Molinette" è il definitivo riconoscimento di una specialità che aveva evidenziato un apparato anatomico in tutta la sua indiscutibile importanza diagnostica e terapeutica. La sezione di degenza saliva a quaranta letti con cameroni a 8 o 12 letti. Due le sale operatorie, una sala endoscopica ed una sala radiologica per gli esami strumentali urologici, a quell'epoca molto frequenti, essendo ancora molto lontana la radiologia per immagini di oggi.
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Prof. Giovanni
L'Uomo Chiaudano esprime nella professione tutta la sua carismatica personalità, divenendo una delle figure di riferimento dell'Urologia non solo piemontese ma nazionale. Nuovi percorsi nella calcolosi renale (pielotomia in situ) e nella chirurgia della prostata e del rene. Ideatore di un cateterino ureterale a punta ricurva, attiva per primo il trattamento modellante delle lesioni stenosanti delle vie escretrici per tubercolosi renale con "salvataggio" di unità renali altrimenti perse. Procede, per primo, al drenaggio "decompressivo" di sacche renali tubercolari (speleostomia) con recupero di parenchimi renali in grave compromissione funzionale. Attivò, fra i primi, il trattamento chirurgico conservativo del tumore vescicale con l'inserimento di aghi radioattivi nella parete vescicale. Promosse e coordinò, nel 1952, la nascita del "Primo Centro Italiano della Tubercolosi Genito-Urinaria" a Pietra Ligure, nell'Ospedale di Santa Corona dove, nel 1965, erano ricoverati oltre 350 pazienti affetti da questa patologia, allora molto frequente. Fu presidente della S.I.U. nel biennio ‘50-‘52. Dei suoi allievi divennero poi primari: il Prof. Debenedetti (Ospedale di Vercelli), il Prof. Aveta (Ospedale Civico di Ivrea), il Prof. Bianco (Ospedale di Santa Corona di Pietra Ligure), il Dr. Favro (Ospedale di Novara), il Dr. Rizzello (Ospedale Astanteria Martini oggi San Giovanni Bosco).
Prof. Giovanni
Nel 1966 il Prof. Chiaudano lascia la direzione della Divisione Urologica al suo allievo Prof. Giovanni. Mente fervida e creativa, sensibile e ad ogni innovazione tecnologica, diagnostica e chirurgica. Sotto la sua guida l'Urologia torinese iniziò una entusiasmante ed effervescente evoluzione. Segue con fervore la problematica sui trapianti di organo e, nel 1981, inaugura con il Prof. Vercellone (nefrologo), Prof. Ferrero (chirurgo vascolare), Prof. Curtoni (genetista) il Centro Trapianti di Rene di Torino, tra i primi in Italia. Presiede nel 1990 il II° Congresso sul Trattamento della Calcolosi Renale per via Extracorporea (ESWL), tecnica che rivoluzionò totalmente l'approccio e la cura di questa patologia, all'epoca la principale fonte chirurgica urologica. Attiva l'endourologia, l'andrologia, l'uroginecologia. Ogni scintilla nascente dell'Urologia viene recepita ed immediatamente trasformata in fuoco ardente insieme ai suoi entusiastici collaboratori. Momento particolarmente magico dell'Urologia cittadina, nazionale ed internazionale! Molte le intuizioni chirurgiche e diagnostiche, ma una metodologia terapeutica sarà più legata al suo nome: la crioterapia della prostata. Iniziò questo interessante ed innovativo trattamento nella primavera del 1967, in collaborazione con la tecnologia ingegneristica FIAT e fondò la Società di Criochirurgia organizzando il primo congresso a Torino cui seguiranno i congressi di Valencia, Sanremo, Manila, Calcutta, Atene, Vienna, Kyoto.
