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Il Paradosso della Patata: Un Dilemma Matematico Che Sfida l’Intuizione. A cura di Alessandria today
Scopriamo il paradosso della patata, un sorprendente enigma matematico legato alla perdita di acqua e alla variazione di peso, che continua a intrigare studiosi e appassionati.
Scopriamo il paradosso della patata, un sorprendente enigma matematico legato alla perdita di acqua e alla variazione di peso, che continua a intrigare studiosi e appassionati. Tra i paradossi che affascinano matematici e appassionati, il Paradosso della Patata spicca per la sua apparente semplicità e la capacità di sfidare l’intuizione. Questo paradosso, che ruota attorno alla perdita di acqua…
#Alessandria today#applicazioni matematiche#applicazioni reali#biologia e peso#calcoli matematici#calcolo percentuale peso#concetti di percentuale#contenuto di sostanza solida#contenuto idrico#curiosità matematiche#curiosità scientifiche#diminuzione peso alimenti#educazione matematica#enigma matematico#esempio proporzioni#evaporazione acqua#gestione contenuto idrico#Google News#industria alimentare#intuizione errata#italianewsmedia.com#logica matematica#Matematica#matematica divertente#matematica e scienza#matematica pratica#paradossi e intuizione#paradossi famosi#paradossi intuitivi#paradosso della patata
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Durante tutti questi mesi ho cercato di trasmettere a parole le differenti e lacunose variabili che rendono possibile o meno il passaggio del Sars-Cov2 da un individuo all'altro e le probabilità sommarie che nel soggetto ricevente si sviluppi sola positività o Covid-19 più o meno serio.
Renderlo a parole, però, ha la pecca di lasciare molto all'interpretazione di chi legge, il quale - spesso - non ha la freddezza e l'autocontrollo di comprendere appieno il rischio oggettivo dell'evento personale.
Allora - mi sono detto - ci vorrebbe un qualcosa di visuale e intuitivo che all'inserire di alcune varibili spazio-temporali qualitative e quantitative restituisca un indicatore semaforico della percentuale del rischio corso e di una sommaria probabilità di sviluppare positività o Covid-19.
Naturalmente sarebbe un qualcosa di ESTREMAMENTE fallace, di TERRIBILMENTE poco scientifico e dal NULLO valore predittivo perché le variabili intrinseche ed estrinseche sono davvero troppo e dall'impossibile computazionalità completa, però con tutti i disclaimer del caso, sarebbe un ottimo ESEMPIO DIDATTICO su quelli che sono i meccanismi di diffusione del Sars-Cov2 e i relativi rischi.
Ti ho quindi buttato giù una bozza con Paint (se chiedo aiuto a te è perché pure in matematica e in informatica sono a livello Paint) e poi vediamo di discuterne assieme ad altri l'impatto (non) predittivo.
P.S.
Naturalmente potrebbero essermi sfuggiti alcuni fattori di rischio (suggerite pure) e non so se sia più indicata un'app da scaricare oppure una sort di form da ‘compilare’ in un sito specifico. Quando e se vorrai imbarcarti in ciò, chiedimi che ti farò sapere quanto le singole variabili citate impattino sul risultato finale e tutte le legende del caso da inserire.
Diagramma stupendo 🧡
Ti dico che ho perso un’ora di lavoro a ridere su alcuni valori di inizio/fondo scala, cosa che SAP ti addebiterà con relativa fattura. So’ tedeschi, porta pazienza.
Sia per la app che per il sito (sto studiando JS per realizzare un plugin per Visual Studio Code, chi l’avrebbe mai detto!!) non ci sono problemi, anzi, questo è uno di quei pochi casi dove la UI è banale ma il calcolo che c’è dietro è bello rognoso.
So che ne abbiamo già parlato in privato, ma proviamo a riassumere in questo post, così apriamo un dibattito (che poi è il motivo vero per il quale lo stiamo facendo, diciamoci la verità, ovvero quello di prenderci a schiaffi tipo film di Bud Spencer fino a quando non esce qualcosa di funzionante o una cena).
Come ti anticipavo nella nostra chat, un approccio additivo per me porta a risultati sbagliati, e inoltre dare dei valori assoluti a tutte le scale e combinarli tra loro linearmente ci porterebbe fuori strada in moltissimi casi.
Ci sono tre aspetti da affrontare, sul primo abbiamo già concordato. Ovviamente io sto buttando idee basate sull’intuito, ditemi se sto dicendo cazzate.
andrebbero separate le variabili che tengono conto dello stato dell’untore/vittima (aveva febbre/mascherina, tipo mascherina, età, stato di salute e patologie, febbre dopo quanti giorni) rispetto a quelle di interazione tra i due attori (durata contatto, tipo contatto, luogo contatto).
i valori andrebbero moltiplicati, non addizionati
andrebbe individuato un caso di riferimento, ovvero un caso dove, per multipli (messi peggio) e/o sottomultipli (messi meglio), possiamo derivare gli altri
I punti (1) e (2) li ho derivati facendoti prima l’esempio di come una Soyuz cambia di parecchio se i due attori ci entrano dentro con un Hazmat Suit o con una sciarpa, lasciando fissi la durata e il tipo di contatto. Ma mentre portavo la macchina a lavaggio, mi è venuto in mente anche un altro esempio.
Come stato di salute del martire, hai inserito il valore “Wolverine”. Ora, lo so che lo hai fatto a mo’ di goliardia, ma fammelo passare un attimo come valore possibile dal punto di vista sanitario. Un martire che si dichiara Wolverine, indipendentemente dal restante stato e dalla sua interazione con l’untore, porta tutti i fattori e le scale a zero, perché come ben sappiamo il Covid a Wolverine gli sciacqua gli attributi, quindi il suo fattore di rischio sarà sempre nullo, qualsiasi sia lo scenario. Già solo questo aspetto mi porta a pensare che lo stato di salute del martire sarà un peso (pesato ulteriormente dalle patologie) che andrò a moltiplicare sul valore finale, e che nel caso di Wolverine è banalmente pari a zero.
Date queste considerazioni e il punto (3), mi verrebbe da dire che possiamo individuare un set di variabili di stato che definiscono un fattore X il quale, anche in condizioni di durata, tipo e luogo di contatto favorevoli, mi farebbe avere un valore alto di rischio, e poi, a mano a mano che lo stato “migliora” (es. metto la mascherina, ne metto una buona, etc.), X si rimpicciolisce (a.k.a. lo dividi per fattori sempre più grandi), in modo da far pesare meno le 3 variabili di interazione, che andranno moltiplicate tra loro e per il valore X.
Questo tipo di approccio si avvicina moltissimo a quello delle tracing apps, nelle quali lo stato non esiste (avrebbe complicato e reso senza senso il calcolo), ovvero lo puoi porre pari a “1″, e poi hanno moltiplicato tra loro le variabili di interazione, le uniche che potessero avere un senso per il tracing.
Domani e anche nel weekend provo a tirare giù una bozza di coefficienti e poi la discutiamo insieme. Ma non lasciateci soli, car* tumbler*, in questa avventura. Per dirla alla Captain America ...
AVENGERS ... CALCULATE!
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COMPRO ORO IN SVIZZERA CONVIENE?
