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#biblioteca Croce
gennarocapodanno · 9 days
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Vomero: riaprono le scuole ma non la biblioteca Croce. Chiusa da quasi cinque anni! Patrimonio librario a rischio
Bisogna ricollocarla al più presente nei locali del polifunzionale comunale, in via Morghen, 84 Via De Mura: biblioteca Croce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, lancia l’ennesimo appello all’amministrazione comunale partenopea, affinché venga finalmente riaperta, e in tempi rapidi, la biblioteca comunale del quartiere Vomero…
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Raga,dato che sono scemo e l'argomento della mia tesi ha tipo tre libri in croce a riguardo e costano uno sproposito,non è che avete qualche tip da consigliarmi?in biblioteca universitaria non risultano manco nel database
Mando foto gatti,lego e spiriti della città incantata in cambio
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piusolbiate · 10 months
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200 ANNI CON GLI OCCHI DEI RAGAZZI
Ecco alcune immagini della Mostra “200 years in our flashes” allestita dagli studenti dell' IcMoro Solbiate Olona, presso la Biblioteca Comunale, che hanno frequentato il Laboratorio di Fotografia in Inglese , tenuto e proposto grazie ai fondi del PNRR, come un omaggio al Bicentenario del "Cotonificio di Solbiate".
Direttore artistico è Ibrahim Malla, fotografo italo-siriano specializzato nel campo umanitario e sociale, che ha realizzato reportage fotografici per la Croce Rossa italiana https://www.fotoinfuga.org/awayfromhome-lontanidacasa-ibrahim-malla/
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fashionbooksmilano · 8 months
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80 Motivi di Fiori e Frutti da Ricamare a Piccolo Punto
Miky Dessein
Testi di Laura Baroni
IdeaLibri, Milano 1995, 223 pagine, ISBN 88-7082-318-0, Biblioteca di ricamo 6
euro 20,00
email if you want to buy [email protected]
Per chi non sa dire di no alla passione del punto croce e del ricamo: all'interno 80 splendidi schemi e disegni originali. 
28/01/24
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rideretremando · 2 years
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BENEDETTO CROCE SOTTO SPIRITO. UN RITRATTO PER ANNIVERSARIO (2015)
Esattamente un secolo fa, poche settimane prima che l’Italia entrasse nella Grande guerra, Benedetto Croce stese di getto il “Contributo alla critica di me stesso”, oggi disponibile nelle edizioni Adelphi con le note aggiunte a margine nei decenni successivi. Il “Contributo”, scritto alla soglia dei cinquant’anni, è il pezzo più autobiografico di un filosofo che, come Catullo “voleva essere totus nasus”, vorrebbe “essere giudicato tutto pensiero”. Si tratta, è vero, di una “autobiografia mentale”, o comunque di una ‘vita esemplare’; ma per sorprenderci, all’autore basta ritrarsi sdraiato su un sofà mentre rimugina sul suo sistema nascente.
Siamo davanti a un trionfo della prosa crociana: della sua musica rotonda, della sua patina antiquaria, ma soprattutto del suasivo movimento con cui il filosofo dimostra che le analisi più sottili sono traducibili in un motto di sano buon senso. Trionfa, qui, anche il più insistito leitmotiv etico di Croce: quello dell’“operosità” che sola medica le ferite della vita, come il piccolo Benedetto apprese in un collegio di preti borbonici. Ed è impossibile non sorridere, riconoscendo il puntiglio del futuro filosofo laico nel ragazzo che prima di confessarsi “distingue” i peccati e li scrive su un foglietto.
La formazione di Croce cambia segno dopo il terremoto di Casamicciola, che nel 1883 annienta la sua famiglia e lo seppellisce per ore sotto le macerie. Il superstite è accolto allora nella casa romana del politico Silvio Spaventa, cugino del padre e fratello del filosofo Bertrando. Il lutto, lo spaesamento, l’adolescenza: non stupisce che questa miscela abbia precipitato il giovane in una crisi d’ipocondria; e l’ostentato contegno olimpico dell’adulto deriva forse da questo periodo oscuro. “Quegli anni”, confessa l’autore del “Contributo”, furono “i soli nei quali assai volte la sera, posando la testa sul guanciale, abbia fortemente bramato di non svegliarmi al mattino”. Nella Roma del trasformismo, Benedetto si chiude in biblioteca. Ma a scuoterlo è Antonio Labriola, che con le lezioni sull’etica di Herbart gli offre un appiglio a cui aggrapparsi nel naufragio della fede. Croce ricorda di averne recitato più volte i capisaldi sotto le coperte, come una preghiera. È con questo bagaglio che nell’86 torna a Napoli per rifugiarsi negli studi storici; e solo il bisogno di chiarirne il metodo lo convince nel ’93 a stendere la prima memoria filosofica. Poco dopo, ad allargarne gli orizzonti interviene ancora Labriola, che lo contagia con la nuova passione marxista. Croce, però, l’affronta col suo stile di formidabile ruminante. S’immerge in un corso sistematico di economia, e quando è ormai più ferrato del maestro, espelle dalla materia appena digerita una componente essenziale, quella della militanza, per trasformarla in puro fertilizzante delle sue ricerche. Nel 1900, il socialismo che agita l’Europa gli appare nient’altro che una parte di sé già superata. Mentre lo stesso senso del dovere che lo porterà al governo con Giolitti e alla presidenza del Partito Liberale gli impone di soccorrere le istituzioni napoletane, il commissario scolastico Croce si prepara a entrare nelle scuole con ben altra efficacia attraverso l’“Estetica”, la sua opera più famosa e volgarizzata. Subito dopo la sua pubblicazione fonda con Gentile la rivista “La Critica”, braccio secolare dell’idealismo italiano, e vi applica la propria teoria dell’arte diffondendo un gusto tutto spostato sull’Ottocento. Qui Croce sente di aver raggiunto un maturo “accordo con me medesimo e con la realtà”. Inizia così un percorso che per tre lustri somiglia a una inarrestabile marcia di conquista: il patto con Laterza, il completamento del sistema, i saggi su Hegel e Vico, la polemica vittoriosa contro l’epistemologia…
Il “Contributo” segna il culmine di questa marcia, rallentata poi da guerra e fascisti. Lo spettacolo che offre è invidiabile; eppure il lettore non può non sentir salire da queste pagine compatte un involontario umorismo. Perché l’autore, malgrado le dichiarazioni di sobrietà e le ombre che già gli offuscano il panorama, sprizza soddisfazione da tutti i pori. L’insolita nudità del testo evidenzia il rapporto tra le sue compiaciute pose giovesche e la rimozione del lato notturno dell’esistenza. La soluzione genialmente semplificatrice di molte questioni sfiora la tautologia, e ogni domanda fastidiosa è liquidata come un problema mal posto (se “il pensiero vero è semplicemente il pensiero”, il pensiero falso è solo “il non-pensiero (…) il non-essere”). Anziché diventare leopardiano, il ragazzo che ha sperimentato sulla sua pelle la crudeltà della Natura cicatrizza le ferite convincendosi che la Storia consiste nel dispiegarsi di una verità ascendente “a claritate in claritatem”, ed esibendo il sublime filisteismo goethiano che sarà di Lukács e Thomas Mann.
