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spotted: ragazza tumblr 2016🤟😈💋
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Vai a vedere Cyrano e capisci cos’è l’amore. Come vorrei essere la sua Rossana, e poi la colonna sonora dei The National. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 63, aprile 2022.
Su Cyrano le chicche da raccontare sarebbero milioni. Che la versione teatrale debutta off-Broadway al limite del lockdown globale, nel 2019. Che il film è girato interamente in Sicilia. Che il protagonista, Peter Dinklage, è negli occhi della maggior parte di noi per Game of Thrones e che Erica Schmidt, regista e drammaturga a teatro e sceneggiatrice del film (oltre che sua moglie), in realtà non aveva scritto il ruolo pensando a lui. Che Joe Wright, il regista, non si è mai occupato di musical, ma di sogni e amore sì (Pride and Prejudice e Pan - Viaggio sull’Isola che non c’è da vedere, se ancora non l’avete fatto). Potrei andare avanti, ma non lo farò. Il motivo per cui ho chiesto di raccontare di questo film è l’Amore, un amore che arriva da lontano.
Sono andata a vederlo quasi solo per la musica firmata dai The National, gruppo indie-rock americano, non nuovo alle colonne sonore, ma vergine di musical. Li ho conosciuti nel 2017, sul lungomare di Ostia, durante la Maker Faire a cui partecipammo a Roma con i ragazzi del PiuLab. Era la prima uscita pubblica del progetto Cicatrici, il seguito è storia. Dei The National quella sera mi raccontava Valerio, futuro angelo custode, e l’album appena uscito che mi consigliò era Sleep well beast, ancora oggi uno dei pochi antidoti infallibili ai miei attacchi di panico. Perciò, a prescindere dalla qualità, Cyrano era già Amore prima di entrare in sala.
La trama è nota. Cyrano, ottimo poeta e spadaccino, è follemente e da sempre innamorato della bella Rossana, ma non ha il coraggio di dichiararsi per un proprio difetto fisico. Quando lei gli confessa di essersi innamorata di Cristiano, cadetto da poco arrivato in città (sano e bello, ma molto meno abile con le parole), e gli chiede di aiutarla, Cyrano accetta. In segreto, scriverà lui per Cristiano le lettere a Rossana, affidandogli quelle parole d’amore che non ha mai osato dirle.
Tutto nel film è di una bellezza disarmante: i luoghi, le parole, gli attori, i costumi (di un italiano, Massimo Cantini Parrini, candidato agli Oscar 2022), i movimenti coreografici... è un quadro, un ipnotico, delicatissimo acquerello. Anche per i non amanti del genere. Le acute parole di Cyrano, in musica acquistano potenza. E la scelta di Schmidt di sostituire l’originale nasone con il nanismo di Dinklage regala universalità al racconto, al senso di inadeguatezza e vulnerabilità, al timore di essere rifiutati che tutti, innamorati, abbiamo provato almeno una volta.
Quel Cyrano guerriero, combattente che ha la meglio da solo su dieci uomini, è lo stesso che trema con gli occhi lucidi mentre canta a Rossana: «Ogni volta che ti vedo / sono sopra atto / provo a dirti / dirti quanto ho bisogno di te / ma mi volto e scappo». Dualità che attraversa ogni personaggio, perfino il perfido De Guiche («Mi merito un po’ di gentilezza / Merito che il mio amore venga ricambiato / Come tutti») e i soldati al fronte, che col brano Wherever I fall meritano una nota in più. «Una delle canzoni più forti che abbiamo scritto nella nostra carriera», ha dichiarato la band.
Cyrano, a capo del battaglione, ordina al messaggero di aspettare le ultime lettere di ogni soldato prima di levarsi di mezzo per l’ultimo, forse fatale, attacco del nemico. Quell’ultima lettera è per tutti d’amore. Per papà, i figli, l’amore mai confessato: «Ditegli di non piangere affatto / Il paradiso è ovunque io cadrò». Un inno, a ritmo di marcia, all’Amore che non muore, nemmeno in guerra.