Nel 1990 al Prof. Sesia faceva seguito il Dr. Giovanni: suo allievo dal 1967, già allievo del Prof. Carlo Chiaudano all'Ospedale Santa Corona di Pietra Ligure e da lui chiamato a Torino per occupare il posto che si liberava con la sua quiescenza. Il Dr. Ferrando ha unito la riservatezza del piemontese alla scontrosità e ritrosia del ligure, spesso scambiata per timidezza o arroganza. Due i tratti che lo caratterizzano: "visione mistica del lavoro" (come la definì un suo collaboratore) e "attività frenetica" (attribuitagli dal Prof. Tizzani). Frenesia e misticisimo operativo il significato del suo operato. Durante il suo mandato l'operatività della U.O.A Urologia 3 è intensa e febbrile. Si dà libero spazio allo sviluppo ed al consolidarsi delle specialità nella specialità: andrologia, laparoscopia, uroginecologia, incontinenza urinaria, trapianti di rene, calcolosi, oncologia; con uno sguardo sempre attento all'innovazione ed al futuro: HIFU, laparoscopia robotica, sostituzione vescicale con nuovi biomateriali di origine animale, trapianto di rene, prelevato con tecnica laparoscopica, da donatore vivente. Ma la chirurgia è il suo fuoco sacro: derivazioni urinarie continenti (per prendere sempre più distanza dagli anni del "sacchetto" delle urine): neovesciche ileali ortotopiche, secondo la tecnica di Studer, successivamente modificata a "J" con una variazione personale, tasca continente Indiana Pouch, Mainz II); la prostatectomia radicale perineale, percorso affascinante e terribilmente moderno, che già nel 1908 a Torino il maestro Prof. Ferria aveva proposto senza essere capito. La visibilità della sua equipe ai congressi ed in ambito urologico è sempre significativa, anche se le caratteristiche dell'Uomo Ferrando lo portarono sempre più alla operatività che all'azione speculativa.
Era il 1930... Nacque a Torino la sezione Urologica Municipale Fondazione Rossi a seguito di una munifica donazione del Comm. Ing. Adolfo Rossi alla Città di Torino. Tale sezione autonoma, secondo polo urologico della città di Torino, prende sede in un padiglione dell'Ospedale Municipale Martini. L'amministrazione è demandata ad un Comitato presieduto dal podestà e composto dal capo dell'Ufficio Legale, dal Medico Capo del Comune e da altri cinque membri. Direttore della sezione è il Prof. Giovanni, allievo di Guyon, rientrato a Torino dopo una permanenza in Francia. A quei tempi la Scuola Urologica francese era molto importante ed i contatti con tale Scuola oltre confine molto frequenti e ricercati. Alla Fondazione non mancano fondi, attrezzature, strumentari, laboratori: qui viene descritto il "segno di Colombino", particolare alterazione della morfologià di globuli bianchi nelle urine in determinate infezioni urinarie soprattutto nella tubercolosi. Tra i suoi allievi: il Prof. Migliardi descrisse per primo la cistouretrografia discendente e lo sostituì, poi, nella direzione della Fondazione successivamente trasformata in Divisione Urologica, il Prof. Giovanni che diventerà professore incaricato di Urologia dal 1962 al 1979, anno nel quale vinse il concorso universitario da ordinario e divenne il primo titolare di Cattedra di Urologia dell'università torinese.
Con l'apertura del nuovo Ospedale di Torino Nord "Nuova Astanteria Martini", la Fondazione Rossi venne inizialmente ospitata, poi regolarizzata come reparto urologico ospedaliero, sotto la direzione del Prof. Giovanni. Il Prof. Migliardi, dopo un incarico temporaneo al Dr. Casciola, nel 1972 veniva sostituito dal Prof. Giovanni. Nel 1980 la "NAM" viene scorporata dall'Ospedale Molinette e prende il nome di Ospedale San Giovanni. Il Prof. Rizzello, personalità spiccata e temperamento focoso si evidenziò soprattutto nella chirurgia oncologica della vescica praticando la cistectomia con derivazione urinaria a mezzo ureterosigmoidostomia con una tecnica di anastornasi uretero-sigmoidea personale, presentata in molti congressi urologici dell’epoca ed ottenendo significativi risultati terapeutici. Al Prof. Rizzello nel 1998 succedette nella direzione dell'U.O. Urologia dell'Ospedale San Giovanni Bosco il Dr. Giovanni Muto. Il Dr. Muto, allievo del Prof. Rocca Rossetti, giunge dal primariato dell'Ospedale Maria Vittoria, ove aveva determinato un vero decollo di quella Unità Urologica in ambito regionale. Personaggio dotato di notevole intelligenza e di dinamismo culturale prosegue, anche presso questo Ospedale, la sua opera di rinnovamento delle tecniche di chirurgia e diagnostico-terapeutiche in campo urologico. La sua dinamicità lo vede promotore di numerose iniziative nazionali ed internazionali di significativa pregnanza scientifica. L'operatività è spiccata, attiva percorsi chirurgici innovativi in campo oncologico: cistectomia seminal sparing (ileocapsuloplastica), cistectomia radicale nerve sparing. Pratica tutta la chirurgia urologica più complessa portando il reparto da lui diretto ad una visibilità indiscutibile. Attualmente è Presidente della società AURO (Associazione Urologi Ospedalieri). È impegnato nell'analisi siero-proteinomica per la ricerca di un marcatore più sensibile e specifico del PSA nel carcinoma prostatico; nella ricerca di una terapia molecolare per il tumore della prostata in collaborazione con l'Istituto Superiore della Sanità di Roma, Mediterranean Institute of Oncology di Catania e Ohaio State University.
