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spotted: ragazza tumblr 2016🤟😈💋

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Vai a vedere Cyrano e capisci cos’è l’amore. Come vorrei essere la sua Rossana, e poi la colonna sonora dei The National. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 63, aprile 2022.
Su Cyrano le chicche da raccontare sarebbero milioni. Che la versione teatrale debutta off-Broadway al limite del lockdown globale, nel 2019. Che il film è girato interamente in Sicilia. Che il protagonista, Peter Dinklage, è negli occhi della maggior parte di noi per Game of Thrones e che Erica Schmidt, regista e drammaturga a teatro e sceneggiatrice del film (oltre che sua moglie), in realtà non aveva scritto il ruolo pensando a lui. Che Joe Wright, il regista, non si è mai occupato di musical, ma di sogni e amore sì (Pride and Prejudice e Pan - Viaggio sull’Isola che non c’è da vedere, se ancora non l’avete fatto). Potrei andare avanti, ma non lo farò. Il motivo per cui ho chiesto di raccontare di questo film è l’Amore, un amore che arriva da lontano.
Sono andata a vederlo quasi solo per la musica firmata dai The National, gruppo indie-rock americano, non nuovo alle colonne sonore, ma vergine di musical. Li ho conosciuti nel 2017, sul lungomare di Ostia, durante la Maker Faire a cui partecipammo a Roma con i ragazzi del PiuLab. Era la prima uscita pubblica del progetto Cicatrici, il seguito è storia. Dei The National quella sera mi raccontava Valerio, futuro angelo custode, e l’album appena uscito che mi consigliò era Sleep well beast, ancora oggi uno dei pochi antidoti infallibili ai miei attacchi di panico. Perciò, a prescindere dalla qualità, Cyrano era già Amore prima di entrare in sala.
La trama è nota. Cyrano, ottimo poeta e spadaccino, è follemente e da sempre innamorato della bella Rossana, ma non ha il coraggio di dichiararsi per un proprio difetto fisico. Quando lei gli confessa di essersi innamorata di Cristiano, cadetto da poco arrivato in città (sano e bello, ma molto meno abile con le parole), e gli chiede di aiutarla, Cyrano accetta. In segreto, scriverà lui per Cristiano le lettere a Rossana, affidandogli quelle parole d’amore che non ha mai osato dirle.
Tutto nel film è di una bellezza disarmante: i luoghi, le parole, gli attori, i costumi (di un italiano, Massimo Cantini Parrini, candidato agli Oscar 2022), i movimenti coreografici... è un quadro, un ipnotico, delicatissimo acquerello. Anche per i non amanti del genere. Le acute parole di Cyrano, in musica acquistano potenza. E la scelta di Schmidt di sostituire l’originale nasone con il nanismo di Dinklage regala universalità al racconto, al senso di inadeguatezza e vulnerabilità, al timore di essere rifiutati che tutti, innamorati, abbiamo provato almeno una volta.
Quel Cyrano guerriero, combattente che ha la meglio da solo su dieci uomini, è lo stesso che trema con gli occhi lucidi mentre canta a Rossana: «Ogni volta che ti vedo / sono sopra atto / provo a dirti / dirti quanto ho bisogno di te / ma mi volto e scappo». Dualità che attraversa ogni personaggio, perfino il perfido De Guiche («Mi merito un po’ di gentilezza / Merito che il mio amore venga ricambiato / Come tutti») e i soldati al fronte, che col brano Wherever I fall meritano una nota in più. «Una delle canzoni più forti che abbiamo scritto nella nostra carriera», ha dichiarato la band.
Cyrano, a capo del battaglione, ordina al messaggero di aspettare le ultime lettere di ogni soldato prima di levarsi di mezzo per l’ultimo, forse fatale, attacco del nemico. Quell’ultima lettera è per tutti d’amore. Per papà, i figli, l’amore mai confessato: «Ditegli di non piangere affatto / Il paradiso è ovunque io cadrò». Un inno, a ritmo di marcia, all’Amore che non muore, nemmeno in guerra.
Riciclo le parole di una recensione del Cyrano di qualche anno fa: forte, fragile, libero. Questo è Cyrano, questo è l’Amore.