COMPRO ORO IN SVIZZERA CONVIENE? In questi difficili mesi di Lockdown da coronavirus e profonda crisi economica per la chiusura di molte attività produttive e commerciali vi è stato un boom di richieste presso i compro oro. Infatti da un lato tantissime persone hanno necessità di avere liquidità e dall'altro, chi abbia risorse da investire, cerca nel compro oro la possibilità di acquistare a prezzi convenienti il bene rifugio per eccellenza. Molte persone non lavorano o aspettano ancora i sussidi statali e hanno necessità immediate come pagare affitti o bollette. In altri casi invece molti sono portati a vedere o a comprare oro semplicemente per l’elevato prezzo raggiunto dalle quotazioni. Una naturale soluzione è i compro oro, oppure i banchi di pegni che stanno avendo un notevole successo. SVIZZERA LEADER MONDIALE DELL’ORO In Svizzera transita la maggior parte dell’oro prodotto nel mondo grazie a quattro delle più importanti raffinerie mondiali di oro, che raffinano circa il 70% dell'oro mondiale. Un quinto di tutto l'oro raffinato dalle raffinerie in Svizzera proviene dai compro oro ed in particolare dal Vietnam, Francia, Italia, Inghilterra, America, Giappone. La Svizzera è tra i maggiori operatori mondiali nel commercio di oro. Nel 2016 le vendite di metallo giallo all’estero hanno costituito il 25 per cento delle esportazioni totali e questo spiega perché rivolgersi a un compro oro in Svizzera conviene, ovviamente a patto di selezionarne uno che faccia prezzi vantaggiosi e trasparenti per il cliente. COMPRO ORO Noi di Gwam sa abbiamo consolidato negli anni un network di professionisti esterni che aiutano la nostra clientela nelle loro necessità ed esigenze, tra cui i migliori compro oro, a prezzi di assoluto rilievo sulla piazza elvetica e internazionale. Il settore del compro oro in Canton Ticino è molto florido per la storica riservatezza svizzera. Le formalità burocratiche sono minime nel pieno rispetto della legislazione vigente. I compro oro nostri convenzionati non solo acquistano ad elevati livelli di prezzo l’oro usato da fondere, ma sopravvalutano oggetti d’oro di qualità quali orologi d’oro, gioielli di note marche che possono avere un mercato secondario e quindi rivendibili e non da fondere. Quest’ultimo aspetto non è per nulla da sottovalutare, in quanto il mercato secondario dei gioielli usati con determinate caratteristiche di unicità, marca e valore estetico trova nei compro oro di nostro riferimento una valutazione congrua per il cliente e il giusto ricarico per il compro oro. COMPRO ORO: GLI OBBLIGHI DEGLI OPERATORI IN ITALIA Il D.lgs. 92/2017 fissa determinati obblighi in capo agli operatori compro oro in Italia: identificazione della clientela: gli operatori compro oro, prima di eseguire l'operazione, devono identificare il cliente, secondo le modalità previste dal decreto antiriciclaggio (D.lgs. 231/2007); limite uso contante: per le operazioni di importo pari o superiore a 500 euro è necessario utilizzare esclusivamente mezzi di pagamento diversi dal denaro contante, che garantiscano la tracciabilità dell'operazione e la sua univoca riconducibilità al disponente. L'obbligo in questo caso sussiste indipendentemente dal fatto che l'acquisto o vendita dell'oggetto prezioso sia effettuato in un'unica operazione, o con più operazioni. tracciabilità: Gli operatori di compro oro sono obbligati all'utilizzo di un conto corrente (bancario o postale) dedicato esclusivamente all'attività di compro oro. Per ogni operazione eseguita gli operatori dei compro oro devono predisporre una scheda (numerata progressivamente) i cui indicare: i dati identificativi del cliente, gli estremi della transazione effettuata con mezzi diversi dal denaro contante; una descrizione sulle caratteristiche dell'oggetto prezioso, sulla sua natura e qualità; la quotazione dell'oro e dei metalli preziosi contenuti nell'oggetto; due fotografie in formato digitale dell'oggetto prezioso (con prospettive diverse); la data e l'ora dell'operazione; l'importo corrisposto e il mezzo di pagamento usato; la destinazione data all'oggetto completa dei dati identificativi: dell'altro operatore compro oro o cliente a cui l'oggetto è stato ceduto, dell'operatore professionale a cui l'oggetto è stato venduto o ceduto per altre trasformazioni, delle fonderie/aziende specializzate nel recupero di materiali preziosi a cui l'oggetto è stato ceduto conservazione: gli operatori devono conservare i dati acquisiti per un periodo di dieci anni. segnalazioni operazioni sospette: gli operatori devono inviare alla UIF (Unità di informazioni finanziaria) le segnalazioni sospette, secondo le modalità stabile dal decreto antiriciclaggio (D.lgs. 231/2007). COMPRO ORO: GLI OBBLIGHI DEGLI OPERATORI IN SVIZZERA La legge svizzera sul riciclaggio di denaro conosciuta come LRD fissa determinati obblighi in capo agli operatori compro oro in Svizzera: identificazione della clientela: gli operatori compro oro identificano la clientela per importi superiori ai 15000 chf. Limite uso del contante: per le operazioni di importo pari o superiore a 100000 chf è necessario utilizzare esclusivamente mezzi di pagamento diversi dal denaro contante, che garantiscano la tracciabilità dell'operazione e la sua univoca riconducibilità al disponente. L'obbligo in questo caso sussiste indipendentemente dal fatto che l'acquisto o vendita dell'oggetto prezioso sia effettuato in un'unica operazione, o con più operazioni. Emissione fattura nominativa o anonima in base ai limiti citati. conservazione: gli operatori devono conservare i dati acquisiti per un periodo di dieci anni. segnalazioni operazioni sospette: gli operatori devono inviare al MROS (ufficio di comunicazione finanziaria sul riciclaggio di denaro) le segnalazioni sospette tramite applicativo online con allegati gli eventuali indizi di prova. COMPRO ORO E VALORE STORICO L’oro è stato durante la storia il materiale più pregiato utilizzato come moneta a corso legale. Oggi, non è più così dal momento che è stato sostituito da valute nazionali le cui monete e banconote non sono mai d’oro, tranne che per eventi commemorativi o per emissioni speciali. Quindi oggigiorno il valore attribuito alle monete d’oro può essere di due tipi: 1 - legato al prezzo di mercato dell’oro in base alla domanda e all’offerta del metallo prezioso: riportiamo la quotazione al grammo in tempo reale nel grafico in pagina. 2 - Il secondo è un valore numismatico che ha lo stesso principio di domanda e offerta, ma basato non sul contenuto in oro fino, ma sulla rarità dell'oggetto in oro: quando diecimila persone domandano una moneta specifica di un determinato anno, di cui per fare un esempio solo 10 esemplari sono stati coniati, è normale che il prezzo salga e che diventi molto più costoso del valore dell’oro presente nella moneta. Questo è il valore numismatico. Le monete più comuni emesse in grandi quantità non assumono un valore numismatico che sia maggiore di quello del contenuto d’oro della moneta, oggetto di questo articolo. Le monete d’oro da investimento hanno basso valore numismatico e a causa della loro grande quantità vengono scambiate al prezzo attuale in base al loro contenuto di oro (chiamato anche titolo ed espresso in millesimi). Tuttavia alcune monete, sostanzialmente di borsa, (ad esem pio la sterlina, marengo o krugerrand) possono assumere prezzi lievemente maggiori al valore dell’oro, specie subito dopo la coniazione: in questo ultimo caso si paga un piccolo sovrapprezzo numismatico legato al fattore novità dell'emissione. Gold price by GoldBroker.com Le monete più comuni da investimento sono indicate nella seguente tabella sulla base della quale vengono effettuate tutte le valutazioni del compra oro, sia in acquisto, che in vendita. Moneta Peso moneta Titolo Peso oro Sterlina 7,988 916,66 ‰ 7,322 Marengo 6,451 900,00 ‰ 5,806 10 Dollari 16,718 900,00 ‰ 15,046 20 Dollari Liberty 33,436 900,00 ‰ 30,092 20 Dollari St. Gaudens 33,436 900,00 ‰ 30,092 4 ducati austriaci 13,96 986,11 ‰ 13,795 1 ducato austriaco 3,49 986,11 ‰ 3,441 50 pesos Messico 41,666 900,00 ‰ 37,499 Krugerrand 33,93 916,66 ‰ 31,10 Calcolo trasparente del valore di riferimento di una moneta con lo stesso criterio utilizzato dai compra oro: Il valore viene stabilito dal compro oro moltiplicando il prezzo del giorno dell’oro per la quantità di oro (espressa in grammi) presente nella moneta (il prezzo del grafico in tempo reale in pagina, già espresso per grammo e in €, moltiplicato per l’ultima colonna a destra nella tabella).