Riciclo le parole di una recensione del Cyrano di qualche anno fa: forte, fragile, libero. Questo è Cyrano, questo è l’Amore.
#il bullone#recensione#film#musical#cinema#gullone#peter dinklage#the national#soundtrack#joe wright#erica schmidt#cyrano
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Puoi essere un somaro, un mulo, un brocco o un cavallo di pura razza. Dipende da come "quelli che contano" ti dipingono. Un giorno sei Varen e un altro l'asino piu' asino del nuorese. Ormai quasi niente viene raccontato per cio' che e', quasi nessuno per cio' che fa. Si e' quello che viene raccontato da chi conta. Ve lo ricordate il Salvini e la Lega del primo governo Conte? Per "quelli che contano" era un gigante, faceva tutto lui. Lui l'uomo del fare, quello che apriva cantieri a raffica e fermava i migranti. Era descritto come Un Mose' capace di aprire le acque del Mar Rosso (come fecero poi con Draghi). Conte e il M5S? Dei brocchi, dei buoni a nulla, degli scappati di casa che stavano facendo dell'Italia un paese fermo piu' di un bullone serrato su una traversina ferroviaria. E oggi? Eh, no! Oggi il Varen di turno e' Giorgia Meloni.. e Matteo? Beh, per lui c'e' solo la soma. Destino capitato a un altro Matteo, un certo Renzi, uno a cui avevano pompato il 40% dei consensi e adesso non viene votato nemmeno dai parenti stretti. Il potere e' questo, elevare a Varen un brocco qualsiasi per non cambiare niente e poi farlo ragliare appena l'aurea s'appanna. Avanti un altro, un altro brocco amico dei potenti vestito da nuovo Varen.... @ilpianistasultetto
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Transformers One: un film d’animazione per piccoli (e grandi) spettatori
Primo film animato del franchise, Transformers One racconta l'origin story degli amici-nemici Optimus Prime e Megatron.
L'animazione si sta rivelando una possibile reincarnazione (letteralmente) di franchise creduti morti e sepolti, tanto in tv quanto al cinema. Soprattutto perché si tratta di un linguaggio che oramai ha sdoganato il suo parlare solamente ai bambini. Ne è un chiaro esempio Transformers One. Primo adattamento interamente animato della saga - la CGI, in fondo, è animazione sotto mentite spoglie - la pellicola prova a reboottare la saga anche per i neofiti, svelando retroscena inediti ai fan della prima ora.
Storia di due fratelli
I transformers minatori
Il film d'animazione è prodotto tra gli altri da Michael Bay (regista dei primi live action del franchise) e Steven Spielberg, realizzato da Paramount Animation sempre ispirandosi ai celebri giocattoli Hasbro e diretto da Josh Cooley, già penna dietro il successo del primo Inside Out e del suo corto Il primo appuntamento di Riley oltre che del quarto Toy Story. Torniamo agli albori della storia su Cybertron, quando Optimus Prime e Megatron, nemici storici giurati nei film live action, erano in realtà amici quasi fraterni, sempre pronti a darsi un bullone e fidarsi l'uno dell'altro.
Qualcosa poi ad un certo punto è andato storto - ed è proprio qui in realtà che il lungometraggio fa cilecca, perché pur approfondendo i personaggi, mostra un cambio troppo repentino del loro rapporto. In questa origin story dei robot minatori che non possono trasformarsi: questo il destino di molti degli abitanti rispetto a coloro che stanno ai piani alti, in una società in cui il privilegio e la classe sociale contano molto, un po' uno specchio del sogno americano. Peccato che quel sogno si rivelerà presto un incubo pieno di false promesse e che l'origine di tutta Cybertron verrà messa in discussione.