#il bullone#recensione#film#musical#cinema#gullone#peter dinklage#the national#soundtrack#joe wright#erica schmidt#cyrano
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Unhinged Cars or Planes Headcanon Wednesday: Guido
Guido is cx'cx'schal: a "fallen" angel. His original designation was GDO-20498. His name, "Guido," was his attempt to Italianize that designation.
From a young age, he had an aptitude for mechanical engineering...however, his mind was just as capable as his forks, and he was tasked by his superiors to study EVERYTHING that he could about their factory's long-time rival, Ferrari. After a decade of research, he concluded that Ferrari was superior in every, conceivable aspect (manufacturing, culture, ethanol production, bowling scores, etc...), and he left Alza Facile the day after his findings were published.
Like all angels who leave their home factory, he had to give up something in exchange for his freedom. Normally, folks give up something reasonable, like their wings or weapons. He opted for extreme physical AND mental modifications. His titanium-laced body metals were exchanged for normal steel, all of his weapons were removed, his wings were clipped, AND he had his memories modified so that he wouldn't remember anything about his time at Alza. In his words: "Se non riescono a costruire un bullone migliore della Ferrari, allora preferirei vivere la mia vita ignorandoli completamente." In other words: "If they can't make a bolt better than Ferrari, then I'd rather live my life in complete ignorance of them." Unfortunately, the memory modification process affected the language components in his brain. He can understand most languages, and he's still fluent in his native Italian...but it's difficult for him to learn new languages. He did, however, retain his natural mechanical aptitude, and he ventured beyond the factory walls driven by one goal: To become the world's best Ferrari mechanic.
Unfortunately...Guido was a little bit smaller than your average forklift, and despite inquiring with every pitty crew and Ferrari-centric garage in Italy...no one would hire him. While drowning his sorrows one night in a sports bar, he met a Fiat 500 named Luigi who was a HUGE Ferrari fan. The two hit it off and Luigi brought Guido to his Uncle Topolino's tire shop hoping to get him a job. Despite his skills, Uncle Topolino wasn't in the market for another mechanic. However, his brother in the USA had just opened a tire shop and was desperate for good help and Luigi and Guido hopped on the next ship headed to America. After landing in New York City, the two had a merry time taking in all the sights as they embarked on a cross-country road trip, reaching Radiator Springs in 1950. In 1955, Uncle Dino would retire and leave the shop to Luigi. Dino's "Casa Della Tires" became "Luigi's Casa Della Tires," and the rest...is history.
in my HC, angels have purple eyes: Here is multiple images of Guido confirming that eye color.





If you're interested in my WOC angel Headcanon, here's a link to that:
#ucopwednesday#cars fandom#pixar cars#cars#cars pixar#disney cars#disney pixar cars#cars 2006#cars headcanons#Guido cars#Guido Pixar#Guido forklift#Angel#Hesfukinadoraboofolks#praxcanon#wocfandom#woc headcanon#woc
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Puoi essere un somaro, un mulo, un brocco o un cavallo di pura razza. Dipende da come "quelli che contano" ti dipingono. Un giorno sei Varen e un altro l'asino piu' asino del nuorese. Ormai quasi niente viene raccontato per cio' che e', quasi nessuno per cio' che fa. Si e' quello che viene raccontato da chi conta. Ve lo ricordate il Salvini e la Lega del primo governo Conte? Per "quelli che contano" era un gigante, faceva tutto lui. Lui l'uomo del fare, quello che apriva cantieri a raffica e fermava i migranti. Era descritto come Un Mose' capace di aprire le acque del Mar Rosso (come fecero poi con Draghi). Conte e il M5S? Dei brocchi, dei buoni a nulla, degli scappati di casa che stavano facendo dell'Italia un paese fermo piu' di un bullone serrato su una traversina ferroviaria. E oggi? Eh, no! Oggi il Varen di turno e' Giorgia Meloni.. e Matteo? Beh, per lui c'e' solo la soma. Destino capitato a un altro Matteo, un certo Renzi, uno a cui avevano pompato il 40% dei consensi e adesso non viene votato nemmeno dai parenti stretti. Il potere e' questo, elevare a Varen un brocco qualsiasi per non cambiare niente e poi farlo ragliare appena l'aurea s'appanna. Avanti un altro, un altro brocco amico dei potenti vestito da nuovo Varen.... @ilpianistasultetto
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Transformers One: un film d’animazione per piccoli (e grandi) spettatori

Primo film animato del franchise, Transformers One racconta l'origin story degli amici-nemici Optimus Prime e Megatron.