È questo superiore equilibrio a indisporre i letterati giovani, quelli che in forme più esili hanno reagito come lui al positivismo: il romantico refoulé Cecchi, lo scettico Serra, e il teppista Papini, secondo cui il nuovo maestro d’Italia sogna una nazione “composta di tanti bravi figlioli (…) lettori assidui del Giannettino”. Dal clima ‘decadente’ e agitatorio nel quale si muovono questi giovani, il filosofo tiene presto a smarcarsi. Prende le distanze da D’Annunzio, ma anche dall’hegelismo. Eppure questi distinguo non cancellano alcune affinità cruciali. Cecchi nota che sia l’idealista sia l’imaginifico pongono l’arte sull’infimo gradino della scala intellettuale, tacendo sulle angosce che derivano all’uomo da un’esistenza sempre incompiuta e da una natura irriducibilmente estranea. Quanto a Hegel, è vero che Croce ne rigetta la mitologia; ma proprio negli anni Dieci fa a sua volta della necessità storica un mostro autorizzato a nutrirsi di corpi umani. In realtà, il culto hegeliano del fatto compiuto e l’arte pura costituiscono gli esiti logici della cultura da cui Croce proviene, perciò quando il filosofo li rifiuta appare incoerente con le sue premesse. L’estetica crociana si accorda col detestato Pascoli, non con l’amato Carducci. E sulla Storia, l’autore del “Contributo” ricorda di avere appreso dal suo Marx, sciacquato nell’Arno machiavellico, che ha tutto il diritto di “schiacciare gl'individui”. Ma solo nel ventennio diventa evidente, oltre allo iato tra ‘teoria’ e ‘pratica’, anche la marcia indietro ideale: all’assoluto lirico si affianca allora la funzione civile della letteratura, mentre lo Stato Leviatano sfuma nell’etica liberale.
A questo proposito, nelle note più tarde, Croce ammette di avere sottovalutato il valore della libertà, e di essere stato poco accorto davanti al fascismo in ascesa. Nel ‘15, però, prevale ancora la tendenza a far coincidere intuizione ed espressione, volontà e azione. Come altri pensatori contemporanei, Croce cerca così di superare i dualismi ottocenteschi tra spirito e materia, vita e scienza. Di Hegel lo attrae appunto il suo organicismo, anche se gli ripugna la sua brutale omogeneizzazione dei fenomeni. Nel proprio sistema introduce la dialettica degli opposti, ma si preoccupa che non distrugga i distinti. Vuole tenere insieme il circolo dello Spirito e lo sviluppo dialettico della Storia: Vico e Kant da una parte, Hegel dall’altra. Tuttavia, nell’idealista del primo Novecento vince la giustificazione dell’esistente. La Storia procede di bene in meglio, l’irrazionale è appena l’ombra del razionale. Di questa rimozione ha dato un’ottima parodia Paolo Vita-Finzi in un apocrifo crociano dove il pontefice di Palazzo Filomarino, con consequenzialità macabra e gioconda, spiega che il male include “germi di bene” come un cannibale “può includere un missionario”.
A un passo dalla Grande guerra, insomma, il filosofo ritiene ancora che il pensiero possa governare dall’alto la realtà. Appena licenziato il “Contributo”, fa il suo dovere di suddito in un conflitto a cui non crede, ma evita il nazionalismo culturale: all’adesione pratica corrisponde un orgoglioso rifiuto teoretico. È l’abito della distinzione col quale si opporrà sempre alle ideologie che tendono a travolgere tutti gli argini. Ma inutilmente: perché la vocazione del Novecento è appunto quella di cancellare ogni limite, bellico e sofistico. E alla fine Croce ne prenderà atto, trasformando la categoria dell’“utile” nella vitalità “selvatica” che buca le forme dello spirito. Sfiorerà così l’esistenzialismo, ma non farà il passo che l’avrebbe costretto a lasciare le sponde civili del suo Ottocento: sensibilissimo alla cronaca, resterà tuttavia convinto di poter incarnare una figura di filosofo ancora classicista.
Questa figura non va però confusa con la maschera del pensatore pompier che ci ha proposto tanto Novecento, e a cui manca completamente il gusto della concretezza che riassume la lezione più feconda dello “storicismo assoluto”. “La perfezione di un filosofare sta (…) nel pensare la filosofia dei fatti particolari, narrando la storia”, dice Croce nel “Contributo”: perciò “l'astrazione è morte”. In questo senso, molta fenomenologia si è rivelata assai più astratta dell’idealismo che intendeva superare, perché mancava di intuito ermeneutico di fronte alla vita, ed era dunque destinata a smarrirsi nel farraginoso gergo pragmatistico che predica l’andata “alle cose stesse” ma non la pratica mai. Lo stesso vale per le suggestioni insieme esoteriche e terragne criticate da Croce prima in Gentile e poi in quell’Heidegger che secondo lui disonorava la loro disciplina. Queste filosofie, finte mistiche intimidatorie e velleitarie, confermano la convinzione crociana secondo cui il purus philosophus è un purus asinus. Croce considerava una delle sue maggiori vittorie la ridicolizzazione del Filosofo tutto occupato dall'Essere: e infatti niente testimonia meglio la sua successiva sconfitta della restaurazione di questo mito, in varianti sacerdotali o pedantesche.
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🟡SANT'IVOALLA SAPIENZA, CAPOLAVORO DI BORROMINI
🔹🔸La chiesa di sant’Ivo alla Sapienza è una mirabile opera di Francesco Borromini, uno degli esempi più affascinanti del barocco a Roma. L’architetto ticinese nel 1632 era stato incaricato da papa Urbano VIII di portare a compimento il complesso dove sin dal 1497 aveva sede l’Università della Sapienza, fondata nel 1303 da Bonifacio VIII. Per Borromini si trattò, dopo la chiesa di San Carlino alle Quattro Fontane, del primo grande incarico pubblico, e in tale mandato fu determinante la raccomandazione del grande rivale Gian Lorenzo Bernini: un atto di benevolenza che forse derivava dalla volontà – da parte dello scultore – di continuare a servirsi dell’aiuto del Borromini come formidabile collaboratore tecnico.
🔸L’università della Sapienza era stata – fin dalle sue origini – sotto il patrocinio papale. Nel 1497 Alessandro VI aveva promosso la costruzione del Palazzo, edificio che venne poi ampliato nel 1565 per volere di Pio IV su progetto di Pirro Ligorio: un complesso a quattro ali con cortile centrale a doppia esedra, incorniciato da portici a due piani con annessa la chiesa. Nel 1579 su incarico di Gregorio XIII (e poi di Sisto V) i lavori ripresero sotto la direzione di Giacomo della Porta, che eliminò una delle due esedre previste facendo in modo che un corridoio conducesse direttamente alla chiesa, divenuta punto focale dell’intera costruzione. Sotto Paolo V i lavori furono interrotti finché nel 1628-31 il nuovo papa, Urbano VIII, promosse un ulteriore rifacimento del palazzo con la nomina nel 1632 del Borromini.
🔹L’architetto costruì la chiesa di Sant’Ivo, ultimò il palazzo e infine, dal 1659 su incarico di Alessandro VII, eresse la Biblioteca Alessandrina, rievocazione della celebre biblioteca di Alessandria d’Egitto. La chiesa del Borromini doveva sostituire la cappella universitaria fondata da Leone X e accogliere anche le funzioni solenni. Mentre l’edificio progettato dal Della Porta aveva una forma circolare con cappelle molto piccole, Borromini mantenne l’impianto centrale ma ideò una forma stellare, un unicum nella storia dell’architettura e forse l’opera più bella della sua vita.
🔸La prima difficoltà fu costituita dalla necessità di intervenire nel contesto preesistente, costruito dai suoi predecessori: l’impianto del cortile era già stato completato e parte della stessa facciata concava della chiesa era stata innalzata dal Della Porta. Borromini dovette adeguarsi a questa presenza, modificandola in parte. La costruzione ebbe inizio nel 1642, quando fu posata la prima pietra, e per ultimarla furono necessari vent’anni: nel 1660 la chiesa venne consacrata e nel 1659 fu avviata la decorazione interna. La realizzazione dell’opera fu molto travagliata, sia per i continui ripensamenti del Borromini sia a causa delle innumerevoli sollecitazioni da parte della committenza.