Per cui ad esempio se vuoi calcolare il valore di una sterlina d’oro oggi: Controlla il prezzo dell’oro al momento ricavando per esempio 51 euro al grammo (maggio 2020). Moltiplica questo valore per i grammi di oro della sterlina (51 euro/g * 7,322 g). Ottieni così il valore di riferimento di 373,42 euro. Per essere considerata una moneta da investimento e godere dell’esenzione IVA, secondo la legge italiana, la moneta deve avere come titolo almeno 900 millesimi, ovvero 21 carati. L’oro puro a 24 carati è quello a 999 ‰. Le monete d’oro nella tabella precedente sono tutte monete da investimento. Prezzo di una moneta d’oro Abbiamo visto come calcolare il prezzo di riferimento di una moneta e che questo varia a seconda della quantità di oro in essa contenuta. È dunque possibile iniziare ad investire in monete d’oro a partire da 160 euro acquistando 1 ducato austriaco da poco più di 3 grammi o acquistare una moneta da 37 grammi a circa 2000 euro (50 pesos messicano); una sterlina oro può costare oggi intorno ai 370 euro mentre un marengo oro costa circa 300 euro. Il prezzo finale dipenderà anche dalla commissione applicata dall'intermediario a questo prezzo che è stimato centrale tra domanda e offerta. Per quanto riguarda la commissione da pagare agli intermediari, la percentuale varia in base alla somma totale da impiegare e dall’operatore in questione. È bene selezionare bene l’intermediario per ricavare una commissione più bassa per il nostro investimento. I migliori operatori sul mercato italiano vendono monete da investimento a un prezzo maggiorato di circa il 10% rispetto alla quotazione di riferimento. In alcuni casi si scende al 5%. I compra oro in Svizzera a cui indirizziamo la nostra clientela, applicano tutti commissioni inferiori al 2,5%. Per quanto riguarda la tassazione, secondo la legge n.7 del 17 gennaio 2000, gli investimenti in oro sono IVA esenti. Quando e se si intende vendere l’investimento in oro effettuato, si sarà soggetti a tassazione sulla eventuale plusvalenza che andrà indicata nella dichiarazione dei redditi. Dove comprare una moneta d’oro Una moneta d’oro da investimento come quelle riportate sulla tabella in alto possono essere acquistate attraverso due canali principali: Da privati (per esempio su Ebay, ai mercatini, da amici o conoscenti, ecc.). Da intermediari (banche, agenti di cambio, banco metalli). Per quanto riguarda gli intermediari è possibile effettuare una ricerca degli operatori professionali che effettuano la vendita oro dove vengono riportati tutti gli operatori autorizzati e abilitati dalla Banca d’Italia, oppure rivolgiti a noi per farti indirizzare verso il miglior Compro Oro a Chiasso in base alle tue esigenze. Alcuni Compro oro applicano commissioni minori sulla vendita, altri sull'acquisto, altri ancora sull'acquisto di oro usato. Quando si decide di comprare una moneta si ha anche il vantaggio di poter godere della bellezza della moneta. Fra tutte le possibilità di investimento, insieme ai gioielli, è sicuramente quella che offre la più bella lavorazione del metallo prezioso regalandoci anche un valore storico dell’oggetto. Inoltre le monete sono molto più facili da portare con noi di un pesante lingotto e si prestano a splendidi regali a figli e nipoti. Contenuto in oro puro delle principali monete da investimento:
Austria - Ducato Dimensioni: mm. 20,00 peso effettivo: gr. 3,49 titolo oro: 986/°°° quantità oro puro: gr. 3,44 anni di emissione: 1915
Francia - Marengo Dimensioni: mm. 21 peso effettivo: gr. 6,45 titolo oro: 900/°°° quantità oro puro: gr. 5,80 anni di emissione: vari
Austria - Marengo Dimensioni: mm 21 Peso effettivo: gr.6.45 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr.5.80 Anni di emissione: Vari
Belgio - Marengo Dimensioni: mm 21 Peso effettivo: gr. 6.45 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 5.80 Anni di emissione: 1865-1914
Svizzera - Marengo Dimensioni: mm 21 Peso effettivo: gr. 6.45 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 5.80 Anni di emissione: Vari
Regno d'Italia - Marengo Dimensioni: mm. 21 Peso effettivo: gr. 6,45 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 5,80 Anni di emissione: 1879 - 1897
Ungheria - 20 corone Dimensioni: mm 21 Peso effettivo: gr. 6.775 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 6,097 Anni di emissione: Vari
Germania - 20 marchi Dimensioni: mm 22,5 Peso effettivo: gr. 7,965 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 7,1684 Anni di...
Sud Africa - 2 Rand Dimensioni: mm. 22,12 peso effettivo: gr. 7,98 titolo oro: 917/°°° quantità oro puro: gr. 7,32 anni di emissione: 1961 - 1983
Gran Bretagna - Sterlina nuovo conio Dimensioni: mm. 22,12 Peso effettivo: gr. 7,98 Titolo oro: 917/°°° Quantità oro puro: gr. 7,32 Anni di emissione: 1957 - oggi
Gran Bretagna - Sterlina vecchio conio Dimensioni: mm. 22,12 peso effettivo: gr. 7,98 titolo oro: 917/°°° quantità oro puro: gr. 7,32 anni di emissione: 1871 - 1925
Austria 1000 Scellini Dimensioni: mm. 27,00 peso effettivo: gr. 13,50 titolo oro: 900/°°° quantità oro puro: gr. 12,15 anni di emissione: 1976
Austria - 4 Ducati Dimensioni: mm. 39,7 peso effettivo: gr. 13,96 titolo oro: 986/°°° quantità oro puro: gr. 13,76 anni di emissione: 1915 (quasi tutti riconi successivi...
Messico - 20 Pesos Dimensioni: mm 27.40 Peso effettivo: gr.16.66 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr.15.00 Anni di emissione: 1917-1921 o 1959 (riconio)
USA - 10 Dollari Liberty Dimensioni: mm 27 Peso effettivo: gr. 16,72 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 15,04 Anni di emissione: 1838 - 1907
USA - 10 Dollari Indiano Dimensioni: mm 27 Peso effettivo: gr. 16,72 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 15,04 Anni di emissione: 1907 - 1932
Cile - 100 Pesos Dimensioni: mm. 32 peso effettivo: gr. 20,34 titolo oro: 900/°°° quantità oro puro: gr. 18,30 anni di emissione: 1926-46/80
USA - 20 Dollari Saint-Gaudens Dimensioni: mm 34 Peso effettivo: gr. 33,43 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 30,09 Anni di emissione: 1907 - 1933
USA - 20 Dollari Liberty Dimensioni: mm 34 Peso effettivo: gr. 33,43 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 30,09 Anni di emissione: 1849 - 1907
Austria - 100 Corone Dimensioni: mm 37 Peso effettivo: gr. 33.88 Titolo oro: 900/°°° Quantità oro puro: gr. 30.49 Anni di emissione: 1915 (quasi tutti riconi successivi riportanti...
Austria - Philarmonic 1 oz. Dimensioni: mm. 37,00 peso effettivo: gr. 31,10 titolo oro: 999,9/°°° quantità oro puro: gr. 31,10 anni di emissione: dal 1989
USA – 50 Dollari Aquila 1 oz. Dimensioni: mm. 32,70 peso effettivo: gr. 33,92 titolo oro: 917/°°° quantità oro puro: gr. 31,10 Anni di...