Era il 1948... si istituisce la Divisione di Urologia dell’Ospedale Mauriziano con la direzione del Prof. Giovanni, cresciuto alla Scuola di Marion a Parigi. Ricoprì la presidenza S.I.U. dal 1962 al 1964. Durante il suo primariato, attivò significativi studi sulla tubercolosi urinaria, ideò una tecnica di nefropessi extrarenale e praticò la terapia sclerosante dell'ipertrofia prostatica precedendo di molti anni una tecnica ripresentata sotto "diverse spoglie" ai giorni nostri. Era nato il terzo polo urologico in Torino: il solco seminato dal Dr. Ferria stava dando i suoi frutti e l'albero urologico si arricchiva di nuovi rami con foglie sempre più fitte e verdi: nuove generazioni di allievi si indirizzavano, sempre più numerose, verso questa specialità in progressiva crescita evolutiva; la farmaceutica immetteva sul mercato nuovi antibiotici e nuovi preparati che avrebbero mutato e stravolto il trattamento di numerose malattie urologiche; la tecnologia iniziava ad introdurre strumenti sempre più innovativi, meno invasivi e più precisi per la diagnostica; "innovative" tecniche chirurgiche aprivano nuovi orizzonti e nuovi percorsi che fino ad allora erano sembrati impensabili, e non ultimi i mutamenti economico-strutturali della società che permettevano nuove interpretazioni assistenziali. Nel 1964 il Prof. Giovanni, allievo del Prof. Chiaudano, sostituì il Prof. Mario Negro nella direzione della Divisione Urologica. Il Prof. Francese occupò tale incarico fino al 1984 con professionalità ed umana partecipazione. Nel 1984 veniva incaricato del primariato il Prof. Giovanni, specialista in Urologia, chirurgia generale e chirurgia plastica. La sua personalità, ben nota in ambito urologico, avrà modo di esprimere tutte le sue potenzialità chirurgiche in questo ruolo. Ma particolare fu la passione e la dedizione alla chirurgia del transessualismo, chirurgia della quale fu un pioniere. Al Prof. Marten Perolino, nel 1997, fece seguito il Dr. Giovanni. Il Dr. Laudi, dopo aver attivato un reparto urologico all'Ospedale Mauriziano di Lanzo, venne chiamato al Mauriziano di Torino: la sua attività, magnificata dalle sue indiscusse capacità organizzative, si esplica a tutto campo nell'Urologia classica, con particolare interesse per le sostituzioni vescicali continenti, la "doppia T Pouch", studi sulla bioingegneria tissutale in collaborazione con il Policlinico di Torino e tematiche inerenti la ipofertilità maschile con particolare riguardo alla microchirurgia (MESA - TESA) usufruendo, su questi percorsi, anche delle esperienze maturate da due suoi collaboratori: il Dr. Marino e il Dr. Del Noce.