🔹La facciata di Sant’Ivo alla Sapienza fa da sfondo al cortile ed è la continuazione delle due ali del palazzo: i due ordini di arcate del porticato proseguono infatti lungo la facciata concava trasformandosi nelle finestre al piano superiore e, al piano inferiore, nelle finestre e nel portale centrale. Dall’attico si eleva la cupola, fiancheggiata da due “torricelli” con i monti simbolo dei Chigi (la famiglia di Alessandro VII): essa è avvolta in un tamburo esalobato scandito da lesene, a sua volta sormontato da una scalinata di dodici gradoni, al cui interno si trova la calotta: una struttura che ricorda – per l’idea del tamburo e il ricorso ai gradoni – la struttura del vicino Pantheon.
🔸Al di sopra dei gradoni si erge la lanterna, divisa da doppie colonne in sei sezioni concave, con cuspide a spirale terminante in una fiamma, a sua volta sormontata da un gruppo formato da corona, globo, colomba dei Pamphili (la famiglia di Innocenzo X, divenuto papa dopo la morte di Urbano VIII) e infine croce. Sembra che per la forma peculiare della lanterna il Borromini si sia ispirato a un modello templare antico, testimoniato ad esempio dal Tempio di Venere a Baalbek: una forma architettonica che riprende lo studio della curvatura e si apre all’esterno. L’elemento soprastante è una forma ad elica che richiama le scale a chiocciola e pare rievocare il pungiglione dell’ape, l’emblema araldico dei Barberini (la casata di Urbano VIII), che si ripete ovunque nella chiesa e nel palazzo. Quando la lanterna venne innalzata sollevò un coro di polemiche per la sua forma ardita e Borromini fu accusato di aver creato un edificio instabile: il rettore dell’Università – preoccupato dallo scalpore – chiese all’architetto di impegnarsi per quindici anni in caso di eventuali danni causati dalla sua creazione.
🔹La pianta di Sant’Ivo alla Sapienza è anch’essa del tutto originale: ha forma stellare, derivante dall’intersezione di due triangoli equilateri – che generano un esagono – su cui attestano cerchi aventi come centro i vertici e i punti di intersezione fra gli assi delle due figure. Delle sei cappelle laterali tre sono dunque semicircolari mentre le altre tre – giacenti sui vertici del triangolo – ne svelano la forma. In alzato tale geometria crea all’interno dell’edificio un’alternanza di parti concave e convesse, scandite e sottolineate da pilastri con capitelli corinzi addossati agli spigoli, che sostengono il cornicione. La parte al di sopra del cornicione – che ripete il disegno della pianta – è caratterizzata dallo slancio della cupola, che poggia direttamente sul corpo della cappella. La cupola è divisa in sei spicchi da costoloni, che salgono restringendosi sempre più fino ad unirsi alla base della lanterna, costituendo il passaggio dall’esagono della base alla forma perfetta del cerchio. In ogni spicchio si apre un finestrone e l’ascensione è scandita da otto stelle alternativamente a sei e otto punte. Al centro del lanternino è visibile la colomba circondata dai raggi dello Spirito Santo portatore di Sapienza: è uno degli innumerevoli riferimenti del Borromini alla Sapienza e alla simbologia religiosa che vi è correlata.
🔸La decorazione interna è essenziale, in un particolare tono di bianco arricchito da elementi a stucco (oltre alle stelle, i monti emblema dei Chigi) e in oro. L’unica nota di colore è costituita dalla pala dell’altare maggiore, opera di Pietro da Cortona, rappresentante Sant’Ivo che si costituisce avvocato dei poveri. Lo splendido pavimento bicromo in marmo bianco e nero, dal disegno geometrico, fu l’ultimo elemento ad essere apposto.
🔹Con il completamento della chiesa fu portata a termine anche la costruzione del Palazzo, con la realizzazione delle facciate su piazza Sant’Eustachio e via dei Canestrari e, da ultima, l’edificazione della Biblioteca Alessandrina: i lavori iniziarono nel 1659 e si protrassero ben oltre la morte del Borromini.
🟨fonte: Viaggiatrice curiosa
🟦foto: Sant'Ivo alla Sapienza
✅@Roma: capitale d’arte di bellezza e di cultura
#roma #church
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lamilanomagazine · 4 months
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Sicilia: Notte europea dei musei, la Regione ha aperto i luoghi della cultura
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Sicilia: Notte europea dei musei, la Regione ha aperto i luoghi della cultura. Si è tenuto l'appuntamento con la "Notte europea dei musei". L'iniziativa nasce con il patrocinio dell'Unesco, del Consiglio d'Europa e dell'Icom (International council of museums) per incentivare e promuovere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale nazionale ed europeo. Musei, parchi archeologici e siti storici della Regione hanno aperto le porte, al costo simbolico di un euro, offrendo visite guidate, mostre speciali, performance artistiche, laboratori per bambini e tanto altro. Un'opportunità unica per esplorare le collezioni permanenti e le esposizioni temporanee, arricchendo così la propria conoscenza dell'arte e della storia siciliana. Partita da Palermo, sono state aperte le porte il Museo Archeologico Salinas (ore 19-23) con percorsi guidati e con visita al cantiere aperto di restauro della statua di "Diana cacciatrice"; il Museo d'arte contemporanea a Palazzo Belmonte Riso con visite guidate alla scoperta di sessant'anni di storia dell'arte da Jannis Kounellis, Richard Long, Christian Boltanski, ai siciliani Carla Accardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo e Emilio Isgrò; il Villino Florio e il Villino Favaloro e, ancora, il Centro regionale progettazione e restauro, che ha aperto la propria sede di Palazzo Montalbo, con laboratori di diagnostica e di restauro, oltre che alla biblioteca. Nella provincia, hanno aperto il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato con l'Antiquarium e il museo Pirro Marconi di Himera, l'Antiquarium di Solunto, quello di Monte Iato, il Museo archeologico della Valle dell'Eleuterio a Marineo, le Terme arabe a Cefalà Diana. Ad Agrigento ha aderito il Museo archeologico regionale Pietro Griffo: ha ospitato un inedito percorso teatralizzato con i ragazzi del liceo classico Empedocle di Agrigento che ha come filo conduttore il mito di Achille e Pentesilea, tra Eros e Thanatos; in provincia, il Museo archeologico della Badia di Licata, con un laboratorio per i piccoli ispirato al ricchissimo patrimonio di vasi preistorici ed uno spettacolo "Il tesoro dal passato. A Caltanissetta sono state organizzate visite al Museo archeologico di Marianopoli e all'area archeologica delle Mura Timolontee di Gela dove sarà possibile assistere a rappresentazioni teatrali itineranti sulla storia della città. A Catania c'è stata un'apertura straordinaria del Teatro Antico e di Casa museo Giovanni Verga, con una visita condotta dallo storico dell'arte Gaetano Bongiovanni sul tema "Giovanni Verga e Catania". In provincia, ha partecipato all'iniziativa anche il Museo della ceramica di Caltagirone e il Museo archeologico di Centuripe. Nell'Ennese ha aderito all'iniziativa la Villa romana del Casale a Piazza Armerina. A Messina ha aperto il Museo regionale; nella provincia, invece, visite all'Antiquarium di Milazzo, all'area archeologica di Tindari, alla Villa romana di Patti, alle Terme romane di Bagnoli a Capo d'Orlando ed ancora all'area archeologica di Halaesa Arconidea a Tusa. Nel Ragusano sono state organizzate visite serali al complesso monumentale ex Convento della croce a Scicli, al Museo archeologico regionale di Camarina, al Museo archeologico Ibleo di Ragusa e al Parco della Forza di Ispica. In provincia di Trapani hanno aderito il Parco archeologico Lilibeo di Marsala, con un programma che ha previsto una conversazione sul tema "La poesia come presente alternativo", mentre, la visita al museo è stata accompagnata da performance musicali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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storiearcheostorie · 6 months
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Terni / I Carabinieri del Nucleo TPC di Napoli restituiscono alla comunità di Giove un raro volume del Cinquecento
Terni, i Carabinieri del Nucleo TPC di Napoli restituiscono alla comunità di Giove un raro volume del Cinquecento
Redazione È stato restituito stamani presso la Sala Consiliare del Comune di Giove (Terni) un raro libro del ‘500, trafugato anni addietro dal fondo antico della locale Biblioteca civica. La consegna è avvenuta da parte del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Napoli, guidato dal Cap. Massimiliano Croce, nelle mani del primo cittadino, Marco Morresi, alla presenza del…
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agrpress-blog · 10 months