L'animazione si sta rivelando una possibile reincarnazione (letteralmente) di franchise creduti morti e sepolti, tanto in tv quanto al cinema. Soprattutto perché si tratta di un linguaggio che oramai ha sdoganato il suo parlare solamente ai bambini. Ne è un chiaro esempio Transformers One. Primo adattamento interamente animato della saga - la CGI, in fondo, è animazione sotto mentite spoglie - la pellicola prova a reboottare la saga anche per i neofiti, svelando retroscena inediti ai fan della prima ora.
Storia di due fratelli

I transformers minatori
Il film d'animazione è prodotto tra gli altri da Michael Bay (regista dei primi live action del franchise) e Steven Spielberg, realizzato da Paramount Animation sempre ispirandosi ai celebri giocattoli Hasbro e diretto da Josh Cooley, già penna dietro il successo del primo Inside Out e del suo corto Il primo appuntamento di Riley oltre che del quarto Toy Story. Torniamo agli albori della storia su Cybertron, quando Optimus Prime e Megatron, nemici storici giurati nei film live action, erano in realtà amici quasi fraterni, sempre pronti a darsi un bullone e fidarsi l'uno dell'altro.
Qualcosa poi ad un certo punto è andato storto - ed è proprio qui in realtà che il lungometraggio fa cilecca, perché pur approfondendo i personaggi, mostra un cambio troppo repentino del loro rapporto. In questa origin story dei robot minatori che non possono trasformarsi: questo il destino di molti degli abitanti rispetto a coloro che stanno ai piani alti, in una società in cui il privilegio e la classe sociale contano molto, un po' uno specchio del sogno americano. Peccato che quel sogno si rivelerà presto un incubo pieno di false promesse e che l'origine di tutta Cybertron verrà messa in discussione.
Il primo film tutto in CGI del franchise
Come primo esperimento totalmente animato della saga, propone una qualità tecnica indubbiamente interessante ma non totalmente riuscita. Non è sempre fluida, sia sui personaggi che sui fondali, e non sempre riesce a tenere incollati allo schermo, pur proponendo una regia dinamica curata da Josh Cooley. Complice anche il ritmo del film, che prova ad essere scanzonato perché principalmente rivolto ai bambini - eppure, proprio la storia dei due protagonisti ha una svolta estremamente dark per quel tipo di pubblico - ma allo stesso tempo si perde in alcuni risvolti del racconto soprattutto nel terzo atto, finendo per essere un po' ridondante nonostante la durata canonica della pellicola (un'ora e mezza).

Il futuro Megatron
Non solo: in Transformers One ci sono varie citazioni ed easter egg che solo gli adulti potranno cogliere. Pregevole però il tentativo di parlare di temi maturi e attuali come il potere e ciò che rappresenta, il pericolo del suo accentramento su un'unica persona e la cecità della massa che spesso segue un leader senza farsi le giuste domande o metterne in discussione le fondamenta e le dichiarazioni.
Transformers One: presente o futuro della saga?

La mappa digitale che cercano i protagonisti
Non sappiamo se il film possa diventare il primo di una nuova trilogia - il finale strizza l'occhio a questa possibilità pur chiudendo le storyline - ma quello che ci sentiamo di dire è potrebbe risultare per molti una ventata d'aria fresca all'interno del franchise. Sicuramente il cast vocale messo insieme nella versione originale - Chris Hemsworth e Scarlett Johansson che si riuniscono dal Marvel Cinematic Universe, Brian Tyree Henry, Keegan-Michael Key, Steve Buscemi, Laurence Fishburne e Jon Hamm - contribuisce a creare quel lavoro di squadra fondamentale in questo tipo di progetti. Nel complesso, un film che intrattiene e strappa qualche sorriso, avvincente nella sua esposizione anche se non completamente riuscito.