Gran Bretagna Britannia 1 oz. Dimensioni: mm. 32,69 peso effettivo: gr. 33,93 titolo oro: 917/°°° quantità oro puro: gr. 31,10 anni di emissione: dal 1986
Sudafrica - Krugerrand Dimensioni: mm. 32,61 Peso effettivo: gr. 33,93 Titolo oro: 917/°°° Quantità oro puro: gr. 31,10 (1 oz.) Anni di emissione: 1967 - oggi
Messico - 50 Pesos Dimensioni: mm. 37,5 peso effettivo: gr. 41,66 titolo oro: 900/°°° quantità oro puro: gr. 37,5 anni di emissione: 1921-1947 Fonte fotografie e dati monete: Catalogo Bolaffi oro Read the full article
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2017: analfabetismo Italia
http://www.lavocedinewyork.com/arts/lingua-italiana/2016/03/28/analfabetismo-italiano-e-la-repubblica-fondata-sullignoranza/
Tullio De Mauro è il più autorevole linguista italiano. De Mauro ha insegnato linguistica in diverse università italiane e ha diretto il Dipartimento di Scienze del Linguaggio nella Facoltà di Filosofia, e successivamente il Dipartimento di Studi Filologici, nella Facoltà di Scienze Umanistiche dell’Università la Sapienza di Roma. Già ministro della pubblica istruzione (aprile 2000-giugno 2001, governo Amato), ha presieduto la Società di Linguistica Italiana (1969-73) e la Società di Filosofia del Linguaggio (1995-97). Nel novembre 2006 ha contribuito alla fondazione dell’associazione Senso Comune per un progetto di dizionario informatico, di cui è tuttora presidente. È socio ordinario dell’Accademia della Crusca, e dal novembre 2007 dirige la Fondazione Maria e Goffredo Bellonci. De Mauro presiede il comitato direttivo del Premio Strega. Ha scritto moltissimi libri, tra i quali il recente Storia linguistica dell’Italia repubblicana (Laterza, Bari 2014).
Professor De Mauro, nel 2010 aveva condotto uno studio sull’analfabetismo in Italia. Ci fa il punto sui dati raccolti allora, sulle novità e come si dividono?
“Da molti anni, perlomeno dalla Storia linguistica dell’Italia unita del 1963, ho cercato di raccogliere dati sull’analfabetismo strumentale (totale incapacità di decifrare uno scritto) e funzionale (incapacità di passare dalla decifrazione e faticosa lettura alla comprensione di un testo anche semplice) e ho cercato di richiamare l’attenzione dei miei illustri colleghi sul peso che l’analfabetismo ha sulle vicende linguistiche e, ovviamente, sociali in Italia. Avevamo dati sull’analfabetismo strumentale, ma per l’analfabetismo funzionale avevamo solo sondaggi parziali e ipotesi, a elaborare le quali abbiamo lavorato a lungo in diversi, ricordo qui almeno e soprattutto il professor Saverio Avveduto a lungo presidente dell’UNLA (Unione Nazionale per la Lotta all’Analfabetismo). Dai tardi anni novanta dello scorso secolo per merito di Statistics Canada (il centro statistico nazionale canadese) sono state promosse accurate indagini comparative e osservative su estesi campioni statistici delle popolazioni per determinare diversi gradi di analfabetismo nei diversi paesi del mondo. Già nel 2005 ho potuto utilizzare questi dati. Nel 2014 è giunta a compimento la terza indagine comparativa internazionale gestita dall’OCSE (l’Organizzazione di cooperazione e sviluppo economico). L’indagine è chiamata PIAAC, Programme for International Assessment of Adult Competencies), e per quasi trenta paesi del mondo, tra cui l’Italia, ha definito cinque livelli di alfabetizzazione in literacy e numeracy delle popolazioni in età di lavoro (16-65 anni), dal livello minimo di analfabetismo strumentale totale, a un secondo livello quasi minimo e comunque insufficiente alla comprensione e scrittura di un breve testo, ai successivi tre gradi di crescente capacità di comprensione e scrittura di testi, calcoli, grafici. Dati analitici sul nostro e altri paesi possono trovarsi in un mio libro più recente, Storia linguistica dell’Italia repubblicana (Laterza, Bari 2014). Qui il nostro focus è l’Italia. Come in Spagna il 70% della popolazione in età di lavoro si colloca sotto i due primi livelli. Soltanto un po’ meno di un terzo della popolazione ha quei livelli di comprensione della scrittura e del calcolo dal terzo livello in su che vengono ritenuti necessari per orientarsi nella vita di una società moderna. Ma il fenomeno ha gravi dimensioni in tutti i paesi studiati anche se nessuno raggiunge i livelli negativi di Italia e Spagna. Più della metà della popolazione è in condizioni che potremmo dire “italo-spagnole” negli USA e (a decrescere), in Francia, Gran Bretagna, Germania ecc. Perfino in paesi virtuosi, per eccellenza dei sistemi scolastici e diffusione della lettura, si trovano percentuali di analfabeti prossime al 40%: così in Giappone, Corea, Finlandia, Paesi Bassi.
Il problema dunque, pur a diversi livelli di gravità, non è solo italiano. Anche dopo avere acquisito buoni, talora eccellenti livelli di literacy e numeracy in età scolastica, in età adulta le intere popolazioni sono esposte al rischio della regressione verso livelli assai bassi di alfabetizzazione a causa di stili di vita che allontanano dalla pratica e dall’interesse per la lettura o la comprensione di cifre, tabelle, percentuali. Ci si chiude nel proprio particolare, si sopravvive più che vivere e le eventuali buone capacità giovanili progressivamente si atrofizzano e, se siamo in queste condizioni, rischiamo di diventare, come diceva Leonardo da Vinci, transiti di cibo più che di conoscenze, idee, sentimenti di partecipazione solidale”.
L’analfabetismo fa credere che la realtà sia diversa da quella vissuta. Quali sono i problemi che il nostro paese affronta a causa dell’inconsapevolezza dei cittadini?
“I problemi sono molti. Mi limiterò qui a ricordare solo quel che illustri economisti come Luigi Spaventa o Tito Boeri hanno spiegato: il grave analfabetismo strumentale e funzionale incide negativamente sulle capacità produttive del paese e, a loro avviso, è responsabile del grave ristagno economico che affligge l’Italia dai primi anni novanta”.
Qual è la percentuale degli italiani che ha una comprensione dei discorsi politici o che capisca come funzioni la politica italiana?
“È certamente inferiore al 30%”.
Secondo Socrate “c’è un solo bene: il sapere. E un solo male: l’ignoranza”. Oggi si combatte l’analfabetismo altrui oppure si usa come arma di sfruttamento per arrivare al potere?
“Purtroppo l’analfabetismo è oggettivamente un instrumentum regni, un mezzo eccellente per attrarre e sedurre molte persone con corbellerie e mistificazioni”.
Qual è la percentuale degli italiani che ha comprensione dei vocaboli ambigui e di locuzioni straniere usati dai politici e dalla TV?
“All’interno del 30% di meglio alfabetizzati solo una percentuale modesta ha una buona conoscenza di lingue straniere e di linguaggi tecnico-scientifici. In attesa di indagini mirate e specifiche, che stiamo avviando, si può ipotizzare che solo il 10% della popolazione in età di lavoro capisce bene tecnicismi e forestierismi”.
Secondo Lei il governo italiano fa abbastanza per il mantenimento e l’insegnamento della lingua italiana all’estero?
“Ci sono da qualche tempo molte buone intenzioni, ma scarseggiano iniziative di sostegno paragonabili a quelle delle istituzioni pubbliche che promuovono lo studio delle lingue di altri paesi. British Council, Cervantes, Centre culturel français, Confucio, Japan Foundation, Goethe…. La Dante Alighieri ha nome analogo ad alcune grandi ed efficienti istituzioni straniere, ma, anche se con un po’ di finanziamenti pubblici, è lontana per struttura e natura dal poter assolvere ai compiti della complessiva promozione della lingua e cultura dell’Italia fuori di Italia. Di più potrebbero fare i nostri Istituti di cultura se fossero più numerosi nel mondo e ben sostenuti da finanziamenti statali. Resta da sperare (e a mio avviso non è poco) nel faidatè dei milioni di italiani e oriundi italiani sparsi nel mondo”.
http://www.corriere.it/scuola/universita/17_febbraio_04/gli-studenti-non-sanno-l-italiano-denuncia-600-prof-universitari-3db50faa-eb16-11e6-ad6d-d4b358125f7a.shtml
Possibile ritrovarsi a correggere una tesi di laurea dovendo usare la matita rossa e blu come in un temino della scuola elementare? Purtroppo sì. Basta leggere alcune delle testimonianze drammatiche dei 600 professori universitari che in pochi giorni hanno sottoscritto un accorato appello al governo e al Parlamento per mettere in campo un piano di emergenza che rilanci lo studio della lingua italiana nelle scuole elementari e medie. Ripartendo dai fondamentali: «dettato ortografico, riassunto, comprensione del testo, conoscenza del lessico, analisi grammaticale e scrittura corsiva a mano». Può sembrare un ritorno indietro ma, come spiega Giorgio Ragazzini, uno dei quattro docenti di scuola media e superiore del Gruppo di Firenze che hanno promosso la lettera, «forse stiamo risentendo anche di una svalutazione della grammatica e dell’ortografia che risale agli anni 70». E invece, come già si diceva in un film diventato di culto dopo gli anni del riflusso, «chi parla male pensa male». O, come preferisce ricordare il professor Ragazzini citando Sciascia, «l’italiano non è l’italiano, è il ragionare».