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Verrà proiettato domenica 26 novembre 2023 alle ore 11.00 presso la Biblioteca Comunale “Al Tempo Ritrovato” di Sacrofano (RM) nell’ambito degli eventi connessi alla Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne il cortometraggio di Francesco Greco Testa o Croce. Con il regista interverranno Lorella Porrini (giornalista), Massimo Marcelli (produttore), Simona Barone (psicologa), Monica Federico (presidente dell’associazione “La Voce dell’Essere”) e Valentina Mezzacappa (sceneggiatrice). Sarà presente anche tutto il cast artistico e tecnico che ha lavorato al corto. «La mia passione per il cinema e per la regia nasce dall’esigenza di realizzare da me ciò che scrivevo. In passato ho realizzato sceneggiature per altri registi, che naturalmente interpretavano a loro modo [...]. Nutrita questa passione, oggi posso realizzare prodotti che, dalla scrittura della sceneggiatura, arrivano alla costruzione delle scene. [...] Quello che mi lascia qualcosa di intenso sono i set, la costruzione, le persone con le quali ho lavorato. E di ogni set porto con me tanti bei ricordi, così tanti da non poterne scegliere uno. [...] Il lavoro di squadra è tutto. Ho grande fiducia nei miei collaboratori, perché remiamo sempre tutti nella stessa direzione; ognuno fa girare alla perfezione la sua piccola ruota, rendendo il meccanismo perfetto. [...] Uno studente, ma anche un adulto, può ascoltare migliaia di storie di violenza, di bullismo e di tanti altri argomenti sui quali è necessaria la sensibilizzazione, la denuncia. Ma se ne sentono così tante ormai che a volte si fa finta di nulla, e non perché si è disattenti. Con l’audiovisivo si può davvero lasciare il segno: un cortometraggio ben fatto sa essere molto più efficace di parole o di uno scritto. Senza nulla togliere allo scritto, parte fondamentale del mio lavoro. [...] A Sacrofano sono cresciuto e ho creato alcuni dei rapporti più importanti della mia vita. Ho girato moltissime scene qui perché, conoscendo ogni angolo del paese, riesco sempre a trovare il posto più adatto per girare una scena. [...] Testa o Croce tratta il tema della violenza sulle donne. Rispetto a Bolle di sapone, altro cortometraggio in cui ho trattato questa tematica, in questo ho deciso di essere più crudo e di creare più suspence, ma sempre con l’obiettivo di sensibilizzare su una tematica importantissima e, purtroppo, attuale» (Francesco Greco in Madia Mauro, Intervista a Francesco Greco, «Agrpress», 28 ottobre 2023) Francesco Greco è un giovane e talentuoso regista che ha già al suo attivo numerosi premi. Comincia la sua carriera come sceneggiatore sia in televisione sia al cinema per poi passare alla regia di programmi come Fashion night ed opere prime. Il suo Bolle di sapone, un cortometraggio che affronta con delicatezza la tematica della violenza domestica raccontata dal punto di vista di una bambina, ottiene applausi e riconoscimenti. Il corto viene presentato nelle scuole e divulgato su vari canali, attirando l’attenzione di testate giornalistiche nazionali. Nel 2022 F. Greco ha vinto il primo premio internazionale “Bulli ed Eroi”, nella categoria “giovani registi” con il cortometraggio I colori del silenzio. Nel 2023 lo stesso festival ha deciso di premiarlo come Miglior Regista per la sua capacità di affrontare tematiche sociali difficili e delicate con sorprendente sensibilità. Il suo Un fiore nella rete aiuta a riflettere ancora una volta su un tema giovanile importante. Ha inoltre diretto la serie Matt, Gio’ e la bolla di Nerone, L’Elisir, Uno di troppo… Il suo ultimo lavoro da regista, finito di girare nell’ottobre 2023 proprio a Sacrofano, è Turannah. Si tratta di una tecno-opera prodotta da LP Produzioni che ha come obiettivo fondamentale la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla sicurezza stradale. Testa o Croce di Francesco Greco - sceneggiatura e regia: F. Greco; direzione della fotografia: Denis Paul; interprete: Luca Del Prete; produzione: LP Produzioni, Massimo Marcelli; con
avallo e supporto sociale di ETS - La Voce dell’Essere - verrà proiettato nella Biblioteca Comunale “Al Tempo Ritrovato” di Sacrofano domenica 26 novembre 2023
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personal-reporter · 10 months
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Una mostra su Tolkien a Roma
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A cinquant’anni dalla scomparsa e dalla prima edizione italiana de Lo Hobbit, Roma ospita fino all’11 febbraio 2024 presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea una grande mostra dedicata a John Ronald Reuel Tolkien, creatore dell’epopea della Terra di Mezzo che ha plasmato una nuova mitologia per il mondo contemporaneo e lo ha reso uno degli autori più letti del pianeta. Tolkien. Uomo, Professore, Autore racconta il percorso umano, il lavoro accademico, la potenza narrativa, la forza poetica: un viaggio che permette di approfondire la vita della scrittore e di comprendere quanto la sia straordinaria conoscenza del mondo antico siano alla base del suo processo creativo. È la prima esposizione di queste dimensioni dedicata in Italia allo scrittore e, rispetto alle grandi mostre allestite a Oxford (2018), Parigi (2020) e Milwaukee (2022) su particolari aspetti delle opere letterarie, quella di Roma pone Tolkien come l’uomo, padre e amico; accademico, autore di studi e pubblicazioni ancora oggi fondamentali nello studio della letteratura in antico e medio inglese; narratore e  creatore della Terra di Mezzo. L’immersione nell’universo da lui creato si realizza in un percorso espositivo tra manoscritti autografi, lettere, memorabilia, fotografie e opere d’arte ispirate alle visioni letterarie di un autore unico e poliedrico nella sua complessità artistica e umana. Particolare rilevanza viene data al suo rapporto con l’Italia w nella rassegna non mancano le testimonianze del viaggio a Venezia e Assisi nel 1955; così come i contatti, diretti e indiretti, con studiosi e intellettuali. C’è uno spazio anche per gli adattamenti cinematografici vecchi e nuovi, dal film d’animazione di Ralph Bakshi alla trilogia de Il Signore degli Anelli del regista Peter Jackson, capace di rappresentare sul grande schermo una delle saghe più ambiziose e popolari della letteratura mondiale conquistando 17 premi Oscar. Ideata e promossa dal Ministero della Cultura con la collaborazione dell’Università di Oxford, è realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la curatela di Oronzo Cilli e la co-curatela e l’organizzazione di Alessandro Nicosia, la mostra  è la più importante retrospettiva del suo genere in Italia per spettacolarità, dimensioni, materiali inediti esposti e autorevolezza delle istituzioni internazionali coinvolte, come l’Archivio Apostolico Vaticano, la Bibliothèque Alpha dell’Università di Liegi, l’Università di Reading, l’Oratorio di San Filippo Neri di Birmingham, il Venerabile Collegio Inglese di Roma, la Tolkien Society, la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, la Fondazione Biblioteca Benedetto Croce, la Biblioteca civica di Biella, le case editrici Astrolabio-Ubaldini e Bompiani, il Greisinger Museum di Jenins e la Warner Bros Discovery. Il catalogo che accompagna la mostra ha i contributi di Adriano Monti Buzzetti Colella, Giuseppe Pezzini, Emma Giammattei, Francesco Nepitello, Chiara Bertoglio, Gianluca Comastri, padre Guglielmo Spirito, Fabio Celoni, Davide Martini, Roberta Tosi, Salvatore Santangelo, Stefano Giuliano, Claudio Mattia Serafin, Gianfranco de Turris, Paolo Paron e Domenico Dimichino. Roma sarà la prima tappa di un percorso  su Tolkien che proseguirà nel 2024 in altre città italiane e grazie al MiC, che ha promosso e sostenuto la progettazione con l’obiettivo di incentivare la partecipazione di tutti alla vita culturale, sarà possibile visitare la mostra senza alcun costo aggiuntivo, solo esibendo il biglietto d’ingresso alla GNAM. Read the full article
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gennarocapodanno · 1 month
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Vomero: a breve riaprono le scuole ma non la biblioteca Croce, chiusa da quasi cinque anni
Ricollocatela in via Morghen! A breve nuove manifestazioni di protesta Via De Mura: biblioteca Croce             Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, lancia l’ennesimo appello all’amministrazione comunale partenopea, affinché venga finalmente riaperta, e in tempi rapidi, la biblioteca comunale del quartiere Vomero “Benedetto…
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piusolbiate · 10 months
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200 YEARS IN OUR FLASHES
I ragazzi della Scuola Secondaria di Primo Grado della "Aldo Moro" , sono lieti di invitarVi alla Mostra fotografica “200 years in our flashes” presso la Biblioteca Comunale di Solbiate Olona.