Conclusioni
In conclusione Transformers One è il primo film completamente animato in computer grafica della saga nata dai giocattoli Hasbro che dopo la (s)fortunata vita in live action prova a reinventarsi per spettatori grandi e piccini. Buona (anche se non eccelsa) nel comparto tecnico, la pellicola ha qualche battuta d’arresto anche a livello narrativo nella seconda metà ma funziona nell'intento di voler raccontare un’origin story inedita e nell'affrontare temi maturi come l’accentramento di potere e l’amicizia che a volte può diventare l’esatto opposto in un battere d’occhio.
👍🏻
L’origin story di Optimus Prime e Megatron.
La caratterizzazione immediata dei personaggi.
Le tematiche mature…
👎🏻
…che però potrebbero confondere sul target a cui questo film sia effettivamente indirizzato.
L’animazione non è sempre fluida.
Il film è un po’ ridondante nella seconda parte e il plot twist centrale non funziona totalmente.
#transformers#transformers one#film#movie#transformers saga#megatron#optimus prime#recensione#review#recensione film
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Nella penisola di Kii in Giappone, gli antichi sentieri del Kumano Kodo si intrecciano attraverso montagne boscose e attraversano antichi villaggi. Milioni di persone hanno viaggiato in questo sacro pellegrinaggio nel corso dei secoli, usando gli stessi sentieri coperti di muschio presi dai guerrieri samurai e dagli imperatori giapponesi. La leggenda narra che gli alberi, le cascate e le montagne siano le dimore di spiriti, rendendo il Kumano Kodo un viaggio in movimento di morte e rinascita. Nel periodo Heian (794 – 1185) il pellegrinaggio era in gran parte riservato all’élite religiosa e politica. La famiglia e la corte imperiale fecero un arduo viaggio dall'antica capitale di Kyoto a questa remota area, alla ricerca del cielo sulla terra. Storicamente, le montagne in Giappone erano considerate sia la dimora degli dei che uno spazio di ritrovo per gli spiriti dei morti. Per questo motivo, la regione montuosa di Kumano era sempre venerata dai seguaci dei sistemi di credenze politeiste del Giappone (che dovevano diventare collettivamente conosciuti come Shintoismo). Inoltre, il Kodo era uno sbocco ideale per le pratiche ascetiche, così come per la purificazione della mente, del corpo e dell'anima.
I siti sacri noti come Kumano Sanzan sono:
Kumano Hayatama Taisha
Kumano Nachi Taisha e il vicino Tempio Nachisan Seiganto-ji
Kumano Hongu Taisha .
Tutte le vie di pellegrinaggio Kumano Kodo conducono a Oyunohara , il Torii più grande del mondo, Questa struttura monolitica simboleggia la divisione tra il mondo secolare e quello spirituale; è l’ingresso ad un’area sacra.
Il simbolo di Kumano Kodo è il corvo sacro a tre zampe, Yata-garasu. Le tre zampe rappresentano il cielo, la terra e l’umanita’.
Kumano Sanzan ha combinato le fedi shintoiste e buddiste in una sola, conosciuta come Shinbutsu-shugo (letteralmente la convergenza del buddismo e dello shintoismo). L’idea che le divinità (kami) siano presenti in tutte le cose sulla Terra è profondamente radicata nella cultura giapponese dai tempi antichi. Il White paper ripiegato sotto forma di fulmini e appeso ai santuari delinea le aree in cui si ritiene che i kami presiedano. Dopo che il buddismo arrivò in Giappone nel VI secolo, i kami shintoisti diventarono, essenzialmente, manifestazioni di entita’ buddiste.
Shide, le stelle filanti di carta piegate a forma di bullone, spesso attaccate a Shimenawa (corda di paglia di riso), sono utilizzate per la purificazione nei rituali shintoisti e sono appese alle aree sacre. Lo shimenawa sulle cascate di Nachi indica la presenza di un kami (deità).
Gli Oji sono santuari sussidiari che fiancheggiano il Kumano Kodo e fungono da luoghi sia di culto che di riposo. La formazione di questi santuari è stata attribuita agli asceti di montagna Yamabushi, che storicamente servivano come guide di pellegrinaggio.
Più di 1.200 anni di storia shintoista e buddista sono documentati in queste montagne, motivo per cui il Kumano Kodo è stato insignito dello status di Patrimonio Mondiale dall'UNESCO.