Errori da terza elementare
«E’ chiaro ormai da molti anni che alla fine del percorso scolastico troppi ragazzi scrivono male in italiano, leggono poco e faticano a esprimersi oralmente - si legge nella lettera -. Da tempo i docenti universitari denunciano le carenze linguistiche dei loro studenti (grammatica, sintassi, lessico), con errori appena tollerabili in terza elementare. Nel tentativo di porvi rimedio, alcune facoltà hanno persino attivato corsi di recupero di lingua italiana». La notizia non è nuova, ma non per questo è meno drammatica. Anche dall’ultimo rapporto Ocse-Pisa che misura le competenze dei quindicenni di mezzo mondo i nostri ragazzi sono usciti con le ossa rotte. E a sorpresa è soprattutto in italiano che andiamo male. Con buona pace della stanca retorica anti-crociana. Dal 2000 a oggi non abbiamo recuperato mezza posizione, mentre in matematica, dove pure eravamo molto più indietro, abbiamo fatto enormi passi avanti.
Cosa vuol dire «penultima»?
Tra i firmatari della lettera si contano (al momento) 8 accademici della Crusca, quattro rettori, il pedagogista Benedetto Vertecchi, gli storici Ernesto Galli della Loggia, Luciano Canfora e Mario Isnenghi, e poi filosofi (Massimo Cacciari), sociologi (Ilvo Diamanti), la scrittrice e insegnante Paola Mastrocola, da sempre in prima linea per una scuola severa e giusta (giusta anche perché severa), matematici e docenti di diritto, storici dell’arte e neuropsichiatri. Tutti uniti nel denunciare la condizione di semi-analfabetismo di una parte degli studenti universitari. Come racconta bene questa testimonianza di uno dei firmatari: «Mi è capitato di incontrare in treno una studentessa che non sapeva quale fosse la “penultima” lettera del codice di prenotazione del suo biglietto».
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Come impostare una dieta personalizzata per dimagrire
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Come impostare una dieta personalizzata per dimagrire
Dimagrire nel modo corretto
Quello di perdere peso è un obbiettivo condiviso da molte persone. Per farlo nel modo corretto, però, bisogna adottare un’alimentazione ipocalorica che però non sia dannosa per la nostra salute. Una dieta personalizzata di solito è la migliore soluzione.
Cos’è la dieta personalizzata
La dieta personalizzata innanzitutto è un modo equilibrato per tornare in forma. Essa comprende tutti i nutrienti indispensabili al nostro organismo come carboidrati, lipidi, proteine vitamine ecc.
Quando si parla di dieta personalizzata, il punto di partenza per creare un piano alimentare corretto è il calcolo del consumo energetico totale giornaliero.
Tenendo conto del metabolismo basale, necessario a mantenere attivi tutti i processi vitali del nostro corpo, una dieta professionale deve tenere conto di vari aspetti, tra cui: l’età, il sesso, l’altezza, il peso e la percentuale di muscolatura.
Vista la complessità degli aspetti da prendere in considerazione, consigliamo sempre di rivolgervi ad un professionista che creerà per voi la dieta personalizzata più adatta alla vostra persona.
Dimagrire con una dieta personalizzata
Il nutrizionista creerà per voi una dieta che garantisce una corretta assunzione di cibi fondamentali per l’organismo. Essa dovrà essere poi abbinata ad una adeguata attività fisica.
È importante perdere o regolarizzare il peso senza causare scompensi al nostro fisico.
Al raggiungimento di questo obbiettivo non miglioreremo soltanto il nostro aspetto esteriore, ma contribuiremo a ristabilire le condizioni psico- fisiche più idonee all’organismo.
Una dieta personalizzata viene elaborata in più fasi: vediamo insieme quali sono
Fase 1: il calcolo delle calorie
Il nostro corpo consuma energia per svolgere qualsiasi attività, e l’energia di cui abbiamo bisogno viene dalle calorie che otteniamo da cibo e bevande.
Il primo passo, quindi,per impostare una buona dieta personalizzata, è il cosiddetto calcolo delle calorie; stabilire quante calorie sono necessarie al corpo per ritrovare il peso ideale.
Il calcolo viene effettuato attraverso l’equazione di Harris e Benedict ideata per stabilire la giusta quantità di calorie che è opportuno assumere durante la giornata a seconda delle caratteristiche specifiche di ogni individuo.
Per il calcolo delle calorie attraverso il metodo Harris Benedict è necessario calcolare il proprio tasso metabolico basale.
Questo è un parametro che ci aiuta a definire quanta energia è necessaria al nostro corpo per le funzioni metaboliche vitali durante le ventiquattro ore.
Questo calcolo, ovviamente risulterà diverso per ognuno di noi, perché tiene in considerazione alcuni parametri genetici fondamentali, quali il peso, l’altezza e l’età.
Fase 2: stabilire il piano alimentare
Il piano alimentare che otterrete da un nutrizionista, sarà davvero molto affidabile e ,se saprete seguirlo con costanza, sarà anche in grado di farvi perdere il peso in eccesso.
Ricordatevi anche, che ,dieta personalizzata e stile di vita sedentario, non vanno affatto d’accordo. Associate quindi una regolare attività fisica ogni giorno e tutto il vostro corpo ne trarrà beneficio.
In che modo si dimagrisce
l dimagrimento, avviene grazie ad un processo fisiologico nel quale viene ridotto il tessuto adiposo che il nostro corpo tiene come riserva.
Come conseguenza di questo processo si avrà quindi un calo della massa corporea totale.
Grazie ad una dieta personalizzata, noi impariamo anche a mangiare meglio e soprattutto meno.
L’alimentazione disordinata è tra le prime cause di obestità. Mangiare troppi panini, insaccati o bibite gassate apporta una quantità calorica troppo alta rispetto a quello che serve al nostro corpo.
Quindi sarebbe molto meglio, per esempio, sostituire 100 grammi di salame con 400 g di pesce spada alla griglia + due etti di verdura alla griglia + 10 g di olio di oliva.
Piccoli pasti ma frequenti
Il segreto di una buona dieta personalizzata è quello di consumare fino a 4 pasti durante una giornata.
Iniziate con una ricca colazione, fate uno spuntino a metà mattina e lo stesso fate a metà pomeriggio.
In questo modo non arriverete troppo affamati ai pasti principali e potrete assumere la giusta quantità calorica che serve all’organismo senza strafare.
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Come calcolare il tuo IMC (Indice di Massa Corporea)
Al di là di ciò che ti può dire la bilancia, come puoi capire quale sia la tua vera situazione fisica rispetto alla norma? Che sia una semplice sensazione o che le maniglie dell’amore te lo ricordino, a volte si ha effettivamente difficoltà ad intuire se siamo sovrappeso o meno.
Per capire se effettivamente il tuo fisico ha troppo grasso o meno esiste un modo per misurare in maniera chiara i tessuti del tuo corpo: con il Body Mass Index, tradotto in italiano come Indice di Massa Corporea (abbreviato IMC) è infatti possibile avere un’idea chiara sulla tua personalissima situazione.
