#borgomanero
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Ciao Bruna <3
La vita è fatta - anche, e spesso - di situazioni contingenti. Incastri che dipendono solo in parte dalle nostre scelte, e che sono il risultato mutante di quell’entropia che dovremmo sempre accettare come un dato di fatto, piuttosto contemplandola come meraviglia e mistero dell’esistenza.
Di questo, ci penso spesso, è fatto l’incontro con certi professori a scuola. Porte scorrevoli che possono davvero incidere sui destini. Pur scegliendo la scuola (per chi vuole e può), nessuno sa veramente a cosa vada incontro. Chi saranno i propri nemici o i propri alleati, di quale pietre sarà selciata la strada. E chi saprà tenderti una mano quando sarai in difficoltà.
Per me in quegli anni tumultuosi e parecchio conflittuali, la prof. Bruna Vero fu lo sguardo comprensivo di cui spesso avevo bisogno. Aiutata dal suo ruolo in educazione fisica (sicuramente meno esposta su certi giudizi) e dalla sua enorme passione per la recitazione- scriveva, recitava, esplodeva di teatro - seppe esserci quando tutto sembrava pronto a crollare. Con una parola, con una assunzione di responsabilità di fronte al resto del consiglio. E io di questo le sarò per sempre grato.
La vidi l’ultima volta ormai qualche anno fa, quando mi invitò a scuola da ex studente per un laboratorio sulla radio. Era forse il 2015. La abbracciai forte e le dissi che ero stato fortunato, di quelle fortune che non ti scegli. Oggi vengo a conoscere la triste notizia che Bruna è mancata, lasciando il marito Marcello e le tre figlie a cui mando le mie condoglianze. Sono sicuro che avrà dato loro l’amore che sapeva mettere in circolo ovunque fosse.
È uno strano periodo questo, pieno di notizie difficili che riguardano persone che conosco. Forse stiamo facendo un po’ i conti con il delirio di questi tempi malati, forse son solo gli anni che passano. Forse… niente. Tocca accettarlo. A chi ha subito un lutto, a chi sta soffrendo, a chi ha sbatti, a chi non ce la fa, a chi è incastrato nel dolore mando un po’ di amore. E pure un po’ di entropia, mistero e meraviglia.
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Madonna dell’Uva, eccellenza di vino dei colli novaresi #viaggiaescopri #travelwebtv #lelelatta
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"Disadatti all'esilio" a cura di Giorgio Anelli. Recensione di Lorenzo Spurio
Recensione di Lorenzo Spurio Poche settimane fa, nella collana “Poesia” di Ladolfi Editore di Borgomanero (NO), Giorgio Anelli e Abigail hanno raccolto in un volume di pratica e piacevole consultazione una serie di testi scelti di poeti tra loro distanti (per appartenenza geografica, per periodo storico, per influssi e stile letterario) dal titolo emblematico Disadatti all’esilio. Giorgio…
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#Abigail#Benjamin Fondane#Borgomanero#Catherine Pozzi#critica#Disadatti all&039;esilio#Emanuel Carnevali#emarginati#Giorgio Anelli#Ladolfi Editore#Lorenzo Spurio#Marceline Desbordes-Valmore#poetica#Simone Cattaneo#traduzione#Victor Segalen
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Inaugurata Area camper a Borgomanero
Borgomanero ha la sua area “camper”. E’ stata ufficialmente inaugurata nella mattinata di lunedì 19 giugno, da parte dell’Amministrazione Comunale, nell’area parcheggio dello stadio comunale intitolato a Fedele “Nino” Margaroli, con ingresso dalla via G. Matteotti. L’area è costituita da 3 piazzole di sosta. Continue reading Untitled
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Adeliza de Borgomanero
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Notturno…
… per stazioni ferroviarie ( Gozzano e Borgomanero ) vecchie e nuove, officine in rovina ma illuminate, sottopassi, sotterranei, gente in rientro dal lavoro (“ciao”, “ciao”), nel piazzale pattuglia di carabinieri (“salve”, “cenno professionale da carabiniere”) cui scatta l’antifurto dell’auto (ma? Carabinieri con l’antifurto? Bei tempi) ah, e un cane carlino che si trascina dietro il padrone,…
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CASTELLO DI VERGANO a Borgomanero (NO)
Tappa n° 40 LU 04 Settembre ARONA - ROMAGNANO SESIA
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La catena americana McDonald’s assumerà 50 dipendenti per i ristoranti di Borgomanero, Oleggio, Castelletto e Somma Lombardo. #McDonald's #assunzioni #dipendenti #ristoranti #fabriziosbardella #contrattistabili #opportunitàdilavoro #news #primopiano #inevidenza
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Maniglioni per porte
Olivari, un marchio rinomato nel settore dell'arredamento, continua a stabilire nuovi standard di eleganza e design con la sua ultima collezione di maniglioni per porte.