“Questa è l’unica area sacra del mondo in cui due religioni coesistono in perfetta armonia”
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Salomão, autor deste verso bíblico, menciona "o temor do SENHOR" como o melhor programa de refúgio e segurança para o ser humano. Ao se referir ao "temor do Senhor", ele destaca a importância da obediência respeitosa aos conselhos divinos.
Assim como ninguém que utiliza um GPS bom e atualizado corre o risco de se perder no caminho, a Bíblia é o melhor GPS que nos indica o verdadeiro Caminho. Ela nos revela um destino glorioso para cada um de nós.
O ingrediente mais importante na vida de uma pessoa vitoriosa é ter um coração cristão que obedece. Essa obediência não é servilismo irracional, mas sim uma escolha consciente de seguir os conselhos de alguém que conhece o caminho melhor do que nós.
Essa atitude não beneficia apenas você, mas também sua família, incluindo seus filhos e os filhos de seus filhos. O poder da sua influência levará toda a família a respeitar os princípios que protegem a vida.
Com esse pensamento em mente, enfrentemos os desafios do dia de hoje sem temor. Estamos protegidos pelas maravilhosas promessas de Deus. E nunca devemos esquecer: "No temor do SENHOR, o homem forte encontra amparo, e isso é refúgio para seus filhos."
“Aqui está a conclusão: Tema a DEUS e obedeça aos Seus mandamentos, porque isso é o essencial para o homem.” Eclesiastes 12.13-14
Adaptação de texto de Alexandro Bullon por Márcio Melânia
Se você é abençoado por esta mensagem, não guarde para você somente, leia, medite, ore e passe adiante.
#devocional #deus #bíblia #meditação #bomdiacomdeus #oração #palavradedeus #adoração #jesus #vidaeterna #esperança
Quer rever os devocionais anteriores? Acesse: http://tiny.cc/DEVOCIONAIS
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Non c'è cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.

Virginia Woolf
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Quella figlia del tranviere nata per danzare. Nel film Carla, la storia della Fracci. Nureyev ballava con la sua leggerezza. / Il Bullone - OrianaG
Pubblicato su Il Bullone n° 61, febbraio 2022.
Quasi un anno fa, con la sua voce, avevamo raccontato il Festival super blindato. Avevamo deciso di raccontare Sanremo con gli occhi degli addetti ai lavori, fermi da troppo tempo, ed entusiasti di solcare il palco del Teatro Ariston, pur con l’atmosfera surreale data dalla platea vuota: Giacomo Castellana, ballerino solista dell’Opera di Roma, è la controfigura di Rudolf Nureyev (interpretato da Léo Dussolier) in Carla, dedicato alla vita di Carla Fracci, morta il 27 maggio scorso, che ha collaborato direttamente alla realizzazione del film, insieme a Beppe Menegatti, suo compagno e regista, che ha assicurato, alla prima, che Carla sarebbe stata molto felice del risultato.
«Leggerezza» è sicuramente una delle parole di Carla Fracci. Leggera, piccola, ma tutt’altro che fragile o debole. Lei che torna sulla scena a un anno dal parto, per preparare lo Schiaccianoci in cinque giorni e tiene testa a un testardo Nureyev; lei che, a dieci anni, all’audizione per entrare nella scuola de La Scala, quando una delle insegnanti commenta: «Gracilina», lei risponde «Non sono gracilina, io ho musicalità». Ma «leggerezza» era anche una delle nostre Tre Parole di Sanremo 2021, «Fa parte del mio essere un lavoratore dello spettacolo. Leggerezza è la danza», era stata la risposta di Giacomo.
Papà e mamma Fracci riescono a far frequentare a «Carlina» la scuola della Scala perché è gratuita, Carlina ci cresce, senza mai dimenticare o disprezzare le sue origini, nonostante vessazioni e prese in giro. «Elegante per quanto può esserlo la figlia di un tranviere», le dicono quando Luchino Visconti la sceglie per l’assolo nella Sonnambula. Quella sera sul palco c’è Maria Callas, Leonard Bernstein dirige l’orchestra e l’entusiasta recensione avrà la firma di Eugenio Montale. Per Carla, diciannovenne, è l’inizio di una carriera luminosa e interminabile, iniziata dal tram di papà, che per accompagnarla si ferma davanti al teatro, anche se una fermata lì non c’è. «Andrà come andrà, Carlina», abbracciandola.