Il primo film tutto in CGI del franchise
Come primo esperimento totalmente animato della saga, propone una qualità tecnica indubbiamente interessante ma non totalmente riuscita. Non è sempre fluida, sia sui personaggi che sui fondali, e non sempre riesce a tenere incollati allo schermo, pur proponendo una regia dinamica curata da Josh Cooley. Complice anche il ritmo del film, che prova ad essere scanzonato perché principalmente rivolto ai bambini - eppure, proprio la storia dei due protagonisti ha una svolta estremamente dark per quel tipo di pubblico - ma allo stesso tempo si perde in alcuni risvolti del racconto soprattutto nel terzo atto, finendo per essere un po' ridondante nonostante la durata canonica della pellicola (un'ora e mezza).
Il futuro Megatron
Non solo: in Transformers One ci sono varie citazioni ed easter egg che solo gli adulti potranno cogliere. Pregevole però il tentativo di parlare di temi maturi e attuali come il potere e ciò che rappresenta, il pericolo del suo accentramento su un'unica persona e la cecità della massa che spesso segue un leader senza farsi le giuste domande o metterne in discussione le fondamenta e le dichiarazioni.
Transformers One: presente o futuro della saga?
La mappa digitale che cercano i protagonisti
Non sappiamo se il film possa diventare il primo di una nuova trilogia - il finale strizza l'occhio a questa possibilità pur chiudendo le storyline - ma quello che ci sentiamo di dire è potrebbe risultare per molti una ventata d'aria fresca all'interno del franchise. Sicuramente il cast vocale messo insieme nella versione originale - Chris Hemsworth e Scarlett Johansson che si riuniscono dal Marvel Cinematic Universe, Brian Tyree Henry, Keegan-Michael Key, Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm - contribuisce a creare quel lavoro di squadra fondamentale in questo tipo di progetti. Nel complesso, un film che intrattiene e strappa qualche sorriso, avvincente nella sua esposizione anche se non completamente riuscito.
Conclusioni
In conclusione Transformers One è il primo film completamente animato in computer grafica della saga nata dai giocattoli Hasbro che dopo la (s)fortunata vita in live action prova a reinventarsi per spettatori grandi e piccini. Buona (anche se non eccelsa) nel comparto tecnico, la pellicola ha qualche battuta d’arresto anche a livello narrativo nella seconda metà ma funziona nell'intento di voler raccontare un’origin story inedita e nell'affrontare temi maturi come l’accentramento di potere e l’amicizia che a volte può diventare l’esatto opposto in un battere d’occhio.
👍🏻
L’origin story di Optimus Prime e Megatron.
La caratterizzazione immediata dei personaggi.
Le tematiche mature…
👎🏻
…che però potrebbero confondere sul target a cui questo film sia effettivamente indirizzato.
L’animazione non è sempre fluida.
Il film è un po’ ridondante nella seconda parte e il plot twist centrale non funziona totalmente.
#transformers#transformers one#film#movie#transformers saga#megatron#optimus prime#recensione#review#recensione film
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Various Venuses made by the artists of Il Bullone, in Milan, Italy. Each of them represent the feeling scars give. Check them here.
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Non c'è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
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Lock up your libraries if you like; but there is no gate, no lock, no bolt that you can set upon the freedom of my mind.