Questa nuova offerta rappresenta un'espansione della già prestigiosa linea del marchio, presentando una vasta gamma di stili che si adattano sia agli ambienti moderni che a quelli più classici.
La collezione di maniglioni Olivari è il risultato di una ricerca continua della perfezione estetica e funzionale. La firma di alta qualità delle finiture, una caratteristica distintiva del marchio, si riflette in modo evidente in ciascun maniglione. La collezione comprende una varietà di stili, offrendo soluzioni per ogni gusto e preferenza di design.
Tra le collezioni contemporanee, spiccano i maniglioni della linea Bios e Diana. Caratterizzati da linee pulite e moderne, questi maniglioni sono perfetti per gli spazi che richiedono un tocco di minimalismo ed eleganza contemporanea. Le finiture impeccabili e la cura dei dettagli conferiscono a questi maniglioni un aspetto sofisticato, completando perfettamente gli interni moderni.
D'altra parte, per chi predilige uno stile più tradizionale, la collezione Olivari offre opzioni come Aster ed Edison. Questi maniglioni si ispirano a design classici e senza tempo, evocando un senso di raffinatezza e prestigio.
La combinazione di materiali di alta qualità e lavorazione artigianale conferisce a questi maniglioni un carattere distintivo, trasformando ogni porta in un elemento di design intramontabile.
L'eclettismo della collezione Olivari è una risposta alle diverse esigenze degli appassionati di design d'interni. Che si tratti di un ambiente contemporaneo, di uno spazio tradizionale o di una combinazione di entrambi, i maniglioni Olivari sono progettati per integrarsi armoniosamente, aggiungendo un tocco di raffinatezza a qualsiasi ambiente.
La garanzia di eccellenza associata al marchio Olivari è confermata non solo dall'aspetto estetico dei maniglioni, ma anche dalla loro funzionalità. Ogni maniglione è progettato per offrire un'esperienza di utilizzo confortevole e affidabile, assicurando al contempo una durata nel tempo. La combinazione di bellezza e praticità rende la collezione dell'azienda di Borgomanero una scelta ideale per chi cerca maniglioni di alta qualità che soddisfano le più alte aspettative.
In conclusione, la nuova collezione di maniglioni Olivari è un tributo all'arte del design e alla maestria artigianale. Questi maniglioni incarnano l'eccellenza in ogni dettaglio, offrendo una selezione diversificata che si adatta a una vasta gamma di stili e ambienti.
Con Olivari, la porta diventa non solo un elemento funzionale, ma anche un'opera d'arte che contribuisce a definire l'atmosfera di uno spazio.
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Investita da un suv, una donna è morta nel Novarese
Una donna di 65 anni ieri sera è stata investita da un suv ed è morta, mentre attraversava la strada nel Novarese. Sono in corso verifiche da parte dei carabinieri per stabilire la dinamica dell’incidente stradale avvenuto a Momo. La donna attorno alle 18 stava attraversando la strada in via Magistrini, l’arteria principale che attraversa il paese e porta a Novara e a Borgomanero, quando è stata…
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Siamo nella zona settentrionale della provincia di Novara, quella parte del novarese toccata dai laghi, ma anche aggraziata dal dolce profilo delle colline che segnano il (...Leggi tutto)
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Borgomanero: nuovo sistema di prenotazioni per il rilascio della Carta d'Identità Elettronica
E’ attivo, sul sito del Comune di Borgomanero, il nuovo sistema di prenotazione on line per gli appuntamenti relativi al rilascio della Carta d’Identità Elettronica (CIE). Al nuovo sistema di prenotazione appuntamenti CIE on line si accede tramite un link appositamente predisposto. (more…) “”
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Ghosts Teachers (OCs).
Erzsébet Bathory, Locusta, Adeliza de Borgomanero, Jack the Ripper.
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Quindici, vent’anni che non …
… vedevo T. e grazie al giro di oggi ho, come dire, rimediato, ecco. Tante grazie anche a G.! Ponte del Torrione, Borgomanero (NO) – XVI secolo. freddUlino o almeno per la prima metà a Sostegno asilo con municipio annesso, o viceversa (foto) vigne del Bramaterra pizze a Gattinara Maggiora Tiziano e La ( sua )Trattoria Del Ciclista, a Borgomanero (foto cittadina) Thing #360h.13:08Comune…
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10 ott 2023 08:45
IL MONDO DEL GIORNALISMO PIANGE ETTORE MO – LO STORICO INVIATO DI GUERRA DEL “CORRIERE DELLA SERA” AVEVA 91 ANNI – PRIMA DI DEDICARSI AL GIORNALISMO AVEVA LAVORATO COME CAMERIERE, LAVAPIATTI, STEWARD – I SUOI REPORTAGE DALL'AFGHANISTAN A PIEDI COI MUJAHEDDIN, IN GUERRA COI RUSSI, IN IRAN DOPO LA RIVOLUZIONE KHOMEINISTA – DEL SUO LAVORO DICEVA: “SONO SOSTENITORE DELLA TESTIMONIANZA DIRETTA. BISOGNA VEDERE CON I PROPRI OCCHI E ASCOLTARE CON LE PROPRIE ORECCHIE” -
GIORNALISTI: MORTO ETTORE MO
(Adnkronos) - E' morto a 91 anni il giornalista, storico inviato di guerra del "Corriere della Sera", Ettore Mo. Era nato a Borgomanero il primo aprile del 1932.