Carla emoziona, soprattutto per i rapporti e le relazioni che racconta. Tutte forti, durature e vissute senza risparmiarsi mai. Il legame fraterno con Rudolf Nureyev, il grande amore con Beppe Menegatti, l’amicizia nata a scuola con Ginevra, l’orgoglio e l’affetto di papà Luigi e mamma Santina...
Ancora pochi anni fa, nel 2018, in un’intervista con Diego Dalla Palma, Carla Fracci racconta con un emozionato sorriso che tutte le mattine, quando il suo papà passava sotto il teatro, suonava il campanello del tram, per salutarla, per farle sentire che era lì. Nel film, Beppe la raggiunge senza preavviso a New York, in camerino prima dello spettacolo, per farle la proposta di matrimonio. Nureyev, per il suo Schiaccianoci da preparare in cinque giorni, non ha in mente nessun’altra ballerina. «Vederti danzare è un regalo che tu fai a tutti noi, tu sei la danza stessa», le dice l’amica Ginevra, consolandola dopo un infortunio alla caviglia.
La forza della Fracci arriva tanto anche da loro. Da quella rete stretta e solida di affetti che la accompagnano per tutta la vita, rendendola ancora e sempre più integra, decisa e risoluta. Carla è la storia di Carla, e di chi, intorno, l’ha sostenuta, rendendola quel riferimento universale nel mondo della danza.
#il bullone#recensione#film#cinema#carla#carla fracci#teatro alla scala#rudolf nureyev#beppe menegatti
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Lock up your libraries if you like; but there is no gate, no lock, no bolt that you can set upon the freedom of my mind.
Chiudete tutte librerie, se volete; ma non c’è nessun cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
-Virginia Wolf

#frasi#myself#pensieri#romanzi#scrittori#scrittura#me stessa#libri#poesia#book tumblr#books#virgina woolf
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Chiudete tutte le librerie, se volete; ma non c’è nessun cancello, nessuna serratura, nessun bullone che potete regolare sulla libertà della mia mente.
Virginia Woolf
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Maserati Bullone Midsize Sedan Concept
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SENSO DI COLPA
Alla base del senso di colpa non c’è, come si crede comunemente, la nozione di «bene» o «male», di «giusto» o «sbagliato». C’è semplicemente un «bullone», una valvola che potremmo definire «legge relazionale». Da quando sei nato, tu fai parte di una serie di insiemi: la tua famiglia, la tua scuola, il gruppo di amici, il tuo gruppo di danza, di calcetto, ecc. ecc. Ciascuno di questi gruppi è un piccolo stato: per rimanere cittadino di questo stato ci si aspetta che tu eserciti dei diritti ma soprattutto obbedisca a delle leggi. Ritieni dunque che la tua coscienza sia giustamente vincolata all’obbedienza a queste leggi, che sono leggi relazionali e la chiami «coscienza» nonostante sia, in realtà, un’impalcatura di condizionamenti, limitazioni e prescrizioni. Ora, se inizi a violare sistematicamente ciascuna delle leggi che ti tengono all’interno dei vari gruppi, se fatalmente conquisti l’esilio che l’espulsione da ognuno di essi comporta, vivrai un senso di colpa cosmico, sconfortante e mortale. E sarai solo, più di un cane. Ma proverai un improvviso, sconosciuto e inebriante senso di libertà. Ti guarderai intorno e ti accorgerai di essere sulla soglia di una grande porta. Fuori, l’infinita possibilità, la coscienza espansa, la possibilità di scegliere tutto ciò che desideri e perseguirlo; dentro, una calca di persone con il muso, che fanno «no» con la testa, perché le hai deluse, hai disatteso le leggi che loro ossequiavano da secoli, hai detto addio al fiume di privazioni, povertà e infelicità in cui loro hanno creduto. Adesso la maniglia è nelle tue mani.
Gabriele Policardo
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Bite attack times then bullon
,,,bullon?
#i suspect this was supposed to be times ten billion but ive no way to confirm#alas#jadeplumeterrorshroom#asks.txt
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youtube
Melody will represent Spain at the Eurovision Basel 2025 with the song "ESA DIVA" 🇪🇸.