Allestita dai nostri studenti del Laboratorio di Inglese tenuto e proposto grazie ai fondi del PNRR, rappresenta un omaggio alla realtà storica del Cotonificio Ponti.
Direttore artistico della mostra il dott. Ibrahim Malla, un fotografo italo-siriano specializzato nel campo umanitario e sociale, che ha realizzato reportage fotografici per la Croce Rossa italiana
Orari di Apertura:
Martedì – Mercoledì – Giovedì dalle 13.30 alle 17.00
sabato 18 novembre dalle 9.00 alle 11.30
Mercoledì dalle 9.00 alle 13.00
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avvocatoreale · 1 year
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È un piacere pubblicare gli atti del Convegno del 15/06/2023 sulla diffida accertativa dell’Ispettorato del Lavoro organizzato dall’Associazione Avvocati nella Polis
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Atti del convegno del 15/06/2023: La diffida accertativa dell’Ispettorato del lavoro – un istituto ibrido
Con l’accreditamento dell’Ordine degli Avvocati di Torino, il 15/06/2023 si è tenuto il Convegno promosso dall’Associazione Avvocati nella Polis, sia in presenza nell’aula “Fulvio Croce” presso la Biblioteca del COA in Torino, Via Corte d’Appello n. 16 (in quello che fu il Palazzo del Senato Sabaudo), sia online sulla piattaforma Zoom, avente come titolo: “La diffida accertativa dell’Ispettorato del lavoro – un istituto ibrido”.
Sono intervenuti, nell’ordine:
1) la Dott.ssa Tiziana Morra– Responsabile Ispettorato del Lavoro di Torino, la cui relazione verteva su:
- l’accertamento del credito retributivo;
- la Conciliazione monocratica su diffida accertativa: criteri e casistica;
2) l’Avv. Paolo Berti – Avvocato del Foro di Torino e Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Torino, il quale ha trattato i seguenti argomenti:
- la procedura delineata dall’art. 12 del D.Lgs. 124/2004;
- il ricorso avverso la diffida accertativa;
- l’ordinanza della Corte di Cassazione n. 23744 del 29/07/2022;
3) il Dott. Mauro Mollo – Giudice della Sezione Lavoro del Tribunale di Torino, che, a chiusura del convegno, si è soffermato sui seguenti temi:
- un atto in sospeso tra natura amministrativa e giurisdizionale;
- la controversa riconducibilità al genus degli accertamenti costitutivi;
- la diffida accertativa per crediti patrimoniali come titolo esecutivo.
L’incontro formativo è stato coordinato dall’Avv. Fabrizio Reale, Avvocato del Foro di Torino, il quale dapprima ha rivolto il doveroso ringraziamento all’Ordine degli Avvocati di Torino, ai relatori, ai partecipanti (da remoto e in presenza) e ai membri dell’Associazione Avvocati nella Polis.
Le relazioni sono state precedute dall’introduzione del medesimo Avv. Fabrizio Reale il quale ha ricordato che la diffida accertativa dell’Ispettorato del lavoro trova la sua disciplina nel D.Lgs. 23/04/2004 n. 124.
L’art. 12, in particolare, dispone che:
1.  Qualora nell’ambito dell’attività di vigilanza emergano inosservanze alla disciplina contrattuale da cui scaturiscono crediti patrimoniali in favore dei prestatori di lavoro, il personale ispettivo delle Direzioni del lavoro diffida il datore di lavoro a corrispondere gli importi risultanti dagli accertamenti.
2. Entro trenta giorni dalla notifica della diffida accertativa, il
datore di lavoro può promuovere tentativo di conciliazione presso la Direzione provinciale del lavoro.
[…]
Entro il medesimo termine, in alternativa, il datore di lavoro può promuovere ricorso avverso il provvedimento di diffida al direttore dell'ufficio che ha adottato l’atto. 
- Naturalmente, la terza possibilità, sempre entro il predetto termine di 30 giorni, per il datore di lavoro, è quella di pagare.
 - Innanzi tutto è un istituto INTERESSANTE:
il verbale di diffida accertativa, decorso il termine di trenta giorni senza che sia stato promosso tentativo di conciliazione o sia stato opposto con ricorso, acquista EFFICACIA DI TITOLO ESECUTIVO.
 In altre parole, senza passare attraverso alcuna autorità giudiziaria, un accertamento dell’Ispettorato del Lavoro può diventare titolo esecutivo.
 È ravvisabile in questo senso un’analogia con la mediazione istituita dal D.Lgs. 28/2010, il cui art. 12 recita: «l’accordo che sia stato sottoscritto dalle parti e dagli stessi avvocati costituisce titolo esecutivo» all’esito della mediazione, tanto è vero che talvolta le parti trovano conveniente ricorrere alla mediazione proprio per conferire al loro accordo il rango di titolo esecutivo.
 La differenza, però, nel caso della diffida accertativa, è che le parti NON sono (di regola) assistite da legali, il cui intervento non è obbligatorio.
 Interessante è allora vedere come si svolge il CONTRADDITTORIO.
Strumento molto snello e agile, quello della diffida accertativa, ha aggiunto l’Avv. Reale, dunque favorevole da questo punto di vista, per il lavoratore, però vi è da capire quanto può essere completo un accertamento e quanto può essere ampia l’ISTRUTTORIA, soprattutto in caso di lavoro in nero, che può essere difficile da provare, soprattutto in assenza di una raccolta prove che avvenga ricorrendo all’ausilio di un avvocato (sotto tutti i profili: giorni e ore di lavoro svolti e mansioni esercitate).
 Peraltro sotto il profilo PROBATORIO è da ricordare un’importante disposizione, quella dell’art. 10 del D.Lgs. 124/2004 (comma 5): «I verbali di accertamento redatti dal personale ispettivo sono fonti di prova relativamente agli elementi di fatto acquisiti e documentati» tanto che, continua la norma, «possono essere utilizzati per   l’adozione   di    eventuali    provvedimenti    sanzionatori, amministrativi e civili, da   parte   di   altre   amministrazioni interessate».
 Per un verso ciò significa che non hanno dignità di fonti di prova gli apprezzamenti e le valutazioni (sia giuridiche, che sui fatti accertati) effettuati dal verbalizzante in quanto entrambi frutto di convincimenti personali, come tali privi del carattere di obiettività.