Ciò che definiamo comunemente come “grasso” è in realtà determinata dalla quantità di lipociti e dalla loro dimensione: a seguito di alimentazioni ipo o ipercaloriche, la tua massa grassa può variare notevolmente, dal sovrappeso sino al sottopeso.
Sei davvero sovrappeso o è solo una tua impressione? Ecco come scoprire la verità…
Per aiutarti a comprendere come funziona, ho deciso di mostrarti questo calcolatore di IMC. Si tratta di un form compilabile che però funziona in maniera attendibile solo con persone di età compresa tra i 18 e 65 anni. Il test inoltre non è applicabile a donne incinte o in fase post parto.
Altezza in m.*
inserire l'altezza in m, esempio 1,75
Peso in Kg*
BMI (Indice di Massa Corporea)
Risultato:
Grave Magrezza
Sei decisamente sottopeso! Devi fare attenzione perché non è un problema da sottovalutare e potrebbe essere una buona idea consultare il tuo medico per trovare un rimedio.
Sottopeso
Sei leggermente sottopeso. La situazione non è drammatica ma probabilmente hai qualche chilo in meno del previsto: forse devi rivedere un po’ la tua alimentazione...
Normopeso
Perfetto! Hai trovato il perfetto equilibrio per quanto riguarda la tua massa grassa. Il tuo stile di vita, almeno per quanto riguarda l’alimentazione, è ineccepibile!
Sovrappeso
C’è qualche chilo più del previsto… nulla di assolutamente irrimediabile: probabilmente basta tirare la cinghia per un po’ di tempo per rientrare nei ranghi.
Obeso classe 1
La situazione non è ottimale. La tua massa grassa è troppa e devi intervenire per diminuirla: comincia a pensare seriamente di metterti a dieta per seguire un regime alimentare più equilibrato.
Obeso classe 2
Qualcosa non va… sei decisamente oltre i limiti consentiti e necessiti di una dieta. Eventualmente potresti contattare un dietologo per risolvere la situazione.
Obeso classe 3
La situazione è piuttosto problematica: valuta seriamente di ricorrere a un dietologo o un nutrizionista per rimediare alla tua situazione.
Invia questo calcolo nella tua email, per ricordarti la tua misurazione!
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Oppure utilizzare questi gadget per misurare il tuo peso ideale!
Come interpretare il risultato di questo test sull’IMC?
Come hai visto, questo pratico tool che serve per calcolare il tuo IMC, ti restituisce una percentuale che va interpretata. Questa dipende principalmente da diversi fattori del soggetto che si sottopone alla misurazione quali altezza e peso.
Una volta compilato il form, riceverai una mail con una breve valutazione riguardante il tuo stato fisico che indicativamente, ti spiegherà anche come agire per poter migliorare la tua situazione.
Leggi l'articolo Come calcolare il tuo IMC (Indice di Massa Corporea) dalla fonte originale: DietaPlank.com.
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Il trading e le stelle, Gann; view sul Petrolio
PETROLIO GREGGIO, la view attuale.
Tengo a precisare che le lettere panoramiche, sono quelle non riferite ad un mercato specifico.
La settimana del 20 Marzo, ho fatto uno studio che ho inviato ai miei lettori, che ora sono lieto di mostrare al grande pubblico, qui su Investing.com.
Crude oil : di seguito allego immagini della mappa astrale e del grafico di questo strumento; Marte g, sicuramente influenzato anche da altre energie, non si comporta sempre con la stessa forza, a volte, gli effetti vengono fortemente accentuati o depressi.
Nel cerchio sarà sempre segnato Marte, nella tabella a destra vedete Marte 10.27 del Toro
Nella tabella Background è scritta la data 16.03.2002
INSERIRE GRAFICO 1, siccome devo essere breve e conciso non posso postare tutti i grafici astrologici e grafici tradizionali di crude oil, scriverò solo le date, voi, se volete, verificate con che intensità il petrolio greggio è salito per 5/10 giorni in borsa.
Date long oil 10° Marte Toro -16 Marzo 2002 -19 Febbraio 2004 -9 Luglio 2007 -25 Novembre 2011 -4 Novembre 2013 -14 Marzo 2015 -24 Marzo 2017 (avevo disegnato Ellisse della salita) e siamo saliti a 53.70
INSERIRE GRAFICO 2, cosa dite? non ho shortato sulla trend line e su un AB=CD a ricopertura dei long che ho tuttora? Davvero per me questo non è importante, lo capirete sotto.
INSERIRE GRAFICO 3, tornando ai giorni nostri, ora siamo proprio vicini al set up, attivo tra venerdì 5 maggio e lunedì 8 maggio.
Ma è Agosto il mese in cui ci sarà una fortissima esplosione rialzista, vi do un indizio: vi ricordate il 25 Agosto 2015?, bene, ma non saranno gli stessi giorni di fine mese, mi raccomando, non fate di testa vostra, sarà agosto ma in date da specificarsi.
Non voglio essere criptico, ma devo trovare sempre un compromesso, nel dire qualcosa senza svelare tutti i miei studi che invio ai miei lettori abbonati, capirete che, se pagaste un servizio, uno studio e lo vedeste pari pari gratuitamente disponibile su internet, rimarreste delusi.
SPECULAZIONE Vs GIOCO D’AZZARDO: mesi fa ho visto il film al cinema “Collateral Beauty”( le citazioni le ho riprese dal film cambiando solo alcune parole, associandole al trading), e quello che scriverò ora, è tratto da una conversazione con mio figlio Filippo 14 anni, che poco tempo fa mi disse:“Papa, tu non vedi i grafici come li vedono tutti, tu li vedi con gli occhi dell’amore”.
E’ strano come nella vita una semplice frase ti faccia riflettere e in questo caso, mi abbia indotto a scrivere questa lettera.
Comincio con la domanda qual è la vostra motivazione per fare trading, perché vi impegnate in questa attività? Perché scegliete quel particolare strumento, per la vostra operatività? Perché speculate sul petrolio greggio? Perché frequentate assiduamente il sito investing.com?
Nella mia domanda, non mi riferisco alle motivazioni più superficiali, ma a quelle più profonde, che vi coinvolgono nel profondo, come esseri umani e non solo come trader.
La risposta, abbastanza scontata, è che non siamo di certo qui per speculare e basta, ci ritroviamo qui, come in una piazza pubblica, in un luogo di ritrovo virtuale, anche per fruire di un contatto con altre persone, con le quali condividiamo uno specifico interesse.
La vita si basa sui bisogni delle persone, e la speculazione finanziaria, può fornire i mezzi economici, per soddisfare i bisogni materiali, migliorando la qualità della vita delle persone, quindi come possiamo ottenere questo ambito risultato?
AMORE -TEMPO -MORTE
Sì queste tre astrazioni, costituendo al tempo stesso una profonda esigenza e un invalicabile limite dell’esistenza umana, collegano, accomunandolo a tutti gli altri, ogni singolo essere umano sulla terra
Ogni cosa che desideriamo o che temiamo di non riuscire a possedere, ogni cosa che decidiamo di acquistare per noi stessi o per un nostro caro, rappresenta, in realtà, il nostro viscerale ed insopprimibile desiderio d’amore.
Siamo schiavi e soccombiamo inevitabilmente al passare del tempo ch,e con il suo scorrere, segna l’ineluttabile avvicinarsi della nostra fine, vorremmo quindi avere più tempo perchè temiamo la morte.
Il trading ha in sè le potenzialità per soddisfare, quindi, alcuni dei nostri desideri più profondi: il trader sa bene che potrebbe guadagnare importanti somme di denaro in breve tempo, garantendosi così un grande vantaggio sul fattore TEMPO e proprio con la speranza/convinzione che ciò possa accadergli, opera inizialmente senza paura, senza considerare di poter facilmente dilapidare i suoi risparmi, portando molto spesso se stesso e le sue finanze, in una difficile situazione, nella maggioranza dei casi, il trader tende a considerare solo l’aspetto potenzialmente positivo della sua attività di trading.