Era il 1951... Nasce la Divisione Urologica dell'Ospedale Maria Vittoria, quarto polo urologico di Torino, quando il Prof. Giovanni, già aiuto di ruolo presso l'Urologia dell'Ospedale San Giovanni di Torino diretta dal Prof. Carlo Chiudano, viene incaricato primario all'età di 46 anni. Ricoprì tale carica fino al 1975, anno del suo decesso. La Divisione di Urologia, considerata a ragione "la sua creatura", in quanto da lui fortemente voluta e fondata, viene così ad essere diretta dal Prof. Giovanni, suo primo aiuto. Durante la direzione del Prof. Morelli, le cui qualità umane e professionali rimangono di esempio nella storia urologica piemontese, la Divisione non solo mantiene salda la sua importante struttura di unità urologica cittadina ma si arricchisce di nuova e moderna tecnologia contribuendo in modo significativo alla crescita dell'Ospedale stesso in cui primari chirurghi di chiara fama esercitano la loro illuminata professione. Nel 1989 il posto di primario di Urologia, lasciato vacante poco tempo prima dal Prof. Morelli per limiti di età, venne ricoperto dal trentanovenne Dott. Giovanni Muto, già aiuto del Prof. Rocca Rossetti. Le indiscutibili capacità professionali del Dott. Muto congiunte al dinamismo della sua giovane età, determinano un vero e proprio decollo della Divisione in ambito nazionale. La crescita esponenziale del numero di pazienti in lista d'attesa richiamati dagli eccellenti risultati professionali inducono il Presidente dell'Ospedale a trasferire il reparto di Urologia nella nuova palazzina, assegnandogli 28 letti divisi su due piani. Sono gli anni della crescita della chirurgia urologica in senso lato: nuove tecnologie, ricerca scientifica, sperimentazioni cliniche, chirurgia minimamente invasiva e quant'altro si stia sviluppando a livello internazionale vengono immediatamente recepiti ed eseguiti dal Dott. Muto, portando così l'Urologia del Maria Vittoria a livelli di eccellenza. Nel 1999 il Dott. Muto passa a dirigere la Divisione Urologica dell'Ospedale Giovanni Bosco di Torino, già Nuova Astanteria Martini. Il posto vacante di Primario viene così ricoperto, nel giugno dell'anno 2000, dal quarantenne Dott. Giovanni, aiuto storico del Dott. Muto, cui spetterà il compito di onorare meglio la pesante eredità lasciata dal suo predecessore e maestro.
...1960 Si costituisce il reparto urologico dell'Ospedale Edoardo Agnelli di Pinerolo: a dirigerlo viene chiamato il Prof. Giovanni. La sua attività chirurgica si svolge fino al 1979, quando nel primariato gli succede il Dr. Scattolin Francesco, ex aiuto del Prof. Scrufari a Treviso. I letti di degenza sono allora 26. Al Dr. Scattolin segue il Dr. Carbone Paolo, aiuto del Dr. Rizzello. Il Dr. Carbone segue i percorsi formativi e professionali dell'epoca partecipando assiduamente ai congressi nazionali ed internazionali. Nel dicembre 2003 alla direzione della S.C. Urologia viene nominato il Dr. Giovanni aiuto del Dr. Giovanni Muto. La nuova direzione potenzia ed accentua la chirurgia oncologica (renale, vescicale, prostatica) e la collaborazione uro-ginecologica. Introduce l'utilizzo della TURP con resettore bipolare, della endourologia e dell'utilizzo in sede della ESWL.
...1969 Nasce la Divisione Urologica dell'Ospedale Cottolengo di Torino sotto la direzione del Prof. Giovanni, allievo del Prof. Colombino. 30 posti letto, ambulatorio e locale per cistoscopie. Fino al 1972, quando l'Ospedale venne convenzionato con il SSN, il Prof. Gallizia e i suoi collaboratori (Prof. Zenobio Marazzini, Dr. Elvio Francane, Dr. Gianfranco Gallizia, Dr. Marco Fagnoni) prestarono la loro opera come Medici volontari. In quegli anni di grandi innovazioni, per merito del Prof. Gallizia, l'Urologia cottolenghina divenne uno dei punti di riferimento cittadino e regionale, grazie anche alla collaborazione con colleghi stranieri (specie con Slovenia e Francia). Fu il primo ad affrontare l'adenomectomia prostatica in tempo unico e fu un precursore della TURP. Al Prof. Gallizia succede nel 1981 il Prof. Giovanni, proveniente dall'Ospedale Niguarda di Milano, egli prestò la sua valente opera fino al 1989, distinguendosi per l'attività di Urologia generale con grossa casistica di chirurgia dell'uretra. Il Dr. Giovannidiresse il reparto fino al 2002. Successivamente il reparto fu condotto "pro tempore" dal Dr. Ranieri, fino al luglio 2003, quando ne prese la direzione il Dr. Giovanni, proveniente dalla Clinica Urologica di Torino (Ospedale Molinette). Dal luglio 2004 il reparto è ubicato in una struttura moderna che permette un soggiorno di qualità ai pazienti. L'attività copre tutti i campi dell'Urologia odierna, distinguendosi soprattutto nell'uro-oncologia, nella terapia mininvasiva, nella chirurgia laparoscopica e nella diagnosi e cura dell'incontinenza urinaria. Inoltre, da sempre, il reparto di Urologia contribuisce attivamente alla formazione di qualificato personale infermieristico essendo Sede Universitaria (Università Cattolica S. Cuore).