È MORTO ETTORE MO: AVEVA 91 ANNI. GLI ESORDI COME BARISTA, I VIAGGI, I REPORTAGE DI GUERRA
Estratto dell’articolo di Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”
Detestava i sotterfugi, le scorciatoie, i furbetti che dicono di essere arrivati prima sul luogo della storia e invece se la inventano di sana pianta aggiungendo di fantasia, copiando dalle agenzie comodamente seduti nelle camere di albergo. Scriveva con i suoi ritmi, odiava la fretta dello scoop, ma poi, quando arrivava il suo articolo, capivi che era fatto di cose viste e vissute, condito di particolari inaspettati, magari contradditori, però veri, onesti, indubbiamente verificati di persona.
[…] Non gli importavano i soldi, le sue note spese erano sempre in ritardo e carenti, certamente non faceva “creste”, anzi, semmai metteva del suo, perché per lui il giornalismo e soprattutto il mestiere di inviato non era una professione come le altre, ma una sorta di missione, d’impegno totale e totalizzante al servizio del giornale, ma soprattutto del lettore e della necessità inderogabile di testimoniare.
Scriviamo queste righe di getto, a caldo, appena ricevuta la notizia della morte a 91 anni di Ettore Mo, platealmente definito uno degli ultimi “tra i grandi inviati” del giornalismo italiano e firma di prestigio per decenni del Corriere della Sera.
Amava raccontarsi, spesso accompagnato da un bicchiere di vino, che – diceva – lo aiutava a “sciogliersi”, a mettere in moto le ali della creatività. Una sera a Gerusalemme, si era ai tempi della Prima Intifada tra la fine del 1987 e il 1988, dopo avere scritto il reportage dai campi profughi palestinesi in fiamme, si dilungò nel ricordare i suoi inizi.
Era nato a Borgomanero nel 1932, aveva finito il liceo classico e si era iscritto a Lingue e Letterature Straniere a Ca’Foscari, una delle facoltà più note dell’università di Venezia. Ma presto si era accorto che la vita universitaria non faceva per lui. Senza un soldo aveva iniziato a viaggiare: Parigi, Madrid, Amburgo, sino a Londra.
Si manteneva con lavoretti: cameriere, lavapiatti, steward. Quella sera a Gerusalemme si attardò con la memoria sulle sue esperienze come steward su una nave della marina mercantile britannica. «Non mi trattavano male, ma c’erano lunghe ore di tedio che cercavo di colmare leggendo tutto ciò che trovavo a tiro», diceva.
Nel 1962, a 31 anni, si presenta al corrispondente da Londra per il Corriere, che allora era Piero Ottone, per offrirsi come collaboratore. Alla direzione piace subito il suo stile diretto, l’amore per il racconto vissuto sul campo. Lo richiamano a Roma e Milano, poi nel 1979 riceve il primo incarico da inviato per gli Esteri. Il direttore Franco Di Bella gli dà fiducia: la storia è importante, siamo nel mezzo della rivoluzione iraniana e l’Ayatollah Khomeini è appena tornato a Teheran.
[…] Pochi mesi dopo è folgorato dall’amore per il suo lavoro quando raggiunge l’Afghanistan. Inizia a seguire la guerra tra le brigate dei mujaheddin contro l’esercito d’invasione sovietico. E qui nel 1981 incontra uno dei personaggi che lo hanno più affascinato nella sua lunga carriera.
Intervista Ahmad Shah Massud, il “leone del Panshir”, il leader laico delle milizie locali tagike che vogliono scacciare i russi e però sono contrarie ai gruppi radicali islamici pashtun che ben presto formeranno il nocciolo duro delle formazioni militari talebane. I due si vedono più volte. Nei suoi ultimi viaggi in Afghanistan, sino a pochi anni fa, Ettore insisteva sempre per portare un fiore sulla tomba di Massud, assassinato dai militanti di Al Qaeda due giorni prima degli attentati dell’11 settembre 2001.
Ha insistito per continuare a lavorare sin verso gli ottant’anni e i suoi servizi speciali toccano gran parte del nostro pianeta: dalla guerra nella ex Jugoslavia, alla Cecenia, al Pakistan, all’India.
Fu tra l’altro uno dei pochi reporter occidentali che andarono a trovare i leader del neonato movimento di Hamas a Gaza quando vennero espulsi in Libano dal governo israeliano tra il 1992 e 1993. Rimase nelle loro tende nella terra di nessuno vicino al confine israeliano per 48 ore. Per lui il dovere di andare e raccontare superava qualsiasi barriera o pregiudizio.
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