Quello che posso asserire è che, in realtà, credo che poche persone abbiano realmente compreso cosa sia veramente l’attività di trading, quali siano le sua complesse implicazioni psicologiche e le profonde motivazioni che ci portano a svolgerlo: il trading NON è la semplice ricerca di un veloce guadagno.
Il guadagno è solo la più semplicistica delle motivazioni ma rappresenta la punta di un immenso e invisibile Iceberg, costituito dalla somma di tante altre e più profonde necessità primarie dell’essere umano.
E’ interessante a questo punto porsi una domanda: c’è qualche differenza tra speculazione e gioco d’azzardo? pensateci bene!
I termini sono spesso usati in modo intercambiabile, identificando nelle due diverse attività, il medesimo tipo di attività: la ricerca di un facile e veloce guadagno, realizzato senza dover troppo “sudare”.
La speculazione tuttavia, a ben vedere, presuppone uno sforzo intellettuale, l’applicazione di una conoscenza molto specifica, mentre nel gioco d’azzardo, la possibilità di affermazione è generalmente considerata come casuale, frutto imprevedibile della situazione, insomma in una parole “cieca”.
Nonostante questa sia l’interpretazione più comune e diffusa, la distinzione è più sottile, in entrambe queste attività, la conoscenza e la razionalità si fondono indissolubilmente con l’irrazionalità e l’emozionalità influenzandone a turno, lo vicende e lo svolgersi.
La speculazione, nel comune sentimento, richiede prima di tutto una buona dose di fortuna, ma è invece necessario considerare che alcuni elementi della ragione possono fare la reale differenza tra un vincente e un perdente, poichè la speculazione è un’impresa fortemente basata sul calcolo delle probabilità a favore o a sfavore di una determinata operazione.
Il gioco d’azzardo è invece, un’avventura senza calcolo.
Quanti di voi hanno pianificato in base al proprio capitale e quanto ci si aspetta, a fine anno, come rendita, da quel capitale?
Ovvero se detengo 100.000 € di capitale su una piattaforma di trading, quanto mi aspetto per ogni trade? Quanto investo tenendo conto delle leve (x3 x 7 o delle leve dei cfd), per ogni singolo mercato che voglio tradare? faccio un piano di trading di acquisto oppure compro tutto in un’unica volta o amministro le entrate in un trading range studiato?
Oppure compro o vendo ogni volta con capitali diversi ed entrate diverse perché mi sento che il trend in corso è molto forte; oppure perché mi baso su indicazioni di terzi che ritengo molto attendibili?
Potete pensare quello che volete ma alla fine i numeri non mentono: il 90% dei trader, così facendo, perdono perché affrontano l’attività di trading non come un lavoro, ma come un gioco, confondendolo spesso con l’attività svolta da un semplice scommettitore.
La cosa che quindi vi esorto a fare è pianificare matematicamente tutto, poco importa se il mercato “va su o giù.
Ora comprendo pienamente cosa intendeva dire W.D.Gann in alcuni suoi scritti: “Vi posso infatti fornire i dati per effettuare entrate ed uscite per ogni singolo mercato, ma tu, uomo, sbaglierai comunque, perché in te è insito il fattore “umano”.
Non voleva schernire nessuno il famoso trader, il suo voleva essere solo un avvertimento, che se non si pianifica il trading come un vero e proprio lavoro chiunque è destinato a fallire, come succede in qualsiasi azienda che non sia impostata e gestita in base ad una chiara pianificazione.
Quindi: -studio del mercato -pianificazione del money management (ossia devo sapere quanto voglio guadagnare e quanto sono disposto a perdere) -elaborazione dei valori delle entrate -elaborazione del valore degli stop loss (chiusura delle operazioni come da money management), sono di vitale importanza.
Questo è quello che faccio, redigo analisi e non do peso se prevedo uno strong long o short, faccio trading sempre allo stesso modo e con le stesse quantità.
Mi sono prefissato un ritorno mensile in base la capitale e con le tabelle che fornisco ai miei abbonati, basta cambiare la rendita mensile ragionevole e fattibile, e il file excel con formule impostate ti dice con quanto devi entrare e quanto guadagno avresti in percentuale a fine anno ecc. ecc.
Se siete a questo interessati e volete approfondire, visitate il mio profilo qui su Investing.com, vi troverete come potermi contattare. Buon Trading.
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La sporca verità sulle diete
Molte persone sono alla ricerca della dieta ideale per dimagrire ma penso che sia opportuno riflettere su un concetto: la dieta ideale esiste oppure no? Ogni tanto ne nasce una nuova, sponsorizzata come “infallibile, semplice, rivoluzionaria” e molte persone pensano “è uscita questa nuova dieta, finalmente potrò dimagrire!”
Altre persone chiedono informazioni ad amici o conoscenti che sono riusciti a dimagrire su quale dieta hanno seguito, convinti (per errore) che una dieta possa andare bene per tutti. Peccato che con il passare del tempo, dopo un iniziale ed entusiasmante periodo in cui si seguono alla lettera i consigli proposti e si ottengono i primi risultati, si assiste ad un fatto apparentemente strano, cioè il dimagrimento si interrompe.
In questi casi è facile farsi prendere da frustrazione, in effetti “ho seguito le indicazioni alla lettera, non ho mai sgarrato, ma ho smesso di dimagrire... dove ho sbagliato?” A questo punto la motivazione inizia a scricchiolare e la persona tende a tornare alle abitudini che aveva prima di iniziare la dieta e il peso viene ripreso (spesso con gli interessi). Questo processo di perdita e ripresa di kg può ripetersi più volte, dando luogo all'ormai famigerato effetto yo-yo.
Il problema di fondo della maggior parte delle diete è che si basano su “regole sacre” troppo rigide oppure difficilmente gestibili da chi le adotta. In casi più sfortunati invece il rigetto della dieta è dovuto all'insorgere di problemi di salute (classico caso delle diete sbilanciate). La dieta ideale innanzitutto deve essere personale, non si può pretendere che una singola dieta sia adatta a tutti. Questo perchè ognuno ha un fabbisogno calorico giornaliero diverso dagli altri che dipende dall'età, dal metabolismo e dall'attività fisica svolta. Inoltre la dieta ideale deve poter essere seguita senza problemi per un tempo indefinito, al limite per sempre. Solo così è possibile trovare un equilibrio che permette di dimagrire senza effetti collaterali.
Vediamo ora i principali limiti delle diete più comuni. Sono da evitare le diete che:
promettono dimagrimenti troppo rapidi. A parte che non è salutare dimagrire troppo velocemente, alla lunga la dieta non è tollerata e si torna come prima! La velocità del dimagrimento è soggettiva.
Eliminano una o più classi di alimenti (es. carboidrati). Perchè eliminare il piacere di mangiare? Ciò per alcune persone equivale a una tortura.
Fanno credere che si possa dimagrire senza impegno e costanza. Non è possibile dimagrire senza variare la propria alimentazione e senza fare attività fisica, un minimo di volontà ci vuole.
Si basano su alimenti particolari, poco comuni. Fanno spendere troppi soldi ed è difficile reperire gli alimenti consigliati.
Si limitano a dare consigli generici come “limitare dolci e grassi”, senza dare un'indicazione quantitativa. Non bisogna fare una lista di cibi “buoni” e una di cibi “cattivi”. È possibile mangiare di tutto, basta avere un'idea delle quantità da assumere.
Sono troppo complesse (es: calcolo maniacale della percentuale di carboidrati, grassi, proteine). Avere un'idea delle percentuali da rispettare va bene, ma non occorre avere una laurea per mangiare in modo corretto!
In conclusione bisogna capire che dimagrire è possibile, ma seguire la dieta sbagliata può portare a risultati nulli, oltre a gravi conseguenze per la salute.
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Se l’Italia tornasse alla Lira cosa accadrebbe?