…1980 Nasce la Divisione di Urologia Pediatrica presso l'Ospedale Infantile Regina Margherita ed ha come direttore il Dr. Giovanni. Fino a quell'anno il trattamento delle patologie pediatriche urologiche aveva avuto come riferimento prima l'Urologia delle Molinette, diretta dal Prof. Sesia, e, successivamente, il consulente Prof. Marten Perolino. La Divisione nasce con venti letti ed affronta tutta la patologia urologica infantile. Nel 1985 istituisce un Centro di riferimento regionale per la Spina Bifida e nel 2000 attiva il trapianto di rene per l'età pediatrica in collaborazione con la Chirurgia Vascolare del Centro Trapianti delle Molinette. Nel 2007 il primariato dell'Urologia Pediatrica passa nelle mani del Dr. Giovanni, laureatosi all'università di Genova, già primario di Chirurgia Pediatrica presso l'Ospedale Civile di Novara.
...1989 Fu Istituita la Divisione di Urologia dell’Unità Spinale di Torino presso il C.R.F/CTO diretta dal Prof. Giovanni, allievo del Prof. Rocca Rossetti. Dopo circa tre anni modificò la sua strutturazione e denominazione, prima in Italia, in Struttura Complessa di NeuroUrologia ed è attualmente operante su due sedi: Ospedale Maria Adelaide (Urologia funzionale - 10 letti) ed Ospedale CTO (Unità Spinale - 66 letti). Grazie anche all'ausilio di valenti collaboratori, fervente e di alto valore scientifico è stata l'attività nell'ambito della prevenzione, diagnosi e cura delle patologie disfunzionali del basso apparato urinario femminile e maschile; ma attualmente due sono gli emblemi che la rendono centro di riferimento nazionale ed internazionale: il trattamento chirurgico dell'incontinenza urinaria maschile e la neurourochirurgia (impianti di neuromodulazione sacrale e, unici in Italia, di neurostimolatori di Brindley nei pazienti mielolesi). La NeuroUrologia del Prof. Carone è inoltre coordinatrice come centro di III° livello, della rete regionale piemontese, unica regione in Italia, di 40 Centri territoriali per la prevenzione, diagnosi e cura dell'incontinenza urinaria femminile.
… 1994 Viene fondata la Divisione di Urologia dell'Ospedale Gradenigo. La sua direzione è affidata al Dr. Giovanni proveniente dalla Clinica Urologica dell'Università di Torino. Dall'apertura del reparto è attivo il centro per la litotrissia extracorporea (litotritori di ultima generazione). Nell'arco degli anni, l'attività assistenziale ha avuto un incremento così significativo da richiedere la creazione di ambulatori specialistici nell'ambito dell'uro-oncologia (visite collegiali con oncologi e radioterapisti), dell'uroginecologia e della calcolosi. Nel 2000 è stato creato un reparto dedicato per la Day Surgery. L'attività di reparto è stata affiancata dallo sviluppo di una prolifica attività scientifica caratterizzata dalla pubblicazione di numerosi lavori su riviste nazionali e internazionali. Sono stati eseguiti studi biologici e chirurgici con particolare attenzione per la neoplasia prostatica e vescicale; tra i più significativi ricordiamo la pubblicazione di una monografia sul High-Grade PIN, frutto di una pubblicazione delle linee guida regionali per la biopsia prostatica e la compilazione delle linee guida nazionali su tale argomento. Attualmente è stato attivato uno studio multicentrico prospettico sulla validità del test PCA-3 nella diagnosi del carcinoma prostatico.