Chiudete tutte librerie, se volete; ma non c’è nessun cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
-Virginia Wolf
#frasi#myself#pensieri#romanzi#scrittori#scrittura#me stessa#libri#poesia#book tumblr#books#virgina woolf
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Maserati Bullone Midsize Sedan Concept
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SENSO DI COLPA
Alla base del senso di colpa non c’è, come si crede comunemente, la nozione di «bene» o «male», di «giusto» o «sbagliato». C’è semplicemente un «bullone», una valvola che potremmo definire «legge relazionale». Da quando sei nato, tu fai parte di una serie di insiemi: la tua famiglia, la tua scuola, il gruppo di amici, il tuo gruppo di danza, di calcetto, ecc. ecc. Ciascuno di questi gruppi è un piccolo stato: per rimanere cittadino di questo stato ci si aspetta che tu eserciti dei diritti ma soprattutto obbedisca a delle leggi. Ritieni dunque che la tua coscienza sia giustamente vincolata all’obbedienza a queste leggi, che sono leggi relazionali e la chiami «coscienza» nonostante sia, in realtà, un’impalcatura di condizionamenti, limitazioni e prescrizioni. Ora, se inizi a violare sistematicamente ciascuna delle leggi che ti tengono all’interno dei vari gruppi, se fatalmente conquisti l’esilio che l’espulsione da ognuno di essi comporta, vivrai un senso di colpa cosmico, sconfortante e mortale. E sarai solo, più di un cane. Ma proverai un improvviso, sconosciuto e inebriante senso di libertà. Ti guarderai intorno e ti accorgerai di essere sulla soglia di una grande porta. Fuori, l’infinita possibilità, la coscienza espansa, la possibilità di scegliere tutto ciò che desideri e perseguirlo; dentro, una calca di persone con il muso, che fanno «no» con la testa, perché le hai deluse, hai disatteso le leggi che loro ossequiavano da secoli, hai detto addio al fiume di privazioni, povertà e infelicità in cui loro hanno creduto. Adesso la maniglia è nelle tue mani.
Gabriele Policardo
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Quella figlia del tranviere nata per danzare. Nel film Carla, la storia della Fracci. Nureyev ballava con la sua leggerezza. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 61, febbraio 2022.
Quasi un anno fa, con la sua voce, avevamo raccontato il Festival super blindato. Avevamo deciso di raccontare Sanremo con gli occhi degli addetti ai lavori, fermi da troppo tempo, ed entusiasti di solcare il palco del Teatro Ariston, pur con l’atmosfera surreale data dalla platea vuota: Giacomo Castellana, ballerino solista dell’Opera di Roma, è la controfigura di Rudolf Nureyev (interpretato da Léo Dussolier) in Carla, dedicato alla vita di Carla Fracci, morta il 27 maggio scorso, che ha collaborato direttamente alla realizzazione del film, insieme a Beppe Menegatti, suo compagno e regista, che ha assicurato, alla prima, che Carla sarebbe stata molto felice del risultato.
«Leggerezza» è sicuramente una delle parole di Carla Fracci. Leggera, piccola, ma tutt’altro che fragile o debole. Lei che torna sulla scena a un anno dal parto, per preparare lo Schiaccianoci in cinque giorni e tiene testa a un testardo Nureyev; lei che, a dieci anni, all’audizione per entrare nella scuola de La Scala, quando una delle insegnanti commenta: «Gracilina», lei risponde «Non sono gracilina, io ho musicalità». Ma «leggerezza» era anche una delle nostre Tre Parole di Sanremo 2021, «Fa parte del mio essere un lavoratore dello spettacolo. Leggerezza è la danza», era stata la risposta di Giacomo.
Papà e mamma Fracci riescono a far frequentare a «Carlina» la scuola della Scala perché è gratuita, Carlina ci cresce, senza mai dimenticare o disprezzare le sue origini, nonostante vessazioni e prese in giro. «Elegante per quanto può esserlo la figlia di un tranviere», le dicono quando Luchino Visconti la sceglie per l’assolo nella Sonnambula. Quella sera sul palco c’è Maria Callas, Leonard Bernstein dirige l’orchestra e l’entusiasta recensione avrà la firma di Eugenio Montale. Per Carla, diciannovenne, è l’inizio di una carriera luminosa e interminabile, iniziata dal tram di papà, che per accompagnarla si ferma davanti al teatro, anche se una fermata lì non c’è. «Andrà come andrà, Carlina», abbracciandola.
Carla emoziona, soprattutto per i rapporti e le relazioni che racconta. Tutte forti, durature e vissute senza risparmiarsi mai. Il legame fraterno con Rudolf Nureyev, il grande amore con Beppe Menegatti, l’amicizia nata a scuola con Ginevra, l’orgoglio e l’affetto di papà Luigi e mamma Santina...