Si parla ormai da mesi delle prossime elezioni in Francia con la destra in vantaggio, secondo i sondaggi, che spingono per una uscita dall’Euro e un ritorno alla loro moneta, il Franco. Rumors su alcuni media asseriscono che la stessa Germania stia già stampando Marchi in attesa della caduta dell’Europa e in Italia? Non è un segreto che ci siano forze politiche che spingono per una uscita forzata dall’Europa con la ripresa della Lira. Un passo indietro o un passo in avanti?
Nelle ultime settimane, la retorica sembra aver politicizzato la valutazione delle monete. Questo è particolarmente vero in Europa, che ha conosciuto una divergenza notevole tra la performance del mercato obbligazionario e quello dell’euro. Quest’anno di elezioni nei Paesi Bassi, Francia e Germania, potrebbe inaugurare una grande vittoria dei partiti populisti, l’abbandono dell’euro avrebbe diverse implicazioni per gli investitori. Prima di tutto l’evidente tasso di cambio e gli spread delle obbligazioni dei paesi periferici, tra cui l’Italia. Durante la crisi del debito europeo 2010-2012, il rapporto tra il declino dell’euro e l’allargando degli spread delle obbligazioni è stato sempre molto vicino. Questo è stato il risultato di deflussi di capitali da parte di investitori stranieri che sono usciti dalle obbligazioni europee per paura del “rischio ridenominazione”, così come la conversione della valuta euro in valuta locale (come la lira italiana o la dracma greca).
La Lega Nord, il terzo più grande partito, è il più critico verso l’euro. Il leader del partito, Matteo Salvini, lo definisce la moneta come uno dei più grandi crimini economici e sociali mai commessi contro l’umanità. Il partito ha promesso di tirare l’Italia fuori dall’euro, se eletto, ma ha solo circa il 13 per cento del sostegno degli elettori. Poco per un cambiamento a differenze di Marine Le Pen (Francia) che pare in vantaggio e potrebbe innescare, non facilmente ma possibile, una Frexit nel giro di qualche anno.
Coloro che vogliono rimanere nell’euro suggeriscono che un’uscita innescherebbe un aumento dei tassi di interesse e un aumento sconsiderato dell’inflazione, fuga di capitali, una crisi bancaria ed eventualmente un default sul debito pubblico in Italia. La banca centrale mette in guardia gli italiani che lasciare l’euro eroderebbe il valore dei loro risparmi. Tuttavia, dopo ripetute crisi bancarie e anni di previsioni economiche eccessivamente ottimistiche, la Banca d’Italia pare non più credibile.
Ma facciamo un esempio pratico, forse troppo semplicistico ma serve a capire bene cosa accadrebbe con un cambio reale, chi ha credito e chi invece ha un debito. Sappiamo che dall’1 gennaio del 1999 il tasso di cambio tra Lira ed Euro fu fissato in 1.936,27 lire per un euro. Questo significa che se avessimo avuto una liquidità pari a 10 milioni di lire in banca, al cambio sarebbero diventati 5164 euro. Ipotizziamo d’aver tenuto quei soldi fermi in banca a costo zero, senza bolli, costi di gestione e immune all’inflazione. Domani l’Italia passa di nuovo alla lira dopo 18 anni e abbandona l’euro, cosa accadrebbe ai nostri 5164 Euro?
Secondo un rapporto di Mediobanca, l’uscita dell’Italia dell’Euro porterebbe ad un’immediata svalutazione della moneta nazionale, che potrebbe perdere oltre il 30% del suo reale valore di acquisto. E’ un calcolo a cui siamo arrivati anche noi, anzi, per essere sinceri noi abbiamo calcolato una svalutazione intorno al 40%, ma vogliamo essere ottimisti e prendiamo per buono il calcolo di Mediobanca. Una svalutazione del 30% significa che il cambio non sarebbe più di 1936.27, ma bensì di circa 1355 lire per un euro.
Torniamo per un attimo ai nostri 5164 Euro detenuti in banca, ora li convertiamo in lire col nuovo tasso svalutato, 5164 per 1355 (nuovo tasso di cambio), risultato, 7 milioni di lire circa. Il nostro potere di acquisto è appena sceso del 30%. Milioni di italiani si precipiterebbero in banca ad assaltare sportelli e ATM per cercare di spostare denaro all’estero prima che si svaluti o per prelevarlo in contante, come nell’estate 2015 in Grecia. Dobbiamo sottolineare però che avremmo 7 milioni di lire in un paese in cui non c’è più l’euro, di conseguenza, tutto sarebbe normale se il tasso fosse applicato a qualsiasi cosa, il costo del latte, il salumiere, le paghe e i debiti.
Per chi ha un mutuo o un prestito?
Se ho contratto un mutuo con la banca di 100.000 euro, questa pretenderà la restituzione dell’intero capitale, come stipulato in euro, oltre agli interessi. Se nel frattempo la lira si sarà svalutata del 30%, significa che la tua esposizione si sarà appesantita di una tale percentuale e difficilmente potrà essere sostenuta, necessitando di una rinegoziazione. Lo stesso dicasi per il debito pubblico, che contratto quasi tutto in euro, passerebbe in un attimo a quasi il 175% del pil per il solo effetto-cambio, perché è come se le esposizioni della nostra Pubblica Amministrazione fossero ormai in una valuta straniera rincarata. Servirebbe anche qui una rinegoziazione. Banche e famiglie italiane, detentrici di quasi i due terzi del nostro debito pubblico, accuserebbero il colpo, con le prime in possesso di 400 miliardi tra BoT e BTp a transitare per una crisi dalla potenza quadratica rispetto a quella vissuta in questi anni.
Conseguentemente a questa svalutazione si alzerebbero vertiginosamente i costi sul restante debito pubblico non ri-denominato. Si passerebbe così ad avere la bellezza di 672 miliardi di euro di debito privato. Cifre che potrebbero portare l’Italia ad una crisi economica senza precedenti, che potrebbe affossare il paese e la sua economia per molti anni. La nota positiva è che la moneta sarebbe molto più debole, ma l’economia del paese ne potrebbe giovare, grazie anche al minor peso del debito che sarebbe così ri-denominato su una moneta con valore inferiore.
Ma l’economia del paese ne gioverebbe?
L’economia francese e italiana nonché i mercati obbligazionari combinati sono 20 volte più grandi (4 miliardi di euro) rispetto l’economia greca. Pertanto, qualsiasi cambiamento significativo nel panorama politico italiano e francese in termini di un governo di maggioranza populista metterebbe pressione sui mercati e sull’economia del paese. Non sappiamo però quali potrebbero essere le conseguenze per l’Euro, dal momento che l’uscita di un paese dall’asse potrebbe portare alla fine della moneta unica e a ridisegnare le politiche monetarie nazionali.
L’adozione di una moneta più debole di quella precedente e svalutata nell’ordine almeno del 30% potrebbe favorire la domanda interna, innescando una spirale positiva a livello di consumi, produzione e competitività dell’intero Paese. Le esportazioni, proprio in virtù del cambio di valuta, tornerebbero in tempi piuttosto brevi a salire considerato che prima dell’ingresso effettivo in Europa le piccole e medie aziende sulle quali si fonda il cuore dell’economia nazionale vantavano un volume di affari con l’estero invidiabile. La conseguenza sarebbe un aumento dell’occupazione e l’aumento dei tassi non sarebbe particolarmente decisivo, dato che sarebbe indice di un aumento dei consumi e quindi di occupazione.
Il problema nasce dal possibile e minacciato abbandono del nostro debito da parte dei mercati esteri, questo lascerebbe il paese in una situazione precaria, per molti anni. Chi professa l’abbandono della moneta unica come una benedizione a nostro avviso non ha idea di quali dolori l’Italia dovrà sopportare per rialzarsi in piedi. D’altro canto, restare inchiodati all’euro forse è paggio. L’Italia, è una questione di tempo, non potrà ripagare il suo debito pubblico. Oggi paghiamo 70 miliardi di interessi sul debito. Nei prossimi mesi sono destinati a crescere ed unite a questo una svalutazione immediata del cambio come detto.
Il punto non è se lasceremo l’euro, ma quando questo avverrà e soprattutto, l’Italia sarà capace di risollevarsi? Ai posteri, ardua sentenza.
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