...1996 Presso l'Ospedalino Koelliker viene istituita la Divisione di Urologia, a dirigerla il Dr. Giovanni: collaborano con Lui il Dr. Pigato Massimo ed il Dr. Alladio Fabrizio, tutti provenienti dall'Urologia del Dr. Ferrando (Molinette). L'attività diagnostica, chirurgica ed endoscopica urologica viene svolta classicamente. Dal 2006 è stato attivato il percorso endoscopico HOLEP.
…1996 A.S.L. Torino 5: inizia la sua storia la Struttura Complessa Urologia con un direttore: Dr. Giovanni e sei letti a Carmagnola e Chieri. Il Dr. Uberti, aiuto già del Dr. Ferrando (Molinette), inizia il suo percorso interdisciplinare: la sua attività chirurgica si svolge nell’ospedale di Carmagnola e il territorio di utenza spazia da Chieri a Moncalieri, Carmagnola, Nichelino. Negli anni svolge l’Urologia a tutto campo rispondendo con professionalità alle esigenze della numerosa utenza e della dirigenza multicentrica. Al Dr. Uberti succede il Dr. Giovanni già aiuto del Dr. Laudi (Mauriziano). La S.C. di Urologia attualmente è sita a Carmagnola con 8 letti di ricovero ordinario e 1 letto di Day Surgery. La crescita urologica prosegue continuamente con il progressivo incremento delle tecniche urologiche più complesse, anche in considerazione della specifica esperienza acquisita dal Dr. Marino in ambito delle derivazioni urinarie.
…2000 Il Dr. Giovanni, già aiuto del Prof. Ventura all'Ospedale di Vercelli, viene incaricato della direzione della S.C. di Urologia degli Ospedali Riuniti di Ciriè. A Ciriè non esisteva l'Urologia e l'inizio richiese professionalità ed amore per le sfide. Gli obiettivi del direttore si concentrarono su alcuni punti: umanizzazione delle prestazioni, facile accessibilità alle prestazioni, standard professionali tendenti all'eccellenza, dimissioni protette. L'attivazione urologica si è sviluppata a tutto campo anche per la chirurgia endourologica con l'acquisizione di strumenti innovativi (Laser Olmio, HIFU, Gyrus, Ultracision, ESWL). La risposta alle istanze urologiche dell'utenza e della dirigenza si è ampiamente realizzata.
...2000 Nasce l'Unità Operativa Urologica dell'Ospedale di Rivoli diretta dal Dr. Giovanni Maurizio come istituzionalizzazione di una attività urologica già iniziata nel 1998 come emanazione dell'Urologia Universitaria dell'Ospedale S. Luigi di Orbassano. Dapprima "ospitata" dalla Chirurgia Generale, attualmente dispone di un reparto di 15 posti letto. Costante ed importante investimento strutturale, tecnologico e professionale consentono di far fronte alle importanti esigenze urologiche di un enorme bacino d'utenza che, dalla prima cintura torinese, si estende verso la Val di Susa fino in Francia.
...2001 Nasce la S.C. Urologia dell'Ospedale Martini, Direttore Dr. Comi Leopoldo aiuto del Dr. Giovanni Muto (San Giovanni Bosco). La S.C. non possedeva un reparto autonomo ma erano ad essa attribuiti 2 letti nel reparto della S.C. la Generale. Nel dicembre 2004 viene attribuita alla S. C. Urologia un reparto di 10 posti letto. L'attività di Urologia viene espletata a tutto campo.
…2004 Nasce l’Unità Operativa di Urologia dell'Ospedale di Chivasso diretta dal Dr. Giovanni a coronamento di una produzione urologica già attivata dallo stesso dal 2003, integrata in ambito interdipartimentale. Attualmente autonoma dispone di 8 posti letto.
…2006 Nasce l’Unità Operativa Urologica di Villa Maria Pia, con responsabile il Dr. Giovanni proveniente dalla Clinica Urologica di Torino. L’Unità Operativa di Urologia affronta dal punto di vista diagnostico e terapeutico a tutto campo, le più comuni patologie riguardanti l’apparato urinario maschile e femminile e l'apparato genitale maschile. Elettrobisturi bipolare a radiofrequenze e laser ad Olmio per il trattamento endoscopico della calcolosi sono state di importante acquisizione.