Ancora pochi anni fa, nel 2018, in un’intervista con Diego Dalla Palma, Carla Fracci racconta con un emozionato sorriso che tutte le mattine, quando il suo papà passava sotto il teatro, suonava il campanello del tram, per salutarla, per farle sentire che era lì. Nel film, Beppe la raggiunge senza preavviso a New York, in camerino prima dello spettacolo, per farle la proposta di matrimonio. Nureyev, per il suo Schiaccianoci da preparare in cinque giorni, non ha in mente nessun’altra ballerina. «Vederti danzare è un regalo che tu fai a tutti noi, tu sei la danza stessa», le dice l’amica Ginevra, consolandola dopo un infortunio alla caviglia.
La forza della Fracci arriva tanto anche da loro. Da quella rete stretta e solida di affetti che la accompagnano per tutta la vita, rendendola ancora e sempre più integra, decisa e risoluta. Carla è la storia di Carla, e di chi, intorno, l’ha sostenuta, rendendola quel riferimento universale nel mondo della danza.
#il bullone#recensione#film#cinema#carla#carla fracci#teatro alla scala#rudolf nureyev#beppe menegatti
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Bite attack times then bullon
,,,bullon?
#i suspect this was supposed to be times ten billion but ive no way to confirm#alas#jadeplumeterrorshroom#asks.txt
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Mo. 03.04.2023 (Tag 13):
Heute morgen bin ich mit einer grandiosen Aussicht aufgewacht! Die Eco-Lodge stellte sich wirklich als kleines Unikat und Idyll in der Natur dar. Nach einem seeeehr leckeren Frühstück (Power Smoothie Bowl) diskutierte ich mit dem andern Gästen und der Lodge-Besitzerin die Möglichkeit für den Tag. Eigentlich war das Erkunden eines Teiles geplant, der wohl Panoramastraße genannt wird und von Sierra Bullones nach Jagna führt.
Final bin ich dann den Tipps gefolgt und die Küste entlang gefahren bis zu einem Abzweig landeinwärts und bergauf. Unterwegs legte ich ein paar Fotostopps ein. Am Ende der Straße und einem Fußmarsch von ca. 20min erreichte ich die Pahangog Falls (auch Twin Falls genannt). Hier verbrachte ich mit Baden, von den Felsen Springen und fotografieren eine Entspannte Zeit. Gegen 14Uhr brach ich wieder Richtung Loboc auf, da für den späten Nachmittag noch eine Tour auf dem Loboc River anstand. Auf dem Rückweg legte ich einen kurzen Stopp an den Ingkumhan Falls ein, welche allerdings im Vergleich total unspektakulär erschienen.
Gegen 17Uhr kam dann mein Guide für die 3-stündige Paddeling-Tour in der Lodge vorbei. Zunächst ging's flußaufwärts zu einem Spot zum Schwimmen im Loboc River. Alternativ kann man von einem Baum ca 5-6 Meter in die Tiefe Springen. Da ist ja wohl klar, welche Variante ich gemacht hatte. Als es immer mehr dämmerte paddelten wir flußabwärts. Der Loboc River ist für seine Schwärme von Glühwürmchen bekannt. Aufgrund des Vollmondes sind sie aktuell aber weniger aktiv. Alleine schon das Paddeln auf den Fluss bei Mondschein und Sternenhimmel war ein Erlebnis. Plötzlich tauchte ein Baum am Ufer auf, in dem wohl mehrere hundert Glühwürmchen (Fireflies) saßen. Ein rythmisches Pulsieren durchzog die Äste, wirklich magisch. Man kann sich überhaupt nicht ausmalen wie beeindruckend das Lichtspiel bei Neumond aussieht. Wir verweilte für 10min und beobachteten das Flackern im Baum. Wegen der Lumineszenz musste ich gleich unweigerlich an die beiden Avatar-Filme und den Planeten Pandora denken.
Nach insgesamt 3h Paddeln kamen wir gegen 20Uhr wieder an der Lodge an. Da gab's erstmal lecker Abendessen. Morgen geht es weiter auf die nächste Insel.
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