 Per altro verso, però, l’ulteriore requisito (“documentati”) induce a ritenere che tra le fonti di prova siano da includere anche le circostanze di fatto che il verbalizzante ha appreso (cioè acquisite) da altri e delle quali vi sia un riscontro “per tabulas” (cioè documentate) e sempre che nel verbale di accertamento siano indicati tutti gli atti e documenti esaminati.
 In tal modo, il legislatore delegato ha mostrato di non allinearsi a quell’orientamento giurisprudenziale secondo cui le circostanze ed i fatti che non erano avvenuti in presenza del verbalizzante, né dallo stesso compiuti, non avevano alcun valore precostituito, neanche di presunzione semplice.
 Per quanto riguarda la questione relativa all’efficacia probatoria dei verbali, il 5° comma la risolve attraverso il richiamo alla “normativa vigente” che nel caso di specie è costituita dagli artt. 2700 e ss. c.c. e 116 c.p.c..
 L’istituto in questione, ha rilevato ancora l’Avv. Reale è un istituto IBRIDO, anfibio, per così dire.
Innanzi tutto, esso è ambivalente perché il verbale di diffida accertativa, come detto, è suscettibile di acquisire (se non opposto e se non viene promosso il tentativo di conciliazione) efficacia di titolo esecutivo.
Allo stesso tempo, però, la Corte di Cassazione (Ordinanza n. 23744/2022) ha ritenuto che «la diffida accertativa - non opposta ovvero, come nel caso in esame, confermata dal Comitato regionale - è atto di natura amministrativa che è idonea ad acquisire valore di titolo esecutivo ma non determina un passaggio in giudicato dell'accertamento in essa contenuto che può sempre essere contestato». È un po’ un MOSTRO GIURIDICO.
Ciò significa che questo termine di 30 giorni, anche ove decorresse invano, non preclude una tutela avverso la diffida accertativa (può infatti essere rimessa in discussione dopo).
Ed infatti, per questo, si può parlare di un atto che (come evidenziato anche nella locandina del convegno) è sospeso tra NATURA GIURISDIZIONALE E NATURA AMMINISTRATIVA.
 Altro punto che rende misterioso questo strumento è la sua possibile riconducibilità al genus degli accertamenti costitutivi (tema che verrà trattato più compiutamente dal Dott. Mollo).
 Con questo ultimo rimando si è conclusa la premessa introduttiva dell’Avv. Reale il quale ha lasciato spazio alla prima relazione, quella della Dott.ssa Tiziana Morra
La responsabile dell’Ispettorato del Lavoro di Torino ha, prima di tutto, ricordato che sono numerose le conciliazioni monocratiche.
Una Circolare del 2013 ha segnato un punto di svolta, stabilendo che l’Ispettorato può accertare anche il diritto nascente da rapporti di lavoro in nero. Dopo l’evoluzione normativa del 2020 è stata prevista la possibilità di svolgere accertamenti anche per le riqualificazioni del rapporto di lavoro. Una serie di Circolari, nel tempo, hanno dunque, via via, esteso sempre di più l’ambito di intervento degli accertamenti.
La diffida accertativa discende direttamente dall’art. 36 della Costituzione.
Quanto ai soggetti nei confronti dei quali può essere fatta valere la diffida accertativa, il lavoratore può agire anche nei confronti dei coobbligati (ad esempio i committenti).
Vi sono però dei limiti alla diffida accertativa: essa non può riguardare premi di produzione (manca la certezza), e sono escluse anche le indennità di maternità o altri oneri previdenziale, perché in questi casi il creditore è l’Inps. Neanche i crediti derivanti da tirocini possono essere oggetto di diffida.
Esulano dagli accertamenti anche le società in fallimento (difetta il requisito dell’esigibilità). Allo stesso modo l’istituto non può essere azionato per i crediti vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione.
 Gli Ispettori incontrano delle difficoltà operative, sotto il profilo della prova del credito e della determinazione degli importi.
Le prove devono essere certe, oggettive. L’ideale sarebbe trovare dei fogli-presenze, accordi scritti, mail scambiate tra le parti. Importanti prove fattuali sono anche le dichiarazioni del lavoratore, di terzi, meglio se sono disponibili più dichiarazioni concordanti, che permettono riscontri incrociati.
 Decisiva è stata la pronuncia n. 26246/2022 con cui la Corte di Cassazione ha stabilito che la prescrizione dei crediti di lavoro di 5 anni decorre dalla fine del rapporto lavorativo. Di qui la Circolare agli Ispettori di agire sulla base di questi nuovi presupposti (ma comunque sono innegabili le difficoltà di rinvenire elementi probatori quando si deve risalire di molto indietro nel tempo).
 In ordine al quantum è facile diffidare sulla scorta delle buste paga. In primo luogo è da individuare il settore e poi si deve ricercare il contratto applicabile.
In nero possono esserci anche gli straordinari (attività complessa da determinare).
 Secondo una preziosa statistica enunciata dalla relatrice, le denunce in Piemonte sono state 1284 nel 2022 con 653 diffide emanate, di cui solo il 20% sono state seguite dal pagamento.
I ricorsi presentati al Direttore ITL di Torino sono stati 138 nel biennio 2021-2023, con un 1% di accoglimenti. Di solito le contestazioni riguardano la fondatezza dell’accertamento e del credito e non i conteggi o la correttezza dell’importo.
L’istruttoria che si svolge in sede di ricorso è documentale.
La diffida perde efficacia nei confronti di tutte le parti (nel caso in cui la conciliazione avvenga anche solo da parte di alcuni dei coobbligati).
La conciliazione non può avvenire ad importo zero.
 Concluso l’intervento della Dott.ssa Morra, assai esaustivo e ricco di informazioni operative, il successivo intervento è stato quello del Dott. Mauro Mollo.
Il Giudice ha anzitutto ricordato che prima si parlava di “accertamento tecnico”, ma cosa doveva poi intendersi in questo modo? Viene in mente l’ATP.
Dire che ad un lavoratore debba essere applicato un determinato contratto non è un accertamento “tecnico”.
Essi sono accertamenti di fatto, non discrezionali.
Ad esempio la licenza di costruire è un accertamento tecnico.
L’accertamento in questione non modifica la posizione del lavoratore: si accerta un credito che esiste già, non viene costituito.
Si pensi alla somministrazione illecita, come nel caso di un appalto non genuino. Al datore di lavoro viene “attribuito” un lavoratore. Il lavoratore può chiedere la costituzione di un lavoro con valenza ex tunc, ma questo lo fa il Giudice (l’Ispettore potrebbe elevare la sanzione contro l’utilizzatore).
 Nessuno ha mai messo in discussione la possibilità di opporsi al titolo cambiario. È lo stesso per la diffida.
Può esserci una pluralità di titoli esecutivi per la Cassazione, con tre limiti: il rispetto del principio del divieto di ne bis in idem, la sussistenza dell’interesse e il divieto di abuso del diritto.
La Suprema Corte ha chiarito altresì che l’opposizione può essere promossa anche per motivi di merito (anche opponendosi al precetto e agli atti esecutivi).
Vi sono talvolta opposizioni preventive: secondo il Dott. Mollo non si può mettere in discussione la contestazione prima di ricevere il precetto. Sono intervenuti sul punto il Tribunale di Novara con una pronuncia del 2019 e il Tribunale di Castrovillari. La Corte d’Appello di Torino (sent. 435/2022), ritiene parimenti che non si possa.
 L’opposizione a precetto è un accertamento negativo, l’esito dipende dalla domanda, se chiedo l’annullamento del precetto cosa comporta la pronuncia? In questo caso posso richiedere di nuovo il credito o ha efficacia di giudicato?