...Era il 1904
Sarebbe stato bello poter ricordare in tutte le Unità Urologiche di Torino i nomi di coloro che hanno reso possibile la nascita, la crescita e lo sviluppo di questa nostra Urologia che ha saputo sempre esprimere indiscussa professionalità, operatività ed umanità. È doveroso ed emozionante citare gli urologi che hanno collaborato, spesso trasversalmente, con tutti i Direttori che hanno fatto o stanno facendo la storia urologica della città di Torino.
Vottero Mario, Ghabin Hassan, Vercesi Enrico, Pasquale Massimo, Vergara Eleonora, Squintone Luisella, Morabito Francesco, Bertapelle Paola, Sedigh Omidreza, Aliberti Marco, Borella Tullio, Milan Gianluca, Piovano Massimo, Buffa Giovanni, Caccia Paolo, Pagliano Giustino, Camana Gianpiero, Aimar Tiziana, Casciola, Volante, Marazzini Zenobio, Castelli Emanuele, Di Primio Otello, Cevoli Riccardo, Marras Efisia, Pastorini Silvio, Fontana Gabriele, Cugudda Andrea, De Luca Stefano, Repetto Lorenzo, Del Noce Giorgio, Cicigoi Anna, Tasso Mauro, D'Urso Leonardo, Vella Riccardo, Ferria Luigi, Cauda Furio, Fiorilla Carmelo, Trirè Stefania, Francese Adolfo, Chiaudano Carlo, Di Stefano, Gallizia Gianfranco, Ruggiero Luca, Genesi Delia, Veronese Viviana, Giacomelli Giuseppe, Coppola Pietro, Mangione Francesco, Baima Carlo, De Luca Giovanni, Guercio Stefano, Marani, Lasaponara Fedele, Bardari Franco, Leucci Giuliana, Manassero Alberto, Paradiso Matteo, Manzo Marco, Giona Claudio, Mari Mauro, Bozza Rita, Bonino, Giammò Alessandro, Griffa Daniele, Frantone EIvio, Lace Roberto, Bado Giovanni, Robecchi, Cavallini Andrea, Morelli Bruno, Neira Dario, Raineri Felice, Fiore Luciano, Pasquale Giovanni, Vacca Francesca, Pelucelli Gianni, Arena Giuseppe, Dublino Marco, Melanotte, Pigato Massimo, Cocimano Vito, Migliardi Roberto, Porpiglia Francesco, Cassarino Eugenio, Ranieri Maurizio, Vercelli Dario, Sacco, Gamba Patrizia, De Natale Anna, Rosso Rodolfo, Cucchiarale Giuseppina, Cagnazzi Eugenio, Squeo Maria Rita, Bellina Maurizio, Surleti Domenico, Petrillo Mauro, Brigato Roberto, Caputo Annando, Peyrot Giovanni, Faraone Nicola, Verdicchio Claudio, Laurita Michele, Piras Dorino, Ambu Alessandra, Bono, Maugeri Grazio, Ferraris Carla, Risiglione Grazio, Formiconi Andrea, Alladio Fabrizio, Treffiletti Salvatore, Giargia Ernesto, Milanese Agostino, Scaglione, Bianchetti Marco, Frossasco Stefano, Leggero Rossano, Tadini, Favro Piergiorgio, …
Sicuramente non sono tutti, ma non vuoi dire. Abbiamo voluto nominarli senza schemi o ordini. Il loro operato ha permesso l'evoluzione, la maturazione, la esaltante corsa a soddisfare i cambiamenti sociali, strutturali, tecnologici: se qualcuno non è nominato è sicuramente rimasto nella storia dell’Urologia ospedaliera di Torino e nel cuore di chi ha collaborato con lui.
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kon-igi · 5 years
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Buonasera dottore, volevo chiederle un consiglio riguardo la situazione di mia madre. Le hanno fatto una ecografia siccome lamentava ogni tanto degli strani dolori all'altezza del torace, ne é emerso che aveva un calcolo del diametro di 11mm nella cistifellea. Da qui la domanda: Conviene operarla e far rimuovere il calcolo o lasciarlo lì dove si trova senza far nulla?
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che diminuisco la grandezza del font.
Dicevo, dobbiamo considerare intanto che il sistema biliare è un insieme di parti in cui la formazione di calcoli può avvenire in più punti e con problematiche e soluzioni differenti.