Director: Mario Ruiz
Producer: Victor Paniagua
DOP: Alexander Del Barco
Choreography: Monica Peña, Alex Bullon
Dancers:
Federica Criscione
Fran Herrezuelo
Jesus Bolivar
Ana Acosta
Andrea Ruiz
Cristy Cortez
Alex Bullon
Daniel Arango
Vicky Gomez
Alexandra Delgado Mussini
Ivan Matías Urquiaga
Mich Olivera
Melody Styling: Zara Garo
Melody Costume Design: Paloma Suarez
Melody Makeup: Jesus Saez
Melody Hair Styling: Jose Parralejo
Art Director: Raul Lopez
Assistant Director: Marta Canelo
Production Assistants: Pablo Cristobalena, Alberto F. Pelaez, Clara Novella
#videos de eurovisión#myeurovisionsongcontest#eurovision#esc#festival de eurovisión#eurovision spain#eurovision song contest#esc 2025#Eurovision Basel 2025#esa diva#Youtube#Melody
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Le Sospensioni della Cinquecento: tecnologia anni '60 sempre vincente!

La Fiat 500 è dotata di sospensioni indipendenti su tutte le ruote, il che significa che ogni ruota è collegata alla struttura della vettura attraverso un proprio sistema di articolazione e un elemento elastico dedicato. Questo permette a ciascuna ruota di muoversi in verticale senza influenzare le altre, garantendo una guida più fluida e stabile. Le sospensioni anteriori: balestra e braccio oscillante L’avantreno della 500 è composto da un sistema a doppia articolazione: - In alto, troviamo un braccio trapezoidale oscillante, realizzato in lamiera stampata e collegato alla scocca tramite un perno con speciali snodi. - In basso, la balestra trasversale sostiene la sospensione e contribuisce alla tenuta di strada. Il cuore del sistema è il montante della sospensione, che collega il fuso a snodo su cui sono montate le ruote. Questo montante è unito al braccio oscillante superiore attraverso una boccola elastica, chiamata "estenbloc". Questa boccola è progettata per assorbire le sollecitazioni e migliorare il comfort di guida, grazie alla gomma che ricopre le estremità del tubo interno, creando una forte reazione elastica sotto carico. Anche l'attacco inferiore del montante utilizza una boccola elastica dello stesso tipo, situata all'interno dell’occhio della balestra. La balestra: elemento chiave della sospensione anteriore La balestra non è solo un elemento elastico, ma funge anche da braccio inferiore della sospensione. Essendo più lunga del braccio superiore, aiuta a ridurre al minimo la variazione della carreggiata, migliorando la stabilità. È composta da una foglia maestra (che contiene l’occhio di fissaggio al montante) e da più foglie sovrapposte. Tra queste sono inserite strisce di materiale plastico anti-usura (polietilene), che eliminano rumori e attriti, garantendo una risposta più pronta della sospensione senza necessità di lubrificazione. Le foglie della balestra sono unite da un bullone passante centrale e due staffe laterali rivestite in polietilene. Il fissaggio alla scocca avviene tramite due supporti, che consentono alla parte centrale della balestra di flettersi liberamente, impedendo però movimenti laterali grazie alla curvatura della lama superiore e alla particolare forma delle piastre di appoggio. Le sospensioni posteriori: stabilità e comfort Al posteriore, la Fiat 500 utilizza un sistema composto da bracci triangolari e molle elicoidali, accompagnati da ammortizzatori idraulici telescopici e tamponi paracolpi per assorbire meglio gli urti. Ogni braccio ha una forma a V ed è realizzato con elementi saldati alleggeriti per ridurre il peso senza compromettere la robustezza. Il vertice del braccio è sagomato per ospitare la molla elicoidale, l’ammortizzatore e il mozzo della ruota. L'attacco alla scocca avviene tramite piastre di fissaggio, che permettono al braccio di oscillare grazie all’uso di boccole elastiche "estenbloc", le stesse già impiegate nell'avantreno. Grazie a questo sistema di sospensioni, la Fiat 500 riesce a offrire un'ottima tenuta di strada e un buon comfort di marcia, nonostante le sue dimensioni compatte. E tu, hai mai avuto problemi con le sospensioni della tua 500? Come le hai sistemate? Raccontaci la tua esperienza nei commenti! 🚗💨
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