Il lavoratore, a fronte dell’opposizione, può proporre domande riconvenzionali per far valere altre richieste e allargare il contenzioso. Analogamente al divieto di frazionamento che preclude nuove azioni perché la pronuncia copre il dedotto e il deducibile, la riconvenzionale è un’estensione del diritto (ad esempio lo straordinario) e allora in questo caso è consentito, ma se con la riconvenzionale viene formulata una domanda completamente nuova (ad esempio la richiesta di riconoscimento di un livello superiore) allora è diverso e non si può.
 Terminato anche l’intervento del Giudice, Dott. Mollo, molto apprezzato per la sua chiarezza espositiva, ha preso la parola, per l’ultima relazione, l’Avv. Paolo Berti, il quale ha subito attaccato trattando un argomento appena toccato dal relatore che l’ha preceduto, quello del divieto di frazionamento del diritto e delle cause. Il relatore ha confessato che questa giurisprudenza, intervenuta sul dedotto e deducibile, l’ha sempre patita e trovata una denegazione di giustizia.
Un buon avvocato deve consigliare al suo assistito di farci rientrare tutto nella causa.
 Ha ricordato, poi, il caso di una grande banca che si opponeva ad una diffida intervenuta perché alcuni suoi dipendenti avevano superato l’orario ordinario. Tuttavia, l’orario straordinario di lavoro deve essere autorizzato dal datore di lavoro, non deve avvenire a sua insaputa. Questi dipendenti invece restavano di più al lavoro per loro scelta. Inoltre esiste un certo plafond di lavoro in più che è una sorta di banca-ore, prima che entri in gioco lo straordinario.
 Altro tema è quello del ricorso del datore di lavoro che dovrebbe essere notificato al lavoratore per consentirgli di difendersi: egli ha il diritto di partecipare al contraddittorio amministrativo.
In questo modo si preclude anche la possibilità di concludere un accordo in sede di opposizione a seguito del ricorso, lamenta l’Avv. Berti.
La sentenza del Tribunale di Castrovillari n. 622 del 13/04/2023 è stata presa in esame anche dal Consigliere Berti.
Nel ricorso depositato dal datore di lavoro contro l’ITL, per il Giudice, l’unico contraddittore necessario è il lavoratore e quest’ultimo dovrebbe poter far valere anche domande riconvenzionali.
 Un quesito posto dal relatore è poi il seguente: l’iter amministrativo è esperibile solo dagli avvocati oppure anche da altri professionisti? Non c’è un’esclusiva in campo stragiudiziale, il ricorso può essere presentato da chiunque: indipendentemente dunque dalla competenza del professionista, tutto ciò che viene scritto rimane e potrà essere utilizzato in un eventuale giudizio.
 Altro tasto dolente toccato dal relatore è quello dell’accesso al materiale raccolto dall’ITL del quale si dovrebbe poter disporre anche per decidere se un ricorso possa essere fondato; spesso invece, lamenta l’Avv. Berti, l’ostensione dei documenti, o di alcuni di essi, viene negata o perché considerati non indispensabili (ma è l’avvocato, sottolinea il relatore, che dovrebbe decidere se alcuni atti sono o meno rilevanti), oppure, per un altro motivo, anch’esso ricorrente, per cui la segretezza sarebbe funzionale a non esporre il dichiarante a possibili ritorsioni.
L’intervento dell’Avv. Berti, appassionato e pregno di interessanti riflessioni, si è concluso così e ha permesso di investire tutti i possibili argomenti più attuali e rilevanti della diffida accertativa.
 In ordine ad alcune questioni sollevate dall’Avv. Berti ha preso la parola nuovamente la Dott.ssa Tiziana Morra, ciò che ha consentito anche di instaurare un proficuo dibattito.
 La Responsabile dell’Ispettorato del Lavoro di Torino ha tenuto a precisare che non vi è la previsione normativa di incontri o di possibili conciliazioni. Si rende edotto il lavoratore che è pendente un ricorso solo perché non proceda esecutivamente fin tanto che l’esame dell’opposizione non è giunta ad un esito. Il lavoratore potrebbe anche inviare delle deduzioni di cui si terrà comunque conto.
La Dott.ssa Mora ha aggiunto che nell’esaminare le istanze di accesso agli atti, l’Ispettorato non fa che applicare le disposizioni di cui alla Legge 241/1990.
Infine, per chiudere, la stessa ha ricordato che non vi sono sentenze che abbiano riconosciuto il reato di omissione d’atti d’ufficio qualora gli Ispettori non procedano con la diffida accertativa.
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infosannio · 1 year
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Napoli: a Chiaia riapre la Feltrinelli, al Vomero resta chiusa la biblioteca Croce
Da ricollocare nel polifunzionale di via Morghen, o nella “Casa della Socialità             Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, coglie l’occasione della riapertura della libreria Feltrinelli in piazza dei Martini, nel quartiere Chiaia, per tornare ancora una volta a parlare delle tristi vicende che riguardano invece l’unica…
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enkeynetwork · 1 year
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lamilanomagazine · 8 months
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Bari, al via i lavori di riqualificazione dell'edificio ex Rossani che ospiterà la Casa della cittadinanza: oggi il sopralluogo del Sindaco e dell'assessore Mele
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Bari, al via i lavori di riqualificazione dell'edificio ex Rossani che ospiterà la Casa della cittadinanza: oggi il sopralluogo del Sindaco e dell'assessore Mele È stato avviato in questi giorni il cantiere dei lavori per la riqualificazione dell’edificio posto nella parte a sud del complesso della ex Caserma Rossani (con affaccio su via Gargasole e su corso Benedetto Croce), che ospiterà il “Polo integrato di servizi per il quartiere - Casa della Cittadinanza”. L’intervento, del costo complessivo di 5.400.000 euro, come definito dal nuovo quadro economico, è finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) - Missione M5C2 - Componente C2 - Investimento 2.3 e dal PINQUA - Programma innovativo nazionale per la qualità dell’abitare. A illustrare i primi interventi, questa mattina, il sindaco Antonio Decaro e l’assessore ai Lavori pubblici Nicola Mele, che hanno effettuato un sopralluogo sul cantiere accompagnati dai tecnici degli uffici comunali e dell’impresa La Pietrafesa srl, che realizzerà i lavori. Come noto il complesso della ex caserma Rossani è oggetto di un articolato piano di riqualificazione che sta procedendo per fasi progressive e che ha visto, sino ad oggi, la realizzazione del nuovo parco Rossani, dell’edifico dell’Urban Center su Corso Benedetto Croce e della nuova sede del Polo Bibliotecario regionale, da poco ultimata, mentre procede il cantiere per la costruzione della nuova sede dell’Accademia di Belle Arti di Bari ed è pronto il progetto della nuova “piazza d’Arti”, la riqualificazione delle aree a verde limitrofe e la costruzione del parcheggio interrato a servizio del compendio. L’intervento avviato per la Casa della Cittadinanza riguarda la riqualificazione del fabbricato a sud, già adibito a mensa e palestra della struttura militare, e della relativa area pertinenziale: qui l’amministrazione comunale intende insediare diverse funzioni riservando spazi alle associazioni, del quartiere e non, e individuando uno spazio di co-working e uno o più spazi polifunzionali per le associazioni che vogliano lavorare su attività compatibili con servizi destinati a famiglie e bambini. “Abbiamo iniziato la riqualificazione di questa grande area nel cuore della città con l’assessore Galasso, e oggi avviamo uno degli ultimi interventi di recupero e riqualificazione con l’assessore Mele. In questo immobile sorgerà la Casa della Cittadinanza che accoglierà le associazioni impegnate sul territorio e promuoverà laboratori, attività di formazione e socializzazione - ha dichiarato Antonio Decaro -. In questo modo manteniamo una promessa fatta alla città grazie ai 5 milioni e 400mila euro finanziati del PNRR. Si completa così questo grande parco della