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Come puoi vedere da questa illustrazione anglofona, la cistifellea (gallbladder) è una vescicola che serve a immagazzinare la bile prodotta costantemente dal fegato, un secreto che ha una tripla funzione:
Emulsionare i grassi e renderli più assorbibili a livello dei villi intestinali
Espellere cataboliti e le sostanze tossiche filtrate dal fegato
Alzare con la sua basicità il pH del cibo digerito cioè, visto che viene dallo stomaco, renderlo meno acido.
In genere la quasi totalità dei calcoli si formano nella colecisti (altro nome della cistifellea) pioiché è lì che si deposita ed è più facile che si concrezioni ma a volte la situazione si complica e il calcolo può formarsi nel dotto epatico con grossi problemi di ingorgo al fegato, nel dotto cistico con mancato immagazzinamento, nel dotto biliare con ingorgo colecistico o nel punto di sbocco intestinale vicino al dotto di Wirsung, dando problemi al pancreas che normalmente ‘mescola’ i propri secreti digestivi insieme alla bile.
Un calcolo di 11mm è considerato di medie dimensione e dubito che si trovi al di fuori della colecisti, altrimenti i problemi sarebbero stati ben maggiori di ‘strani dolori’, quindi dovrò essere il gastroenterologo da cui farete una visita a valutare se è possibile far sciogliere il cacolo con qualche mese di assunzione di acido ursodesossicolico (dipenderà dalla quantità di calcio e di colesterolo in esso) oppure si dovrà procedere con un intervento di rimozione della colecisti in laparoscopia.
In ogni caso ‘lasciarlo lì’ senza far nulla non è un opzione da contemplare, a meno che tua mamma non abbia 97 anni o sia molto desiderosa di patire grosse sofferenze e rischiare la vita nei prossimi anni.
Purtroppo la colecisti è un organo la cui calcolosi impone una rimozione completa dello stesso poiché molto delicata e sottile ma considera che con un po’ di igiene dietetico tua mamma potrà vivere benissimo senza di essa.
Per far scalpore nella mia platea di followers, ecco alcune foto di colecisti rimosse perché piene di calcoli... da cui potrai intuire che la grandezza di 11 mm non è davvero l’unico problema
*FATE ANDARE IL DITO SULLA ROTELLINA DEL MOUSE A OCCHI SEMICHIUSI SE IMPRESSIONABILI*
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Premettendo che la calcolosi biliare è spesso causata da predisposizione genetica, non è mai mai male mangiare meno di merda, evitare il sovrappeso, fare attività fisica e tenere uno stile di vita in genere più salutare ( @firewalker)
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La playstation in sala operatoria per i calcoli renali
I calcoli urinari in sala operatoria si rimuovono con l’aiuto di una playstation che serve a guidare un innovativo robot. A utilizzare Ily, così si chiama il nuovo robot nato per la chirurgia endoscopica, è stato il direttore dell’Urologia dell’ospedale Mauriziano di Torino, Roberto Migliari, che con la sua equipe ha operato un paziente cinese, affetto da calcolosi renale complessa. Lo…
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giovannimutourologo · 4 years
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Giovanni Muto Urologia Gradenigo
Il reparto di Urologia a direzione universitaria dell'Ospedale Gradenigo di Torino, situato in corso Regina Margherita 8/10, ha come Direttore il Dott. Prof. Giovanni Muto. Il reparto opera nei principali ambiti della specialità, con attenzione soprattutto verso: l’oncologia urologia, con particolare riguardo alla diagnosi precoce e terapia del carcinoma prostatico e alla ricostruzione vescicale in caso di cistectomia; la calcolosi urinaria, tramite il trattamento mini invasivo con litotritore extracorporeo o per via endoscopica; l’uroginecologia, relativamente alla patologia del prolasso vescicale uterino e rettale, nonchè ai problemi di incontinenza urinaria sia maschile che femminile; le patologie dell'apparato genitale maschile, attraverso la prevenzione e la cura dell'infertilità e del deficit erettile con terapia medica e chirurgica. Fanno parte dell'equipe dell'unità operativa i dirigenti medici dott. Paolo Caccia, dott. Alessandro Giacobbe, dott. Nicola Faraone, dott. Ernesto Luciano Giargia, dott.ssa Elisa Berdondini, dott. Lorenzo Tosco.
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