cultura e del tempo libero in uno spazio urbano negato per trent’anni allo sguardo e all’accesso dei cittadini: il primo intervento ha riguardato la realizzazione dell’Urban center, attivo ormai dal 2016, mentre sono pronti i due edifici che la Regione Puglia riaprirà per destinarli alla Mediateca e alla Biblioteca regionale e procedono i lavori nei due immobili che al termine del cantiere ospiteranno la nuova sede dell’Accademia delle Belle arti. L’ultimo intervento, la cui progettazione esecutiva è stata già approvata, riguarda invece la Piazza d’Arti, forse lo spazio più bello di tutta l’area, che potrà ospitare performance e spettacoli”. “Sono molto onorato della fiducia che il sindaco Decaro ha riposto in me - ha proseguito Nicola Mele -. Nonostante sia un incarico a tempo, è una straordinaria occasione per mettermi a disposizione della città di Bari e dei cittadini. Ci sono diverse opere che stanno per partire e molte altre che stanno per terminare, senza trascurare le attività ordinarie con gli appalti di manutenzione in essere. Cercheremo di gestire tutte le varie fasi dei cantieri, che a un certo punto si sovrapporranno, per evitare disagi ai cittadini e seguirò da vicino questo intervento, che è uno dei più importanti della città.. Nei prossimi giorni torneremo qui per verificare il completamento delle recinzioni che saranno installate all’interno dei varchi creati nel muro perimetrale per rendere l’area della ex Rossani un luogo sempre più accessibile. Saranno pochi mesi ma ci metterò tutto l’impegno e l’entusiasmo necessari”. Nel dettaglio il progetto del “Polo integrato di servizi per il quartiere - Casa della Cittadinanza”, prevede la completa ristrutturazione dell’edificio esistente, con l’inserimento delle seguenti nuove funzioni: • Centro di servizi per le famiglie • Centro polivalente anziani • Centro associativo polifunzionale (Casa della Cittadinanza) I lavori saranno realizzati senza ulteriore consumo di suolo, dal momento che gli interventi riguarderanno esclusivamente il fabbricato in questione senza alterare l’area di sedime: sono previste la demolizione e successiva ricostruzione dei solai di copertura ammalorati e la sopraelevazione della parte centrale dell’edificio. Le principali attività previste nell’ambito del cantiere sono: • rifunzionalizzazione dell’intero edificio • ridisegno degli spazi interni con maggiore fruibilità e flessibilità generale dell’immobile; • realizzazione della sopraelevazione del corpo centrale al fine di dotare la struttura di spazi aggiuntivi e qualificati per le attività di aggregazione previste. L’intervento in progetto è previsto senza demolizione delle murature perimetrali e non prevede scavi, fatta eccezione per le immediate adiacenze funzionali (marciapiedi a ridosso del fabbricato, risanamento dall’umidità di risalita, raccolta acque pluviali, raccordo alla fogna esistente). Pertanto, a livello del fondale, non sono previste interferenze di alcun tipo con eventuali sottoservizi esistenti. La sola rete fognaria potrà essere oggetto di interventi di manutenzione straordinaria. Gli alberi esistenti saranno rigorosamente conservati nel rispetto delle modalità previste per la Carta dei giardini storici - fatta eccezione per le piante che, a causa dell’eccessiva inclinazione, rappresentano un oggettivo pericolo e che saranno rimosse in ottemperanza alle linee guida del Verde urbano del Comune di Bari. Si provvederà, inoltre, al recupero e alla valorizzazione della vegetazione presente nell’area di pertinenza (soprattutto eucalipti, robiniae pseudoacacia, pini) eliminando quella infestante (ad es. la specie invasiva dell’ailanto), in osservanza della specifica prescrizione imposta nel decreto di vincolo. L’intervento in oggetto prevede inoltre la predisposizione dell’impianto di climatizzazione estiva e invernale. Il progetto prevede infine percorsi e servizi adeguati alla fruizione da parte delle persone con disabilità, in conformità a quanto disposto dalla vigente normativa in materia di abbattimento delle barriere architettoniche, in modo da garantire la massima accessibilità per tutti i locali. Nel dettaglio la descrizione dei nuovi spazi di comunità che sorgeranno all’interno del “Polo integrato di servizi per il quartiere - Casa della cittadinanza”: Centro di servizi per le famiglie Definisce i propri obiettivi in stretta relazione ai bisogni del territorio attraverso una programmazione complessa di interventi a sostegno della genitorialità consapevole, della promozione del dialogo genitori-figli, della mediazione intra- familiare, dell’emancipazione socio-culturale dei contesti familiari, con particolare riferimento al segmento delle famiglie con minori con problemi di apprendimento, de-scolarizzati, con disabilità e a rischio devianza. Il centro avrà accesso dedicato dal lato est dell’edificio e/o dalla sala polifunzionale che condivide con il Centro polivalente anziani. Il centro sarà dotato un vano ingresso/segreteria/accoglienza (lato est), un disimpegno distributore, tre ampi vani polifunzionali, un gruppo servizi igienici (composto da antibagno, 2 wc accessibili), ampia sala polifunzionale condivisa con il Centro polivalente anziani. Centro polivalente anziani Struttura socio-assistenziale concepita come luogo d’incontro e di relazioni in grado di favorire la socializzazione, l’emancipazione e l’invecchiamento attivo degli utenti, con l’organizzazione di eventi e momenti di socializzazione e aggregazione comunitaria. Il centro avrà accesso da un vano ingresso/galleria, utilizzabile anche per piccoli eventi e/o come area espositiva, dotato di area accoglienza e controllo degli impianti tecnologici, e dalla sala polifunzionale che condivide con il Centro di servizi per le famiglie. Il centro sarà dotato un vano ingresso/disimpegno distributore /accoglienza, tre ampi vani polifunzionali, un gruppo servizi igienici (composto da antibagno, 3 wc accessibili), ampia sala polifunzionale condivisa con il Centro di servizi per le famiglie. Centro associativo polifunzionale (Casa della Cittadinanza) È disegnato per ospitare e aggregare le realtà associative rappresentative del territorio e mobilitare le risorse sociali e culturali del quartiere, per promuoverne una più stretta cooperazione e avviare esperienze di comunità. Gli spazi previsti saranno occupati singolarmente da associazioni selezionate sulla base di competenze diversificate che promuoveranno percorsi legati alla ciclo-mobilità, all’ambiente, alla cultura, all’innovazione sociale, utilizzando anche i laboratori formativi, gli spazi esterni e l’auditorium per momenti di confronto pubblico e associativo. Il centro è organizzato in uno spazio di ingresso/galleria centrale, utilizzabile anche per piccoli eventi e/o come area espositiva, dal quale si ha accesso alla sala polifunzionale, dimensionata anche per conferenze e/o riunioni con una capienza massima di 100 posti. Gli spazi dedicati alle associazioni sono costituiti da moduli distinti: al piano terra e primo piano vi sono cinque ampi vani, che condividono i servizi igienici e gli spazi di distribuzione e possono essere eventualmente accorpati per necessità. Al piano terra esistono due ulteriori nuclei con accesso indipendente dal lato ovest del plesso, uno costituito da tre vani disimpegno e servizi e l’altro costituito da due vani, disimpegno e servizi: questi ultimi due nuclei hanno accesso esterno indipendente per consentire l’insediamento di servizi e/o associazioni che possano richiedere maggiore discrezione e riservatezza. Il primo piano è tendenzialmente dedicato a spazi laboratoriali e di formazione giovanile ove sono previsti quattro ampi vani. Il piano è servito da due scale contrapposte e un impianto ascensore. Gli spazi per le attività laboratoriali e di formazione giovanile sono contigui a due ampie terrazze a livello per attività all’aperto, integrate nel giardino pensile previsto in copertura.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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